giovedì 14 giugno 2012

IL CONTO ALLA ROVESCIA E’ PARTITO, MANCANO TRE MESI AL CROLLO DELL’EURO


Le parole dello speculatore finanziario Soros sulla fine dell’euro hanno cominciato a fare breccia nei palazzi che contano. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha ripetuto pari pari la profezia di Soros sui presunti tre mesi di tempo che mancherebbero al crollo definitivo della moneta unica. Intanto in Italia il presidente del consiglio fantoccio Mario Monti rassicura tutti dicendo che noi siamo un paese più solido della Spagna, quando solo poche settimane fa il confronto veniva fatto con la Grecia: insomma è cambiato e di molto direi il termine di paragone, creando un clima di nervosismo generalizzato che ha contagiato ovviamente i mercati, i quali senza dare troppo peso alle garanzie di tenuta del paese fornite dal premier farlocco hanno colto la palla al balzo per fare un po’ di speculazione a brevissimo termine sulla volatilità di quotazione dei titoli pubblici italiani. In fondo, questo per gli speculatori finanziari è un ottimo periodo per fare affari, perché maggiore incertezza e oscillazione in borsa creano sempre le premesse per fare elevati profitti.


Solo ieri l’asta da €6,5 miliardi di BOT ad un anno ha registrato un balzo del rendimento fino a 3,972%, quasi il doppio rispetto al precedente 2,34% e tornato ai livelli di dicembre scorso, confermando quindi che l’effetto del salvataggio delle banche spagnole preoccupa i mercati e avrà delle ripercussioni evidenti sulla nostra spesa per interessi. Se tre mesi è l’arco temporale in cui l’Unione Europea deve mettere a punto un piano credibile di messa in sicurezza e sostegno all’economia dei paesi membri, il mese di giugno rimane però cruciale per tanti altri motivi, perché a parte le elezioni politiche in Grecia del 17 giugno che potranno cambiare di poco o nulla le sorti dell’unione monetaria più disastrata e malandata di tutti i tempi, nel prossimo vertice europeo del 28 e 29 giugno a Bruxelles si stanno spostando tutte le speranze di trovare un compromesso fra le richieste di austerità della Germania e le suppliche di qualche contromisura espansiva dei paesi periferici. Tuttavia, considerando i fallimentari tentativi del recente passato, siamo quasi certi che anche questo vertice si risolverà in una bolla di sapone.
  


I presupposti per una buona riuscita del vertice non sembrano dei migliori, perché secondo alcune indiscrezioni della stampa tedesca la cancelliera Merkel avrebbe sbottato alle domande di un giornalista che le chiedeva se non fosse arrivato il momento di ammorbidire le sue posizioni intransigenti dicendo che “un po’ di purificazione farà bene all’Europa”. Apriti cielo, la parola sicuramente poco appropriata è rimbalzata in tutte le segreterie europee, scatenando sconcerto ed incredulità. Ma il senso di quella uscita infelice della Merkel rimane. Dobbiamo purificarci dal debito (che non a caso in tedesco è sinonimo della parola “peccato”), dal desiderio di arricchirci e accumulare denaro oltre le nostre possibilità. Ci vuole rigore, disciplina di bilancio, morigeratezza dei costumi.


Senza troppi preamboli, stiamo entrando nella fase calda del racconto della farsa tragicomica chiamata euro e arrivati a questo punto mi sembrava opportuno fare un passo indietro per stilare un breve riassunto delle puntate precedenti. Oltre a sintetizzare ed estremizzare al massimo certi concetti, dobbiamo pure decidere una data di partenza del nostro racconto ed io arbitrariamente prendo il 12 novembre 1999, giorno in cui il presidente americano Bill Clinton firma la nuova legge bancaria Gramm-Leach-Bliley Act, promossa dalla maggioranza repubblicana del Congresso. Con questa nuova legge viene di fatto abrogato il famoso Glass-Steagall Act del 1933 che prevedeva la separazione tra attività creditizie tradizionali delle banche commerciali e attività finanziarie delle società di investimento ed era stato fortemente voluto dal presidente Frank Delano Roosevelt per mettere un freno alla speculazione finanziaria, indicata dai maggiori analisti come principale causa del crollo della borsa di Wall Street del 1929 e della Grande Depressione economica che ne seguì.


In verità il processo di deregolamentazione del settore bancario e finanziario procedeva inarrestabile dai primi anni ottanta, quando era stato stretto un patto d’acciaio fra la presidenza Ronald Reagan e le maggiori banche d’affari americane operanti a Wall Street, e il 1999 rappresentò solo il momento finale di coronamento di un lungo percorso di finanziarizzazione spinta dell’economia, turbo-capitalismo o finanzcapitalismo, in cui gli elevati rendimenti che potevano essere ricavati dalle attività finanziarie dovevano in un certo senso compensare i minori margini di profitto delle attività produttive tradizionali. Dall’altra parte dell’oceano, nel 1999 era stata inaugurata anche la Banca Centrale Europea BCE e veniva di fatto introdotta la moneta unica euro, dato che anche se la circolazione effettiva sui mercati avverrà solo a gennaio del 2002 erano stati fissati rigidamente senza alcuna possibilità di oscillazione tutti i tassi di cambio delle monete dei paesi membri dell’eurozona. Ricordando quanto intrecciati siano i rapporti e gli scambi finanziari fra le due sponde dell’Atlantico, non sarà un caso che la giostra impazzita dell’euro sia stata messa in movimento proprio nel fatidico anno 1999.


Durante tutto il decennio precedente, per non essere da meno agli Stati Uniti e in vista della nascita della nuova creatura monetaria, anche in Europa abbiamo assistito ad un periodo di deregolamentazione a tappe forzate del settore bancario e finanziario. In Italia nel 1994 è stato introdotto il Testo Unico Bancario (più comunemente indicato come TUB), su iniziativa del presidente del consiglio ed ex-governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, con cui veniva in pratica privatizzato e ristrutturato tutto il sistema bancario italiano per favorire la formazione di grossi gruppi bancari nazionali capaci di competere in campo finanziario con tutte le maggiori società internazionali. Nel 1999 è stata la volta del Testo Unico della Finanza (conosciuto come TUF o legge Draghi, perché promosso appunto dall’attuale governatore della BCE ed ex-direttore generale del Ministero del Tesoro Mario Draghi), con cui venivano adeguati a norma di legge gli strumenti e le procedure finanziarie che avevano subito negli anni passati una rapida trasformazione e un’evoluzione straordinaria.    


Pronti, via. Le grandi banche e società finanziarie avevano ora tutti i mezzi necessari per potere agire a largo raggio sui mercati globalizzati dei capitali e dopo il crollo delle borse asiatiche del 1997, abbiamo già nel biennio 2000-2001 la seconda bolla speculativa sui titoli tecnologici, che tutto sommato non ebbe gravissime conseguenze nell’economia reale. Ma siamo solo alle fasi preparatorie per l’inizio della grande crisi immobiliare che qualche anno dopo avrebbe portato al collasso l’intera economia dei maggiori paesi occidentali sviluppati, Stati Uniti ed Europa in testa. Dato che la bolla immobiliare si ripercuote principalmente sui risparmi delle famiglie, questa volta le conseguenze finanziarie, sociali e politiche sono state devastanti. Per capire però dove si annida l’origine della bolla immobiliare dobbiamo analizzare le strategie di politica monetaria adottate nell’ultimo decennio dalle due principali banche centrali di riferimento: Federal Reserve System e BCE.


Nel grafico sotto possiamo vedere l’andamento del principale tasso di riferimento per il mercato interbancario americano (il fed funds rate), che dopo la crisi del 2001 comincia la sua discesa inarrestabile verso un livello troppo basso (1%) che ha favorito la corsa all’indebitamento sia delle banche che dei privati. Avuto sentore dei possibili danni causati da questo eccesso di credito e liquidità a buon mercato, il governatore Alan Greenspan comincia progressivamente ad alzare i tassi di riferimento, ma ormai è troppo tardi perché le banche hanno già gonfiato a dismisura i loro attivi e il costo del denaro ora più alto spinge le banche ad inseguire investimenti più rischiosi o mutui con scarse garanzie di merito creditizio, i cosiddetti subprime. La bolla continua a gonfiarsi portando i prezzi delle case ad un valore insostenibile per i normali acquirenti, che avendo spesso contratto un mutuo a tasso variabile vedono crescere in modo esorbitante le spese per interessi. Aumentano i casi di insolvenza  e nel 2007 la bolla è già scoppiata. Il successore di Greenspan, Ben Bernanke si vede costretto a riportare drammaticamente giù il livello dei tassi fino al valore attuale che oscilla fra 0%-0,25% per andare in soccorso al settore bancario ormai allo sbando, che ha in pancia non solo crediti incagliati o insoluti ma anche una marea di titoli derivati collegati a questi prestiti che non hanno più alcun valore, sono titoli spazzatura (junk bond).





Nel 2008 Bernanke inaugura la prima operazione straordinaria di alleggerimento quantitativo monetario (quantitative easing) acquistando dalle banche soprattutto titoli di stato e derivati collegati ai crediti immobiliari (MBS, Mortgage Backed Securities). Ma non basta. Nel 2011 Bernanke farà un secondo tentativo di quantitative easing, portando il livello complessivo di liquidità erogata al settore bancario a 2,3 trilioni di dollari. Una cifra soltanto parziale, limitata esclusivamente alle operazioni QE, perché il totale dei soldi stanziati dalla Fed in questi ultimi quattro anni sfiora la cifra colossale di 14 trilioni di dollari, quasi l’intero PIL degli Stati Uniti.


Nel 2009 incalzato dalla furiosa reazione dei contribuenti americani, Bernanke ammetterà candidamente in un’intervista che questi soldi non provengono dalle tasse dei cittadini, ma vengono creati dal nulla tramite semplici digitazioni sulle tastiere dei computer della Fed, cambiando solamente delle cifre e accreditando istantaneamente i conti di deposito che le banche sono obbligate a mantenere presso la Fed. Nel tentativo si smarcarsi dalla rabbia dei cittadini, Bernanke non si accorge di avere aperto una voragine ancora maggiore nella parte più attenta dell’opinione pubblica americana: “ma se questi soldi vengono creati dal nulla, senza alcuno sforzo, perché non possono essere spesi per opere socialmente utili a tutta la comunità e non solo in favore delle banche?


Una domanda legittima che ancora oggi non ha trovato risposta, perché il presidente Obama che ha ammesso questa estrema generosità della Fed nei confronti delle banche private, non è stato altrettanto generoso nei confronti del popolo americano, dato che durante la sua presidenza il livello relativo al PIL di spesa pubblica è calato notevolmente (riduzione in parte dovuta ai ridotti investimenti bellici e militari che avevano caratterizzato la presidenza Bush, vedi grafico sotto). L’aumento del deficit pubblico americano non è dovuto quindi ad un maggior intervento dello stato nell’economia, come la propaganda elettorale e mediatica cerca di far credere alla gente, ma ad un ridotto gettito fiscale conseguente alla recessione che ha colpito gli Stati Uniti. Obama avrà pure investito in opere pubbliche, ristrutturazioni, lavori di manutenzione straordinaria ma non nella misura necessaria per ridurre energicamente la disoccupazione e il gap di ricchezza fra la ristretta casta di milionari e la maggioranza sempre più precaria e impoverita della popolazione. 
  




Ricordiamo infatti che l’inflazione, l’aumento dei prezzi dovuto ad una bolla immobiliare (casualmente non conteggiato nel valore della crescita percentuale dei prezzi al consumo) è il maggiore veicolo di trasferimento di soldi dalla fascia bassa e media della popolazione verso le commissioni e i bonus dei dirigenti e dei funzionari di banca, che rappresentano oggi la risicata minoranza di privilegiati. Si tratta in pratica di una vera e propria tassa che i cittadini mutuatari non ancora proprietari di una casa pagano ai banchieri milionari, senza che a questi soldi corrisponda alcun vero miglioramento del tessuto sociale o dell’offerta produttiva della nazione. Questi soldi in più che vengono infatti pagati per comprare un bene il cui valore è stato artificialmente gonfiato ed è frutto dell’inefficienza dei mercati di allocare correttamente le risorse finanziarie, sono un furto legalizzato commesso nei confronti dei cittadini e dei loro risparmi.


Il caso americano è molto importante ed emblematico per capire cosa è avvenuto e sta avvenendo oggi in Europa e il motivo per cui le soluzioni qui da noi stentano ad arrivare, se non a caro prezzo per tutti i cittadini e i lavoratori europei. Questa differenza di risposta alla crisi fra Stati Uniti ed eurozona è strettamente collegata all’enorme diversità concettuale, politica ed economica, fra uno stato a moneta sovrana (Stati Uniti), che può disporre illimitatamente della propria moneta, e un’unione posticcia di stati a moneta non sovrana (eurozona), che non hanno alcun controllo della propria moneta e sono costretti a richiederla in prestito ai mercati. Come vedremo fra poco, in assenza di una banca centrale di emissione che riesca tempestivamente a tamponare la falla delle perdite del settore bancario, i cittadini europei hanno dovuto pagare due volte lo scoppio della bolla immobiliare: nella fase iniziale con il maggiore costo delle case e nella fase finale con le maggiori tasse da pagare per coprire i salvataggi statali delle banche. Una doppia fregatura che rende l’eurozona uno dei luoghi più vulnerabili agli attacchi della speculazione finanziaria mondiale.


Le analogie con la vicenda americana cominciano subito con le decisioni di politica monetaria della banca centrale BCE nella gestione dei tassi di sconto del denaro. Come si vede dal grafico sotto, l’andamento del principale tasso di riferimento del mercato interbancario, l’Euribor, ha avuto la stessa progressione del fed funds rate (ma anche del Libor inglese, nazione guarda caso affetta da un altrettanto disastrosa bolla immobiliare), con un aumento dei tassi seguito alla crisi del 2001 e una repentina discesa che ha favorito la maggiore propensione all’indebitamento privato soprattutto nella fascia periferica europea (i famigerati paesi PIIGS, Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna). I cittadini europei venivano invogliati ad accendere un mutuo per l’acquisto della casa o a contrarre un prestito al consumo grazie alla presenza di tassi di interesse insolitamente bassi, che su scala maggiore incentivavano le banche dei paesi PIIGS a prendere in prestito denaro dalle banche dei paesi del centro, che avevano eccedenza di liquidità da investire. In particolare Germania, Olanda, Austria continuavano ad accumulare liquidità grazie ai surplus delle partite correnti con l’estero, che a sua volta erano favoriti soprattutto dai vantaggi di cambio della moneta unica rispetto al passato nei rapporti commerciali bilaterali con gli altri paesi dell’eurozona, dove venivano dirottati quasi la metà dei beni e servizi esportati.





Come si può vedere dalla figura sotto, a parte la Grecia e il Portogallo che dal 2000 al 2007 avevano aumentato anche il debito pubblico, tutti i paesi PIIGS hanno ridotto progressivamente i deficit pubblici mentre hanno dovuto affrontare un incremento in certi casi insostenibile (vedi Spagna, Grecia e Portogallo) del debito estero, che se per un terzo può essere di natura pubblica (i titoli di stato acquistati dagli investitori stranieri) per la restante parte ha origine esclusivamente privata. Insieme alla mancanza di una banca centrale europea che facesse da garante a tutti i debiti pubblici ed esteri comunitari denominati in euro, questi squilibri macroeconomici congeniti e mai affrontati in sede istituzionale fra i vari paesi dell’eurozona sono la vera anomalia del progetto fallimentare di unificazione europea basato soltanto sull’adozione di una stessa moneta, ma carente nella parte riguardante la condivisione delle scelte politiche, fiscali ed economiche. Malgrado le cerimoniose riunioni che periodicamente si tenevano a Bruxelles, ogni stato perseguiva i suoi propri obiettivi di bilancio nazionale, applicava le proprie leggi e contratti di lavoro, sceglieva autonomamente il migliore compromesso fiscale fra spesa pubblica e tassazione.





Dopo lo scoppio della crisi del 2008, ogni stato si ritrovò in pratica da solo ad affrontare le inevitabili conseguenze dell’arresto dei flussi di capitale, che a causa della sbilanciata circolazione avevano condotto gli stati della periferia ad indebitarsi e quelli del centro ad accumulare crediti. Al contrario però di ciò che accadde negli Stati Uniti, dove la Fed uscì subito allo scoperto per assicurare la stabilità finanziaria del settore bancario, in Irlanda il governo dovette chiedere per proprio conto un piano di aiuti internazionali al FMI e all’UE per salvare le proprie banche fallite, stessa cosa accadde in Portogallo e Grecia e più recentemente in Spagna. Tanto l’eurozona si era dimostrata solidale e collaborativa nel periodo espansivo del libero movimento dei capitali privati, quanto adesso nella fase recessiva ogni stato era costretto a chiudersi a riccio all’interno dei propri confini nazionali per difendere i propri interessi e soprattutto le proprie banche.


In questa prima parte della crisi la BCE rimane inerte a guardare, mantenendo un regime di tassi alti che favorì l’avvitamento verso il basso delle banche della periferia che avevano sempre maggiori difficoltà a finanziarsi nel mercato interbancario. Successivamente, di fronte alla completa paralisi del mercato interbancario, la BCE si vide costretta ad abbassare drasticamente il livello del tasso di sconto del denaro fino all’attuale 1% per evitare l’implosione di tutto il sistema bancario e finanziario europeo. Dovendo la BCE difendere gli interessi di tutta l’eurozona nel suo complesso ed essendo questa area profondamente disfunzionale e squilibrata (contemporanea presenza di un gruppo di paesi in costante surplus e un altro gruppo in deficit), la banca centrale doveva mantenere un atteggiamento imparziale per non svantaggiare gli uni a favore degli altri e viceversa. Il diverso peso che ogni stato rivendicava all’interno del board della BCE, dove Francia e Germania in particolare avevano avuto da sempre una capacità di influenza decisamente maggiore rispetto a paesi come Irlanda, Grecia o Portogallo, ha fatto tutto il resto, perché non dobbiamo mai dimenticare che in questa crisi europea, a differenza di quella più omogenea ed uniforme degli Stati Uniti, ci sono state nazioni che hanno guadagnato come la Germania e nazioni che hanno perso come i paesi PIIGS.


Ad ogni modo l’inerzia della BCE e l’esposizione in prima battuta dei governi della periferia per salvare le proprie banche consentì il passaggio della patata bollente dal buco senza fondo del debito privato alla tenuta dei conti pubblici. Adesso il problema non erano più le banche che avevano speculato con i derivati o con la bolla immobiliare, ma i governi che dovevano fronteggiare l’espansione incontrollabile dei debiti pubblici, che non essendo sostenuti da una qualsiasi banca centrale e a causa della fuga e della svendita in massa delle banche tedesche e francesi di titoli pubblici e privati dell’area PIIGS, erano costretti a pagare rendimenti costantemente maggiori a tutti gli investitori internazionali. In particolare gli speculatori capaci di movimentare enormi masse di capitali, approfittando delle debolezze e fragilità intrinseche all’eurozona, avevano trovato un nuovo strumento finanziario molto volatile, rischioso e remunerativo su cui fare profitti a breve e brevissimo termine: i titoli di stato dei paesi PIIGS.


Tutti sapevano insomma che era in corso una vera e propria azione coordinata di sciacallaggio e di furto nei confronti delle popolazioni più povere della periferia, ma nessun, men che meno l’UE o la BCE, osò alzare un dito in difesa dei loro diritti, perché i soldi estratti in modo fraudolento e truffaldino da quei paesi rappresentavano il guadagno per altri paesi e soprattutto per altri investitori finanziari. L’Italia, che non aveva dovuto affrontare le criticità interne di una bolla immobiliare o quelle esterne di aumento insostenibile di debito estero, si vide coinvolta suo malgrado nelle turbolenze della crisi a causa dell'elevato debito pubblico ereditato dal passato. Nonostante l’Italia avesse tutte le disponibilità e risorse necessarie per essere solvibile nel lungo periodo, la crisi di liquidità a breve termine metteva l’intero paese in una chiara posizione di costante rischio sistemico. Quando gli investitori e gli speculatori finanziari, a partire da giugno 2011, cominciarono ad attaccare il debito pubblico italiano e a pretendere maggiori rendimenti sui titoli acquistati, la BCE si vide in pratica costretta a scendere in campo perché l’Italia rappresentava ancora la terza economia dell’eurozona e il suo enorme debito pubblico da €2000 miliardi poteva diventare presto insostenibile se finanziato a tassi di interesse superiori ad una certa soglia del 5%-6%.


A fine dicembre 2011 e a fine febbraio 2012, praticamente tre anni dopo il primo intervento della Federal Reserve, la BCE stanziò circa €1000 miliardi di nuova liquidità con le operazioni LTRO a lungo termine per finanziare direttamente le banche europee e indirettamente gli stati più in difficoltà della periferia. Un’azione che però si è rivelata soltanto provvisoria e poco tempestiva, perché quando il latte versato fuoriesce sul tavolo è difficile o meglio impossibile rimetterlo dentro la bottiglia. Ormai il mondo, la finanza, gli addetti ai lavori sanno che l’eurozona è una costruzione internamente fragile, debole, perché priva di una politica comune adeguata e di istituzioni centrali capaci di risolvere le varie questioni intestine fra gli stati membri: se la Germania per paura dell’aumento dell’inflazione non vuole concedere alla BCE i poteri e i requisiti di una normale banca centrale, in grado di espandere in qualsiasi momento dal nulla la massa monetaria per acquistare i debiti pubblici dei vari paesi membri e calmierare i rendimenti, mentre gli stati della periferia non solo hanno adesso bisogno di avere un immediato sostegno per gestire il debito pubblico ma necessitano di finanziamenti straordinari per fare ripartire l’economia locale e rendere meno dispendiosi i costi del debito estero su cui proprio i tedeschi si arricchiscono, sarà difficile trovare in breve tempo un compromesso. Vertice più o vertice meno, se anche i tedeschi non si decidono prima o dopo a perdere qualcosa in questa crisi, a parte i contributi ai fondi di salvataggio EFSF o ESM che sono pur sempre dei prestiti e non delle donazioni spontanee, sarà impossibile trovare una soluzione che vada bene per tutti.


Come giustamente ha fatto notare l’economista Nouriel Roubini sul sito Economonitor ormai in Europa manca davvero un minuto a mezzanotte. Il timore più grave è che la politica del governo tedesco di fare "troppo poco e troppo tardi" rischi di ripetere precisamente la peggiore crisi del XX secolo che il progetto dell’integrazione europea doveva servire ad evitare, come se in fondo proprio la Germania non avesse imparato nulla dalla storia. Concentrati sulle minacce dell’inflazione, i tedeschi oggi sembrano dare più importanza al 1923 (l'anno dell’iperinflazione della Repubblica di Weimar) rispetto al 1933 (anno dell’ascesa di Hitler e della fine della democrazia). La Germania farebbe bene a ricordare che la grande depressione europea ebbe inizio proprio da una semplice crisi bancaria che partendo nel 1931 da una piccola banca austriaca si allargò e diffuse a macchia d’olio prima in Germania, poi in Inghilterra e quindi nel resto dell’Europa.  


La soluzione provvisoria di non fare nulla e continuare a finanziare il debito estero e la fuga dei capitali dai paesi periferici con le continue iniezioni di nuova liquidità delle banche centrali nel sistema bancario locale, potrebbe rivelarsi presto controproducente per gli stessi tedeschi che rischiano di ritrovarsi in mano una moneta sempre più svalutata. I capitali non continuano infatti a fuggire soltanto dalla Grecia, dove solo nell’ultimo mese €700 milioni sono usciti dal paese per timore di doverli convertire in una dracma più svalutata, ma anche da Spagna e Italia, dove non sono stati solo i grandi detentori di ricchezze a cercare la via dell’estero per mettere al sicuro le proprie fortune ma anche i piccoli risparmiatori in preda al panico di insolvenza non solo della propria banca, ma anche dell’intera nazione. Così come avvenne appunto nel 1931.


Il piano di salvataggio pasticciato delle banche spagnole ha solo contribuito ad accrescere l’ansia nell’opinione pubblica. La via d'uscita da questa crisi appare chiara. In primo luogo, ci deve essere un programma di ricapitalizzazione diretto delle banche della zona euro, sia della periferia che del centro, che non sia gravato soltanto sulle spalle dei cittadini, attraverso il meccanismo europeo di stabilità finanziaria EFSF e il suo successore, il meccanismo di stabilità europea ESM, ma coinvolga direttamente la BCE in modo più strutturale e continuativo, così come avviene con la Fed negli Stati Uniti. La litania di continuare a ripetere che non ci sono più soldi non può valere per la BCE, che è essendo il monopolista unico della moneta euro così come la Fed lo è per il dollaro, può creare dal nulla tutta la liquidità che vuole non solo per rimettere in piedi il settore bancario disastrato, ma anche per alleggerire l’onere del rimborso dei debiti pubblici, che oggi come oggi vengono pagati soltanto tramite una riduzione della spesa pubblica e socialmente utile e la maggiore tassazione imposta ai cittadini. 


In secondo luogo, sempre la BCE potrebbe interrompere i trasferimenti transfrontalieri di capitali apponendo una semplice garanzia di rimborso per tutti i depositi dell’area euro. Per evitare un eccesso di espansione creditizia (moral hazard) costituito da questa assicurazione supplementare sui depositi, i fondi necessari di tale copertura potrebbero essere ricavati da una tassa sulle transazioni finanziarie, l’arcinota Tobin Tax, a cui la Germania ha mostrato più volte in sede internazionale di essere favorevole. Bisogna in pratica creare un meccanismo di controllo, garanzia e regolamentazione bancaria che impedisca alle banche in crisi di prendere subito i soldi dai contribuenti sotto forma di salvataggi statali, perché una tale procedura deresponsabilizza i comportamenti dei singoli e incentiva gli errori e gli azzardi di gruppo.  


In terzo luogo, bisogna prevedere delle riforme strutturali che aumentino le condizioni per una crescita economica e della produttività omogenea e non disfunzionale sia nei paesi della periferia che del centro. Ancora una volta promotrice di queste politiche espansive dovrebbe essere la BCE, perché l’unica istituzione europea in grado di assicurare una capacità di finanziamento illimitata, tramite maggiori stimoli fiscali alle imprese, progetti di spesa e nuove infrastrutture soprattutto nella periferia, creazione di una sorta di canale preferenziale degli investimenti pubblici da contabilizzare fuori bilancio, trasferimenti pubblici di capitali dagli stati in surplus a quelli in deficit, incentivi all’occupazione, programmi di progressivi aumenti salariali nei paesi ad alta produttività per favorire una maggiore incremento dei redditi e dei consumi. Infine, prevedere solo nell’ultima fase un piano di mutualizzazione e socializzazione del debito comunitario, tramite emissioni di obbligazioni europee e non più soltanto nazionali come gli eurobond, perché includendo questa misura il passaggio delle politiche di bilancio a livello centralizzato, prevede una maggiore cessione di sovranità, la quale a sua volta diventa molto più digeribile per i cittadini inferociti quando la situazione economica tende a stabilizzarsi o a migliorare.


Considerando l’elevata mole di trasformazioni strutturali da mettere a punto in un arco di tempo così limitato, è molto più probabile che non si arrivi a nessun compromesso e l’euro sia ormai destinato nei prossimi mesi a scomparire per lasciare il posto alle monete nazionali, attraverso le quali si possono raggiungere gli stessi obiettivi e risultati sopra menzionati con un minor dispendio di energie e di tempo. Soltanto allora i tedeschi si accorgeranno che saranno proprio loro a dover pagare i più ingenti costi derivanti dal crollo dell’euro, dato che in tutti questi anni hanno ricevuto i maggiori benefici commerciali basati sul cambio fisso nei confronti di altre monete che tendevano spontaneamente a svalutarsi rispetto al marco. Pur di non pagare subito qualcosa oggi, i tedeschi preferiscono rischiare di perdere molto di più domani. Oppure sperano in modo non tanto nascosto che a pagare e a purificarsi dal debito sul quale la Germania ha costruito tutta la sua fortuna e ricchezza siano sempre gli altri. Secondo la contorta morale tedesca, la malattia del debito che non esiste o quantomeno potrebbe esistere in misura molto minore di adesso con un metodo più razionale di gestione dei flussi finanziari, deve essere sopportata da chi la subisce e non da chi la procura.



66 commenti:

  1. Grazie per l'aiuto alla comprensione, Piero. Anche se sono un ignorante in materia, il tuo lavoro è preziosissimo e fondamentale.
    Grazie ancora e continua così.
    Maurizio Di Pietro.

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    1. Grazie a te Maurizio...non è la competenza in materia che fa la differenza fra una persona ignorante e una no, ma la volontà di capire che abbonda nel secondo e difetta nel primo e mi pare che tu questa volontà ce l'abbia, quindi sei sulla buona strada...

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  2. mi ero dimenticato di lasciarti questo 'prodi' da commentare...

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-07/prodi-uniti-oppure-europa-225329.shtml?uuid=AboDwzoF

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    1. Ho letto, ho letto...questo scambio di cortesie fra il sole24 e Prodi sugli Stati Uniti d'Europa mi ha procurato diversi conati di vomito...comunque Prodi deve avere qualche problema grosso con la Storia: dire che l'Italia del Rinascimento era tagliata fuori dalle carte geografiche del mondo mi sembra la più grande kazzata che abbia sentito dire, perchè le carte geografiche in quel periodo le disegnavamo noi e non c'è stata mai una fase di sviluppo economico e culturale non solo in Italia ma anche nel MONDO intero pari al Rinascimento italiano!!! Quest'uomo è da ricovero...urge un'ambulanza!!! Però su una cosa Prodi è bravo...nel spiegare che l'unione monetaria europea è servita solo alla Germania e alle sue esportazioni!!! Bravo Prodi, come lo spieghi tu che l'euro è stato una fregatura per noi italiani e un favore ai tedeschi, non lo spiega nessuno...

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  3. http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100017891/dutch-disease/

    A few thoughts from Mr Dumas,

    "Mrs Merkel has very little time left to get a grip. The point the German leadership has yet to hoist on board is that continuation of current euro membership (with or without Greece, but with Spain and Italy in) will only be possible without a prolonged Mediterranean depression if several conditions are met:

    GERMANY PAYS. The German leadership thinks it has agreed to pay (provided everybody commits economic and political suicide) but it does not understand what paying means. The money has to be given to Club Med, not lent. (See below for how this affects the recent Spanish deal.)

    The requirement is broadly comparable to what has been needed for East Germany since 1991 – except that the Eurozone, unlike pan-Germany after 1991, is not a political union. Is this a rough deal for Germany, ordinary Germans? Yes. But that is what is going to be required, to keep Club Med in.

    GERMANY INFLATES. Rebalancing relative costs between Germany/Holland and Club Med requires either breaking Mediterranean society (and probably politics) to destroy long-established wage-formation habits, inevitably entailing depression, or German inflation of 4% or so for at least ten years.

    BUDGET DEFICITS. Germany can only inflate if it overheats with excess demand. But the Chinese investment growth of the past few years has been the mainspring of the good recent recovery, supported by strong capex in export industries. This is now likely to stagnate, as China grows more slowly and lowers its grotesque, 49%-of-GDP investment rate. Other German exports are falling. There is a modest construction upswing owing to extremely low interest rates, but the demand necessary to achieve 4% inflation will probably require government deficits, now banned by constitutional amendment – one of the follies of the previous "Grand Coalition" government.

    The chances of Germany accepting this programme are nil. But Mrs Merkel is being inched down that road, "crisis by crisis", and if she does not get a grip soon she will be wiped out as Chancellor next year. The Spanish bail-out was a typical example of half-measures.

    It seemed clever to insulate Spain a week ahead of the Greek elections, so that "Grexit" could be possible without immediate major contagion into Spain. But Spanish banks needed equity, not debt funding that would leave them as insolvent as before.

    So the provision of debt funding by the Eurozone required the Spanish government as intermediary, to turn the debt – now effectively national debt – into equity for its banks. So private holders of Spanish government debt have effectively been subordinated – and will be for each further tranche of aid that is needed in future. Thus contagion was worsened, and quickly spread to Italy, which can only too clearly not afford its share of the Spanish bail-out.

    The truth of the matter is that any policy that holds Club Med in the euro will ensure that Mrs Merkel’s Christian Democrats are annihilated next year, as it involves entirely unreasonable burdens for ordinary Germans. So Berlin should be rooting for Grexit after Sunday’s elections and an anti-euro balance of power in the new Dutch parliament, to provide cover for German exit from this failed euro-project."

    A City view

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    1. Sì, in effetti se i tedeschi non capiscono che devono sborsare soldi a fondo perduto dalle proprie tasche per avere la speranza che quei soldi gli ritornano in tasca, non andremo mai molto lontano...non si può risolvere un problema di debito formando altro debito, e questo famoso fondo di redenzione da 2.3 trilioni di euro viene in pratica creato emettendo obbligazioni europee e quindi funziona tutto a leva, a debito...certo per noi italiani sarebbe un vantaggio perchè almeno per quei 960 miliardi di debito pubblico (sarebbe la metà del totale) dovremmo pagare un rendimento minore, ma sarebbe pur sempre un debito nei confronti della finanza, degli investitori etc...i debiti pubblici si risolvono solo con la banca centrale, uno stato non può essere indebitato per qualcosa (la moneta) di cui è l'unico, incontrastato monopolista...questa follia tutta europea deve finire prima o poi!!!!

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  5. Piero scusa una cosa. Ma la BCe in quanto banca privata dovrebbe agire in autonomia ma perché continua ad essere sottoposta - come tutti i Paesi europei - ai tedeschi?
    capisco che si trova in Germania ma se dovrebbe rappresentare gli interessi di tutta l'area euro da che deriva questa totale sudditanza alla Merkel.

    tutto quello che scrivi putroppo cozza terribilmente con la ferma intenzione dei politici, politicanti, tecnici e affini di non contrariare la germania. A me pare che i nostri politici ma anche gli altri politici europei ogni volta che parla la Merkel si comportano allo stesso modo di come si comportano certe coppie sado-maso: uno dei partners, in questo caso la Merkel, in cuoio, borchie e frustino; l'altro parnters, il resto d'Europa, con il culetto scoperto a godere un mondo a prendersi le frustate, con goduria, della sado-merkel.
    scusa il paragone ma non me ne vengono di migliori.

    Io vorrei sapere un'altra cosa: da cosa nasce questa fortissima sudditanza nei confronti della Merkel e questa extra-esterofilia nei confronti della Germania?

    Ti ho parlato mille volte degli amici del mio ragazzo: non ce n'è uno che non parli della germania senza perdere dalla bocca mezzo litro di bava schiumosa.
    Normalmente - fino a pochi mesi fa - sbavavano ancor di più parlando dei miracoli economici e tecnologici degli Usa.
    Ora, oltre ad incensare gli Usa (in particolare - dicono - la loro forte ripresa economica, il loro scarso debito pubblico e la quasi nulla disoccupazione: assurdo!!!) si calano le mutande pure di fronte alla merkel e alla Germania in genere.

    io questo atteggiamento, che nei blog viene giustamente considerato proprio dei troll, lo avverto in molte persone che frequento e che ho frequentato.
    In alcuni casi si arriva al revisionismo storico e sociale più totale.

    ti faccio solo un paio di esempi che fanno rabbrividire: La Germania, nel XX secolo, non ha mai subìto crisi economiche e non è responsabile della seconda guerra mondiale.

    queste due balle le ho sentite tante di quelle volte che ho temuto di essere stata presa per i fondelli, se non fosse che l'ho sentita tempo fa in tv anche in bocca ad un economista tedesco ("la GErmania ha pagato fin troppi debiti per un'errata sopravvalutazione delle responsabilità obiettive del secondo conflitto bellico mondiale".)

    ecco: secondo me bisogna fare i conti pure con questo modo di pensare.

    io non so da cosa nasca ma questa esterofilia totale nei confronti della Germania, unite all'ottusità, alla stupidità e all'incompetenza della quasi totalità dei politici, ci sta uccidendo.

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    1. Quando si parla di Germania bisognerebbe avere la capacità di immedesimarsi nel loro spirito e modo di vedere il mondo, cosa anche per me che ho uno spirito meridionale e più greco che romano risulta difficile comprendere...già l'inno tedesco è tutto un programma: "Deutschland uber alles" (la Germania sopra tutti!!!)...e poi l'inflessibilità di Lutero, Hegel, lo stato assoluto, l'imperativo categorico, tu devi...insomma non è un caso che Hitler abbia trovato l'humus giusto fra i gerarchi tedeschi per la sua politica imperialistica...e nonostante tutto, quell'indole è rimasta in germe in tutti i tedeschi...la Germania deve comandare, i tedeschi devono essere sempre i primi della classe, se no vanno in crisi di identità...
      Quando ci fu il patto fra Francia e Germania per la costruzione dell'Unione monetaria, la Germania impose alla Francia la sede a Francoforte della banca centrale e la maggiore influenza sulle scelte della politica monetaria della BCE (dove la Germania, come giustamente dice sotto Roberto ha la maggiore quota di partecipazione azionaria), che da allora sono rimaste sempre le stesse: inflazione bassa, moneta forte, competitività basata sulla riduzione dei costi e dei salari non sulla svalutazione (retaggio questo inconscio derivato dall'incubo dell'iperinflazione di Weimar)...è un modo di pensare e di fare che cozza apertamente con lo spirito dei paesi mediterranea che vivono più sulla creatività estemporanea che sull'ordine e la disciplina...insomma sono due mondi inconciliabili!!!
      La gestione della BCE quindi deriva da un accordo bilaterale con la Francia, mentre tutti i miti che vengono diffusi oggi sulla grande Germania sono in gran parte grandi fregnacce...va bene che i tedeschi sono più efficienti, ma hanno pagato caro questa loro efficienza come un precariato da paura e doppio o triplo lavoro per riuscire a vivere decentemente...se questo è il modello a cui dobbiamo ispirarci, preferisco guardare altrove, a mondi più simili al nostro come l'Argentina...o perchè no anche la Svezia, che è il più mediterraneo dei popoli nordici...

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  6. a proposto per la 'cronaca' ieri a casa bagnai qualcuno aveva postato un articolo del sole dove
    veniva tradotti alcuni commenti ad un lettere aperta del direttore del giornale alla merkel
    oggi hanno tolto vigliaccamente i commenti ! Erano troppo iperealistici poverini ...gli italiani non sanno cosa pensano veramente i germanici di loro....Nella cache di google li ho ritrovati
    (è da un po' che l'atteggiamento è quello ,,,anche se è sempre stato cosi'...)

    http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:gptPhtf84oMJ:www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-13/schnell-merkel-reazioni-lettori-072705.shtml%3Fuuid%3DAbkhTUrF+&cd=1&hl=it&ct=clnk

    http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:SH04e1d914YJ:www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-13/schnell-merkel-reazioni-lettori-072705.shtml%3Fuuid%3DAbkhTUrF%26p%3D2+&cd=1&hl=it&ct=clnk

    (ci sono 7 pagine , se avete pazienza ad usare la cache di google le trovate )

    http://www.lettera43.it/politica/se-la-germania-ride-di-noi_4367554428.htm

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    1. Finalmente un pò di chiarezza su come stanno veramente le cose in Europa...altro che Stati Uniti d'Europa come vaneggiano gli stralunati piddini alla Prodi, la verità è che i tedeschi ci odiano e ci hanno sempre odiati, perchè ci considerano spendaccioni senza sapere che se noi non avessimo comprato le loro BMW o Mercedes, loro non avrebbero accumulato tutte queste ricchezze negli ultimi anni...ora come ora i tedeschi sono i nostri maggiori alleati per distruggere l'euro e liberarci da questo cappio al collo dell'Italia gentilmente concesso da Prodi e dalla sua banda di piddini del kaiser...forza tedeschi!!! Odiateci!!! Dovete odiarci ancora di più, così voi vi libererete di noi e noi di voi...e finalmente potremo vivere in un'Europa di pace e prosperità, alla faccia dei piddini da strapazzo!!!

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    2. il fatto triste è che credo che in un modo o nell'altro ci facciano rimanere a forza nell'euro a meno che dopo le prossime elezioni qualcuno mostri un pò di palle (Grillo?Boh?)

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    3. http://www.blitzquotidiano.it/politica-europea/elezioni-grecia-risultati-euro-crolla-1272896/

      Lo dicevo io che c'erano in giro pessime voci che facevano chiaramente intendere che si sarebbe rimasti in Europa (E SENZA NEANCHE RINEGOZIARE (SYRIZA) IL MEMORANDUM!!!)

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    4. maggioranza nea demokratia-pasok
      ma allora sti greci se le cercano...

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  7. @Lucy

    In una azienda, il maggiore azionista ha più potere degli altri. La Germania ha la % maggiore degli shares della BCE, con circa il 20% del capitale.
    In secondo luogo, le linee di pensiero economico sostenute dalla Merkel, sono anche le linee di pensiero che informano la grande maggioranza degli economisti inseriti nelle istituzioni continentali. Da questo punto di vista la Germania e pochi altri sono virtuosi e gli "altri" sono viziosi, e la classe economica degli "altri" gli dà ragione.

    In termini meno ufficiali, è mia convinzione che vi sia una diffusa malafede. Merkel, Monty, Rahoy etc. sanno benissimo cosa sta succedendo e cosa si dovrebbe fare. Ogni neoliberista con Hayek sul comodino ha Keynes sotto il letto. Il vero problema è che siamo di fronte ad una classe dirigente che ritiene corretto e naturale tutelare gli interessi di 1) finanza 2) grandi gruppi economici 3) "ricchi", intesi come investitori, dirigenti etc. 4) cavalli da corsa/animali da compagnia/guardiacaccia e maggiordomi etc. 5) tutti gli altri. Per questo, la crisi è vista quasi più come una opportunità che come un problema, alla Merkel è scappato detto come ha citato Piero nel post.

    Roberto Seven

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    1. Unknonwn scusami ma l'azienda è una cosa e l'economia di un Paese un'altra. Difatti dell'economia dei Paesi se ne occupa la macroeconomia.
      Almeno questo mi par di capire leggendo un testo di economia che ho sottomano. Quindi - se è vero - non si può fare un paragone tra l'economia aziendale e quella di uno Stato se non a larghissime linee.

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    2. @Lucy

      Si, è vero, ci sono differenze fondamentali e categorie diverse da applicare. Peraltro, uno dei grandi temi dell'economia è derivare principi macro dal micro. Questo ci porta lontano, però.

      Tu chiedi perché molti paesi sono, nei fatti, genuflessi di fronte alla Germania.
      A mio avviso ci sono ragioni formali (il peso della Germania nella BCE e nell'economia), e ragioni sostanziali (la comunanza di visione dell'economia, della società e del mondo.)

      Roberto Seven

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  8. @Piero

    Suggerirei una puntualizzazione:

    ... il fed funds rate), che dopo la crisi del 2001 comincia la sua discesa inarrestabile verso un livello troppo basso (1%) che ha favorito la corsa all’indebitamento sia delle banche che dei privati.

    In realtà non sono i privati che, con i tassi dei prestiti bassi, scelgono di indebitarsi. Ciò equivarrebbe a dire che l'offerta genera domanda.
    Il basso tasso di interesse era mirato in parte a sostenere l'economia, in parte a fornire denaro facile alla finanza.
    La deregolamentazione ha reso l'ingegneria finanziaria sui prestiti molto redditizia. Per questo le banche e le finanziarie hanno fatto molto marketing spingendone la vendita (così si genera domanda, su basi non razionali).
    Quando la FED si è resa conto di avere esagerato, ha mirato a raffreddare l'economia, ma ormai si guadagnava molto di più dalla cartolarizzazione di un prestito che dal prestito. Per questo motivo la vendita di prodotti finanziari è diventata sempre più aggressiva ed eticamente scorretta. Negli USA molta gente firmava cose di cui non capiva assolutamente la natura e che li inguaiavano profondamente. Sappiamo come và a finire.

    Quindi, a mio avviso, non ci può essere alcuna significativa responsabilità dei consumatori, che sono stati travolti da meccanismi più grandi di loro.

    Roberto Seven

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    1. Puntualizzazione più che corretta...purtroppo per esigenze di spazio e di sintesi non mi sono dilungato troppo sulla faccenda del push-marketing dei prestiti e dei titoli derivati collegati alle cartolarizzazioni...basta solo dire per rafforzare il tuo discorso che spesso le banche concedevano prestiti solo per poi costruirci un titolo derivato sopra (addirittura tre giorni dopo la concessione del prestito, l'attivo era già stato cartolarizzato e posto fuori bilancio)...in effetti, da come ho scritto io, sembra che fossero i clienti a spingere dietro le vetrate delle banche a chiedere un prestito, mentre era tutto il contrario, erano i promotori delle banche ad andare nelle case della gente per convincerli a prendere un prestito...quando avrò un pò di tempo, correggo l'articolo per chiarire bene questo concetto, se no il discorso potrebbe essere erroneamente frainteso...

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  9. Domanda, perchè dice che l'America è uno" stato a moneta sovrana (Stati Uniti), che può disporre illimitatamente della propria moneta"?
    E' vero che può emettere moneta, ma mi scusi, la FED è una società privata con sede legale mi sembra a Portorico, non in America, per cui essendo come ho scritto sopra la definizione privata, persegue degli utili, se no che affari farebbe.
    Tantè che stampa oggi e stampa di + domani e dopodomani, gli stati americani sono virtualmente falliti.
    Devono solamente notificarglielo, se non fosse che come banda di gangster sono armati fino ai denti.
    Saluti.
    Orazio

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    1. E' vero che la Fed è un sistema formato da 12 banche private, però come già saprai il Congresso ha per legge la possibilità di chiedere ed avere dalla Fed tutti i soldi che vuole...quindi in teoria, Gli Stati Uniti hanno una capacità di spesa illimitata della propria moneta, poi però in pratica sappiamo che il Congresso è molto ideologizzato e manipolato, quindi non utilizza appieno tutte le sue potenzialità...sul fatto che la Fed cerchi di ricavare un profitto dalla propria attività ho i miei dubbi, perchè non si sarebbero mai comprati e messi in bilancio un sacco di titoli spazzatura...la situazione è un pò diversa, la Fed utilizza le sue enormi potenzialità di monetizzazione per consentire alle banche controllanti e proprietarie di fare un sacco di profitti...la Fed non cerca il profitto per sè (cosa per lei abbastanza indifferente) ma per le banche che la controllano...poi che la Fed faccia ugualmente profitti è abbastanza evidente: vorrei vedere io se non riesce a fare profitti una banca che è monopolista della creazione del vero denaro, quello che noi non vediamo mai se non prelevando le banconote al bancomat!!!
      Sul fallimento degli Stati Uniti ci sono in effetti parecchie possibilità che il dollaro non diventi più moneta di riserva mondiale e possa svalutarsi in maniera catastrofica, ma questo dipende soprattutto dipende dalla volontà di Cina di diventare prima potenza mondiale e di sostituire il yuan al dollaro come moneta di riserva...e non credo che oggi come oggi la Cina stia seguendo questa strada, perchè dovrebbe cambiare anche l'impostazione politica nei confronti dei cittadini, la strategia economica e il regime dittatoriale dovrebbe un pò ammorbidirsi per concedere maggiori apertura all'estero...

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    2. E tutto cio' nonostante il divorzio del 1951... Ma che divorzi strani ci sono in America. I nostri sono catastrofici!

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    3. Contessa, i divorzi americani sono fatti per eccesso di amore, quelli italiani invece per eccesso di odio...e ti ho detto tutto!!!

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  10. signor Piero non le sembra un tantino ridicolo dare le colpe alla Germania quando le colpe sono solo le nostre?

    Vincenzo L.

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    1. Noi (Italiani) abbiamo colpe enormi, in particolare un buon 30% di spesa pubblica assolutamente futile.
      Ma l'Euro è semplicemente una fregatura imposta dalla Confindustria tedesca all'Europa, mentre contemporaneamente Schroeder sacrificava sul sacro altare della competitività circa il 20% dei prestatori d'opera tedeschi secondo le deliranti idee di Peter Hartz.
      Non confondiamo i piani.

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    2. Sinceramente a me sembra ridicolo continuare a ribadire contro l'evidenza dei dati storici che la Germania è la nazione più virtuosa ed efficiente del mondo, mentre noi siamo degli sporchi spendaccioni che meritano tutte le dannazioni dell'inferno, perchè le cose ripeto, dati alla mano non stanno così...la Germania non ha alcuna colpa oltre quella di avere precisamente premeditato questa unione monetaria sbagliata e assurda per accumulare ricchezze e vantaggi competitivi nei confronti delle nazioni limitrofe che non potevano più utilizzare la svalutazione spontanea della moneta come strumento per riequilibrare gli sbilanciamenti commerciali...l'economia e i meccanismi monetari funzionano così apposta, per cercare di autoregolarsi da sole quando non basta più la capacità di regolazione e gestione degli uomini, che devono essere sempre in grado di indirizzare l'economia secondo gli scopi di benessere collettivo...quando non lo fanno e quando vengono distrutti i meccanismi automatici di aggiustamento, ecco che si creano contrasti e tensioni fra paesi che prima commerciavano pacificamente...per capire meglio ciò che ho cercato di dire qui in breve le consiglio di leggere questi due articoli:

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/02/la-germania-non-e-mai-stata-la.html

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/03/leurozona-non-e-unarea-valutaria.html

      Se non riesce a capire nemmeno così, continui pure ad autoflagellarsi credendo di essere più sporco e cattivo dei tedeschi...il masochismo è una pratica che personalmente non mi piace e non condivido, ma capisco che possa avere per alcuni aspetti molto positivi...

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    3. Sono perfettamente d'accordo.

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  11. A me Soros ricorda in maniera preoccupante l'ultimo Cossiga: spara talmente tante cazzate che prima o poi ci prende per effetto statistico.
    Comunque, ottimo articolo.

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    1. Sulle ambiguità del personaggio Soros non esistono dubbi, perchè non si può essere filantropi con una mano e ladri dall'altra...ma essendo uno che conosce l'ambiente della finanza meglio di chiunque noi, è opportuno stare a sentire con attenzione ciò che ha da dire...anche perchè potrebbe essere un messaggio in codice per qualcuno che noi non riusciamo ancora a decriptare...perchè proprio tre mesi??? Cosa vuole precisamente che accada entro questi tre mesi? Se l'euro è una moneta sbagliata e insostenibile prima o poi cadrà lo stesso in due, tre, quattro mesi, un anno, ma forse Soros vuole fare un'altra abbuffata di facili profitti prima che ciò che accada e ha posto le sue scadenze, terminate le quali comincerà a mettersi ancora di più di traverso nei confronti dell'euro...

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  12. IL trionfo de L’UTOPIA
    Per fare si che questo sogno diventi realtà?
    È semplice creare uno tsunami artificiale che spazzi via tutto
    Come ? confiscare tutti i beni dei Politici = Cimici
    ( e compagni di merende)
    Che sono le Banche ed i suoi maggiori Azionisti = Zecche
    Le grandi Industrie = Mignatte
    Parassiti che ci hanno dissanguato e con la scusa del risanamento
    Ci stanno dando il colpo di grazia svendendo L’Italia
    se vogliamo salvare il salvabile
    Con le buone dovremmo espropriare i loro beni
    serviranno a sanare i debiti da loro creati
    una volta risanati mandiamo tutta questa feccia in Esilio perpetuo
    Fatto questo rimbocchiamoci le maniche e come nel dopo Guerra
    Diamo vita ad un nuovo Boom economico
    Con la speranza che la nuova classe dirigenziale tragga insegnamento
    Dà gli errori commessi da chi li ha preceduti.
    Facendo valere quel vecchio detto che recita meglio un uovo oggi che una gallina domani
    In più aggiungerei chi troppo vuole nulla stringe. VITTORIO

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  13. caro Piero, ho bisogno delle tue competenze bancarie per commentare questa affermazione del Chicago boy Giannino...
    "....le banche private per esempio azioniste di Bankitalia sono tale perche' sono gli stessi istituti un tempo di Stato, e che una volta privatizzati pur rimanendo azionisti di Via Nazionale dallo Statuto Bankitalia sono stati sterilizzati sulla governance della Banca Centrale, il loro ruolo nell'indirizzo della Banca e' nullo e la loro attribuzione di quote utili del tutto simbolica, perche' il piu' va a riserva e il resto se lo pappa lo Stato proprio a conferma che la Banca Centrale e' pubblica."

    come prosa e' un bel guazzabuglio, e sul contenuto....dimmi tu

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    1. Contessa, il discorso si riferisce al famigerato articolo 3 dello statuto della Banca d'Italia in cui veniva specificato che gli azionisti della banca centrale potevano essere nell'ordine:

      a) Casse di risparmio;
      b) Istituti di credito di diritto pubblico e Banche di interesse nazionale;
      c) Società per azioni esercenti attività bancaria risultanti dalle operazioni
      di cui all’ art. 1 del decreto legislativo 20.11.1990, n. 356;
      d) Istituti di previdenza;
      e) Istituti di assicurazione

      Ciò tutte società pubbliche o a partecipazione pubblica, come erano le nostre banche un tempo. Tuttavia nel 1994 Ciampi introdusse il Testo Unico Bancario con cui distruggeva le casse di risparmio che dovevano essere accorpate nei grandi gruppi bancari e privatizzava tutto il settore bancario e si creò un'incongruenza normativa a cui pose rimedio lo stesso Ciampi promuovendo la modifica dell'articolo 3 dello statuto della Banca d'Italia e cancellando di fatto l'obbligo della proprietà pubblica della banca centrale. In effetti gran parte degli utili della banca centrale vanno allo stato sotto forma di imposte, ma si crea un evidente conflitto di interessi fra la banca centrale che ha il ruolo di vigilanza delle banche commerciali e le banche controllate che sono proprietarie del loro stesso controllore. Insomma questo è un altro di quegli scempi giuridici ed istituzionali a cui Ciampi ci ha abituati...la banca centrale dovrebbe essere pubblica, senza alcuna ambiguità...adesso scappo ma ne riparliamo senz'altro perchè questo è un argomento molto interessante...sono pur sempre un italico cresciuto a calcio e televisione e stasera mi tocca vedere la partita dell'Italia in piacevole compagnia di amici di lunga, lunghissima data...ma prometto che quanto prima risponderò a te e a tutti gli altri interventi del blog, anticipando che sulla Grecia sono drastico: hanno voluto la bicicletta e adesso pedalino pure senza più lagnarsi...comprendo la paura, il panico, la propaganda, ma un moto di orgoglio e di dignità di un popolo era necessario!!! Ho pubblicato pochi minuti fa un post sugli Stati Uniti d'Europa, è un pò lungo e retorico, ma a me sta scemenza della propaganda di sinistra proprio non mi va giù!!!!

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  14. Ciao Piero, questa storia del latino sporco e cattivo e a dir poco avvilente ....i germanici nel 400-450 dc, invadendo Roma, si trovarono davanti costruzioni e teconolgie da sconcerto. Con l'invasione la forza romana, la sua grande cultura, le sue costruzioni, le sue città e la sua influenza scomparirono. Per quasi un millennio, l’Europa cadde in uno stato di torpore, e salve alcuni rari sprazzi di cultura, il mondo occidentale fu caratterizzato da un silenzio artistico e tecnologico durante il quale, tristemente, il progresso della civiltà greco-latina fu quasi dimenticato ......e adesso vogliamo metterci nuovamente nelle loro mani???????!!!!!!! Il "più Europa" che razza di significato ha....noi non siamo gli Stati Uniti, dove tutti sono americani....noi siamo in Europa, dove convivono decine di culture completamente diverse: cultura scolastica, economica, politica, artistica, ecc...agli antipodi. Questo cercare, a tutti i costi, di allineare culture così diverse mi sembra come minimo "sbrigativo" e irrispettoso. Io non ho niente contro i paesi Europei ma preferirei l'integrazione, lo scambio culturale ed economico da paesi sovrani con alla base le loro "scelte democratiche ed economiche"...e non quelle imposte da visionari pazzoidi...La guerra si può evitare anche senza "il più Europa"...basta averne la volontà.
    Dice Weidmann, presidente della Bundesbank: "la condizione necessaria per una unione fiscale sostenibile, accanto ai diritti di intervento diretto, è la indispensabile legittimazione democratica in tutti i paesi membri. La sovranità nazionale e l'autodeterminazione dovranno essere cedute. Per fare questo è indispensabile una chiara espressione della volontà popolare".....Ma che cosa dobbiamo cedere? Il modo di pensare, di lavorare, di divertirci, di votare, di acquistare, di istruirci, ecc.. e cederle per cosa? Quale sarà la linea comune per i paesi membri? Sicuramente non quelli latini....Dobbiamo diventare tutti biondi con occhi azzurri?
    La gente è al corrente di quello che c'è in ballo? Perchè una cosa così bisognerà votarla....sto già immaginando il periodo del voto, la disinformazione che ci sarà, la politica nelle piazze che urla "più Europa, più Europa"....se non volete "più Europa"rimarrete "solo italiani".....

    Due link: http://www.chicago-blog.it/2012/06/15/se-va-bene-andra-peggio-scenari-sulla-crisi-delleuro/...leggere questo per mettersi le mani nei capelli..
    http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/2012/06/15/APXA1FjC-assalto_tedesco_ansaldo.shtml#axzz1xzMcQm3J....leggere questo fa cadere i capelli .... i crucchi li vogliono tutti i nostri gioelli....
    Saluti Santo.

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    1. Santo mi trovi d'accordo su tutto quello che hai scritto, tant'è che ho pubblicato pure un intero post sulla faccenda assurda degli Stati Uniti d'Europa, in cui ho ripreso alcuni tuoi spunti...non è un fatto di nazionalismo o reazionarismo, ma non si possono mettere insieme alla rinfusa popoli e culture totalmente diversi...vedo però che molti rispondono spesso a questa proposta di ritorno alla sovranità dicendo che allora nemmeno nord e sud Italia dovrebbero avere la stessa moneta, perchè esistono differenziali di crescita e di che potrebbero essere compensati introducendo due monete diverse...ma dimenticano che in Italia esistono da sempre meccanismi compensativi fra nord e sud e che le mobilità dei lavoratori è molto più alta perchè parliamo tutti la stessa lingua e abbiamo pressapoco la stessa cultura, istruzione etc...io ho lavorato senza problemi per 3 anni a Pesaro e per quasi 10 anni a Milano, ma se dovessi spostarmi ad Hannover qualche problemino sinceramente lo avrei...su Giannino invece niente da dire, perchè ovviamente lui è un megafono di altri e ben determinati interessi (Confindustria, banche etc) e il suo successo è basato sul fatto che utilizza un linguaggio tecnico volutamente non comprensibile in modo che la gente rimanga ammirata, ma incapace di capire ciò che ha detto...perchè in fin dei conti, tranne la tiritera del meno stato e più privato, Giannino non dice mai niente di nuovo, ma mette insieme solo parole e concetti senza senso che fanno volume ma non hanno sostanza....

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  15. Oh! Giannino è perso definitivamente. Grazie per la segnalazione, stavo mancando una vera perla.
    Fino a qualche anno fa, prima della crisi, sosteneva che la soluzione alla bassa crescita era ...

    fare + debito per:

    - abbassare le tasse
    - fare investimenti pubblici nei settori ad alta produttività

    Oggi ha tagliato tutti i ponti con il passato, evidentemente.

    Roberto Seven

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    1. Giannino è una persona molto furba...ha capito che gli italiani capiscono poco o nulla di economia e quindi continua a prenderli palesemente in giro con il suo linguaggio tecnico corretto magari dal punto di vista formale ma privo di contenuti...se non quelli certo dei suoi datori di lavoro: ora, in un periodo come questo, continuare a dire che le banche non hanno alcuna colpa mentre è tutta colpa dello stato ci vuole davvero una faccia tosta incredibile e Giannino ce l'ha...in qualsiasi altro paese normale del mondo lo avrebbero già cacciato via a pedate, dagli Stati Uniti fino all'Islanda...ma noi siamo italioti, quindi ci meritiamo pure Giannino....

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  16. Cedere cosa ma soprattutto cedere a chi? Agli esattori piovuti dal cielo che con le loro mani pulite, competenti e disinteressate ci sfileranno diritti, proprieta', risparmi...mani pulite? L'Agenzia Bloomberg ha citato in giudizio per la seconda volta la Bce per le omissioni e insabbiamenti sui trucchi architettati per far entrare Atene nell'eurozona e per la seconda volta ha ottenuto le medesime risposte ipocrite e omertose, cioe' che e' meglio non dissotterrare scheletri imbarazzanti che minerebbero la fiducia (la fiducia?) indispensabile in questo periodo di instabilita'. ne parla Gustavo Piga nel suo blog, la cosa sorprendente e' che si aspetta che Draghi,ora, scacci i mercanti dal Tempio...come diceva Sapelli? Viva Pomicino!

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    1. Guarda, quasi quasi mi stai convincendo...se Pomicino si candida alle prossime elezioni, lo voto di sicuro...certo però, non l'avrei mai detto che essendo cresciuto e diventato adulto con Tangentopoli, un giorno avrei votato per Cirino Pomicino...ma qui ormai siamo in un mondo al contrario

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  17. l'inno tedesco esprime pienamente ciò che la germania è. la germania è sopra tutti. la tecnologia che conosciamo oggi viene dalla germania (hanno inventato la radio, il telefono, il pc).
    l'era atomica viene dalla germania (la pila atomica è un'invenzione tedesca).
    e dulcis in fundo: hanno vinto 5 mondiali di calcio. nessuno ci era mai riuscito prima.

    La Germania inoltre testimonia con la sua neutralità durante la seconda guerra mondiale, una lunga tradizione di pace e di unione.

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    1. Ti correggo...la Germania ha vinto ben 6 mondiali, perchè il prossimo in Brasile le è stato già assegnato di diritto...la Germania tentò con tutti i mezzi di impedire agli svizzeri di entrare in guerra nel 1939, ma sappiamo tutti come sono fatti gli svizzeri, la loro volontà di potenza non conosce confini...

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  18. se abbiamo tre mesi alla fine dell'euro che consigliae di fare con chi ha dei pagamenti postdatati?
    tipo assegni a sei mesi o a un anno?

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    1. Penso che per questi dettagli tecnici ci sia sempre una soluzione...un pagamento postdatato corrisponde ad un deposito di risparmio perchè è come se stai mettendo da parte dei soldi...quindi in un eventuale crollo dell'euro quei soldi dovrebbero essere convertiti tranquillamente nella nuova moneta...tuttavia, considerando la svalutazione del 20% che subirà la nuova lira, forse sarebbe meglio non accettare troppi assegni postdatati, perchè chi ormai è sicuro del crollo dell'euro cercherà di emetterne molti in questo periodo...

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  19. Gezitain de Gascogne17 giugno 2012 alle ore 19:08

    Ciao, bel blog; ho dato solo un' occhiata ma appena trovo un paio d'ore me lo spulcio per bene.

    Un paio di domande (che non sono polemiche, non sono sottilmente provocatorie e fasciste ma solo domande):

    Se un singolo paese esce dall' euro svaluta e diventa più competitivo rispetto a quelli che ci restano. Ok.
    Se però crolla l' euro ci saranno molti paesi che svaluteranno e quindi non si annullano i benefici del cambio migliore?
    Inoltre questi paesi svaluteranno di x e altri rivaluteranno di y; non succederà che i paesi che rivalutano si compreranno (mangeranno) tutta l' economia e i beni dei paesi svalutati con un vantaggio di x+y?

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    1. La domanda è ben posta, quindi vediamo di trovare una risposta all'altezza...1) In un immaginario crollo totale dell'euro, ci sarebbe un periodo di oscillazione delle monete nazionali finchè non si stabilizzano i rapporti di cambio bilaterale con le altre monete: noi possiamo apprezzare rispetto alla peseta spagnola e deprezzare rispetto al marco, quindi non è possibile che tutti svalutino contemporaneamente (rispetto a chi poi? Rispetto al marco? Chissà magari la corona finlandese rivaluta...)
      2) Il paese con la moneta forte, a parte la Germania, potrebbe avere grossi scompensi della bilancia commerciale (importazioni che costano di meno superiori alle esportazioni) quindi magari prima di pensare ad investire all'estero dovranno ripagare i loro debiti commerciali con l'estero...poi come detto, c'è la Germania che oggi come oggi ha una moneta forte e ha pure un saldo attivo nella bilancia commerciale con l'estero, ma sappiamo tutti che è riuscita a farlo grazie all'impossibilità di svalutazione delle monete all'interno dell'eurozona...in un ipotetico crollo dell'euro, non credo che la Germania possa mantenere inalterato questo saldo attivo nella bilancia commerciale, soprattutto per un calo delle esportazioni nei paesi limitrofi...quindi anche qui prima di investire i tedeschi dovranno accumulare dei surplus finanziari da utilizzare negli investimenti all'estero...

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  20. tranquillo che l'euro (purtroppo) vivra molto di piu di tre mesi.....

    magari non vivranno i nostri diritti o nostri stipendi per tutto questo tempo..ma l'euro si!

    Molti di voi gia lo conosceranno gia', ma posso consigliare a che non lo conosce , l'ascolto di questo video del 2010....secondo me e' un riassunto di storia molto significativo che portera a comprendere parecchie cose
    non siate pigri...ascoltatelo e' molto interessante..e' necessario almeno sapere per poter conoscere con chi si ha a che fare!!

    http://www.youtube.com/watch?v=wpzGgo1XZRo

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    1. Lo penso anch'io che l'euro riuscirà magari a sopravvivere qualche mese in più, perchè ci sono troppi interessi di mezzo (non certo quelli dei cittadini e dei lavoratori...)...ma prima o dopo crollerà lo stesso, fidati...su Barnard ho già detto spesso ciò che penso: apprezzo il suo lavoro e la sua passione, ma non mi piace il tono che utilizza per divulgarlo perchè rischia di spaventare la gente e non far passare correttamente il messaggio...siccome fra un insulto e l'altro Barnard si perde spesso qualche pezzo per strada, ho deciso di cominciare a studiare la MMT direttamente dalla fonte americana e sul blog potrai trovare diversi articoli a riguardo...sui complotti non so che dire, per me non c'è nessun complotto ed è tutto alla luce del solo...le elite stanno utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione per opprimere le masse e l'euro è uno di questi...

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  21. benvenuto, Paulucius, scusa ma questo indirizzo mi da video non valido. Mi potresti dare il titolo?

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  22. oibo' peccato...
    hai fatto copia e incolla ? a me funziona cmq e'

    paolo barnard il piu grande crimine(integrale)

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    1. Caro paulucius, credo tutti i frequentatori di questo blog conoscano Barnard: per quanto mi riguarda ho letto buona parte del suo lavoro, ho acquistato un suo libro (Perchè ci odiano...bello) ma non sono totalmente d'accordo con lui, specialmente sulla tesi del complotto...Alla tesi del complotto preferisco pensare che "il capitale" abbia capito di poter fare un passo avanti"...perchè ha trovato "morbido"...il benessere ha portato l'imbeccillimento generalizzato e di conseguenza l'inefficacia degli "scudi difensivi"....questo il mio parere....

      Saluti Santo

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    2. imbecillimento generale e cancellazione degli stati sovrani..no non un complotto...ma una meravigliosa pianificazione del potere XD!

      ho trovato un interessante articolo di byoblu nel blog di grillo...

      http://www.tzetze.it/tzetze_news.php?url=http%3A%2F%2Fwww.byoblu.com%2Fpost%2F2012%2F06%2F17%2FUn-nuovo-medioevo-istituzionale.aspx&key=0285733d421a860229792b873be5856b6dd93c06

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    3. La continua insistenza sulla perniciosa MMT vanifica la pur indubitabile buona fede e passione di Barnard.

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  23. Probabilmente in Grecia non stanno così male...vincono i Chicago Boys di Nuova Democrazia....C'è qualcosa che non mi quadra, Piero cosa ne pensi??

    Saluti Santo

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    1. Gézitain de Gascogne18 giugno 2012 alle ore 13:07

      Mah, per la verità mi sembra un risultato addirittura ovvio. Il popolo come sempre ama il giogo del padrone; tanto per dire, si sa benissimo che il referendum del 1946 in realtà lo aveva vinto la monarchia proprio perché era stata votata dalle classi più umili (e meno male che ci furono degli "aggiustamenti").

      Il punto interessante è un altro: chi vorrà mai partecipare a un governo destinato a essere il più odiato della storia greca? Syriza non ha che da stare alla finestra aspettando che l' eventuale coalizione si impicchi con le sue stesse mani e per questo il Pasok esita e pretenderebbe che anche Tsipras si prenda le sue responsabilità (visto che sotto sotto la moneta unica la vuole pure lui).
      Penso che l' euro non resisterà per molto e che si apriranno scenari politici estremamente fluidi ma in quel momento,come si può vedere dai risultati delle elezioni ad Atene, non sarà la sinistra, sempre astrattamente teorica, ondivaga e inconsciamente elitaria a riempire il vuoto di potere, ma piuttosto qualcun altro che non va tanto per il sottile ma che quando è il momento agisce con grande determinazione.
      Noi in compenso ci accontentiamo della nobile soddisfazione di avere ragione.

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    2. Forse sarò ripetitivo, ma nessun politico greco, italiano, spagnolo si sognerà ma di andare in parlamento o farà un governo per l'uscita dall'euro...magari potranno pure usare questo slogan durante la campagna elettorale per acchiappare qualche voto degli indecisi e dei disillusi, ma una volta al governo non porterà mai a termine il programma, tirando in ballo questioni di opportunità politica ed economica...i politici guadagnano tutti a sbafo con l'euro, quindi a loro sta bene così...Tsipras è felicissimo dell'esito delle elezioni, perchè si mette bellamente all'opposizione, non si prende alcuna responsabilità e mangia a sbafo pure lui...meglio di così? L'uscita dall'euro è un processo che può nascere soltanto dal basso e deve essere la gente, consapevole dei danni apportati da questa fallimentare e assurda moneta unica, a dettare il programma ai partiti politici e non il contrario...seguendo poi giorno per giorno e facendo forti pressioni sull'iter legislativo di uscita...deve essere la gente a pilotare il cambiamento e finchè la gente sarà annebbiata dalle menzogne della propaganda non si va da nessun parte, perchè è incastrata nel panico e nella paura...ovviamente l'uscita dall'euro può avvenire anche tramite default a catena, ma dubito che BCE e UE faranno fallire un qualsiasi paese della zona euro, dopo avere fatto di tutto per imprigionarlo (perchè mai dovrebbero concedere la grazia al prigioniero???)...io continuo a vedere nei tedeschi una possibilità concreta di cambiamento, perchè non sono annebbiati dalla paura e hanno una conoscenza di tutta la faccenda euro molto superiore di noi italiani, spagnoli etc...anche se troppo sbilanciata verso i loro interessi personali e nazionali...ma dalla Grecia o dall'Italia non può arrivare nulla, finchè non si solleva direttamente il popolo per chiedere a gran voce non la rinegoziazione di memorandum o di debiti, ma l'uscita dall'euro tout court...e purtroppo non abbiamo ancora raggiunto questo grado di consapevolezza....

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  24. Santo, mettici pure il referendum in Irlanda...e' passato inosservato ma e' significativo. E' paura. Anche gli irlandesi cosi' combattivi non ce la fanno...l'alternativa sembra un salto nel buio.

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  25. ho parlato ieri con un mio amico che vive in grecia. E' un impiegato statale. prendeva 1500 euro al mese 4 anni fa ora gli hanno tagliato lo stipendio e percepisce 750 euro al mese.

    Come fate a dire che in Grecia non stanno così male me lo dovete spiegare

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  27. scusa templare

    è che dalle mie parti non si usa fare ironia sulla pelle degli altri.
    Si chiama rispetto ed è dovuto a chi se la passa veramente male.

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    2. templare, ho 37 anni, ho perso il lavoro, sono 36 gradi celsius. Quindi non mi venire a dire cosa si passa a non avere un lavoro. fammi la cortesia.
      Conosci il sistema elettorale greco? ne parlavo ieri con questo mio amico greco, George. E' piuttosto complesso quando viene reiterato la seconda volta. il partito conservatore è stato votato dal 30%, syriza il 27% circa.
      poi il resto dei voti è stato frammentato tra altri partiti anche di estrema destra.
      Il memorandium (cioè il ricatto della UE) lo possono rinegoziare comunque ma non serviva a nulla.
      sono in default selettivo. L'Europa non sgancerà un euro.
      la Germania l'unica cosa che ha sganciato in Grecia sono state le bombe dei loro aerei durante la seconda guerra mondiale.

      questo è quanto.

      sono d'accordo su quello che dici riguardo l'occasione sprecata e su tutto il resto quello che mi fa girare le scatole è l'ironia da bassa lega (nord) del messaggio precedente.

      tutto qui e ho voluto dirtelo.

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    1. Santo..
      io sono calmissima sei tu che dovresti chiedere scusa ai greci. Li hai insultati tutti con la tua ironia fuori luogo.
      La chiudiamo qui? bene. Hai 46 anni. pensavo ne avessi 12.
      fa niente sbagliare è umano.
      toglimi una curiosità però: perché mi "sciorini" il tuo curriculum vitae? delegato sindacale.. madre lingua inglese...
      la caritas..
      Io invece sono iscritta ad amnesty.

      su una cosa hai ragione. è alquanto imbarazzante..

      santo..

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    3. Lucy ho eliminato i post per rispetto verso il blog e Piero. Credo esista un problema di comunicazione tra noi, perciò ignorami Lucy e ignora i miei post (tanto hanno uno scarso valore aggiunto e quindi non ti perdi niente). Buona continuazione e grazie.

      Santo

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  29. Un pensiero frulla nella mia testa
    lo so che è un pensiero utopico che và aldilà di ogni immaginazione
    vi chiederete quale è semplice cambiare il modo ormai obsoleto di fare politica
    fatto solo di tante chiacchiere e pochi fatti molti si domanderanno come.

    Annullare L’ Elezioni Politiche ( servono solo ai Servi delle Lobby )
    Cosi facendo risparmieremo un sacco di soldi
    e finalmente snelliremo i fabbisogni
    elencati come priorità In campagna elettorale
    da i partiti e accantonati per fare gli interessi delle lobby.

    Vi chiederete chi siederà alla Camera e al Senato .?

    Governatori Regionali e Sindaci di città Capoluogo
    Colmeranno il vuoto lasciato dà i mangiapane servi delle lobby

    Nominando ognuno un rappresentante
    I primi al Senato i secondi al parlamento.

    Per discutere i programmi divulgati in campagna elettorale
    dando priorità alle urgenze .

    Come recita un vecchio detto troppi Cuochi guastano la cucina
    Ed è quello che è avvenuto in 64 anni di Repubblica . VITTORIO

    PS la vera miseria le generazioni del dopo guerra non sanno cosa sia
    la colpa? in parte è della mia generazione che per ignoranza non ha capito
    che il carattere di una persona non si forgia col benessere
    si forma insegnando a lottare per mantenere il conquistato.

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  30. Che siamo in prossimita del precipizio non vi ombra di dubbio. Ma perche tutte queste previsioni fanno sempre cilecca ???

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