Giovedì 6 settembre 2012 è stata una giornata per certi
versi storica per l’Europa. Tutti i giornali e gli organi di stampa asserviti
al regime hanno esultato con grande enfasi per la definitiva discesa in campo della BCE, che rompendo gli indugi ha
deciso di intervenire sul mercato secondario per acquistare titoli di stato senza limiti di tempo e di capacità
finanziaria. Una notizia entusiasmante per tutti i “mercati”, o meglio per quella particolare e forse prioritaria
categoria di mercanti di borsa (i
cosiddetti traders) che da tempo si
dedicano con grande profitto alla speculazione finanziaria: il loro obiettivo
non è quello di finanziare con soldi propri uno stato, un’azienda, un progetto,
seguendo un razionale disegno di allocazione delle risorse, ma di agire
soltanto sul fattore tempo (o sul
fattore spazio, con le plusvalenze da arbitraggio) con soldi spesso presi in
prestito da altri per guadagnare sullo scarto di valore, rivendendo al momento
più opportuno i titoli acquistati a basso prezzo al compratore privilegiato dalla capacità illimitata, che è appunto la
BCE. Nel giro di poche ore, dopo l’annuncio di Draghi, lo spread fra i titoli di stato italiani e i bund tedeschi è passato
da 404 a 350 punti base, dimostrando che la speculazione riesce oggi a fare in
Europa quello che un intero governo di presunti tecnocrati, guidato dal
fantoccio Mario Monti, non era stato capace di fare in un anno quasi di legislatura. Questa è diventata l’Europa oggi: una terra di conquista per
speculatori e mercenari. Nient’altro.
Ricordate come sono avvenute le più
cruente colonizzazioni della storia nell’America Latina? I conquistadores spagnoli scendono dalla nave per incontrare
pacificamente gli indigeni locali del Guatemala e del Messico portando in dono
beni insignificanti come pezzi di sapone, pane rancido, fondi di bottiglia e
ricevendo in cambio monili d’oro o altri manufatti preziosi, come simbolo di conciliazione e fratellanza fra
i popoli. Gli incas o gli aztechi non conoscono esattamente il valore di scambio delle cose, quindi
ricevere beni per loro sconosciuti costituisce un grande affare. Il
conquistatore viene così accolto nel villaggio con tutte le cerimonie che si
convengono agli ospiti speciali e comincia a guardarsi attorno stupefatto per
la ricchezza delle decorazioni dei templi, delle case o degli abiti degli
indigeni, che potrà riportare in patria solo dopo aver convinto gli indigeni a
rimanere in pratica nudi a dormire all’addiaccio. Dopo una prima fase di
reciproca conoscenza, gli indigeni cominciano a sospettare che l’unico
obiettivo del colonizzatore è quello di sottrargli con vari espedienti
gioielli, sculture, scarpe, armi, interi pezzi di edifici e il loro
atteggiamento diventa ogni giorno più ostile e diffidente. Il conquistatore,
capendo che il tempo della cordiale ospitalità è finito, inizia allora a
cambiare tono e non chiede più con gentilezza ma pretende con forza ciò che gli
indigeni, per ovvie ragioni, non vogliono o non possono più dargli. Comincia
così la fase selvaggia della
colonizzazione, con carneficine e stragi sanguinose di innocenti. Il
conquistatore vince, perché ha la potenza
di fuoco necessaria, e da semplice ospite, diventa ora il padrone assoluto delle nuove terre e di tutte le immense
risorse disponibili.
Uno schema
classico, che con diversi affinamenti e sottigliezze, continua indisturbato
fino ai nostri giorni. Al posto delle armi viene usata l’illusoria potenza di fuoco finanziaria, al posto degli
insignificanti doni da barattare, ancora più insignificanti bit elettronici chiamati soldi, sotto forma di
prestiti e finanziamenti vari. Chi conosce un po’ le modalità con cui agiscono
in simbiosi la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale per
frodare e depredare i paesi del Terzo Mondo, sa bene che inizialmente i
funzionari in doppio petto vengono accolti dalle popolazioni locali come dei
veri salvatori della patria: la Banca Mondiale concede un bene finanziario (prestiti, creati principalmente con denaro virtuale)
in cambio di beni reali (terreni, licenze, concessioni), promettendo agli indigeni di trovare impiego presso le multinazionali che presto
sbarcheranno con tutto il loro arsenale di tecnologie e ingegneri per sfruttare
meglio le enormi risorse inutilizzate del territorio. Dopo un certo periodo di
tempo, i governi e le popolazioni locali avranno sempre più difficoltà a ripagare
i debiti contratti, perché in verità tutti
i profitti realizzati con i nuovi investimenti vengono esportati all’estero
e in patria resta poco o nulla. Niente paura. Arriva il Fondo Monetario Internazionale che con altri funzionari in doppio
petto offre ai governi locali nuovi prestiti per rinnovare quelli inesigibili
in scadenza, in cambio di precise condizionalità: i governi nazionali
devono attuare una rigorosa disciplina
di pareggio di bilancio per garantire ai creditori il rimborso dei prestiti
“generosamente” elargiti, devono
rendere più flessibili e precari i diritti
dei lavoratori per assicurare maggiori profitti alle multinazionali, devono
privatizzare e liberalizzare tutti i beni che sono ancora gestiti dallo stato. Nel
giro di pochi anni, le multinazionali che prima erano dei semplici
concessionari diventano i proprietari assoluti del paese colonizzato, potendo
disporre come meglio credono non solo delle risorse naturali del territorio ma
anche della manodopera locale, che viene praticamente schiavizzata e tenuta in
catene con la complicità dei loro stessi governanti, che in certi casi
collaborano con i nuovi conquistadores
e in altri vengono continuamente minacciati e ricattati (se non barbaramente
uccisi: il nome Thomas Sankara vi
dice niente?).
Ora, uno schema del genere può funzionare bene con i
paesi del Terzo Mondo, ma come si poteva
riproporre questa logica predatoria in un continente sviluppato come l’Europa?
Pensateci bene. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli europei avevano
praticamente tutto: risorse, tecnologie, competenze, diritti, denaro. Quindi?
Quali aiuti potevano mai offrire la Banca Mondiale o l’FMI per impadronirsi con
l’inganno di questi territori? I prestiti, che venivano ancora saltuariamente
contratti da paesi come l’Inghilterra o l’Italia nel 1976, potevano essere tranquillamente
rimborsati nei tempi stabiliti, perché avendo praticamente la gestione e la
proprietà delle proprie risorse, gli europei mantenevano i profitti delle loro
attività. Le multinazionali e le grandi corporations
internazionali, costituite principalmente da gruppi europei e americani,
dovevano riuscire a trovare allora un metodo più sofisticato e diplomatico per entrare in Europa dalla porta secondaria,
mettendo con le spalle al muro i governanti locali e privando i cittadini dei diritti troppo spudoratamente democratici
ed egualitari. Il primo strumento che usarono fu la propaganda: “voi europei non
sapete usare i vostri soldi perché siete troppo ricchi, ingordi, avidi, e se
continuate così a sperperare il vostro denaro, il debito pubblico diventerà
enorme e verrete impoveriti dall’inflazione”.
Il debito pubblico e l’inflazione, che non sono mai stati un problema per gli europei
perché obiettivamente non possono costituire una minaccia quando uno stato ha
la gestione della propria moneta, delle
proprie risorse e dei propri conti pubblici, cominciarono ad essere evocati
dagli organi di informazione assoldati
dal regime come i peggiori mali del mondo. Debito pubblico e inflazione,
inflazione e debito pubblico, ogni giorno, in ogni dibattito, in ogni tribuna
politica, in modo ossessivo e martellante queste parole terribili vennero
iniettate nel sangue e nei cervelli dei cittadini, come se fossero
effettivamente le peggiori insidie al benessere e alla stabilità sociale. I
cittadini plagiati e assuefatti ai metodi
subdoli di comunicazione dei nuovi strumenti della propaganda, abboccarono
tutti al tranello come pesci all’amo. La guerra fredda, il clima di tensione
che si respirava in Italia negli anni settanta, le eliminazioni brutali di
tutti gli ostacoli politici, economici, culturali (vedi morti sospette di Aldo Moro, Enrico Mattei, Pier Paolo
Pasolini) fecero tutto il resto, convincendo anche i più scettici ed
ostinati a piegarsi allo strapotere finanziario dei nuovi conquistadores. La fede
neoliberista nel libero scambio, nella concorrenza, nella competizione e
nell’arretramento a tutti i livelli dello Stato (“lo Stato non è la soluzione dei problemi, ma è il problema” era lo
slogan più acclamato di quel periodo) diventarono il pensiero unico negli
affari e nei rapporti sociali, sostituendosi rapidamente a quelli che un tempo
erano i civili valori di democratica,
razionale e pacifica convivenza. Finchè l’opinione pubblica non venne manipolata
a dovere e il terreno non fu pronto per passare ad una fase più avanzata del progetto, spingendo i conquistadores infiltrati negli apparati pubblici (partiti,
parlamenti, ministeri, banche centrali, sindacati, associazioni di categoria) a
proporre qualche significativo
cambiamento istituzionale.
Nel 1979
l’Italia aderisce allo SME (Sistema Monetario Europeo), vincolando
la propria politica monetaria al rispetto della rigidità di cambio con altre 5
monete europee. Nel 1981 il ministro
delle finanze Beniamino Andreatta
sancisce il cosiddetto divorzio fra
Banca d’Italia e il Tesoro italiano, tramite il quale la banca centrale non
può più comprare i titoli di stato alle aste primarie di collocamento smettendo
di fatto di finanziare a costo zero i
deficit pubblici e di calmierare gli interessi passivi sul debito da
corrispondere agli investitori privati. Nel 1984, in accordo con i sindacati, inizia il lungo cammino di
cancellazione della scala mobile che si concluderà nel 1992 con
il governo Amato, eliminando l’indicizzazione dei salari all’inflazione e
togliendo in pratica potere d’acquisto ai lavoratori. Sono i primi
provvedimenti che tagliano le gambe agli stati democratici e ai suoi stessi
cittadini, ma bisognava fare di più, il momento era propizio per distruggere le democrazie in Europa e schiavizzare le popolazioni, né più né
meno di come era già avvenuto nei paesi emergenti e del Terzo Mondo.
Nel 1992,
arriva il Trattato di Maastricht, la
grande svolta: non potendo agire direttamente sul territorio perché ancora
presidiato, i conquistadores aggirano
l’ostacolo e si prendono per prima cosa le monete degli stati. Siccome in Europa i flussi
di capitali transitavano ancora troppo abbondanti e floridi nelle casse dei governi, bisognava cominciare a prosciugare direttamente la fonte, riportando quelle enormi masse
monetarie nei mercati più elitari e inaccessibili dei circuiti interbancari e
della finanza speculativa. Le monete nazionali di ben 17 stati europei vengono distrutte e accorpate in una moneta unica
che viene gestita da una banca centrale
privata, autonoma e indipendente, la BCE,
che fa della scarsità monetaria e della lotta alla inflazione la sua bandiera,
la sua fede da tramandare ai posteri. Dieci nazioni, tra cui Svezia e Regno Unito, che avevano firmato i trattati europei per accedere al
mercato comune a 27 stati, rifiutano di adottare la moneta unica, perché
capiscono che sarebbe stata una cessione impressionante di sovranità e un colpo
mortale per i loro rispettivi interessi nazionali. Gli oligarchi britannici in
fondo avevano già distrutto e stravolto lo stato sociale e i diritti dei
lavoratori, appoggiando per 11 anni il governo ultraconservatore e neoliberista
di Margaret Thatcher, e non
sentivano per nulla il bisogno di questo intervento esterno, dell’invasione
degli stranieri, per fare ciò che avevano saputo fare benissimo da soli.
La presenza della BCE e la necessità dei governi di
dover per forza chiedere ai “mercati”
dei capitali il denaro necessario per far funzionare i rispettivi apparati
statali, l’amministrazione pubblica, gli enti locali costringe volta per volta ministri
delle finanze, funzionari, sindaci ad una rigorosa
politica di consolidamento dei conti pubblici, finalizzata alla riduzione
del debito pregresso e al pareggio o meglio ancora surplus di bilancio.
Un’anomalia tutta europea, perché nella storia dell’uomo mai nessuno stato
organizzato e civile, che possa definirsi tale, è mai riuscito a funzionare
come una famiglia o un’azienda, avendo compiti e finalità molto più vasti e
difficili da quantificare in termini finanziari (quanto costa la Giustizia? Quanto costa l’Ambiente Naturale? Quanto costa l’Uguaglianza? Quanto costa la Solidarietà Umana? Quanto costa la Vita di un Uomo?). I cittadini non
capiscono, sono disorientati, da una parte, ammorbati dai loro indotti
pregiudizi e preconcetti, pensano che questi sacrifici siano necessari e che i
governanti stiano agendo per il loro bene, ma dall’altra vedono giorno dopo
giorno assottigliare i loro redditi, i
diritti, le tutele sindacali, i servizi essenziali. Contrariamente a quanto
riportato nella Costituzione Italiana, il lavoro
non è più un diritto inalienabile, ma un lusso che solo pochi possono
permettersi e chi ha un lavoro deve tenerselo stretto accettando qualsiasi
condizione contrattuale. Chi non ce l’ha deve arrangiarsi, deve emigrare, deve
subire umilianti e indegne trafile di
emarginazione sociale, finendo per mettersi a completa disposizione di chi
saprà meglio schiavizzarlo.
Le frontiere
aperte e il flusso continuo di
emigrazione dai paesi del sud del mondo, consentono ai conquistadores di attuare una drammatica asta al ribasso dei salari
e delle condizioni contrattuali dei lavoratori: la competizione selvaggia e sregolata non aumenta le competenze e la
qualità dei prodotti, ma si trasforma in una tragica e affannosa lotta alla sopravvivenza, in cui chi rimane indietro è spacciato, tagliato fuori.
Una corsa impazzita verso il nulla di un treno che non ha più macchinista, in
cui i migliori non sempre vincono ma vengono superati da quelli che hanno più
agganci, più conoscenze, più rapporti di parentela nel mondo che conta, tra le
ristrette cerchie degli oligarchi al potere. Questa giungla dell’inciviltà
diventa inizialmente una vera pacchia per tutti gli imprenditori, piccoli e
grandi, che imparano nel contempo a spostare sempre più risorse dagli
investimenti nella produzione ai più lucrosi mercati finanziari, cominciando a
capire che in questo nuovo contesto
disarmonico e disarticolato aperto dalla finanziarizzazione spinta
dell’economia, si può tranquillamente vivere di rendita rinunciando in molti
casi ai profitti d’impresa. Un cambio di rotta che alla lunga viene però pagato
a caro prezzo e avvantaggia soltanto i grandi
gruppi commerciali e finanziari, che essendo un unico corpo compatto,
spietato, efficiente, hanno ora campo libero per annientare la concorrenza,
inglobare i pesci piccoli, arricchirsi sia con i profitti che con le rendite.
Alla luce di questi stravolgimenti causati dal
cosiddetto processo di globalizzazione (che altro non è se non uno scaltro sinonimo per definire la colonizzazione predatoria), la storia che la piccola e media
impresa italiana non ha investito nell’innovazione perdendo competitività con
la più attrezzata e agguerrita concorrenza estera potrebbe essere riletta
diversamente: gli imprenditori sono stati abilmente allettati dalle più
succulente prelibatezze della finanza che guarda caso iniziano a diventare più interessanti con il passaggio
alla privatizzazione della gestione monetaria, la nuova classe dirigente
europeista ha favorito la formazione delle grandi lobbies maggiormente integrate con i mercati finanziari
internazionali ignorando le esigenze del tessuto produttivo locale, la moneta
unica ha aperto spazi di circolazione dei capitali che prima non esistevano, ma
allo stesso tempo ha chiuso per sempre quei meccanismi automatici di
compensazione di cambio su cui si basava
la naturale vivacità dei nostri commerci. Il gioco al massacro della
nostra economia tradizionale è stato insomma pilotato dall’alto per raggiungere
un determinato scopo e non è partito dalle inefficienze interne della nostra
filiera produttiva. D’altra parte il comitato d’affari che ha sede a Bruxelles, ipocritamente chiamato “Unione
Europea”, ha sempre supportato a distanza con una sfilza di direttive
spesso assurde e contraddittorie e decreti legislativi da attuare
inderogabilmente negli stati membri, l’avanzata dei conquistadores internazionali e l’esclusione dei peones nostrani, influendo non poco
sull’esito dello scontro in corso.
E i cittadini? Cosa fanno i cittadini in mezzo a questo vorticoso trambusto di numeri, leggi, spread, governi tecnici mai votati? Quanto vale oggi il loro voto elettorale? I cittadini sono
impotenti, non possono fare nulla, alcuni si informano scrupolosamente alla
ricerca disperata di punti di riferimento, altri si perdono per strada dietro i
confortanti e stucchevoli dispacci dell’informazione di regime: “Stiamo tutti bene, la ripresa è dentro di
noi, i tecnici al governo assicurano credibilità e affidabilità internazionale,
i sacrifici sono necessari, le riforme sono la soluzione a tutti i nostri
problemi, quando avremo abbattuto il debito pubblico saremo tutti felici!”.
Ma alla fine, consapevoli o meno di ciò che sta accadendo attorno a loro, qualunque
schieramento politico votino, i cittadini finiscono sempre per appoggiare il piano di espropriazione della loro ricchezza, del loro futuro, della loro stessa dignità. La carta
costituzionale del diritto, che è alla base della convivenza democratica e
civile dei popoli, è stata definitivamente stralciata dalle leggi artificiose
del libero mercato, del vincolo esterno e del governo tecnocratico sovranazionale
imposte dai conquistadores. La Costituzione Italiana (articolo 75,
comma 2) impedisce ai cittadini di abrogare in modo parziale o totale tramite
referendum i trattati internazionali. La sovranità dello stato e delle regioni
è subordinata al rispetto degli obblighi internazionali (articolo 117, comma
1). Molte di queste modifiche costituzionali sono state effettuate nel silenzio
più assoluto dagli stessi rappresentanti politici che ingenuamente i cittadini
mandavano in parlamento per difendere i loro diritti ed interessi. Se le cose
stanno così, di chi possono fidarsi allora i cittadini? Chi sono i buoni e chi i cattivi? A chi dobbiamo credere? La risposta è abbastanza ovvia: ognuno può e
deve fidarsi soltanto di se stesso, della propria capacità di giudizio e
discernimento, della propria volontà di ragionare in piena autonomia sui “fatti” e i “dati”, che in un modo o nell’altro, qualcuno gli sbatterà sotto il
naso. Non è più il tempo di delegare, ma quello di partecipare attivamente.
Ogni testa un voto, senza più apparati dirigisti, congressi nazionali, gerarchi
di partito, parole d’ordine a cui bisogna solo ubbidire e adeguarsi.
E arriviamo così fino ai nostri giorni, a giovedì 6 settembre per
l’esattezza, data memorabile che segna il cambio di passo nella Guerra dei Trenta anni. Inizia la fase due del piano di colonizzazione degli
stati, dei popoli, delle democrazie europee, che riguarda più da vicino la
nostra Italia. Ma prima di raccontare i “fatti”,
guardiamoli in faccia chi sono i generali di questa nuova “Invincibile Armata” di conquistadores europei. Si tratta dei 6 membri del Comitato Esecutivo della BCE,
che vengono “nominati” a rotazione ogni otto anni dai rispettivi governi dei
paesi membri dell’eurozona, scegliendoli tra le “persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel
settore monetario e bancario”. A differenza di ciò che possiamo pensare,
queste persone vicine agli ambienti delle lobbies
politiche e affaristiche, non sono degli affermati luminari di economia o degli
studiosi di comprovata carriera internazionale, ma dei normalissimi banchieri, biscazzieri
della finanza, faccendieri della
peggiore specie, che si sono distinti nei rispettivi paesi d’origine per la
loro disciplina nella tutela degli interessi delle corporations e il cinismo nei confronti dei propri connazionali.
Questo è il premio tanto ambito dopo un’onorata carriera di cannibalismo (vedi
lo stesso presidente della BCE Mario
Draghi che fu uno dei grandi artefici e tessitori del grande periodo delle privatizzazioni selvagge in Italia
iniziato nel 1992 e responsabile di Goldman
Sachs durante gli intrallazzi ai conti pubblici della Grecia avvenuti prima e dopo
il suo ingresso nella moneta unica nel 2002). E in base a queste stesse credenziali e referenze viene "nominato" ognuno dei membri delle
varie Commissioni o Consigli europei, funzionari spesso anonimi e mediocri, che
entrano ed escono con disinvoltura dai ministeri nazionali o dai consigli di
amministrazione delle corporations, integrandosi
perfettamente all’interno delle più potenti lobbies
di categoria, think tank,
organizzazioni internazionali di ispirazione neoliberista, come il Gruppo Bilderberg o la Commissione Trilaterale. Come abbiamo
già detto, si tratta di un corpo unico, che in modo del tutto simile ai mostri di mitologica memoria, ha più
teste, più facce, più gambe, più interessi da coordinare e conciliare.
Poco sotto i sei generali ci sono i colonnelli dell’esercito di conquista, i 17 governatori delle
banche centrali dei paesi membri dell'eurozona, che fanno parte del Consiglio Direttivo della BCE (per l’Italia, il governatore Ignazio Visco di Banca d’Italia, banca
centrale ricordiamolo assolutamente privata dato che i suoi maggiori azionisti
sono le principali banche private italiane, Unicredit, Banca Intesa, Monte
Paschi di Siena). Questi uomini hanno in mano un potere enorme, il monopolio
dell’emissione e della gestione della moneta unica che prima era invece di
competenza delle banche centrali pubbliche, dei governi e in ultima istanza
degli stessi cittadini che la utilizzavano per favorire i loro scambi ed
effettuare i pagamenti. Neanche a dirlo il principale compito del board della BCE è impedire l’aumento dell’inflazione e del debito
pubblico, i due terribili mostri che si sono inventati di sana pianta per
soggiogare e tenere sotto scacco la vita di intere famiglie, interi popoli,
intere nazioni. In verità, come abbiamo già detto più volte, si tratta di due
falsi miti oscurantisti, due alibi che servono a coprire altre finalità, non
diversi dalle superstiziose fobie per i demoni e le streghe che l’Inquisizione
usava per torturare gli eretici e far vivere nel terrore la restante parte
della popolazione succube ed analfabeta. I membri della BCE usano la sostanza
astratta e intangibile della moneta, dei debiti, dell’inflazione come “bene
virtuale di scambio” per ottenere ciò che in realtà vogliono veramente:
le risorse tangibili dello stato, i diritti democratici dei cittadini che a
loro modo di vedere sono troppo lascivi e inducono all’indolenza, il patrimonio
pubblico e privato che invece di venire disperso deve essere concentrato in
poche mani che sapranno farlo rendere in modo più efficiente e produttivo. Bisogna
correre, creare profitti e prodotti finiti, trottare tutti al loro servizio, in
modo che i conquistadores possano
vivere negli agi e nel lusso senza fare praticamente nulla (a parte pigiare i
tasti di un computer per creare nuova moneta dal nulla o partecipare alle
noiosissime riunioni con i loro colleghi di predazione).
Per capire meglio l’ultimo raggiro che è stato tentato
giovedì, analizziamo adesso una breve
cronistoria per vedere come la BCE ha cercato negli ultimi due anni di
difendere il suo progetto espansionistico e addirittura, in qualche caso, approfittare
della crisi finanziaria globale per
accelerare i tempi del piano di conquista. 10
Maggio 2010: in seguito al primo salvataggio internazionale della Grecia,
l’allora presidente della BCE Jean-Claude
Trichet annuncia che per evitare il contagio inizierà la prima operazione
straordinaria di acquisto di titoli di stato sul mercato secondario (SMP, Securities Markets Programme). Novembre
2010: nuova accelerazione del programma in conseguenza del salvataggio
dell’Irlanda. Agosto 2011: il
declassamento di Moody’s dei titoli di stato del Portogallo a “titoli spazzatura” costringe la BCE ad
ampliare gli acquisti di titoli, perché questa volta nel mirino dei “mercati” ci sono Italia e Spagna. 5 Agosto 2011: i governatori della BCE
Trichet e Draghi inviano una lettera “segreta” al governo italiano per far
capire esplicitamente cosa vogliono in cambio degli aiuti: taglio delle
pensioni, tasse, flessibilità del mercato del lavoro, privatizzazioni,
liberalizzazioni. 21 dicembre 2011:
la situazione precipita, la BCE corre ai ripari con un’operazione di
rifinanziamento a tre anni (LTRO, Long Term Refinancing Operation) che
destina €489 miliardi alle banche private, i cui funzionari in stretta
collaborazione con i colleghi della BCE hanno il compito specifico di tenere in piedi
tutto il progetto continuando ad acquistare titoli di stato. 29 Febbraio 2012: seconda operazione
LTRO questa volta da €530 miliardi. Aprile 2012: si esauriscono gli effetti
delle due operazioni LTRO e i rendimenti dei titoli di stato spagnoli e
italiani cominciano pericolosamente a salire, nonostante la BCE abbia acquistato complessivamente altri €210 miliardi di titoli con il programma SMP (vedi grafico
sotto). 26 Luglio 2012: i bonos spagnoli a 10 anni si avvicinano
al rendimento dell’8% e i BTP italiani al 7%, il presidente Draghi è costretto
ad intervenire per tranquillizzare i mercati dicendo che “l’euro è una moneta irreversibile” e “farà di tutto per salvarlo”. E arriviamo così a al 6 settembre, in
cui Draghi spiega alla stampa i dettagli del suo piano per salvare l’euro insieme al
piano trentennale di invasione dei conquistadores.
Partiamo subito da una premessa: l’euro è una moneta tecnicamente fallita, sepolta, finita, perché non rispetta nessuno dei parametri
necessari alla creazione di un’area valutaria ottimale e non esiste la volontà
politica per fare dei cambiamenti che implicano la cessione di interessi
nazionali particolari da parte soprattutto della Germania (per intenderci, i politicanti e faccendieri tedeschi non
intendono mutare l’assetto mercantilista della loro economia, basato sulle esportazioni, la moneta forte e la bassa inflazione
interna, per andare incontro alle esigenze degli stati “deboli” della periferia). Draghi queste cose le sa, ma non per
questo rinuncia alla sua occasione per sferrare ancora qualche colpo prima
della fine. Il suo obiettivo principale è quello di far firmare ai governi
nazionali memorandum d’intesa o accordi capestro, tramite i quali gli
organismi internazionali possono rivalersi anche dopo la disintegrazione dell’area euro. Questo è il motivo principale per cui Draghi ha voluto che alla
stipula di questi memorandum d’intesa partecipi anche il FMI, perché se il comitato d’affari
dell’Unione Europea, la BCE e tutta la torma di tecnocrati falliti dovesse
scomparire, questi stessi uomini proverebbero a riciclarsi all’interno del FMI,
grazie ai servigi resi a questo organismo. Ricordiamo che FMI, UE, BCE, BIS, WTO, Banca Mondiale sono organismi che
perseguono le stesse finalità di rapina e di destabilizzazione delle
democrazie. E, in analogia con quanto detto in precedenza, i funzionari più
meritevoli circolano da un ente all’altro come se fossero infine i rappresentanti di un’unica grande organizzazione.
Secondo la descrizione di Draghi, la BCE quindi si
rende disponibile ad acquistare titoli
di stato dell’eurozona sul mercato
secondario in quantità illimitata e senza vincoli di tempo, con l’unico
scopo di far scendere i rendimenti dei titoli a livelli più accettabili. La BCE
non comprerà indistintamente tutti i titoli di stato, ma soltanto quelli che
hanno maturità da 1 a 3 anni: cioè titoli circolanti che hanno scadenza a breve termine (ma non
brevissimo, perché chi ha un titolo prossimo alla scadenza, con data di
rimborso inferiore ad un anno, rischia ancora di rientrare nei programmi di
ristrutturazione del debito, come quello applicato ai titoli della Grecia).
Trattandosi di nuove massicce immissioni monetarie, che potrebbero alterare la
stabilità del mercato finanziario, Draghi ha specificato che provvederà alla sterilizzazione
di questa liquidità, vendendo successivamente titoli sia pubblici che privati
sul mercato secondario. Il suo scopo quindi non è tanto quello di dare effettivamente nuova
liquidità alle banche, che ormai ne hanno abbastanza e devono solamente stare
attente ad investirla in modo corretto, ma utilizzare questo normalissimo stratagemma di politica monetaria per abbassare i rendimenti nominali, allungare di qualche mese la
vita dell’euro e costringere nel frattempo i vari stati (Italia e Spagna
soprattutto) a firmare i memorandum d’intesa prima della definitiva
capitolazione della moneta unica.
Infatti, qualunque governo che volesse accedere a
questo programma di acquisto illimitato
(OMT, Outright Monetary Transactions), deve prima firmare il famigerato
accordo d’intesa in cui accetta come pre-condizione il coinvolgimento dei
funzionari del FMI e dell’UE nelle politiche di bilancio nazionale e
l’attivazione dei fondi salvastati EFSF
prima e MES poi (qualora la Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe
approvi la sua legittimità il prossimo 12
settembre), che serviranno ad acquistare titoli di stato a durata più lunga dei tre anni
direttamente sul mercato primario delle
aste di collocamento. Come sappiamo già, il Meccanismo Europeo di Stabilità MES è in un certo senso un surrogato europeo e un’emanazione in scala del FMI, perché gode di tutti i privilegi e le immunità giuridiche
internazionali che sono riservare ai funzionari del FMI. Per capirci, se
uno stato chiede l’aiuto del MES non può poi comportarsi in caso di bancarotta
come se fosse un normale creditore privato, decidendo unilateralmente quando e
quanto pagare, ma deve garantire al MES alcuni privilegi tipici dei creditori istituzionali, primo fra
tutti la seniority o priorità di
rimborso del credito maturato, rispetto agli altri investitori privati. In
secondo luogo, a differenza del normale creditore privato, il MES può agire più
efficacemente per ottenere in cambio del rimborso monetario, proprietà immobiliari pubbliche, licenze,
concessioni, che saranno amministrate in base alla giurisdizione internazionale e su
cui il diritto nazionale non potrà in alcun modo interferire, a meno di non
appellarsi alla Convenzione di Vienna
sui trattati internazionali stipulata nel 1969.
Questo meccanismo rappresenta quindi una vera e
propria gabbia per la residua sovranità
politica ed economica degli stati
nazionali, dato che i governi dovranno praticamente cedere ai funzionari
dell’UE, del MES, della BCE e del FMI tutte le competenze in ambito di politica fiscale, comprese le tasse che
dobbiamo pagare, le spese pubbliche che dobbiamo tagliare, le privatizzazioni
che saremo costretti ad accettare, le modifiche al mercato del lavoro che
saranno ovviamente sempre più vessatorie e oppressive nei confronti sia dei
dipendenti pubblici che privati. Quindi l’operazione della BCE, che
apparentemente si presenta come una semplice manovra di trasmissione della politica monetaria della banca centrale,
si ribalta automaticamente in una chiara azione di politica fiscale restrittiva,
in perfetta continuità con le fallimentari misure di austerità e di rigore di bilancio finora applicate. Non a caso,
il governatore Draghi ha comunicato durante la stessa conferenza stampa di
avere rivisto al ribasso le
previsioni per il 2012 di contrazione dell’economia dell’intera eurozona, dal
-0,1% al -0,4%, confermando il quadro di
estrema incertezza che coinvolge tutti gli stati dell’area euro. Come per dire: siccome siamo ancora svogliati e
recalcitranti la recessione continua
e continuerà fino a quando gli stati non si piegheranno definitivamente alle cure da cavallo somministrate a dosi
sempre più massicce dalla tecnocrazia sovranazionale e totalitaria che ci sta
governando in questo preciso momento.
L’incrollabile fede neoliberista di Draghi e della sua
cricca di briganti li porta ovviamente a sperare che la situazione
dell’eurozona ritorni progressivamente alla normalità tramite un intervento
congiunto dei mercati finanziari e commerciali, che renda spontanea la ripresa economica senza l'ingombrante ingerenza regolatrice e stabilizzatrice della finanza pubblica. Con il ritorno ad interessi più calmierati sui
titoli di stato, il meccanismo inceppato
di trasmissione della politica monetaria, che ha impedito alla banca
centrale di mantenere l’uniformità dei
tassi di interessi all’interno dell’area euro, dovrebbe secondo i loro
calcoli rientrare in breve tempo sotto controllo. Attualmente il disastro dell’esplosione dei tassi di
interessi può essere bene esemplificato dal grafico sotto: nonostante la
BCE abbia abbassato il tasso principale di riferimento allo 0,75%, le grandi
aziende spagnole, portoghesi, italiane che intendono chiedere ad una banca un prestito
aggregato superiore a €250 milioni per una durata maggiore a 5
anni, sono costrette a pagare un interesse che oscilla fra il 5% e il 7% (colonna di sinistra), contro i
tassi inferiori all’1% (colonna di destra) che possono ottenere le imprese austriache o tedesche di
uguale dimensione.
Un fallimento
epocale che contrasta evidentemente con il significato e l’esistenza stessa
di una banca centrale all’interno di una determinata area valutaria: ma se non
sa trasmettere e mantenere uguali i tassi di interesse in tutta la regione, a
cosa serve allora una banca centrale? La recente polemica sollevata
dall’amministratore della FIAT Sergio Marchionne contro gli enormi
vantaggi competitivi della Volkswagen,
che può finanziare le sue attività a costi immensamente inferiori, dimostra
bene quale livello di tensione e disparità di condizioni si sono venuti a
creare in Europa con l’introduzione di una moneta unica, una politica monetaria
unica in un contesto economico dove persistono differenze strutturali
sostanziali e insormontabili. Un errore di valutazione grossolano che ha messo l’un
contro l’altro le stesse oligarchie europee e rischia di mandare all’aria tutto
il piano complessivo. Ma se questa è la
situazione delle grandi corporations
non finanziarie, ancora peggio va alle piccole
e medie aziende della periferia, che costituiscono il tessuto produttivo
principale, le quali non solo vedono peggiorare inesorabilmente il loro merito
creditizio ma sono costrette a rientrare dai debiti, dai fidi senza avere più
alcun supporto finanziaria da parte delle banche. Ad ogni modo, qualora la BCE riuscisse a centrare l’obiettivo di uniformare i tassi di interesse riportandoli al
livello del tasso principale di riferimento (0,75%), gli interrogativi di fondo
rimangono sempre uguali: considerate le pessime previsioni per il futuro, che
la stessa BCE si è affrettata a confermare, siamo sicuri che le aziende avranno
ancora voglia di investire chiedendo nuovi prestiti? E le famiglie
riprenderanno a finanziare i loro consumi indebitandosi con le banche? Può un paese che vede anno dopo anno
assottigliare il suo reddito nazionale continuare a sopravvivere solo di debito
privato?
Tuttavia, se la banca centrale deve per statuto
mostrare quantomeno la volontà di facciata di mantenere con ogni mezzo la stabilità finanziaria nell’eurozona, le
vere intenzioni di Draghi potrebbero essere ben altre: siccome la moneta unica
è fallita, perché non è mai esistito coordinamento
fra la politica monetaria e fiscale, la banca centrale può cercare di
tenere in vita l’euro ancora per un po’ ristabilendo l’unione da tutti
invocata, però a modo suo. La BCE comprerà titoli di stato come fanno tutte le
banche centrali del mondo, non tanto per alleggerire le condizioni di credito
delle famiglie, delle aziende, degli stati PIIGS o per fornire uno stimolo espansivo di intervento pubblico
all’economia, ma per la ragione opposta, per costringere gli stati a tirare
ancora di più la cinghia e a rimborsare nel frattempo con le buone o con le
cattive i debiti alle grandi società finanziarie, di cui la BCE rappresenta il
fedele avamposto istituzionale. E’ chiaro infatti che non un centesimo della
nuova liquidità immessa della BCE nei mercati finanziari andrà agli stati,
trattandosi di acquisti di titoli già circolanti sul mercato secondario. Per i
motivi esposti prima, famiglie e imprese non vorranno o potranno ricevere nuovi
prestiti per finanziare le loro spese, sfruttando la maggiori riserve liquide a
disposizione delle banche. In tutti quei casi invece in cui le banche
utilizzeranno questa nuova liquidità per acquistare titoli di stato alle aste
primarie e girare i soldi direttamente agli stati, sappiamo già che a causa del
vincolo del pareggio di bilancio,
della quota di partecipazione da €125
miliardi da versare al MES, dell’obbligo
di rientro dal debito da €45 miliardi
all’anno imposto dal Fiscal Compact,
questi soldi devono essere interamente coperti e superati da un’adeguata
quantità di tasse o tagli alla spesa pubblica entro la chiusura dell’anno amministrativo. Una stretta mortale di liquidità che finirà inevitabilmente per
aggravare la recessione già in corso.
L’unica consolazione per le casse italiane è che il Tesoro nelle prossime emissioni potrebbe piazzare i suoi titoli di stato ad un
rendimento minore di quello attuale, grazie al prevedibile abbassamento dello
spread sul mercato secondario, che spingerà le banche ad essere meno esigenti
nelle offerte sul mercato primario. Ma questo vantaggio potrebbe essere di
breve durata. I mercati finanziari hanno accolto con euforia la notizia perchè
hanno annusato la possibilità che la BCE scenda finalmente in campo con la sua potenza di fuoco illimitata, ma in
effetti non si tratta di un vero bazooka
come quello della Federal Reserve,
della Bank of England o della Bank of Japan. Il cannone sarà in
pratica sempre carico pronto per sparare (vorrei vedere, le banche centrali
creano liquidità dal nulla pigiando semplicemente i tasti di un computer), ma
prima i governi spagnolo o italiano devono decidere con grande affanno e fatica
di accendere la miccia. Se gli stati non firmano gli accordi capestro, la BCE
non spara e i traders più sprovveduti
potrebbero rimanere fregati con il classico cerino in mano che non sanno più a
chi passare. Le cose insomma potrebbero continuare ad andare bene per noi fino
a quando gli speculatori continueranno a mantenere posizioni rialziste sul
valore dei titoli di stato e faranno finta di non sapere che l’intervento della
BCE sui mercati non è automatico e diretto, ma è condizionato alla stipula dei memorandum di austerità. Non appena
questa consapevolezza si diffonderà tra i traders,
ricominceranno di nuovo le vendite massicce di titoli sul mercato secondario e
gli spreads ritorneranno esattamente alla
situazione di partenza.
L’operazione della BCE potrebbe quindi risolversi
nella già vista e rivista bolla
speculativa passeggera, che dura
il tempo di qualche giorno o settimana e viene trainata soltanto dall’effetto annuncio. Almeno finchè i governi di
Italia e Spagna non firmeranno nero su bianco i rispettivi memorandum di intesa
e daranno virtualmente fuoco alla polveri bagnate della BCE. Inoltre c’è
un’altra condizione che potrebbe gettare ancora più incertezza e scetticismo
nei mercati finanziari: la BCE può decidere in qualsiasi momento il blocco degli acquisti qualora un paese
non rispetti gli accordi pattuiti e il consiglio della banca centrale può
optare per la sospensione degli acquisti in assoluta autonomia “nel
rispetto del suo mandato di politica monetaria”, senza avvertire
preventivamente né i diretti interessati né i mercati finanziari. Ma in che
modo la BCE potrà dire con certezza se un paese sta attuando o meno le riforme
di austerità richieste? Le procedure parlamentari possono andare nella
direzione suggerita dalla trojka BCE,
UE, FMI, ma possono anche rivelarsi facilmente più macchinose e lente del
previsto, perché hanno tempi di attuazione infinitamente più lunghi rispetto alla
rapidità e volatilità dei mercati finanziari. Quale membro del comitato
esecutivo della BCE si prenderà allora la responsabilità di staccare
materialmente la spina ad un governo? E se la Germania non dovesse essere
soddisfatta della disciplina fiscale di uno o dell’altro stato, potrà
continuare a fare pressioni sulla BCE per interrompere il programma di
acquisto?
Un gioco delle parti insomma che potrà spiazzare
ancora di più i mercati finanziari e gli stessi cittadini europei che sono già
piuttosto spazientiti e nauseati
dall’inestricabile guazzabuglio comunitario. Un’opera buffa in cui la BCE avrà come sempre e come ovvio che
sia il ruolo del burattinaio, mentre
la classe dirigente tedesca dovrà
continuare a recitare la parte del bastian
contrario. La scena del governatore della Bundesbank Jens Wiedmann che batte i pugni sul tavolo durante la riunione
della BCE e la piccata battuta di Draghi sulla mancanza dell’unanimità a causa
del voto contrario della Germania, serve a rassicurare i cittadini tedeschi che
qualcuno si sta adoperando per difendere la forza del loro amato euro-marco. Ma
in fondo si tratta soltanto dell’ennesima pantomima, perchè sia la BCE, la
classe dirigente tedesca, le èlite e le oligarchie di tutta Europa vogliono
insieme la stessa cosa: che i governi di Spagna e Italia si decidano a firmare
quei maledetti memorandum d’intesa e
si rassegnino, come è già accaduto a Grecia, Portogallo, Irlanda, ad accettare
la colonizzazione a conduzione germanica come un fatto compiuto e un evento
ormai improcrastinabile. A livello geopolitico e strategico internazionale
invece, l’unico fattore che potrebbe ostacolare l’espansione dei tedeschi nella
periferia europea è un intervento degli
USA, che dopo le elezioni
presidenziali del 6 novembre avranno
maggiore libertà di movimento per arginare il furore teutonico e minacciare
seriamente il crollo più rapido dell’euro
per via esterna. Quello naturale, per implosione
interna, sappiamo invece che è più lento e graduale perchè dipende
soprattutto dal grado di sopportazione
dei popoli europei di fronte alle dilaganti rappresaglie della trojka e ai
molesti soprusi alla stabilità sociale.
Siamo arrivati dunque al momento più delicato dello scontro: terminata da un pezzo la fase
dell’idillio, i conquistadores hanno
gettato via la maschera e hanno alzato la posta nello scambio iniquo fra i loro bit elettronici e i valori fondamentali
di una democrazia. Gli argentini attesero ben tre anni di angherie prima di
ribellarsi apertamente contro l’assalto del FMI e delle multinazionali
americane ed europee, mentre i cittadini del vecchio continente, essendo un popolo più profondamente narcotizzato e
imbolsito, potrebbero avere una capacità di reazione molto minore. A meno
che le casalinghe di Voghera, in un
impeto di orgoglio e di amor di patria, non smettano di guardare per qualche
ora le fictions e i programmi televisivi
di Maria De Filippi e non decidano di scendere anche loro per strada con le
pentole, i mestoli, i colapasta a rumoreggiare contro il “governo ladro”. Una scena
talmente difficile da immaginare, da rendere molto più verosimile la
possibilità che siano i conquistadores
stessi, con i loro eserciti di esattori
della tasse, ad entrare per primi dentro le case delle casalinghe di
Voghera per pignorare televisioni, pentole, mestoli e colapasta. E allora sì che sarà la rivoluzione, perchè non si può togliere la televisione alle casalinghe di Voghera e pensare di farla franca.
A quel punto forse gli italiani capiranno che
quella che si sta combattendo oggi è una vera e propria guerra di conquista, senza scampo, senza tregua, senza soluzione di
continuità e che tutto ciò che è accaduto in questi lunghi trenta anni, i
partiti, i sindacati, la prima repubblica, tangentopoli, l’unione europea, la
seconda repubblica, è stato in realtà la
più colossale fiction mai architettata nella storia dell’uomo. Una delle
tanti fasi della lotta di sopraffazione
dell’uomo sull’uomo portata fino alle estreme conseguenze, nel campo di battaglia più impensabile: fin
dentro le coscienze degli uomini più
fragili, più influenzabili, più ricattabili, più annichiliti, più alienati. E
ora piccolo stacchetto pubblicitario, perché qualcuno potrebbe essersi turbato
troppo al pensiero di essere circondato dall’Invincibile Armata, con Draghi
vestito da Hernan Cortes e Monti da Francisco Pizarro. No, impossibile. Loro
sono delle brave persone, sono dei “tecnici competenti e rispettabili” che
si prodigano per difendere il nostro benessere e la nostra serenità. Meglio dormire,
meglio sonnecchiare un altro po’ sul divano.
Ciao Piero carissimo e grazie per questo lungo excursus della nostra Via Crucis altrimenti detta Via Dolorosa che ci ha portato fin qui (non oso immaginare le prossime Stazioni che ci attendono). Una cosa mi e' poco chiara. Se la BCE con questo scudo ultimo modello acquista titoli del debito pubblico i soldi dovrebbero andare allo Stato, giusto? Ma allora perche' gia' ci si preoccupa di sterilizzare ,assorbire una quantita' di moneta in eccesso con manovre bancarie? Vuol dire che questi soldi vanno a finire tutti nelle banche come restituzioni del debito? Come funziona questo meccanismo?
RispondiEliminaAspetta...forse ho capito. E' perche' qui si tratta di mercato secondario? Quindi c'e anche un guadagno delle banche e trattandosi di cifre enormi si teme che tutta questa liquidita' possa malauguratamente finire nell'economia reale e creare inflazione? Mi sto avvicinando?
RispondiEliminaEsattamente contessa...ogni volta che la BCE si propone di fare una manovra monetaria espansiva, mette appunto una contromanovra restrittiva, per impedire che aumenti l'inflazione, che bisogna ricordare sempre è il suo obiettivo principale, mentre tutto il resto è secondario...loro ragionano sempre, per malafede e incompetenza, dal punto di vista monetarista: più soldi immetto nel sistema, maggiore sarà l'inflazione...mentre sappiamo bene che questa relazione non si è mai verificata e non funziona (vedi USA, Giappone, UK che immettono quantità enormi di moneta nel circuito interbancario, senza modificare di un centesimo di punto percentuale l'inflazione...)...
EliminaTrattandosi appunto di acquisti sul mercato secondario, nemmeno un euro va allo stato o all'economia reale, ma è una circolazione tutta interna al mercato interbancario, solo che se la fase di espansione produce sempre un aumento di liquidità nelle riserve delle banche, non è detto che la fase di contrazione, la cosiddetta sterilizzazione, funzioni adeguatamente, perchè le banche potrebbero decidere di tenersi la liquidità nelle riserve senza acquistare i titoli offerti dalla banca centrale...in fin dei conti mica sono obbligate...
Io vedo in tutta questa manovra, il tentativo di salvare ancora una volta le banche, tirarle fuori dal pantano e spostare il debito dei PIIGS nelle mani degli enti istituzionali BCE, UE, FMI, che avranno maggiori poteri di contrattazione con gli stati in un'eventuale fase di uscita dall'euro...vogliono ingabbiarci nella Via Crucis, prima ancora che arrivi la rinascita e la redenzione con il ritorno delle monete nazionali...
Ma questa volta la BCE acquista o ho capito male? Non credo che darà" liquidita' alle banche in cambio di niente come con i LTRO. Sbaglio? Sono ancora altri LTRI camuffati?
EliminaNon credo che gli acquisti si rivolgeranno solo ai titoli gia' esistenti....ci saranno anche le nuove emissioni e le banche dovranno comprarle....almeno quei soldi andranno nelle casse dello Stato, anche se per poco...immagino. Cosa sbaglio?
EliminaNon sbagli nulla come al solito...in questo caso, nell'OMT, la BCE acquista a titolo definitivo, quindi non si tratta di un rifinanziamento più prudente come il LTRO. E' ovvio che la BCE non acquista in cambio di niente, ma avrà i nostri titoli di stato che noi cittadini europei dovremo rimborsare a scadenza...per i titoli di nuova emissione invece la pre-condizione dell'OMT, impone che sia il MES ad acquistare sul mercato primario, insieme alle altre banche che hanno diritto a partecipare alle aste di collocamento e avranno grazie OMT la nuova liquidità necessaria per acquistare...un piano tecnicamente perfetto, che però ha come unica e non trascurabile falla di aumentare la dipendenza degli stati dal MES e dagli acquisti della BCE...se un giorno la BCE decidesse di interrompere il suo programma di acquisto per un determinato paese, quel paese è destinato a fallire nel giro di pochi giorni o settimane, perchè gli spread comincerebbero a salire in modo insostenibile...insomma la BCE si prende la responsabilità diretta del fallimento di un paese e nel contempo scarica sulla politica il motivo della sua interruzione di acquisto illimitato per mancanza di rispetto degli accordi di austerità del memorandum di intesa...un gioco a rimpiattino continuo, in cui come al solito, in mezzo ci siamo solo noi cittadini...
EliminaCiao, Piero, a proposito dei metodi e della conduzione della colonizzazione cinquecentesca dell'America Latina, un piccolo dettaglio storico da inserire nel parallelismo: va anche considerata la funzione colonizzatrice (delle "anime") che allora ebbe la "croce", oltre a quella della "spada". Ossia, di fronte ai popoli indigeni incontrati dal conquistadores, si ergeva un religioso che leggeva in spagnolo il Requerimiento (http://it.wikipedia.org/wiki/Requerimiento) chiedendo agli indios di sottomettersi. Siccome queste popolazioni non potevano capire nulla di quello che il prete o frate gli diceva, di fronte al loro silenzio gli spagnoli mettevano mano alla spada e iniziavano le mattanze. Il nostro moderno Requerimiento approntato dalla religione neoliberista dei mercati,potrebbero essere i Trattati UE (Maastricht, Lisbona), il Fiscal Compact, il Mes e quant'altro che la maggior parte dei cittadini non capisce (o, in caso piddino, che non vuol minimamente capire), dopodiché ha inizio la mattanza sociale. E loro sono a posto, perché "lo avevano detto".
RispondiEliminaAccostamento azzeccatissimo...ecco per quale motivo, visto che la propaganda non spiega nulla alla gente, dobbiamo sforzarci a tradurre in parole semplici quello che i conquistadores scrivono sui loro documenti "riservati", per mettersi la coscienza a posto...magari non cambia nulla, perchè anche sapendo cosa c'è scritto loro ci massacreranno lo stesso, ma almeno capiremo il motivo ultimo del loro accanimento...meglio sapere di che morte dobbiamo morire!!! L'altra opzione, quella di inginocchiarci davanti alla loro "croce" e alla loro insensata, irragionevole, folle egemonia non la prendo nemmeno in considerazione....sia la ragione che il sentimento la rifiuta!!!!
EliminaCiao Piero,sono abituato a leggere tanto e commentare poco,ma l'€ metafora per metafora,potrebbe essere considerato come le malattie infettive,alle quali gli indios non potevano anteporre nessuna difesa immunitaria,così come il nostro sistema industriale e neanche il nostro turismo(costa di più da quando c'è l'euro far vacanza in Italia)avevano alcuna difesa immunitaria dall'ancoraggio ad un cambio troppo forte!Malattie che fecero molti più morti di qualsiasi spada.Come ben spiega Jared Diamond.
RispondiEliminaComplimenti per il blog...Io sono particolarmente amante dei post prolissi!
E fai male, Dino, a non commentare, perchè spesso a noi che scriviamo serve avere un riscontro e capire su quali punti concentrare l'attenzione per ulteriori chiarimenti...per non dire poi delle segnalazioni o approfondimenti che aiutano ad integrare ed aggiornare l'argomento del post...insomma, per quello che penso io debba servire un blog, i commenti dei lettori hanno uguale e spesso superiore importanza rispetto al contenuto dell'articolo...quindi commenta pure quando vuoi e sei il benvenuto...per quanto riguarda la tua analogia fra l'euro e le malattie mi trovi pienamente d'accordo...l'euro è un vero e proprio virus per tutte le economie che non sono attrezzate in senso mercantilista e non basano sulle esportazioni la parte più cospicua del reddito nazionale...quindi che l'euro abbia fatto diventare in modo consapevole o meno l'Italia un malato cronico ci sono davvero pochi dubbi...
EliminaSulla prolissità ci sto lavorando, perchè capisco che a volte non si ha tempo e volontà per seguire un post così lungo...ma è più forte di me, comincio sempre con l'intenzione di sintetizzare al massimo i contenuti e poi puntualmente mi perdo in mille rivoli, per puntualizzare certe cose che per me risultano determinanti nella comprensione complessiva dei concetti trattati...però sono contento che ti piacciono i post lunghi, sei sicuramente il mio lettore tipo per eccellenza!!!
Ciao Piero, dimmi se questo scenario ti sembra possibile: mettiamo che uno stato qualunque accetti di firmare i famosi accordi di austerità imposti dalla BCE e che quindi la BCE a questo punto si trovi obbligata a rispettare gli accordi. Potrebbe significare che i finanziatori detentori di questi titoli potrebbero piazzarli sul mercato secondario cmq a costi altissimi, in quanto la BCE ha cmq un obbligo nei confronti degli Stati. E quindi, anche se ho acquistato il titolo al 4% posso cmq fissargli un prezzo sul mercato secondario al 6-7% semplicemente perché so che la BCE ha un obbligo di acquisto di un certo quantitativo di titoli. E dovrà rispettarlo o in un modo o nell'altro. Se i mercati decideranno quindi di fare cartello potrebbero fissare costi altissimi a quei titoli?
RispondiEliminaCerto, quella che prospetti è un'eventualità molto verosimile e che questo tipo di operazioni servano soprattutto alle banche per fare plusvalenze immediate sulla vendita dei titoli è fuori di dubbio...non ti confondere però fra rendimento e valore di un titolo, che funzionano in modo opposto alla quotazione e valore di un'azione...quando il rendimento di un titolo è alto (6%) significa che il valore del titolo è basso (ovvero il titolo vale 94 sul prezzo di emissione che viene fissato sempre a 100), quando invece il rendimento è basso (2%) significa che il valore del titolo è alto (98 su 100)...mentre con le azioni funziona in modo diverso perchè in quel caso la crescita della quotazione equivale alla crescita del valore dell'azione: quando la quotazione di un'azione cresce del 2%, significa che il valore dell'azione è aumentato del 2% rispetto alla quotazione precedente... specifico questo meccanismo perchè so già che spesso si fa parecchia confusione in merito...
EliminaPer quanto riguarda l'OMT, i mercati si sono già allineati su un preciso rendimento di vendita dei titoli intorno al 5% (quindi valore 95), perchè come vedi lo spread si è praticamente fermato a 360...in caso di firma del memorandum, le banche potrebbero subito riportare il rendimento a livelli più bassi (2-3%, valore 98-97) per guadagnare maggiori plusvalenze rivendendo alla BCE...tuttavia non sanno a quale rendimento la BCE interromperà le vendite, quindi per questo motivo si tengono per adesso su valori prudenziali intorno al 5%...è un gioco delle parti insomma, in cui come sempre avviene nei mercati finanziari vince chi ha più informazioni attraverso l'insider trading...basta che un semplice funzionario della BCE comunichi ad un collega della Deutsche Bank o Unicredit a quale rendimento la BCE interromperà le compravendite e il gioco è praticamente fatto, perchè la banca comprerà e rivenderà subito, guadagnando immediate plusvalenze, fino a quando il rendimento non si approssimerà al livello stabilito...in quel momento le compravendite si congelano e rimangano fregati coloro che avevano continuato a comprare non sapendo ancora nulla degli obiettivi della BCE...il meccanismo è un pò complicato, ma i modi per aggirarlo sono infiniti...
Si ho fatto confusione a spiegare, ma hai colto il senso del mio sproloquio. Grazie della spiegazione.
RispondiEliminaMax
Ciao Piero Valerio,
RispondiEliminase ho capito bene per sterilizzazione dei titoli acquistati si intende proprio quel meccanismo per il quale non viene ritirata liquidità dal sistema (e non è detto che funzioni come da tua risposta alla contessa elvira).
Non mi è chiaro il come avvenga questa operazione.
La BCE compra questi titoli di stato sul mercato secondario non con liquidità ma con altri titoli? Ti chiedo delucidazioni e ti ringazio.
mi correggo: per sterilizzazione dei titoli acquistati si intende proprio quel meccanismo per il quale "viene" ritirata liquidità dal sistema (e non è detto che funzioni come da tua risposta alla contessa elvira).
RispondiEliminaCiao.
Dipende...la BCE può comprare i titoli di stato con nuova liquidità creata dal nulla e poi in secondo momento rivendere titoli di stato o bancari per ritirare la nuova liquidità immessa nel sistema...ricorda che il suo obiettivo è solo quello di fare abbassare gli spread e non di immettere materialmente nuova liquidità...
EliminaOppure la BCE può comprare titoli di stato utilizzando titoli bancari che aveva comprato in precedenza...immagina che la BCE abbia un'obbligazione della Unicredit che scade a dicembre 2012, ora sarebbe assurdo che la BCE comprasse titoli di stato da Unicredit fornendo liquidità che poi la Unicredit dovrebbe ritornare alla BCE per rimborsare il suo titolo in scadenza...in questo caso quindi la BCE paga il titolo di stato consegnando a Unicredit il tuo titolo in scadenza, in modo da evitare inutili giri di denaro...
Il problema che le operazioni di sterilizzazioni non sempre funzionano riguarda il fatto che non tutte le banche sono disposte a comprare i titoli che la BCE mette in vendita e non c'è alcun obbligo in proposito...quindi la liquidità immessa dalla BCE rimarrebbe nel sistema senza essere drenata, creando i presupposti tipici della cosiddetta trappola della liquidità...ovvero i tassi di interesse sono talmente bassi, che le banche preferiscono mantenere liquidità piuttosto che comprare titoli a basso rendimento e alto rischio...
Chiarissimo. Ti ringrazio
RispondiEliminaInteressante articolo, complimenti!
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RispondiEliminaIl mio nome è signora VETA BORDEIANU ho 40 anni sono una madre di una figlia di 3 anni. Un mese fa mia figlia soffriva di cancro al cervello. Ho avuto 20000€ per garantire il suo recupero così mi metto alla ricerca di prestito. Ma purtroppo per me io stavo frodare di essere creditore senza scelta che ho perseverato nella mia ricerca per fortuna che il mio coraggio mi ha messo sulla persona giusta Karen GARCIA PINTO di signora che mi ha dato un prestito di 20000€ in 72 ore solo tramite bonifico bancario, che ha permesso la guarigione di mia figlia e l'apertura della mia piccola impresa. Questa prova è per te che sono stanchi di essere rifiutati dalle banche. Avete abbastanza sai dove mettere la testa che segue i vostri problemi finanziari. Avete bisogno urgente, veloce, affidabile e legittimo di un singolo indirizzo di finanziamento per essere soddisfare. Indirizzo email:
pinto.karen01@gmail.com
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RispondiEliminaIl mio nome è signora VETA BORDEIANU ho 40 anni sono una madre di una figlia di 3 anni. Un mese fa mia figlia soffriva di cancro al cervello. Ho avuto 20000€ per garantire il suo recupero così mi metto alla ricerca di prestito. Ma purtroppo per me io stavo frodare di essere creditore senza scelta che ho perseverato nella mia ricerca per fortuna che il mio coraggio mi ha messo sulla persona giusta Karen GARCIA PINTO di signora che mi ha dato un prestito di 20000€ in 72 ore solo tramite bonifico bancario, che ha permesso la guarigione di mia figlia e l'apertura della mia piccola impresa. Questa prova è per te che sono stanchi di essere rifiutati dalle banche. Avete abbastanza sai dove mettere la testa che segue i vostri problemi finanziari. Avete bisogno urgente, veloce, affidabile e legittimo di un singolo indirizzo di finanziamento per essere soddisfare. Indirizzo email:
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ciao! per coloro che hanno problemi a fare un prestito di denaro, si prega di contattare a: malletrosa@gmail.com
RispondiEliminaspecializzata in prestiti pariculers e onesto. è grazie ad esso sono stato in grado di ottenere un prestito dopo essere stato truffato diverse volte. È per questo che ho condiviso informazioni con voi. Inoltre si prega di condividere. grazie
Ciao
RispondiEliminaE-Mail : merisauvou@hotmail.com
Mi metto in casa per 8 mesi, più paga, non ha mangiato, ero diventato l'opposto dei due assistenti non ho nulla, e non sono nulla. Soddisfare le esigenze dei miei figli e per me è diventato un problema, così ho iniziato a cercare un prestito, ma la banca mi chiede di condizioni che non sono in grado di completare e, con la grazia di Dio, ho sentito la Signora Meri Sauvou del quale io sono stato in grado di pagare un prestito di 50.000 euro, senza difficoltà, solo che lei mi ha detto che un credito d'impegno deve essere rimborsato . Esorto voi, voi che non hanno la possibilità di essere pronti per ottenere, come me, scrivendo sul suo indirizzo
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Ho sentito parlare di questa carta bancomat in bianco per un po 'e non ho mai realmente avuto alcun interesse a causa dei miei dubbi. Finché un giorno ho scoperto un hacker chiamato Ingegnere Micharel, è davvero bravo in quello che sta facendo. Tornando al punto, ho chiesto informazioni su The Blank ATM Card. Se funziona o addirittura esiste. Mi hanno detto Sì e che è una carta programmata per prelevare denaro casuale senza essere notata e può anche essere utilizzata per acquisti online gratuiti di qualsiasi tipo. Questo è stato scioccante e ho ancora avuto i miei dubbi. Poi ho fatto un tentativo e chiesto la carta e accettato i loro termini e condizioni. Sperando e pregando, non era falso. Una settimana dopo ho ricevuto la mia carta e ho provato con il bancomat più vicino a me, ha funzionato come per magia. Sono stato in grado di prelevare fino a $ 10.000. Questo è stato incredibile e il giorno più bello della mia vita con la mia ragazza Laurel. Finora ho potuto ritirare fino a $ 78000 senza stress di essere catturato. Non so perché sto postando questo qui, ho solo pensato che questo potrebbe aiutare chi di noi ha bisogno di stabilità finanziaria. ATM vuoto ha davvero cambiato la mia vita. Se vuoi contattarli, ecco l'indirizzo email (blankatm002@gmail.com). E lui può aiutarti anche tu
RispondiEliminaTestimonianza del prestito ricevuto all'email: angelemaurin16@gmail.com
RispondiEliminaAlla tua attenzione
Ciao signore / signora
E 'con profonda gratitudine che desidero darvi la mia testimonianza qui, è che stanno cercando di prestare denaro, non so come esprimere la mia gioia per essere me stesso alla ricerca di prestito Mi sono imbattuto in una donna di nome Angele MAURIN donna d'affari. Mi ha dato un prestito con un tasso del 2% e ho parlato con diversi colleghi che hanno anche ricevuto prestiti da questa signora senza preoccupazioni. Soprattutto per me, ho ricevuto la mia richiesta di credito tramite bonifico bancario in un periodo di 24 ore senza protocollo e sono abbastanza soddisfatto. La ragione che mi spinge a pubblicare questo annuncio su questo forum e che questa signora continua a fare miracoli per le persone che hanno davvero bisogno. Così ho deciso di condividere questa opportunità con voi che non favoriscono le banche o aveva avuto a che fare con i creditori disonesti che non abusano la personalità degli altri; hai un progetto o un bisogno di finanziamento, puoi scrivergli e spiegargli la tua situazione; lei ti aiuterà se è convinta della tua onestà.
Ecco il suo:
Email: angelemaurin16@gmail.com
Email: angelemaurin@outlook.com
Whatsapp: + 33 7 56 85 09 03
Grazie ancora e buona fortuna a te.
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Sono partner di molte banche e ho molto capitale nelle sue banche. Hai bisogno di prestiti tra privati ??per affrontare difficoltà finanziarie e, infine, per uscire dalla situazione di stallo creata dalle banche, con il rifiuto dei tuoi file di domanda di credito, siamo un gruppo di esperti finanziari in grado di aiutarti a raggiungere l'importo di cui hai bisogno e in condizioni che ti semplificheranno la vita.
Concediamo prestiti che vanno da 1 mese a 30 anni e diamo tra 2 000 e 10 000 000 €.
Il nostro tasso di interesse è del 2% all'anno, ecco le aree in cui possiamo aiutarti:
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* Prestito ipotecario
* Prestito di investimento
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* Sei registrato
* Le banche vietano e tu non hai il favore delle banche o piuttosto hai un progetto e devi **** per contattarmi e io ti aiuterò.
E-mail: economie.finance92@gmail.com
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RispondiEliminaVoglio davvero apprezzare la microfinanza LAPO per avermi dato un prestito di € 9000 per prendermi cura di mio figlio malato. se hai bisogno di un prestito urgente evita di farti ingannare da finti finanziatori e richiedi tramite una vera società di prestito e-mail lapofunding960@gmail.com
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