lunedì 30 aprile 2012

L’UNICA SOLUZIONE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO: CANCELLARE LA PAROLA DEBITO


Come sappiamo bene, il debito pubblico, a torto o a ragione, è considerato oggi uno dei maggiori problemi degli stati più sviluppati. Abbiamo già detto che la questione è spesso più linguistica che reale, perché per i paesi a moneta sovrana il debito pubblico non è mai stato una vera minaccia, mentre al contrario l’eurozona ha scelto politicamente di rinunciare alla sovranità monetaria per ragioni ancora oscure ed incomprensibili. La soluzione quindi non è tanto trovare le risorse finanziarie per rimborsare il debito pubblico, quanto piuttosto ritrovare la lucidità e l’intelligenza necessarie per capire che il debito pubblico è soltanto un’arma psicologica diabolica utilizzata da chi ha interesse a confondere e tenere sotto pressione l’opinione pubblica.
In questo interessante articolo pubblicato sul sito New Economic Perspectives l’economista americano Dan Kervick mostra con alcuni semplici esempi quale sia la reale origine e natura del debito pubblico: una scrittura contabile o una partita di giro fra due reparti del governo nazionale, che ha poca influenza nell’economia reale. Il debito è un differimento futuro di un pagamento, che per essere rimborsato con gli interessi necessita di una migliore situazione economica rispetto a quella attuale. Se consideriamo però che i meccanismi di crescita del debito non sono ormai più compatibili con le possibilità di crescita economica di un mercato mondiale in cui le risorse sono finite e limitate, eliminando e abolendo la pratica del debito, quantomeno quello pubblico, potremmo ritornare ad avere una visione più realistica e sostenibile degli eventi futuri. Cominceremo ora a vedere in che modo analizzando il caso degli Stati Uniti, per concludere con la situazione paradossale dell’eurozona.  

martedì 24 aprile 2012

L’USCITA DALL’EURO NON E’ PIU’ SOLTANTO UN SOGNO LONTANO MA UNA CONCRETA REALTA’






Ho fatto un sogno. Ho sognato che accendendo la televisione e guardando il telegiornale di una rete nazionale, avrei un giorno visto il servizio mandato in onda dalla coraggiosa emittente regionale TeleToscana Nord. Un servizio chiaro, sintetico, diretto che spiega tutto ciò che è avvenuto in Europa dall’introduzione dell’euro ad oggi senza troppe reticenze, omissioni. Il passo indietro della politica che ha volutamente aperto la strada alla tirannia dei mercati, il vero obiettivo dell’Unione Europea e della BCE che è sempre stato quello di privare i governi nazionali della loro sovranità politica e democratica, le possibili strade per uscire dalla dittatura della finanza seguendo magari l’esempio dell’Argentina, che dopo la crisi e il fallimento ha ripreso a crescere grazie al ritorno alla propria sovranità monetaria.

La rete televisiva locale TeleToscana Nord è stata coraggiosa non tanto perché si è schierata aggressivamente contro i cosiddetti poteri forti (chi sono? Quali sono i loro nomi?) ma perchè dire la verità oggi in Italia rappresenta un atto di coraggio. Nessun giornalista nazionale direbbe apertamente le cose dette nel servizio perché avrebbe paura di urtare la sensibilità dei politici al governo, i quali a loro volta non spiegano mai apertamente ai cittadini come stanno in realtà le cose perché temono di infastidire gli innominati dei poteri forti finanziari. Ma ascoltando il servizio avrete potuto notare che il giornalista non accenna mai a complotti della finanza, intrighi internazionali, ma ha descritto soltanto lo svolgimento dei fatti. Un vero miracolo.

lunedì 23 aprile 2012

INFLAZIONE, NO GRAZIE: GLI ERRORI DELLA TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA DI FRIEDMAN


Nel precedente articolo parlando di inflazione abbiamo cominciato a vedere come alcuni luoghi comuni sull’indicatore dell’aumento dei prezzi al consumo siano completamente infondati. In particolare il legame fra la crescita dell’offerta di moneta e l’aumento dell’inflazione, che deriva dalla famigerata “teoria quantitativa della moneta” elaborata dall’economista americano e vate “fulminato” del neoliberismo Milton Friedman, non ha alcun fondamento logico e scientifico. Nell’articolo di oggi vedremo infatti come grazie a semplici deduzioni e ragionamenti si riesca a smontare pezzo per pezzo tutta l’impalcatura caracollante della teoria di Friedman.

Prima di iniziare l’analisi della teoria principale del monetarismo vediamo subito un altro esempio concreto che dimostra come l’inflazione sia un fenomeno molto più complesso e articolato di quello che vorrebbero farci credere certi economisti. Come sappiamo il Giappone è una nazione che ha un debito pubblico enorme, che di recente ha sforato il 220% del PIL nazionale. Ciò significa che il governo giapponese, tramite il supporto della banca centrale Bank of Japan, ha collocato negli ultimi anni una notevole quantità di titoli di stato e ampliato i margini di spesa pubblica rispetto alle entrate fiscali, allungando la liquidità presente sul mercato interno. Eppure dopo parecchi anni di deflazione, l’inflazione ha avuto un tasso di crescita molto basso nell’ultimo periodo, aggirandosi intorno ad un misero 0,3%. Come mai? Secondo le strampalate elucubrazioni mentali dei neoliberisti, il Giappone non dovrebbe essere sotterrato sotto una valanga di iperinflazione?

venerdì 20 aprile 2012

L’INFLAZIONE NON DIPENDE DALL’OFFERTA DI MONETA, CROLLA UNO DEI FALSI PILASTRI DELL’EURO


Dopo avere visto nei precedenti articoli quanto immotivata e insensata sia la paura per l’aumento del debito pubblico, soprattutto in uno stato sovrano (Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Giappone, Argentina e tutto il resto del mondo tranne l’eurozona)  che ha ancora una banca centrale capace di rimborsare tutti i debiti denominati in valuta nazionale tramite il semplice clic su un computer, oggi vediamo un altro dei grandi miti e delle leggende che stanno da anni attanagliando nel panico milioni di persone: l’inflazione. In particolare iI mito popolare, la caccia alle streghe scatenata dai soliti apprendisti stregoni che stanno a capo dei governi e degli organismi internazionali prevede che “stampare” o creare dal nulla più soldi provochi automaticamente inflazione.  

Negli Stati Uniti sono stati molto accessi i dibattiti intorno alle operazioni di espansione monetaria Quantitative Easing 1 e 2 della Federal Reserve e al finanziamento diretto da parte della banca centrale del disavanzo pubblico del governo federale, che secondo le teorie di molti economisti prezzolati e incompetenti avrebbero condotto i prezzi alle stelle. Niente di tutto ciò è accaduto, l’inflazione negli Stati Uniti negli ultimi anni è rimasta pressoché costante, perchè l'unico problema riguardo a questi miti, a queste paure irrazionali con cui si cerca di spaventare la gente, molto simili per certi aspetti alle fobie per le streghe o alle creature demoniache del Medioevo, è che non è vero niente. Vediamo perché.  

lunedì 16 aprile 2012

MENTRE NEL 2012 AUMENTANO I SUICIDI PER LA CRISI ECONOMICA, NAPOLITANO ATTACCA GLI EVASORI FISCALI


Devo essere sincero. Non ho mai dato troppo peso alle parole del presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano, perché ritengo superfluo il suo ruolo istituzionale e non provo molta stima per l’uomo politico in questione. Se dovessi essere ancora più sincero e meno diplomatico, sono sicuro che potrei beccarmi una bella denuncia per vilipendio e “lesa maestà” nei confronti della più alta carica dello stato. Ci siamo capiti, insomma. Tuttavia le parole, piene di livido rancore e di rabbia, pronunciate da Napolitano venerdì 13 aprile al convegno degli stati generali del volontariato della Protezione Civile mi hanno molto colpito: L'evasione fiscale e l'abusivismo edilizio sono logiche irresponsabili, comportamenti devianti, per quanto diffusi, che non meritano di essere associati al concetto e alla parola di Italia”. 

Ora, condividendo in pieno la denuncia contro l’abusivismo edilizio, pratica davvero indegna e meschina coperta e legittimata per decenni dalla stessa classe dirigente e politica italiana, di cui il presidente Napolitano fa parte dal lontano 1953, sull’evasione fiscale invece ci andrei molto più cauto. Soprattutto in un periodo di crisi economica come quella attuale, in cui l’evasione fiscale rappresenta spesso una valvola di sfogo e un modo per tenere in piedi la propria attività o per mandare avanti la famiglia. Forse il presidente Napolitano non lo sa, ma in tutti i paesi normali e democratici del mondo, i governanti responsabili cercano di allentare i cordoni degli obblighi fiscali durante i periodi di crisi per stringerli nelle fasi di espansione economica. Ma siccome l’Italia non è più un paese normale e democratico, a partire almeno dal 1992 anno di ingresso nell’Unione Europea, non stupisce che qui ormai si faccia tutto il contrario rispetto alla norma comune del buon governo.

venerdì 13 aprile 2012

L’IRLANDA SI RISVEGLIA FRA TASSE SULLA CASA, REFERENDUM E MODERN MONEY THEORY MMT


Si parla troppo poco di Irlanda. Eppure fra i paesi dell’eurozona, l’Irlanda è la nazione che ha pagato di più i costi della crisi finanziaria, con un effetto sulla popolazione e lo stato sociale paragonabile se non peggiore a quello della Grecia. A causa però del suo atavico orgoglio nazionale, il popolo irlandese ha spesso preferito reprimere la rabbia e protestare in silenzio contro lo scempio che è stato compiuto dalle operazioni dissennate delle banche private dall’introduzione dell’euro fino ad oggi. Senza fare troppo clamore, ogni domenica nel paesino di Ballyhea, i cittadini dopo la messa organizzano un corteo silenzioso lungo le strade del borgo recando uno striscione: “Ballyhea dice no! Al salvataggio degli speculatori!”. Un'eccessiva manifestazione di decoro e dignità non meritata dai banchieri, dai tecnocrati, dagli speculatori finanziari, che sono i veri artefici della crisi europea e del disastro irlandese.    


Il fatto che oggi proprio il popolo irlandese stia cominciando a rialzare la testa, protestando vivacemente contro l’introduzione dell’ennesima tassa sulla casa, l’equivalente della nostra IMU sulla prima casa, la dice lunga sullo stato di insofferenza e agitazione popolare che ormai in Europa ha superato abbondantemente il livello massimo di sopportazione. Dato che il 31 maggio prossimo, gli irlandesi saranno chiamati a votare un referendum per decidere se approvare o meno l’inserimento dell’assurda norma del pareggio di bilancio in costituzione, come imposto dal Fiscal Compact, la campagna elettorale si sta trasformando in un serio dibattito e ripensamento di tutto il fallimentare progetto dell’unione monetaria europea. Era ora.

mercoledì 11 aprile 2012

L’AUSTERITA’ PEGGIORA LA CRISI FINANZIARIA DELL’EUROZONA, LO CAPISCE ANCHE UN BAMBINO


Ieri è stato il martedì nero della borsa italiana. Non è il primo e non sarà l’ultimo purtroppo. Il principale indice azionario di Piazza Affari a Milano è crollato del 5% e i peggiori protagonisti di questa brusca discesa sono le due più importanti banche italiane, Banca Intesa e Unicredit. Lo spread fra i titoli di stato italiani e i bund tedeschi è salito di nuovo a 405 punti base, portando il rendimento dei BTP decennali ad un preoccupante 5,68%. Ma come mai? Cosa sta succedendo? Le strategie di rigore e austerità dei nostri geniali tecnici al governo non stanno funzionando? Eppure eravamo quasi certi che Mario Monti fosse il migliore economista italiano sulla piazza e sapesse il fatto suo. Non è così?


Per rispondere a queste scottanti e delicate domande non dobbiamo andare troppo lontano o rivolgerci ad un oracolo onnisciente, ma basta prendere carta e penna e ragionare con un bambino che abbia già imparato alle scuole elementari i principali rudimenti di aritmetica: le somme, le sottrazioni, le frazioni. Tutto qui. Non servono lauree o particolari titoli accademici per capire che le scelte di austerità, la rinuncia alla sovranità monetaria, l’obiettivo di pareggio del bilancio pubblico non sono soluzioni ma aggravanti della crisi finanziaria attuale. Rinnovando l’appello fatto ieri per bloccare l’inserimento della norma del pareggio di bilancio in costituzione, vediamo oggi per quale motivo un bambino messo davanti a questi inestricabili dilemmi esistenziali ragiona molto meglio dei sapientissimi tecnocrati europei, che forse avrebbero soltanto bisogno di un bel ripasso delle tabelline.

martedì 10 aprile 2012

APPELLO PER BLOCCARE LA NORMA DEL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE


Mi associo anche io all’appello lanciato dal blog Voci dall’Estero per bloccare l’inserimento della norma del pareggio di bilancio nella costituzione italiana, modificando l’articolo 81. Domani, mercoledì 11 aprile 2012, il senato inizierà infatti la discussione finale per l’approvazione conclusiva in seconda deliberazione di questo scempio che modifica la carta costituzionale dei cittadini, senza che questi ultimi vengano coinvolti o consultati. Purtroppo come al solito, i nostri politici stanno utilizzando il periodo delle vacanze pasquali per fare passare in sordina, nel silenzio più assoluto, una delle norme più stupide mai concepite nella storia, che impedisce allo stato di spendere a deficit positivo per sostenere l’economia nazionale e distribuire ricchezza e benessere sociale ai propri cittadini.


La modifica dell’articolo 81 fa seguito agli accordi intergovernativi del Fiscal Compact, che oltre ad imporre a 25 stati dell’Unione Europea le regole di austerità fiscale volute dalla Germania (ma dai tedeschi mai rispettate, soprattutto in periodo di crisi economica), suggeriscono ad ogni singola nazione di “di trasporre la regola del pareggio di bilancio nel sistema giuridico nazionale a livello costituzionale o equivalente”. L’Irlanda ha già fissato per il 31 maggio di quest’anno il referendum per chiedere ai propri cittadini l’approvazione di questa modifica alla costituzione nazionale, mentre i nostri politici stanno facendo tutto da soli e non intendono consultare o informare i cittadini prima di approvare una norma che muta profondamento il rapporto fra lo Stato e il suo popolo.


venerdì 6 aprile 2012

DENUNCIA CONTRO NAPOLITANO E MONTI PER ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE DEMOCRATICA DEL POPOLO ITALIANO


E’ Pasqua.  E a Pasqua siamo tutti più buoni (in effetti ciò avviene a Natale, ma non andiamo troppo per il sottile). Siccome siamo tutti più buoni e accomodanti, vi consiglio di leggere attentamente la denuncia che in data 2 aprile 2012 l’avvocatessa Paola Musu ha depositato presso la Procura della Repubblica di Cagliari contro il presidente Giorgio Napolitano, il primo ministro Mario Monti, tutti i ministri, i deputati e i senatori del parlamento, per attentato alla costituzione democratica e sovrana del popolo italiano.


In questa denuncia ben scritta e documentata vengono spiegati con ottima capacità di sintesi i motivi per cui i fondamentali principi democratici della Repubblica italiana siano stati sovvertiti fin dal 1992 con la firma del trattato europeo di Maastricht, e successivamente con le ultime direttive di carattere economico e fiscale del six pack e del Fiscal Compact. Con queste norme di austerità, unite alla natura sovranazionale e privata della banca centrale europea BCE, è stato imposto un ulteriore passaggio di sovranità fiscale e monetaria alla Commissione europea, che come risaputo è un organismo sovranazionale i cui membri non sono stati eletti democraticamente dal popolo ma nominati singolarmente in modo poco chiaro e trasparente.

mercoledì 4 aprile 2012

LO SCHEMA PONZI DEL DEBITO PUBBLICO E LA GRANDE TRUFFA FINANZIARIA DEL PROFESSORE MONTI


Riprendiamo il cammino iniziato nello scorso articolo per cercare di spiegare con parole semplici i processi economici e politici in corso. Mi rendo conto che le cose che mi appresto a dire sono spesso già note e risapute, ma cerchiamo di esaminarle da una nuova prospettiva di osservazione, guardando l’evoluzione dei fenomeni nel loro insieme e preventivando un finale quasi scontato: la moneta unica euro, così come la conosciamo oggi, è destinata a scomparire. A meno di cambiamenti radicali nella struttura portante dell’eurozona (unione fiscale, banca centrale pubblica, nuovo governo centrale che si occupa dei trasferimenti finanziari all’interno dell’area monetaria), il conto alla rovescia per la fine dell’euro è già partito da un bel pezzo.

La certezza di questa affermazione risiede nel meccanismo anomalo di circolazione dei  capitali nei paesi dell’eurozona e dal modo utilizzato dai tecnocrati e dai politici europei per mantenere in vita questo schema ampiamente squilibrato e disfunzionale: alla base di tutta la piramide del debito c’è soltanto la capacità dei cittadini europei di procurarsi reddito da soli offrendosi ai mercati a qualunque prezzo e la loro volontà di continuare a pagare le tasse. Nel caso in cui uno di questi due fattori o entrambi vengano meno, come accade oggi che siamo nel pieno di una spirale recessiva, l’immenso edificio d’argilla è costretto ad implodere miseramente, perché non esiste nessuna entità terza economica o politica (quello che un tempo chiamavamo stato o governo federale) che possa compensare e alleggerire i sacrifici dei singoli cittadini, creando una barriera e un filtro fra questi ultimi e il mercato.

lunedì 2 aprile 2012

LA FOLLIA DEL DEBITO PUBBLICO CHE NON ESISTE E GLI APPRENDISTI STREGONI DELL’UNIONE EUROPEA


Se non potete spiegare la cosa con semplici parole, non l’avete ancora capita bene

Albert Einstein (1879-1955), fisico tedesco nato in Germania e professore Premio Nobel 1921.

Prendendo spunto da questa frase di Einstein oggi tenterò a parole mie, spero semplici e comprensibili, di spiegare ancora una volta cosa sta accadendo in Italia, nell’eurozona e dall’altra parte dell’oceano dal punto vista politico, economico e finanziario. Non userò tabelle, grafici, equazioni, formule matematiche o numeri strani, ma mi affiderò soltanto alla disciplina in cui prediligo avventurarmi: la logica. La stessa logica che manca ai politici italiani di tutte le fazioni, ai giornalisti mainstream, agli economisti strapagati di regime, ai cittadini ed elettori che non si sono mai fermati a ragionare sui veri motivi del tracollo del nostro paese.  


Come ho già detto spesso nei precedenti articoli, secondo me tutti i problemi in cui siamo incastrati oggi, il debito pubblico, lo spread, i mercati, la paura infondata dell’inflazione non sono tanto fenomeni di carattere economico, scientifico, tecnico, ma hanno molta più attinenza con le angosce ancestrali dell’anima umana (l’incertezza, il futuro, la precarietà) e dipendono molto dal modo in cui noi le percepiamo e dall’usuale maniera in cui ci vengono comunicate dagli altri. Nel Medioevo tutti credevano alle streghe o alla magia nera per spiegare le cose che non capivano, ma poi qualcuno cominciò a parlare con un linguaggio nuovo e a dimostrare che gli eventi naturali si svolgevano in tutt’altra maniera, e la paura delle streghe cessò.