lunedì 2 aprile 2012

LA FOLLIA DEL DEBITO PUBBLICO CHE NON ESISTE E GLI APPRENDISTI STREGONI DELL’UNIONE EUROPEA


Se non potete spiegare la cosa con semplici parole, non l’avete ancora capita bene

Albert Einstein (1879-1955), fisico tedesco nato in Germania e professore Premio Nobel 1921.

Prendendo spunto da questa frase di Einstein oggi tenterò a parole mie, spero semplici e comprensibili, di spiegare ancora una volta cosa sta accadendo in Italia, nell’eurozona e dall’altra parte dell’oceano dal punto vista politico, economico e finanziario. Non userò tabelle, grafici, equazioni, formule matematiche o numeri strani, ma mi affiderò soltanto alla disciplina in cui prediligo avventurarmi: la logica. La stessa logica che manca ai politici italiani di tutte le fazioni, ai giornalisti mainstream, agli economisti strapagati di regime, ai cittadini ed elettori che non si sono mai fermati a ragionare sui veri motivi del tracollo del nostro paese.  


Come ho già detto spesso nei precedenti articoli, secondo me tutti i problemi in cui siamo incastrati oggi, il debito pubblico, lo spread, i mercati, la paura infondata dell’inflazione non sono tanto fenomeni di carattere economico, scientifico, tecnico, ma hanno molta più attinenza con le angosce ancestrali dell’anima umana (l’incertezza, il futuro, la precarietà) e dipendono molto dal modo in cui noi le percepiamo e dall’usuale maniera in cui ci vengono comunicate dagli altri. Nel Medioevo tutti credevano alle streghe o alla magia nera per spiegare le cose che non capivano, ma poi qualcuno cominciò a parlare con un linguaggio nuovo e a dimostrare che gli eventi naturali si svolgevano in tutt’altra maniera, e la paura delle streghe cessò.



Facciamo subito il primo esempio per capirci. Se ogni giorno le televisioni e i giornali vi martellano la testa dicendo che abbiamo un enorme debito pubblico che non riusciamo a pagare, e vi ripetono che se non diamo prova ai “mercati” di poter rimborsare questo debito non saremo mai in grado di ripartire e crescere economicamente, allora voi alla fine vi convincereste che il debito pubblico sia davvero un grosso problema e che in un modo o nell’altro sia giusto e corretto che mettiate a disposizione una parte delle vostre ricchezze per rimborsare i creditori. Ma difficilmente vi domandereste il motivo per cui il debito pubblico è diventato un problema, perché siete quasi certi che se tutti lo temono ci sarà da qualche parte una ragione valida che lo rende così pericoloso.


Stesso discorso vale per l’inflazione, che è un dato statistico che misura l’aumento tendenziale dei prezzi al consumo e come tutti i dati statistici presenta parecchi margini di errore in quanto il suo valore dipende molto dal modo in cui viene misurato. Ma da ciò a far diventare l’inflazione una fobia o un’ossessione, tale da indirizzare tutte le scelte politiche ed economiche di una nazione, il passo è davvero molto lungo. Un dato statistico non può valere più della vita delle persone stesse, così come la paura delle streghe non poteva giustificare la carneficina di giovani donne innocenti avvenuta nel Medioevo.   


Tuttavia questo è quello che sta succedendo in Europa oggi: le 17 nazioni dell’eurozona hanno deciso volontariamente che il debito pubblico e l’inflazione (ovvero il diavolo e la strega) siano dei mali universali da combattere ciecamente e ora stanno cercando di convincere tutti i cittadini europei che in virtù di questa crociata infernale contro il peccato da estirpare, è ammissibile qualsiasi forma di sofferenza, di sacrificio, fino al suicidio di decine di persone e alla disperazione di molte altre. Ma come nel Medioevo siamo ancora nell’ambito di una nuova forma di magia nera e di stregoneria più sofisticata ed elaborata, perchè i tecnocrati in verità non hanno mai dimostrato con dati certi che il debito pubblico e l’inflazione siano i veri problemi e i mali della civiltà, ma hanno preso arbitrariamente questa posizione come un fatto acclarato, una credenza inconfutabile, un dogma.


Come tutti i dogmatici, i tecnocrati europei hanno stabilito un canone rigido da rispettare e hanno demarcato con numeri e percentuali il confine che delimita la sfera del peccato, della colpa da quella della beatitudine e della redenzione. Il primo tecnocrate che ha tirato fuori questi numeri (il debito pubblico non può superare il 60% del reddito nazionale e il deficit annuo non poteva andare oltre il 3%, ora addirittura diventato lo 0,5% a causa di un inasprimento della fobia), avrà ricevuto queste cifre in sogno dalla Madonna, perché razionalmente non hanno senso e sono state più volte smentite dalla realtà e dalle evidenze sperimentali: la Spagna che per parecchi anni ha rispettato questi parametri aurei o divini si trova adesso all’inferno, come e anche peggio di altri paesi più peccaminosi (vedi l’Italia).


Caso opposto: la Germania in tempo di crisi ha aumentato il suo debito pubblico dal 60% all’80% circa facendo ricorso alla tanta osteggiata spesa pubblica per finanziarie le sue banche e le sue aziende. Risultato? La Germania , fregandosene dei suoi alleati dell’eurozona e delle direttive europee che lei stessa impone categoricamente agli altri paesi, ha aumentato i suoi profitti commerciali e le esportazioni negli ultimi anni. Come mai? Secondo i tecnocrati questo è un mistero della fede, che va oltre la capacità di comprensione dei comuni mortali e quindi dobbiamo astenerci da continuare ad investigare cose che non possiamo capire. Pregare e avere fede nei dogmi dei tecnocrati, questa è l’unica risposta che ci viene data, sperando che un giorno il miracolo arrivi anche noi.


Ma tralasciando per un momento ciò che vanno predicando e blaterando i tecnocrati, noi comuni mortali dotati di ragione e di ingegno sappiamo bene che se qualcosa accade, soprattutto nel settore degli affari e dell’economia, dietro c’è sempre un motivo: in particolare chiunque può intuire immediatamente che continuando a tagliare pensioni e salari in tempo di recessione significa annullare qualsiasi possibilità di ripresa economica (manovre cicliche, che amplificano gli effetti del fenomeno in corso), mentre utilizzare la leva della spesa pubblica per sostenere e compensare i mancati profitti delle imprese può invertire la tendenza (manovre anticicliche, che contrastano il naturale avvitamento recessivo dei mercati). Ribadiamo comunque che siamo sempre nel campo della logica e non dell’economia: se io spingo una palla in una discesa, questa correrà verso il basso più velocemente, mentre se mi metto a calciarla nella direzione opposta posso sperare dopo tanti tentativi di riportarla in alto, nella posizione di partenza.


Cosa quest’ultima fatta dai tedeschi con notevole profitto durante gli ultimi anni, in barba alle severe prescrizioni dei suoi stessi tecnocrati apprendisti stregoni arroccati a Francoforte e Bruxelles. In buona sostanza è come se la Germania avesse inviato esplicitamente questo messaggio a tutta l’Unione Europea: “Cari tecnocrati, queste panzane e stupidaggini che andate predicando sui limiti del debito pubblico e del deficit di bilancio potete venderle per buone agli italiani, ai portoghesi, agli spagnoli, ai greci, agli irlandesi che sono la feccia dell’Europa, ma non a noi tedeschi, che siamo una razza superiore e conosciamo bene come funziona l’economia. Noi andiamo per la nostra strada e voi fate pure quello che vi pare, perché tanto è sempre da noi che presto o tardi dovrete venire per chiedere aiuto e implorare pietà.”   


A causa della paura ancestrale del debito pubblico che tentano con ogni mezzo di inculcare nella mente della gente, i tecnocrati europei hanno costruito insomma un modello economico e politico totalmente fuorviante e sbilanciato dalla parte dei maggiori detentori della ricchezza (grandi imprese e banche) tale da rendere davvero problematica la gestione sia del debito pubblico che dell’inflazione. In pratica hanno deciso in anticipo e autonomamente quale fosse il male da combattere e poi hanno elaborato a tavolino una nuova struttura di nazione in cui quel male diventasse davvero reale.


Se uno stato prima sovrano, come l’Italia nel periodo precedente al 1979 (anno del primo aggancio rigido alla moneta unica europea ECU), era capace di creare dal nulla tutta la moneta che voleva pigiando i tasti di un computer e poi a partire dal 1981 (divorzio fra Banca d’Italia e stato italiano, quando ancora il debito pubblico era ai suoi minimi storici) decide arbitrariamente di spegnere il suo computer e di  farsi finanziare dai computer delle banche private, non può dire che il debito pubblico è il problema. Il problema non è il debito pubblico ma è la scelta volontaria che ha fatto lo stato, autoimponendosi e autoflagellandosi con questo martirio dei mercati per trasferire buona parte della ricchezza nazionale alle banche private.


La storia insegna che il debito pubblico non è mai stato un problema per un paese sovrano, che emette la propria moneta e paga i suoi debiti con questa valuta. Casomai i rischi e i pericoli seppur minimi legati all’aumento del debito pubblico sovrano (vedere Giappone che ha superato da un bel po’ la soglia record del 200% di debito pubblico, ma nessuno ha mai fatto harakiri per questo), essendo un semplice strumento finanziario di politica monetaria, derivano dal cattivo utilizzo, dalla corruzione e dall’incompetenza dei ministri che via via si sono avvicendati nella gestione dei conti pubblici, ma non dalla natura dello strumento in  se stesso. E un po’ come dire che siccome una ristretta fascia di scriteriati utilizza i cucchiai per cavarsi gli occhi a vicenda, i cucchiai vengono banditi su tutto il territorio nazionale.


In Europa è stato insomma invertito l’ordine dei fattori logici (l’effetto del cattivo utilizzo del debito pubblico è diventato la causa del male universale) e le colpe di alcuni sono state scaricate su tutti, costringendo infine milioni di cittadini a lavorare soltanto per risarcire le banche private e per continuare a ricevere altri finanziamenti da questi nuovi creditori esterni alla stato ed estranei alla gestione della cosa pubblica. Tuttavia, sebbene siano semplicissimi e ben noti a tutti gli addetti ai lavori, di qualsiasi colore politico o casta di appartenenza, difficilmente questi argomenti vengono spiegati con chiarezza e pubblicamente ai cittadini, perché chi più chi meno ha una qualche convenienza economica o sociale a nascondere la verità ai fessi di turno.  


Ma andiamo adesso negli Stati Uniti, altro paese inguaiato fino al collo per differenti motivi, dove però il governo non ha mai rinunciato alla propria sovranità monetaria e non si è mai legato mani e piedi alle banche private, almeno per quanto riguarda i finanziamenti diretti della sua spesa pubblica. Il governo in pratica può spendere quanto vuole senza indebitarsi con nessuno, perché infine i soldi sono suoi e  non li deve chiedere a qualcuno in particolare ma può crearli benissimo da solo pigiando i tasti di un computer: quanto serve un milione di dollari per costruire una scuola? Bene, premo un tasto ed ecco pronti un milione di dollari per pagare tutte le spese di progettazione, costruzione e l’acquisto dei materiali necessari. Fine. Lo Stato (lo scrivo in maiuscolo per distinguerlo dallo stato non sovrano) non si è indebitato con nessuno e non ha dovuto chiedere soldi a destra e a manca per ottenere i finanziamenti di cui aveva bisogno, perché risulta fra le sue prerogative sovrane quella di creare quanti soldi vuole dal nulla.


In questo caso capirete bene che la parola debito non ha proprio alcun senso, perché non appena il funzionario della banca centrale in accordo con quello del governo ha premuto i tasti del computer per comporre la cifra di cui aveva bisogno non ha stabilito alcun legame di dipendenza creditizia con un’altra controparte. Il funzionario abilitato ha solo premuto i tasti di un computer. Stop, discorso finito. Dietro questo semplice gesto non è nascosto nell’hard disk del computer o dall’altra parte del cavo un misterioso creditore che sta ad un livello superiore in termini di disponibilità finanziaria rispetto allo Stato, per il semplice motivo che questo fantomatico e potentissimo creditore non può esistere.


Entro i confini di uno Stato sovrano non può esistere infatti nessun soggetto privato che abbia la stessa facoltà o potere di creare soldi dal nulla come fa il governo, senza necessariamente passare per lo stretto crocevia del debito. Tutte le banche commerciali per esempio possono anche esse creare soldi dal nulla, attraverso l’apertura di un prestito ad un cliente, ma questi nuovi soldi cammineranno sempre appaiati con la parola debito per tutto il periodo della loro circolazione, ovvero fino a quando il cliente mutuatario iniziale non avrà provveduto all’estinzione definitiva del prestito. E’ vero che la banca commerciale crea soldi dal nulla, ma allo stesso tempo creerà anche il debito di qualcuno e la bontà o la scarsa qualità dei soldi creati dalla banca dipendono molto dalla capacità del cliente di onorare i suoi impegni. Ecco per quale motivo la banca cerca di scegliere con cura i suoi clienti mutuatari e quando non lo fa tutto il sistema va a scatafascio.   


Lo Stato sovrano invece non ha questo tipo di limitazioni: può creare soldi dal nulla senza associare a questa operazione il debito di qualcun altro. Ecco per quale motivo i soldi creati dal nulla dalla banca commerciale sono spesso definiti di seconda scelta, di seconda qualità, rispetto a quelli dello Stato, perché sono soldi vincolati alla capacità di rimborso di un’altra entità che non è la banca stessa e non tutti saranno disposti ad accettarli come forma di pagamento. Mentre, per distinguerli appunto da quelli creditizi, bancari, i soldi creati dal nulla dallo Stato sono indicati con il termine di moneta ad alta capacità (High Performance Money), perché chi ha in mano questi soldi avrà sempre la certezza che qualunque altra controparte accetterà questo denaro come strumento valido di pagamento.


Per intenderci, le banche commerciali per pagare i loro rispettivi pagamenti incrociati utilizzano i soldi dello Stato e non sono disposti ad accettare altra forma di pagamento: nessuna banca accetterebbe come strumento di pagamento i soldi creati dal nulla da un’altra banca, perché sa che dietro quei soldi c’è sempre il debito di qualcun altro e non si fida di conseguenza della capacità delle altre banche di scegliere bene i propri clienti.


A questo punto, diventa chiaro il motivo per cui associare la parola debito ai soldi creati dal nulla dallo Stato non ha alcun senso, perché in verità non esiste il creditore e quando esiste per la libera volontà dello Stato di vendere titoli di debito agli investitori privati, può essere facilmente rimborsabile con un semplice click su un computer della banca centrale. La scelta di continuare a dire che gli Stati Uniti, il Giappone, la Gran Bretagna hanno un debito pubblico mostruoso è soltanto di carattere ideologico e politico, dato che alcune specifiche entità private e finanziarie hanno interesse a mantenere un clima di terrore fra la gente e rendere quanto più possibile inerte il governo negli affari, in modo da veicolare tutti i maggiori flussi finanziari e commerciali nelle loro mani. Se lo Stato decidesse un giorno di diventare improvvisamente attivo nelle scelte economiche, è chiaro che nessuna banca o società finanziaria potrebbe stare al suo passo, perché come abbiamo visto nessun soggetto privato ha la facoltà di creare dal nulla moneta ad alta capacità.


Ma perché i giornali, le televisioni americane continuano invece a ripetere che gli Stati Uniti sono sull’orlo del baratro a causa dell’enorme debito pubblico? Perché negli Stati Uniti, così come in Europa, i mezzi di informazione di massa sono di proprietà di imprese commerciali e finanziarie private, che temono un eccesso di interventismo dello Stato negli affari e cercano di mettere continuamente un argine alla sua possibile e decisiva discesa in campo. Il rischio che lo Stato possa ricominciare a distribuire ricchezza ai suoi cittadini è il maggior incubo dei banchieri e questi ultimi utilizzano tutti i mezzi leciti e illeciti per allontanare questa minaccia e mantenere la loro posizione di privilegio.


Vediamo con un altro semplice esempio come funziona questo meccanismo di disinformazione e quali sono i vantaggi delle imprese private, soprattutto bancarie e finanziarie, derivanti dall’inerzia dello Stato negli affari. Immaginiamo che nel 1950 il governo federale degli Stati Uniti abbia creato soldi dal nulla per finanziare la costruzione di un’imponente autostrada che collega New York a San Francisco: per completare questa grande opera pubblica lo Stato ha dovuto assumere ingegneri, operai, impiegati e ha dato appalti a molte piccole, medie ma anche grandi aziende per ricevere le forniture di materiale e il sostegno nei lavori di scavo, cantierizzazione e costruzione.


A partire dal 1980 i giornali e le televisioni americane cominciano ogni giorno a martellare la notizia che gli Stati Uniti hanno un enorme debito pubblico e che tutti i cittadini americani sono rovinati se lo Stato non riuscirà a risarcire i suoi misteriosi creditori (che non esistono come abbiamo già detto o se esistono sono facilmente rimborsabili). Giorno dopo giorno sempre la stessa notizia, gli stessi dati, lo stesso incubo, lo stesso stato di terrore finchè i cittadini americani non si convincono che il debito pubblico è davvero il primo problema degli Stati Uniti e cominciano a votare alle elezioni quei politici (le cui campagne elettorali sono state finanziate da grandi imprese private e finanziarie) che promettono di risolvere il problema del debito pubblico degli Stati Uniti. Una volta saliti al potere, cosa faranno secondo voi i nuovi politici? Cominciano a privatizzare e a vendere il patrimonio pubblico dello Stato per fare cassa e rimborsare il debito fantasma che in realtà non esiste.


L’autostrada che collega New York a San Francisco viene venduta a prezzi di saldo, ben al di sotto del costo di costruzione dell’opera, a un gruppo di banche e di altre imprese, alcune delle quali avevano partecipato a suo tempo ai lavori di costruzione. Le banche improvvisamente si troveranno ad avere una nuova attività già pronta da cui potranno ricevere una rendita garantita, aumentando il prezzo dei pedaggi autostradali. Alcune imprese acquirenti invece avranno guadagnato due volte, sia in fase di costruzione partecipando ai lavori di appalto pubblico sia adesso in fase di rendita.


Il patrimonio netto dello Stato e quindi indirettamente dei suoi cittadini, rappresentato dall’autostrada, si è materialmente spostato dai bilanci del governo a quelli delle società private, ma nell’economia nel suo complesso non è cambiato nulla, perché non è stato costruito niente di nuovo, non sono stati assunti operai, nessun ingegnere ha dovuto redigere un nuovo progetto, nessuna azienda è stata coinvolta in un nuovo processo produttivo. Niente di niente. A parte il trasferimento di attività da un bilancio all’altro e l’aumento dei pedaggi autostradali, nella società non è accaduto nulla di significativo. Capite bene che esempi di questo tipo ne possiamo fare infiniti.


L’interesse principale delle grandi aziende private è quello di ottenere dei profitti dagli investimenti e di avere rendite certe e costanti dal capitale investito: le opere e i servizi pubblici rappresentano da questo punto di vista la migliore forma di investimento a rischio zero, perché i cittadini hanno spesso la necessità inderogabile di usufruire di questi servizi, come strade, ospedali, acqua, energia e quindi la certezza del ritorno economico dell’investimento è assicurata, meglio ancora se l’opera pubblica è già pronta ed è stata già costruita in precedenza dallo Stato.


Tutti questi trasferimenti di proprietà degli acquedotti pubblici, delle centrali elettriche, degli ospedali, delle autostrade avvenuti negli ultimi trent’anni in quasi tutti i maggiori paesi occidentali (Stati Uniti e Gran Bretagna in testa, ma anche l’Italia ha conosciuto il suo bel periodo di privatizzazione selvaggia negli anni novanta grazie all’azione di governo di una sinistra ormai irriconoscibile e neoliberista fino al midollo) come abbiamo già detto non danno alcun nuovo impulso all’economia e soprattutto non garantiscono a priori una migliore gestione del servizio, visto che dipenderà molto dalla situazione finanziaria ed economica della società privata. Anzi, in tempo di crisi, mentre lo Stato sovrano continua a non avere alcuna limitazione di spesa, la società privata che non ha questa facoltà tenderà invece a tagliare i costi di mantenimento del servizio e la qualità di erogazione potrebbe lentamente degradare. L’unica cosa certa è il vantaggio della rendita garantita per la società privata.


E il debito pubblico? Vendendo l’autostrada lo Stato avrà ridotto il suo debito pubblico? No, il debito pubblico rimane sempre lì dove si trovava e non si muove, innanzitutto perché è una grandezza inesistente (come si può ridurre il nulla?) e in secondo luogo perché rinunciando ad essere attivo in campo economico, lo Stato non potrà fornire nuove sollecitazioni a costo zero all’economia e gli andamenti generali di sviluppo (non solo materiale, ma anche immateriale e intellettuale) tenderanno a ristagnare. Siccome lo sviluppo economico nel suo complesso viene guidato adesso soltanto dai finanziamenti delle banche private tramite la loro funzione specifica di fornire prestiti illimitatamente, ad ogni nuovo investimento corrisponderà un debito uguale e contrario e la nuova ricchezza cumulata immessa nel sistema sarà pari a zero.


Fra l’altro le banche indirizzeranno spesso unilateralmente gli investimenti verso le attività che in quel momento vengono considerate più redditizie, trascurando tutte le altre. Quel settore specifico (per esempio quello immobiliare) vivrà un periodo di espansione fittizio e artificiale, creando però nel frattempo un grande accumulo di debiti e di gente indebitata, fino a quando i ritorni economici degli investimenti saranno talmente scarsi che qualcuno nella filiera del debito non sarà più in grado di onorare gli impegni presi e il settore crollerà improvvisamente. Questo processo ormai lo conosciamo bene ed è lo stesso che porta con cadenza ciclica e sempre più frequente allo scoppio di nuove crisi finanziarie e bolle speculative.


In questa nuova e quasi permanente situazione di crisi e stagnazione economica, lo Stato, attraverso la sua banca centrale, dovrà attivarsi e creare soldi dal nulla per pagare i fondi di salvataggio alle banche, fornire nuovi stimoli fiscali alle imprese (sostegno finanziario diretto negli investimenti o riduzione delle imposte) e garantire assistenza e sussidi improduttivi a tutta la nuova massa di disoccupati che intanto si è venuta a creare. Queste nuove uscite da parte dello Stato, unite alle minori entrate (quando l’economia ristagna, i redditi si abbassano e vengono pagate meno imposte dirette e indirette dai contribuenti) peggiorano il bilancio dello stato e favoriscono l’aumento del debito pubblico, che a differenza di quello precedente non crea più nulla e a parte i sostegni diretti alle aziende non pone le premesse di una nuova ripresa economica o di un qualsiasi tipo di rilancio dell’economia. Lo Stato ha adesso un ruolo esclusivamente passivo e difensivo e non più attivo e costruttivo nel sistema economico e può (anzi deve) solo riparare a valle ciò che altri hanno distrutto a monte.


E’ chiaro che l’economia nel suo complesso essendo oggi basata ormai soltanto sull’attività creditizia delle banche e sul merito e sulla capacità di indebitamento ad oltranza delle controparti attive nel circuito produttivo, sarà sempre instabile e soggetta alle violente oscillazioni imposte dal mercato: se la domanda in un certo settore crolla, le imprese non saranno più in grado di rimborsare i prestiti e inizia una sorta di spirale recessiva che si sposta poi ad altri settori da cui risulta impossibile uscire. Questi fenomeni sono conseguenze naturali di un processo di adattamento e selezione del sistema produttivo, ma senza un intervento esterno da parte di un’entità terza e stabilizzatrice, che prima era lo Stato, possono portare rapidamente al collasso e al degrado di un’intera struttura sociale ed economica.  


Lo Stato può decidere di interrompere questa reazione a catena di indebitamento senza fine e il conseguente avvitamento recessivo quando vuole, ma prima i cittadini devono capire bene che l’intervento dello Stato nel circuito economico non comporta ulteriore indebitamento di nessuno e può essere sostenibile ed efficace soltanto se lo Stato utilizza la sua capacità di spesa in modo produttivo e razionale. Lo Stato arricchisce davvero i cittadini soltanto quando i cittadini diventano consapevoli del loro ruolo attivo di partecipazione, controllo e monitoraggio delle scelte dello Stato in economia. Senza questa definitiva presa di coscienza della cittadinanza non si va da nessuna parte e il processo potrebbe presto andare di nuovo alla deriva, a causa della corruzione, del malaffare, del nepotismo e di tutti quei mali che affliggono gli Stati meno maturi e civili. Ognuno va per la sua strada e tutti, chi più chi meno, saranno poi costretti a leccarsi le proprie ferite, pensando di vivere in un’era sbagliata e in un’epoca disgraziata: ovviamente non è così, perché soltanto la gente, con le sue scelte concrete, decide quanto disgraziato e orrendo sarà il mondo in cui vive.


In particolare, se le persone non capiscono che lo Stato, in quanto espressione della loro stessa capacità produttiva e delle potenzialità in termini di risorse del territorio nazionale, ha una capacità di spesa praticamente illimitata allora è difficile che in tempi brevi si riuscirà a cavare un ragno dal buco e si può rimanere in questa fase di galleggiamento per un tempo indeterminato, perché intanto lo Stato sovrano come sappiamo avrà sempre la capacità di ripagare tutti i suoi debiti passivi. Non credere nel ruolo attivo dello stato in economia è un po’ come non credere in se stessi e nel paese in cui si vive: siccome io non ho fiducia in me stesso e nella mia voglia di lavorare e credo che la mia terra valga poco o niente, non voglio che lo Stato investa su di me e scommetta sul mio paese.


Qual è la principale obiezione all’intervento dello Stato in economia? E’ sempre la stessa ed è principalmente di carattere ideologico, in quanto vengono evocati fantasmi del passato che scatenano paure irrazionali nella gente. Uno Stato forte viene spesso inconsciamente collegato a movimenti politici e sociali come il comunismo, lo statalismo, il fascismo, l’assistenzialismo, che spesso sono sfociate in forme più o meno blande di governo dittatoriale. Ma in verità, in tutto quello che è stato descritto prima non abbiamo mai detto che l’intenzione dello Stato e dei suoi cittadini sia quella di eliminare la proprietà privata, azzerare le rendite e i profitti delle società private, cancellare i diritti costituzionali e le libertà civili dei cittadini. Anzi. Come abbiamo visto nel caso dell’autostrada, lo Stato ha garantito il diritto al lavoro ai suoi cittadini e ha consentito di trasferire e distribuire ricchezza a molte aziende private che in maniera produttiva hanno partecipato attivamente ai lavori di costruzione dell’opera pubblica.    


Al contrario l’intervento dello Stato ha soltanto allontanato dalla sfera dei profitti tutte quelle società private e finanziare che intendono speculare tramite l’ottenimento di una rendita garantita, senza immettere alcun valore aggiunto concreto nell’economia e nella società nel suo complesso. Lo Stato quindi non ha solo il ruolo attivo di stabilizzatore dei processi economici, ma anche quello di selezione e promozione dei settori aziendali realmente produttivi e di progressivo ridimensionamento di quelli invece unicamente speculativi e parassitari. La capacità di spesa illimitata dello Stato non deve eliminare per esempio l’attività delle banche che svolgono correttamente la loro funzione di intermediazione del credito, ma deve essere rivolta a finanziare quelle opere di sviluppo e benessere sociale che per ovvie ragioni di rischio o ritorno economico dell’investimento le banche non saranno mai in grado di supportare. Lo Stato e le banche in questa ottica sono due entità complementari che non si elidono a vicenda, anzi crescono insieme occupandosi di due settori dell’economia totalmente differenti ma ugualmente utili.


Tuttavia se non esiste alcun limite finanziario alla capacità di spesa dello Stato, è chiaro che esiste un limite fisico ben preciso alla sua capacità di produzione e investimento, perché uno Stato non può costruire autostrade all’infinito, oppure scavare buche e ricoprirle per tenere impegnati e distribuire reddito e lavoro ai suoi cittadini. In questo caso entra in gioco un nuovo fattore indispensabile per consentire lo sviluppo sostenibile della società: la ricerca e l’innovazione. Lo Stato può infatti finanziare tutte quelle utili ma spesso costose attività di ricerca scientifica e tecnica che per i motivi citati prima nessuna società privata sarà disposta a finanziare. Le aziende private, tramite il supporto delle banche, hanno anch’esse un ruolo attivo nel campo della ricerca, ma siccome finanziano e investono perlopiù  nei settori che assicurano una buona probabilità di ritorno economico dell’investimento, non possono impegnarsi nello sviluppo tecnologico di nuove innovazioni scientifiche che hanno un margine di rischio più elevato e una possibilità di guadagno più bassa.


Per intenderci, siccome autostrade di cemento non possono più essere realizzate per ovvie ragioni di spazio, lo Stato potrebbe intervenire per finanziare la ricerca nel campo delle autostrade informatiche che è settore ancora poco sfruttato e sottoutilizzato. Per capire meglio come funziona e quali effetti comporta un intervento diretto dello Stato nel processo di innovazione e sviluppo di nuove tecnologie, riprendiamo un semplice esempio riportato sul sito Keynes blog:


Supponiamo che lo Stato decida di dotare il Paese di una rete telematica ad alta velocità che arrivi in tutte le case, gratis o a prezzi molto contenuti. La realizzazione di questa infrastruttura andrebbe direttamente ad aumentare il PIL. Ma non finisce qui. L’azienda che realizza la rete (che eventualmente potrebbe essere anche un’azienda pubblica) dovrà comprare materiali, affittare sedi, investire in macchinari, ecc. Questo incrementerà la domanda dei beni necessari alla produzione.


Dovrà anche assumere un certo numero di persone e pagare consulenze tecniche. Queste persone si ritroverebbero un reddito che prima non avevano e che spenderebbero, ad esempio, in alimenti, vestiti, divertimenti e accendendo un mutuo per comprare una casa. Ciò stimolerebbe la domanda di beni di consumo e appartamenti, oltre a stimolare il commercio. A loro volta i produttori di beni di consumo e appartamenti dovrebbero far fronte alla domanda crescente, e così via.


Sebbene questo ciclo non sia infinito, in quanto ad ogni passaggio i vari soggetti tenderanno a non spendere tutto il proprio nuovo reddito ma ne risparmieranno una parte, è evidente che un l’intervento pubblico ha prodotto un aumento della domanda aggregata molto maggiore dell’investimento iniziale. Questo meccanismo è chiamato moltiplicatore keynesiano.


Ma non finisce qui: la nuova infrastruttura telematica potrà essere usata da alcune imprese per veicolare i propri prodotti (ad esempio film, software, ecc.) e permetterà ad altre imprese di risparmiare sui costi grazie ad un servizio di telecomunicazione migliore.


Considerando che cittadini e imprese che ne beneficeranno pagheranno più tasse allo Stato (essendo cresciuto il loro reddito) e che lo Stato non dovrà più erogare i sussidi di disoccupazione per chi avrà trovato un nuovo impiego, la spesa iniziale andrebbe dopo un certo periodo a compensarsi. In altre parole, se si sceglie bene l’investimento, è possibile quello che l’economia classica sostiene non esistere: un pasto gratis.


E' importante notare che questa non è solo un'ipotesi teorica, ma un fatto riscontrato nella realtà. Sono infatti state le ingenti spese del New Deal, della guerra, del Piano Marshall e dell'intervento pubblico in economia nel dopoguerra a rendere gli USA e l'Europa i leader economici del 20° secolo. La domanda pubblica e l'erogazione diretta di beni e servizi, di ricerca e innovazione, di servizi sociali, così come la programmazione economica, hanno spinto gli investimenti privati e i consumi, rafforzando tutta l'economia.


Un analogo esempio potrebbe farsi nello sviluppo, nella ricerca e nell’implementazione di fonti di energia rinnovabile, celle fotovoltaiche, sistemi eolici, studio delle maree, cogenerazione energetica, recupero e riciclaggio dei rifiuti. Insomma tutti settori che per un motivo o per un altro, le aziende private non sono disposte a finanziare oltre un certo limite. Ricordiamo che uno dei maggiori teorizzatori dell’importanza dello Stato nei processi produttivi è stato John Maynard Keynes, che non era certo un comunista, un socialista o un nazionalista estremo, ma un grande economista classico, forse il più grande di tutti, che conosceva però a perfezione i limiti e le criticità del libero mercato e della deregolamentazione selvaggia, processi che lasciati a se stessi come accade oggi rendono impossibile il raggiungimento di un qualsiasi stato di equilibrio e il mantenimento di una duratura stabilità economica.


In definitiva, se qualcuno dovesse chiedermi cosa significa oggi la parola debito pubblico, io risponderei che è la fiducia che ha lo Stato a cui appartengo ripone nella mia capacità di creare reddito, produzione di beni e servizi, sviluppo sostenibile, ricerca e innovazione, migliori condizioni umane, materiali e intellettuali di convivenza civile. Quando uno Stato spende a deficit positivo senza badare ai limiti di indebitamento significa che crede in un ulteriore progresso migliorativo della sua società e intende distribuire ricchezza a tutti coloro che hanno voglia di partecipare attivamente a questa nuova fase di sviluppo sostenibile.


Mentre quando lo Stato viene ingabbiato nella follia del debito pubblico, che in realtà è una grandezza inesistente, significa che sta tirando i remi in barca, sta abbandonando l’intera nave alla deriva, crede che questa nave prima o dopo affonderà e ha calato le scialuppe di salvataggio in modo che possano salvarsi soltanto un numero limitato di persone. E’ la vittoria finale del caos feroce e indistinto rispetto alla possibilità di creare sempre nuovi e migliori condizioni di ordine ed equilibrio sociale, che finisce per favorire l'imbarbarimento di un'intera civiltà.


In questa nuova prospettiva, il debito pubblico conseguente alla piena sovranità monetaria dello Stato è lo strumento più efficace per garantire e tutelare l’ordinamento democratico di una società, perché oltre a stabilizzare e selezionare i processi economici, consente di redistribuire equamente le ricchezze e le risorse della nazione secondo una precisa scala di merito. Ovviamente esistono i casi di degrado e corruzione dovuti all’abuso dello strumento del debito pubblico, ma quelli vanno isolati e sanzionati grazie al controllo attivo e partecipato della cittadinanza e al ruolo fondamentale di sorveglianza e repressione della magistratura. 


Nel prossimo articolo esamineremo in dettaglio il caso eccezionale dell’eurozona, che è indubbiamente l’esperimento in assoluto più ardito che mai uomo aveva fatto per sopraffare e dominare altri uomini, cancellando qualsiasi diritto democratico e costituzionale della cittadinanza: mai nessuno nello storia si era spinto fino a tanto con un tale dispiegamento di mezzi e di menzogne. Il debito pubblico non solo è stato bandito come strumento economico e finanziario pericoloso e dannoso, ma deve essere pure ripagato fino all’ultimo centesimo, perché gli stati europei non hanno assolutamente fiducia ed empatia nei confronti dei propri cittadini e vogliono rastrellargli la ricchezza in ogni modo prima che il gioco finisca. O quantomeno prima che la risicata cerchia di uomini oggi dominante non avrà deciso di essersi arricchita abbastanza. Perché come vedremo il gioco perverso dell’eurozona è destinato prima o dopo a concludersi essendo un gigantesco Schema Ponzi del debito in cui gli ultimi della catena a pagare tutti gli altri sono sempre e soltanto i cittadini.  


 

33 commenti:

  1. Oddio Piero, quando ho letto l’articolo ho pensato che non avevo letto bene; allora l’ho ri-letto una seconda volta e mi sono messo le mani nei capelli (quei pochi che restano).
    Devo dire che mi dispiace essere la voce critica nel tuo blog ma non e’ che tu mi aiuti tanto nel cambiare.
    Come puoi scrivere che il debito pubblico, lo spread, i mercati, la paura infondata dell’inflazione non sono tanto fenomeni di carattere economico, scientifico, tecnico, ma hanno molta più attinenza con le angosce ancestrali dell’anima umana?
    Stavi scherzando, vero? Che burlone che sei.
    Pensa, mi avevi quasi fatto credere che pensavi che l’inflazione è un dato statistico che misura l’aumento tendenziale dei prezzi al consumo, confondendo di fatto l’effetto (l’aumento dei prezzi) con la causa (l’aumento della moneta in circolazione).
    C’ero quasi cascato.
    Come per un certo momento non riuscivo a credere che anche tu fossi fra quelli che preferiscono ascrivere i creditori a quella categoria di fessi che dopo aver risparmiato e prestato il frutto dei sacrifici fatti, si ritrovano con un pugno di mosche in mano perché il debitore non paga o paga con moneta svalutata, di fatto premiando lo spreco a scapito della parsimonia, senza che ci sia nessuno che lo difenda ma dovendosi difendere a sua volta dalla coercizione dell’usurpatore di turno.
    D’altra parte il discorso filava affermando che parola debito non ha proprio alcun senso, potendo un semplice Pinco Pallino schiacciare un tasto e come per incanto resettare gli sprechi. Perché lo Stato così fa anche adesso (quelli che possono farlo), schiacciano un bottone e per miracolo l’acqua si trasforma in vino e tutti a brindare.
    E poi ubriachi e storditi da cotanta abbondanza si scambiano viottoli di campagna per grandi autostrade che prese alla massima velocità inevitabilmente portano a scontrarsi con la realtà di un tronco d’albero secolare posto proprio lì ad attendere il nostro arrivo.
    E che dire sul paragone con gli USA la GB ed il Giappone?

    Continua ........

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  2. Ma che ti possino, volevi farmi credere di dimenticare di proposito che il dollaro e’ valuta di riserva e che i produttori di petrolio accettano quasi solo quella, che la Cina presta in continuazione fondi all’America per sostenersi e sostenerla, che la GB ha la City che controlla il 85% del mercato chiamiamolo orto fruttifero ed oltre il 65% di tutti i mercati finanziari del mondo (se non ricordo male), che in Giappone il debito pubblico e’ al 100% in mano giap-ponese. E di dimenticare persino che queste valute hanno perso nel tempo oltre il 85% del loro valore. Immagina io che ho risparmiato un dollaro nel 1971 ed oggi mi ritrovo con 15 cent come sono felice ad aver fatto economia.
    Piero, vuoi capirlo che non esistono pasti gratis a questo mondo?
    Tu parli dello Stato come un entità perfetta, efficiente, rispettosa del diritto e dell’uguaglianza, parli di uno Stato che non esiste e che mai esisterà.
    La pretesa di riuscire a stimolare l’economia da parte dello Stato, presuppone una conoscenza perfetta e precisa di tutte quelle attività che in sua assenza, in una situazione eco-nomica chiamiamola normale, avrebbero generato una domanda ed un offerta di determinati prodotti. Ma questo e’ impossibile per chiunque. E’ impossibile conoscere i gusti delle persone, le circostanze particolari che mettono in condizione l’attore economico di scegliere l’uno scartando il due (o viceversa). Costruire una cattedrale nel deserto (in Italia siamo campioni in questo) non stimola l’economia, crea uno spreco che prima o poi va pagato.
    Prendi quel buco che vogliono fare in mezzo ad montagna. Per costruirlo e terminarlo si userà la migliore tecnologia esistente (tralascio come verranno sprecati i soldi tramite gli appalti e sub-appalti) per poi collegarla ….. ad una rete ferroviaria inadeguata. Bravo lo Stato!
    O il ponte tanto decantato dal Berlusca. Se mai lo si farà e se mai terminerà, verrà allacciato al cantiere infinito Salerno-Reggio Calabria che in cinquant’anni non si riesce a chiudere. Eccellente prova da parte dello Stato di come allocare le risorse!
    Keynes pensava che a lungo andare saremmo tutti morti per cui i debiti impagabili del sistema stato-finanza ci sarebbero dovuti interessare relativamente; il che può essere anche vero se ce ne freghiamo dei figli e dei nipoti.
    Io non posso sono d’accordo con un discorso che crea perennemente nuovi schiavi.

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    1. Credici, credici Carlo, perchè non scherzavo affatto e credo in quello che ho scritto e ci crederò fino alla fine dei miei giorni...senza sovranità monetaria, la democrazia è finita, game over, finisce la possibilità di scelta, la valutazione delle alternative, nessun diritto costituzionale può essere garantito perchè esiste sempre l'alibi che mancano i soldi...Sarà un caso ma proprio adesso ho risposto ad un altro commento di un lettore perplesso che ti riporto sotto:
      "Condivido pienamente le tue perplessità perchè sono anche le mie e infatti quando parlo di ritorno alla sovranità monetaria aggiungo sempre che senza un controllo e una partecipazione attiva della cittadinanza alle scelte del governo il sistema non funziona e tende ad andare alla deriva...guarda solo quello che è successo nell'ultimo trentennio dove gli italiani si sono allontanati dalla politica quando ancora vivevamo in una democrazia di facciata e ci siamo risvegliati in una dittatura di fatto...è indubbio che senza questa presa di coscienza collettiva qualsiasi sistema democratico tende a deragliare e per questo bisogna tenere sempre viva questa coscienza collettiva, scrivendo, dialogando, informando, con tutti i limiti e le difficoltà che ciò comporta...
      La prima cosa che i cittadini dovrebbero capire è che uno stato sovrano non ha alcun limite di spesa, quindi l'alibi che mancano i soldi non è più valido in questo caso... nessun cittadino davanti ad un cumulo di rifiuti potrebbe sentirsi dire dall'amministratore pubblico che mancano i soldi per la raccolta e preso atto di questa verità secondo me si risveglierebbe lo spirito civico dei cittadini e gli amministratori verrebbero spronati a lavorare...ma siamo sempre nel campo delle ipotesi, perchè nessuno può conoscere in anticipo quali saranno le scelte e i comportamenti futuri dei singoli individui...
      La democrazia è in assoluto una forma di governo utopistica e ideale, ma se si perde slancio e fiducia in questa utopia è chiaro che dovremmo accontentarci di forme di governo più repressive e autoritarie...quindi tutti i discorsi sulla MMT, la sovranità monetaria, la spesa a deficit positivo hanno un fondo di utopia perchè presuppongono appunto l'applicazione di una democrazia perfetta...ma è qui che sta la scelta e la scommessa attuale che devono fare i singoli individui in questo momento: credere ancora nella democrazia o accettare una qualche forma di nuova dittatura??? Ovviamente, chi come te e come me crede ancora nel sogno della democrazia, deve scrivere, studiare e comunicare per cercare di fare pendere l'ago della bilancia dalla nostra parte..."

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    2. Vedi, io non posso farci niente ma in questa scommessa sulla democrazia ci credo ancora, mentre tu preferisci affidarti a forme di politiche di tipo anarchico (ognuno si fabbrica la moneta che vuole) o al massimo accontentarti dell'attuale sistema dittatoriale delle banche private...la tua scelta l'hai già fatta e io non posso farci niente, non posso convincere qualcuno che ha già chiuso a doppia mandata qualsiasi possibilità di dubbio...la democrazia non ti piace e secondo te non può esistere su questa terra, cosa assai probabile, ma io invece continuo a credere che possa esistere...sarò pazzo, sarò un sognatore, sarò un utopista, certamente sì...e cosa posso farci???
      Sull'inflazione ribadisco che è un dato statistico che misura l'aumento dei prezzi al consumo, nessuno ha mai dimostrato con certezza un preciso rapporto di causa ed effetto fra inflazione e l'aumento della massa monetaria circolante, a parte Friedman e i pazzi come lui, che stanno a Francoforte...persino la Fed sta cominciando a dubitare sulla teoria quantitativa della moneta, perchè l'esperienza sta dimostrando che iniettando migliaia di miliardi di dollari nel mercato l'inflazione non cambia nemmeno di un centesimo...il rapporto può esserci al massimo in un contesto di saturazione della domanda e piena occupazione...la perdita del potere di acquisto della moneta è stato dovuto principalmente alle attività speculative delle banche private (97% della moneta circolante viene creata dalle banche commerciali aprendo nuovi prestiti, lo hai detto anche tu), che hanno concentrato i loro prestiti su particolari settori trascurando tutto il resto e deprimendo il tessuto produttivo nel suo complesso (meno offerta, concentrazione della produzione, monopoli e aumento dei prezzi al consumo)...analogo discorso sul prezzo delle case, che è stato gonfiato dall'eccesso di investimento speculativo delle banche private...mi dispiace ma devi prendertela con le banche private se i tuoi risparmi sono evaporati....
      Quando Keynes disse quella frase si riferiva alla possibilità che nel lungo periodo la domanda crolla, ma non al pagamento dei debiti, perchè era un economista competente e sapeva che uno stato sovrano può sempre ripagare i suoi debiti...slogan finale: viva lo stato democratico e sovrano e abbasso la dittatura delle banche e dei banchieri!!!!!

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    3. Non diciamo insulsaggini: Keynes sapeva benissimo che con la moneta fiat i debiti sarebbero stati irredimibili; non avrebbe proposto il Bancor altrimenti.
      Per quanto riguarda l’inflazione ….. risparmio citarti Hayek o Shumpeter o Blanchard (quest’ultimo lo studiano al primo anno d’economia).
      Gia su Wikipedia si scrive che: vi sono diverse possibili cause dell'inflazione. L'aumento dell'offerta di moneta superiore alla domanda, stimolando la domanda di beni e servizi e gli investimenti, è unanimemente considerata dagli economisti una causa dell'aumento dei prezzi nel lungo periodo.
      Se poi proprio vuoi un testo più vicino al tuo modo di pensare, l’eretico Pound scriveva in proposito: La vera inflazione non comincia se non quando il denaro (titoli quantitativamente determinati) è emesso contro beni o servizi che non possono essere consegnati (questo fu il caso degli assignats della Rivoluzione Francese, emessi contro terre appartenenti allo Stato), o quanto è emesso in quantità eccedenti la richiesta per beni o servizi disponibili. In tali casi la situazione è paragonabile a quella che esisterebbe qualora due o più biglietti fossero emessi per il medesimo posto al teatro alla medesima ora, o a Londra per uno spettacolo dato quella sera a Bombay, o per uno spettacolo scadente al quale nessuno vuole assistere.
      Il tuo slogan finale non tiene presente che la vera democrazia e’ legata indissolubilmente alla Liberta, la quale rappresenta la massima indipendenza dalla costrizione esercitata da altri, comprese le autorità, sul nostro comportamento individuale.
      Buona Pasqua!

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    4. Carlo, il modo in cui ti infervori e ti appassioni agli argomenti economici è davvero ammirevole, ma a volte commetti degli svarioni preso dalla foga:

      1) Keynes sapeva che tutti i debiti sono rimborsabili da uno stato sovrano quando denominati in valuta nazionale (fiat money)

      2) Uno stato può non riuscire a rimborsare i debiti denominati in moneta estera, dovuti a uno squilibrio della bilancia dei pagamenti con l'estero

      3) Keynes suggeriva l'introduzione del Bancor per evitare squilibri commerciali permanenti nella bilancia dei pagamenti con l'estero, in modo che i paesi più ricchi in surplus fossero in qualche modo costretti ad aiutare i paesi più poveri in deficit...purtroppo non fu ascoltato e vinsero i banchieri che hanno portato al disastro attuale

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    5. Passiamo all'inflazione.

      1) L'inflazione è un dato statistico che misura l'aumento tendenziale dei prezzi al consumo

      2) Le cause del fenomeno chiamato inflazione, descritto sopra, possono essere molteplici, ma non esiste un preciso rapporto di causa effetto soprattutto nel breve periodo: essendo il prezzo una grandezza derivante dai complessi rapporti di interazione fra domanda e offerta di beni e servizi, bisogna studiare a fondo le dinamiche che comportano un aumento sproporzionato di domanda a fronte di una diminuzione dell'offerta: l'attività speculativa delle banche private che sono le uniche a immettere moneta circolante nell'economia è sicuramente la principale delle cause del fenomeno inflattivo perchè concentra il denaro su poche attività produttive e su molte improduttive, trascurando molti altri settori e deprimendo l'offerta. Il ruolo dello stato in economia è quello di riequilibrare e stabilizzare questi processi distorti di finanziamento delle banche private che creano inflazione

      3) Dire che l'inflazione è l'aumento dell'offerta di moneta è un pò come dire che lo scioglimento dei ghiacciai è l'aumento dell'irraggiamento solare...lo scioglimento dei ghiacciai è un fenomeno fisico che comporta la trasformazione del ghiaccio in acqua...una delle cause di questo fenomeno potrebbe essere l'aumento dell'irraggiamento solare...

      4) Non ti fidare troppo dei libri di testo di economia spacciati all'università, perchè molto spesso scrivono delle boiate pazzesche...guarda sempre il nome dell'autore e della casa editrice e scoprirai quasi sempre che dietro c'è sempre una banca o qualche fondazione bancaria

      5) Tutti i più grandi economisti della storia, compresi Hayek, Schumpeter e Blanchard sapevano che l'aumento speculativo e squilibrato di offerta di moneta è dovuto soltanto al ruolo delle banche private, che potendo creare denaro dal nulla tramite l'apertura di prestiti, possono distorcere e deformare i normali processi produttivi...se non si capisce questo passaggio fondamentale non si può capire niente dell'attuale economia moderna

      6) Lo stato può intervenire all'inizio del processo per stimolare sia l'offerta che la domanda di beni e servizi riequilibrando i processi distorti dall'attività creditizia fuori controllo delle banche private: l'effetto finale di questo intervento sull'inflazione è zero

      7) Non ti fidare troppo di quello che scrive Wikipedia, ma cerca sempre di ragionare con la tua testa

      8) Ezra Pound diceva anche che dire che uno STATO non può costruire una strada per mancanza di soldi è come dire che un ingegnere non può progettare quella strada per mancanza di chilometri, perchè considerava la moneta una semplice unità di misura del valore di cui uno STATO non può essere mai privo

      9) Un cittadino può considerarsi davvero libero e vivere in uno stato democratico, solamente quando la costituzione e le leggi difendono i diritti del cittadino e evitano che esso diventi una pura merce di scambio fra entità private (banche, aziende etc)...lo stato ha il ruolo di essere il garante delle sue libertà, mentre oggi, a causa della rinuncia alla sovranità monetaria e politica, lo stato è diventato un piazzista di carne umana

      Buona Pasqua anche a te!!!!

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  3. Ciao, mi sono imbattuto casualmente nel tuo blog e devo dire che trovo i tuoi post interessanti. Pian piano cercherò di leggerli tutti e possibilmente "capire"...E' un periodo confuso, molto confuso dove le certezze di prima si stanno volatilizzzando e che, per quelli come me che sono ignoranti in economia, è difficile fare un quadro della situazione.
    Ti pongo alcuni quesisti che magari sembreranno "da neofita"....Perchè il debito pubblico è salito alla ribalta dal nulla....è sempre esistito, nessuno ne parlava come un vero problema; possibile che le "banche" siano gli sponsor di questo "nuovo" problema? E' per quale stupidissimo motivo? Perchè questo accanimento contro lo stato sociale, conquistato con tanti sacrifici? Perchè questo buco democratico nel nostro paese avendo al governo un gruppetto di persone non elette da nessuno?
    Perchè alla luce dei fatti....cioè con l'evidente sofferenza delle persone, non tornano sui loro passi? Non sono crimini contro l'umanità far soffrire le persone in questa maniera, affamando intere popolazioni e portandoli anche al suicidio? Indurre persone al suicidio non è reato? Perchè un'imprenditore può licenziare personale in esubero per motivi economici quando potrebbero celarsi dietro motivi discriminatori....in democrazia se il giudice ritiene il licenziamento ingiusto sentenzia il "reintegro"...cosa significa dogma, ideologia....forse non capiscono che il lavoro significa "vita"...e non caramelle? Perchè un'operaio deve lavorare in linea o in acciaieria fino a 66 anni? Non esistono più i lavori usuranti? Mica vorranno reintrodurre la legge Bismarck?
    Infine perchè la Germania ha riversato in tutta la loro nazione soldi pubblici per le aziende e per appalti di ogni genere, aumentando così il loro debito pubblico? Perchè queste differenze così grandi? Ultima domanda....perchè lo spread 6 mesi fa era 80-100 e tutto d'un tratto (alcune settimane) è arrivato a oltre 500? Sembrava che lo spread non esistesse prima dell'estate 2011...eppure Berlusconi e company erano sulla breccia da 15 anni.....
    Grazie per la tua pazienza....e grazie per il tuo blog...saluti Santo

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    1. Ciao Santo e benvenuto fra noi, che non siamo esperti di economia ma cerchiamo di affrontare e studiare i processi economici in corso come se fossero delle normali questioni di logica, che non prevedono mai dei dogmi o degli schemi precostituiti (come quelli di oggi, che sono di carattere neoliberista e sono stati smentiti più volte dalla storia...)...cerco di rispondere brevemente alle tue domande, ma leggendo i post potrai trovare una spiegazione più ampia:

      1) Il debito pubblico è diventato un problema per l'Italia a partire dal 1992, quando lo stato ha deciso di rinunciare alla sovranità monetaria e di aggregarsi al sistema mostruoso dell'euro, che rende il debito un vero problema perchè bisogna ripagarlo fino all'ultimo centesimo tramite l'utilizzo di una moneta straniera (euro) di cui lo stato italiano non ha alcun potere di emissione (solo la BCE può emetterla)

      2) Le nazioni sovrane (USA, Gran Bretagna, Giappone) non hanno alcun problema di debito pubblico, perchè possono ripagare tutti i debiti denominati in moneta nazionale emettendo tutta la moneta nazionale che vogliono con un semplice clic su un computer della banca centrale

      3) Le banche private sono i maggiori sponsor del sistema usuraio dell'euro, perchè ricavano profitti e rendite a costo minimo prestando i soldi allo stato, che è obbligato a rivolgersi alle banche private perchè non ha più alcun potere di emissione della moneta: vedi ultimo caso della BCE che ha regalato soldi creati dal nulla all'1% alle banche, che li prestano agli stati al 4-5% ricavando un profitto certo senza fare praticamente nulla, speculando

      4) L'accanimento contro lo stato sociale rientra sempre in questa ottica di rendere gli stati completamente dipendenti dal sistema bancario e i cittadini semplici schiavi e carne da macello senza diritti e tutele: abbassando le tutele si abbassano anche i salari e le maggiori aziende private, comprese le banche, possono ricavare un maggior profitto dal lavoro

      5) La democrazia in Italia è finita, perchè lo stato come istituzione non può più garantire i diritti dei cittadini, che vengono lasciati soli all'interno di questo immenso mercato degli schiavi. Privato della sovranità monetaria, lo stato non ha più alcun margine di manovra in campo economico per garantire programmi di piena occupazione o un qualsiasi rilancio dello sviluppo sostenibile. Tutto tende ad andare verso il ribasso, secondo le esclusive convenienze delle società private

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    2. 6) Monti è solo l'ultimo dei falsi politici che lavorano al servizio degli interessi del sistema finanziario e a danno dei diritti dei cittadini, prima di lui ci sono stati Prodi, Ciampi, Draghi, D'Alema etc Berlusconi era solo un povero sfigato che non sapeva di essere una semplice marionetta, che andava bene fino a che non dava fastidio e non rallentava i programmi in corso di usurpazione della democrazia. Queste persone non torneranno mai indietro fino a quando non avranno spento qualunque barlume ancora accesso di democrazia e non avranno reso tutti i popoli degli schiavi al loro servizio (chi non ci sta, si può pure suicidare, a loro non interessa)

      7) Ragionano secondo dei dogmi economici neoliberisti che sono stati sempre smentiti dai dati storici: i programmi attuali imposti dall'UE sono gli stessi che hanno portato al fallimento intere nazioni del Sudamerica (vedi Argentina, che adesso si è salvata ritornando alla sovranità monetaria e sconfessando gli ordini imposti dal FMI)

      8) la Germania persegue soltanto i suoi interessi nazionali, per aumentare i profitti con le esportazioni: quando il surplus commerciale dovuto alle esportazioni della Germania diminuirà, i tedeschi non avranno più alcun interesse a stare dentro l'euro

      9) Lo spread è cominciato a salire quando il sistema finanziario ha capito che Berlusconi non aveva più in pugno il popolo italiano (vedi sconfitta nel referendum) e non poteva più garantire l'attuazione del programma di espropriazione della democrazia. Monti invece è per loro la persona giusta, perchè cercherà di pagare tutti i creditori internazionali, a costo di entrare casa per casa, negozio per negozio, per pignorare tutti i beni

      Capisco che il quadro dipinto sopra è agghiacciante e mette i brividi, ma è quello che hanno in mente da tempo tecnocrati europei e adesso stanno solo cercando di accelerare i tempi...tutto qui...chi ancora non l'avesse capito siamo in mezzo ad una delle più grandi guerre di distruzione di massa e riduzione in schiavitù degli esseri umani...non c'è nessun complotto dietro, perchè è tutto evidente e alla luce dal sole...sta solo a noi combattere e opporre resistenza a questo piano distruttivo, in qualunque modo, scrivendo, studiando, mobilitandosi a livello locale, informando...grazie a te e speriamo di risentirci presto su queste frequenze!!!! Piero

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    3. Ciao....in poche parole siamo davanti alla "shock economy"....teoria avanzata dalla giornalista Klein (libro che mi accingerò a leggere)? Non capisco...l'economia come potrà ripartire in queste condizioni?....Anche chi ha soldi (rimasti non tantissimi) si mette sulla difensiva e ci pensa 200 volte prima di sborsare qualcosa...Non riesco a capire il "fine" di tutto questo.....
      Saluti Santo

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    4. Ebbene sì, Santo, si tratta di una precisa tattica di shock economy, strategia del terrore, terapia d'urto per costringere i cittadini ad accettare delle severe restrizioni dei diritti che in normali situazioni non avrebbero mai accettato...l'economia è certo che non ripartirà in queste condizioni ma rimarrà sempre fra la stagnazione e la recessione permanente, che è la migliore situazione per attuare questo tipo di strategia, che trasferisce ricchezza dal basso verso l'alto...
      Se mi chiedi il fine, secondo me non lo sanno neanche loro perchè come tutti gli speculatori finanziari ragionano in un'ottica di breve periodo, quindi non sanno cosa potrà accadere fra due, tre o cinque anni...considera che il loro unico scopo è il trasferimento di ricchezza, ma nessuno può sapere in anticipo fino a che punto le classi medie e basse saranno disponibili a farsi derubare ad oltranza...loro intanto ci provano, tirano la corda e poi si mettono in attesa di vedere quello succede, se tutto va bene passano allo step successivo per creare una sorta di schema bipolare: grandi imprese e gruppi industriali, cartelli, monopoli, e dall'altra parte una massa informe di lavoratori a buon mercato...nel loro percorso devono cercare di eliminare le differenze, le risorse locali, le particolarità, i piccoli distretti, la strategia del piccolo è bello, ma siccome non sanno nemmeno loro quanto stabile sarà la situazione bipolare, cercano di mischiare continuamente le carte...tutto qui, navigano a vista...a presto!!! Piero

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  4. Caro Piero, l'esperimento lo faro' a Pasqua quando andro' a Roma, e devo pure stare attenta perche' devo ereditare.....ieri sera a Linea Notte l'editore Fazi ha attaccato le politiche di Monty piuttosto vivacemente e mi stavo rallegrando......quando all'improvviso si e' messo ad invocare l'unione politica ! ha anche sostenuto che Anghela avrebbe perorato questo esito in un discorso agli studenti di Berlino. Ma ti pare credibile? Un'Unione Politica europea, con i trasferimenti di fondi e di lavoratori, con l'unione fiscale ed un unico mercato del lavoro come potrebbe convenire alla Germania che prospera proprio sulle differenze?In attesa dei tuoi commenti ti faccio tanti auguri. Cristina

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    1. Quando c'è di mezzo l'eredità bisogna andare sempre cauti, se le zie piddine sostengono che Monti è un politico di sinistra e difende i diritti dei lavoratori, mi raccomando annuisci e rincara la dose dicendo che Monti è il nuovo leader alla Berlinguer che la sinistra attendeva da tempo!!!
      Non credo proprio che i tedeschi acconsentiranno ad aderire ad una unione politica e fiscale completa che prevede trasferimenti di capitali pubblici dai paesi più ricchi a quelli più poveri...ma ce li vedi i tedeschi che aiutano i greci, gli spagnoli e gli italiani con il frutto del loro sudato lavoro??? Nien!!! I tedeschi non ci arrivano e non possono capire che se non danno i soldi a chi deve comprare i loro prodotti, la loro produzione si ferma...loro sono convinti che esporteranno in Cina, ma non so fino a che punto i lavoratori tedeschi saranno disposti a diventare come quelli cinesi...Anghela avrà un bel da fare quando questi benedetti surplus commerciali tedeschi diminuiranno, a quel punto dovrà inventarsi un nuovo Fiscal Compact che porti il limite del debito pubblico fino al 100% del PIL, per accontentare lavoratori e imprenditori tedeschi...ma sono sicuro che qualcosa si inventeranno per tenere in piedi l'euro, che è uno strumento di schiavizzazione fantastico, che pure gli americani ci invidiano...si chiedono, ma come cavolo siete riusciti a rimbecillire fino a questo punto 500 milioni di persone???
      Un abbraccio e tanti auguri di buone feste anche a te!!!

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  5. Ciao, non c'entra col tema dell'articolo, ma volevo chiederti... ne sai mica qualcosa del sistema bancario o comunque più in generale di gestire le "questioni monetarie" arabo?
    Cioè, da quel che ne so io si differenzia da quello "ebraico" (il nostro) soprattutto perché non prevede e anzi totalmente deplora l'applicazione di una qualsiasi forma di interesse sui prestiti.
    E allora come fanno le loro banche a stare in piedi, mi sono sempre domandato?
    Così, se la questione non ti è nuova o ancora meglio se hai qualche testo o ipertesto da consigliarmi...
    Un saluto, Alessandro

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    1. Ciao Alessandro, come suggerito da Aldo del blog nonpiùchicchidimais ti consiglio di leggere i link riportati sotto...anche io mi sono chiesto spesso come potrebbe funzionare una banca e un regime creditizio a interessi zero (vedi anche il caso della banca svedese Jak), ma alla fine mi sono risposto che per il momento questa è solo una finezza, un dettaglio, perchè per adesso ci sono altre priorità (sovranità monetaria e cancellazione del privilegio delle banche di creare soldi dal nulla attraverso l'apertura di nuovi prestiti come proposto da Positive Money) e alla fine ho sempre rimandato l'argomento...
      Ad ogni modo, considera che nello schema islamico le banche svolgono soltanto il loro naturale servizio di intermediazione del credito guadagnando sulle commissioni e non sugli interessi, come dovrebbe essere in un mondo normale...quando tu prendi l'autobus, paghi il biglietto, la commissione per usufruire del servizio, ma il controllare non chiederà un ulteriore esborso di interessi per tutto il tempo in cui tu stai sull'autobus...analogo discorso per tutti gli altri servizi...mentre le banche fin dall'inizio della loro fondazione hanno preteso un trattamento speciale, agendo sull'inganno e sulla fiducia collettiva...
      A mio modesto parere, l'unico interesse che le banche potrebbero associare ad un prestito è l'indicizzazione al tasso di inflazione, per proteggerle quantomeno dal rischio di perdita futura di potere d'acquisto...tutto il resto è usura...a presto!!! Piero

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  6. Prova a dare un'occhiata a questi indirizzi:

    http://www.italiasociale.net/economia06/economia020309-6.pdf

    http://www.disinformazione.it/sistema_finanziario_e_potere.htm

    http://www.nonsoloprestiti.com/101/la-banca-islamica-storia-e-suo-funzionamento/

    Aldo.

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  8. Buonasera a tutti, vorrei esprimere una semplice considerazione a proposito dei commenti di Carlo.
    Anch'io sono un po perplesso ma perchè dobbiamo "ucciderci" da soli? Io tra una speranza di vita (utopistica!?) e un'apatia mortale beh... voglio morire di speranza allora. Ed è quello che voglio insegnare alle mie figlie, non perdere mai la speranza perchè se no si rischia di morire prematuramente.
    Ho espresso un dubbio, non sulla teoria economica su cui si fonda la MMT, la condivido. Sono scettico sulla politica che dovrà gestirla. Ma come dice Stephanie Kelton: la MMT fa capire ai politici, ma anche alla gente, che non ci sono (quasi) limiti finanziari per il Governo a moneta sovrana, per cui non ci sono motivi per cui non debba agire per la gente. Alcuni vedono questo come una debolezza, ma io penso che sia uno dei massimi punti di forza della nostra teoria. La realtà secondo cui con la MMT lo Stato può spendere per i cittadini senza (quasi) limiti finanziari, di fatto smaschera ogni scusa che viene addotta dai politici per non tutelare i cittadini, come quelle del pericolo deficit e debito.

    Pensiero condiviso anche da Piero. Quindi se proprio noi cittadini smettiamo di credere in un "mondo migliore", se proprio noi con le nostre singole azioni molliamo... allora è inutile anche stare qui a scrivere articoli e commenti.
    Ho l'impressione che a volte si dia più importanza alla forma che alla sostanza: sicuramente è importante capire i meccanismi macroeconomici, così come è altrettanto importante capire la reale genesi della crisi ma non perdiamo mai di vista ciò che l'economia è in realtà, ciò che rappresenta: un mio caro amico, Gianni, sposato con un mutuo, ragazzo brillante, preparato, pofessionale, con una laurea in Ec. e Comm., dopo 10 anni di contratti a progetto (!!!) presso un'agenzia marittima, un bel(?) giorno di dicembre... puff! LICENZIATO. Perchè? Sta pagando un avvocato esperto in diritto del lavoro per capirlo. E intanto il mutuo va avanti. Desideravano avere dei figli Gianni e la moglie ma "senza lavoro" è un casino metter su famiglia, soprattutto se hai anche la sfortuna di avere dei genitori (possibili e mancati nonni) che lottano per sopravvivere con una pensione di merda dopo una vita di duro lavoro e che non possono sostenerti finanziariamente.
    Quindi che fai? Accetti un lavoro precarissimo di 500 euro al mese (e non scherzo!) e magari fai un colpo di testa e vai in bamca per chiedere "un aiuto" che ti costerà caro (ammettendo che la banca sia disposta a concederti un ulteriore prestito).

    continua...

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  9. Questa è l'economia. Questo oggi stanno causando le scelte economiche dei nostri politici-tecnocrati-economisti scellerati. Hanno tolto a milioni di Gianni in tutta Europa la possibilità di avere una casa, un famiglia, dei figli. Hanno tolto la speranza a milioni di ragazzi di potersi realizzare nella vita: mica stiamo parlando di fare i calciatori o le veline! Parliamo di avere un posto di lavoro sicuro, che è alla base di uno Stato democratico, che permetta ad un uomo/donna di sentirsi tale e non un limone da spremere.
    Pensate al libro di Primo Levi "Se questo è un uomo", rende l'idea di ciò che stiamo diventando.
    Pertanto, e concludo, perchè non credere che la MMT possa essere una soluzione: uno Stato a moneta sovrana, legittimato dai cittadini che spenda a deficit positivo per loro. Cosa c'è di tanto aberrante?
    Perdonate lo sfogo ma credo che tutti noi abbiamo il dovere morale, nei confronti di tutte le persone che soffrono a causa di ciò che l'Euro rappresenta, di ribellarci per cambiare lo stato attuale delle cose, come? Innazitutto non perdendo la speranza, poi, come sostengo da tempo, studiando, approfondendo, informando e proponendo, cercando di destare dal torpore quante più persone possibili, affinchè ci sia una presa di coscienza che faccia, cito Piero, pendere l'ago della bilancia dalla nostra parte...

    Infine mi congedo sottoscrivendo il tuo slogan: "viva lo stato democratico e sovrano e abbasso la dittatura delle banche e dei banchieri!"

    P.S. se non mi chiedi i diritti d'autore lo metto anche nel mio blog! ;-)

    Aldo.

    P.P.S. Piero, perdonami, ho inserito il primo commento in maniera parziale, se puoi toglilo... Sorry!

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    1. Cosa dire Aldo, siamo sulla stessa lunghezza...se non riusciamo a fare in gran numero questo necessario salto di qualità, potranno spennarci quanto vogliono, facendoci credere che l'economia sia una scienza perfetta...ma non è così...
      Come diceva un economista, l'economia non è una scienza perfetta come la fisica, la chimica, la biologia, perchè cambia in base alle istruzioni che l'uomo inserisce...nella fisica noi possiamo descrivere fenomeni e scoprire leggi universali, ma in economia noi invece INVENTIAMO modelli...quindi esistono tante economie quanti sono i modelli inventati e nessuna è più giusta in assoluto rispetto alle altre, perchè ognuna può essere utile in un particolare contesto o periodo storico...ora tolta di mezzo la pretesa di universalità che hanno certi professori del nulla come Monti (si fa così, è giusto così, io ho ragione perchè so), dobbiamo capire insieme quale è il migliore modello che può equiparare meglio le risorse e mostrare le lacune del modello neoliberista, che invece tende alla concentrazione delle risorse...la MMT in questo senso è quella che più mi convince perchè è più immediata e facile da comprendere, ma non è sicuramente l'unico modello possibile e perfetto in assoluto, ne esistono tanti altri anche migliori della stessa MMT...ma quello che bisogna far capire alla gente è che tramite questi modelli noi vogliamo raggiungere un fine ben preciso, che si chiama democrazia, libero mercato, equilibrio, stabilità...il fine deve essere condiviso non il modello che può cambiare nel tempo ed evolversi...
      Se un giorno qualcuno riuscisse a dimostrarmi che la MMT non funziona, io non sarei preoccupato affatto perchè cercherei altri modelli che mi consentono di raggiungere il fine...concludo dicendo che qualunque scambio di idee, con persone come Carlo che la pensano diversamente, può essere utile per capire se esistono teorie e modelli alternativi migliori di quelli attuali o complementari, ma nessuno potrà mai dimostrarmi che credere nella democrazia sia sbagliato...fosse anche il migliore economista del mondo!!! A presto!!! Piero

      P.S= utilizza pure tutto il materiale che ti serve di questo blog, perchè il copyright non rientra nelle mie idee di cultura democratica...le informazioni, la cultura, le idee dovrebbero essere libere e accessibili a tutti, mentre se voglio comprarmi un libro vado in libreria per comprare il contenitore dell'idea, così come compro una bottiglia per metterci l'acqua...ma questo è un altro discorso...e sarebbe molto molto lungo...perchè ho come l'impressione che presto i tecnocrati si abbatteranno contro i liberi blog!!!

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  10. un grande blogger, Piero Valerio!

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  11. un altro racconto molto efficace per provare ad aprire la mente.... ora di nuovo giù!!! tutti a studiare!!!

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  12. !!! NON IGNORARE, PRENDERE IL TEMPO DI LEGERE QUESTA TESTIMONIANZA DI PRESTITO PERSONALI !!!
    Il mio nome è signora VETA BORDEIANU ho 40 anni sono una madre di una figlia di 3 anni. Un mese fa mia figlia soffriva di cancro al cervello. Ho avuto 20000€ per garantire il suo recupero così mi metto alla ricerca di prestito. Ma purtroppo per me io stavo frodare di essere creditore senza scelta che ho perseverato nella mia ricerca per fortuna che il mio coraggio mi ha messo sulla persona giusta Karen GARCIA PINTO di signora che mi ha dato un prestito di 20000€ in 72 ore solo tramite bonifico bancario, che ha permesso la guarigione di mia figlia e l'apertura della mia piccola impresa. Questa prova è per te che sono stanchi di essere rifiutati dalle banche. Avete abbastanza sai dove mettere la testa che segue i vostri problemi finanziari. Avete bisogno urgente, veloce, affidabile e legittimo di un singolo indirizzo di finanziamento per essere soddisfare. Indirizzo email:
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  13. "Questo mondo è indebitato fino al collo di soldi che non sono mai esistiti, non esistono e mai esisteranno." [David Icke]
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    "Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce." (Platone)

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  14. NON IGNORARE PRENDETE IL TEMPO DI LEGGERE CE PROVA CHE HA CAMBIARE LA MIA VITA
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