venerdì 13 aprile 2012

L’IRLANDA SI RISVEGLIA FRA TASSE SULLA CASA, REFERENDUM E MODERN MONEY THEORY MMT


Si parla troppo poco di Irlanda. Eppure fra i paesi dell’eurozona, l’Irlanda è la nazione che ha pagato di più i costi della crisi finanziaria, con un effetto sulla popolazione e lo stato sociale paragonabile se non peggiore a quello della Grecia. A causa però del suo atavico orgoglio nazionale, il popolo irlandese ha spesso preferito reprimere la rabbia e protestare in silenzio contro lo scempio che è stato compiuto dalle operazioni dissennate delle banche private dall’introduzione dell’euro fino ad oggi. Senza fare troppo clamore, ogni domenica nel paesino di Ballyhea, i cittadini dopo la messa organizzano un corteo silenzioso lungo le strade del borgo recando uno striscione: “Ballyhea dice no! Al salvataggio degli speculatori!”. Un'eccessiva manifestazione di decoro e dignità non meritata dai banchieri, dai tecnocrati, dagli speculatori finanziari, che sono i veri artefici della crisi europea e del disastro irlandese.    


Il fatto che oggi proprio il popolo irlandese stia cominciando a rialzare la testa, protestando vivacemente contro l’introduzione dell’ennesima tassa sulla casa, l’equivalente della nostra IMU sulla prima casa, la dice lunga sullo stato di insofferenza e agitazione popolare che ormai in Europa ha superato abbondantemente il livello massimo di sopportazione. Dato che il 31 maggio prossimo, gli irlandesi saranno chiamati a votare un referendum per decidere se approvare o meno l’inserimento dell’assurda norma del pareggio di bilancio in costituzione, come imposto dal Fiscal Compact, la campagna elettorale si sta trasformando in un serio dibattito e ripensamento di tutto il fallimentare progetto dell’unione monetaria europea. Era ora.




Come sappiamo a noi cittadini italiani non è stato concesso questo lusso, dato che il nostro parlamento può decidere autonomamente qualsiasi modifica alla costituzione senza ricorrere al referendum se viene raggiunto il quorum dei 2/3 dei deputati e senatori nella seconda sessione di votazione (articolo 138 della costituzione italiana). Visto che l’ultima votazione in senato si svolgerà martedì prossimo, rinnovo ancora una volta l’invito ad inviare un’e-mail di protesta ai senatori della propria regione per bloccare l’inserimento della norma del pareggio di bilancio in costituzione. Non servirà a molto, ma quantomeno anche noi italiani facciamo sentire che siamo ancora vivi. Ma tralasciando per un attimo le nostre miserie, ritorniamo ai redivivi irlandesi, che cominciano a capire quale sia la più efficace forma di protesta per fare crollare il castello di carta e di debiti creato dall’euro: non pagare più le tasse


l'Irlanda è il tipico caso di crisi finanziaria dovuta ad eccesso di indebitamento privato e non pubblico (come sempre accaduto nell’eurozona, anche se il regime continua ad indicare nel debito pubblico non più sovrano la principale causa delle crisi nazionali, chiamandole ipocritamente “crisi del debito sovrano”), dato che dal momento del suo ingresso nell’eurozona il governo irlandese aveva mantenuto una politica fiscale virtuosa arrivando ad azzerare il deficit pubblico nel 2007. Il problema principale dell’Irlanda è stato invece l’arrivo incontrollato di capitali esteri, che hanno finanziato soprattutto le banche private e venivano incentivati dal governo ad investire direttamente in Irlanda grazie ad un regime di tassazione molto basso (12,5%, per nulla paragonabile a quello degli altri paesi occidentali).


Grazie a questo afflusso continuo di denaro dall’estero, le banche irlandesi hanno cominciato a gonfiarsi di depositi e a concedere prestiti facili soprattutto nel settore immobiliare, mentre crescevano come funghi nuove aziende straniere nel campo tecnologico e informatico, che sfruttando il basso regime di imposta avevano deciso di delocalizzare in Irlanda. Ovviamente con tutta questa nuova massa di liquidità sproporzionata rispetto alla struttura economica tradizionale irlandese, basata principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia, le banche si sono sbizzarrite con i soliti strumenti della cartolarizzazione e dei derivati, attirando l’afflusso di nuovo denaro da parte degli immancabili speculatori finanziari che si sono avventati come avvoltoi sull’isola.


Nel 2008 il tasso di disoccupazione dell'Irlanda era prossimo allo 0% e tutti cominciarono ad indicare lo stato irlandese come un vero modello di progresso, sviluppo sfrenato e deregolamentazione finanziaria, affibbiando all'isola britannica il nomignolo ambizioso di “Tigre Celtica”. Se il neoliberismo selvaggio promosso dai tecnocrati europei voleva trovare un paese di riferimento, l’Irlanda era sicuramente per loro un esempio virtuoso da seguire alla lettera. Tuttavia questo arrivo di capitali esteri (tanto promosso oggi dal nostro primo ministro Monti, come se fosse la soluzione di tutti mali dell’Italia, dimostrando quindi ancora una volta quanto siano incompetenti e recidivi questi tecnocrati neoliberisti) ha provocato un corrispondente aumento dell’indebitamento con l’estero, perché è facile capire che nessuno, men che meno gli investitori stranieri, regala soldi a gratis ma al massimo li presta o li investe direttamente in qualche attività lucrativa.


Qualche economista, come l'inglese Wynne Godley (ma in  realtà è lungo fare l'elenco perchè sono veramente tanti gli economisti degni di questo nome che hanno denunciato per tempo il pastrocchio dell'euro), aveva già lanciato l’allarme con largo anticipo, ma siccome l’Irlanda era la terra felice dei neoliberisti d’assalto e l’esempio più fulgido di come sia efficiente e socialmente utile il libero mercato lasciato a se stesso senza più controlli da parte dello stato, veniva considerato il solito menagramo e guastafeste di turno. Nel grafico sotto possiamo vedere che mentre in Irlanda si riduceva il debito pubblico aumentava progressivamente l’indebitamento con l’estero, come conseguenza di un evidente squilibrio nella bilancia dei pagamenti dovuto ai fantomatici capitali dell'estero.






Quando nel 2008 è scoppiata la bolla speculativa sui titoli derivati subprime, le banche irlandesi si sono trovate molto esposte, il settore immobiliare è crollato, molte imprese hanno cominciato a chiudere e le grandi multinazionali straniere hanno abbandonato l'Irlanda perchè ritenuto un paese non più stabile e sicuro per fare investimenti. Risultato: la disoccupazione è di nuovo schizzata al 14% della popolazione attiva nel giro di un anno e il rendimento dei titoli di stato irlandesi è aumentato ad un livello insostenibile per le casse del governo. Fino a quando lo stato irlandese non ha dovuto chiedere un prestito alla trojka finanziaria (FMI, BCE, UE) da 85 miliardi di euro ad un tasso medio del 6%, per salvare soprattutto il settore bancario nazionale in bancarotta.


Chi dovrà ripagare adesso questo prestito? I cittadini naturalmente, secondo l’usuale schema neoliberista di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, dato che il precedente debito estero si è magicamente trasformato in debito pubblico. La trojka finanziaria ha chiesto come contropartita del piano di salvataggio alcune disposizioni restrittive in materia di politica economica e fiscale (sono quasi sempre le stesse): il licenziamento di oltre 24000 dipendenti pubblici, la riduzione dei salari dei lavoratori privati e l'aumento dell'IVA dal 21% al 23%, senza peraltro apportare alcun beneficio reale al PIL del paese che è precipitato rovinosamente verso il basso.


Attualmente secondo le previsioni dell’OCSE per il 2012, l’Irlanda viaggia con una modesta crescita del PIL nominale del 1% (ricordiamo che nel biennio 2008-2009 era crollato prima del -3,5% e poi del -7,6%), un deficit fiscale del 8,7%, un debito pubblico del 118,8% e un tasso di disoccupazione stabile del 14,1% (senza contare tutti i ragazzi e le famiglie che sono emigrate all’estero, soprattutto in Australia, per trovare lavoro e rifarsi una vita). Un quadro desolante insomma, che dimostra ancora una volta come la cura dell’austerità non ha funzionato per niente, perché ha colpito soltanto le fasce medio-basse della popolazione, lasciando invariate le posizioni di rendita degli speculatori finanziari. Non è difficile comprendere come i cittadini irlandesi siano state le uniche vittime del misfatto, essendo stati illusi, raggirati, spremuti e poi gettati via come pile esaurite, dovendo ora ripagare dei debiti e delle perdite bancarie di cui non hanno alcuna colpa.



Siamo sempre lì: quando qualcuno investe in finanza dovrebbe mettere in conto eventuali perdite, a maggior ragione se il suo investimento viene fatto in modo scriteriato e senza basi logiche, per ottenere soltanto un profitto speculativo immediato. Ma secondo la trojka ciò può valere nell’economia reale ma non per la finanza, dove il concetto di perdita non è ammesso, soprattutto quando a perdere sono i grandi investitori internazionali, a cui gli stessi funzionari della trojka sono legati a doppio filo. Finchè il debito si può rimborsare lo devono pagare i cittadini, poi eventualmente si può discutere di ristrutturazione e rinegoziazione del debito come avvenuto in Grecia. Ma prima spremere, spremere, spremere.



Dopo l’ultimo intollerabile balzello sulla casa, la household tax, che non prevede distinzione fra ricchi e poveri, valori catastali o altro, ma solo un versamento di 100 euro circa per ogni proprietario di casa, la protesta degli irlandesi è diventata però davvero rumorosa e minacciosa: alla scadenza del pagamento della tassa del 31 marzo, soltanto la metà degli 1,6 milioni di proprietari di casa irlandesi avevano versato i soldi all’erario, gli altri invece sono tuttora dichiaratamente e sfacciatamente evasori fiscali. Alla faccia della cura indigesta dell’austerità teutonica che aritmetica e tabelline alla mano non risolve ma aggrava soltanto i problemi. E con tanto di locandine di protesta appese orgogliosamente davanti la porta di casa e sulle vetrine dei negozi: "Noi non pagheremo la  tassa sulla casa" (tradotto per i duri di comprendonio significa: cara Merkel vai ora tu in Irlanda a riprenderti i soldi dei prestiti che le banche tedesche facevano allegramente alle banche irlandesi!)

Immaginate cosa accadrebbe in Italia, se metà dei contribuenti italiani non pagasse la prima rata dell’IMU a giugno: apriti cielo! Mario Monti non potrebbe più pagare Morgan Stanley, Goldman Sachs, Deutsche Bank e JP Morgan e siamo fritti! Ci sarebbero facce da funerale fra tutti i giornalisti e gli economisti che ancora sostengono che pagare debiti illegittimi è bello e finalmente verrebbe rimesso in discussione il modo assurdo e insostenibile in cui gli stati prima sovrani e democratici, tutti quelli dell’eurozona insomma, sono ora costretti a farsi finanziare dalle banche private, rinunciando alle proprie prerogative sovrane di difesa dei diritti e del benessere dei cittadini. Proprio quello che sta succedendo oggi in Irlanda, dove in un recente articolo sulla Modern Money Theory MMT e la finanza funzionale, il giornalista di Dublino e scrittore di economia Albert Pilkington apre subito sparato con una frase di John Maynard Keynes: 

"Mi aspetto di vedere un giorno lo Stato, che è l’unico in grado di calcolare l'efficienza marginale dei beni capitali in un’ottica di lungo periodo e sulla base del vantaggio sociale generale, assumersi una sempre maggiore responsabilità per organizzare direttamente gli investimenti." (John Maynard Keynes)


Poi Pilkington continua con l’analisi dell’inflazione come maggiore problema per i paesi in via di sviluppo. Molti di questi paesi infatti non hanno sufficiente capacità produttiva per garantire alla popolazione di produrre e acquistare tutti i prodotti e servizi che essi desiderano non appena aumenta il loro tenore di vita. Questo porta spesso ad un aumento delle importazioni, svalutazione della moneta e inflazione quando la politica è orientata esclusivamente verso l'aumento dei redditi, senza un adeguato sviluppo del tessuto produttivo interno.


Questi sono alcuni dei problemi che l’economista Randall Wray, uno dei maggiori esponenti della Modern Money Theory MMT, tratta nel suo programma di lavoro garantito (jobs guarantee), che potrebbe essere attuato gradualmente nei paesi in via di sviluppo al fine di evitare appunto un eccesso di inflazione dovuto ad un aumento dei redditi. Uno degli obiettivi principali della Modern Money Theory è dimostrare che la piena occupazione può tranquillamente conciliarsi con una buona stabilità dei  prezzi (bassa inflazione), anche nei paesi sviluppati. Vediamo quindi i tratti più salienti di questa teoria espressi nell'articolo di Pilkington.



Finanza funzionale come strumento per lo sviluppo


Gli economisti MMT – sulle orme di Abba Lerner, massimo teorico della finanza funzionale – sostengono che il bilancio del governo non dovrebbe essere soggetto a qualsiasi tipo di vincolo arbitrario (vedi recenti polemiche in Europa sull’introduzione del pareggio di bilancio: chi lo ha deciso? Dove sta scritto che il bilancio del governo debba essere in pareggio? Quali vantaggi comporta?), ma attenersi principalmente all’analisi delle variabili economiche reali. Quindi, se c'è alta disoccupazione il bilancio dovrebbe essere squilibrato verso il deficit, mentre se c'è alta inflazione a causa di un eccesso di domanda rispetto alla capacità produttiva, il bilancio del governo dovrebbe essere spostato verso il pareggio o addirittura, in certi casi, al surplus. Abba Lerner chiama appunto questo approccio economico “finanza funzionale”.


La ragione per cui sia Lerner che gli economisti MMT sono certi della buona riuscita di un tale approccio è che a parte l’inflazione uno stato sovrano che emette la propria moneta e permette il tasso di cambio fluttuante della valuta non è soggetto a vincoli di bilancio. I governi possono essenzialmente emettere nuovi capitali – insieme con titoli di stato, se lo desiderano – fino a quando non inizia a crescere l'inflazione, dato che quest’ultima rappresenta in effetti l’unico vero limite di bilancio per uno stato sovrano.


Tuttavia, se un paese in via di sviluppo cerca di spendere fino al punto di piena occupazione, pur mantenendo un tasso di cambio fluttuante, potrebbe andare incontro ad inflazione e svalutazione della moneta se si cerca ostinatamente di importare beni costosi che l'industria nazionale non può produrre. Non appena i redditi crescono attraverso i programmi di spesa pubblica del governo, le persone saranno più inclini ad acquistare beni e servizi che prima erano accessibili solo ad un piccolo strato della popolazione. In questo caso l’inflazione e la svalutazione della moneta saranno quasi inevitabili.


Tuttavia attraverso un’applicazione rigorosa della finanza funzionale il governo avrà a disposizione diverse opzioni, strumenti e alternative prima che ciò avvenga. Non appena aumentano i redditi, la politica fiscale del governo dovrebbe orientare le decisioni di investimento nazionale per garantire la produzione in casa dei beni e servizi più ricercati che vengono importati dall'estero. In questo caso, dato che tali beni e servizi saranno denominati in valuta nazionale, ci saranno meno rischi legati alla svalutazione della moneta e all'inflazione. Questa pianificazione dell’offerta può essere accoppiata con politiche di aumento dei redditi sul lato della domanda (incluse soprattutto nei programmi governativi di lavoro garantito) per produrre un graduale miglioramento del tenore di vita e la piena occupazione, pur mantenendo prezzi stabili e un tasso di cambio stabile della moneta. Vediamo un esempio semplificato.



Sviluppotopia


Un paese in via di sviluppo, chiamiamolo Sviluppotopia, sta cercando di attuare politiche di piena occupazione e di aumentare contemporaneamente il tenore di vita per tutti i suoi cittadini. I responsabili del governo e i funzionari statali di Sviluppotopia conoscono i principi della MMT e consentono al bilancio del governo di essere gestito secondo i metodi della "finanza funzionale", accettando quindi ampi deficit di bilancio e la libera fluttuazione del tasso di cambio della moneta.


Il governo di Sviluppotopia avvia gradualmente un programma di lavoro garantito. I funzionari e gli economisti MMT svolgono indagini presso i negozi e i consumatori per capire quali beni e servizi vengono acquistati dalle persone non appena si alza il livello dei loro stipendi. Immaginiamo che i cittadini di Sviluppotopia stanno comprando arredi e mobili di alta qualità per le loro case e che questi sono importati dalla Scandinavia.


Questo è un problema, perché sappiamo che ogni volta che un cittadino acquista un pezzo di alta qualità proveniente dall’estero mette teoricamente una certa pressione al ribasso sulla valuta di Sviluppotopia. Non appena la moneta si deprezza,  i mobili scandinavi, insieme con altri beni e servizi, diventano sempre più costosi. Il governo si trova quindi ad affrontare un crescente aumento del tasso di inflazione che può mettere a rischio tutti i suoi sforzi di politica economica e monetaria.


Il modo più efficiente e diretto per risolvere questo problema da parte del governo è incentivare e sovvenzionare le aziende di Sviluppotopia che producono mobili di alta qualità, attraverso un taglio delle tasse per queste società o fornendo dei sussidi statali a tutti gli imprenditori che intendono avviare questo tipo di attività. Il governo può anche costruire fabbriche di carpenteria in proprio e sviluppare programmi di formazione specifici nei suoi progetti di lavoro garantito.


In questo modo si riallineeranno tutti i precedenti squilibri nel settore degli arredamenti e gli imprenditori nazionali, oltre agli aiuti del governo, potranno avere un buon ritorno in termini di rendimento nel medio-lungo periodo e avvantaggiarsi del lavoro di un gruppo di tecnici ed operai sempre più qualificati e formati. Ovviamente, si tratta di un semplice esempio dato che il mondo reale è un po' più complicato e questi processi potrebbero essere lunghi e costosi, ma il principio fondamentale della finanza funzionale prevede un simile approccio.


Nella storia passata abbiamo avuto simili e interessanti esempi di questo tipo di politica economica. Dopo la seconda guerra mondiale, la Francia ha utilizzato una politica economica e fiscale basata sul coordinamento centralizzato del governo, conosciuto con il nome di “dirigismo”.



Dirigismo in Francia dopo la seconda guerra mondiale


Dopo la seconda guerra mondiale l'economia francese era al collasso. Oltre a questo, molti dei maggiori imprenditori nazionali erano accusati di aver collaborato con i nazisti e con il governo di Vichy. Fu proprio in questo contesto che il governo di centro-destra di Charles De Gaulle decise di porre fine al disordine e di avviare politiche economiche dirigiste.


In primo luogo lo stato costituì un'agenzia di pianificazione economica che aveva il compito di determinare cosa doveva essere prodotto in Francia e successivamente il governo si mobilitò con manovre di politica fiscale per incentivare il mercato e le aziende che producevano i beni e servizi più richiesti. L'esperimento è stato un notevole successo e l'economia francese fiorì, conoscendo un lungo periodo di sviluppo dirigista, conosciuto con il nome di “Trente Glorieuses” (i gloriosi trenta anni), caratterizzato da un'elevata produttività, alti livelli reali di salario e utili e un forte tasso di crescita del PIL (4,2% di media all’anno).


Il progetto è stato smontato dal governo socialista di Francois Mitterand a partire dal 1981 (ma come? Proprio un socialista? Non era la sinistra che prevedeva un forte impegno dello stato in economia? Stessa cosa accade in Italia con i governi di “sinistraAmato, Prodi, Dini, Ciampi, a dimostrare come i veri distruttori delle politiche economiche e fiscali razionali di governo siano stati proprio i personaggi più indebitamente avvicinati a posizioni di “sinistra”, ma che in realtà sono stati degli sfascisti o più impropriamente neoliberisti) e il rallentamento della crescita del PIL che ne risultò parla da sé (guarda grafico sotto, dove a partire dal 1981 il tasso di crescita del PIL non va mai oltre l’1,5%, facendo sprofondare la Francia, così come l’Italia, in un lungo periodo di stagnazione economica).












Il periodo del post-dirigismo di Mitterand – che è stato caratterizzato dalla liberalizzazione del mercato, dalle privatizzazioni e da altre sciocchezze neoliberiste – ha avuto non solo una bassa crescita, ma anche un alto tasso di disoccupazione. Un malessere sociale con cui il sistema politico francese si è dovuto fin da subito confrontare e ha favorito l’ascesa graduale ed inquietante del partito di estrema destra del Fronte Nazionale di Le Pen. In sostanza, è come se l’intero sistema politico francese, guidato dalla sinistra (così come in Italia), si fosse messo una pistola in bocca e avesse premuto il grilletto: questo è stato il sacrificio insensato e inspiegabile di un governo di sinistra giudicato da tutti competente e capace sull'altare del neoliberismo.


Chiaramente il dirigismo è un metodo pratico di gestione politica e fiscale che prevede un’elevata “governance” e competenza economica. Esso permette ai mercati di continuare a funzionare liberamente ma allo stesso tempo apre canali di investimento preferenziali e necessari dove le potenzialità di sviluppo sono più rapide ed efficaci. Tutto questo accade senza bisogno di complesse burocrazie e paradossalmente comporta un ritorno economico e un profitto agli imprenditori privati (e ovviamente anche ai lavoratori) superiori e più certi rispetto a quelli ottenibili in un contesto di mercato libero, selvaggio e deregolamentato. Tutto quello che è necessario è un buon gruppo di ricercatori e pianificatori e un governo sensibile ai problemi del paese e disposto ad incentivare gli investimenti che svolgono un’importante funzione pubblica. Accoppiando questi aspetti con l'approccio della finanza funzionale secondo i principi stabiliti da Abba Lerner e la MMT, le possibilità di applicazione sia per i paesi in via di sviluppo che per i paesi sviluppati sono praticamente infinite.



Realizzare il potenziale nazionale


I paesi che potrebbero essere dei buoni candidati per applicare un mix di politica economica basata sul dirigismo e sui programmi di lavoro garantito – che è una politica che migliora simultaneamente sia il lato della domanda che dell’offerta – includono:


ü  I paesi in via di sviluppo che sperimentano elevati tassi di inflazione (vedi Argentina)

ü  I paesi orientali e paesi medio-orientali che già per tradizione hanno seguito e applicato sistemi economici di tipo dirigista (Egitto, Kazakistan, Iran, ecc.);

ü  I paesi che attualmente stanno cercando di realizzare un nuovo tipo di socialismo del XXI secolo (Venezuela, Bolivia, Perù ecc.);

ü  E, naturalmente, quei paesi che stanno cercando di attuare una transizione dall'economia centralmente pianificata (specialmente Cuba che, con la sua struttura istituzionale preesistente, potrebbe fornire un interessante banco di prova per un tale paradigma economico).



Al fine di avviare un serio processo di passaggio alla MMT, i responsabili e funzionari politici dovrebbero concretamente applicare politiche dirigiste come se fossero dei contatori della svalutazione della moneta e dell'inflazione, riconoscendo le opportunità di pianificazione economica aperte da una corretta comprensione di ciò che significa operare con la propria moneta in un sistema di tassi di cambio fluttuante (cosa quindi che non si può applicare nell’eurozona dove gli stati operano con una moneta straniera in un sistema di cambio rigido: gli unici paesi al mondo che vanno controcorrente insomma siamo noi…come mai? Saranno i tecnocrati europei i più intelligenti di tutti? Oppure sono gli uomini più stupidi e corrotti della storia? Per sfortuna nostra non saranno i posteri a decretare l’ardua sentenza, perché abbiamo già oggi sotto i nostri occhi la risposta a queste domande: magra consolazione).


Dopo la guerra la Francia riuscì ad applicare programmi economici razionali con ampia possibilità di oscillazione di inflazione perché la sua economia interna era stata fatta a pezzi e ripartiva praticamente da zero. I francesi furono in grado di trovare diversi canali di investimento in modo tale da far crescere la loro economia a livelli record e vivere un periodo d'oro di sviluppo. Tuttavia  non esiste alcun motivo logico per cui altri paesi non possano seguire oggi un modello di sviluppo simile integrando l'approccio dirigista dell’ampliamento dell’offerta con la crescita della domanda dovuta ai programmi di lavoro garantito della MMT.


Il grande economista inglese Keynes aveva già predetto correttamente che dopo la Grande Depressione i governi avrebbero dovuto assumersi maggiori responsabilità di investimento e intervento economico rispetto al passato per uscire definitivamente dalla crisi. Oggi, se vogliamo evitare la stagnazione economica globale, questo monito sembra essere altrettanto vero e concreto. I governi dovrebbero soltanto avere il coraggio ed essere capaci di individuare i potenziali canali di pianificazione e investimento sul lato dell'offerta, innalzando contemporaneamente l'occupazione e la domanda aggregata che saranno in grado di riassorbire questo aumento dell’offerta, mantenendo pressoché invariate l’inflazione e la svalutazione della propria moneta sovrana nel sistema fluttuante dei tassi di cambio. Sono questi gli unici indicatori del successo di una certa politica economica e fiscale del governo: il problema del debito pubblico invece esiste soltanto nell’eurozona come conseguenza di una sorta di anacronistico clima di caccia alle streghe scatenato dai tecnocrati apprendisti stregoni di Bruxelles, che stanno portando il vecchio continente indietro nel tempo, fino quasi al Medioevo.


Il compito fondamentale di ogni governo o di chi aspira ad avere responsabilità di governo è di elaborare un tale approccio dirigista e renderlo vendibile e desiderabile sia per le imprese che per i cittadini, che per adesso soprattutto in Europa sono incastrati entrambi nelle visioni oscurantiste dei tecnocrati neoliberisti, i quali come ampiamente dimostrato sono incapaci di elaborare progetti di lungo periodo e stanno precipitando nella paura e nella diffidenza intere e sane economie ingabbiate nella logica del breve periodo tipica della speculazione finanziaria. In Irlanda il dibattito su questioni così importanti e delicate è già iniziato, la gente sta cominciando a svegliarsi e a capire: e in Italia invece? Quando vedremo un giornalista o un economista fare simili ragionamenti pubblicamente? Dobbiamo aspettare ancora molto per la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento?  



26 commenti:

  1. Se come spero il referendum irlandese dovesse bocciare questa legge iniqua che succede ? Se la legge e' europea devono adottarla tutti i paesi immagino, percio' se uno o piu' membri rifiutano di sottoscrivere questo accordo che sara' ? Ci salveremo tutti o sara' ignorata la volonta' dei recalcitranti ?

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    1. Sai che i tecnocrati sono così furbi da avere previsto anche questo???...in pratica se almeno 12 paesi su 25 ratificano l'accordo, gli altri sono costretti ad accettarlo...questa sì che è democrazia...quindi i cittadini irlandesi votano, bocciano la norma, non la inseriscono in costituzione, ma poi sono costretti ad accettarla lo stesso per altra via, perchè italiani, tedeschi, francesi l'hanno ratificata...furbissimi, astutissimi questi tecnocrati....il dissenso in europa non è contemplato, perchè ad ogni direttiva puoi votare soltanto sì e sì, grazie...ma come si chiama questa forma di governo??? Non mi viene la parola... ditt...dittatura, ah già, dittatura...

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  2. Questo sono sicura che ti piacera', al contrario dei precedenti A SUD DI OBAMA - Megachip

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    1. Questo sì che è un ottimo articolo...chiaro, documentato, efficace, l'Argentina è il futuro...domani prenoto il volo e parto....

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  3. Salve signor Valerio e complimenti per il tuo blog. Ho letto qualche post e ho intenzione di leggerne altri, anche tutti poiché il tempo non mi manca essendo disoccupata, cacciata a calci nel lato B a causa della disoccupazione, dello spread, del debito pubblico, dei sacrifici ecc ecc. almeno così dicono.
    Sono andata in giro per forum e amici, ho posto domande, sono stata presa per pazza e ora mi ritrovo qui a leggere cose che già penso, con una laurea in lettere buona solo, evidentemente, come carta igienica.
    Io sto cercando di capire ma ricevo risposte che mi lasciano perplessa.
    Ti riporto le domande (posso darti del tu?) a cui ho ricevuto risposte vaghe, bizzarre, curiose.

    Se il problema è il debito pubblico perché Paesi come gli Usa e il Giappone per anni e decenni ne hanno prodotto a iosa? perché il Giappone aveva un debito (e lo ha ancora) superiore al nostro negli anni '80 ed era la seconda potenza mondiale, con condizioni di vita migliori delle nostre attuali condizioni di vita?
    perché se la Spagna ha un debito pubblico minore del nostro sta peggio di noi?
    il problema è veramente il debito pubblico?
    le risposte che ho ricevuto sono: il Giappone non ha un debito pubblico/ha un debito pubblico basso/ha un debito pubblico alto ma esporta molto.
    sugli Usa sono stati tutti univoci o quasi: gli Usa non hanno debito pubblico e amen.
    altra domanda: nel 1998 avevamo un debito pubblico molto alto ma pochi ne parlavano (alcuni con toni catastrofici) e non stavamo peggio di ora. Perché? (sarà mica perché avevamo moneta sovrana?)
    Poi mi sono sentito dire: le colpe sono tutte di Berlusconi. con MOnti va sicuramente meglio, lo spread è calato.
    ma siamo sicuri?
    Berlusconi si è dimesso e lo spread era a 553. dopo pochi giorni è sceso a 368 (6 dic) poi però è risalito a dicembre quasi sempre sopra 400 con una punta di 528 il 30 dicembre. ma non doveva scendere?
    Ora c'è un'altanena continua, siamo tornati sopra 350.
    ma insomma il problema era Berlusconi o no?
    I sapienti della rete ( e non solo) mi dicono che ora la situazione è migliore. ma siamo sicuri? io non ci credo molto.

    e poi

    per crescere economicamente bisogna fare sacrifici, bisogna pagare più tasse.
    Qui ho problemi a comprendere! praticamente mi vengono a dire che bisogna rilanciare l'economia. Per farlo occorre aumentare i consumi. ma come fanno ad aumentare i consumi se sale mostruosamente la pressione fiscale? se io pago più tasse spendo di meno, i consumi si contraggono e l'economia va in tilt e quindi in recessione.
    Per uscire - secondo i sapienti che mi hanno dato risposte in giro per il web - occorre aumentare ancora le tasse. Ma così si crea un circolo vizioso o sbaglio?

    Siccome mi hanno data della pazza (alcune mie amiche e alcuni amici che studiano economia) e siccome non ho ricevuto risposte adeguate volevo chiederti se sono veramente da ricovero o se per caso i miei dubbi hanno un qualche senso.
    Per come la vedo stanno spegnendo un incendio gettandoci sopra la benzina.

    tu cosa ne pensi?
    e poi una cosa: ma è vero che il Giappone ha poco debito pubblico e riesce a ripagarlo esportando in quantità assurde prodotti lavorati ed elettronica?
    idem con gli Usa? (ma secondo altri gli Usa non hanno debito pubblico!, è la risposta di un mio amico studente di economia).

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    1. (pardon Piero mi intrometto un secondo )
      il problema è veramente il debito pubblico?
      OVVIAMENTE NO!

      ma insomma il problema era Berlusconi o no?
      OVVIAMENTE NO!

      I sapienti della rete ( e non solo) mi dicono che ora la situazione è migliore
      OVVIAMENTE NO! (il governo monti sta' attuando una deflazione competitiva ...)

      per crescere economicamente bisogna fare sacrifici, bisogna pagare più tasse
      NON E' COSI!(nota la variazione , l'aumento di tasse o consolidamente fiscale serve solo
      a pagare gli interessi dei btp.-. aumentati per via della particolare architettura dell'eurozona...)

      Ma così si crea un circolo vizioso o sbaglio
      OVVIAMENTE SI ! si chiama deflazione competitiva :i prezzi e i salari devono andare giu'
      (del 20/30%) per tornare comptetitivi e mantenere il privilegio di tenerci la moneta forte
      (che ha fatto solo gli interessi della germania e dei mercati tanto cari ai politici del pd) ma non ti proeccupare tanto nel medio termine non funzionera'...solo che piu' dura e piu' gravi saranno i danni sociali e umani e l'impoverimento...

      Il debito pubblico non centra nulla o meglio centra ma è solo un fattore e questa non è la crisi dei debiti pubblici...ti lascio alle risposte di piero che saranno estastive ...avrai tanto da studiare su questo sito e altri...

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    2. il problema (uno dei problemi ) è il debito privato (non il pubblico ) lo scrive perfino il corriere della sera :

      http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1CGVGS

      cosi' hai modo di infomare i tuoi amici/conoscenti che si occupano dei economia,politica,
      o della crisi in generale

      Qui c'è un microsaggio-articolo che serve bene per introduzione al problema :
      http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/03/10/sergio-cesaratto-la-germania-e-l%E2%80%99italia-che-vorremmo-e-quelle-che-abbiamo/
      (ho visto su youtube ci sono diversi interventi di cesarotto piuttosto interessanti)
      un po' tecnico ma molto esplicativo , poi se vedi che ce la fai poi iniziare a leggerti
      questo blog (che è piu' ^difficile^ di quello di piero)
      http://goofynomics.blogspot.it/2011/11/luscita-delleuro-redux-la-realpolitik.html

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    3. Ciao Lucy,
      ovviamente puoi darmi del tu e ti confermo che non sei diventata pazza ma stai lentamente iniziando ad aprire gli occhi sulla realtà che ci aspetta...l'ottimo Robert ti ha già dato brevemente tutte le risposte richieste...io aggiungo soltanto che come da te intuito la vera differenza è fra i paesi con moneta sovrana (Giappone, USA) e paesi che non hanno moneta sovrana ma utilizzano una moneta straniera chiamata euro (eurozona)...

      1) per i primi, Giappone e USA il debito pubblico (200% del PIL e 100% rispettivamente) non è mai stato un problema perchè tramite la banca centrale possono rimborsare tutto il debito pubblico che vogliono denominato in valuta nazionale pigiando semplicemente i tasti di un computer

      2) Il vero problema per uno stato sovrano è quello di accumulare debiti denominati in una moneta straniera e deriva principalmente da squilibri della bilancia dei pagamenti (esportazioni-importazioni) con i paesi esteri...questo tipo di debito si chiama debito estero e non c'entra nulla con il debito pubblico, perchè deriva principalmente dagli scambi commerciali privati e dalla capacità produttiva della propria economia...se un paese importa molto ed esporta poco può accumulare parecchio debito estero denominato in maniera straniera

      3) Pur avendo un elevato debito pubblico (che per i paesi sovrani non significa niente...), il Giappone esporta molto e quindi alla lunga la sua moneta yen potrebbe apprezzarsi troppo rispetto alle altre valute e il Giappone comincerà ad esportare meno...questi sono aggiustamenti automatici che si creano fra i paesi che hanno un tasso di cambio flessibile della moneta, mentre fra i paesi che utilizzano l'euro ciò non può avvenire e l'euro non può svalutarsi liberamente sui mercati ma puoi soltanto subire passivamente le svalutazioni delle altre monete a causa della politica monetaria rigida della BCE

      3) I paesi dell'eurozona non hanno moneta sovrana quindi potrebbero non riuscire a pagare il loro debito pubblico perchè denominato in moneta straniera (il debito pubblico quindi equivale ad un vero e proprio debito estero)...come suggerito da Robert però i principali problemi attuali dell'eurozona derivano dal debito privato e non dal debito pubblico (quasi tutti i paesi hanno mantenuto comportamenti virtuosi dal punto di vista fiscale) perchè nell'eurozona si sono creati squilibri macroeconomici enormi fra i paesi che esportano molto (Germania) e quelli che esportano poco e importano troppo (Spagna, Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo)

      4) I mercati non credono che l'eurozona riuscirà a ripagare il suo debito pubblico/estero a prescindere da Berlusconi o Monti perchè il progetto europeo è sbagliato in partenza...le nazioni europee possono ripagare i loro debiti solo se esportano più di quanto importano, ma prima di raggiungere questo obiettivo per tenersi a galla devono tassare i cittadini per rimborsare i creditori deprimendo tutta l'economia...come fanno ad esportare di più con un'economia in ginocchio? Secondo Monti bisogna abbassare i salari (svalutazione interna) per rendere più competitivi i prodotti italiani all'estero (insomma dobbiamo competere con i cinesi) dato che l'euro non si può svalutare (svalutazione esterna), oppure attendere l'arrivo dei capitali dall'estero, che aumenta l'indebitamento estero

      5) La mia personale impressione è che si sta cercando di rimandare il momento del crollo dell'eurozona per rimborsare intanto i maggiori creditori internazionali

      Per il resto ti consiglio di leggere i blog consigliati da Robert e di chiedere, chiedere sempre, perchè più siamo a capire e meglio è...a presto! Piero

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    4. piccola chiosa al punto 3) di piero ' squilibri macroeconomici enormi fra i paesi che esportano molto e quelli che esportano poco e importano troppo ' Questo è dovuto ai differenziali di inflazione fra ^germania^( e con essa olanda/austria/finladia) e i paesi euromediterranei (fra cui l'italia) In sostanza la ^germania^ (eurozona 'core') ha attuato una politica di aggressivo mercantilismo verso i paesi euromediterranei generando meno inflazione , quindi facendo diventare via via piu' conveniente produrre in germania (e quindi acquistare dalla germania ) Quindi la germania ha via via aumetatato la sua compentitivita' spiazzando gli euromediterranei con inflazione piu' alta e avvatanggiandosi anche di una compressione dei suoi salari reali.
      Tutto questo è stato reso possibile unicamente dall'eurozona , cioè dal mamentenimento
      di una stessa moneta a prescindere degli squilibri commericiali e finanziari che si andavano sviluppando fra gli stati aderenti all'euro .
      Con questo aggiunta a quanto detto dall'emcomiabile Piero , hai gia' un quadro sintetico ma essenziale della situazione .

      ps:ti posto anche il video : http://www.appelloalpopolo.it/?p=4835

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    5. Adesso la situazione mi appare più chiara ma sicuramente dovrò leggere parecchio materiale e quello che mi avete fornito sembra eccellente. Un'altra cosa: Da quello che ho capito la Germania esporta molto ed esporta anche da noi. Ma se noi falliamo e se falliscono tutti gli stati periferici a chi esporterà? Voglio dire: la Germania potrà essere competitiva anche fuori dall'Europa? potrà competere con la Cina? e se in qualche modo l'export dovesse diminuire anche per la Germania come opzione gli rimarrebbe di uscire dalla zona Euro o sbaglio? e in tutto ciò qual è il ruolo della Francia? la situazione francese è migliore della nostra? Ho visto spesso Sarkozy a braccetto della Merkel (a sfottere Berlusconi in uno di questi incontri..)che intenzione ha Sarkozy?
      Come vedi ad ogni interrogativo cui mi dai una risposta poi me ne vengono in mente altri.

      non vorrei mettere troppa carne al fuoco. Mi pare che la Germania voglia andare oltre il mercantilismo. Voglia addirittura riscrivere le regole del "gioco" economico a proprio esclusivo vantaggio.

      ho letto questo articolo

      http://www.economiaepolitica.it/index.php/europa-e-mondo/leccezione-tedesca-nel-collocamento-dei-titoli-di-stato/

      mi pare di aver capito che alcuni titoli pubblici sono stati emessi ma non collocati. Mi par di capire che alcuni siano stati messi da parte influenzando così il loro valore. E' per caso una sorta di Insider traiding?
      perché alla germania si permette di fare ciò? qui prodest!
      si sono impazziti tutti quanti in Europa o è una forma di cretinismo acuto internazionale?

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    6. In effetti la strategia della Germania va contro i suoi interessi perchè mettendo in ginocchio i PIIGS la sua economia dovrà per forza di cosa contrarsi...la Germania non ha mai potuto competere con la Cina e con gli altri Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), perchè nel confronto diretto con questi paesi ne esce sempre con le ossa rotta per diversi, non ultimo la svalutazione delle monete di quei paesi e la forza dell'euro...
      La Francia si trova esattamente a metà del guado, perchè ha un debito pubblico/estero abbastanza elevato e comincia ad avere una bilancia dei pagamenti in pesante...la strategia francese è stata sempre quella di seguire passo passo la Germania, affossando i PIIGS e in un certo senso c'era riuscita, se pensi a quante società francesi erano riuscite a penetrare nel mercato italiano (Auchan, Carrefour, EDF, Air France)...tuttavia il fatto che l'Italia sia entrata in recessione ha creato grossi problemi alla Francia, perchè per esempio la multinazionale dell'energia EDF aveva già ottenuto un contratto per costruire 7 centrali nucleari (a spese dei soliti fessi contribuenti italiani), ma poi c'è stato il referendum ed è andato tutto in fumo...insomma i francesi ormai ci sono troppo dentro con questa faccenda dell'euro, anche e soprattutto con le banche che sono le più esposte d'Europa, per poterne uscire...quindi cercheranno di mantenere tutto come sta e cercando di tirare a campare (tanto francesi e tedeschi non sono obbligati a rispettare le regole che impongono ai PIIGS, perchè si sono sempre coperti a vicenda)...
      Sul fatto che i tedeschi manipolano le aste per mantenere basso il rendimento dei loro titoli di stato, ci ho scritto pure un articolo, perchè rappresenta un vero e proprio scandalo:

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/01/la-germania-la-banca-ditalia-e-la.html

      Però ho notato che il viceministro del MEF Grilli nell'ultima asta dei titoli di stato italiani ha usato la stessa tattica, prelevando i titoli dall'asta perchè il rendimento si era alzato troppo rispetto alle aspettative...insomma ci stiamo facendo furbi anche noi, dopo però quasi un anno di spoliazione usuraia della speculazione finanziaria, che ci ha spolpati vivi con interessi sul debito sempre in ascesa...la Germania non permette che si alzi l'interesse in una singola asta, vedi un pò tu la differenza e sproporzione di posizione dominante che esiste in Europa oggi...

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  4. Ciao Piero...punteremo gli occhi sull'Irlanda. Una domanda: esiste una persona secondo te che potrebbe dibattere su questi argomenti (sempre se esistesse la possibilità di farlo) in televisione?. Una persona che tenga testa ad economisti "di stato", rispondendo con chiarezza, pacatezza e con la logica che proponi tu su questo bel blog? Una persona in grado di non farsi letteralmente "sbranare" da questi pseudoeconomisti..Ho assistito alla "famosa" trasmissione di matrix un po' di tempo fa con Chiesa, Messora, Barnard, una giornalista bionda di la7 mi sembra, Giannino ed un ex esponente della Goldman Sachs. Giannino ha dato del pazzo a Chiesa, la bionda continuava a dar ragione al tipo della Sachs, Messora ha detto qualcosina ma poi s'è ammorbidito forse per paura...Barnard ha sbagliato tutto sbraitando in quella maniera.....alla fine Giannino, Sachs e company ridevano...Mi sono chiesto: chi potrebbe farcela con questi idioti....???
    Saluti Santo.

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    1. Già, ho visto anch'io quella trasmissione di Matrix e sono rimasto molto deluso...Chiesa si perde spesso nelle sue visioni geopolitiche mondiali e non va mai al punto, Messora non mi ha mai convinto perchè sembra molto più interessato a garantirsi altre presenze televisive piuttosto che a dire apertamente le cose come stanno, Barnard è l'unico che dice tutto pane pane vino al vino ma spesso si fa prendere dalla foga (lo capisco, lo comprendo, ma così spaventa la gente) e non riesce a spiegare bene ciò che vuole dire...
      Secondo me, in questo momento, gli unici che potrebbero spiegare tutta la faccenda dell'euro senza passare per complottisti sono i professori Sergio Cesaratto (economia politica blog) e Alberto Bagnai (Goofynomics)...ad ogni modo stasera ho visto In onda su La7 e il professore Giulio Sapelli ha detto cose molto giuste e chiare soprattutto sulla necessità di cambiare lo statuto della BCE per farla diventare una vera banca centrale...insomma persone preparate e lucide in Italia ce ne sono parecchie, ma spesso dipende dalla volontà dei giornalisti di invitarli e i giornalisti non sono per nulla lucidi, anzi tutt'altro, sono completamente faziosi e incompetenti...purtroppo per il momento dobbiamo arrangiarci sulla rete, ma secondo me più si avanti e più i giornalisti tenteranno ad avvicinarsi a posizioni più estreme, per dire un giorno io l'avevo detto...

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  5. Ancora una cosa Piero...Volevo solo linkarti questo: http://www.megachip.info/tematiche/fondata-sul-lavoro/8074-art-18-ecco-quel-che-sara.html ....Questa è una delle tante cose che, da ex delegato FIOM, mi stanno togliendo il sonno...Io credo che da questo possa innescarsi qualcosa di molto pericoloso...e forse, finalmente, "il capire"....
    Saluti e buona Domenica...ciao Santo

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    1. Ho letto l'articolo...inquietante, non so cosa dire, la prima parola che mi viene in mente è inquietante...stanno distruggendo tutti i diritti che ormai sembravano acquisiti, lo stato sociale così andrà in frantumi perchè si creerà un perenne clima di diffidenza e paura...non so dove vogliono arrivare, ma forse ha ragione qualcuno quando dice che se prima non tocchiamo il fondo non possiamo rialzarci, ecco forse questo fondo si sta avvicinando a grandi passi perchè il governo Monti sta peggiorando le cose in Italia ad una velocità incredibile...l'unica cosa che possiamo fare è quella di rimanere vigili e attenti riguardo a ciò che sta avvenendo intorno a noi e di cercare di creare un punto fisso di riferimento a cui poterci aggrappare, che può essere un partito, un movimento etc che per forza di cose dovrà nascere primo o dopo in Italia...le elezioni del prossimo anno potrebbero essere un punto di svolta decisivo...e per questo dobbiamo informarci e informare prima di quel momento in modo che sempre più persone possano fare una scelta consapevole per cambiare le cose...o almeno spero che ciò avvenga! A presto! Piero

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  6. carissimo come vanno le scosse telluriche? Quelle di altro genere non mancano mai purtroppo. Non so se ti è capitato di leggere il discorso di Bernanke alla Commissione Bilanci questa settimana , Te ne riporto un pezzetto "il perdurare di alti tassi sui debiti governativi toglieranno risorse agli investimenti privati e aumenteranno i debiti verso l'estero con effetti negativi nel lungo periodo dei risultati USA, le sue entrate e gli standard di vita. Inoltre la diminuita fiducia degli investitori riguardo al contenimento del deficit portera' a un ulteriore aumento dei tassi e potenzialmente a un ulteriore sconvolgimento finanziario:In questo circolo vizioso i tassi di interesse alti e in crescita faranno crescere a gran velocità il peso degli interessi sul debito, facendo aumentare il rapporto debito/ pil e rendendo piu' difficili gli aggiustamenti fiscali.( Bernanke to Congress: WE're much closer to total destruction than you think - NetNet ) Mi sembra che con queste parole BB stia negando le virtù del monumentale q.e. di Obama sostenendo che in pratica l'aumento continuo di fornitura di denaro non è servito e anzi ha solo peggiorato le cose,e questo lo dice in piena campagna elettorale ! Un attacco alle politiche Keynesiane di Obama. Mi nascono molti interrogativi sui rapporti tra la Fed e il Governo che non mi sembrano molto limpidi. Come detentori di gran parte del debito questi banchieri,che sempre banchieri privati sono, cosa possono muovere come influenza,indicazioni o solo terrorizzando con discorsi come questo il Paese ? Sarebbe molto utile un Post sui rapporti tra Fed e Tesoro se hai voglia, magari a puntate, perchè mi rendo conto che sarebbe un impegno immane.Se questo particolare aspetto rientra nei tuoi intenti in questo momento, of course. Bernanke non è un qualsiasi Topolino o Paperino al quale possiamo fare una pernacchia, purtroppo.Un abbraccio Cristina

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    1. Le scosse continuano ma sono più leggere e di assestamento...io per tagliare la testa al toro mi sono precipitato in campagna (lo faccio spesso in verità a prescindere dai terremoti...) dove rimango isolato (anche se sto mettendo a posto internet o almeno spero) ma almeno salvo la pelle...sulle dichiarazioni di Bernanke nutro parecchi dubbi, perchè Bernanke è furbo e sta cercando di spostare il problema dell'enorme debito privato delle banche sul debito pubblico (che non è un vero problema...), per preparare un nuovo QE di salvataggio delle banche...Obama non ha mai applicato vere e proprie politiche keynesiane, ma ha solo fornito maggiori sussidi improduttivi, i QE sono stati fatti per dare liquidità esclusivamente alle banche e non ad aumentare i finanziamenti diretti allo stato...il congresso è troppo ideologizzato per ammettere la necessità di ampi deficit pubblici per rilanciare l'economia e l'occupazione...sulla necessità di spiegare i rapporti fra Fed e Tesoro condivido in pieno e pensavo di arrivarci gradualmente tramite le lezioni di Randall Wray della MMT (anche se il prof è molto prolisso e ripete spesso sempre le stesse cose...)...ovviamente se ti capita di trovare materiale utile in questo senso, fammi un fischio e io pubblico...il lavoro di informazione da fare è davvero immane, ma non mi spaventa, ma grazie al vostro supporto spero di riuscire nell'obiettivo di aprire gli occhi a tante più persone possibile...poi siccome non ho la verità rivelata in pugno, fermatemi quando volete se pensate che sto scrivendo sciocchezze...domani per esempio penso di pubblicare un articolo che ho scritto in campagna, è un pò forte, ma credo che lo pubblicherò lo stesso perchè credo che Napolitano stia davvero esagerando...a presto! Piero

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    2. comunque mi sembra che gli edifici di palermo abbiano dimostrato di reggere piuttosto bene scosse del 4^ 5^ grado...il problema e la tragedia dell'aquila non è stata causata dal terromoto ma dal calcestruzzo di alcuni edifici di costruzione recente (nelle maggior parte dei casi che hanno provacato mortalita' ) chi ha costruito in quel modo è un criminale! non mi sembra ci sia stata una reazione adeguata ...come se fosse accettabile
      costruire in quel modo...evidentemente a palermo non è accettabile...fortunatamente...

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    3. Guarda su questa cosa degli edifici di L'Aquila costruiti con la sabbia ho litigato spesso con gli amici milanesi...perchè loro sono convinti che gli abusivismi edilizi siano solo quelli dei siciliani che costruiscono sulla sabbia, ma chi costruisce con la sabbia non è un abusivo allo stesso modo??? concordo sul fatto che sono dei criminali, perchè non si può morire con terremoti di magnitudo 4.9°, quando in Giappone gli edifici resistono tranquillamente a scosse di 7°...ma questa è l'Italia purtroppo...

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  7. Per C.Cristina (anche se magari li ha gia' letti

    http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/9189398/Europe-and-the-Law-of-Sticky-Wages-technical.html

    http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/9196551/Spains-lose-lose-struggle-reignites-euro-crisis.html

    il secondo è stato tradotto da CDC (ma è preferibile e piu' precisa la versione originale)

    ps: leggevo che l'ultimo bollettino della banca d'italia segnala una diminuzione delle riserve auree di 5mialiardi!? hanno venduto l'oro?

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    1. Robert, anche io ho letto quel bollettino di Bankitalia...la mia impressione è sempre la stessa...stanno svendendo tutto e accontentando i grandi creditori internazionali (Goldman Sachs, Morgan Stanley etc...), dopo di chè chiederanno aiuto alla trojka e la rinegoziazione del debito come in Grecia...stessa cosa faranno Spagna e Portogallo...e Monti o chi per lui conta di arrivare a quel momento con il mercato del lavoro e l'economia già ampiamente deflazionata per competere con i mercati internazionali...o almeno è quello che spera...leggerò quanto prima gli articoli che hai postato, Pritchard mi sembra uno in gamba anche se spesso è un feroce critico dell'eurozona ma non riesce ad essere obiettivo sui problemi dell'UK, perchè anche loro non navigavano certo nell'oro...solo che noi dell'eurozona siamo talmente fessi da avere offerto una sponda a tutti i paesi in crisi del mondo...grazie alla Germania e a Monti Pyton!!!

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    2. si chiaramente poi scrive su un giornale con un impostazione molto tory e nazionalista da un ponto di vista italiano...comunque un po' li conosco anch'io gli inglesi ^^ quindi capisco quello che intendi...

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    3. Esattamente, ci siamo capiti...Pritchard mi sembra troppo tory, troppo british, troppo City oriented...in fondo sono proprio loro che si stanno arricchendo con questi titoli di stato europei che fanno su e giù come nelle montagne russe...e alla City conviene che continui la giostra europea...altro giro, altra corsa, tanto pagano tutto i PIIGS...

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    4. Ciao a tutti,

      Mi chiamo Nicola e vivo ormai da quasi due anni nella verdissima Irlanda, ma ció non mi impedisce di seguire con sempre piú interesse e rabbia ció che avviene in Italia e in giro per l'Europa.
      Sono rimasto molto colpito da questo blog e dalla chiarezza con cui vengono spiegati i fatti. A questo punto non posso fare a meno di porvi una domanda che da un paio di settimane mi frulla in testa anche se siamo leggermente fuori argomento.
      Cosa ne pensate di tutti gli scandali che a uno a uno stanno coinvolgendo tutti i partiti italiani e i loro tesorieri, deputati etc etc? Voglio dire, si sa che da piú di trentanni la politica italiana va avanti a tangenti e favoritismi vari qundi come mai questi "scandali" stanno uscendo fuori solo adesso? Non ci vedete anche voi una manovra per screditare i pricipali partiti (ammesso che siano ancora degni di essere chiamati tali) a favore di questo pseudo-salvatore governo tecnico?
      Ho provato a lanciare l'argomento in varie discussioni ma sono sempre stato preso per paranoico e complottista, voi cosa ne pensate?
      Grazie mille e complimenti ancora per l'articolo.

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    5. Nessuna paranoia e nessun complotto Nicola, perchè siamo in migliaia a pensarla come te...è chiaro che Monti stia cercando di fare piazza pulita dei partiti, sia quelli storici che quelli all'opposizione, per creare una nuova forza politica di centro (-destra o -sinistra è la stessa cosa, perchè sono tutti neoliberisti, i primi conservatori e riformisti) che possa intercettare la maggioranza dei voti degli italiani poco informati e sensibili a farsi condizionare dalla propaganda (l'ex DC per intenderci...)...una volta creata questa forza politica, i tecnocrati potranno fare e disfare veramente tutto, applicando sempre le stesse ricette di disuguaglianza sociale e sfruttamento del lavoro...un saluto e in un bocca al lupo a tutta l'Irlanda, perchè ho conosciuto quella terra prima che entrasse nell'euro ed era fantastica...da Kilkenny a Cork a Limerick, fino alle meravigliose scogliere delle Cliffs of Moher!!! A presto! Piero

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