L’Italia s’è
desta. Finalmente gli italiani, così come gli spagnoli e i greci, hanno deciso
di scendere in piazza per manifestare il loro dissenso (in certi casi vera e propria "rabbia costruttiva") contro i governi dei
tecnici inviati da Bruxelles, Francoforte e Wall Street. Gli emissari dei poteri forti che stanno
dissanguando gli stati, al solo scopo di tenere in piedi la moneta più stupida del mondo e mantenere intatte le posizioni di
privilegio dei grandi gruppi finanziari e della minoranza benestante della
popolazione che vive di rendita e non di lavoro. Sabato 27 ottobre a Roma ci sarà una grande manifestazione dallo slogan più che mai azzeccato e pertinente, a cui ognuno potrà dare
la propria connotazione: No Monti Day.
Non vogliamo più Mario Monti e la sua cricca di cialtroni, che hanno peggiorato
e non poco le condizioni finanziarie, politiche ed economiche dell’Italia. Non vogliamo più la finanza e i "mercati" come unici enti dirigisti e monopolisti della politica economia di un paese democratico, riportando l'accento sui diritti dei cittadini e le dinamiche del bene comune. Non
vogliamo più i presunti tecnici mai
eletti democraticamente che di tecnica economica capiscono poco o nulla e difendono in modo più che mai evidente e palese interessi plutocratici e privatistici diversi da quelli collettivi.
Queste ultime affermazioni vanno ovviamente motivate, ma non lo farò tanto con le mie parole che
possono essere troppo faziose e di parte, quanto con quelle di un vero tecnico
che lavora ogni giorno sui dati e sui fatti: il presidente della Corte dei
Conti Luigi Giampaolino. Il
funzionario pubblico ha già fatto sapere ieri agli incompetenti pivelli al governo ammantati dall’aura fumosa del
tecnicismo che la loro gestione è stata un disastro e forse farebbero
meglio a ritornare nelle aule dell’università a studiare un po’ di tecnica economica.
L’occasione è ufficiale e non ufficiosa, ci troviamo all’audizione di fronte
alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato per commentare il Documento di Economia e Finanza (DEF),
presentato dal governo. Cominciamo con la prima stoccata. “La somministrazione di dosi crescenti di austerità e rigore al singolo Paese, in assenza
di una rete protettiva di coordinamento
e di solidarietà, e soprattutto se incentrata sull'aumento del prelievo fiscale, si rivela, alla prova dei fatti, una terapia molto costosa e in parte inefficace.
E che, neppure, offre certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni
finanziarie”. Tradotto
in sintesi: aumentare le tasse in periodo di recessione è una scelta folle che
non serve nemmeno a rassicurare i “mercati”
e abbassare lo spread, visto che fra
l’altro non esiste in Europa alcuno strumento compensativo che consenta al singolo stato di
redistribuire per altra via i soldi sottratti con le tasse. Continuiamo.
“Esiste il pericolo di un corto
circuito rigore/crescita, favorito dalla composizione delle
manovre correttive, per quasi il 70% affidate, nel 2013, ad aumenti di
imposte e tasse, con la pressione fiscale prevista oltre il 45% nell’intero
triennio 2012-2014”. Ovvero, con un tale livello di tassazione, aumentato
fino all’inverosimile per conseguire l’arbitrario e inutile obiettivo del pareggio di bilancio, non è possibile prevedere
alcuna crescita economica, dato che per ovvie ragioni le persone e le imprese
avranno meno soldi da spendere e da investire. E infatti Giampaolino ribadisce poco
dopo che “il pareggio di bilancio conseguito con queste modalità appare un equilibrio precario.
Con un alto livello di entrate e di spese pubbliche – oltre che con
un’inflazione in rapida risalita – la compressione
del reddito disponibile di famiglie e imprese non può, infatti, non
generare una caduta dei consumi e degli
investimenti”. Eureka! Quindi esiste, in carne e ossa, in Italia, aggirandosi indisturbato fra i
corridoi dei palazzi del potere, qualcuno che ragiona e che abbia studiato
quantomeno le tabelline.
Attenzione però, perché lo
stesso Monti qualche settimana fa aveva avvisato tutti che le sue riforme sarebbero state recessive nel breve periodo,
assicurando comunque che il sacrificio immediato sarebbe stato compensato da una strabiliante crescita economica nel medio-lungo termine. La solita storia, di derivazione più o meno mistica e dogmatica,
di soffrire oggi concretamente e sicuramente in attesa di una redenzione eterna
per nulla certa e sicura, che con ogni probabilità e facendo i debiti scongiuri
non arriverà mai. Un atteggiamento malsano e insensato che lo stesso
Giampaolino stigmatizza in questo modo: “Il rigore di bilancio, da solo, non
basta, se manca una crescita dell’economia su cui appoggiare la
sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica. L’azione di governo apre
fondamentali prospettive di recupero per l’economia italiana, tuttavia non si
può non rilevare come i risultati attribuiti al programma di riforme abbiano una dimensione insufficiente
per colmare il vuoto di domanda
apertosi a partire dal 2007.”
E’ confermato. Qualcuno
quindi in Italia capisce che l’economia si basa soprattutto se non esclusivamente sulla spesa e sulla domanda,
mentre se nessuno chiede e consuma beni e servizi, la maggiore offerta prodotta dalle aziende, ottenuta magari grazie ad improbabili e ambigue impennate
di produttività che servono soltanto a ridurre i salari dei lavoratori ed
aumentare i licenziamenti, va a finire fra le scorte di magazzino e negli
inventari delle merci invendute. Stiamo parlando sempre di logica e di
matematica, non di economia. Ma capendo forse di stare interagendo con degli infingardi provenienti da ambienti finanziari assolutamente estranei agli interessi nazionali, il cui unico obiettivo è
estorcere subito, hic et nunc, soldi
alla gente per rimborsare i loro mecenati della finanza, Giampaolino si prodiga
anche a spiegare a questi mercenari rimbambiti cosa bisognerebbe fare per
risanare i conti pubblici in un’ottica non speculativa ma di lungo periodo: “Necessario è dunque rafforzare la strategia per la
crescita, affidando a essa obiettivi più ambiziosi di quelli
finora adottati. Gli interventi per la crescita sono solo in parte riforme
senza spesa. E sicuramente richiedono che si apra una prospettiva di riduzione della pressione fiscale. E per
questo sarà necessario agire con ancora maggiore determinazione in direzione di
una attenta selezione della spesa”.
Sembra quasi che
il funzionario pubblico voglia suggerire in un ultimo disperato tentativo la ricetta giusta agli scellerati ministri
del governo Monti e ai politicanti di centro, di destra, di sinistra che li
appoggiano: “Volete rubare soldi agli
ignari contribuenti? Ma fatelo bene, Cristo! Perché fra poco qui salta tutto, baracca
e burattini!”. Quindi non tagli indiscriminati a pioggia e aumento della
pressione fiscale, ma selezione della
spesa pubblica, che riesca a trasferire parte delle spese correnti per
consumi, sprechi, corruzione in spesa in conto capitale per gli investimenti di
lungo periodo. Questo sarebbe quantomeno un primo passo da manuale per fornire
qualche speranza di ripresa all’economia italiana, a cui come sappiamo
dovrebbero seguirne tanti altri, non ultimo l’uscita definitiva dalla gabbia dell’euro, il ritorno alla lira e il recupero
di una gestione attiva, autonoma ed efficace della politica economica. Siccome siamo diffidenti per natura e non ci fidiamo troppo delle parole del tecnico superpartes Giampaolino, vediamo adesso
un po’ di freddi numeri e prestazioni
eccellenti da archiviare alla storia dopo un anno scarso di governo Monti,
per rinfrescarci la memoria:
1)
Il PIL è crollato nel 2012 e chiuderemo
al -2,5/-2,7% (ben il 2,0-2,5% meno della media UE, mentre negli ultimi 15 anni
crescevamo “soltanto” dello 0,7/1,0% in meno rispetto alla media europea)
2)
Sono stati creati 800.000 nuovi disoccupati,
200.000 nuovi cassaintegrati, 400.000
lavoratori sono passati dal full time al part time
3)
Sono crollati la produzione industriale,
i consumi, gli investimenti, con percentuali che per settore e comparto
vanno dal 2% fino all’8%-9%
4)
Sono peggiorate brutalmente le finanze pubbliche: il debito pubblico cresceva nel 2010 e nel 2011 di circa il 2%
all’anno, con Monti siamo arrivati al +7% in un solo anno (dal 120% al 127%),
ed il deficit di bilancio non ne vuole sapere di ridursi per raggiungere
quell’agognato e più che mai inutile pareggio di bilancio nel 2013
5)
L’inflazione è salita in un solo
anno dal 2,2% al 3,3%.
Una
vera sciagura, che ha davvero pochi
precedenti nella storia repubblicana. Tuttavia ricordando ancora una volta che
il professore Monti non ha mai lavorato per conto della Repubblica Italiana, ma
è chiaramente al soldo e alle dipendenze di altri committenti che si trovano
sparpagliati nei consigli di amministrazione delle maggiori banche e società
finanziarie del mondo, dalla Goldman Sachs alla Deutsche Bank, da Morgan
Stanley a Credit Agricole, non bisogna stupirsi troppo se per lui questi dati
siano il frutto di un grande successo, che hanno consentito in vario modo a
questi interlocutori internazionali di incassare il bottino del furto commesso
in Italia. Per capire in quale modo scrupoloso ed egregio Monti e la sua banda
di briganti stiano svolgendo il compito e siano in pari con il programma, basta
ricordare brevemente alcuni passaggi fondamentali: la garanzia statale
apposta in fretta e furia a dicembre sui prestiti e sulle obbligazioni bancarie
con il decreto salva-Italia (meglio
noto come salva-Banche), i €2,6 miliardi accreditati a gennaio alla Morgan Stanley per chiudere anticipatamente
una posizione in contratti derivati, i €3,9 miliardi regalati a giugno alla
banca fallita Monte Paschi di Siena
per acquistare le sue obbligazioni spazzatura, i €10 miliardi forniti a
settembre al fondo di strozzinaggio MES, che verranno utilizzati per acquistare titoli di stato di Germania, Finlandia,
Olanda, alla faccia della sua iniziale funzione di solidarietà e sussidiarietà
per aiutare i paesi della periferia più in difficoltà.
Cosa
volete che sia una manifestazione di qualche centinaio di migliaia di persone per
un personaggio di tale portata, che ha ancora la faccia tosta di presentarsi
agli elettori come il salvatore della
patria, il deus ex machina dell’economia e viene servilmente e
viscidamente incensato da tutti gli organi
della propaganda di regime come se fosse un santo. Bazzecole, puri effetti
collaterali di cui non tenere alcun conto, perché le èlite al potere hanno
vinto e il popolo, la democrazia, la gestione razionale e accorta dell’economia
hanno perso. Questo è l’unico fatto, l’unico dato che per il professore ha una
certa rilevanza. Parafrasando il nome del sito da cui sono stati ricavati
alcuni di questi numeri, per Mario Monti il fatto che sarebbero sorte proteste
popolari spontanee contro la sua gestione dissennata, sfacciatamente a favore
delle banche e contraria al benessere comune, era un Rischio Calcolato. Lui lo sapeva già e il suo obiettivo era solo
quello di riuscire ad arraffare più soldi possibili agli italiani prima di
essere scoperto ed essere costretto a fuggire con l’elicottero dal tetto di
Palazzo Chigi. Come accadrà molto presto a Monti, o a chi per lui, e ai suoi
compari Rajoy e Samaras, perché la Storia
insegna, non fa salti e sta andando tutta in questa direzione.
La
Manifestazione a Roma del 27 ottobre
rappresenta quindi un primo passo per consentire alla Storia di fare il suo
corso, dando un immediato foglio di via
a Monti e a tutti i politici collusi dell’ancien
régime che fino ad oggi lo hanno sostenuto (Bersani, Berlusconi, Fini,
Casini) e sperando che dopo di loro si apra davvero una nuova fase costituente di rinascita per il nostro Bel Paese svilito
e bistrattato. Madrid e Atene sono già sul piede di guerra e
attendono solo il segnale da Roma,
per ripartire al contrattacco. Chiunque si metterà alla testa di questi cortei
deve sapere però che non esiste più spazio
per i compromessi: non si può dire No
al Fiscal Compact e nello stesso tempo dire Sì all’euro, perché sono due
facce della stessa medaglia e non può esistere l’uno senza l’altro e
viceversa. Per capire meglio questo punto, basta ricordare cosa accadde all’ex
primo ministro greco Papandreou quando
paventò la possibilità di chiedere la legittimazione referendaria ai cittadini
per ratificare le severe imposizioni di austerità incluse nei pacchetti di
salvataggio e riprese nel Fiscal Compact: da Berlino e da Francoforte
arrivarono precisi diktat per cambiare
significato al referendum e
indirizzarlo verso l’uscita o la permanenza
nell’euro, perché la moneta unica a trazione tedesca esiste soltanto se
vengono avallati dai paesi membri accordi
capestro repressivi come il Fiscal Compact, il Six Pact, il Meccanismo Europeo di Stabilità. In caso
contrario, in un’ottica puramente tedesca, la moneta unica sfuma, si dissolve
nell’etere, non ha più senso di esistere, perché non sostiene più gli affari
delle multinazionali e le
circolazioni massicce di capitali esclusivamente privati e non pubblici, che
tanti profitti hanno e stanno ancora procurando ai grandi gruppi bancari
transfrontalieri.
Sperare
di poter rimandare al mittente il Fiscal Compact e contemporaneamente
continuare a rimanere nella zona euro, è pura demagogia senza senso e senza futuro, perché Berlino non lo
permetterebbe mai e qualunque capo di governo si mettesse di traverso sugli
accordi già presi verrebbe poi messo con le spalle al muro come è accaduto a
Papandreou: o Fiscal Compact o fuori dall’euro. Gli unici due paesi dell’Unione
Europea che si sono permessi il lusso di rifiutare di firmare l’accordo
fascista e folle del Fiscal Compact, Regno
Unito e Svezia, sono anche tra i
pochi fortunati che a suo tempo si erano tenuti ben alla larga dalla tentazione
di entrare nella zona euro e non lo faranno di certo né ora né in futuro, anche
perché secondo i calcoli dei loro più accreditati analisti finanziari
l’eurozona ha ormai solo pochi anni o mesi di vita. Significativo anche il
cambio brusco di atteggiamento del presidente francese Hollande, che aveva fatto una crociata contro il Fiscal Compact
durante la compagna elettorale per battere Sarkozy e che una volta eletto si è
accodato supinamente alla linea del rigore e dell’austerità, dettata non solo
dalla Germania ma dalle stesse banche francesi che in qualche modo devono fare
pagare a qualcuno i loro debiti irredimibili. E chi saranno mai queste vittime
sacrificali? Indovinate un po’? I cittadini
e i lavoratori francesi. Con la Francia, che dopo Italia e Spagna, si
infilerà anche lei nel tunnel senza fine
della recessione, da dove ne uscirà solo dopo l’esplosione definitiva della zona euro. Ormai è
soltanto una questione di tempo e i 17 piccoli indiani sono messi tutti in fila per essere stritolati uno alla volta.
Avendo chiaro questo deprimente quadro generale, non
si può continuare a stare con un piede in due scarpe. I partiti
politici, sia di estrema destra
che di estrema sinistra, che oggi
fanno la voce grossa contro Monti, l’austerità e il Fiscal Compact, ma non si
esprimono in alcun modo su un’uscita
anticipata e organizzata dall’euro, stanno solamente cercando di prendere
tempo e di imbrogliare i loro ingenui elettori, sulla falsariga di Hollande in
Francia. Il motivo per cui lo fanno è abbastanza noto, perché i loro maggiori
esponenti sono anche gli stessi che qualche anno addietro diedero la loro vile adesione all’ingresso nell’euro,
alla svendita dei diritti dei lavoratori,
alle privatizzazioni selvagge, ai governi tecnici dei banchieri Ciampi,
Amato, Prodi che guidarono la fase convulsa di cancellazione progressiva della
sovranità politica, democratica, economica, definendo spesso questo passaggio “un
processo storico di unificazione ineludibile”. Questi personaggi non
sono quindi credibili come promotori di
un rinnovamento parziale, basato sulla modifica dei trattati europei in
senso espansivo (banca centrale prestatrice di ultima istanza, governo federale
di trasferimento), per il semplice fatto che sanno già che questi cambiamenti
non avverranno mai perché la Germania non li vuole. Punto.
E’
inutile cercare ancora spazi di
mediazione per conquistarsi una propria personale spendibilità nei prossimi governi di centrosinistra o
centrodestra, perché questi spazi ormai non esistono più. La manifestazione
contro Monti è anche una manifestazione contro tutto ciò che lui rappresenta: l’euro, il comitato d’affari di Bruxelles, i tecnocrati nominati che si sono sostituiti ai politici
democraticamente eletti, gli interessi
della finanza e delle grandi multinazionali che hanno prepotentemente
prevaricato quelli dei cittadini, dei lavoratori dipendenti ed autonomi, delle
piccole e medie imprese. Se l’alleanza con questi partiti di estrema sinistra
ed estrema destra e con i loro rappresentanti (Ferrero, Di Liberto, Ferrando,
Storace etc) può essere utile in chiave
tattica per dare una prima spallata
al governo Monti, deve essere spezzata subito dopo sul piano strategico quando verrà il momento di rimettere insieme i
cocci del paese dopo l’uscita dall’euro, perché non si può procedere alla ricostruzione politica, culturale ed
economica dell’Italia con gli stessi personaggi che hanno passivamente
appoggiato il periodo di distruzione, l’euro e tutto ciò che ne è conseguito.
Come ho già detto in tono più colorito, non si può pretendere che una puttana,
capace di crearsi intorno a sé visibilità
e carriera politica nel periodo
delle vacche grasse, diventi improvvisamente vergine durante il
periodo delle ristrettezze e della crisi, togliendosi un po’ di trucco e
vestendosi in modo più accollato e meno appariscente. Prima di essere riabilitati al servizio pubblico dello Stato servono anni e anni
di mea culpa all’interno di un
convento di suore di clausura e poi vedremo se avranno capito cosa significa
aderire ad un’unione monetaria all’interno di un’area valutaria non ottimale, come è da sempre stata e sempre lo
sarà l’Europa.
Purtroppo
il dibattito in Italia intorno a tali improrogabili
e cruciali questioni viene continuamente inquinato e annacquato anche per
la presenza di questi strani personaggi, che hanno costruito le loro fortune
intorno alla dialettica della mediazione infinita e senza non saprebbero
materialmente da che parte cominciare, mentre è del tutto evidente che in
Spagna la protesta è molto più evoluta
e matura: non solo No al Fiscal Compact, No al MES, ma anche e
soprattutto No all’euro, No al Governo
della Finanza, Sì alla Democrazia, perché è ormai assodato che l’euro sia
un progetto delle potenti oligarchie finanziarie per impedire una corretta gestione democratica dell’economia
e una migliore redistribuzione dei
redditi. Cosa che invece in Italia si stenta ancora a capire. Per dirla in
altre parole, a Berlino e a Francoforte fanno molto più paura le proteste degli
spagnoli e non quelle degli italiani, perché i grafici che vengono tenuti
continuamente sotto controllo e che fanno tremare i polsi ai tecnocrati
europeisti e ai politicanti collusi sono quelli che rivelano il gradimento dell’euro nel suo complesso
e non quelli riferiti ad uno o all’altro accordo vessatorio intergovernativo.
Per esempio, nel grafico sotto si può vedere come la fiducia nell’euro dei cittadini dei paesi PIIGS sia crollata
dall’iniziale 55% nel 2001 fino all’attuale 25%, mentre di converso la sfiducia
nell’euro è aumentata dall’iniziale 26% all’attuale 66%. Un radicale cambio di
rotta dell’opinione pubblica che anticipa in un certo senso l’evento storico
che presto accadrà e coglierà di sorpresa soltanto gli sprovveduti.
Per
capire meglio cosa ha significato per l’Italia l’adozione dell’euro, basta
citare un solo dato: dal 1981, anno di fatto dell’aggancio rigido
all’euro-marco e del divorzio fra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, ad
oggi, ben 15% punti percentuali di PIL sono passati dai redditi da lavoro ai profitti
e alle rendite finanziarie, senza che ciò abbia apportato reali benefici al
paese, perché l’Italia è la nazione che spende meno in Europa in termini di investimenti in formazione, innovazione,
ricerca e sviluppo. Una vera e propria ecatombe, una paralisi. Solo per
fare un confronto storico, come si può vedere dal grafico riportato sotto, quando Argentina e Islanda decisero di dichiarare default sul debito estero nel 2001 e
nel 2008, rompendo la prima l’aggancio rigido con il dollaro e la seconda
nazionalizzando le tre maggiori banche private, hanno assistito negli anni successivi
ad un repentino aumento del reddito
pro-capite, mentre non appena la Grecia
dichiarò virtualmente fallimento nel 2010 ma decise, o meglio fu costretta, a
rimanere nella zona euro, è andata incontro ad un ulteriore e prevedibile crollo del reddito pro-capite. Cosa che sta
accadendo puntualmente anche in Italia
e in Spagna.
Per
smentire invece la storiella che ancora circola impunemente in Italia sui paesi
spendaccioni dei PIIGS che avrebbero vissuto al di sopra delle loro
possibilità, basta riascoltare e riflettere con attenzione sulle parole del
primo ministro spagnolo Mariano Rajoy,
che mettendo le mani avanti ha dichiarato solo qualche giorno fa quanto segue: l’aiuto da €100 miliardi della BCE alle banche spagnole che graverà tutto sui bilanci pubblici, comporterà
un aumento del deficit fino al 7,4%
del PIL nel 2013, che è considerevolmente superiore rispetto al 6,3% previsto
per quest’anno e concordato con l’Unione Europea come limite massimo
tollerabile in vista di un pareggio di bilancio che non arriverà mai. Un deficit che si espande dunque a dismisura per ragioni del tutto estranee all'amministrazione della cosa pubblica (altro che corruzione dei ladri di polli delle regioni e delle province, qui stiamo parlando di ben €100 miliardi cash di furto legalizzato). Tralasciando infatti per un attimo la faccenda dei numeri nudi e crudi, il governo non cercherà forse di estorcere nei prossimi anni, con le buone o con le cattive, questi soldi ai cittadini spagnoli per ripianare il buco di bilancio e rimborsare il
prestito concesso dalla BCE? Ma se questi soldi andranno tutti in pasto alle
banche private, perché non garantiscono loro il rimborso invece di nascondersi dietro
il paravento dello stato? Cosa
c’entra tutto questo con la pantomima della spesa pubblica fuori controllo di cui noi cittadini dovremmo essere
i presunti beneficiari? Non sono sempre stati i tecnocrati neoliberisti i grandi propugnatori di uno scarso intervento dello stato nell'economia? Quindi? Le banche forse non fanno parte del circuito del libero mercato e vivono in un universo parallelo?
Ma
come già sappiamo il caso spagnolo è
emblematico soprattutto per un altro motivo: ancora prima dell’ingresso
nell’euro, a partire dal 1996, il governo della Spagna si è distinto per essere
il più virtuoso d’Europa, portando
il suo debito pubblico dal 65% fino al 38% del PIL nel 2007, ben al di sotto del
limite del 60% richiesto dai tecnocrati europeisti per accedere all’unione
monetaria. Eppure questa estrema virtù
pubblica della Spagna non è servita a nulla quando è scoppiata la crisi del
vizio privato, dovuta principalmente
alla lasciva facilità con cui le banche concedevano prestiti senza garanzie, alla
bolla immobiliare, alle insolvenze a catena, ai licenziamenti di massa e allo
stato che si è visto costretto ad andare in soccorso delle banche, ad aumentare i
sussidi di disoccupazione, a tagliare le spese, ad incassare meno tasse, a fare
esplodere il suo debito pubblico fino alla quota insostenibile per le casse
spagnole del 90% attuale (vedi grafico sotto). Ma qualcuno potrebbe spiegarmi
il nesso fra la parola spendaccione e la volontà arbitraria o coatta di dover
salvare i propri istituti bancari falliti? Se un paese è stato virtuoso fino a
poco prima di diventare vizioso per aiutare le banche, qual è esattamente la sua colpa? Ma soprattutto, siamo ancora certi che il benessere e la solidità di una nazione dipenda esclusivamente dalla virtù pubblica, mentre nulla è dovuto e deve
essere controllato sul lato del vizio privato?
Ecco,
io andrò alla Manifestazione del 27
ottobre a Roma portandomi dietro tutte queste considerazioni e questi dati
nella testa, mentre altri penseranno che rinegoziando il Fiscal Compact (con “chi” bisogna ancora capirlo, visto che
nessuno, tanto meno la Germania o le commissioni europee varie, si è mai reso disponibile
a rinegoziarlo) si possa dare avvio al luminoso periodo di trasformazioni
epocali che porterà un giorno molto lontano agli Stati Uniti d’Europa (un luogo utopico che esiste solo nella loro testa). Per me,
il No
Monti! equivale chiaramente al No Euro!, mentre per altri
significherà forse rimettere in piedi quella “gioiosa macchina da guerra”
della sinistra progressista (cosa vuol dire ancora non l’ho capito, perché non
esiste nulla di progressista nel farsi spennare come polli dai banchieri in
nome del totem di una moneta unica che “tecnicamente”
non funziona) che portò dritto alla disfatta elettorale di Achille Occhetto nel
1994. Fatte queste debite premesse, riporto di seguito il comunicato del comitato promotore del No Monti Day, che è
condivisibile in molte sue parti tranne la solita precisazione di partenza:
euro e austerità sono la stessa cosa, quindi bisognerebbe decidersi una buona
volta nella vita da che parte stare. Se poi non si vuole uscire dall’euro per
paura di perdere la possibilità di rientrare in parlamento dalla porta
secondaria o perché funestati dai fantasmi
della svalutazione e dell’inflazione che dilapiderebbero la pensione della
nonna, ecco che, finita la manifestazione, le nostre strade si divideranno
presto all’incrocio con Trinità dei
Monti-bis. Sperando che non ci siano i
soliti idioti o infiltrati a creare caos e sconquassi vari, utili soltanto
a rafforzare le ragioni e il paternalismo dei nostri usurpatori.
“Siamo
persone che lottano, organizzazioni sociali e sindacali, forze politiche e
movimenti civili, e ci siamo assunti l'impegno di dare voce e visibilità alle
tante e ai tanti che rifiutano e contrastano Monti e la sua politica di massacro sociale, dando
vita il 27 ottobre a Roma a una giornata di mobilitazione nazionale, NO MONTI DAY.
Scendiamo in piazza per dire:
- NO a Monti e alla sua politica economica che
produce precarietà, licenziamenti, disoccupazione e povertà, no alle
controriforme liberiste, oggi e domani.
- NO all'Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact,
dell'austerità e del rigore, che devastano da anni la
Grecia e ora l'Italia.
- NO all'attacco autoritario alla democrazia, no
alla repressione contro i movimenti ed il dissenso, no allo stato di
polizia contro i migranti.
- SI’ al lavoro dignitoso, allo stato sociale, al
reddito, per tutte e tutti, nativi e migranti.
- SI’ ai beni comuni, alla scuola e alla ricerca pubblica, alla
salute e all'ambiente, a un'altra politica economica pagata dalle banche,
dalla finanza, dai ricchi e dal grande capitale, dal taglio delle spese
militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra, dalla
soppressione dei privilegi delle caste politiche e manageriali, sì alla
cancellazione di tutti i trattati che hanno accentrato il potere
decisionale nelle mani di una oligarchia.
- SI’ alla democrazia nel paese e nei luoghi di
lavoro, fondata sulla partecipazione, sul conflitto e sul diritto a
decidere anche sui trattati europei.
Vogliamo manifestare per mostrare
che, nonostante la censura del regime informativo montiano, c'è un'altra Italia
che rifiuta la finta alternativa tra schieramenti che dichiarano di combattersi
e poi approvano assieme tutte le controriforme, dalle pensioni, all'articolo
18, all'IMU, alla svendita dei beni comuni, così come c'è un'altra Europa che
lotta contro l'austerità e i trattati UE.
Un'altra Italia che lotta per il
lavoro senza accettare il ricatto della rinuncia ai diritti e al salario, che
difende l'ambiente ed il territorio senza sottomettersi al dominio degli
affari.
Un'altra Italia che lotta per una
democrazia alternativa al comando autoritario dei governi liberisti e
antipopolari europei primo fra tutti quello tedesco, della BCE, della
Commissione Europea e del FMI, del grande capitale e della finanza internazionale.
Promuoviamo una manifestazione
chiara e rigorosa nelle sue scelte, che porti in piazza a mani nude e a volto
scoperto tutta l'opposizione sociale a Monti e a chi lo sostiene, per esprimere
il massimo sostegno a tutte le lotte in atto per i diritti, l'ambiente ed il
lavoro, dalla Valle Susa al Sulcis, da Taranto a Pomigliano, dagli inidonei e
precari della scuola, da Cinecittà occupata ai tanti esempi di cultura
condivisa come il Teatro Valle occupato e le tante altre in giro per l'Italia,
a tutte e tutti coloro che subiscono i colpi della crisi.
Vogliamo che la manifestazione, che
partirà alle 14,30 da Piazza della Repubblica, si concluda in
Piazza S. Giovanni con una grande assemblea popolare, ove si possa liberamente
discutere di come dare continuità alla mobilitazione.
Proponiamo a tutte e tutti coloro che sono
interessati a questo percorso di costruirlo assieme, specificandone e
ampliandone i contenuti, fermi restando i punti di partenza e le modalità qui
definiti.”
Piero, sei un grande.
RispondiEliminaComunque la strategia prima di tutto. Se si riesce a mettere su una coalizione abbastanza trasversale (non solo la sinistra) contro il Fiscal Compact è già un buon risultato; se lo si riesce ad abolire è un gran colpo che mette in discussione il disegno delle élite autoritarie finanziarie "cosmopolite" (come dice Della Valle); se non si riesce, i contraccolpi economici della inevitabile recessione che ne deriverà saranno tali che i discorsi più "spinti" diventeranno accettabili da soli. Quindi calma e sangue freddo ricordandoci di quel signore che "cunctando restituit rem".
RispondiEliminaNon ti nascondo che la tua passione e fiducia in un'evoluzione positiva degli eventi è contagiosa e fa ben sperare...come vedi, ho colto il tuo suggerimento di partecipare e pubblicizzare la manifestazione di Roma, perchè credo che sia arrivato il momento di dare all'Europa e al mondo il segnale che anche l'Italia c'è e non è ancora morta sotto le sferzate di finanzcapitalismo di Monti e della sua cricca...tuttavia, come avrai letto nel post, non credo proprio che si possa rinegoziare il Fiscal Compact, ma bisogna avere il coraggio e la forza di andare ancora più a fondo, alla radice: l'euro. Senza l'euro ci salviamo e con l'euro bene o male, presto o tardi, affondiamo...spero che questa manifestazione No Monti sia soltanto un primo passo per arrivare a quella molto più importante e decisiva No Euro!
EliminaCaro Piero,
RispondiEliminaHo provveduto, nel mio piccolo, a diffondere il messaggio contenuto nel tuo articolo.
Articolato e complesso ma complessivamente condivisibile e sottoscrivibile.
Mi è dispiaciuta (se mi permetterai) quella scivolata sul "fascismo".
Poiché gridare alla malevola ideologia (che sia di destra o sinistra... di politichese memoria) è un errore (a mio strettamemte personale avviso) del quale non mi sarei reso protagonista.
Ciò non toglie che nel merito... lo stesso articolo vada più che a fondo nella concreta e reale disamina dei fatti.
Ed apprezzandone, pertanto, il valore ho provveduto a segnalarlo per quel poco, appunto e probabilmente, fosse nelle mie possibilità.
Un caro saluto,
Elmoamf
Grazie Elmoamf per il tuo impegno di diffusione e divulgazione dei contenuti espressi nell'articolo...sulla parola "fascismo" o "fascista" mi pare di avere avuto già una discussione su questo blog, perchè io utilizzo spesso questi termini non in senso politico o ideologico (ci mancherebbe, perchè i comunisti spesso non sono stati meno fascisti degli stessi fascisti...), ma in senso metodologico: per me fascisti sono le persone o gruppi di persone che cercano di imporre le proprie opinioni o idee senza un preventivo dibattito aperto e democratico, e per me quindi il modo di operare della finanza, di Monti, dei tecnocrati europeisti è altamente "fascista" in senso metodologico...
EliminaDa definizione di dizionario "fascista è chi interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza", quindi calza a pennello per descrivere le modalità di governo attuali...se poi utilizzando questo termine offendo secondo te la sensibilità politica e ideologica di qualcuno me ne scuso preventivamente, fermo restando che le mie idee politiche sono anni luce distanti dal fascismo storico di Mussolini e dei suoi seguaci...
Sento la necessità di re-intervenire, per chiarire meglio il mio pensiero...nella speranza di non essere frainteso da alcun lettore.
EliminaIl mio riferimento, Piero, era nei confronti della strumentalizzazione di quel termine come di altri di pari genere, di cui spesso si abusa per eludere un sano confronto sui contenuti.
Ora di certo non è il tuo caso poiché, attraverso tutti quegli articoli che ho avuto modo di leggere sul tuo blog, dalla tua esposizione traspare una chiarezza e limpidezza d'opinione della quale, a suo tempo non mancai di rendertene merito.
La mia osservazione scaturisce, più che altro, dall'osservazione di alcuni comportamenti ("Cliché") mentali ricorrenti.
Recentemente in un sito di cui nutro personale apprezzamento e che pertanto seguo con assiduità, sono apparsi diversi post legati a questa o quella ideologia.
Con l'intento, a mio avviso lodevole nei suoi fini divulgativi ed informativi, di proporre i diversi approcci ideologici nei confronti dell'organizzazione delle società umane.
O...per lo meno...è questo il messaggio che io personalmente ne ho colto.
Ahimé, come sovente accade in tali situazioni... gli "...ismi" e le posizioni ideologiche si sono scontrate e si sono ferocemente scornate come in un campo di battaglia, tutte forgiandosi nell'ipotetica immagine di William Wallace, l'eroe dell'indipendenza scozzese senza ombra e senza macchia.
Preda, ogni fazione, dei suoi stereotipi e pregiudizi. Incapace ogni interlocutore di ragionare sui contenuti e sulle idee o sulla semplicemente buona fede delle opinioni altrui.
Personalmente sono allergico ad ogni tipo di ideologia e profondamente "intollerante al lattosio" nei confronti dei vari "...ismi" (giusto per essere un poco spiritosi).
Ismi di cui l'ultimo nato ed a cui guardo con una certa simpatia e curiosità... è rappresentato dal termine "democrazionismo" ossia l'ideologia finanziaria occidentale d'esportazione militare ed imposizione socio-economica.
Ecco un nuovo termine su cui edificare i ns dogmi.
Come ho avuto modo di indicare e sottolineare in precedenti interventi... la mia speranza ed il mio impegno si "spreme" e si "perplime" principalmente per due motivi:
1) un obiettivo pratico contrassegnato dall'universale indicazione di "benessere comune";
2) un obiettivo, se vogliamo... un poco più spiritualmente elevato. Ossia individuato nella presa di coscienza personale...della propria capacità critica, nell'emancipazione dell'essere in quanto tale.
Gli "...ismi" e le ideologie li lascio volentieri fuori da queste aspirazioni. Magari eventuali prede di chi voglia solo e semplicemente, istintivamente, inconsapevolmente (ma per me inutilmente) sbranarsi!
Un caro saluto,
Elmoamf
Vorrei ringraziare l'autore dell'articolo, nonchè' tra i promotori di questo no day monti.
RispondiEliminaConcordo in tutto, contate pure su di me per il ribaltamrnto ella storia.
Ci vediamo a Roma il 27 ottobre allora...per iniziare a girare la prima pagina del grande libro della Storia!!!
EliminaSpero che questa sia l ' occasione per riunire insieme tutte quelle forze vogliono far ritornare l 'Italia un paese libero e ricco. Mi riferisco a Grillo , Barnard, e tutti quegli economisti pro-l'ira.
EliminaATTILIO DAPPOZZO.
Divulgherò l'informazione sulla manifestazione perchè comunque chi lotta contro il traditore monti e la UE ha il mio appoggio, ma parteciparvi proprio no, non condividendo il 90% del comunicato (in pratica dal punto 3 in poi per quanto mi riguarda sono tutte fregnacce o peggio).
RispondiEliminaConcordo con Andrea anche se penso che in questo momento non è il caso di fare i sofisti.
EliminaLa scossa popolare deve arrivare dal numero di partecipanti a questi eventi altrimenti la visibilità viene meno.
Una volta data la scossa, intimorita ( si spera ) la nomenklatura, aperto un varco, si potrà poi "trimmare" le basi della lotta.
Caro Andera Pellis,
Eliminainnanzitutto grazie di cuore, del tuo appoggio, e per la tua divulgazione, ma ti faccio presente che le fregnaccie sono solo quelle raccontate dal governo Gold-Monti, e da tutti i media omologati di regime, che ci raccontano come vedono "la Luce in fondo al tunnel", e che la ripresa c'è tutta, ma non è nei numeri, infatti "la ripresa è dentro di noi".
I numeri del disastro Gold-Monti sono calcolati e raccontati da due siti di profilo politico-economico diversi fra loro, se non agli atipodi, e ciò nonostante giungono alla stessa conclusione: Monti è un BUGIARDO patentato, uno squallido tirapiedi degli Oligarchi finanziari mondiali, e ci sta portando alla CATASTROFE socio-economica!!! ecco i due siti:
«Pardon, ci siamo sbagliati ma solo di 142,8 miliardi di euro»
DI Leonardo Mazzei
Domenica 23 Settembre 2012 16:53
I numeri del disastro nella «Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza» (Def) 2012
Fonte: http://www.antimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2197:lpardon-ci-siamo-sbagliati-ma-solo-di-1428-miliardi-di-euror&catid=78:italia
Post Fondamentale: L’Italia Tarocca i Conti, Abbiamo un Buco di Almeno 10 Miliardi di Euro
Fonte: http://www.rischiocalcolato.it/2012/09/post-fondamentale-litalia-tarocca-i-conti-abbiamo-un-buco-di-almeno-10-miliardi-di-euro.html
saluti, Nicola.
Concordo con Roberto e Nicola, per il momento la priorità più importante è quella di dare una prima spallata al governo Monti e far sentire almeno che ci siamo e siamo tanti...in un secondo tempo, potremo invece ridiscutere sui dettagli ancora da chiarire, che come ho evidenziato nel post sono tanti...per fortuna lo slogan della manifestazione NO MONTI DAY, concede ad ognuno ampio spazio di interpretazione e di inserire le proprie personali rivendicazioni, che ovviamente non potranno mai coincidere al 100% con quelle degli altri partecipanti alla manifestazione...
EliminaMonti un mercenario al soldo dei ladroni parlamentari, sia pdl che pd appoggiano questa specie di sanguisuga capace solo a mettere tasse per fare arricchire parlamentari, dirigenti statali e loro lecchini e portaborse. Bersani,Berlusconi, Casini, fini, rutelli,bossi,bindi,d'alema,veltroni,pannella,vendola, di pietro sono a capo di questa massa di ladri, via tutti i parlamentari che sono anni che stanno solo rubando e portando i cittadini alla povertà e alla disperazione. Il popolo ha il diritto di giudicarli e di condannarli e non giudici e magistrati corrotti.
RispondiEliminaIo aggiungerei anche i banchieri, che non solo non hanno ancora pagato niente in questa crisi, mettendo anzi con le spalle al muro le piccole e medie imprese, ma addirittura hanno e continuano ad avere continui aiuti e salvataggi dal governo Monti...
EliminaGrazie Piero per l'ottimo articolo che condivido completamente.
RispondiEliminaCercherò di essere a Roma per le tue stesse ragioni, ma sono perplesso dal fatto di non sapere chi è il comitato organizzatore.
Chi sono e perchè non ci mettono la faccia come fai tu?
Si vorrei saperlo anch'io.
RispondiEliminaChi è che organizza? Si può sapere?
Dopo lo scherzetto del girotondo di Forza Nuova, non si sa mai...
Ho inviato un'email al comitato promotore del NO MONTI DAY per avere chiarimenti più precisi sulle sigle sindacali, politiche e i nomi dei movimenti che partecipano e organizzano la manifestazione...quando avrò questa informazione vi aggiornerò con un commento apposito...
EliminaIl lettore CS ha già comunicato nel precedente articolo una lista provvisoria dei gruppi che fanno parte del comitato organizzatore: Usb, Rete 28 aprile-Opposizione Cgil, Cobas, Cub,Unicobas, Usi, Sicobas, il Comitato No Debito che è stato un pò il motore di avvio di questa iniziativa, organizzazioni politiche come Prc, RdC,Sc, Pcl, Carc, Alternativa, C-SP, PC; reti sociali come il Forum ambientalista, il Forum Diritti-Lavoro, centri sociali come l’Insurgencia di Napoli...
Per maggiori chiarimenti vi consiglio di mandare un'e-mail al seguente indirizzo:
nomontiday.27ott2012@gmail.com
Esiste anche una pagina facebook creata appositamente per richiamare la mobilitazione all'evento.
RispondiEliminaQuesto è l'indirizzo:
http://www.facebook.com/nogovernomonti?fref=ts
In essa vi sono riportati anche i nomi dei promotori. In modo che ognuno possa farsi anche un'idea su chi vi sia alla base dell'iniziativa.
Dell'iniziativa stessa, ricercando un poco nel web (unico strumento utile...considerato il diffuso, anche se non assoluto, silenzio circostante) si potrà intuire come si sia formata più o meno a settembre... da settori d'avanguardia (dovendo desumerne una personale analisi) riconducili all'area di pensiero tradizionale della sinistra ideologica.
Ora, fermo restando il mio peculiare pensiero antitetico ad ogni approccio politico-ideologico, di qualsivoglia natura, l'iniziativa deve per me essere colta e conseguenzialmente volta al fine di richiamare il ns prossimo verso più nobili ed ambite aspirazioni, legate alla "condivisione del benessere" ed alla "rivendicazione della dignità personale".
In tal senso, nei limitatissimi strumenti a mia disposizione, cercherò di sensibilizzare persone e "strutture" affinché l'eco della ns voce possa almeno, quantomeno, perlomeno esprimersi senza paure o remore!
Un saluto,
Elmoamf
Esattamente, hai centrato il bersaglio e grazie per la condivisione delle informazioni...il sostegno politico-ideologico passa in secondo piano rispetto all'importanza dell'iniziativa, che rappresenta il primo evento in cui gli italiani possono esprimersi chiaramente contro Monti e contro il governo dei banchieri...
EliminaSe ricordi bene, la manifestazione del 15 ottobre dell'anno scorso aveva avuto un maggiore risalto ed era stata pubblicizzata da tutti gli organi del regime europeista perchè c'era ancora Berlusconi e il cavaliere aveva osato in un ultimo disperato tentativo criticare la struttura tecnocratica ed oligarchica dell'Unione Europea, della BCE...apriti cielo, ci fu un vero e proprio assalto all'arma bianca e la grande affluenza alla manifestazione era anche dovuta a quella parte della sinistra che ancora crede che tutti i problemi dell'Italia siano da imputare a Berlusconi e al malaffare...nella manifestazione di quest'anno possiamo invece fare una conta più precisa, al netto della demagogia anti-berlusconiana, di quanti in Italia hanno davvero capito cosa sta succedendo e cosa significa affidare la conduzione di uno stato democratico ai tecnocrati europeisti e ai banchieri...
Quindi ritengo che la manifestazione di quest'anno sia molto molto più importante rispetto a quella dell'anno scorso...
Ciao Piero,
RispondiEliminati segnalo questo interessantissimo post di Mincuo su comedonchisciotte.org:
MONETA FIAT, la verità.
Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=51905&postdays=0&postorder=asc&start=0
davvero interassante il post di Mincuo, ma soprattutto il dibattito successivo, con grandi interventi dello stesso Mincuo, Istwine, Georgejefferson, Stefano D'Andrea e altri!!!
cordiali saluti, Nicola.
Grazie Nicola, ho letto l'articolo che è davvero interessante e ben scritto...questo Mincuo mi pare una persona davvero competente, precisa e preparata in ambito di politica monetaria, notevoli anche gli apporti di Istwine, che conoscevo già...insomma sul fatto che sono "i prestiti a creare i depositi" e "la scemenza della riserva frazionaria" ormai dovremmo essere tutti d'accordo, anche se vedo che molti continuano a fare confusione...sicuramente sono argomenti che vanno ripresi e ribattuti in modo martellante per farli entrare nella mente della gente e chiarire bene come funziona oggi il sistema bancario e monetario...come tu sicuramente ricorderai, io avevo già trattato entrambe le questioni in questi due articoli, ma non escludo di tornarci sopra a breve:
Eliminahttp://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/01/i-prestiti-creano-dal-nulla-nuovi.html
http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/02/le-menzogne-sulla-riserva-frazionaria-e.html
Sempre Preciso Piero come sempre
RispondiEliminaOramai lo hanno capito pure gli italiani ( che sono piu' duri dei sassi!!!), una volta che riusciremo nell intento di rispedire Monti nel sarcofago, ci rimarranno sempre la casta dei "Soliti Idioti" ed in questo caso non e' la sit-com di MTV, purtroppo... Senza dimenticarci il carrozzone tutto, quello tirato su' da decenni tra inutilita' e spreco indecente. Dire che c'e' ancora tanto da fare e' veramente dire poca poca cosa, so' soltanto che il cambiamento e' sinonimo di evoluzione. Quest' ultima e' Darwiniana.
Grande Piero continua cosi'!!
Leonardo " IL_CECCCHE"
Ad occhio e croce, penso che i Soliti Idioti di MTV sarebbero più capaci di condurre fuori dalle paludi il nostro paese rispetto a Monti e alla solita cricca dei nostri politicanti collusi e corrotti...peccato non poterli votare!!!:)
EliminaComunque sì, c'è tanto da fare, ma a noi uomini forti di spirito e nobili d'animo l'impresa non spaventa affatto...quindi stiano pure in campana questi dinosauri della politica e della finanza, perchè noi non molleremo mai e a Roma cominceremo a fare la conta di chi siamo e quanti siamo...
Ciao Piero, complimenti per l'articolo....Ottima iniziativa....Non potrò esserci questa volta....mi spiace....
RispondiEliminaSe mai si uscirà da quest'incubo...quale futuro ci aspetta?? Comincio ad avere dei seri dubbi su quello che ci attende....Ho letto l'intervista a Zygmunt Bauman di qualche giorno fa e ho trovato la sua analisi lucida e realistica....mi piacerebbe avere un tuo parere Piero e anche quello dei lettori di questo blog....ecco il link: http://www.lettera43.it/economia/macro/sara-guerra-per-le-risorse_4367565703.htm
Saluti Santo
Articolo davvero molto bello e ricco di stimoli...l'idea di massima di Bauman è condivisibile in toto, visto che la società attuale ha bisogno di fare delle scelte radicali prima di essere travolta dal caos...per me però la situazione non è così tragica come viene descritta dal professore, perchè ci sono ancora molti margini perchè questo cambiamento di rotta avvenga senza eccessivi traumi o conflitti...bisogna solo cominciare a fare delle scelte individuali e collettive sensate, tutto qui, ed evitare di lasciarsi guidare passivamente dal nichilismo imperante del potere costituito...
EliminaInnanzitutto non credo molto a questa storia della lotta per la sopravvivenza, almeno in Occidente, quanto piuttosto ad un'altra ennesima versione della solita lotta di classe, questa volta più impari e radicale: una minoranza con enorme potere finanziario e una maggioranza priva di qualsiasi potere politico, finanziario, morale...
Bauman descrive un modello che è quello del credito infinitamente crescente e delle banche commerciali che supportano i consumi inventandosi denaro a debito dal nulla, che non è affatto l'unico modello possibile del capitalismo...ne esistono tanti altri, sono lì a portata di mano e basta volerli per applicarli: le banche commerciali possono essere ridimensionate allo stesso modo in cui sono state ingigantite e la loro attività può essere ridotta a quella della pura intermediazione creditizia, privandole del privilegio di creare denaro dal nulla...se le banche non inventano credito e allo stesso tempo non fomentano un ritmo consumistico inutile e insostenibile nel medio-lungo periodo, le cose comincerebbero a riequilibrarsi e a rasserenarsi...se afferriamo bene questo concetto, tutto il resto verrà di conseguenza...dato che si creeranno minori squilibri sociali fra la minoranza ricchissima e la maggioranza impotente e una migliore redistribuzione delle risorse...
Questa storia della mancanza di risorse per tutti è secondo me un pò troppo enfatizzata, perchè non è vero che le risorse non ci sono, ma dobbiamo essere noi a saperle sfruttare in modo sostenibile e razionale...la natura è sempre lì, non cambia, da millenni, come un serbatoio senza fondo e inesauribile, mentre cambia invece nel tempo il nostro modo di trasformare le risorse naturali in beni di consumo...quello attuale è pessimo, il prossimo potrebbe essere invece molto più adeguato e intelligente...ma anche qui bisogna volerli intensamente questi cambiamenti, bisogna governali e indirizzarli...e come dice Bauman per fare tutto ciò bisogna ridare alla politica, quindi alla collettività, il potere e gli strumenti per agire nella realtà...attualmente la politica è impotente, è passiva, è scollata dal territorio su cui non riesce più a governare, si lascia guidare dalla finanza e dai suoi diktat, che ha oggi tutti gli strumenti e i privilegi per agire a livello globale su molti paesi contemporaneamente...
Cominciamo quindi a mettere questa benedetta finanza alle strette e a ridare alla politica tutti i suoi antichi privilegi e strumenti, e poi vediamo come va a finire...questo è il passaggio fondamentale che dobbiamo capire: l'evoluzione della storia non sta andando naturalmente nella direzione giusta a causa di uno strappo, un'usurpazione bella e buona...rimettiamoci di nuovo sulla retta via, con tutto l'impegno personale e collettivo che ciò comporta e poi potremo riguardare con fiducia al futuro...almeno io la penso per adesso così, ma non è escluso che fra qualche anno, quando diventerò più vecchio, non inizi ad essere più pessimista come Bauman...per il momento non posso e non possiamo permettercelo il pessimismo!!! Sarebbe la fine!!!
Io penso che una simile manifestazione sia inopportuna. Non dimentichiamoci che Monti ha agito in un periodo di emergenza per evitarci il default. Il suo compito era quello di rimettere in riga i conti del Paese, di risanare parte del debito di distribuire sacrifici ma con equità. Mi pare che tutti questi obiettivi siano stati centrati.
RispondiEliminaOra bisogna proseguire con la sua politica fatta di tagli ma anche di crescità e di rigore secondo quanto ci viene chiesto dall'Europa.
Il programma dei partiti che si dovranno candidare è quello di proseguire con il rigore e le tasse mi pare scontato ma nello stesso tempo si punterà anche alla crescita.
in quanto iscritto all'UDC invece propendo per appoggiare Monti in un ruolo istituzionale e - possibilmente - portarlo alla presidenza del consiglio per altri 5 anni affinché possa completare il suo programma che si inquadra perfettamente nella politica neoliberista e che va ben oltre la stantia e superata politica keinesiana.
Purtroppo noto con imbarazzo che qui in questo blog fate esattamente l'opposto, propugnate idee vecchie e vi schierate apertamente contro lo Stato italiano, il popolo italiano e il Governo.
vi ricordo inoltre che questo governo è si un governo tecnico ma un governo che opera in nome dei cittadini e che è stato democraticamente eletto in quanto ha trovato l'appoggio dei partiti e dei deputati del parlamento che in quanto tali rappresentano i cittadini italiani.
è sbagliato - come dite voi - dire che questo governo è un governo non eletto.
mi spiace molto vedere tutto questo pressappochismo.
è desolante.
Giovanni
@Anonimo Giovanni
EliminaMi spiace che tu sia desolato, tirati su.
Posso sapere se hai una vaga idea di cosa voglia dire espansione fiscale? E unione fiscale? E Fiscal Compact?
Ora siccome sei molto informato saprai che la corte dei conti ha recentemente espresso il suo parere sulle politiche economiche del governo e ha scritto testualmente che il rigore va in cortocircuito con la crescita. Glielo hai scritto alla corte dei conti che sei desolato e che sono dei pressappochisti?
Ti è chiaro il punto che col Fiscal Compact la crescita non è possibile? Che se per giunta chiederemo gli aiuti esm siamo veramente fritti e ci ritroveremo in una recessione pazzesca?
Sai da cosa si capisce che non leggi e non ti informi? Dalle parole che hai scritto: "provo imbarazza", "desolante", "pressappochismo"...tutte le fisime del piccolo borghese balzacchiano si compendiano in questo tuo intervento in cui dimostrii di essere motivato non dal desiderio di confrontare le tue idee con quelle degli altri ma solamente da quello di poter esprimere dei giudizi di superiorità su qualcuno in modo da esorcizzare la tua condizione di middle class non particolarmente colto.
Se mi parli anxhe del merito della situazikne economica mi rimangio quello che ho scritto, se continui solo ed esclusivamente coi giudizi mi darai ragione davanti a tutti.
io prendo per buono ciò che la Germania dice riguardo l'economia e cioè rigore e crescita ed è esattamente ciò che vuole fare Monti, applicare le dottrine tedesche.
EliminaLa germania - che da sola si accolla il mantenimento di italia, spagna e grecia ben oltre il 75%, è Paese di fiducia e la sua fiducia nasce dal fatto che da sempre è portatrice di equilibri sociali pacifici, almeno negli ultimi 2 secoli.
senza la Germania l'europa sprofonderebbe nel caos. Senza la sua guida saremo perduti.
Monti non fa altro che applicare questa guida.
la Germania del resto è Paese da sempre all'avanguardia in campo di studio economico e di economia.
giovanni
Giovanni, bentornato!!! Ci sei mancato con tutte le tue scemenze che ripeti a memoria come un disco rotto...però fra tutte le cretinate che dici (quella che la Germania è un paese pacifico e mantiene la pace in Europa da 2 secoli è bellissima ma puoi fare di meglio...) quella di essere un iscritto dell'UDC è la migliore, perchè non sapevo nemmeno della loro esistenza...esistono davvero gli iscritti all'UDC??? Come sono fatti? Che aspetto hanno??? Puoi mandarmi una foto in privato, perchè muoio dalla curiosità di vedere che faccia hai???
EliminaCerto la tua inclinazione per la boutade sarebbe da premiare, perchè è chiaro che il ripetuto ossimoro "la politica del rigore e dell'austerità che porta alla crescita" sia una raffinata licenza poetica...nella realtà le cose funzionano un pò diversamente, perchè come ti ha già spiegato CS l'austerità espansiva non è mai esistita sulla terra...
Certo, anche dire che le politiche keynesiane sono stantie e vecchie è una bella battuta, perchè probabilmente tu non lo sai, ma il tetto che hai sopra la testa, il giardino ben curato, il frigorifero, li hai potuti comprare grazie alle politiche keynesiane che bene o male sono state applicate in Italia fino ai primi anni ottanta...con le politiche neoliberiste che sono impazzate in Italia fin dai primi anni novanta, col cavolo che ti saresti potuto comprare una casa, una macchina etc senza indebitarti fino al collo...
Ti è chiaro questo vero?
Giovanni, scusi, io invece non capisco perché una persona sana di mente si autoinfligga una simile pena....
RispondiEliminanon capisco cosa intende contessa.
RispondiEliminala pena sarebbe Monti o quello che ho scritto io?
la pena sarebbe venir qui a leggerci e poi immergersi in desolate meditazioni....
RispondiEliminaDirei che per il Sig. Giovanni sia abbondantemente sufficiente quanto pacatamente commentato da Cuncta Stricte.
RispondiEliminaL'ulteriore intervento dello stesso Giovanni, mi par di capire infatti, voglia proprio andare incontro ed a favore di quelle ragioni.
D'altronde rimango sempre un poco scettico e basito di fronte a certi atteggiamenti ed opinioni.
Dettati forse da inguaribile romanticismo o perbenismo cinico o chissà da cos'altro!
Detto questo, per quanto riguarda la manifestazione, la condivisione delle informazioni, la comunicazione della notizia e delle motivazioni, etc... nel mio piccolo, mi è stato concesso di aprire un mini-finestra di divulgazione a questo indirizzo: http://www.stampalibera.com/?p=53561
Un sito che praticamente conosco dalla sua nascita e debbo dire abbastanza diffuso e conosciuto (e personalmente stimato...al di fuori di ogni considerazione "...istica" o "ideologica").
Tanto per dovere di cronaca e partecipazione di conoscenza!
Un saluto,
Elmoamf
Ottimo Elmoamf!!! Cerchiamo di diffondere con ogni mezzo la notizia e mantenere alta l'attenzione sull'evento, perchè rappresenta la nostra prima occasione per far sentire che ci siamo e siamo in tanto...sulla faccenda ideologica penso che ci siamo chiariti abbastanza...ormai destra e sinistra, fascisti e comunisti non rappresentano più categorie aderenti alla realtà, quanto caricature e parole vuote che servono alla gente per riscoprire il loro tribale bisogno di appartenenza...ormai possiamo dire che esistono invece soltanto modi di intendere la vita e il proprio rapporto con gli altri: quello individualistico, basato sull'apparenza e sulla massimizzazione dei proprio bisogni egoistici, e quello altruistico, focalizzato sul bene comune e la cooperazione...tutto il resto sono soltanto sfumature più o meno accentuate di questi due modi antitetici di intendere il proprio essere sociale...almeno, io la penso così, ma come sai sono molto aperto al confronto...
EliminaNon posso che sottoscrivere quanto da te evidenziato e proposto...era questa la mia lunghezza d'onda. Spesso mi rammarico proprio nel constatare quanto tempo inutilmente vien perso rincorrendo miti e comportamenti stereotipati. Il dualismo (altro ismo) di maniera. Ciò che più nobilmente andrebbe ricercato è proprio la sincera ed onesta capacità di far fronte alla propria vita come tentar di fare per quella degli altri, di cui siamo inevitabili interlocutori!
EliminaQui mi fermo, poiché diversamente potrei andare avanti per ore risultando troppo prolisso.
Un saluto,
Elmoamf
siete comunque ai limiti dell'eversismo e quasi si configura il reato di oltragio al capo dello Stato.
RispondiEliminaMonti è l'uomo giusto al momento giusto e la prova è il fatto che il debito pubblico sta scendendo, stiamo risalendo la china, i consumi sono in crescita e stiamo uscendo dal tunnel.
siamo lontani dalla Germania che domina il mondo ma piano piano riusciremo almeno a tornare a livelli pre crisi. Ovviamente ci vorranno ulteriori misure impopolari e - mi auguro - ci sia maggior controllo sulle basi sociali deluse da parte delle forze dell'ordine.
mi auguro anche che blog come questi facciano la fine di megaupload e chi li promuove venga mandato a Regina Coeli il prima possibile.
detto questo io me ne vado altrove. Il consiglio che vi posso dare - e ve lo devo dare - è di cancellare questi messaggi eversivi, i tread eversivi e modificarli seguendo la linea della politica europea, evitando se possibile di scrivere corbellerie su Monti, evitando quindi reati penali.
buona giornata
giovanni
giovanni,
RispondiEliminagrazie mille per il consiglio,
ma se Dio vuole, il caro Piero se ne infischia dei tuoi premurosi e pro-bancari consigli, anche perchè il vero elemento eversivo, della faccenda è proprio il governo Monti, un governo d'occupazione straniera, tanto legittimo e popolare quanto lo era quella pseudo-francese di Vichy, stavolta però non c'erano le orde barbariche naziste ad imporlo, ma lo hanno imposto le orde infernali della Troika(BCE, UE, FMI), Germania, Francia, USA, e i Poteri Forti sovranazionali, che si fregiano, a differenza degli Hitleriani e degli Staliniani, del titolo di "DEMOCRATICI", e la gente crede ciecamente che sia proprio così!!!!!
E ora tutti in coro: Evviva la "DEMOCRAZIA" dei Poteri Forti!!!!
saluti, Nicola.
Se posso permettermi di intervenire vorrei portare all'attenzione dell'autore del blog un problema non irrilevante.
RispondiEliminaSono capitato per caso nel tuo blog e ho letto ciò che volevo leggere da tempo: tutti a Roma.
Il problema del quale voglio metterti al corrente (ma sicuramente ci avrete già tutti pensato) sono le Forze Armate. A mio avviso prima del 27 bisognerebbe mobilitarci tutti per convincere carabinieri e polizia a scendere in campo con noi e non contro di noi.
Io personalmente ho preparato una lettera che invierò agli indirizzi mail delle legioni carabinieri e questure di polizia di tutta Italia. Inoltre pensavo di stampare la stessa e portarla a mano a tutte le caserme della mia città, chissà che non giri la voce e cominci a muoversi qualcosa. Tentar non nuoce.
Inoltre bisogna stare attenti all'Eurogendfor, gira voce che già in spagna molti agenti non fossero spagnoli. L'Eurogendfor è stata creata per reprimere e se sarà a Roma il 27 Ottobre...
X ANTONIO:UNA SOLA COSA VAI A CAGARE,EVERSIVO SEI TU UNITAMENTE A TUTTI QUEI CIALTRONI COME TE . MONTI HA INIZIATO E VA AVANTI IN MODO UNILATERALE SE LA PRENDE SOLO CON LA POVERA GENTE UNA VERA MACELLERIA SOCIALE, E FINO A QUESTO MOMENTO TUTTE LE STATISTICHE SONO CONTRO DI LUI, UN FALLIMENTO TOTALE, BASTA GUARDARE LA DISOCCUPAZIONE, L'INFLAZIONE ECC. HA PORTATO SOLO-TASSE IL PROFESSORE DELLA BOCCONE. TU SICURAMENTE SEI UN BENESTANTE E LE COSE TI VANNO BENE COSì.
RispondiEliminaConcordo in tutto tranne che su gli allogeni. Sono per una comunità nazionale, libera dai vincoli dell'Euro, del potere finanziario e di quel cialtrone, demente di Mario Monti.
RispondiEliminaAnonimo Paolo IKS
RispondiEliminaUn lettore si é profuso in apprezzamenti positivi per l'A.D. di Wall Street. Penso che, se ancora non s'è accorto a quali obiettivi é rivolta la sua azione (e con lui concordano purtroppo una certa parte di Italiani) ci siano poche speranza di uscire da questo infame, tragico e terrificante tunnel.
Mi trovo invece pienamente daccordo con chi ritiene che si debbano abbandonare gli ismi e chi resta attaccato ad essi non capisce cosa sia stata la storia da duecento anni a questa parte. Gli ismi sono erichette storicamente superate dall'esito micidiale di tante vicende e di tante ideolgie decise e incentivate secondo un progetto di dominio ben preciso . Si dovrebbe sempre rammentare il detto "Mio nemico é l'amico del mio nemico. mio amico è il nemico del mio nemico". La disunione e la discordia mai come oggi sono state da aborrire.
Anonimo TopoGigio
RispondiEliminaIl lettore anonimo delle 09.55 dell'8 ottobre, a proposito di Pil che cresce e debito che cala, consumi in crescita ecc., deve riferirsi a qualche altro film.
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