lunedì 20 agosto 2012

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI: QUANDO L’ITALIA SI DECIDERA’ AD USCIRE DALL’EURO?


L’afa continua ad imperversare sulla nostra penisola e secondo le più accreditate previsioni meteo durerà fino a fine agosto. Fa caldo, molto caldo, e i tecnocrati e politicanti europei, fra cui il nostro presidente del consiglio Mario Monti, hanno approfittato di questo lungo periodo di pax olimpica per godersi delle immeritate vacanze: dopo 4 anni precisi dall’inizio della crisi finanziaria in Europa queste macchiette che si atteggiano a statisti non sono riusciti a risolvere nemmeno uno dei punti più spinosi della questione e non sono stati capaci di mettere un argine all’ondata di recessione economica che ha travolto il vecchio continente. Un vero record di incompetenza e inettitudine. Se non fosse stato per la presenza della banca centrale BCE, che ogni volta ha rimandato con le sue discutibili  operazioni di politica monetaria il momento del tracollo, l’eurozona sarebbe già stata un triste ricordo da archiviare in fretta nell’immensa collezione dei colossali fallimenti della storia umana. Nata con il pretesto di unire e pacificare i popoli, l’eurozona è riuscita nel difficile intento di risvegliare gli attriti e le tensioni sopite che circolavano sottotraccia fra i paesi membri di questa sconclusionata ammucchiata di faccendieri, affaristi e lobbisti. Anche questo, a suo modo, è un record ineguagliabile.


Ad ogni modo, data la scarsa rilevanza dei fatti accaduti in questi ultimi giorni, approfitto anche io del periodo di tregua per fare il punto della situazione e abbozzare un riassunto delle puntate precedenti, che possa aiutare chi si avvicina per la prima volta a questo lungo interminabile racconto del misfatto e chi invece si è perso qualche pezzo durante il tragitto. Di questi tempi il volume degli scambi in borsa è talmente basso che qualunque dato su spread, indici e tassi di cambio non ha alcuna significatività, ma serve solo alla propaganda di regime per accendere facili entusiasmi fra i lettori e gli ascoltatori più distratti. Quindi nella nostra analisi ci riferiremo soprattutto a dati e serie storiche, trascurando del tutto la situazione congiunturale (per intenderci, che lo spread in questi ultimi giorni sia sceso sotto i 420 punti base per me non significa assolutamente nulla, mentre mi interessa molto di più l’andamento dello spread in questi ultimi mesi). Dato che alcuni lettori mi hanno legittimamente accusato di essere confuso e ambiguo nelle mie descrizioni, mi sembrava opportuno fare un po’ di chiarezza sulle premesse dei miei discorsi per dissipare le ombre che qualcuno ancora si ostina a vedere nelle conclusioni. Iniziamo.



1) L’origine di tutto l’imbroglio. La data chiave e il punto di svolta epocale della politica economica e monetaria è il 15 agosto del 1971, quando il presidente americano Richard Nixon annuncia la fine degli accordi di Bretton Woods, che allo scopo di garantire la stabilità degli scambi commerciali internazionali avevano introdotto a partire dal 1944 uno strano regime di cambio fisso di tipo gold standard (gold exchange standard): veniva stabilito univocamente un rapporto di cambio rigido con una banda di oscillazione del ±1% fra le valute nazionali e il dollaro americano, e un’assegnata convertibilità di quest’ultimo con una data quantità di oro (35 dollari per un’oncia di oro). Nonostante i maggiori esperti di politica monetaria prevedono lunghi periodi di instabilità valutaria dovuta alla libera fluttuazione del valore delle monete sui mercati di cambio, la situazione internazionale rimane tutto sommato sotto controllo perché il valore principale della moneta era scarsamente legato alla convertibilità con l’oro, ma si basava soprattutto sulla “fiducia”: la gente utilizza una particolare moneta non per il suo valore intrinseco o per il suo ipotetico valore di cambio con un bene reale (in questo caso l’oro), ma perché sa che può utilizzarla per acquistare prodotti da altra gente e pagare le tasse, le multe, le ammende allo Stato. I banchieri furono subito molto furbi ad approfittare di questa abitudine consolidata per nascondere il significato ultimo del profondo stravolgimento di paradigma e per far credere alla gente comune che la moneta aveva ancora un valore reale sottostante, che ne determinava la scarsità e la rarità. Falso, la moneta non valeva più nulla, una pura convenzione, un segno contabile simbolico e nient’altro.       


2) Abolito di fatto l’obbligo di convertibilità fra oro e moneta, sia in teoria che in pratica ogni governo nazionale con il supporto della banca centrale può creare dal nulla e disporre in maniera discrezionale della propria moneta per indirizzarla secondo gli usi che riconosce più urgenti, socialmente utili e prioritari. Il problema non riguarda più la quantità di moneta a disposizione, perché virtualmente illimitata, ma la modalità con cui viene utilizzata a fini pubblici, che in certe situazioni di piena occupazione e saturazione della capacità produttiva può condurre a derive inflazionistiche interne e ad eccessiva svalutazione esterna della moneta nazionale nei confronti delle valute estere. In questo nuovo contesto, chi si ostina ancora a ripetere che “la moneta è un bene scarso”, “mancano i soldi”, “le tasse servono per ripagare i beni e servizi offerti dallo stato e a rimborsare il debito pubblico” o è un mentecatto o è un farabutto: in Italia e non solo abbondano purtroppo entrambe queste tipologie di esseri umani.


3) Guarda caso, sempre a partire dal 1971 in poi, una volta che l'umanità aveva conquistato questo diritto fondamentale di utilizzare senza limitazione alcuna uno strumento così efficace come la moneta per il suo benessere e il miglioramento delle forme di convivenza civile, una folta schiera di farabutti, ciarlatani, mentecatti al soldo di grandi banche e multinazionali, che per brevità chiameremo “neoliberisti”, ha cominciato una violenta campagna di propaganda per dimostrare che la moneta lasciata in mano allo Stato ci avrebbe rovinati tutti, a causa dell'aumento spropositato del debito pubblico e dell'inflazione, ed era quindi necessario affidarla a banche centrali private, autonome e indipendenti (che ci hanno rovinato lo stesso, aumentando a dismisura e ad ondate pressoché regolari e cicliche il debito privato) per garantire una corretta gestione dei flussi finanziari. In pratica le banche centrali private possono sostenere in modo illimitato soltanto le banche commerciali private con il pretesto della stabilità finanziaria, mentre inducono i governi a perseguire una ferrea disciplina di pareggio di bilancio, per mettere appunto un argine ai due mali del secolo: il debito pubblico e l’inflazione. In realtà lo scopo dei neoliberisti, degli oligarchi, delle èlite finanziarie è quello di evitare gli effetti redistributivi del reddito e polarizzare le risorse in poche mani, ma la gente abbocca a quest’inganno e vota puntualmente alle elezioni tutti i politici (di destra, sinistra, centro: la differenza è solo funzionale a rafforzare l’efficacia dell’inganno e a ostentare una parvenza di democrazia ai poveri illusi) che foraggiati dai banchieri promettono di abbattere sia il debito pubblico che l’inflazione dilaniando i loro stessi risparmi con l’aumento della pressione fiscale (la disoccupazione è un corollario, perché una volta risolti i due mali del secolo, i ciarlatani assicurano che vivremo tutti felici e contenti e magicamente occupati: peccato che i dati confermano il contrario, perché nella storia del mondo tutti i paesi che hanno praticato rigorose politiche di risanamento dei conti pubblici e un controllo capillare dell'inflazione, hanno sempre attraversato profondi periodi di disoccupazione cronica e recessione economica). Sindrome di Stoccolma allo stato puro, purissimo: le vittime sono ormai innamorate e abbagliate dal fascino (???) dei loro carnefici. Se uno riesce a convincerti che rubando i tuoi risparmi, riducendo i salari, cancellando i diritti e le tutele sindacali, eliminando tutti i servizi pubblici essenziali, riuscirai a vivere meglio, significa che hai seri problemi psichici da risolvere e prima di dedicarti allo studio dell’economia, dovresti fare una bella indagine del tuo inconscio: meglio leggere Freud e Jung che ripassare Keynes o Minsky. 


4) Il debito pubblico non è mai stato un vero debito ma una convenzione. Ora, che il debito pubblico in un regime di moneta fiat fiduciaria creata dal nulla non è un problema lo capisce anche un bambino, quindi non insisterei molto su questo punto, perchè rischierei di offendere l’intelligenza dei lettori di questo blog, ma per tagliare la testa al toro spendo un pò di tempo per fare un esempio: immaginiamo di vivere su un pianeta in cui l’ente chiamato Stato è l'unico produttore al mondo di banane e ne produce in quantità illimitata o almeno in una quantità tale da soddisfare tutti i bisogni del nostro pianeta. Mi può  spiegare qualcuno come può lo Stato diventare all'improvviso in debito di banane se le produce solo lui e nessun altro? Chi può essere mai questo misterioso creditore di banane, se quelle che possiede le ha ottenute dallo Stato? L'unico modo in cui lo Stato può diventare un debitore netto di banane è per pura convenzione, perchè ha deciso di chiamare dei pezzi di carta che distribuisce in giro per il mondo e convertibili in qualsiasi momento in banane, "debito di banane": se li avesse chiamati "giacomini" o "franceschini", nessuno avrebbe potuto obiettare nulla e lo Stato non sarebbe mai stato ferocemente accusato di essere uno sconsiderato e spregiudicato debitore di banane. Si tratta dunque di una semplice questione di linguaggio, che dal punto di vista tecnico, economico, politico non ha alcuna rilevanza. Oppure come è accaduto nel nostro strano pianeta chiamato Terra alcuni ladri criminali (i banchieri) si sono appropriati in modo truffaldino e fraudolento dei campi di banane che un tempo erano dello Stato e concedono le banane in prestito a quest’ultimo, pretendendo di essere rimborsati per l’intero capitale più un dato saggio di interesse che cresce in base alla durata del prestito stesso. Siccome lo Stato non ha più la possibilità di produrre banane, dovrà chiedere sempre nuovi prestiti per ripagare quella parte di banane di interessi che materialmente non ha, iniziando un circolo vizioso che potrebbe non avere mai fine, o meglio finisce solamente quando i nuovi produttori di banane non hanno più la certezza di essere rimborsati e aumentano così tanto il tasso di interesse sui nuovi prestiti di banane da rendere praticamente impossibile per lo Stato assolvere a tutti i suoi impegni, costringendolo alla bancarotta. Considerando però che lo Stato ha giuridicamente il potere di riscattare in qualsiasi momento la proprietà dei campi di banane, è inutile ribadire che il furto dei banchieri non sarebbe mai avvenuto senza la complicità dei politici e il tacito e succube assenso dei cittadini. Nel video riportato sotto viene mostrato in modo efficace cosa accade ai risparmi dei cittadini quando gli stati vengono privati della loro moneta e lasciati in balia delle banche commerciali: una lenta ma inarrestabile espropriazione di ricchezza alla cittadinanza in piena regola.







5) Stati sovrani e stati non sovrani. In Europa questa truffaldina convenzione di considerare la moneta un debito e di privatizzare il potere sovrano dello Stato di emissione della propria moneta ha raggiunto il parossismo più assoluto, perchè lo stato (scritto in minuscolo, perché ormai derubato di tutte le sue precedenti sovranità politiche, monetarie e democratiche) non ha più possibilità o margini per utilizzare liberamente la sua stessa moneta (come accade normalmente nei paesi ancora sovrani come Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, che in teoria sono ancora padroni dei loro “campi di banane”, delle loro monete nazionali, ma in pratica vengono trattati da tutti gli addetti ai lavori, dai banchieri e dai politici stessi come se non lo fossero). I 17 paesi membri dell’eurozona per garantire il loro corretto funzionamento ed adempiere agli obblighi e pagamenti che eccedono la quantità di tasse esigibili dalla popolazione devono chiedere in prestito tutta la moneta di cui hanno bisogno alle banche private, che si sono prese con la forza e con l'inganno questo diritto di gestire in esclusiva la moneta che un tempo era un monopolio dello stato, adducendo una ragione molto semplice che sfiora il fideismo e dogmatismo religioso: la moneta è meglio che la gestiamo noi privati, perchè è meglio così, noi siamo più bravi, belli ed efficienti. Punto. Discorso chiuso. La banca centrale BCE si deve occupare del controllo della stabilità dei prezzi e dell’inflazione, mentre i singoli governi nazionali devono garantire il rimborso del debito pubblico agli investitori privati e l’obiettivo fiscale del pareggio di bilancio fra entrate per tasse e uscite per spesa, consumi e investimenti pubblici. Una volta sconfitti i due grandi mali del secolo e rafforzati questi due pilastri della politica economica, tutto il resto verrà di conseguenza grazie all’arcinota “mano invisibile” che guida il libero scambio dei beni e dei capitali, alle privatizzazioni del patrimonio pubblico altamente inefficiente, alle liberalizzazioni che favorendo la concorrenza aumentano il volume di affari, la produttività, la piena occupazione, il benessere per tutti. Il progresso. La civiltà.   


6) Politica monetaria e fiscale sono inseparabili. Mi pare che non serva un luminare di economia per capire che la struttura privatistica e il mostro giuridico imposto con la forza e con l’inganno in Europa non sia proprio uno straordinario modello di efficienza e sviluppo: basterebbe citare alcuni dati sul crollo della produzione industriale (-8,2% su base annua in Italia), sulla disoccupazione dilagante (10,8% in Italia, 24,6% in Spagna, 23,1% in Grecia, con una disoccupazione giovanile oltre il 50%), sulla caduta dei redditi nazionali (-2,5% la previsione per l’Italia nel 2012, -6,2% per la Grecia), sull’aumento dello stesso debito pubblico (in ascesa a €1972 miliardi in Italia, con oltre il 123% di rapporto debito pubblico/PIL e i soli interessi che sfiorano i €100 miliardi di euro all’anno)  per ammettere con un minimo di obiettività e onestà intellettuale (cosa di cui sono privi tutti gli organi di informazione profumatamente finanziati dai soliti banchieri) che il progetto eurozona sia un fallimento su tutti i fronti. Senza un cambiamento radicale, che assicuri innanzitutto un maggiore coordinamento fra la politica monetaria della banca centrale e la politica fiscale dei governi come accade in tutti i paesi normali del mondo, la moneta euro e l’eurozona come istituzione sono destinati a collassare per evidenti limiti di sostenibilità a medio-lungo termine. Gli stessi interventi non convenzionali della BCE, che derogando più volte al suo statuto e ai trattati europei ha dovuto acquistare titoli di debito pubblico sul mercato secondario per alleviare la mancanza di capitali a buon mercato da parte degli stati più in difficolta dell’eurozona (i cosiddetti PIIGS, Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna), dimostrano palesemente che il taglio netto fra l’operato della banca centrale e quello dei governi, con il quale si voleva lasciare questi ultimi in balia dei mercati privati, sia un errore colossale e una scelta impraticabile nella realtà dei fatti


6) Debito pubblico o debito privato?. Se in Europa il problema solo convenzionale e linguistico del debito pubblico è stato elevato al rango di nemico pubblico numero uno, poco o niente si dice invece sul problema dell’aumento incontrollabile del debito privato che viene trainato principalmente dalle banche e ha un andamento profondamente pro-ciclico, dato che amplifica gli effetti dei vari cicli economici in corso senza curarne minimamente le cause: nei periodi di espansione, l’attività creditizia delle banche si espande favorendo spesso la formazione di bolle speculative su alcuni titoli, settori produttivi o interi paesi, mentre in periodo di recessione, le banche riducono drasticamente i prestiti e richiedono il rapido rientro dai debiti precedenti accelerando i fenomeni recessivi, i fallimenti, il calo produttivo, i licenziamenti. E’ evidente a chiunque che senza un fattore esterno che riequilibri in senso espansivo la carenza di supporto del settore bancario all’economia, non è possibile prevedere un nuovo rilancio economico e quella famigerata crescita da molti invocata come soluzione a tutti i mali del mondo sarà solo una parola vuota senza senso, buona soltanto per turlupinare gli ultimi idioti. Fra l’altro, per come è stato costruito l’attuale sistema finanziario, quando in un ipotetico futuro in cui ritorna la fiducia nei mercati le banche riprenderanno a macinare a pieno regime il credito alla cosiddetta economia reale è matematico che prima o dopo, da qualche parte del mondo o in uno specifico settore industriale, si creeranno le premesse di una nuova bolla speculativa, un accumulo di debito inesigibile e bisognerà fronteggiare una nuova crisi. Per questo motivo il ricercato fattore esterno che stabilizza i mercati non potrà mai essere l’attività creditizia delle banche o delle società di investimento finanziario, né tantomeno l’arrivo messianico dei capitali dall’estero, che non sono affatto gratuiti e alla lunga, se iniettati in dosi massicce, provocano l’aumento dell’indebitamento estero, che è la prima causa di tracollo di un intero sistema paese.


7) Da dove arriva la fiducia nei mercati?. Credere che gli investitori internazionali si lascino convincere a finanziare sia il settore pubblico e privato di un certo paese, perché il governo sta procedendo sulla strada del risanamento dei conti pubblici è una sciocchezza che non ha alcuna base economica, scientifica o razionale: qualunque operatore economico o finanziario orienta i suoi investimenti verso i settori o i paesi in cui ha la certezza di avere un ritorno economico e nelle nazioni in cui si pratica con ostinazione l’austerità non ci potrà mai essere crescita economica, perché le due cose sono in antitesi. Persino i singoli operatori economici, i consumatori, i cittadini ragionano in questa maniera, preferendo risparmiare piuttosto che investire e spendere nei periodi di recessione e austerità, per avere una riserva di ricchezza a cui attingere in futuro e per mantenere fede agli eventuali obblighi fiscali che si presume aumenteranno nel tempo. Quale ritorno economico si può sperare di avere in un paese in cui si continua a spendere sempre meno a tutti i livelli? I soli operatori economici presenti in un simile ambiente in cui manca del tutto la fiducia in una prossima ripresa sono gli speculatori finanziari che rischiano soprattutto sugli investimenti a breve termine o gli sciacalli che intendono saccheggiare le ultime risorse spendibili di una nazione, compresa la manodopera a buon mercato e facilmente alienabile. Quale seria programmazione e pianificazione economica di ampio respiro si può elaborare in queste condizioni? Niente. Si va avanti a vista fino a toccare il fondo dell’insofferenza e ribellione sociale, e poi si cambia repentinamente rotta stravolgendo la precedente struttura economica e finanziaria, come è già accaduto in tanti altri casi documentati dalla storia (Grande Depressione del 1929, crisi argentina, crisi islandese etc). Oppure si continua a vessare ed opprimere i popoli fino all’edificazione di un regime totalitario più rigido e robusto, che riesca a sopprimere sul nascere qualsiasi contestazione che proviene dal basso. La Cina insegna in questo senso, perché la massima efficienza del libero mercato si raggiunge soltanto quando si utilizzano forme di governo dittatoriali per costringere i lavoratori ad accettare i salari, la flessibilità e le condizioni di tutela sindacale e previdenziale imposte dai mercati. In democrazia e nelle civiltà più evolute il liberismo integrale dei mercati stenta invece a decollare. Ragion per cui nell’eurozona si stanno cominciando da tempo ad attuare forme più sofisticate di dittatura, basate sulla minaccia degli spread, sulla propaganda mediatica, sull’attacco sistematico alle tradizionali strutture istituzionali che caratterizzano una democrazia (amministrazione pubblica, parlamento, magistratura, sindacati, enti locali), per giustificare la necessità di un governo sovranazionale e non democraticamente eletto.


8) Il debito pubblico non è il problema, ma la soluzione. E’ inutile girarci intorno, quando gli investimenti privati per diversi motivi tardano ad arrivare, l’unico fattore esterno che può rimettere in moto un’economia depressa è una spinta più decisa sulla leva del debito pubblico. Le operazioni di spesa a deficit o deficit spending se utilizzate con criterio e giudizio non solo non creano danni ma possono porre le premesse per un aumento della domanda interna, maggiori consumi sia per spese governative che private, un miglioramento dell’occupazione, maggiori entrate fiscali e un progressivo abbattimento dello stesso debito pubblico, dato che in certe condizioni di ripresa economica le tasse prelevate sui redditi cominceranno ad essere superiori alle spese del governo. Ancora una volta, qui si tratta di evidenze empiriche e storiche e non di congetture, perché prima dell’avvento della barbarie neoliberista di azzeramento dell’intervento statale, i debiti pubblici, compreso quello italiano, si aggiravano nel mondo intorno al 40%-60% in rapporto al PIL, mentre quando le lobbies finanziarie e bancarie a partire dalla fine degli anni ‘70 hanno preso il sopravvento e cominciato a pretendere l’arretramento e lo snellimento dello Stato, i debiti pubblici sono esplosi sia per la dinamica di aumento non più controllato degli interessi sul debito (il caso italiano è esemplare perché dopo che la banca centrale Banca d’Italia è stata privata nel 1981 del suo ruolo di acquirente residuale dei titoli di stato rimasti invenduti o richiesti ad un valore troppo basso, gli interessi sul debito hanno toccato punte del 16%, facendo aumentare il debito pubblico senza un corrispondente aumento della spesa pubblica che è invece rimasta pressoché costante) sia per un ridotto gettito fiscale, dato che sono diminuiti i redditi reali (al netto dell'inflazione) per la maggioranza dei lavoratori e sono state contemporaneamente abbassate le tasse per le fasce più ricche della popolazione. 


9) Il debito pubblico, nemico o alleato del popolo?. La scelta sciagurata di dichiarare fuorilegge e sacrilego il debito pubblico come male assoluto del mondo ha aperto come abbiamo detto un problema ancora maggiore che è la dipendenza cronica dal debito privato come unica fonte di sostegno dell’economia di un certo paese. Quando lo Stato ancora monopolista unico della sua moneta emette dei titoli di debito da collocare presso gli acquirenti privati per coprire i suoi deficit di bilancio, non fa altro che distribuire ricchezza finanziaria netta al settore privato, limitare il ricorso al debito privato per finanziare le spese e i consumi altrimenti impossibili, concedere un sicuro investimento per i possessori dei titoli e in definitiva instaurare un debito con se stesso che non crea danni, in quanto nessuno si può far male, nè lo Stato nè il cittadino acquirente dei titoli, nè le banche creditrici, nè le aziende, per un semplice motivo: quel debito di natura soltanto convenzionale e fittizia potrà essere sempre rimborsato dalla tesoreria dello Stato, tramite un semplice clic su un computer della banca centrale. L’unico inconveniente di un utilizzo marcato del debito pubblico per favorire magari i programmi di piena occupazione, è la possibilità che si crei con il tempo un eccesso di importazioni dall’estero che tenda a svalutare eccessivamente la moneta nazionale nei confronti delle valute straniere, ad aumentare l’indebitamento estero e a rendere sempre più costose le stesse importazioni. Questo è un problema noto a tutti gli studiosi di economia, indicato con il nome di trilemma macroeconomico (vedi grafico sotto): non si può mai avere contemporaneamente autonomia nelle scelte di politica monetaria, libera circolazione dei beni e dei capitali e stabilità di cambio della moneta. Una cosa deve essere sacrificata e con buona pace per le economie altrui votate al mercantilismo e alle esportazioni, si potrebbe facilmente derogare ai mantra del libero mercato imposti dai globalisti mondiali con politiche razionali e sostenibili di protezionismo delle produzioni locali (perché comprare le arance in Spagna o in Marocco, con tutte le conseguenze del trasporto e del relativo inquinamento, quando posso tranquillamente produrle a due passi da casa mia?) e controllo dei movimenti di capitali (se un imprenditore ha fatto i soldi in Italia perché può sentirsi libero di portare i soldi alle Cayman per proteggersi dalla svalutazione e non pagare le tasse?), senza per questo rinunciare alla pace del mondo (che la globalizzazione in ogni caso non ha assicurato, anzi).    



  


10) Che cos’è il debito pubblico?. Un debito che sia tale si forma quando qualcuno non ha attualmente la disponibilità per finanziare una certa attività e rimanda ad una data futura l’onere del rimborso, ma uno Stato che ha ancora il pieno controllo della sua moneta non può mai essere privo di disponibilità finanziaria necessaria a coprire giorno dopo giorno tutti i suoi impegni e le sue spese, a meno di catastrofici black out elettrici che impediscono ai funzionari della banca centrale di utilizzare i loro computer per creare nuovi fondi dal nulla da accreditare sui conti di deposito del governo. La decisione di emettere titoli di stato per prelevare questi fondi dalla collettività è solo di carattere arbitrario e discrezionale e ha diverse ragioni tecniche che non hanno nulla a che vedere con il concetto di debito: ridurre il saldo di moneta circolante (depositi bancari, banconote, riserve bancarie) per impedire a monte eventuali fenomeni inflazionistici, stabilizzare il mercato finanziario con l’immissione di titoli a rendimento certo e a rischio nullo, regolare la domanda e l’offerta di nuove riserve bancarie al fine di indirizzare il tasso di interesse principale verso il suo valore di riferimento, limitare la dipendenza degli investimenti dall’accumulo di debito privato. Anche le tasse prelevate dallo Stato monopolista e sovrano non servono affatto a finanziare la spesa pubblica o a rimborsare i debiti pregressi, ma hanno un significato del tutto estraneo al concetto di carenza di fondi: mantenere costante la domanda di nuova moneta da parte della collettività, ridurre come prima la quantità effettiva di moneta circolante per arginare l’inflazione soprattutto nei periodi di espansione economica, favorire una migliore redistribuzione dei redditi e delle risorse tramite il meccanismo della tassazione progressiva (maggiori aliquote fiscali per i redditi più alti, minori aliquote per i redditi più bassi).

      
11) Le insidie del debito privato. Quando un debito si forma invece fra due entità private, il rischio di farsi male è sempre dietro l'angolo e possono avere gravi danni sia i debitori (quando insolventi) sia i creditori (quando sofferenti, perchè incapaci di riscuotere i loro crediti). Questa in breve sintesi è la storia dell'Europa moderna, un continente prima prospero e sviluppato che è stato schiantato e precipitato nella depressione più assoluta da un covo criminale di infingardi e truffatori, che con il pretesto di unificare i popoli e mettere al bando il debito pubblico ha incoraggiato la circolazione dei capitali privati transfrontalieri come unica fonte di trasferimento di risorse da un paese in surplus di capitali ad un paese in deficit. Siccome la libera movimentazione dei capitali privati avviene solo attraverso il meccanismo di accumulo indiscriminato, incontrollato, sregolato di crediti e debiti nel settore privato, questo alla lunga ha portato alla formazione di due grandi schieramenti opposti e l'un contro l'altro armati: i paesi creditori sofferenti (Germania, Olanda, Finlandia, Austria) e i paesi debitori insolventi (gli stati PIIGS della periferia).


11) Perché i PIIGS sono dei porci spendaccioni?. Il fatto che con il tempo si sarebbe creata una simile spaccatura all’interno del continente era facilmente preventivabile fin dall’inizio dell’introduzione di una moneta unica in Europa, che annullando i meccanismi di compensazione dei tassi di cambio flessibili che si attivavano automaticamente in presenza di shock asimmetrici fra i vari paesi in surplus e in deficit di partite correnti con l’estero, ha amplificato all’interno dell’eurozona gli squilibri macroeconomici che da temporanei sono adesso diventati permanenti. La circostanza che in Europa non esistono i presupposti tecnici per renderla un’area valutaria ottimale (scarsa movimentazione interna dei fattori produttivi, in particolare dei lavoratori, mancanza di convergenza dei differenziali di inflazione, che a dispetto dell’obiettivo unico della BCE di fissare l’inflazione al 2% varia continuamente da un paese all’altro, favorendo nelle esportazioni i paesi a bassa inflazione come la Germania rispetto a quelli ad alta inflazione come la Grecia) era nota da tempo, almeno dal 1961 quando l’economista canadese Robert Mundell ha ottenuto il Premio Nobel per i suoi studi approfonditi sull’argomento. Quando un paese in deficit di partite correnti con l'estero non può più agire sul fattore discrezionale del debito pubblico per migliorare il tessuto produttivo interno, valorizzare la sua manodopera e limitare il ricorso alle importazioni, non può più usufruire delle svalutazioni o rivalutazioni della moneta nei confronti delle valute estere per compensare  gli squilibri della bilancia dei pagamenti, non può spostare facilmente i suoi lavoratori disoccupati nei paesi in surplus per evidenti problemi linguistici e culturali, l’unica speranza che gli rimane per recuperare i margini di competitività perduta, riparare agli squilibri, rimborsare i debiti privati accumulati con l’estero è quella di puntare tutto sulla svalutazione interna dei prezzi e dei salari per rendere più convenienti i prodotti nazionali e rilanciare le esportazioni. Nelle condizioni assurde di immobilismo ed inerzia in cui si trovano oggi gli stati dell’eurozona, condannati in eterno al pareggio di bilancio, le esportazioni rappresentano l’unica fonte di aumento della ricchezza finanziaria netta di un determinato sistema paese. Non ne esistono altre, perché ogni altra transazione finanziaria che avviene all’interno dei confini dello stato risulta un passaggio di soldi dalle mani di un residente all’altro, senza mai aumentare il saldo complessivo della moneta circolante. I paesi che non esportano sono destinati ad indebitarsi, ad impoverirsi , a soccombere e siccome non tutti possono essere esportatori netti contemporaneamente (qualcuno dovrà pure importare queste esportazioni), ciò significa che i criminali progettisti dell'euro già sapevano che qualche paese o gruppo di paesi era destinato fin dall’inizio a rimanere con il cerino in mano non appena si fosse interrotto il carosello impazzito della circolazione dei capitali privati, per una qualsiasi causa congiunturale esterna o interna (che nel nostro caso è stata la crisi dei mutui subprime degli Stati Uniti nel 2008 e l’acquisto improvvido di titoli spazzatura americani da parte delle banche europee).

     
12) Troppo poco, troppo tardi. Il temutissimo debito pubblico, con cui ci frantumano ogni giorno la testa gli organi della propaganda di regime, non è la causa ma l’effetto di questo contorto meccanismo di circolazione dei capitali privati, perché si è creato in un secondo momento, quando i singoli governi nazionali europei sono stati costretti dai soliti truffatori di cui sopra ad andare in soccorso sia dei maggiori creditori sofferenti (le banche tedesche) che dei debitori insolventi (le banche greche, irlandesi, spagnole, portoghesi). La BCE per salvaguardare la scarsità fittizia dell’euro imposta dai tedeschi ha obbligato i contribuenti europei a pagare per impedire il fallimento a catena degli istituti bancari ed è rimasta inizialmente a guardare, entrando in gioco in una fase successiva con una serie di operazioni non convenzionali (ELA, SMP, LTRO) quando la situazione si era aggravata e il rischio di una paralisi finanziaria era diventato molto alto. In pratica mentre in Europa sono stati principalmente i cittadini a salvare con le tasse o il taglio dei servizi pubblici il collasso del sistema bancario privato, negli Stati Uniti, malgrado la confusione che si continua a fare intorno a questi argomenti, non sono stati affatto i contribuenti a pagare con le imposte il salvataggio delle banche americane fallite, ma è stata la stessa banca centrale Federal Reserve che con vari interventi straordinari (quantitative easing) ha creato denaro dal nulla per acquistare i titoli spazzatura in possesso delle banche e fornire nuova liquidità agli istituti che ormai erano a secco di capitali per far fronte alle normali esigenze operative di cassa.


13) Il debito pubblico italiano, un caso a parte. La dinamica di formazione del debito pubblico in Italia è molto diversa da quella degli altri paesi PIIGS, perché per nostra fortuna prima della crisi del 2008 noi non abbiamo accumulato molto debito privato e tranne la concessione di garanzie statali sulle emissioni obbligazionarie e i prestiti alle aziende, il governo italiano non ha dovuto provvedere al salvataggio pubblico straordinario di banche in sofferenza. Solo di recente, il ministero delle finanze è stato costretto a sottoscrivere direttamente €3,9 miliardi di titoli obbligazionari della banca Monte Paschi di Siena per procedere alla ricapitalizzazione e impedire il fallimento dell’istituto: in un paese normale si sarebbe fatto ricorso alla nazionalizzazione della banca, ma qui siamo nell’eurozona dove vige la regola antidemocratica e fascista della privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite e così i banchieri senesi continueranno ad arricchirsi con i nostri soldi. Tuttavia, escluso questo caso eclatante di cattiva gestione, il sistema bancario italiano rimane ancora abbastanza sotto controllo. Il problema principale dell’Italia è che noi siamo entrati nell’eurozona con un difetto di origine, l’elevato debito pubblico pregresso, che avrebbe dovuto scoraggiare qualsiasi politico di buon senso a trascinare il paese all’interno di un’unione monetaria dalle regole così stringenti e asfissianti. Dopo la firma dei trattati di Maastricht del 1992, il debito pubblico dello Stato italiano che prima non era un problema (sia perchè era quasi tutto interno, sia perchè era sempre solvibile) è stato bruscamente trasformato in un debito privato dei singoli cittadini nei confronti principalmente di creditori stranieri e di banche italiane. E nessuno ovviamente ha avuto la decenza di informare per tempo i cittadini italiani che entrando nell’euro ci sarebbe stato questo repentino e radicale stravolgimento di paradigma.


14) La spada di Damocle del debito pubblico. L’enorme minaccia del debito pubblico che incombe sulle nostre teste non è cresciuta gradualmente come è accaduto nel resto della periferia europea dopo il 2008, ma in un solo colpo quando a partire dal 1993 la Banca d'Italia si è rifiutata per rispetto dei trattati europei di rimborsare i titoli di debito pubblico italiani circolanti, perché denominati in una moneta straniera come l’euro di cui non aveva più alcun controllo, quantomeno in termini di supporto dei conti pubblici (mentre come già sappiamo la banca centrale può sostenere illimitatamente le esigenze di liquidità delle banche private). I cittadini italiani dovranno adesso rimborsare da soli questo debito pubblico dalla natura piuttosto anomala e singolare attingendo ai propri risparmi, pagando le tasse, accettando riduzioni dei salari e del precedente stato sociale, sforzandosi per aumentare il saldo fra esportazioni e importazioni in modo da reperire gli euro necessari a garantire le varie scadenze di rimborso dei titoli circolanti (così come avviene quando bisogna trovare dollari per pagare debiti denominati in dollari, sterline per pagare i debiti denominati in sterline etc). Oppure, il ministero delle finanze dovrà emettere nuovi titoli di stato per rinnovare o reperire i fondi necessari per rimborsare i titoli in scadenza, entrando in una spirale pericolosa molto simile agli schemi piramidali di indebitamento che hanno caratterizzato le maggiori truffe finanziarie mondiali (Schema Ponzi, Schema Madoff). In termini volgari, con la complicità di tutti i partiti politici italiani, primo fra tutti il PD, che era perfettamente al corrente della questione (visto che ha appoggiato e caldeggiato l'ascesa dei governi di banchieri o tecnocrati europeisti alla Ciampi, Dini, Prodi, Padoa Schioppa, Monti), Banca d'Italia ha detto chiaramente agli italiani: "adesso che siete entrati nell’euro, il debito pubblico non è più un problema mio ma sono cazzi vostri, perchè io non sono più una banca pubblica alle vostre dipendenze ma una banca privata al servizio delle banche private mie proprietarie....”


15) Non siamo mica gli americani!. Altra differenza fondamentale fra i paesi che hanno mantenuto intatta la propria sovranità e i paesi frodati dell’eurozona: i titoli di stato americani (i Treasury Bonds) non sono realmente dei titoli di debito come accade in Europa, ma dei semplici depositi di risparmio a durata prefissata (1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno, 10 anni) che non prevedono alcuna penale per il ritiro anticipato dei fondi da parte dei titolari del conto (a parte le plusvalenze o minusvalenze legate al valore del titolo al momento della vendita). Quando un titolo di stato va in scadenza, la banca centrale non fa altro che spostare i fondi depositati sul conto di risparmio nel conto corrente della banca commerciale che ha acquistato il titolo a sue spese o su indicazione dei clienti. Non c’è quindi alcun rimborso effettivo del titolo, ma solo uno spostamento di fondi da un conto di deposito all’altro presso la banca centrale, perché come abbiamo già detto nei paesi ancora sovrani come gli Stati Uniti le tasse non servono a finanziare la spesa pubblica o a rimborsare il debito del governo: solo in Europa esiste ancora questa assurda mostruosità e ipocrisia di considerare la moneta un bene scarso che deve essere reperito in qualche modo, tramite inasprimento della pressione fiscale e il taglio feroce della spesa pubblica, per finanziare le spese del governo o i debiti accumulati in passato dallo stato. In un mondo globalizzato, in cui tutte le nazioni bene o male riescono a sfruttare pienamente i vantaggi di una moneta fiat fiduciaria quasi completamente digitalizzata, noi europei siamo gli unici fessi invece a trattare ostinatamente la moneta come un bene scarso che ha un qualche legame diretto di convertibilità (in realtà inesistente) con altri beni scarsi come l’oro e la causa di questo anacronistico ritorno al passato è l’irrazionale fobia che i tedeschi hanno verso l’inflazione e la perdita di potere di acquisto della loro pregiata moneta euro-marco. Per paura dell’inflazione, l’Europa sta andando incontro verso un male per certi versi ancora peggiore che è la deflazione, ovvero l’eccessivo abbassamento dei prezzi al consumo, che crea il crollo degli investimenti e il fallimento a catena delle aziende che con i risicati margini di profitto non riescono più a coprire i loro costi di produzione. Siamo molto intelligenti noi europei, non c’è che dire e non bisogna stupirci se tutti gli analisti, gli economisti, i semplici osservatori internazionali ci indicano come gli ultimi nostalgici idioti del mondo che non hanno ancora capito (o hanno capito fin troppo bene, dato che i costi di questa sciagurata gestione finanziaria vengono sempre gravati sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori) come funziona il sistema monetario moderno.  


16) I fessi europei del liberismo integrale. Un semplice esempio può aiutarci a capire come viene gestita l’economia nei paesi in cui esiste un pieno controllo pubblico della politica monetaria, a differenza dei paesi europei in cui la politica monetaria è stata completamente privatizzata e alienata dai governi. Per rispondere al problema della siccità che ha colpito parecchi stati americani, il presidente Obama ha annunciato che provvederà a fornire sussidi e agevolazioni dirette agli agricoltori che potrebbero avere crisi nei raccolti e necessità di aumentare i prezzi dei generi alimentari per ripagare i maggiori costi e i minori volumi prodotti. Con un semplice stimolo fiscale e monetario a costo zero che non grava assolutamente sulla collettività, il presidente Obama raggiungerà due importanti obiettivi contemporaneamente: impedirà alle aziende agricole locali di fallire e consentirà ai consumatori di acquistare i prodotti alimentari a prezzi calmierati. In Europa dove vige invece il culto del liberismo integrale, i governi nazionali non potranno andare in soccorso delle loro aziende agricole per fronteggiare il problema della siccità e se lo faranno graveranno come sempre i costi dell’intervento sulle spalle dei contribuenti, annullando in pratica gli effetti positivi dell’aiuto straordinario (prendo i soldi da una parte e li sposto nell’altra, senza aumentare di un centesimo la ricchezza finanziaria netta del settore privato o stimolare la propensione al consumo dei risparmiatori). Come conseguenza immediata potremo avere un fallimento di piccole imprese agricole, un aumento dei prezzi al consumo, un maggiore ricorso alle importazioni di generi alimentari dai paesi in cui i prezzi vengono artificialmente calmierati. Stesso discorso si può fare per i modi raccapriccianti in cui i governi europei, a differenza degli altri governi mondiali, rispondono alle ricorrenti calamità come i terremoti, le alluvioni, le epidemie etc, tramite l’introduzione di nuove accise sulla benzina o il taglio dei posti letti negli ospedali pubblici. Ancora una volta, siamo molto scaltri noi europei, perché in un mondo in cui tutti inneggiano alle virtù del libero mercato operando invece all’interno dei propri confini nazionali con manovre di tipo statalista e assistenzialista, noi siamo gli unici fessi a praticare il liberismo integrale per rispetto di chissà quale dogma o precetto divino. Ovviamente, è inutile ribadire che continuando ad insistere sulla linea del fanatismo economico fine a se stesso verremo massacrati dalle nazioni più furbe, evolute e allineate con le moderne tecnologie di gestione dei flussi finanziari e aumenteremo anno dopo anno la nostra dipendenza dalle importazioni dall’estero. E’ solo una questione di tempo, ma la stupidità bigotta dei tecnocrati e politicanti neoliberisti al governo porta dritta su questa strada.


17) Quando l’Italia si deciderà ad uscire dall’euro?. E’ davvero difficile rispondere a questa domanda perché visto che l’attuale classe dirigente è la stessa che ci ha incastrati in questa gabbia sovranazionale e fascista dell’eurozona, sarà quasi impossibile prevedere che i medesimi farabutti di ogni fazione politica, testata giornalistica, università finanziata con i soldi dei banchieri si prodigheranno nel prossimo futuro per liberarci dalla prigionia. Lo scopo dell’attuale classe dirigente è quello di tenerci in tensione, con un livello di spread alto intorno ai 400 punti base ma non tanto alto da creare allarmi o disordini sociali, in modo da procedere indisturbati a mettere mano a quelle riforme vessatorie ed emergenziali per tagliare ancora di più lo stato sociale e assistenziale, abbassare i salari e i diritti dei lavoratori, svendere a prezzi di saldo il patrimonio pubblico dello stato, smantellare il tessuto produttivo e industriale italiano. A quel punto, quando la dipendenza dell'Italia dai capitali e dagli investimenti esteri sarà diventata cronica e irreversibile, i costi di un’uscita dall’euro e di un ritorno alla lira saranno tali da rendere ancora più impervia una liberazione definitiva dal giogo europeista e da impedire quell’autonomia politica, economica, tecnologica, professionale che rende uno stato sovrano capace in qualsiasi di momento di fronteggiare eventuali squilibri della bilancia dei pagamenti con l’estero. Quando l’Italia sarà ridotta alla stregua di un paese del Terzo Mondo, con un netto divario fra la casta minoritaria dei privilegiati, ricchi ed istruiti e la maggioranza indistinta di salariati, precari, semianalfabeti, invocare l’indipendenza dal direttorio europeista che ha sede a Bruxelles, Francoforte, Berlino sarà sempre più complicato e drammatico e si procederà ancora avanti in questa lenta agonia del tessuto sociale italiano in direzione di una “cinesizzazione” completa dei rapporti sociali, economici, politici: al posto dei gerarchi di stato con il falso mito del popolo, ci saranno i tecnocrati neoliberisti ed europeisti con il falso culto del libero mercato, ma il concetto non cambia. Una ristretta èlite di oligarchi mai eletti democraticamente si arrogherà il diritto di governare la maggioranza della popolazione oppressa, vessata, schiavizzata, inebetita, sulla base di un pensiero unico, un dogma divino, una dittatura di fatto, una mancanza di alternative. Questo è quello verso cui verosimilmente andranno incontro i popoli europei accettando passivamente il fascismo finanziario dall’euro, mentre un’uscita provvidenziale dall’euro aprirebbe nuovi scenari per ricostruire dal basso un nuovo assetto democratico, politico ed economico più consono al prestigio e alla tradizione culturale di paesi come l’Italia, la Spagna, la Grecia, la Francia, il Portogallo e una nuova classe dirigente più adatta a guidare il delicato periodo di transizione.



Con tutte queste premesse, la conclusione più ovvia è che l’Italia non solo dovrebbe organizzarsi con largo anticipo per uscire quanto prima dall’euro ma non doveva nemmeno entrarci a suo tempo, quando la propaganda di regime guidata dalla pseudo-sinistra italiana troncò sul nascere qualsiasi timido tentativo di dibattito sui motivi e le ragioni per aderire o meno ad un’unione monetaria così strampalata e sconclusionata, la cui architettura era stata progettata per creare le disparità, le diseguaglianze, le ingiustizie a cui stiamo assistendo in questi giorni. La speranza è che siamo ancora in tempo per uscirne, perché la nostra situazione economica, la bilancia commerciale con l’estero certifica ancora oggi un equilibrio quasi miracoloso degli scambi con il resto del mondo che non obbligherebbe l’Italia ai salti mortali, alle lacrime e sangue, ai sacrifici inenarrabili, alle svalutazioni incontrollabili, alla inflazione galoppante di cui sproloquiano i catastrofisti dell’ultima ora. Certo bisogna mettere in conto un certo periodo di instabilità e ricostruzione sociale ed economica (non ultima la ristrutturazione del debito pubblico quantomeno con le controparti estere, che ammonta oggi a circa il 30% del totale), ma i vantaggi di un’uscita dall’euro dell’Italia sono incommensurabilmente maggiori rispetto alle agghiaccianti prospettive di cui abbiamo parlato sopra. Sintomi di risveglio dall’angoscioso sortilegio europeista ce ne sono per fortuna da tutte le parti: la Lega Nord ha annunciato che sosterrà la linea dell’uscita incondizionata dell’Italia dall’euro, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo mantiene un atteggiamento ondivago ma sembra essere ogni giorno che passa sempre più critico nei confronti del progetto totalitario dell’euro, i cittadini tedeschi potrebbero finalmente ribellarsi loro stessi per primi a causa dei nuovi sacrifici richiesti dalla classe dirigente europeista che per evidenti interessi di casta e corporazione li obbliga a rimanere ancora nell’euro, la Grecia avrà bisogno di continui piani di salvataggio per evitare il default creando tensioni sia fra i residenti che fra i cittadini europei costretti con la forza a finanziare i fondi salvastati, la Francia è entrata tecnicamente in stagnazione e potrebbe essere presumibilmente il prossimo paese a cadere con tutte le conseguenze che ciò comporta. Insomma se la lunga estate calda sembra trascorrere tranquilla senza eccessivi colpi di scena, l’autunno potrebbe essere più turbolento del previsto e avvicinare il raggiungimento del punto di rottura e il momento della resa dei conti fra la democrazia dei popoli e la dittatura della finanza. E’ una speranza, lo so, e come tutte le speranze potrebbe presto rivelarsi un’illusione.     


     

57 commenti:

  1. Desideravo ringraziare tutti i lettori che in questi ultimi giorni in cui sono stato assente, hanno continuato a lasciare commenti, fare osservazioni, suggerire link, perchè sono stati molto utili per ricostruire questo lungo riassunto delle puntate precedenti (prometto di essere più sintetico nei prossimi post!!!)...grazie di cuore!!! E bentornati dalla vacanze per chi è già tornato, mentre auguro in anticipo buone vacanze a chi ancora deve andare...

    P.S.= ovviamente da questo ringraziamento sono esclusi tutti i troll che ancora continuano ad imperversare su questo e su altri blog, citando dati assurdi e privandoci di uno straccio di ragionamento e confronto...contenti loro, io continuerò ad attendere che mettano in moto quell'unico neurone vacanziero che è rimasto nel loro cervello...forza troll, io so che ce la potete fare!!! Ma non ditemi più per carità che il problema della fame del mondo e della guerra è il DEBITO PUBBLICO, perchè ormai non vi crede più nessuno...siate un pò più originali!!!

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  2. Io non capisco una cosa. Nei vari blog si legge che la situazione dell'Italia è tragica. Oggi Monti e Passera ci hanno detto che siamo quasi fuori dalla crisi. Qualcuno mente...chi???

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    1. Quando avete questo tipo di dubbi legittimi e comprensibili, il mio consiglio è quello di attenervi sempre ai dati...quelli che io ho riportato su questo post provengono da fonti attendibili e insospettabili di complottismo come ISTAT, EUROSTAT, OCSE, FMI, mentre i dati e le previsioni che fornisce il professorone Monti provengono da qualche angolo recondito della sua mente o gli vengono suggeriti dai colleghi massoni della Trilaterale o del Gruppo Bilderberg...ricordatevi che Monti a Gennaio aveva previsto un aumento del PIL per l'Italia nel 2012 dell'11% (ripeto 11%, quando ormai è quasi certo che l'Italia avrà una caduta del PIL fra il 2 e e il 2,5%....ma questo uomo più che mai squallido e sinistro, che è presente in tutti i disastri italiani dagli anni '80 ad oggi, è professore de che??? di economia o di cartomanzia? Pondera le sue parole o spara numeri a caso pensando che la gente sia davvero stupida???)....ricordatevi che Monti aveva detto solo a settembre 2011 che l'euro era stato un bene per la Grecia (è tanto un bene che la Grecia per salvarsi dovrà decidersi ad uscire dall'euro quanto prima...)...ricordatevi che Monti solo ieri ha ammesso che si aspettava una discesa più rapida dello spread con le sue riforme, ammettendo in pratica il fallimento totale del suo governo antispread e addossando le colpe alla cattiva gestione a livello europeo (ma non era lui quello che diceva che i problemi dovevano essere a livello comunitario? Che aveva fiducia negli apparati tecnocratici di Bruxelles? E ora? I suo amici tecnocrati non sono più bravi solo perchè lui ha fallito? Ma non sarà forse che questi tecnocrati di tecnica economica che non ne sanno un acca, ma sono bravissimi nel calcolare il proprio tornaconto personale???)...
      Il titolo di professore lo puoi ottenere per varie strade e calci nel sedere, ma i galloni di statista te li guadagni sul campo con i numeri, con i fatti, e con i benefici apportati al tuo popolo...ecco, in base a questi criteri, se Monti è uno statista attendibile e competente, Crispi, Giolitti, De Gasperi, Einaudi, Moro erano delle divinità scese dal cielo sulla terra, perchè loro i numeri li hanno fatti davvero...
      Su Passera invece non mi pronuncio, perchè lui è un banchiere e persino idiota...cosa volete di più dalla vita??? Un banchiere idiota al posto di un vero ministro per lo sviluppo economico è peggio di un colpo di pistola alla tempia per il popolo italiano...ma contenti loro, contenti tutti...almeno fino alle prossime elezioni, se ci saranno...
      Poi, pur sapendo tutte queste cose e tutti questi dati, ognuno è libero di credere a chiunque...ci mancherebbe...la democrazia è bella perchè è varia...ma si può definire una democrazia un paese dove un primo ministro non eletto democraticamente si può permettere di sparare numeri a caso e fallire su tutta la linea, senza essere mandato via a calci nel sedere????

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  3. Scusami Piero se intervengo ancor prima di leggere l'articolo (lo farò con calma ovviamente perché ogni elemento va sempre correttamente ponderato) ed i commenti (come di consueto)...ma sento la necessità di esporre un concetto primario (almeno per il mio personale sentore).
    La continua discussione su Euro si o Euro no mi sembra veramente una macchietta.
    Discutendo "populisticamente" di economia con altri interlocutori si scopre anche che l'ignoranza colpevole in materia non è solo frutto di colpevole ignoranza.
    E non basta l'indottrinamento mediatico a spiegarla, quando, anche persone dotate di un intelletto "vigile" sono assuefatte dalle solite ed univoche coordinate.
    Si discute delle politiche del Gov.Monti (se fosse più giusto intervenire prima sui tagli e poi sulla fiscalità o viceversa) imputando lui quale errore, unicamente le politiche di austerity fine a se stesse. Poiché l'Europa non ha una reale "guida" politica...ossia un progetto di unione concreta che equivalga ad una più corretta integrazione "sostanziale". Ci si dimentica tutti, sovente, delle politiche monetarie e dei meccanismi ad esse connesse. Non solo, ci si dimentica anche che esistono delle precise regie politiche per le quali determinate personalità sono state chiamate ad eseguire determinati compiti. Il CV delle nomenclature "tecniche" spesso nessuno lo conosce ed allora si pontifica di economia e regole economiche, come nei più classici teatrini da bar dello sport. Quale spending review dovrebbe salvare l'Italia con un debito che sfiora i 2000 mld di euro e sul quale gravano interessi usurai determinati (magari a non crescere in termini percentuali) ma sicuramente a rimaner tali vita natural durante?
    Qui non si tratta solo di recuperare una sovranità monetaria ma soprattutto una sovranità umana sulla propria dignità di esseri viventi. L'economia o meglio le teorie economiche in questi scenari, mi sento di dover dire, contano veramente molto poco quando a farla da padrone sono gli sciacalli predatori di ogni possibile risorsa terrestre...!
    Scusa lo sfogo.

    Un saluto,
    Elmoamf

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    1. Sono completamente d'accordo con te Elmoamf...molto spesso tutti questi discorsi economici su spending review, austerity, crescita servono a distogliere l'attenzione dai fatti realmente importanti e a convincere l'opinione pubblica più distratta a guardare minuziosamente il dito senza mai curarsi di alzare lo sguardo verso la luna...ecco per quale motivo, anche a costo di ripetermi e diventare noioso, io parto sempre dalla luna, perchè se non si è capito come funziona il sistema monetario moderno, tutte le cose che vengono fatte e dette a valle non servono a nulla, sono vuote e prive di senso...quando i cittadini vengono incanalati come pecore a pensare se sia più importante procedere ad una spending review o aumentare ancora le tasse, si raggiunge l'obiettivo più importante che è quello di impedire alla gente di ragionare sul fatto che in un paese normale, in cui esiste una piena sovranità monetaria e umana, non sono necessarie nè spending review o tasse per fare ripartire la crescita e procedere ad una più equa redistribuzione dei redditi...certo poi ci sono i soliti discorsi su sprechi, corruzione, ruberie, ma quelli a mio modo di vedere non hanno alcuna rilevanza economica o politica, e sono buoni per tutte le stagioni, sia in periodo di vacche magre che di vacche grasse, perchè hanno molto più attinenza con l'amministrazione della giustizia, le leggi, la magistratura...occuparsi della casta o di corruzione, quando invece bisognerebbe molto di più concentrarsi sulle basi economiche e finanziarie del mondo moderno, significa invadere un campo che deve essere presidiato dai magistrati e non dai politici o dagli economisti...
      Sugli sciacalli che cercano di predare le risorse terrestri, sfondi una porta aperta... perchè nella mia idea utopistica di mondo perfetto, la famosa crescita non dovrebbe essere più un vincolo politico o economico, perchè serve solo solo a ripagare gli interessi sui debiti che vengono creati dal nulla dai banchieri con la concessione dei prestiti...in un mondo ideale in cui i banchieri si limitino a svolgere il loro servizio di intermediazione del credito dai risparmiatori verso gli investimenti, senza creare dal nulla nuovi fondi e nuovi debiti, non ci sarebbe bisogno nemmeno della crescita...non so se è chiaro questo concetto, ma molto spesso sento parlare di crescita ma nessuno si domanda mai a cosa dovrebbe servire questa maledetta crescita...a ripagare dei debiti inventati di sana dai banchieri, tutto qui...è una mistificazione che serve a coprire un clamoroso abbaglio con cui sono state raggirate intere generazioni di esseri umani...

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  4. Ciao Piero mi appello a te per correggere questo mio ragionamento che avrebbe l'intento di porre anche il più menefreghista dei cittadini davanti all'assurdità dell'eurzona.

    E' una specie di maieutica.

    Il debito pubblico è il nostro problema?
    SI'
    Chi è il debitore?
    LO STATO
    La presenza di un debitore implica la presenza di un...?
    CREDITORE
    Il creditore fornisce al debitore un bene di sua...?
    PROPRIETA'
    Di cosa è debitore lo Stato?
    MONETA
    Quindi la moneta è di proprietà del creditore?
    SI'
    Chi è il creditore?
    LE BANCHE
    E il creditore da chi riceve la moneta?
    DALLA BCE
    Che a sua volta da chi li riceve?
    DA NESSUNO.
    Se lo Stato emettesse direttamente la moneta chi sarebbe il suo creditore?
    ...........................
    Quindi il credito nace dal nulla e il pagamento del debito da cose tangibili (tassazione su beni, lavoro ecc..)
    Svelata la grande truffa!

    A tuo parere ha delle imperfezioni?
    Qualche dubbio ce l' ho nella domanda " il creditore da chi riceve la moneta?" sul ruolo dei depositi.
    Magari prova a renderlo più completo.

    Grazie al mio blogger preferito.

    DAVID

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    1. Caro David, il grande Socrate sarebbe orgoglioso di te, perchè il tuo ragionamento logico non fa una piega...sul dubbio dei depositi per me non ci sono molte ombre: i banchieri prendono con l'inganno i depositi dei clienti per svolgere i loro affari e concedere i loro prestiti, senza remunerare affatto i clienti e commettendo un chiaro illecito sia economico che giudiziario...ti sei mai chiesto dove vanno a finire i soldi dei nostri conti correnti??? Quanto vengono remunerati oggi i nostri conti correnti??? Niente, zero, anzi ci sono soltanto dei costi per i clienti. E perchè? Visto che i banchieri ci lucrano su senza informare i correntisti...ecco per quale motivo, per me sarebbe molto più corretto procedere ad una netta distinzione fra correntisti che vogliono semplicemente depositare i loro soldi senza investirli (e questi soldi non dovrebbero essere assolutamente toccati dai banchieri) e clienti che intendono investire i loro soldi in depositi di risparmio condividendo sia i rischi che i profitti con i banchieri...ovvero, quando i banchieri, come avviene oggi, prestano i soldi allo stato prelevandoli dai nostri conti correnti, non fanno altro che ridarci in prestito i nostri stessi soldi...quindi i veri creditori dello stato dovremmo essere noi cittadini e non i banchieri...e questa è una truffa all'ennesima potenza!!!
      Fra l'altro quando le banche rimangono a corto di depositi, a causa di fuga dei capitali dei correntisti come avviene oggi in Grecia e Spagna soprattutto, le banche possono sempre rivolgersi alla banca centrale per avere nuovi fondi da prestare a stati, imprese, cittadini e la banca centrale questi soldi li crea dal nulla senza troppi fronzoli o remore...quindi i banchieri, in teoria ma anche in pratica, non hanno affatto bisogno dei depositi dei correntisti e dei clienti per svolgere la loro attività creditizia, anche se alla lunga questa tipologia anomala di meccanismo finanziario può creare un eccesso di nuova moneta circolante e fenomeni inflazionistici incontrollati...ecco per quale motivo i cosiddetti falchi della Germania sono oggi sul piede di guerra contro la BCE, perchè hanno capito che a lungo andare un meccanismo così fuori controllo di creazione di nuovi soldi può portare alla deriva dell'intero sistema monetario...nella gestione corretta (ma già distorta, per quello che abbiamo detto sopra), la banca centrale non dovrebbe affatto avere bisogno di creare continuamente nuovi soldi dal nulla per tenere in piedi le banche, ma il suo ruolo dovrebbe essere quello di favorire gli scambi di soldi fra le banche stesse nel mercato interbancario...siccome in Europa le banche per paura e diffidenza non si prestano più i soldi fra di loro, ecco spiegato tutto il collasso a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni e la trasformazione della banca centrale da ente vigilante ad ente depositante...ma quanto potrà durare una simile anomalia??? Basteranno i fondi salvastati a sostituire il ruolo di depositante di ultima istanza della BCE??? Secondo te a cosa servono veramente l'EFSF, il MES e compagnia bella??? A costringere i cittadini riluttanti di tutta Europa a depositare di nuovo i loro soldi per altra via nel sistema bancario, in modo da ricreare una nuova situazione di equilibrio fra le banche, in cui la BCE si limiti soltanto a vigilare gli scambi e a fissare i tassi di interessi...

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    2. il MES non sarebbe altro che una nuova banca di deposito, in cui i clienti siamo noi e non abbiamo alcuna scelta se depositare o meno i nostri soldi perchè veniamo obbligati con la forza, la quale banca dovrà occuparsi poi di riequilibrare il meccanismo sfasciato di circolazione dei capitali che le banche private non sono più state capaci di garantire...il MES non dovrebbe essere chiamato fondo salvastati, ma banca fascista di imposizione di deposito ai cittadini europei...ma ti assicuro, che siccome non esistono i fondamentali macroeconomici di equilibrio fra gli stati europei, anche questo tentativo estorsivo fallirà miseramente...se non esistono i presupposti economici per tenere insieme senza eccessivi squilibri la Germania con la Grecia, la Spagna con la Finlandia, tutte le operazioni monetarie sono solo dei palliativi che servono a ritardare il momento della rottura definitiva...ho un pò divagato, ma il tuo suggerimento a ragionare sul significato dei depositi e da chi ricevono i soldi i banchieri creditori, mi ha condotto a riflettere sulla situazione attuale dell'eurozona, in cui la distorsione del sistema monetario a cui tu facevi cenno ha raggiunto il suo apice: NON ESISTE UN SISTEMA MONETARIO E BANCARIO PIU' CRIMINALE E ASSURDO DI QUELLO EUROPEO!!!

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    3. Oggi ho sentito che ilFESF ( ma e' ancora in vigore o siamo trapassati al MES ? ) ha raccolto finanziamenti dagli investitori a tassi negativi...tanto e' apprezzato e sicuro...ma anche il MES potra' rastrellare soldi da investitori privati? Io avevo capito che era tutto a spese dei contribuenti...

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    4. Piero, ti ringrazio per l' attenzione.

      Quindi le banche creditrici dello Stato, impiegano anche i soldi depositati dai correntisti.
      Percui per rendere ineccebile il breve ragionamento devo aggiungere anche questa possibilità?

      DAVID

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    5. @Contessaelvira

      Il MES potrà rastrellare soldi anche dagli investitori privati tramite emissione di obbligazioni, perchè inizialmente i suoi fondi saranno limitati ai soli versamenti iniziali dei vari governi nazionali (per l'Italia si tratta di una quota iniziale di circa 14 miliardi sui 125 totali)...il valore di queste obbligazioni sarà presumibilmente molto alto e quindi i tassi di interesse bassi perchè legate al prestigio del maggiore azionista del fondo che è la Germania...mano a mano che la Germania mostrerà sempre più riluttanza a versare le sue quote al fondo, è molto probabile che il valore delle obbligazioni MES si abbasserà e di molto anche...

      @David
      I soldi che noi versiamo sui nostri conti correnti tramite bonifici o deposito di contanti finisce dritto nel conto di riserve che le banche commerciali mantengono presso la banca centrale, quindi si mescola in maniera indistinta e indistinguibile con le altre riserve che arrivano dalle operazioni di rifinanziamento della banca centrale...fino a quando il correntista non spende i suoi soldi, quei soldi rimangono lì, presso la banca centrale, a disposizione della banca commerciale depositaria...quindi sì, le riserve con cui poi le banche commerciali fanno prestiti allo stato arrivano sia dalla banca centrale che dai depositi dei clienti ignari...che farebbero molto meglio a tenere un basso livello di saldo di conto corrente e a investire tutto il resto dei soldi magari in titoli di stato, visto che a loro insaputa le banche poi lo fanno lo stesso...

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  5. Carissimo...si vede che eri in astinenza...un profluvio..tutto a nostro vantaggio! Grazie, proprio un opportunissimo riepilogo, perchè, anche se è gia' piu' di un semestre che ti dedichi a questa impresa, ci sono sempre aspetti che possono essere ulteriormenti illuminati. Ti volevo raccontare le novita' di Casa Blondet. Il grande Maurizio ha dedicato un post a Cesaratto! (grazie all' e-book)in cui arriva a paragonare l'illustre professore a Fantozzi. Il titolo "BCE,LA MACCHINA DEL DOLORE.MA SPERIAMO IN FANTOZZI." Blondet si rallegra del fatto che "finalmente" un gruppo di economisti di sinistra "capeggiati" da Cesaratto critichino i governi ulivisti che ci hanno venduto l'Euro dream e alla fine ricorda che questa stessa sinistra era stata per anni costretta a sorbirsi il film di Eisenstein finchè arrivo' il grido liberatorio di Villaggio che tutti conosciamo. Insomma grazie a Cesaratto per il suo "l'Euro e' una cagata pazzesca!" Gli ho risposto che il "finalmente" lo poteva attribuire a se stesso e che gli studiosi in questione, capitanati da nessuno e anzi colleghi accademici con idee anche diverse su alcuni punti, era gia' da anni che clamavano nel deserto. Ho approfittato dell'occasione per predicare un po' il Verbo ed e' nata una discussione piuttosto accesa. Molti lettori di Blondet sono tutto un debitopubblico settorepubblicoparassita precarifetenti etc etcIn ogni caso sono arrivati anche commenti molto interessanti e chissa'...
    Ora mi rileggo tutto il tuo riassunto e poi ci risentiamo.

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    1. Brava contessa e bentornata...fai benissimo a fare incursioni nel mondo Blondet, che io in effetti non frequento spesso e non capisco fino in fondo (troppa confusione, secondo me, fra argomenti economici, politici e religiosi: io sono troppo schematico per riuscire a mettere insieme cose così diverse e per me una cosa è l'economia, la teoria intendo, una cosa è la politica, ovvero la pratica economica, e altra cosa è la religione...).... purtroppo in Italia si è creata la stessa spaccatura che abbiamo in Europa fra economisti del centro (Giavazzi, Alesina e compagnia bella) e economisti della periferia (Cesaratto, Bagnai, Brancaccio e tutti i nemici dell'austerità) e se Blondet non ha la capacità di capire questa differenza è un problema suo, non nostro...poi sugli attacchi al debitopubblico, coruzzzzione e compagnia bella, ormai sappiamo che è una tecnica abbastanza collaudata (vedi Grillo...) per accalappiare i lettori (ed elettori...) mordi e fuggi che non hanno il tempo e la voglia di ragionare seriamente e serenamente sulle cose....secondo te è più facile spiegare ad un lettore mordi e fuggi che il debito pubblico è un male perchè i politici sono ladri, comprano auto blu, vanno in vacanza alle Maldive, oppure fargli capire che questa è soltanto la punta di un iceberg, e il debito pubblico non è assolutamente un male quando utilizzato bene e per fini redistributivi del reddito, perchè esiste una precisa relazione di bilancio settoriale fra aumento del debito pubblico e aumento della ricchezza privata...a Blondet e ai suoi, come anche a Grillo e ai suoi, si vede che piace vincere facile!!!

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    2. Secondo me Blondet ha gia' capito molte cose per questo apprezza Cesaratto! ma non vuole arrivare fino in fondo,troppa e' l'avversione per il settore pubblico e il malcostume italico che lui associa ai posti fissi, agli impiegati poltroni e garantiti etc.poi non capisco perche' ce l'ha tanto con i precari della scuola...mah, continuero' a infiltrarmi

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  6. è una vergogna!!!
    ma chi li scrivi questi articoli. il debito pubblico è la causa prima di questa grave crisi economica e difatti tutti i Paesi in crisi sono quelli che hanno un forte debito pubblico.
    noi con 120% di debito in rapporto al pil, la grecia con 170%, la spagna con 145% di debito pubblico; mentre i Paesi virtuosi non hanno un debito pubblico apprezzabile. la francia ha il 10%, la germania il 3%, gli stati uniti il 2.5%, il giappone circa 4% di debito pubblico.
    il fatto è che i prodotti tedeschi tirano e l'economia tedesca è impetuosa con una media del 24% annuo. mentre negli Usa voliamo intorno al 45% annuo. e il giappone ha una crescita economica di ben 67% annua.
    circa 45 volte quella cinese.

    questo è il punto il resto sono fuffe.

    non leggerò più questo blog.

    dite cavolate!!

    vergogna!!!!!

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    1. Dici talmente tante fregnacce che risponderti per tono implicherebbe l'insulto, percui meglio tralascire...ASINO!

      DAvid

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    2. asino tu.

      gli stati uniti sono in una fase di espansione esplosiva. Hanno raggiunto la piena occupazione tanto che ciò implica enormi problemi perché non sanno più come fare a trovare persone per le fabbriche visto che sono tutte occupate!
      il prossimo anno è prevista una crescita del 75% e nel 2014 romperanno il muro del 112% in questi casi è necessaria una guerra per bloccare l'impetuosa avanzata economica.
      nel loro caso il debito pubblico entro il 2014 sarà pari a zero.
      nel caso della germania entro 3 anni il loro manifatturiero si porterà a +87% con punte di +90% mentre nel 2014 la loro economia galopperà ad un ritmo superiore al 45%.
      ovviamente anche in quel caso dovranno fare i conti con il giappone che ormai sarà prossimo ad avere un debito pubblico inferiore al 2% sul pil.
      in tutto questo casino noi siamo messi malissimo.

      e voi cosa fate?
      dite idiozie!

      tu david meriteresti lo sputo ma io sono un galantuomo

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    3. Eccolo di nuovo tornato puntuale il TROLL scatenato, che spara numeri a caso per divertirsi un pò a mettere confusione e far confondere la gente...ma da chi hai imparato a sparare numeri a caso, dal professore Monti??? Non sarai mica un laureato con lode della Bocconi, perchè i numeri ci sono tutti per essere un degno discepolo di cotanto maestro...

      "noi con 120% di debito in rapporto al pil, la grecia con 170%, la spagna con 145% di debito pubblico; mentre i Paesi virtuosi non hanno un debito pubblico apprezzabile. la francia ha il 10%, la germania il 3%, gli stati uniti il 2.5%, il giappone circa 4% di debito pubblico.
      il fatto è che i prodotti tedeschi tirano e l'economia tedesca è impetuosa con una media del 24% annuo. mentre negli Usa voliamo intorno al 45% annuo. e il giappone ha una crescita economica di ben 67% annua.
      circa 45 volte quella cinese."

      Potresti togliermi soltanto una curiosità: questi numeri li spari a caso quando scribacchi il commento oppure esiste un sito o un ente (tipo ISTAT, OCSE degli imbecilli...) dove attingi queste informazioni????

      Per tutti gli altri lettori del blog, comunico che lascio appositamente i commenti sgangherati del nostro TROLL scatenato per far capire di che pasta sono i fatti coloro che oggi non hanno più argomenti per intavolare un confronto e un dibattito aperto sui problemi causati dalla crisi finanziaria: degli idioti perditempo e null'altro...a volte, mi viene quasi voglia di rimpiangere il buon vecchio PIDDINO che credeva agli Stati Uniti d'Europa e giura su sua madre che Bersani è un difensore dei diritti del popolo e dei lavoratori (povera madre del PIDDINO...)....

      David ti suggerisco di non perdere tempo con il TROLL perchè non ne vale la pena...lascio ancora i suoi commenti nel blog a futura memoria, ma quando mi stancherò di lui lo banno e lo elimino, perchè ormai quello che c'era da capire su di lui e su quelli come lui, lo abbiamo già capito...

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    4. Caro troll senza nome... ma non avevi detto che il blog non l'avresti più letto? Sii coerente e vai a lanciare le tue esche altrove. Sempre complimenti a Piero per i suoi post. Saluti ;-)

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    5. è evidente che sei un TROLL oppure un drogato,ubriaco oppure stai scrivendo da un manicomio

      Ps
      consiglio anch'io di non perdere tempo con i TROLL a meno che ,come nel mio caso,non ci si trovi in un momento di pausa e ci si voglia divertire un pochino...XD (chiedo scusa a Piero Valerio e tutti i lettori SERI di TEMPESTA PERFETTA)

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  7. certo anche tu sei furbo.

    il debito pubblico è la chiave di tutto. la crisi è stata avviata dal debito pubblico e tu parli di debito privato..

    certo il mondo della rete è proprio vario.

    la differenza è la qualità: i prodotti tedeschi sono migliori e a prova di tutto.
    prova! prendi una mercedes e a 160 kmh vai contro un muro. vai tranquillo, tutto al più qualche ammaccatura.
    prova a fare lo stesso con un'auto italiana.
    prendi un pc tedesco e gettalo in una vasca da bagno. funzionerà perfettamente
    fai lo stessso con un pc italiano, tipo toshiba, hp o cose simile. andrà in corto.

    questa è la differenza

    giovannina

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    1. Hai letto il mio post poc'anzi???
      Confutalo!

      David

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    2. senti David...questo troll infestante ce l'abbiamo da tanto tempo...cambia nome, cambia sesso, ma dice sempre le stesse due o tre scemenze. E' meglio che non gli rispondi, per non incoraggiarlo sai...

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    3. Come non detto...dal prossimo commento il TROLL verrà bannato...e se anzi lui stesso mi fa la cortesia di non invadere più questo blog, come ha minacciato sopra, mi fa una cortesia e mi evita la fatica...

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  8. Ah Piero non ti perdere l'articolo del tuo amico Sergio Di Cori Modigliani sui fatti di Assange ! Solo lui Tora fuori certe notizie. L'attacco alla Repubblica dell'Equador. Ecco il perche' di Londra.

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    1. Grazie Cristina della dritta, lo leggerò senz'altro perchè Sergio è un grande e per me è stato un onore averlo conosciuto di persona a maggio scorso...

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  9. Grazie del riassunto! E' possibile approfondire quanto scrive al punto 14) "L’enorme minaccia del debito pubblico che incombe sulle nostre teste non è cresciuta gradualmente come è accaduto nel resto della periferia europea dopo il 2008, ma in un solo colpo quando a partire dal 1993 la Banca d'Italia si è rifiutata per rispetto dei trattati europei di rimborsare i titoli di debito pubblico italiani circolanti, perché denominati in una moneta straniera come l’euro di cui non aveva più alcun controllo, quantomeno in termini di supporto dei conti pubblici" A quali trattati specifici si fa riferimento? cosa significa concretamente rifiutarsi di rimborsare i titoli?
    Inoltre può spiegare in modo divulgativo (oltre che in italiano) il grafico del trilemma macroeconomico? ancora grazie,
    sim

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    1. Certo, si tratta dell'articolo 123 dei Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea firmato a febbraio del 1992, anche noto come Trattato di Maastricht, in cui viene imposto alla banca centrale BCE di non potere finanziare direttamente gli stati membri sia attraverso acquisto di titoli di stato che di prestiti diretti...
      In pratica, la Banca d'Italia, essendo una delle 17 banche centrali aderenti al sistema BCE, non poteva più dare supporto al governo italiano per il rimborso dei titoli in scadenza... questo passaggio è avvenuto concretamente a gennaio del 1993, quando la Banca d'Italia ha chiuso la possibilità al governo italiano di avere uno scoperto sul conto di deposito presso la Banca d'Italia...come avveniva il rimborso di un titolo di stato prima del 1993 se il bilancio del governo era in deficit? In modo molto semplice, la Banca d'Italia rimborsava il possessore del titolo creando lire dal nulla e allungava della stessa quantità lo scoperto di conto del governo italiano...dopo il 1993 (anche se esistevano ancora le lire) la Banca d'Italia non poteva più farlo per rispetto dei trattati europei e per allinearsi con gli altri governi europei in vista dell'introduzione dell'euro, che diventava per ogni stato nazionale una moneta straniera a tutti gli effetti (il marco per l'esattezza) su cui non potevano aver alcun controllo e non potevano gestire la quantità di emissione (ripeto, sempre per supportare i governi nazionali, mentre per il sostegno alle banche private italiane, Banca d'Italia, in quanto membro BCE, può creare dal nulla tutti gli euro che vuole...)
      Per quanto riguarda il trilemma macroeconomico cerco di spiegare così il grafico: il triangolo dice che si possono avere solo due fattori (i lati) contemporaneamente per creare un particolare sistema finanziario...se hai autonomia monetaria e stabilità di cambio significa che stai riproducendo un sistema simile a Bretton Woods dal 1944-1971, dove ogni stato aveva la sua moneta, applicava un controllo sulla circolazione delle merci e dei capitali (chiamiamolo protezionismo) e doveva solo rispettare un preciso vincolo di tasso fisso di cambio con le altre monete internazionali...se hai autonomia monetaria e libera circolazione di merci e capitali, significa che stai rinunciando a priori alla stabilità di cambio e stai aderendo ad un sistema fluttuante di tasso di cambio delle monete internazionali...se hai libera circolazione di merci e capitali e stabilità di cambio, significa che stai rinunciando del tutto all'autonomia monetaria e stai aderendo ad un sistema di cambi fissi tipo l'eurozona che non ti permette più di fare operazioni di politica monetaria delegate ad un ente esterno al sistema stesso (BCE)...inutile ripetere che per me il sistema migliore è quello che ti consente di avere autonomia di politica monetaria, stabilità di cambio ma non rigidamente imposta (tasso flessibile) e un controllo non eccessivo ma praticabile sulla circolazione delle merci e dei capitali per assicurare appunto per quanto possibile una certa stabilità di cambio...

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  10. Adesso che abbiamo finito col troll anch'io voglio chiederti un approfondimento, precisamente sulla bilancia commerciale con l'estero...e quando à successo questo miracolo? leggo su 'La Repubblica' :" ad aprile il saldo della bilancia commerciale e' prossimo all'equilibrio (-202 milioni di euro) e in forte ridimensionamento rispetto al deficit dello stesso mese dell'anno precedente (-2'8 miliardi." e fin qui tutto bene, mi rallegro. Ma poi aggiunge "dall'inizio dell'anno il deficit commerciale ha raggiunto il valore di -3,6 miliardi:al netto dell'energia, l'attivo è pari a 19'4 miliardi (articolo del 15 giugno)A questo punto soccorrimi perche' non ci capisco piu' niente. Il titolo e'L'ENERGIA PESA SULLE IMPORTAZIONI BILANCIA COMMERCIALE IN EQUILIBRIO

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    1. Cristina, come sempre siamo in sintonia, perchè anch'io mi stavo interessando in questo momento ai miracoli della bilancia commerciale italiana...e il miracolo principale è la svalutazione dell'euro avvenuta in questi ultimi mesi che ha migliorato le esportazioni italiane...svalutazione che spaventa invece i tedeschi che hanno bisogno di mantenere un euro forte per preservare il valore dei loro enormi capitali accumulati e mantenere la stabilità sociale (ricordiamo che i tedeschi sono riusciti ad essere competitivi puntando sulla svalutazione interna dei salari e dei prezzi, e non possono accettare di avere anche una svalutazione esterna della moneta perchè se no i lavoratori sottopagati giustamente si incazzano...)...ecco perchè la moneta unica non può funzionare, perchè mentre per noi è necessario e vitale un processo di svalutazione, per i tedeschi è fondamentale il processo opposto di rivalutazione...è un continuo braccio di ferro inutile, estenuante e infruttuoso che non porta da nessuna parte...ecco per quale motivo dobbiamo uscire dall'euro prima possibile...la bilancia commerciale sarà sicuramente l'argomento di un prossimo post... grazie comunque ancora per l'ennesima dritta...

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  11. Quindi anche la moneta Fiat è nata con l'intento di favorire le lobby, giusto? Grazie alla sua introduzione è stato reso possibile l'Euro e la conseguente colonizzazione

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    1. La moneta fiat è stata voluta principalmente dalle lobbies finanziarie e nel 1971 Nixon non ha preso quella decisione da solo, da un giorno all'altro, svegliandosi una mattina...ma è stato spinto a farlo dalle società finanziarie private, che gli hanno assicurato che prendendosi l'appalto della politica monetaria non avrebbero fatto fallire il sistema monetario internazionale...ecco perchè è stato scelto il 15 agosto come giorno dell'annuncio televisivo, in modo che il minor numero possibile di cittadini avesse potuto sapere e ragionare sull'accaduto...nei giorni successivi i giornali e le televisioni parlarono poco della notizia, facendola passare per un fatto normale e per una questione puramente tecnica di nessuna rilevanza pubblica riservata soltanto agli addetti ai lavori...quando le crisi finanziarie cominciarono a succedersi con sempre maggiore frequenza a partire dagli anni '80, il collegamento con la fine degli accordi di Bretton Woods del 1971 è diventato sempre più evidente...l'euro può essere considerato il risultato ultimo e più radicale del processo di privatizzazione della moneta iniziato a partire dal 1971...

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  12. Bentornato Pietro. Cavolo non avevo mai visto troll così idioti. Sicuramente qualche bambino che gioca col pc dei genitori e si eccita ad avere delle risposte dagli adulti.
    Ho una domanda per te, che mi frulla in testa da un pò.
    Come viene compensata in Europa la svalutazione della moneta data dall'inflazione?
    Cioè, se l'inflazione mangia il potere d'acquisto, e nessuno rientegra la moneta che viene a mancare per "pagare" i beni che ci sono in vendita, si arriva per forza a distanza di anni ad un annientamento della ricchezza. Mi sfugge di capire chi immette e in che modo (e a che costi se ci sono) la moneta necessaria a far funzionare il sistema.
    Altrimenti è come il gioco della sedia, ci sono 100 sedie e ogni anno, quando si spegne la musica, spariscono 2-3 sedie. dopo 10 anni iniziano a mancare un terzo delle sedie, e quelle che mancano le si prendono in prestito, senza poter mai onorare il debito e richiedendo ogni anno ulteriori sedie. E' ovvio che non può funzionare così, sicuramente sono ignorante ed ignoro il modo in cui la Bce immette queste "sedie gratuite" e a chi le da.

    L'articolo di Sergio Di Cori Modigliani lo ho letto stamattina ed è stato "illuminante".
    Son felice di sentire che è persona che conosci e stimi.
    Gian

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    1. Sergio è davvero illuminante nelle sue descrizioni e ha una rete di informatori (locali e stranieri, soprattutto sudamericani, visto che ha vissuto in Argentina per parecchi anni...) da fare invidia allo stesso Assange...per quanto riguarda la questione di chi e come immette nell'eurozona nuova moneta, i meccanismi sono principalmente due:

      1) I deficit di bilancio dei governi nazionali (anche se presto verranno aboliti con l'obbligo del pareggio di bilancio): i governi per coprire i loro deficit sono costretti ad emettere nuovi titoli di stato, le banche comprano i titoli di stato con moneta già circolante, ma poi possono utilizzare i titoli di stato come collaterale nei prestiti di NUOVA MONETA forniti dalla banca centrale (da non confondere con gli acquisti diretti della banca centrale BCE sul mercato secondario e primario che sono impediti per statuto e dai trattati europei)...ma come abbiamo detto, per volontà dei tecnocrati, questo meccanismo è destinato ad interrompersi

      2) I prestiti concessi dalle banche commerciali: le banche creano nuova moneta, nuovi depositi ogni volta che concedono un prestito ad un cliente e successivamente le banche possono cartolarizzare questo prestito in un titolo da utilizzare come collaterale nei prestiti di NUOVA MONETA forniti dalla banca centrale...inizialmente questo era l'unico modo che i progettisti dell'euro avevano previsto di creazione di nuova massa monetaria, perchè i deficit di bilancio dello stato venivano consentiti per un periodo transitorio fino ad un massimo del 3% annuo in rapporto al PIL (legge di stabilità)...un progetto molto contorto e un meccanismo di creazione di nuova massa monetaria che basandosi soltanto sui prestiti delle banche commerciali è andato prevedibilmente in tilt quando le banche hanno interrotto drasticamente la loro attività creditizia...i progettisti dell'euro ispirati dall'ottimismo degli stessi banchieri avevano previsto che l'attività creditizia non si sarebbe mai arrestata...un errore grossolano che ha costretto la BCE a scendere in campo con varie operazioni non convenzionali (ELA, SMP, LTRO) per fornire NUOVA MONETA al sistema...ma come sappiamo, essendo basato sull'accumulo di prestiti e debiti privati ed escludendo il meccanismo più diretto e indolore per fornire NUOVA MONETA al sistema basato sui deficit di bilancio dello stato, l'esperimento azzardato dell'eurozona si può dire virtualmente fallito, morto e sepolto...

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  13. Grazie Piero
    sei per noi tutti una grande risorsa......

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    1. Grazie Aurelio, ricambio i ringraziamenti e i complementi perchè senza saperlo siete spesso voi stessi ad ispirare le mie descrizioni e i miei articoli con i vostri spunti e i vostri commenti...

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  14. Chiarissimo, semplice e ben fatto il post riassuntivo. Ma tornando un attimo ai deliri premieristici di questa estate rovente, c'è una cosa (tra le tante altre) che trovo particolarmente vergognosa: il dare per scontata da parte dell'Algido l'esistenza di una "generazione perduta". Ma come si fa (e non è la prima volta) a recitare il de profundis sulla pelle della prima generazione nata tra lo Sme e l'euro? Ma un presidente del consiglio, dunque del governo italiano, dunque proprio colui che dovrebbe avere a cuore la vita e il benessere dei suoi governati, dovrebbe opporsi con tutte le sue forze a questa prospettiva di massacro generazionale. "Dovrebbe", se costui fosse umano, se fosse italiano, se fosse stato eletto, e soprattutto se non fosse un fedele esecutore dagli interessi dei dominanti internazionali.

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    1. Guarda Roberto, io sono nato nel 1973, proprio al culmine della crisi petrolifera e degli stravolgimenti finanziari seguiti alla fine di Bretton Woods, quindi sono il rappresentante modello della "generazione perduta"...fin dalla mia nascita ho convissuto con le parole crisi, debito, fallimento, disoccupazione, competizione (come penso la maggior parte di noi...) pensando che fossero delle categorie assolute dell'esistenza...quando invece ho capito gradualmente che questi processi sono orchestrati ad arte da personaggi squallidi e indegni come Mario Monti, la mia sconfitta generazionale è diventata una vittoria (perchè io, essendo nel bene e nel male e con tutti i limiti del caso, un cittadino informato e consapevole sono ciò che Mario Monti e soci non avrebbero mai voluto allevare...)...ora, siccome il numero di cittadini informati e consapevoli sta aumentando a vista d'occhio, adesso manca soltanto un contenitore politico che possa raccogliere e rappresentare tutte le nostre istanze (avendo ormai appurato che il Movimento 5 Stelle non può farlo per sconosciute ma evidenti contraddizioni interne da parte del fondatore Beppe Grillo e della Casaleggio associati...)...non posso anticipare nulla perchè ancora siamo nella fase di start-up, ma ti assicuro che ci stiamo lavorando per creare questo benedetto contenitore politico che possa presentarsi come valida alternativa a Mario Monti, Bersani, Berlusconi e al TINA (non ci sono alternative) del neoliberismo dilagante...con tutto il rispetto per l'anzianità, la "generazione perduta" sarà la loro (quella di Monti, Bersani, Berlusconi, Grillo etc) perchè finchè sarò vivo io non mi sentirò mai perduto...anzi, cercherò di fare di ogni perdita, sconfitta, una vittoria...spero che il messaggio sia chiaro e riesca a convincere ognuno di voi che ogni volta che un Monti qualunque o un giornalista di regime accenna alla "generazione perduta" è per farci rassegnare e farci sentire dei derelitti... ma in fondo hanno un pò paura, perchè forse sanno o intuiscono che finchè una persona è in vita e ha qualche neurone funzionante non può essere considerata "definitivamente" perduta...ecco perchè puntano molto allo smantellamento della scuola, incentivano le droghe, ci massacrano con stupidità e amenità televisive, per distruggere quei pochi neuroni che fanno la differenza fra una persona perduta (il loro elettore ideale) e una persona ancora vigile, attenta, informata, consapevole (il loro nemico pubblico numero uno)...quindi vi invito pubblicamente a resistere insieme al loro tentativo di annientamento, catalogazione, omologazione e a rimandare al mittente le loro compassionevoli analisi sulla "generazione perduta": "perduto ci sarà lei, caro signor Monti, e non sono io a dirlo, ma è lo specchio a parlare, gli occhi...i miei sono ancora vivi, mentre i suoi sembrano rivelare lo sguardo bovino di chi ha perso ormai da tempo la sua partita con la vita...quante bustarelle di Goldman Sachs, Morgan Stanley, Banca Intesa, Unicredit ci sono volute per farla diventare così????"

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  15. Monti è il più grande presidente del consiglio della storia dell'europa occidentale. la sua equità è eccitante, quasi orgasmante, il suo equilibrio e la sua sobrietà sono una garanzia.
    la sua conoscenza economica è da nobel. il suo genio è superiore a quello di qualsiasi altra persona mai vissuta sulla Terra.
    la sua capacità di ridurre lo spread in breve tempo non ha eguali.

    speriamo rimanga al governo per i prossimi 40 anni

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    1. Il solito buontempone. A proposito di barzellette, la sai quella di Monti e la Fornero in viaggio di nozze a Berlino?

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    2. Dai, ammettiamolo, il nostro TROLL scatenato ha parecchio senso dell'umorismo e in fondo in fondo riesce a smorzare la tensione e a farci ridere un pò con le sue uscite strampalate... Roberto, io quella di Monti e la Fornero a Berlino non la so, quindi se vuoi raccontala pure...

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    3. Sarebbe troppo gerontologica, te li immagini i due piccioncini senescenti? era per il troll che riesce a digerire di tutto, anche il Rigor Montis.

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  16. Ciao Piero e bentornato..utilissimo il tuo riassunto...mi serviva proprio. Ho letto anche l'articolo di Sergio Di Cori Modigliani e mi è piaciuto moltissimo...mi ha fatto venire in mente il film "diari di una motocicletta"....il viaggio di Ernesto Che Guevara in america latina che scatenò in seguito la sua resistenza...questa nuova realtà l'avrebbe reso felice...Sono contento che l'America Latina si stia risollevando....purtroppo però adesso tocca l'Europa....Abbiamo bisogno anche noi di un Correa, di una Kirchner...
    Un nuovo contenitore politico? Bravissimi...Serve anche un nuovo sindacato da affiancare a questo contenitore: bisogna cercare di sensibilizzare "l'operaio medio", bisogna trovare un modo per far capire...perchè ti garantisco che vige una confusione incredibile..sarà dura...L'operaio è l'elettorato principale...

    Saluti Santo.

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  17. Dimenticavo....un video di Galloni di qualche mese fa...proprio dalle mie parti (vicino a Torino) e non ne sapevo niente...mi sembra sia intervenuto ad un summit di Movimento Politico di Liberazione....Sempre interessante quello che dice...
    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=W3EAkRmOdys

    Saluti Santo

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    1. Grazie Santo per la segnalazione del video di Galloni, che è stato come al solito molto illuminante, soprattutto nella parte in cui descrive gli errori a cui vanno incontro tutti gli ambientalisti della decrescita felice, pensando che il mondo si salva soltanto diminuendo il PIL, che è un fattore neutro di contabilità nazionale, che è indipendente da ciò che contiene al suo interno...se nel PIL ci stanno tutte le aziende che producono celle fotovoltaiche, filtri per le immissioni inquinanti, pale eoliche, le società che si occupano di consulenza ed efficienza energetica, protezione del suolo, voglio vedere se gli ambientalisti sarebbero contenti di veder scendere il PIL...il PIL, come tutti i dati numerici di efficienza, non è importante dal numero in se (può essere basso, alto, stagnante, chi se ne frega...), ma da come viene raggiunto quel numero...poi se come accade oggi l'aumento del PIL viene ricercato soltanto per ripagare gli interessi crescenti di un debito illecito, a prescindere da ciò che contiene al suo interno (produzione di armi, omicidi, industrie farmaceutiche, sigarette, pornografia, inquinamento, sfruttamento dei lavoratori), allora anche io sono per una decrescita netta, rapida, immediata del PIL...ma ripeto, come sempre accade in economia, tutto dipende dal come e non dal quanto...
      Sulla nascita di questo nuovo contenitore politico, che raccolga in pratica tutti gli stimoli e i movimenti che in un modo o nell'altro sono contrari al regime neoliberista oggi al governo in Europa, posso dire soltanto che siamo soltanto all'inizio, ma sicuramente siamo partiti con il piede giusto...in un'ottica collaborativa ed inclusiva e non in quella egoistica ed esclusiva: troviamo prima un accordo su ciò che non vogliamo più (l'euro è sicuramente una di queste cose...), dopo di che scanniamoci pure sui modi diversi con cui ognuno di noi non vuole più quella certa cosa...ovviamente un sindacato che sia più attivo nella sensibilizzazione e informazione dei lavoratori è uno degli obiettivi che si deve porre ogni nuova forza politica, perchè come dici giustamente tu l'operaio è l'elettorato principale, ma prima facciamo sapere che ci siamo e il nostro scopo è anche (se non soprattutto...) quello di difendere e tutelare i diritti dei lavoratori e poi, quando l'adesione sarà più convinta e numerosa, organizziamoci per rendere concreta e presente sul luogo di lavoro la difesa dei diritti di cui andiamo tanto parlando...la creazione di una nuova forza politica che si ponga come reale alternativa all'attuale classe dirigente non può prescindere dalla creazione di una forza sindacale, dato che quella attuale (i vari Camusso, Bonanni, Angeletti, Landini) è ormai collusa e invischiata nell'ottica puramente neoliberista della gestione degli affari e dei rapporti sociali...avete per caso mai sentito parlare seriamente un sindacalista dei danni causati dall'euro, ovvero la caduta dei redditi dei salariati, l'attacco alle pensioni e la disoccupazione dilagante? Non sono loro che dicono che basta un pò di crescita e di detassazione per rilanciare l'economia e l'occupazione? Senza mai spiegare come vogliono attuare questa crescita e in quale modo intendono procedere ad una detassazione, pur rimanendo dentro l'euro??? Ormai sappiamo che una cosa esclude l'altra, l'euro esclude l'aumento dei salari e delle pensioni in vista di un rilancio dell'economia, quindi un sindacalista che non si pone contro l'euro va in realtà contro gli interessi degli stessi lavoratori...ovvero è un venduto, un mercenario, un farabutto come se non di più degli stessi Monti, Draghi, Bersani, Berlusconi, Casini etc etc etc

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  18. qui si rasenta la blasfemia. e' un attacco alla sacralità dello Stato
    occorre più austerità e compostezza.

    Massimo Dellospread

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  19. Mentre non c'eri ho fatto anche un giretto su Voci dalla Germania e, da una mia domanda e' nata una interessante discussione sui rapporti geo economici travRussia e Germania.nSei hai voglia mi piacerebbe un tuo contributo. Il post e' L'EXPORT DELLA GERMANIA CONTINUA A CRESCERE...La cosa sorprendente e' l'auspicio finale di Quarantotto ( uno dei piu' autorevoli Goofynomisti) che si aspetta molte bellissime cose da Obama (mi chiedo perche& allora non leha fatte prima ?) Leggilo e poi ne parliamo.

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    1. potresti inserire - per cortesia - il link della discussione?

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    2. Eccolo...VOCIDALLAGERMANIA.BLOGSPOT.IT/2012/08/lexport-tedesco-continua-crescere.html

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    3. Lo leggerò con molto attenzione e ti farò sapere...così ad occhio e croce, che la Russia si faccia infinocchiare dalla Germania mi pare un pò difficile...Putin avrà pure i suoi difetti, ma non è tanto viscido (e anche stupido) quanto il mortadella Prodi...

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  20. Ci siamo...il governo punta a privatizzare.."Occorre creare spazi nuovi per la crescita di autonome iniziative private, attualmente bloccate o rese interstiziali da una presenza pubblica invadente e - si precisa - spesso
    inefficiente (si pensi, a esempio, al settore postale; ai beni culturali e alla sanità)". Per questo il governo promette una nuova legge sulla concorrenza (fonte RaiNews24) Poste, cultura e sanità...in mano ai privati..Questo vorrà dire servizi di serie A (per i benestanti) e serie B (per i disgraziati). Sono convinto che arriveranno a mettere in gioco anche il servizio pensionistico pubblico...Ho sempre creduto che sarebbero arrivati a questo...Spunta nuovamente la social card...tanto per marchiare i poveracci....

    Saluti Santo.

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    1. E non contiamo il primo effetto che porteranno le nuove privatizzazioni: licenziamenti...la prima cosa che fa un dirigente privato quando si insedia in una struttura prima pubblica è riorganizzare il personale...siamo messi bene...non c'è che dire...e non parliamo dei tagli già previsti negli enti pubblici...insomma ci vogliono tutti disoccupati ad elemosinare lavoro a qualunque condizione e prezzo...questo alla fine è il loro scopo finale...

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  21. Un chiaro esempio di come questa stramaledetta unione monetaria e in futuro, Dio ce ne scampi, unione politica, non sia stata costruita per il bene del popolo: "Samaras: la Grecia resterà in zona euro"....tagli per altri 13,5 miliardi...ma cosa c'è ancora da tagliare....Fastidiosissimo è l'intromissione di Hollande...persona che s'è rivelata tale e quale a Sarkozy...che fine ha fatto la promessa di portare le pensioni a 60 anni per tutti?

    Saluti Santo.

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    1. Quelle di Hollande erano solo chiacchiere da campagna elettorale...e pensare che per un certo periodo i piddini italiani ci avevano creduto, pensando che ci sarebbe stata una svolta a sinistra dell'Unione Europea...l'eurozona nasce come progetto di estrema destra neoliberista e fascista e morirà tale...con buona pace di ancora crede che in Europa esista la sinistra...
      Sulla Grecia ormai c'è più un lavorio di immagine che di sostanza, perchè è virtualmente fallita...da dove Samaras intenda prendere questi 13,5 miliardi sono proprio curioso di capirlo...

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  22. Buonasera…
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