venerdì 16 novembre 2012

IL MOVIMENTO DEMOCRATICO ANTI-EUROPEISTA CONTRO LA VIOLENTA DITTATURA DEI TECNOCRATI

Scrivo di getto, d’impulso, dopo avere visto e rivisto le immagini degli scontri e delle violenze che hanno insanguinato l’Europa durante le manifestazioni di protesta e gli scioperi di mercoledì scorso, 14 novembre. In questo sito potrete trovare un buon archivio fotografico per capire quello che è successo. Si tratta nella maggior parte dei casi di ragazzi, giovani studenti, adolescenti manganellati a sangue dalla polizia per il solo fatto di aver voluto manifestare la rabbia e l’inquietudine per il loro futuro negato e vilipeso. Dall’Italia, alla Spagna, alla Francia, alla Germania, alla Grecia, a Malta, tanti ragazzi, lavoratori, comuni cittadini sono scesi in piazza per dire no alla dittatura europeista e tecnocratica che sta massacrando le democrazie e i popoli del vecchio continente. Ufficialmente la propaganda di regime ripete fino allo sfinimento che le manifestazioni sono state soltanto contro le politiche di austerità, facendo intendere che basterebbe alleggerire un po’ la morsa del rigore fiscale è tutto in Europa potrebbe riprendere a pacificarsi e a prosperare. Non è così. L’Austerità è un principio fondante con cui i tecnocrati hanno progettato questo mostro giuridico-economico-istituzionale chiamato eurozona. L’euro come moneta è nato per essere austero, scarso, sottratto dalle mani legittime del popolo sovrano per essere consegnato agli artigli feroci dei banchieri rapaci. Questo è l’euro, mentre tutto il resto, gli Stati Uniti d’Europa, la moneta unica come strumento di pacificazione dei popoli, la fratellanza universale, sono solo menzogne inventate ad arte dalla propaganda per infinocchiare i fessi.


Non so quanti ragazzi manganellati per strada avessero chiaro questo concetto: per liberarsi dall’angoscia che li opprime non serviva andare in piazza per gridare tutta la loro rabbia. Non serviva sfilare con gli striscioni e intonare slogan contro la polizia o il governo ladro. I loro aguzzini non sono i poliziotti, poveri cristi anch’essi che hanno confuso lo stipendio e la sicurezza economica con l’unico valore che abbia significato in questa vita: la dignità. I loro nemici non sono neppure quegli indegni e inqualificabili politicanti rinchiusi e barricati nei palazzi, schiavi pure loro di una regola divina bancaria o dogma finanziario di cui non hanno più alcun controllo o podestà. Per liberarsi dal boia che sta martorizzando il loro futuro, i ragazzi dovevano soltanto aprire il loro portafoglio e bruciare tutte le banconote in euro che custodivano gelosamente, perché sono proprio quelle banconote lo strumento di tortura con cui li stanno lentamente annientando. Uno Sato democratico di diritto non può essere subordinato e umiliato da una vile moneta, non è mai stato così nella storia e mai lo sarà. Tramite l’euro e lo svilimento dell’impalcatura giuridica dello Stato democratico di diritto, i tecnocrati stanno tagliando i ponti con il passato e il futuro, per isolarci tutti in questa gabbia. Tramite l’euro e le politiche di austerità, i banchieri ci stanno soffocando fino a togliere il fiato, il respiro, la capacità stessa di pensare e guardare con fiducia ai giorni luminosi che ancora hanno da venire. La tecnocrazia europeista sta giocando con il fuoco e lo sa, lo aveva previsto. La finanza e il mercantilismo che i tecnocrati rappresentano stanno massacrando e offendendo il più alto valore che l’umanità ha mai avuto nella sua storia: la gioventù. La speranza. La fiducia nel futuro. La capacità di contribuire, partecipare, lavorare attivamente per migliorare la propria condizione personale e il benessere dell'intera società.


Stasera stavo facendo tutt’altro, ma non vi nascondo che ero assillato dall’immagine di quei ragazzi distesi a terra con il volto tumefatto e sanguinante, accerchiati e immobilizzati da poliziotti nascosti dai caschi, trascinati lungo la strada. Per carità, anche i poliziotti hanno subito le loro umiliazioni e ferite, con lanci di uova, vernice colorata, spintoni, ma come ha fatto notare bene qualcuno c’è una bella differenza tra i poliziotti e gli studenti, i disoccupati, gli esodati, i precari, gli imprenditori falliti: i poliziotti hanno uno stipendio garantito, bene o male hanno un futuro assicurato, mentre i manifestanti no. Non hanno più niente. Hanno solo la voce per gridare, le gambe per correre e gli occhi per piangere. Questo è il progetto alchemico di società che hanno in mente gli impassibili tecnocrati, tetragoni monarchici e anonimi funzionari che tramano nell’ombra oppure si aggirano tra i palazzi del potere protetti da impressionanti scorte di sicurezza: una massa di persone disperate, scoraggiate, depresse che sono facilmente spostabili da un posto all’altro, come piccoli greggi di pecore separati dal resto della società che vengono condotti ininterrottamente da un ovile all’altro, da un pascolo all’altro, per essere poi munti, tosati, scannati nel mattatoio. Senza mai un attimo di tregua, un momento per pensare, riflettere. Questa è un’operazione chirurgica, scientifica, ragionata perché secondo i calcoli dei tecnocrati privatizzare la moneta, immetterla con il contagocce nei mercati dell’economia reale, sottrarla ai legittimi proprietari con tasse e tagli alla spesa pubblica, è l’unico modo per renderla scarsa, preziosa, desiderabile e costringere le pecorelle a correre forsennate da un posto all’altro, da un recinto all’altro per prendersi la loro piccola razione, il misero reddito che volta per volta gli sarà concesso in cambio del lavoro, del sudore, del sangue.


Stavo facendo tutt’altro oggi, ma ho sentito una fitta al costato, un cerchio alla testa, una frenesia irrefrenabile che mi ha costretto a ritornare sui miei passi e a mettermi di fronte la tastiera per scrivere di getto queste parole. Ho visto e partecipato a tante manifestazioni in vita mia, ma questa volta è diverso: ad essere manganellati e picchiati questa volta non sono stati i soliti facinorosi, gli incappucciati, i temibili black bloc, ma giovani sbarbatelli, poco più che bambini e poco meno che adolescenti, studenti che potreste vedere tranquillamente seduti in una biblioteca a studiare letteratura o algebra. Questi ragazzi stavano soltanto chiedendo che qualcuno da qualche parte avesse rispetto per il loro futuro e per quella vibrante voglia di vivere, partecipare, far sentire al mondo intero che loro ci sono e meritano attenzione, ascolto. L’ordine dall’alto era forse quello di traumatizzare, raddrizzare subito le pecorelle prima che si cominciassero a fare strane idee, prima di nutrire qualche timida speranza di riscatto, prima di realizzare che la gioventù, così come l’infanzia o la nascita o la vecchiaia, è un diritto inalienabile e non una generosa concessione di pochi oligarchi. La gioventù va difesa, tutelata, accompagnata responsabilmente e pazientemente verso la maturità, quando ognuno farà le sue scelte e seguirà le sue strade. Ogni colpo a ciascuno di quei ragazzi è stata un’offesa a me, che giovane non sono più, è stata un’offesa alla democrazia per cui altri uomini in passato sono morti, è stata un’offesa all’intera civiltà e storia umana che ora grida vendetta. Vedete ragazzi, in nessun articolo della Costituzione Italiana c’è scritto che dalle finestre del ministero della giustizia, ripeto un indecoroso ministero della giustizia che merita di essere sgombrato all'istante, possono essere lanciati fumogeni accesi e incandescenti contro i manifestanti (vedi video sotto).





Studiatevela la Costituzione Italiana, ragazzi, ripassatevela ogni giorno, ficcatevela bene in testa, perché è davvero una delle più belle del mondo. Portatela sempre in giro con voi come un portafortuna, un’amica, una mappa per capire dove state andando e dove dovete andare. In quella splendida Carta Costituzionale ci sono scritti tutti i valori e i principi universali su cui deve essere costruita una vera democrazia. Leggete ad alta voce gli articoli della Costituzione per strada, leggeteli davanti a Monti, al presidente Napolitano, a Bersani, ad Alfano, a Casini, chiedetegli come vengano applicati quegli articoli oggi in Italia e quale collegamento abbiano con i “vincoli e le norme comunitarie”, con i Trattati Europei, con il Fiscal Compact, con il Meccanismo Europeo di Stabilità. Confrontate un articolo a caso della nostra Costituzione con un articolo a caso della carta straccia europeista e vi accorgerete subito della differenza. Già soltanto dal suono delle parole si capisce che siamo su due mondi diversi, in un altro pianeta: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La Sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. E sentite la robaccia dei mercanti europeisti: “Il presente trattato organizza il funzionamento dell’Unione e determina i settori, la delimitazione e le modalità d’esercizio delle sue competenze”. La prima è una Carta Fondamentale dei Diritti dell’Uomo, il secondo è un accordo tra mercanti e banchieri sui modi migliori e più rapidi per accaparrarsi la ricchezza e il potere egemone. La Costituzione è stata redatta da filosofi, giuristi, umanisti ed è stata poi condivisa e legittimata dal voto popolare. Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea è stato scritto in gran segreto da economisti, dirigenti, funzionari, tecnocrati e calato e imposto dall’alto senza mai ricevere alcuna legittimazione democratica. I nostri padri costituenti hanno solo dimenticato di inserire nella nostra Carta la quarta gamba su cui si regge uno Stato, la Sovranità Monetaria, perché forse credevano che fosse una cosa implicita, sottintesa, non pensavano che un giorno qualcuno avesse osato tanto, togliendo la prerogativa sovrana di battere moneta ai governi democratici eletti dal popolo. Ora tocca a noi completare l’opera, aggiungendo questa quarta gamba mancante allo Stato: oltre al potere esecutivo, legislativo, amministrativo, dobbiamo inserire insieme la quarta sezione omessa nella nostra Costituzione, senza cui tutto diventa instabile, incerto, precario, e prima o poi crolla.                


Ragazzi non dovete più rivendicare astrattamente il futuro, il lavoro, i diritti, l’istruzione, ma siate più  concreti: chiedete intanto che vengano applicati ad uno ad uno gli articoli della Costituzione che sono stati fraudolentemente cancellati, stralciati, emendati dai mercanti europeisti. La democrazia è un vostro e un nostro diritto che dovete pretendere con tutte le forze e le energie che avete in corpo. Il Movimento Democratico Anti-Europeista che già esiste ed è radicato in Italia deve basarsi soprattutto sulla nostra Costituzione stuprata e violentata dai nuovi devoti sacerdoti della dittatura, della monarchia, dell’oligarchia. Ricominciate a riprendervi tutte le vostre Sovranità che vi sono state tolte, da quella politica, economica, monetaria, fino a quella culturale, perché voi siete i sovrani, i principi, le principesse, i delfini di questo paese. Scegliete pure un nome a questo Movimento che sia in qualche modo legato alla Costituzione: “In Nome del Popolo Italiano”, “In Nome del Popolo Sovrano”, “La Sovranità Appartiene al Popolo”. Il Movimento quando sarà attivo e operativo (ormai manca davvero poco, gli ultimi dettagli) dovrà poi unirsi e mantenersi in stretto contatto con tutti gli altri analoghi movimenti europei che lottano per gli stessi diritti e per gli stessi principi e non abbiano legami con i vecchi sclerotici, ipocriti, mercenari apparati ideologici politicizzati del passato. Questi nuovi movimenti politici e culturali dovranno poi convergere in un unico grande Movimento Europeo per la Democrazia. A tal proposito, per accelerare e condividere questo processo di fondazione, vi riporto sotto una bozza provvisoria di Programma Economico che ho scritto qualche mese fa e che dovrà ancora essere modificato, rettificato, aggiornato, integrato. Cominciate a leggerlo e a ragionarci su, perché il Movimento siete voi ed è giusto che iniziate ad essere partecipi, attivi, responsabili. Io come al solito mi limiterò ad essere il vostro umile portavoce, perché finchè avrò voce per parlare e dita per scrivere non smetterò mai di denunciare questo scempio e descrivere i modi per uscire fuori da questo incubo.


Bozza provvisoria di Programma Economico


La Moneta è un Bene Comune Astratto, come la Giustizia o l’Uguaglianza o la Libertà, che appartiene al popolo, il quale la utilizza e ripartisce nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione e dalle normative vigenti. La Moneta Comune serve a quantificare il valore intrinseco della Ricchezza reale e finanziaria prodotta da tutti i cittadini del paese: il lavoro, le competenze, le qualifiche, la formazione, i beni, i servizi, la coesione e lo stato sociale, i diritti, le tutele assistenziali e previdenziali. La moneta fisica scelta volta per volta da uno Stato per esercitare, dirimere e contabilizzare le sue funzioni rappresenta solo una modalità convenzionale per misurare e valorizzare la vera Moneta Comune di un paese, la sua reale Ricchezza. Sono i comuni cittadini di uno Stato a dare valore ad una certa moneta fisica piuttosto che ad un’altra, accettando il suo utilizzo e la sua circolazione come mezzo di pagamento e unità di misura del valore dei beni reali e finanziari scambiati. Senza questa preventiva legittimazione popolare e democratica, peraltro rafforzata dal corso forzoso e dagli obblighi fiscali imposti dallo Stato, nessuna moneta nazionale avrebbe oggi la possibilità di essere accettata incondizionatamente dai cittadini, perché dal 1971 in poi, con la fine degli Accordi di Bretton Woods, le monete internazionali non hanno più un loro valore intrinseco, sostanziale diverso dall’unico valore scritturale, fiduciario di cui sono portatrici. La moneta fisica quindi è una pura convenzione ideale, figurata senza alcun reale sottostante materiale, a parte il valore trascurabile degli impulsi elettronici dei depositi bancari o la carta e il metallo di cui sono fatte le banconote e gli spiccioli. Continuare a trattare la moneta come un bene a se stante o una riserva di valore, indefinitamente accumulabile, intercambiabile e negoziabile con gli altri beni o titoli finanziari, contribuisce a creare fraintendimenti e ambiguità, che alterano il normale e corretto flusso degli scambi commerciali e privano molto spesso la cosiddetta “economia reale” dei mezzi necessari a misurare e quantificare i pagamenti. Storicamente questo cattivo utilizzo della moneta fisica è andato di pari passo con gli sviluppi della scienza finanziaria e a tutto vantaggio dei soli operatori privati dei mercati finanziari che hanno avuto e hanno continuo bisogno di masse enormi di liquidità a rischio nullo per rinnovare senza limiti di spazio e di tempo i loro debiti irredimibili e rendere negoziabili all’infinito i loro titoli spesso spazzatura, perchè non più direttamente legati e univocamente identificabili con un sottostante bene o attività reale. 


Partendo da questa premessa, noi chiediamo che sia lo Stato l’unico e insindacabile fornitore dei mezzi di pagamento utilizzati dai cittadini, al fine di valorizzare equamente e correttamente la Ricchezza reale e finanziaria del paese. Noi chiediamo che sia un Ente Pubblico (la Banca Centrale Nazionale), direttamente collegata e subordinata alle istituzioni democratiche dello Stato, e non più un organismo privato, autonomo e indipendente (la BCE), a gestire il processo di creazione, emissione e circolazione della massa monetaria utilizzata dai cittadini. La Banca Centrale dovrà fornire periodicamente a costo nullo allo Stato, in base all’andamento dei principali indici economici monitorati (disoccupazione, sviluppo sostenibile, inflazione, bilancia dei pagamenti con l’estero), i mezzi di pagamento necessari, sotto qualsiasi forma (moneta elettronica, banconote, monete metalliche), con l'unico scopo di favorire gli scambi commerciali ed agevolare l’equa redistribuzione della ricchezza all’interno dei confini nazionali. Nessuna banca commerciale privata potrà arrogarsi autonomamente il diritto e il privilegio, come accade oggi, di creare dal nulla nuova moneta circolante attraverso la concessione di prestiti alla clientela e l’apertura di nuovi depositi monetari informatici, limitandosi invece alla sola attività di intermediazione del credito fra i risparmiatori e i prenditori di fondi. La Banca Centrale pubblica avrà il ruolo di vigilare, controllare, regolamentare il settore bancario privato, garantendo la stabilità finanziaria della nazione attraverso opportune operazioni interbancarie di sostegno agli istituti creditizi e la definizione periodica di un tasso principale di riferimento a cui dovranno essere remunerati gli scambi monetari e finanziari. In caso di perdurante difficoltà finanziaria di una banca privata dovuta a cattiva gestione dei risparmi, sarà la Banca Centrale stessa a gestire temporaneamente i bilanci della banca (nazionalizzazione), fino a quando i conti non saranno di nuovo in ordine e la banca potrà essere ricollocata sul mercato.


Noi chiediamo che venga attuata una vera e propria controriforma bancaria, affinché i grandi gruppi finanziari italiani vengano di nuovo smembrati in piccole entità nazionali e locali più aderenti alle esigenze del territorio in cui operano. Innanzitutto bisogna ristabilire una netta distinzione fra le banche commerciali, specializzate nell’attività creditizia, e banche d’investimento, più marcatamente focalizzate nella compravendita di titoli obbligazionari e azionari. Le banche commerciali dovranno fornire ai risparmiatori il servizio di raccolta e custodia dei depositi, utilizzando per i prestiti solo la parte dei fondi che i depositanti avranno volontariamente e preventivamente autorizzato a questo scopo, condividendo con la banca sia i profitti che le eventuali perdite di gestione. Il sistema truffaldino della riserva frazionaria, attraverso il quale le banche hanno impunemente continuato a creare denaro dal nulla, deve essere abolito perché non più necessario a garantire la copertura dei depositi in un regime monetario totalmente fiduciario. Le banche d’investimento, oltre alle normali attività di collocamento, fusione o scorporazione aziendale, avranno il compito esclusivo di raccogliere quella parte di risparmi indirizzati all’acquisto di titoli finanziari italiani ed esteri, con la dovuta e necessaria regolamentazione del settore degli strumenti derivati e dei titoli cartolarizzati. A differenza delle banche commerciali, le banche d’investimento avranno maggiori concessioni riguardo all’utilizzo e alla circolazione dei capitali internazionali, fermo restando l’obiettivo prioritario di mantenere un adeguato equilibrio nella bilancia dei pagamenti con l’estero.


La nuova base monetaria nazionale potrà essere introdotta all’interno del circuito economico nazionale soltanto attraverso lo strumento della “Spesa Pubblica” dello Stato, in accordo con le reali esigenze di nuovi mezzi di pagamento da parte del mercato. Questi nuovi fondi pubblici saranno privi di debito all’emissione e dovranno essere utilizzati innanzitutto per garantire il principale obiettivo di politica economica dello Stato: la piena occupazione. Lo Stato dovrà comportarsi come un datore di lavoro di ultima istanza, per assorbire i disoccupati nei periodi di recessione economica da impiegare in lavori socialmente utili, formazione, ricerca. Con opportuni incentivi e piattaforme di scambio, questi lavoratori saranno invogliati ad accettare impieghi più remunerativi nel settore privato quando il ciclo economico sarà di tipo espansivo. In ogni caso lo Stato assicura un salario minimo garantito a tutti gli inoccupati o disoccupati finché questi ultimi non troveranno un impiego o nel settore pubblico o nel settore privato. Stato e Mercato devono agire in totale simbiosi ed armonia, evitando a monte qualsiasi tipo di conflitto. Gli investimenti a lungo termine dello Stato saranno indirizzati principalmente verso quei settori o ambiti di ricerca che sono ritenuti scarsamente profittevoli o troppo rischiosi dagli investitori privati: ricerca medica, biologica, chimica, sviluppo ecosostenibile, risparmio energetico, tutela del territorio, infrastrutture, messa in sicurezza degli edifici, patrimonio artistico, attività culturali. Non avendo più particolari necessità di bilancio pubblico da rispettare e potendo usufruire senza limiti della sua moneta priva di debito, lo Stato dovrà utilizzare lo strumento della tassazione progressiva per evitare con largo anticipo qualsiasi fenomeno di tipo inflazionistico (qualora fossero state già raggiunte le condizioni di piena occupazione e saturazione di capacità produttiva, per cui un aumento di moneta circolante possa davvero essere causa di inflazione) e consentire una migliore redistribuzione dei redditi. A sua totale discrezione, lo Stato potrà collocare tramite asta titoli pubblici privi di rischio, che serviranno a stabilizzare il mercato finanziario, ad evitare la creazione di nuova base monetaria e a reperire fondi già circolanti sui mercati dei capitali internazionali.


Lo Stato, in perfetta sinergia con il suo tessuto produttivo, dovrà garantire nel tempo un equilibrio stabile e duraturo della bilancia dei pagamenti con l’estero, favorendo una maggiore diversificazione della produzione interna e limitando le importazioni ai soli beni e servizi non sostituibili. Essendo riconosciuta la carenza di fonti energetiche primarie, come petrolio e gas naturale, lo Stato dovrà impegnarsi nella stesura di un piano energetico nazionale che incentivi adeguatamente la produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaica, eolica, biomasse etc) e riduca al minimo l’utilizzo di fonti non rinnovabili di energia. Per limitare i consumi di idrocarburi, lo Stato in accordo con le aziende nazionali del settore dovrà investire in un piano industriale di lungo periodo che incentivi la mobilità sostenibile e la produzione in serie di veicoli a trazione elettrica, magnetica o solare. Il progetto energetico ed industriale dovrà comprendere anche una ridefinizione del ciclo integrato dei rifiuti, che oltre al recupero degli scarti dovrà fornire combustibili organici alle centrali termoelettriche. In caso di perdurante disavanzo delle partite correnti con l’estero, lo Stato potrà applicare adeguati controlli sulla circolazione dei beni e dei capitali o forme di protezione e tutela delle proprie produzioni interne rispetto ai concorrenti esteri che non rispettano le basilari norme sindacali o specifiche qualitative di produzione. La Banca Centrale potrà all’occorrenza agire sulla leva della flessibilità di cambio per ristabilire un maggiore equilibrio dei bilanci con l’estero. Nelle sedi opportune, lo Stato italiano solleciterà la creazione di un’unità di conto internazionale che dovrà sostituire il dollaro come moneta di riserva internazionale e impedire la nascita di una nuova moneta nazionale di riserva, legata ad uno o all’altro paese egemone o emergente. Questa moneta di conto internazionale servirà per misurare tutti gli scambi transfrontalieri e per gestire una camera di compensazione fra i debiti e i crediti incrociati dei vari paesi mondiali, in modo da supportare la ricerca dell’equilibrio interno anche a livello esterno e globale.


Avendo ormai appurato, dopo un trentennio di malversazione e declino, che non esistono in Europa le condizioni per la nascita di un tale Stato democratico e le premesse per una gestione razionale dell’economia, l’Italia dovrà chiedere l’immediata rinegoziazione unilaterale di tutti i Trattati Europei e un’uscita anticipata e organizzata dalla zona euro. In questo modo l’Italia non solo potrà recuperare il pieno controllo della propria sovranità politica, economica, monetaria, ma potrà limitare al massimo gli enormi costi umani e sociali derivanti dal processo di frantumazione dell’area euro già in corso e ormai irreversibile. In un secondo momento, l’Italia potrà definire nuovi accordi bilaterali o multilaterali con gli stati europei, sulla base dei trattati dell’Unione Europea già esistenti, per mantenere pacifici rapporti di vicinato ed evitare inutili e dispendiose diatribe commerciali con i paesi limitrofi. Noi crediamo che il nuovo processo di aggregazione dell’Unione Europea, qualora ci sia davvero la volontà politica di perseguirlo, debba basarsi su un altro percorso, che includa in primo luogo l’armonizzazione delle norme giuridiche, amministrative, fiscali, contrattuali, scolastiche e solo alla fine di questo lungo processo, quando l’unità politica, economica, sociale, culturale, linguistica tra i paesi membri sarà effettivamente raggiunta e consolidata, si potrà riprendere in considerazione l’opportunità di introdurre la moneta unica come ultimo passaggio spontaneo di un serio programma democratico e condiviso di integrazione. Cercare invece, come è stato fatto, di imporre dall’alto, con raffiche di direttive, ratifiche, accordi intergovernativi e sovranazionali, un’accelerazione innaturale al processo di unificazione introducendo prima una moneta unica e costringendo poi i singoli paesi membri ad adattarsi surrettiziamente ai cambiamenti, è stato un errore drammatico e colossale, che ha creato e continua a creare conflitti interni ed esterni tra i popoli europei. Evidentemente i paesi, le strutture politiche ed economiche, i cittadini non erano ancora pronti e preparati per affrontare le conseguenze di una simile forzatura economica, che eliminando il meccanismo spontaneo di aggiustamento del tasso di cambio consente di bilanciare eventuali squilibri commerciali e finanziari tra i paesi membri agendo unicamente sulla svalutazione interna dei salari e dei prezzi


L’economia, così come la politica, è una disciplina sociale e discrezionale di organizzazione e allocazione ottimale delle risorse complessa e articolata che va governata, gestita, monitorata, rettificata giorno per giorno per ottenere le migliori prestazioni dalle nostre potenzialità umane e produttive e il maggiore beneficio collettivo per la società. Immaginare invece di stabilire a monte vincoli, limiti, parametri quantitativi completamente insensati e distanti dalla realtà e pensare che sia poi l’ingovernabilità del libero mercato o il caos indistinto della legge del più forte a dettare le regole e stabilire gli equilibri sociali, è un atteggiamento retrogrado, primitivo e antiumano da cui prendiamo nettamente le distanze. Dopo aver assimilato bene questo fondamentale cambio di paradigma culturale di cui dobbiamo essere partecipi e promotori, non esisterà più alcun limite o obiettivo economico che l’umanità non potrà raggiungere e superare con tutti gli strumenti fiscali, finanziari, politici a disposizione. Il progresso umano, civile, scientifico o economico che sia, nasce sempre dalla sintesi e dalla ricerca di armonia ed equilibrio tra elementi spesso contraddittori e discordanti, non dallo scontro brutale fine a se stesso che aumenta indefinitamente gli squilibri, i conflitti e le disuguaglianze.  





63 commenti:

  1. Dopo un'astinenza (forzata) del web, mi imbatto in questo tuo post, ottimo, il modo migliore per riprendere la navigazione.

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    1. Roberto, bentornato tra noi!!! Spero che potrai dare presto come hai sempre fatto il tuo contributo di competenza, sensibilità, lucidità, acume, perchè maggiori analisi e punti di vista abbiamo e maggiore sarà la nostra capacità di costruire una visione complessiva e organica della realtà che dobbiamo affrontare...qui veramente l'unione fa la forza!!!

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  2. Io sono giovane, ho 24 anni. oggi non sono piu' diciamo "felice" come prima, e spesso mi chiedo "ma cosa mai si sara' perso tra oggi e dieci anni fa?" alla fine sono arrivato alla semplice conclusione.. il lavoro! Un'economia che cresce e che permette il successo. ecco cosa si e' perso. non e' solo la giovenut!

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    1. Hai ragione pure tu, senza specificare che nel termine generico "speranza" è inclusa anche la speranza di trovare un lavoro e partecipare attivamente al benessere della società, si può rischiare di rimanere troppo nel vago...correggo subito quel passaggio secondo il tuo corretto suggerimento...l'importante però è che tu non smetta mai di pensare che il lavoro è un tuo diritto che devi pretendere con tutte le forze secondo quelle che sono le tue aspirazioni e competenze...se ti rinchiudi invece nella logica degli sciagurati tecnocrati secondo cui il lavoro è un privilegio per i più meritevoli o una concessione che ti viene fatta dall'alto, allora non fai che supportare la loro follia totalitarista...il lavoro è un tuo diritto, combatti per far valere il tuo diritto sancito dalla Costituzione e il lavoro poi verrà di conseguenza...

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  3. Piero, ti ringrazio per queste perle che infondono fiducia e invogliano a continuare la battaglia informativa e di diffusione della verità vilipesa dai media.

    Ieri l ennesima prova che siamo nel giusto: P. Barnard si è recato al corriere della sera con i 42000 euro necessari per pubblicare sul quotidiano il manifesto mmt stilato con Mosler. Beh! Si sono rifiutati di pubblicarlo.

    DAVID

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    1. Era molto prevedibile che la propaganda di regime si mettesse di traverso rispetto a questa iniziativa di divulgazione e informazione: in fondo loro non devono affatto informare, ma educare, istruire, ammansire le pecorelle...sono i pastori messi a guardia del gregge!!!
      Secondo me Paolo dovrebbe cominciare a lasciar perdere i media nazionali e a concentrarsi maggiormente sui modi in cui può fornire il suo importante contributo per la fondazione di un Movimento Democratico Unitario Anti-Europeista...
      So che Barnard ha avuto brutte esperienze con i movimenti e con il movimentismo in genere, ma questa volta è diverso, per le cose che abbiamo scritto sopra e per la drammaticità e diffusione profonda dei danni dell'ideologia neoliberista imperante...questa volta abbiamo inquadrato meglio la causa del male, l'euro, e trovato la soluzione immediata ai problemi, il ritorno alla sovranità monetaria...
      Spero che Barnard utilizzi magari quei soldi per la creazione di un sito internet che aggreghi tutti i movimenti, associazioni, gruppi, blogger, singoli simpatizzanti e attivisti che hanno questo presupposto di recupero della sovranità monetaria come base della loro lotta e non si ispirano solamente alla MMT, come impianto teorico descrittivo e propositivo...sicuramente sarebbe un uso più utile e lungimirante dei soldi!!!

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  4. Questo Blog l'ho scoperto da poco e credo che
    l'autore nei suoi articoli dimentichi solo una cosa:
    LE ISTRUZIONI PER IL SUICIDIO!:(:(:(
    A parte gli scherzi,io credo che la nostra cara liretta non la rivedremo mai piu' e non riusciremo mai a liberarci del "mostro-Eurozona".
    Io continuo sempre a sperare.....pero' se leggo i giornali,se ascolto i politici di sinistra(scomparsa),di destra(SCOMPARSISSIMA!!!!!!!!!!),di centro(.....boh,che roba sia ancora non l'ho capito)e tutti i vari trombettieri filo-europeisti la mia speranza/illusione vacilla.:(

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  5. Cari amici, si fa' per dire, dell UDC, e' un anno circa che c'e' monti, l'ho scritto volutamente in minuscolo tant'e' la mia considerazione, ma non credo di essere l'unico....
    Detto cio' tra qualche mese, dovremmo andare alle elezioni, sempre che non ci rivoghino un monti bis, per grazia del nostro amatissimo,un tempo forse, Presidente Della Repubblica.
    Ma ora come non mai le informazioni si reperiscono facilmente grazie ad internet, e nessuno piu' cadere vittima della lobotomizazione televisiva, quindi e' solo una questione di tempo.
    Il tempo appunto, tutto e' ciclico e dopo decenni, di falsi leader, ipocriti-corretti, finti benpensanti e persone stolte che si fanno saccenti usando la loro arroganza, vestendola di pseudo democrazia del tipo... "serve piu' Europa" vi riasssumo che l'Italiano, ormai non piu' medio e mediocre si e' svegliato, meno male!!! Meglio tardi che mai!!!
    Quindi per tutti i soliti partiti che oramai hanno infestato l'Italia a loro piacimento rendendola schiava di voi PARASSITI oramai abbiamo tutti gli anticorpi necessari per cambiare direzione, come detto prima e' solo questione di tempo, mentre il vostro e' quasi giunto allo scadere, non solo per voi UDC ma per tutti voi PARASSITI della razza partitica senza nessuna distinzione, nessuno escluso.
    Sentite condoglianze.
    Leonardo IL_CECCHE

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  6. Piero, mi sa che dovrai mettere un filtro ai commenti, perché le stronzate deliranti di cui sopra servono solo a intasare il post e rubano spazio al dibattito.

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    1. Roberto b, io non so quante volte glielo ho detto...non c'è speranza...é un sognatore ( con la esse, però )

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    2. Ragazzi, ho cancellato la propaganda politici di questi troll (o forse unico disperato troll che cambia faccia e nome, ma ce lor ritroviamo sempre tra i piedi...)...mi dispiace davvero di questi intrusioni, che prima o poi vengono sempre eliminate e bannate, voi continuate pure il vostro dibattito come se nulla fosse, ignorateli...sulla libertà di parola e la censura il discorso sarebbe un pò troppo lunga, ma state certi che chi argomenta le sue tesi bene, garbatamente, lucidamente, per quanto diverse dalle nostre, sarà sempre ammesso al dibattito, mentre chi scrive scemenze, volgarità, insulti, propaganda elettorale verrà prima o poi sempre bannato...con un pò di pazienza!!!
      Sì, in effetti, sono un sognatore ex ante, perchè ho fiducia nella gente e nella loro capacità di interagire civilmente e razionalmente con gli altri...ex post però vi assicuro che sono un censore irreprensibile, perchè la fiducia si da solo a chi la merita!!!!

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  7. scusate sono solo un lettore occasionale che condivide molte idee dell'autore,,ma se rivedo un altro post dei cerobrolesi/fascisti dei giovani idioti giuro che il file pdf glie lo faccio provare come strap-on.ovviamente il pdf è salvato su un imac 90,troppo facile con i pad...

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    1. Già fatto, la propaganda politica fraudolentemente inserita nel blog è stata eliminata... grazie per la segnalazione!!!

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  8. Aninimo, guarda che questi sono solo un troll collettivo...ultima mutazione della specie....

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    1. I troll si riproducono come i virus...secondo me però, come tu dici, questo è solo un'evoluzione del solito Giovanni, Nardini etc etc

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  9. sarà pure un troll ma la cosa tragica è che il pdf esiste davvero, i giovani dell'udc pure e adesso ci si aggiunge pure Montezzemolo.
    ma perché gli piace tanto Monti a questi qui? immaginatevi 5 anni di Monti! da incubo.
    io vorrei che uno di questi - non il troll - ma un iscritto dell'udc mi spiegasse cosa dovrei dire ad un ragazzino di 15 anni mio parente che si ritrova il padre dentro casa, licenziato da un'azienda il cui padrone si è suicidato alcune settimane fa perché distrutto dai debiti, dalle tasse e dall'incapacità di questi delinquenti governativi di fare politiche di crescita e non di iniquità.
    glielo spiegate voi che il padre ha perso il lavoro perché ciò che conta sono le banche e la finanza speculativa e non la vita umana?

    ma veramente questi ci prendono per scemi!

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    1. Non so quale possa essere la natura antropologica e cerebrale di un elettore dell'UDC, perchè davvero imbarazzante e distante da me, però non trascurare troppo la sottospecie umana dell'"homo aeconomicus opportunisticus", cioè le clientele, il nepotismo, gli agganci istituzionali...per intenderci una parte cospicua degli elettori dell'UDC, a parte i tradizionalisti, i cattolici vetero-spappolati, gli ex-DC, sono persone a caccia di poltrone (tipica strategia dell'UDC, alleiamoci con chiunque, destra, sinistra, dietro, davanti, basta che abbiamo una poltrona in parlamento, in regione, in provincia...) o di persone che hanno una poltrona e che possono garantirgli posti, raccomandazioni, contatti...quindi chi vuoi che possano essere questi giovani elettori dell'UDC? Figli di papà, bocconiani o arrivisti dell'ultima ora...

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  10. Caro Piero,

    sorvolo volentieri sulle intrusioni propagandistico trollistiche (non ti curar di loro) e passo invece a proporre una domanda/obiezione alla tua proposta di programma economico.

    Se ho capito bene tu proponi di togliere alla moneta la sua funzione di riserva di valore.

    Io non vedo come ciò sia possibile.

    Storicamente la moneta ha avuto le tre funzioni di unità di conto, mezzo di scambio e riserva di valore, legate alla sua natura e a mio avviso non è possibile amputarne una senza far venire meno le altre. Il valore di una moneta segno è attribuito dalla fiducia dei consociati e dall'imperio dello stato e non vedo come si può impedire a chi ne viene in possesso di risparmiarla per trasferire il suo valore (potere di acquisto ) nel futuro.

    L'unico meccanismo che mi viene in mente per dissuadere dal "tenere moneta" è la presenza di una forte inflazione, ma penso che si aprirebbe una serie di altri problemi, e inoltre non credo sia possibile determinarla volontariamente, anche se si volesse farlo perché oltre a provvedere il sistema di moneta in sovrabbondanza (il che è possibile) occorrerebbe convincere gli operatori a farla circolare (il che è difficile' tanto che nell'attuale congiuntura non ci si riesce). Inoltre nel leggendo oltre nella proposta mi pare che si voglia evitare una inflazione eccessiva (ricorrendo alla tassazione progressiva)

    Come se ne viene fuori?

    Un altro punto critico mi pare quello del salario di disoccupazione, che temo possa, se non regolamentato in modo molto stringente, dare luogo a disoccupati professionali.


    Stato e Mercato sono bestie pericolose,se hanno troppo spazio uno tende a diventare il LeviatanoE l'altro l'Idra a SetteTeste dei derivati, percostringerli a collaborare temo non basti un decreto.

    Comunque trovo la tua proposta molto stimolante e penso che valga la pena di lavorarci sopra.

    Congratulazioni e tanta ammirazione per il tuo lavoro e per lademocrazia con cui lasci esprimere sul tuo blog anche chi è lontano dalle tue posizioni
    Franco

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    1. Franco, la tua obiezione è importantissima e molto pregnante: come si fa a fare in modo che la moneta perda il suo connotato di riserva di valore? Idee in questo senso ce ne potrebbero essere molte e vanno analizzate con estrema attenzione, io ti descrivo quella mi sentirei di appoggiare: l'introduzione di un tasso di decumulo (la cosidetta moneta a tempo, deperibile). Allora, partiamo dal definire una soglia di conto corrente indispensabile per i nostri consumi: per esempio 10000 euro (sarebbe meglio dire LIRE, ma finchè non usciamo dall'incubo, saremo costretto a parlare di euro). Ai correntisti che hanno una giacenza media del conto inferiore o uguale a 10000 euro non viene applicato alcun tasso di decumulo e pagano soltanto le commissioni bancarie, mentre chi supera questa soglia oltre alle commissioni deve pagare un tasso di interesse passivo di decumulo, che può essere progressivo in base al saldo del CC (per esempio 1% nello scaglione tra 10.000-50.000, 2% tra 50.000-100.000, 3% tra 100.000-200.000 etc). In questo modo chi ha soldi in più che tesaurizza e toglie dalla circolazione, sarebbe invogliato ad investire in qualcosa: azioni, obbligazioni, titoli, fondi, investimenti immobiliari, consumi... rimettendo i soldi in circolazione!!!
      Per quanto riguarda il salario minimo garantito, sono d'accordo con te, bisognerebbe stabilire delle regole molto rigide e vincolanti per accedere al sussidio: per esempio tutti i disoccupati iscritti ai centri dell'impiego che ricevono il sussidio dovrebbe essere obbligati in mancanza di altro a partecipare a corsi di formazione a scelta o a vari programmi di inserimento e ricerca (stage, dottorati etc)...in caso di proposta di lavoro, che venga dal pubblico o dal privato, il disoccupato avrebbe la possibilità di rifiutare al massimo 3 volte motivando le ragioni del suo rifiuto...oltre i 3 rifiuti, il sussidio viene tolto...inoltre in caso di rifiuto ingiusto o immotivato, il sussidio verrebbe ugualmente tolto...insomma basterebbe stabilire una serie di norme di buon senso, anche se comprendo la perplessità e le difficoltà che si incontreranno mettendo in moto questa macchina...ma la macchina deve essere innanzitutto messa in moto, per capire dove agire per migliorarla...in caso contrario, parleremmo sempre per ipotesi e pregiudizi spesso infondati, perchè gli italiani, benchè bistrattati e derisi in patria, sono un popolo molto volenteroso, attivo, creativo, dinamico...o no??? :)

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    2. Quello che chiami "tasso di decumulo" esiste già e si chiama inflazione, solo che è una variabile che lo stato non riesce a controllare con precisione come farebbe con un decumulo imposto per legge. E infatti anche oggi la gente investe i propri risparmi in bond, equity, case etc invece di tenere i soldi sul cc.
      Quello che invece non capisco è perchè uno NON dovrebbe avere il diritto ad avere una riserva di valore. Io NON VOGLIO prestare i miei soldi allo stato (titoli di stato) ne alle aziende (bond) ne scommettere su utili societari (equity). Voglio lavorare e tenere invariato il valore del mio risparmio per quando ne avrò necessità. Punto. NON VOGLIO ARRICCHIRMI e NON VOGLIO PAGARE LE BANCHE, LE POSTE O LO STATO PER GESTIRE IL MIO RISPARMIO.
      OBBLIGARE QUALCUNO a investire per legge (come di fatto stai proponendo) è un atto fascista altro che democratico.
      Detto questo io metto i mei (pochissimi) soldi (già ben tassati alla fonte) in oro e argento fisico e in bitcoin fuori dal sistema bancario e fuori dal controllo statale.
      Dici che sono soggetto ai cattivi speculatori internazionali? Beh, è vero che ora il prezzo dei metalli è determinato da un mercato fantoccio che opera esclusivamente sui futures (che sono pezzi di carta come tutti i derivati, cioè non realmente esigibili). Ma non credo che questa situazione possa durare in eterno. Esiste un principio di realtà e prima o poi nodi vengono al pettine, la finanziarizzazione del pianeta esiste da 40 anni (ma solo negli ultimi 20/25 ha realmente scalzato l'economia reale nella determinazione del valore di qualcosa) e mi pare che già soffra di qualche problema... ci sono qualche migliaio di anni precedenti di storia economica di cui si dovrebbe tener conto.
      In ogni caso, se anche mi sbagliassi, che lo stato e le banche se lo prendano nel c...., magari ci perdo i miei soldi ma non ci ho pagato ne ulteriori tasse per mantenere i banchieri capi di governo ne commissioni per mantenere i banchieri nei consigli di amministrazione. E come diceva la pubblicità della carta di credito: ... ci sono cose che non hanno prezzo.

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  11. Piero, hai scritto: " Il Movimento quando sarà attivo e operativo (ormai manca davvero poco, gli ultimi dettagli) ..."
    MUOVETEVI!!! mi permetto di aggiungere.
    A destra... all'estrema destra... ci sono fermenti....
    Mi comprendi?
    MauriDP

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    1. Mauri, io ce la sto mettendo tutta, non è facile ti assicuro perchè dobbiamo mettere d'accordo mille teste e istanze diverse...in questo momento sono alle presa con la stesura di programmi definitivi e statuto, ma allo stesso tempo siamo alle prese con la scelta del nome e del logo...entro giovedì si dovrà consegnare tutto, depositare le firme, validare i documenti...un lavoraccio bestiale!!! Ma io non mollo e ovviamente vi terrò aggiornati sulle evoluzione...qualora abbiate intanto suggerimenti, sono sempre ben accolti...

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  12. Se c'è Istwine ditegli che coopti Mincuo.

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    1. CS, non ho avuto mai contatti diretti nè con Istwine nè con Mincuo anche se ne rispetto le tesi e le competenze...sono sicuro però che se coinvolti in un progetto serio, competente, professionale, si faranno vivi, insieme magari ad altri economisti che hanno già dato il loro appoggio esterno...

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  13. Hanno chiesto a Monti se l'Italia sarà affidabile anche dopo le elezioni. Monti ha risposto: "Vedremo"...
    Abbiamo capito che una frase del genere (abbastanza minacciosa) implica che l'organizzazione deve venire prima del perfetto accordo sul programma?
    Guardate che se non viene da un lato arriverà dall'altro ma allora avremo un doppio lavoro.

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    1. Non so se la cosa può consolarti, ma il mio appoggio al movimento sarà soprattutto sul piano organizzativo, perchè sul piano dei programmi penso di avere fatto già abbastanza...la mia tesi di laurea verteva sulle norme per la qualità e dell'ambiente ISO 9001 e ISO 14001, qualcosa su come funziona e dovrebbe funzionare una macchina organizzativa complessa ne capisco...ci vogliono procedure semplici e facili da monitorare, aggiornare, cambiare...in questo momento sto elaborando lo statuto, che un modo per mettere per iscritto ciò che poi si vuole realizzare nella pratica...anche in questo caso idee e suggerimenti sono sempre ben accetti!!!

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  14. Per chi dovrei votare?
    secondo voi dovrei dare il voto al pd, al pdl a chi?
    a me convince molto Casini. bisogna ricordare che la colpa del casino non è di Monti, monti è stato chiamato per riparare alla situazione attuale. Ora in fase di emergenza sta mettendo molte tasse ma se dovesse rimanere 5 anni forse non farebbe lo stesso.
    Anche se Casini mi da l'idea di un venditore di aspirapolveri forse sarà il caso di votare eventualmente per l'udc o per una lista che appoggi Monti. del resto i sondaggi dicono che il 46% degli italiani è con Monti e con l'austerità.

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    1. Amico mio, ma cosa posso dirti io che tu non sai o non abbia capito già??? Hai capito che Casini è un venditore di aspirapolveri, Monti è il bene per l'Italia e gli italiani sono con lui, l'austerità è il futuro (spero che il futuro non sarà austero anche con te, perchè se no vallo a spiegare ai tuoi neuroni cosa sia l'austerità)...cosa devo dirti io??? Vota pure tutte le liste Monti che vuoi, ci vediamo fra poco al bivio con la Storia...e non mi dire però che non avevi capito di essere dalla parte sbagliata, perchè mi pare che da qualche mese a questa parte cose ve ne stiamo dicendo parecchie!!!

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  15. http://paolobarnard.info/docs/programma_memmt_orig.pdf
    Cosa ne pensi ?

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    1. Grazie Ottaviano, lo stavo proprio cercando, per fare un confronto con il nostro programma e il mio in particolare...quando lo avrò letto ed elaborato, ti dirò come la penso in proposito...

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    2. Per me è importante una tua opinione a riguardo, l'attendo con ansia.

      DAVID

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    3. Ho dato una rapida lettura al Programma della ME-MMT di Barnard e ho subito riscontrato le stesse perplessità di sempre...intendiamoci, io il programma di Barnard lo approverei oggi stesso, perchè è tale l'urgenza e la gravità dei problemi che è necessario darsi una mossa e non perdersi nei dettagli, che poi potranno essere rettificati e modificati lungo il cammino...in sintesi però i principali dubbi sul programma sono i seguenti:

      1) Eccessiva fiducia sulla capacità del cambio flessibile di ripianare qualsiasi squilibrio senza procedere ad opportuni controlli sulla circolazione dei beni e dei capitali: se aumento la domanda interna e lascio la libera circolazione dei beni e dei capitali, chi mi assicura che questa maggiore domanda interna non si riversi sui beni esteri provocando squilibri nella bilancia dei pagamenti??? I macroeconomisti di Barnard mi pare che dimenticano sempre troppo spesso un fondamentale trilemma di macroeconomia: non si può avere contemporaneamente piena autonomia nelle scelte di politica monetaria, stabilità di cambio e libera circolazione dei beni e dei capitali, a qualcosa bisogna rinunciare, e nelle nostre condizioni di estrema instabilità e incertezza, quando l'Italia uscirà dall'euro, io rinuncerei volentieri alla libera circolazione dei beni e dei capitali, che ha fatto solo danni con i dogmi della globalizzazione

      2) Eccessiva fiducia nella capacità di una moneta sovrana di ripagare tutti i suoi debiti pubblici o esteri...questo può accadere con una moneta di riserva come il dollaro, ma non tutte le monete che non sono di riserva possono godere di questo privilegio di signoraggio e quindi devono avere cura di mantenere in equilibrio le partite correnti per non incorrere in eccessiva svalutazione e incertezza di cambio e incapacità di onorare i debiti esteri con una moneta non più facilmente convertibile sui mercati di cambio... questo è un passaggio molto delicato che può essere risolto nei casi di emergenza solo agendo sulle politica dei tassi di interessi della Banca Centrale, che a quanto Barnard non vuole usare mantenendo i tassi a 0...

      3)Prima viene detto che i titoli di stato sono utili per indirizzare i tassi di interesse, drenare liquidità e stabilizzare il mercato finanziario e poi invece viene spiegato che i titoli di stato non sono più necessari...ma che significa??? I titoli di stato, per quanto redimibili e sicuri, sono utili appunto per i motivi spiegati all'inizio e basta chiarire che non sono titoli di debito, per continuare ad utilizzare come semplice strumento di politica monetaria

      4) Ma la perplessità maggiore riguarda soprattutto l'ultimo punto quando Barnard dice: andate dal vostro referente politico e chiedetegli di adottare questo programma, in caso contrario rinunciate a dargli il voto...ma quale sarebbe questo misterioso referente politico in grado di approvare un programma così radicale e rivoluzionario??? Ma voi ce lo vedete Casini, Alfano, Bersani o Grillo approvare un programma del genere??? Piuttosto si convincono di perdere un voto puntando sull'astensionismo, che finisce sempre per avvantaggiare i vecchi partiti...per questo io punto invece molto sulla creazione di un Movimento Democratico che nasca dal basso e sia capace di portare avanti da solo questo tipo di programmi...solo noi, coordinati, uniti, compatti, preparati possiamo sperare un giorno di riuscire a farci carico delle nostre istanze e a cambiare veramente le cose, perchè dall'altra parte ormai non c'è più nessuno, nessun referente, nessun politico capace e degno di questo nome...ma Barnard si rende conto di ciò che dice oppure crede ancora nelle favole???? O peggio ancora crede in Casini, Bersani, Alfano, Grillo etc???? Mah, mistero della fede...noi attendiamo Barnard al varco e mi auguro che quando il Movimento sarà operativo si metta a disposizione del collettivo per dare il suo utilissimo (ma non indispensabile...) contributo....

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  16. Reduce dalla visione di questo video:
    http://www.youtube.com/watch?v=MEODByD04UI&feature=related
    in cui il Passera e il Barca hanno lasciato il Sulcis in elicottero, mi sono venuti in mente i presidenti deposti dell'Argentina (De la Rua) e dell'Ecuador (Mahuad, poi Gutiérrez) costretti dalla collera popolare a lasciare i palazzi presidenziali in elicottero. Diamo tempo al tempo... (ma senza starcene in panciolle nell'attesa).
    E che dire del teleguidato Monti, che in Kuwait sollecita gli investitori stranieri a comprarsi un po' di asset, titoli e immobili dell'Italia a prezzi stracciati, con la promessa che sono "destinati a rivalutarsi"? In Kuwait, poi, paese di specchiata democrazia assieme al suo compare Arabia Saudita, dove alle donne non è nemmeno permesso guidare l'auto.

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    1. Inquietante, quello che sta succedendo in Italia in questi ultimi giorni è a dir poco inquietante...i banchieri mercenari si stanno sparando le ultime cartucce di credibilità, ma ormai ci avviciniamo al momento della resa dei conti...ma ci rendiamo conto che l'unico metodo che conoscono per risollevare l'economia del nostro paese è quello di svenderlo agli arabi o ai cinesi??? L'Italia, la culla della Storia del Mediterraneo, svenduta come un paese del Terzo Mondo (con tutto il rispetto per i paesi del Terzo Mondo...)...e costretta ad indebitarsi con l'estero, per rimandare soltanto di qualche anno il momento dello strangolamento definitivo!!! Inquietante, questo è un incubo...un film horror!!!

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    2. Questa notizia e' ancora piu' inquitante, come al solito passata magicamente in sordina....imolaoggi.it/?p=33193
      Grazie Piero, continua cosi'.
      Leonardo IL_CECCHE

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    3. Anche questa dichiarazione di Van Rompuy non mi pare molto rassicurante:
      "Nei prossimi mesi andremo a toccare il tabù della sovranità e della solidarietà" (un mese fa, http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/10/23/_7677101.html).
      Detto da un signore che nessuno ha eletto, viene da toccarsi scaramanticamente.

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  17. Questi hanno il ventre molle. Una sollevazione generale e si cagherebbero sotto

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    1. Sicuramente c'è bisogno di una sollevazione di piazza...ma deve essere una sollevazione organizzata, preparata, strutturata, consapevole, perchè il caos fine a stesso finirebbe solo per autorizzare la fondazione dello stato di polizia che vogliono i rentiers e gli oligarchi...noi dobbiamo sollevarci per prenderci il potere democraticamente e portando avanti civilmente le nostre ragioni, che sono tante e sacrosante...in caso contrario, buttandoci nella mischia solo per fare caos, rischiamo di cadere nella loro trappola...

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    2. Già. Ricordiamoci che l'Eurogendfor è già operativo, e ha fra i vari compiti anche quello di "proteggere le persone e i beni e mantenere l'ordine in caso di disordini pubblici"
      http://it.wikipedia.org/wiki/Forza_di_gendarmeria_europea

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  18. @Piero e @tutti

    Vorrei la vostra opinione su questo passo molto significativo di Marino Badiale:

    "La stragrande maggioranza degli anticapitalisti attuali è costituita da persone che presentano distorsioni della personalità tali da renderle non affidabili per un lavoro collettivo. Il motivo di questo dato di fatto può essere spiegato: proprio l’estrema pervasività attuale della manipolazione capitalistica degli individui, proprio il fatto che oggi il capitalismo plasma gli individui in profondità, fa sì che lo sviluppo di coerenti posizioni anticapitaliste è possibile solo attraverso un travaglio personale profondo, che il più delle volte è motivato da grandi sofferenze individuali, variamente originate. Questo tipo di esperienze finiscono col plasmare persone che da una parte sviluppano capacità di comprensione dei principali problemi della nostra realtà politica e sociale, dall’altra pagano questa lucidità con vari tipi di distorsioni della personalità. Queste distorsioni, che possono essere le più diverse, rendono gli anticapitalisti, in larga maggioranza, persone incapaci di un lavoro collettivo serio. Il risultato è che solo una piccola minoranza di quella piccola minoranza rappresentata dagli anticapitalisti può rappresentare oggi la base dalla quale partire.“

    Ecco, questo è il problema di cui non si parla mai e sul quale sto cercando di insistere da mesi.
    O si discute di questo o non si parte nemmeno, o meglio si parte e si va a finire sempre allo stesso punto che è la distorsione o l'abbandono del progetto.
    Vi prego di notare, fra le altre cose "notevoli" di questo passo, la sottile e ambigua differenza fra "travaglio personale" e "sofferenza individuale" che nella sua non casualmente solo apparente determinatezza mette in luce l'estrema difficoltà nell'affrontare quella che è la tematica chiave per qualsiasi movimento che proponga il cambiamento.
    Detto in soldoni (molto grosso modo) siamo al punto che ci diciamo da soli: ABBIAMO RAGIONE MA QUELLI CHE LA PENSANO COME NOI SONO QUASI TUTTI MATTI.
    Ci rendiamo conto? Vogliamo capire che è questa e solo questa l'impasse che ci siamo creati da soli che ha portato alla totale assenza di proposte e partecipazione politica?
    Badiale ha ragione ovviamente, la situazione attuale è proprio quella che descrive lui con quelle parole, ma decide di non affrontare il problema ritirandosi, da bravo borghese, nel compiacimento dell'analisi raffinata che porta immancabilmente alla constatazione della quasi impossibilità dell'azione.
    Bisogna andare oltre superando le nostre stesse ambiguità di approccio al problema considerandolo come fattore chiave per la riuscita del movimento e oggetto permanente di discussione.

    Il testo intero di Badiale è qui:

    http://www.claudiomoffa.it/_____nuovaradicalit%C3%83%C2%A0.PDF

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    1. @ CS Ho letto il tuo commento al lamentoso articolo di Sergio Modigliani e naturalmente mi sono unita alla tua giusta critica, soprattutto alla luce di quanto avvenuto a Odifreddi, censurato per aver offeso certe ipersuscettibilità e costretto a chiudere il suo blog ( ammazza che antisemitismo!! e
      ammazza che liberalismo!!! )

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    2. Modigliani è il peggiore...;)
      Si inventa le notizie; per dirne solo una ha scritto che Morales aveva legalizzato la cocaina (non ha ancora legalizzato la marijuana, tanto per dire e sta provando a legalizzare le foglie di coca all'ONU ma non ci riesce, come sanno anche i sassi). Poi si è inventato di sana pianta dei discorsi di Carter per di più messi fra virgolette (gli ha fatto dire la frase patentemente assurda: "Dateci un management onesto e datelo a tutta l'Europa e la cosiddetta crisi economica evaporerà come un palloncino di bubble gum". Non so se ci si rende conto del livello di delirio), ha sparato che in una certa data precisa la Kirchner era andata a Manhattan a ripagare il debito (quel giorno stava alla Borsa di Buenos Aires, c'è il filmato), ha messo fra virgolette uno scambio di battute acidine fra Draghi e Tsipras che come è intuitivo non ha mai avuto luogo. Parla come se fosse imbeccato da una grande agenzia di intelligence ma non mette i link; se glielo si chiede dice che quelle cose che scrive le sanno tutti; non c'è mai niente...

      Nell'ultimo post ha detto trionfalmente:

      "Immediata la reazione della Cina sotto shock: ha spostato due gigantesche portaerei sull’Atlantico davanti al Senegal e ha lanciato una poderosa offensiva militare nel cuore dell’Africa"

      Ma la Cina ha una sola (non due e non gigantesca) portaerei, la Liaoning, per di più costruita praticamente ieri e a quello che so si trova (dovrebbe essere ovvio...) nel Pacifico (ma ti pare che ne hai una e la mandi davanti al Senegal? A fare che se poi dici che le "operazioni militari" sono state fatte in Zaire? Oh, Sergio DA KINSHASA A DAKAR SONO PIU' DI 6000 KM, CAPISCI? A questo punto attacca il Brasile che sta solo a 3000 km, no?). Sulla "poderosa offensiva militare nel cuore dell'Africa" (che sarebbe avvenuta proprio in questi giorni e in seguito alla quale Brazzaville sarebbe diventata una "roccaforte militare della Cina"...AHRAHRAHR) non mi pare di vedere notizie da nessuna parte; per favore cercate voi che a me viene da ridere. Magari il Sergio ha delle fonti riservate ma se permettete ho qualche piccolo dubbio.
      Da notare che Petraeus lo scrive sempre "Petreus".
      Eppure c'ha la mandria di bovini da allevamento che gli va dietro, che gli scrive "grazie", "ti stimo".
      Poi ci si meraviglia che la gente votava Berlusconi...;)

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    3. Il bello è che quella storia della Kirchner a Manhattan l'ha ripetuta varie volte Grillo pari pari (ad esempio in un suo comizio in Sicilia) citando per di più altri passaggi quantomeno dubbi dello stesso post. Questo:

      http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/08/lattacco-alla-repubblica-del-ecuador.html

      Come mai Grillo ripete notizie a vanvera di questo signore? Ingenuità?

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    5. Adesso voglio proprio vedere se il Siignor Libero Pensatore si esprimerà sulla censura in cui é incorso Piergiorgio Odifreddi. Mi sa che gli ho rifilato una bella polpetta.....

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  19. ragazzi..

    un mio amico professore di economia mi ha detto che se usciamo dall'euro ci sarà un'inflazione a 4 o 5 cifre per almeno un decennio.

    ma è fattibile una cosa simile?

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    1. Essere professore di economia oggi non implica automaticamente avere il patentino della verità. Anche Monti lo è stato, benché per poco tempo, prima di essere teleguidato agli alti vertici della burocrazia pubblica e privata (rettore della Bocconi, commissario alla UE, presidente del Consiglio dopo il golpe Bce, ecc.), ma io non vorrei mai far gestire da lui il mio bilancio familiare, che già distrugge standone al di fuori. Cmq., se ti vai a leggere qualche post di Piero in questo sito, troverai la risposta.

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    2. Guarda, è un ciarlatano. Tutti i docenti di Economia con cui ho parlato parlano di massimo il 30% in meno di svalutazione per la moneta e comunque di una inflazione non superiore al 10% come avevamo già.

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    3. Inflazione a 4 o 5 cifre? Cioè qualcosa fra il 10.000 e il 100.000% ?!?
      Lasciando perdere l'economia, posso chiedere chi ha fatto professore il tuo amico?

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  20. Io non capisco proprio: ci sono i dati che dicono che Monti ha fatto un disastro e c'è ancora gente che gli crede?
    quando Casini dice che il governo ha fatto un ottimo lavoro o mente sapendo di mentire o è un deficiente!
    perché guardando i dati economici italiani ci si accorge che la situazione è nettamente peggiorata, da tutti i punti di vista e sono dati oggettivi.
    non sono chiacchiere.
    se Monti fosse un dottore la sua cura consisterebbe a fucilare i pazienti per guarirli! ammazza che cura.

    credere in Monti vuol dire pensare di restaurare un palazzo fatiscente sganciandogli sopra una bomba h.

    RispondiElimina
  21. Ciao Piero,

    per il nome di questo nuovo movimento politico sovranista, io propongo il seguente nome:

    Comunità Italia Sovrana.

    Ma va benissimo qualsiasi altro nome, purchè nasca una forza politica che ci rappresenti, estrania al Partito Unico dell'euro e dei Poteri Forti nazionali ed internazionali.

    In bocca al lupo, e per chi ha fede, che Dio vi assista!!!

    Nicola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ancora piu' diretto: SOVRANITA' MONETARIA ITALIANA o solo SOVRANITA' MONETARIA.
      Cosi' ci chiameranno sovrani, e ci chiameremmo tra noi.
      E' sottointeso che gli altri sono venduti.

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    2. Si caro anonimo,

      va benissimo anche la tua proposta sul nome. Purchè questa benedetta forza politica sovranista, nasca per davvero!!!!

      Forza e Coraggio per un'Italia Sovrana!!!

      Nicola.

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  22. E finalmente i cugini ci verranno a fare compagnia nell'allegra brigata dei piigs...ops p(f)iigs.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/20/moodys-declassa-francia-riforme-del-governo-insufficienti/419689/

    RispondiElimina
  23. Segnalo un dibattito molto interessante sul programma di Barnard ME-MMT sul seguente forum:

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=137744

    c'è un dibattito anche sul portale principale di comedonchisciotte.org:
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11108

    ma secondo me è molto più interessante il primo che ho segnalato, il forum.

    saluti, Nicola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ancora sul programma ME-MMT di Barnard, le critiche di Zibordi sul forum:

      Zibordi.Mosler ha Torto Sulle Esportazioni

      http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=53933

      http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=3222&reply_id=123498194#123498194

      "Questa delle "importazioni che sono ricchezza, le esportazioni che sono un costo" di Mosler (pag 59 del libro) è un ragionamento in se per se corretto, ma fuorviante e alla fine sbagliato. Mosler scrive come se i giapponesi, taiwanesi e cinesi che da 50 o 20 anni continuano a mandarci queste merci fossero una manica dei deficienti che non capiscono che potrebbero tenersele loro le auto, computer e cellulari che inviano qui. O i tedeschi, olandesi, svizzeri o svedesi che esportano molto di più di quello che importano fossero degli ottusi che non capiscono che possono tenersi i mobili Ikea o le BMW o gli Swatch o il latte. Il fatto che tutti questi paesi che esportano molto di più di quello che importano vadano tutti bene economicamente non lo sfiora. Questo è il problema di non analizzare dati, ma fare solo ragionamenti contabili e finanziari astratti.


      Prescindiamo dal fatto che i deficit esteri cronici solo paesi come gli USa, l'Inghilerra e l'Australia se li possono permettere, l'Italia non ha mai potuto farlo perchè non ha le materie prime, la solidità politica (e militare) e il sistema finanziario sofisticato che attrae capitali come questi paesi.

      E' vero che se hai deficit con l'estero per 20 anni ricevi più merci o materie prime da consumare di quante ne produci da mandare all'estero per cui, ceteris paribus, puoi consumare di più in quel dato anno. Ma avere deficit con l'estero sistematici per 20 anni di fila, significa importare dall'estero auto, elettronica, computer, cellulari, abbigliamento, alimenti ecc.. che prima producevi tu e quindi chiudere delle tue industrie. Cioè non è più "ceteris paribus" (a parità di condizioni), il fatto di esportare di più o di meno modifica la situazione industriale nel corso del tempo.

      Mosler ragiona in termini solo finanziari e statici per cui se puoi indebitarti e nella tua stessa valuta per importare merci finanziariamente è un vantaggio, in quel dato periodo. E il fatto che ovviamente vendi in cambio debito (loro ti mandano una BMW o un Samsung Galaxy e tu gli mandi dei Treasury Bond) non sarebbe un problema perchè è debito nella tua valuta e se c'è bisogno ne stampi dell'altro.

      Ma come funziona in realtà ? Giappone, Corea, Singapore e Cinesi......................"

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  24. Ciao Piero,

    Ho appena concluso la lettura dell'articolo per la sua sola parte programmatica, per esser più preciso. In questi ultimi difficili giorni ho avuto modo comunque di riflettere un poco. E non nascondo la soddisfazione di leggere, in alcune parti del tuo scritto, parte delle mie concezioni sul ruolo della moneta e su quello dello Stato in quanto garante di una comunità.
    Il termine garante, ritengo, sia uno dei più abusati e mistificati ad oggi.
    Principalmente per la natura truffaldina degli attori economico sociali.
    Risparmio in questa sede ogni ulteriore approfondimento teorico basato su concetti filosofici.
    Al contrario, mi preme essere più concreto.
    Non ho avuto modo, almeno per il momento, di seguire tutti i commenti. In particolare quelli di CS, verso il quale, a volte, mi lega un'affinità di vedute, così come i tuoi di cui tutto si può dire tranne che non siano interessanti.
    Ciò detto, ritengo, almeno come prima iniziativa per il momento, di estrapolare la parte programmatica ed esporla attraverso i canali di comunicazione che personalmente gestisco.
    Per il resto confido in un buon esito dell'iniziativa da Voi portata avanti.
    Resto come sempre a disposizione, consapevole del necessario contributo di ognuno.

    Per il momento mi congedo con un saluto,
    Elmoamf

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  25. COME TROVARE IL LEADER GIUSTO ? Il problema della leadership se lo pose anche Aristofane nella sua commedia I Cavalieri Se lo pone alla maniera sua, da quel genio della comicità che era. La situazione è questa: Atene è nelle grinfie di un demagogo. Egli tiene in ostaggio il Popolo, Demos, che Aristofane rappresenta come un vecchio rimbambito, bisbetico e credulone. Il personaggio del demagogo è costruito sulla figura di Cleone, che governò Atene per alcuni anni dopo la morte di Pericle nel 430 a.c. E dunque, si domandano i protagonisti della commedia, come liberarci di Cleone ? Se mi sono dilungato su Aristofane è perché uno sguardo all’Atene del V secolo può confortarci ( o forse sconfortarci ulteriormente) in questi tempi in cui l’Italia va in cerca di un leader. Il problema della leadership è di antica data. Già ad Atene furono forse sperimentate tutte le soluzioni possibili e anche quelle impossibili. Proviamo a scrutare il p
    assato per vedere se riusciamo a trarne qualche ispirazione. Atene era, com’è noto, un regime democratico (vedi l’attuale Italia). Ma ciò non escludeva, anzi che il leader si proponesse come figura carismatica anche attraverso l’uso sapiente di quella che oggi chiameremmo la sua immagine e mediante l’appello alle corde emotive della massa. Sapersi presentare come personalità d’eccezione, e persino costruirsi un’aura di eccentricità , aiutava nella scalata al potere. Alcibiade, racconta Plutarco, un giorno tagliò la coda al cane di razza con cui era solito passeggiare per Atene. Gli amici gli chiesero perché mai l’avesse fatto: tutta la città ne parlava, deprecando lo sfregio inferto a un animale. Alcibiade rise. “ Proprio quello che volevo: che gli ateniesi parlassero della coda del mio cane. Così non diranno su di me cose peggiori “. Retorica politica che lascia le sue tracce ai giorni nostri. Alcibiade s’impone sul suo più anziano ed esperto rivale Nicia proponendosi come rappresentante dei “giovani” contro i “vecchi”. Non sono cose che vi pare di avere già sentito ? Presso gli ateniesi più avvertiti, o più critici, c’era anche la consapevolezza del distacco tra democrazia formale e democrazia reale. “ Democrazia a parole ma di fatto governo di uno solo” diceva Tucidide del lungo potere esercitato da Pericle. Volendo continuare a giocare, si potrebbero trovare altre affinità. Forse perché anche noi, come l’Atene del V secolo, siamo ormai una società senza partiti strutturati su basi ideologiche, dove contano soprattutto i clan e i capopopolo ?. Certi politici di governo per anni hanno fatto e continuano a fare gara per chi la spara più grossa o a chi strilla di più nei talk show. Ora si trovano davanti uno che le spara grossissime e che quando strilla rintrona tutti con i suoi “vaffa”. Il Demos applaude. Come in Aristofane. Solo che questa non è una commedia...
    Detto cio', attendiamo il momento giusto !
    Leonardo IL_CECCHE

    RispondiElimina
  26. ora voglio ridere caro Piero..

    con il redditometro dovrai dichiarare le entrate fiscali del tuo sito e denunciare i soldi che ci prendi..
    altrimenti ti ritrovi la finanza in casa..o dovrai chiudere il sito

    RispondiElimina
  27. all'orizzonte vedo sempre piu un monti bis

    Dio mio che tristezza!
    che tristezza vivere in un paese come questo!

    http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5ce6f95d-408c-4ab8-9727-152b5a1af793.html

    alla rai pero ci hanno lasciato una trasmissione in terza serata, chissa come mai??

    RispondiElimina
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