mercoledì 11 aprile 2012

L’AUSTERITA’ PEGGIORA LA CRISI FINANZIARIA DELL’EUROZONA, LO CAPISCE ANCHE UN BAMBINO


Ieri è stato il martedì nero della borsa italiana. Non è il primo e non sarà l’ultimo purtroppo. Il principale indice azionario di Piazza Affari a Milano è crollato del 5% e i peggiori protagonisti di questa brusca discesa sono le due più importanti banche italiane, Banca Intesa e Unicredit. Lo spread fra i titoli di stato italiani e i bund tedeschi è salito di nuovo a 405 punti base, portando il rendimento dei BTP decennali ad un preoccupante 5,68%. Ma come mai? Cosa sta succedendo? Le strategie di rigore e austerità dei nostri geniali tecnici al governo non stanno funzionando? Eppure eravamo quasi certi che Mario Monti fosse il migliore economista italiano sulla piazza e sapesse il fatto suo. Non è così?


Per rispondere a queste scottanti e delicate domande non dobbiamo andare troppo lontano o rivolgerci ad un oracolo onnisciente, ma basta prendere carta e penna e ragionare con un bambino che abbia già imparato alle scuole elementari i principali rudimenti di aritmetica: le somme, le sottrazioni, le frazioni. Tutto qui. Non servono lauree o particolari titoli accademici per capire che le scelte di austerità, la rinuncia alla sovranità monetaria, l’obiettivo di pareggio del bilancio pubblico non sono soluzioni ma aggravanti della crisi finanziaria attuale. Rinnovando l’appello fatto ieri per bloccare l’inserimento della norma del pareggio di bilancio in costituzione, vediamo oggi per quale motivo un bambino messo davanti a questi inestricabili dilemmi esistenziali ragiona molto meglio dei sapientissimi tecnocrati europei, che forse avrebbero soltanto bisogno di un bel ripasso delle tabelline.



      
Di tutte le notizie lette negli ultimi giorni quella che mi ha incuriosito di più è infatti la storia del bambino olandese di 11 anni, Jurre Hermans, che ha vinto un premio da 100 dollari partecipando ad un concorso europeo per ragazzi, grazie al suo geniale piano per risolvere la crisi greca. Il giovane ragazzo olandese per aiutare il vessato popolo della Grecia ho proposto di consentire ad ogni cittadino greco di recarsi in banca per cambiare tutti i suoi euro in nuove dracma, la moneta sovrana della Grecia. Le banche consegneranno poi gli euro raccolti al governo, che provvederà a ripagare tutti i debiti denominati in euro, aggirando così l’ultima assurda imposizione del programma di salvataggio della trojka (UE, BCE, FMI) che impediva alla Grecia di potere rimborsare i debiti con la nuova moneta sovrana, la dracma, qualora lo stato ellenico fosse uscito dall’eurozona. Fine della storia.


Niente austerità quindi. Persino un bambino di 11 anni riesce a capire che imporre piani di austerità ad un popolo indebitato può solo peggiorare la situazione, dimostrandosi così molto più saggio e competente degli altolocati professori di economia, docenti, tecnocrati del nulla che da Bruxelles a Francoforte, passando per la Bocconi di Milano, la Sorbona di Parigi, e tutti i centri studio e think tank europei stanno devastando un intero continente. Con il semplice programma suggerito dal bambino olandese la Grecia potrebbe tornare alla sovranità monetaria e nutrire qualche speranza di ripresa economica, liberandosi nel contempo dalla ferale morsa dell’Unione Europea, della BCE e del FMI, che per adesso stanno attaccate al collo per succhiare il sangue di ogni singolo cittadino greco. Beata innocenza, verrebbe da dire.


Il bambino olandese infatti non poteva sapere che la famelica trojka non è interessata a ricevere indietro gli euro (che poi non sono altro che bit di computer o cumuli di carta straccia), ma a tenere sotto scacco un intero popolo con la minaccia del “debito”. A questo servono i soldi oggi, a creare debiti da utilizzare come arma di ricatto, mentre il valore nominale o reale del denaro circolante conta poco o nulla. Se la Grecia potesse uscire dalla prigionia dei debiti denominati con la parola “euro”, la trojka non avrebbe più altri metodi per sottomettere e veicolare le scelte di un’intera nazione. Ecco il motivo per cui qualunque paese entrato nell’eurozona non può e non deve più uscire dalla zona euro, a costo di patire immani e insensate sofferenze, perché solo una tale costrizione consente ad entità sovranazionali e privatistiche di mantenere una perenne capacità di ingerenza nel paese “conquistato”.


Tuttavia, a causa del suo candore e della sua ingenuità, il bambino non poteva arrivare a capire che oggi le guerre di conquista si fanno utilizzando armi astratte di distruzione di massa, come il debito, l’inflazione o lo spread, senza sparare nemmeno un colpo di mortaio. Guerre intelligenti per popoli stupidi o narcotizzati, che ancora si ostinano a non capire quale sia la vera natura del denaro moderno: impulsi elettronici, pezzi di metallo scadente, carta colorata, niente di niente insomma. Il vero valore del denaro è il debito che viene associato all’emissione fra due controparti, la promessa di pagamento di quel debito a qualsiasi costo (IOU, I Owe You, Io Ti Devo, come dicono i teorici della Modern Money Theory MMT). Senza questa promessa di pagamento, il denaro, sia esso euro, dollaro, yen, non varrebbe niente. Aria fritta.


Se la Grecia potesse di nuovo tornare ad essere un paese libero e sovrano, con la propria moneta dracma che come sappiamo può essere creata dal nulla dalla banca centrale greca senza associare alcun debito all’emissione, salterebbe in aria il rapporto di dipendenza e sudditanza nei confronti dei burocrati, degli oligarchi, degli omini insaziabili di Bruxelles, Roma, Berlino, Parigi non legittimati mai da alcun cittadino o da uno straccio di voto popolare, che con certosina pazienza e la complicità dei politicanti locali compiacenti, anno dopo anno, nel giro di tre decadi, hanno messo in piedi un sistema infallibile di dominio: togliendo la moneta sovrana ad ogni singolo paese, viene eliminata qualsiasi forma di libertà e autodeterminazione, distrutta la struttura democratica dello stato, annullate articolo per articolo le costituzioni politiche nazionali, resi schiavi del debito milioni di persone. I nuovi reggenti in pratica si sono appropriati autonomamente di diritti e poteri che in situazioni normali nessun cittadino sano di mente avrebbe mai concesso al più spietato dei dittatori, a meno di non essere costretto con una pistola puntata sulla tempia.


No. L’intelligenza vispa, pura e incontaminata del bambino non poteva arrivare fino a tanto, scoprendo fino a che punto può arrivare la follia di dominio e la voglia di sopraffazione umana. Il bimbo è ancora troppo acerbo e innocente per comprendere quanta irrazionalità si nasconde dietro i volti asciutti e le camice inamidate dei nuovi padroni e usurpatori della democrazia e dei diritti umani. Non a caso il ragionamento del bambino olandese si ferma bruscamente anche davanti al modo illogico con cui viene gestita oggi la creazione e la circolazione della moneta: la maggior parte dei soldi circola su circuiti telematici, depositi di risparmio, conti correnti elettronici (97%), mentre soltanto una minima parte (3%) sono banconote cartacee e monete metalliche. Quindi quella operazione di cambio da lui immaginata, tranne che per le poche banconote e monete in euro circolanti in territorio greco, non può essere effettuata: cosa dico al cassiere della banca, mi cambia questi bit, questa cifra elettronica che le compare sullo schermo del suo computer da euro in dracma?


Ovviamente non si può fare. I bit di un computer sono tutti uguali. Quelle cifre elettroniche che compaiono sullo schermo della banca commerciale non significano nulla, sono aria fritta all’ennesima potenza, perché la vera moneta (?) si trova fra i circuiti elettronici della banca centrale, dove quella specifica banca commerciale detiene il suo conto di riserve. Quelli sì che sono bit che hanno un valore, un nome e soprattutto un padrone (BCE). La vera moneta euro, le riserve elettroniche, non si muove mai dagli archivi informatici della banca centrale e la nostra filiale di banca commerciale purtroppo ne possiede soltanto una piccola parte rispetto a quella che gestisce attraverso i nostri depositi (la riserva obbligatoria oggi ammonta ad un misero 1%, a cui bisogna aggiungere le riserve libere che sono a totale discrezione della banca).


Ebbene sì, ragazzo, sarà dura da comprendere, ma ti hanno preso in giro fin dal giorno della tua nascita: ti dicono che hai un bel conto corrente in euro, ma in realtà non hai niente. O meglio, quei soldi che tu credi di avere hanno un valore solo quando li prelevi o li spendi per trasformarli magicamente in qualcosa di reale, ma finchè stanno lì, dentro il computer della tua banca, contano più o meno quanto gli impulsi elettronici del tuo I-phone: luci colorate che si mescolano insieme per creare una cifra. Stop. Quindi cosa si potrebbe fare per rendere operativo il geniale piano di liberazione della Grecia messo a punto dal bambino olandese?


I cittadini greci dovrebbero correre in massa presso la propria banca per prelevare quante più banconote euro possibili, finchè ogni singola filiale di banca non sarebbe costretta ad abbassare le saracinesche perché ha finito le sue scorte e non può più attingere alle sue riserve presso la banca centrale. A quel punto, e solo allora, i cittadini potrebbero andare alla banca centrale greca per chiedere il cambio di quelle banconote in euro con nuove banconote in dracma, assicurandosi poi che il governatore della banca centrale carichi i camion e spedisca effettivamente quella massa di carta straccia a Francoforte, dove arrivata a destinazione andrebbe poi al macero.


Come vedi, caro Jurre, quel debito che tanto affligge e massacra il popolo greco, costringendo al martirio e all’indigenza tante povere creature innocenti come te, non è altro che carta straccia che va al macero. O al massimo impulsi elettronici che una volta trovato il contatto giusto cambiano una cifra da 1 a 2, da 3 a 5, da 7 a 4. In buona sostanza il temutissimo debito, l’incubo delle nazioni, che mette i brividi al solo pensiero, non è niente di più di un sofisticato strumento di tortura mentale che nemmeno il più sadico dei Torquemada sarebbe mai riuscito ad inventare. Come dice bene qualcuno, di tutte le maniere con cui poteva essere gestita la circolazione dei flussi di denaro, quella attuale è la più stupida e insensata in assoluto.


Ma siccome non c’è mai limite alla stupidità e alla follia umana, ecco un altro brillante esempio pubblicato dal professore di politica economica Alberto Bagnai sul blog Goofynomics che dimostra come l’austerità, l’aumento delle tasse, il taglio della spesa pubblica in periodo di recessione (manovre pro-cicliche), è la scelta più sbagliata che un governo può fare, perché finisce per peggiorare ed aggravare inevitabilmente le possibilità di ripresa. Nel racconto molto surreale e divertente del professore Bagnai non vengono utilizzate strane formule, algoritmi o modelli matematici complicati, ma semplici nozioni di aritmetica, che anche un bambino di quarta o quinta elementare potrebbe comprendere subito al volo. Riporto sotto il breve racconto, che andrebbe letto e riletto più volte e divulgato soprattutto a tutti coloro che sostengono ancora la competenza tecnica e l’ottimo lavoro del governo Monti.



L’Aritmetica del debito pubblico


Di Alberto Bagnai   


La Ruritania aveva un problema di debito pubblico. L’anno si era chiuso male. A fronte di un Pil di 5 miliardi di scellini ruritani, il debito pubblico era stato pari a 6 miliardi. Il rapporto debito/Pil quindi era stato di 6/5=1.2, cioè il debito era arrivato al 120% del Pil. Se vi siete già persi siete piddini, non preoccupatevi, ci pensa lui.


I ruritani, popolo di antica cultura, veneravano l’unità. Che avete capito? Non l’unità politica: non erano certo così baggiani da volersi unire al loro ingombrante vicino, la Cracozia. No, solo un continente a guida belga (with all due respect) può credere che “uniti si vince”! E i ruritani, nella loro storia secolare, avevano già assistito all’implosione dell’Unione Europea. Solo che forse non l’avevano capita bene, perché anche se avevano una visione piuttosto lucida di cosa significhi “unità” in politica (qualcosa di simile a quello che succede quando un luccio incontra un persico), loro continuavano a venerare l’unità matematica, il numero uno: 1. Forse un antico retaggio pitagorico, la monade, l’origine di tutte le cose... Comunque, a loro questo fatto che il rapporto debito/Pil fosse 1.2 invece di 1 li disturbava proprio tanto. E quindi decisero virilmente di porvi rimedio.


Immaginatevi il consiglio dei ministri ruritano. “Dovremmo prendere esempio dalla Cracozia! Guardate: lo scorso anno il loro rapporto debito/Pil era all’80%, ma riducendo la spesa sono riusciti a portarlo al 75%, in un solo anno. Austerità ci vuole! In fondo il nostro bilancio è in pareggio: basta un piccolo sforzo. Riduciamo gli sprechi e portiamolo in surplus! In questo modo il debito diminuirà e il suo rapporto al Pil arriverà a 5/5, che poi è uno degli infiniti modi nei quali si può esprimere la venerata monade: 5/5=1. E comunque, siccome l’austerità deve essere temperata dalla carità cristiana, e prima caritas incipit ab ego, propongo che si tagli un miliardo di scellini di spesa, senza aumentare le imposte. Che poi è esattamente quello che hanno fatto in Cracozia.”


Plauso degli astanti.


Si va, si taglia. Il popolo borbotta, ma la risposta è bell’e pronta: lo vuole la monade. E se lo vuole la monade, devi essere un mona per opporti.


Un anno dopo.


Arriva trafelato il governatore della Banca Centrale Ruritana (la BCR), con le ultime statistiche sul rapporto debito/Pil. Il consiglio dei ministri, fiducioso, attende di sapere qual è stato l’esito della manovra, ma non è difficile leggere sul volto del governatore della BCR un certo imbarazzo.


“Allora, governatore, esponga, sciorini i dati: abbiamo la monade? Siamo al 100%?”


“Be’, veramente le cose sono andate in un modo un po’ diverso”


“Sì, immagino, l’errore statistico, i ritardi nell’implementazione delle politiche, qualche incomprensibile resistenza alla santa austerità, ma insomma, noi si è tagliato, e il rapporto, se non proprio fino al 100%, sarà sceso almeno al 105%, al 106%? Non saremo da meno della Cracozia, voglio sperare!”


“Be’, veramente le cose sono andate in modo un po’ opposto (n.d.r.: notate la delicatezza): gli ultimi dati parlano del 125%”


“Coooooooooooooosa!? Il rapporto è aumentato di 5 punti, da 120 a 125? Ma noi abbiamo tagliato!”


“Sì, però, sapete, c’è un piccolo problema tecnico. Vedete, il fatto è che la spesa pubblica entra nella definizione del Pil. Noi siamo un’economia di mercato, e quindi il valore totale della produzione coincide con quello della spesa effettuata per acquistare i beni prodotti, che poi a sua volta coincide con la somma dei redditi percepiti da chi li ha prodotti. Sapete, la famosa identità: Y = C + G + I + NX. Il Pil, somma dei redditi (cioè valore della produzione effettuata) coincide con la somma delle spese per consumi privati, C, consumi pubblici, G, formazione di capitale fisso, I, e esportazioni nette. Del resto, pensateci: non è difficile: se nessuno spendesse, se nessuno acquistasse nulla, nessuno guadagnerebbe, e non avrebbe nemmeno senso produrre (visto che nessuno comprerebbe e che quindi non si sarebbe ricompensati per il proprio sforzo). Sì, lo so, è troppo semplice per essere capito. Ma rassegnatevi: la realtà è semplice! Dovrete fare uno sforzo. Ed è per questo che il totale del prodotto/reddito coincide col totale delle spese di famiglie (C), Stato (G), imprese (I) e estero (NX). Ora, voi avete ridotto G di una unità, tagliando tanti sprechi e qualche stipendio, e avete fatto senz’altro bene: in questo modo il bilancio pubblico, che era in pareggio, è andato in surplus di una unità, lo Stato cioè ha risparmiato, e con i suoi risparmi ha ridotto il debito da 6 a 5. Solo che purtroppo... per colpa dei tagli anche il Pil è sceso, da 5 a 4. Si chiama recessione, sapete. E il risultato è che mentre lo scorso anno il nostro rapporto debito/Pil era di 6/5=120%, oggi è di 5/4=125%”.


“Ma come? Anche la Cracozia era in pareggio di bilancio, si è portata in surplus per un miliardo, e il suo rapporto debito/Pil è sceso! Forse che in Cracozia la spesa pubblica non entra nel Pil? Hanno truccato i conti? Si saranno mica rivolti alla GS anche loro? (n.d.r.: non quella dei supermercati)”.


“No, no, la contabilità nazionale è uguale per tutti, e se vogliamo anche l’aritmetica. Sì, so che voi la chiamate matematica, ma sapete, qui stiamo parlando di aritmetica, di cose che avete tutti, compresi voi, lettori, studiato alle elementari, di cose che usate nella vita di tutti i giorni con grande scioltezza, ma che poi, quando si tratta di ragionare sui numeri dell’economia, accantonate, abolite, come se partiste dal presupposto di non poter capire. Eppure è semplice. La Cracozia aveva 4 miliardi di debito e 5 miliardi di Pil: 4/5=0.8=80%. Ha fatto anche lei il suo bel taglio degli sprechi: il debito è sceso a 3, il Pil è sceso a 4, e oggi la Cracozia à un rapporto debito/Pil a 3/4=0.75=75%. A cosa gli serva non si sa, ma comunque l’operazione in quel caso ha funzionato, perché aritmetica voleva che funzionasse. Non so se è chiaro. Comunque, è chiaro che dobbiamo prendere una decisione. Cosa intendete proporre per la prossima finanziaria”.


“La situazione non ci lascia altra scelta: dobbiamo insistere sulla via dell’austerità. La monade lo vuole”.


Appunto.



L’esempio proposto dal professore Bagnai è di una semplicità disarmante. Basta avere un minimo di dimestichezza con i rapporti e le frazioni aritmetiche e vengono facilmente smontate tutte le teorie e le politiche di austerità osannate dai soliti noti, tecnici poco capaci con i numeri e le tabelline o professori in malafede, sostenuti da babbioni, politici o giornalisti o semplici elettori, che incapaci di mettere in fila un ragionamento si limitano a ripetere a memoria la lezioncina: “Per adesso abbiamo visto molto rigore e poca equità, ma serve soprattutto la crescita, crescita, crescita”. Accecati dalla semplicità dei mantra astratti e senza senso dei fanatici di regime, debito pubblico, inflazione, crescita, non riescono più a connettere due neuroni del cervello per capire che il modo più sbagliato per ottenere una qualsiasi crescita economica è quello di tagliare le spese pubbliche, che hanno effetto diretto sul reddito nazionale, il mitico Prodotto Interno Lordo, Pil.


Togliere la stessa quantità (1) al numeratore e al denominatore di una frazione non cambia il risultato soltanto quando numeratore e denominatore sono uguali. Ma se il numeratore e il denominatore sono diversi allora la storia cambia parecchio. Se io tolgo la quantità 1 al numero 6, come nel caso della Ruritania, riduco il numeratore del 16,6%. Se invece sottraggo la stessa quantità 1 dal numero 5, riduco il denominatore del 20%. Siccome il denominatore è diminuito di più in percentuale rispetto al numeratore, l’intera frazione che rappresenta il rapporto debito/Pil tende ad aumentare dal 120% al 125%.


Discorso opposto accade nel caso della Cracozia, dove il numeratore 4 è in partenza più piccolo del denominatore 5 e il rapporto debito/Pil è inizialmente del 80%. Togliendo sempre la stessa quantità 1, il numeratore si riduce del 25% e il denominatore del 20%, e siccome il numeratore è diminuito in percentuale di più del denominatore, l’intero rapporto tenderà a ridursi fino al 75%. Spero di non essermi incartato con i numeri, ma il ragionamento dovrebbe quadrare a qualsiasi mente discretamente allenata. Nonché all’intelligenza di un bambino, che in quanto a lucidità abbiamo capito essere superiore di mille leghe rispetto all’idiozia conclamata dei tecnocrati neoliberisti europei.


Se a questo aggiungiamo che ogni volta che viene fatto un taglio alla spesa pubblica, G, operando sulla riduzione delle pensioni e degli stipendi, si riduce anche la propensione al consumo delle persone che percepiscono questi redditi e dei produttori e commercianti privati che di conseguenza ottengono meno ricavi, avremo che alla fine dell’anno anche il termine C, i consumi, dell’equazione del Pil si sarà ridotto e quindi l’intero reddito nazionale diminuirà di una quantità superiore rispetto a quella preventivata, annullando di fatto tutti i sacrifici affrontati per ridurre il debito pubblico. Proprio quello che è accaduto in Grecia applicando le ricette dell’austerità durante gli ultimi anni (il rapporto debito/Pil invece di diminuire è salito dal 120% al 150%) e sta accadendo oggi in Italia.


Tuttavia, preso atto che l’austerità e il taglio della spesa pubblica finisce per aggravare la spirale recessiva, bisogna affrontare il punto chiave della discussione intorno alla spesa pubblica: come deve spendere i suoi soldi lo Stato? Capite bene che gli effetti di una certa decisione di spesa piuttosto che un’altra avrà ripercussioni diverse sui consumi e sull’economia nazionale: se lo Stato ha 10.000 da spendere, una cosa è dare 50 a 200 parlamentari che già guadagnano 5.000, altra cosa aumentare di 100 lo stipendio di 100 dipendenti pubblici che percepiscono 1.000, altra cosa ancora dare 1.000 a 10 operai disoccupati che prima non guadagnavano nulla e adesso vengono coinvolti in un progetto di utilità sociale.


Questo è il vero lavoro che dovrebbe impegnare le intere giornate di un politico o di chiunque si proponga di diventare un amministratore della cosa pubblica: la scelta del compromesso più giusto e di un’alternativa di spesa adeguata per arrivare ad un risultato generale migliore. Ovviamente questo discorso vale per i politici di paesi sovrani che hanno il privilegio di potere affrontare problemi di compromesso e alternativa di spesa, mentre tutte le nazioni dell’eurozona, a causa della stupidità e del fanatismo vorace dei tecnocrati, sono in una condizione di primitivismo politico ed economico, in un’era praticamente preistorica di gestione dei flussi finanziari rispetto al resto del mondo, che continua a guardarci e giudicarci come dei cavernicoli della finanza e dell’aritmetica.


I governanti dell’eurozona, compreso il decerebrato Monti (che un giorno scopriremo non essere meno ottuso del Tremonti dei tagli lineari o meno pagliaccio delle uscite internazionali di Berlusconi, visto le figure da beota e bacchettone che fa in giro per il mondo) o il brigante spagnolo Rajoy, non solo non stanno valutando alcuna ipotesi di spesa pubblica ma stanno seguendo ancora ciecamente la linea più rigorosa di austerità, riducendo la spesa come nel caso della Ruritania e andando quindi aritmeticamente incontro agli stessi disastri, cosa che i mercati finanziari internazionali hanno già capito da tempo. La lotta agli sprechi è cosa sacrosanta, ma fra lo spreco e l’azzeramento totale della spesa pubblica c’è di mezzo un oceano di alternative ancora da mettere al vaglio.


Era chiaro che l’improvviso abbassamento dello spread rappresentava solo un momentaneo effetto ottico, simile ad un miraggio nel deserto, dovuto esclusivamente all’intervento della BCE che aveva dato fondi alle banche per sostenere i titoli di debito pubblico dei paesi più in difficoltà. Adesso che le banche stanno gradualmente raggiungendo il livello massimo di acquisto di titoli di stato, la bolla illusoria della riduzione degli spread è scoppiata e la stupidità e l’incompetenza dei tecnocrati è venuta di nuovo a galla. Non bisognava essere dei veggenti per prevedere l’epilogo di questo triste declino della civiltà europea e non servono doti paranormali per capire che il bigotto e asservito professore Monti, con tutte le sue nozioni di economia neoliberista apprese sui libri di testo della Bocconi, verrà gentilmente accompagnato alla porta di uscita non appena verranno diffusi i primi dati ufficiali sugli andamenti economici dell’Italia per il 2012: calo del Pil, aumento del deficit di bilancio e così via.  


Ripetiamo ancora una volta che la strategia del pensiero unico neoliberista che stanno seguendo alla lettera tutti i tecnocrati europei è quella di agire sempre e soltanto sul lato dell’offerta e della produzione senza mai esaminare l’altro versante della domanda e dei consumatori che dovrebbero comprare questi prodotti. Se lo stipendio di un lavoratore o di un dipendente pubblico si riduce, questo non acquisterà una nuova lavatrice per sostituire la vecchia ma tenderà a risparmiare e a contrarre i consumi anche se il prezzo della lavatrice si sarà intanto ridotto da 500 a 300, grazie alle riforme del mercato del lavoro e al taglio dei salari degli operai dell’azienda produttrice. In economia le aspettative, le preoccupazioni per il futuro e le condizioni al contorno sono importanti come e forse più dei numeri stessi e dei diversi modelli economici applicabili. Se uno ha paura del futuro non comprerà oggetti ritenuti superflui nemmeno se il prezzo di questi ultimi dovesse rasentare lo zero. E un’azienda può aumentare la produzione  quanto vuole, ma se nessuno spende e acquista, deve anche prepararsi ad allargare i magazzini.


Ma ovviamente simili ragionamenti o quesiti di complessità universale non sono alla portata di tutti. Soltanto un bambino può trovare subito la soluzione, arrivando alla risposta più giusta e corretta un anno prima di noi comuni mortali e 100 anni prima rispetto ad un modesto tecnocrate bocconiano e neoliberista come Mario Monti.   



14 commenti:

  1. Ciao Piero, molto preciso e chiaro nel farci capire le cose...grazie.
    Questa schiera di tecnocrati non dovrebbe tenere conto anche del fattore "psicologico"...giustamente come hai detto tu: "la paura del futuro"?.....La gente non spende anche se ne ha....perciò oltre l'austerità iniettano secchiate di pessimismo a 360°....ma allora, dico io, sono pazzi? Credono che il "cambiamento d'umore" si possa attuare per decreto??? Credo il fattore "psiche" sia importante quanto quello del "calcolo"....
    Esempio: Monti grida ai quattro venti "Il reintegro solo in casi mega estremi per i licenziamenti economici"...cioè mai....Come credono che il popolo reagisca? Di certo, se nelle aziende dove prestono servizio c'è un minimo di crisi, (cioè tutte), ci pensano 10 volte prima dell'acquisto di un qualsiasi bene "importante" o solo la prenotazione di una vacanza...."meglio risparmiare qualcosa perchè se dovessero lasciarmi a casa tiriamo avanti"....Oppure l'FMI che dice" La longevita' progressiva della popolazione mondiale pone un serio rischio alla sosteniblità dei bilanci pubblici attraverso l'incremento delle spese pensionistiche"....Come diavolo pensano che regisca il popolo...."In pensione non ci vado più, meglio mettere via soldi per la vecchiaia"...per quanto riguarda quest'ultima cosa penso sia l'anticamera delle "pensioni private"...Dio ce ne scampi.
    Saluti Santo.

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  2. Dimenticavo...oltre all'affare Lega, adesso attaccano Vendola (indagato, dicono). E' un attacco sistematico? Niente da dire sull'abominio della nostra classe politica ma si nota un tempismo incredibile..Adesso tocca all'IDV? (anche se l'IDV è molto ambigua)
    Nessun giornale ha riportato la notizia di Lidia Undiemi (http://www.altrainformazione.it/wp/2012/04/11/lettera-di-dimissione-di-lidia-undiemi-dai-suoi-incarichi-nel-partito-dellidv/), economista siciliana dell'IDV, che ha denunciato il mostruoso progetto dell'ESM (MES), la quale ha lasciato il suo partito perchè in contrapposizione con il loro appoggio, appunto, al MES?
    E ancora....la Fornero insieme ai suoi collaboratori oscurano il sito web del dipartimento provinciale del lavoro di Modena...E' l'inizio della censura, oltre l'austerità e la mannaia psicologica?
    Saluti Santo.

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    1. L'attacco sistematico alla politica è una strategia abbastanza chiara da parte dei tecnocrati...dicono guardate come sono ladri i vostri politici, mentre noi tecnici siamo così puliti, trasparenti, onesti, votate noi alle prossime elezioni oppure non votate affatto perchè siamo in stato di emergenza e dobbiamo saltare le elezioni...la nostra classe politica è indegna, ma non per questo bisogna cancellare la democrazia, ma perseguire soltanto i criminali come è giusto che sia...sul fatto psicologico della "crescita", loro insistono sulla linea di una crescita a senso unico: devono crescere soltanto le elite, mentre tutto il resto deve essere una massa indistinta di manovalanza a basso costo, il cui benessere o livello dei consumi a noi non interessa, l'importante è che paghi le tasse e ci consente di ripagare i creditori, che poi sono loro stessi (banche, società finanziarie etc)...l'FMI invece è completamente fuori di testa, ormai hanno perso proprio la bussola e non capiscono che stanno forzando troppo la mano su questa stupidaggine della stabilità finanziaria e del debito...quando la gente capirà davvero l'inconsistenza di queste paure i loro giochini da shock economy non faranno più presa(il debito? Quale debito? Se uno stato sovrano può risarcire qualunque debito...gli unici vincoli da tenere d'occhio sono l'inflazione e la bilancia dei pagamenti con l'estero...di questo si dovrebbe parlare tutti i giorni in una nazione sovrana e in base a questi dati dovrebbe essere giudicata la classe politica)...la Undiemi mi sembra una ragazza in gamba, ma anche molto confusa, improvvisamente ha capito di vivere in un regime dittatoriale ma non ha compreso ancora fino in fondo la natura monetaria e finanziaria di questa dittatura...non so quali saranno le sue prossime mosse, ma spero che non cerchi di cavalcare soltanto l'onda della protesta per avere consenso politico, senza capire che il MES è solo l'ultimo corollario di un progetto di espropriazione della democrazia che ha radici ben lontane nella storia, a partire almeno dallo SME del 1979...non si può attaccare il regime, cercando di colpire soltanto la punta dell'iceberg, ma bisogna andare a fondo se si vuole comprendere veramente quale sia il campo di scontro...speriamo che non si faccia trascinare dalle sirene del facile consenso, come per esempio sta facendo Grillo che ormai si fa la sua bella guerra politica contro la casta con tanto di libri e dvd a pagamento, senza scalfire mai i veri poteri forti...ormai ci sono molti movimenti politici che partendo dal basso hanno una visione molto più ampia dei problemi da affrontare, se proprio fossi costretto a votare oggi, io darei il mio voto ad Alternativa di Giulietto Chiesa, al Movimento dei Forconi, al Movimento Popolare di Liberazione...ma mai a un partito parlamentare, o a Beppe Grillo...a presto! Piero

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    2. Concordo su Grillo diffidate ! grillo è un avvoltoio una iena , simpatica magari.. ma lui
      sfrutta le contingenze del momento per mettere in scena il suo 'teatro' la sua commedia...
      con questo rimane possibile che qualcuno del movimento5stelle possa essere utile in qualche consiglio comunale ma non sopra il livello comunale...il suo movimento ha tra l'altro un regolamento assurdo ...in realta' tutto viene deciso dallo stesso grillo e dall'agenzia casaleggio...grillo -che è furbissimo - ha fiutato il sangue del golem dell'eurozona che con tutta probabilita' andra' a schiantarsi e ha incominciato a parlare contro l'euro...ma senza infomare davvero e senza informarsi seriamente(continua a sparlare del grandissimo debito pubblico come fosse quello la causa dei problemi dell'italia) da un punto di vista pratico mi auguro che il suo cavalcare l'onda anti euro che crescera' con l'aggravvarsi della recessione possa avere una reale utilita' ...ma non ho fiducia nel suo operato politico a livello nazionale...

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  3. Caro Piero, eccomi di ritorno. Gli esiti a Roma sono stati sconfortanti! Sembra proprio impossibile scalfire le certezze di quelli che ormai non sono più' cittadini liberamente pensanti ma adepti sfusi di un credo. Hanno una unanimita' di cervello che e' inattaccabile! Davanti al mio tentativo la zia n.1 (91) e' scappata con repubblica sotto il braccio, la n.2 (76) ha esclamato " ao' ma che idee cia' questa, che e' diventata de Berlusconi? " .....ma come hanno fatto a conquistare una simile coriacea fedelta'!? Mah, cambiamo discorso.
    Molto utili i post sul debito, grazie. ! Vorrei verificare se ho capito bene una cosa. I paesi con sovranita' monetaria possono finanziarsi in due modi? Pigiando i tasti della stampante ancora per loro fortuna in mano alla Banca Centrale e addebitando direttamente i conti correnti dei loro fornitori di beni e servizi o dei loro dipendenti? E anche vendendo titoli di stato direttamente ai cittadini o ai fondi pensione ? per esempio il Giappone riesce a vendere praticamente tutto il debito ai suoi fedeli cittadini senza ricorrere agli strozzini esteri e non avra' mai i nostri problemi. Ho capito bene? siamo noi gli unici fessi, vero?

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    1. Cristina bentornata!!! Devo ammettere che ci sei mancata nel blog con le tue acutissime osservazioni... Siamo noi gli unici fessi? Sì, noi europei dell'eurozona siamo il popolo più fesso di tutti i tempi, penso che i cavernicoli della preistoria erano molto più furbi di noi...gli stati sovrani possono finanziarsi a deficit principalmente in due modi: accreditando direttamente i conti correnti dei fornitori e dipendenti pubblici o vendendo titoli di stato alla Banca Centrale e alle banche private...ma ci sono delle differenze sostanziali:

      1) Nel caso in cui lo stato accredita i conti correnti tramite lo scoperto del proprio conto corrente governativo o la vendita di titoli di stato alla banca centrale, si parla di monetizzazione del deficit pubblico perchè in pratica viene creata nuova moneta dal nulla per coprire i disavanzi pubblici

      2) Nel caso in cui il governo decide di mettere all'asta i titoli di stato al consorzio di banche private autorizzate per prelevare liquidità dai mercati e non creare nuova moneta, si tratta di una semplice manovra di politica monetaria, che non incide però minimamente sui risparmi dei cittadini...è una scelta del governo e della banca centrale insomma, che vedendo gli andamenti del mercato, dell'inflazione, e dei flussi finanziari interbancari, può decidere di prelevare liquidità già esistente per impedire eventuali bolle speculative...in effetti potrebbe anche decidere di alzare il tasso di interesse principale, il cosiddetto tasso di sconto o costo del denaro, ma si tratta di valutazioni tecniche che servono soprattutto a tenere in piedi tutto il settore finanziario privato, che senza queste azioni delle banca centrale sarebbe già fallito da un pezzo...

      Noi invece furbissimi e astutissimi dell'eurozona non possiamo finanziarci a deficit (siccome siamo molto furbi ci imponiamo pure la regola aurea??? del pareggio di bilancio...), e non possiamo nemmeno ricevere nuovi finanziamenti diretti da parte della banca centrale BCE, che non può creare nuova moneta per gli stati o acquistare titoli di stato nelle aste primarie (acquista soltanto nel mercato secondario perchè siamo in stato di emergenza, e lo farà anche in futuro e quando sentirai che si sono abbassati gli spread dopo una risalita, c'è sempre di mezzo lo zampino della BCE...)
      Siamo talmente stupidi, che la BCE è costretta a contravvenire alle stesse regole che ci siamo imposti per salvare tutta la baracca...è come dire: "noi europei essendo il popolo più furbo del mondo decretiamo che da domani l'acqua diventa illegale e nessuno potrà bere acqua"...poi però viene consentito al bar BCE di dare da bere agli assetati, come se fosse una concessione momentanea: "solo per oggi, mi raccomando barista BCE...da domani si torna a rispettare la regola"....stessa storia il giorno dopo: "solo per oggi, mi raccomando barista BCE...da domani si torna a rispettare la regola"...e così via, fino al culmine della follia e dell'ipocrisia conclamata...io lo ripeto da un pò, questi non sono normali, ma sono pazzi da legare, però a quanto pare ancora riescono a farla franca, perchè in verità alla neuro non ci sarebbe posto per tutti, visto che anche i cittadini europei viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda...
      A proposito, anche io ho avuto le mie difficoltà per fare capire ad amici e parenti piddini la trappola in cui siamo stati incastrati...ma alla fine ho dovuto rinunciare, non ci arrivano, è troppo per loro, quando sentono che uno stato crea soldi pigiando tasti, sobbalzano e protestano:"ma no...cosa dici mai...chissà quali geniali tecnicismi di natura finanziaria-economica-filosofica vengono utilizzati per creare la moneta...se fosse così sarebbe troppo bello..." Appunto...ripeto io, ma non ci arrivano...

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  4. Ottimo approfondimento! adesso sono in una fase in cui cerco di mettere insieme tutti i pezzi e frammenti accumulati in questi due mesi, non e' facile e ogni tanto mi scoraggio, anche per le bacchettate di Goofy devo dire! Per colmo di sventura mi si e' bloccata la funzione Note dell'I Pad dove tenevo tutti i miei appunti e non so nemmeno se li potro' recuperare.
    Vorrei che tu leggessi questo post " DOPO LA GRECIA IL GIAPPONE " sul sito FARE FOREX . Mi piacerebbe sapere che ne pensi, se e' pura malafede o che altro. Ciao e a presto

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  5. Cara contessa cristina : dopo la grecia il giappone non ha proprio senso non lo apro neppure...
    non capisco lo scoraggiamento...in fondo lo schema principale è piuttosto semplice comunque capisco che ti possa trovare meglio a casa 'piero valerio' che è cosi' bravo e paziente : l'alberto è un gran tecnico e ci sta' mettendo una dedidizione incredibile nell'approccio di realizzare una divulgazione di alto livello !
    Ti consiglio quindi i libri di nino galloni (gli ultimi 4 in ordine cronologico) che mi rendo conto hanno un approccio molto divulgativo al problema moneta-euro-politica economica , sono di un centianaio di pagine (personalmente ne ho 2 'prendi i soldi e scappa la fine della globalizzazione''segreti dell'euro': l'ultimo è schedulato e in arrivo,'moneta copernicana' e il grande mutuo sembrano comunque interessanti ) e se voi risalire al maestro di galloni poi c'è caffe'...

    ps:comunque continua a leggerlo l'alberto vedrai che rileggendo con calma lo si assorbe meglio


    comunuqe le persone anziane sono poco flessibili e ancorate al loro modo di pensare ragionare
    schematico quindi non mi serei atteso nulla di diverso...quanto a leggere repubblica(sigh) a 91anni...in fondo a quell'eta' si ritorna bambini e quindi è scusabile^^

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  6. Sara' che io sono cosi' simile all'Alberto con i miei allievi che mi sento finita in una specie di rock pardon contrappasso. Comunque non ho mai pensato di squagliarmela....forse l'unico mio pregio e' l'intuito per la qualita' e quando la trovo la riconosco tra mille....per esempio avevo gia' ordinato due libri di Galloni...guarda che identita' di sentimenti! Grazie di preoccuparti per me

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  7. Cristina, al contrario di Robert malgrado il titolo mi sono incuriosito e ho letto quell'articolo... ma chi lo ha scritto topolino??? Nessuna analisi, spiegazione, logica...c'è scritto solo che siccome il Giappone ha un debito pubblico del 200% sarà la prossima Grecia e per adesso è in crisi di export perchè la sua moneta, lo yen, è troppo apprezzata...ma non c'è nessun confronto fra il debito del Giappone e quello della Grecia, che sono lontani un abisso: il primo è un debito sovrano soprattutto interno (solo il 4% del debito è in mano straniera) e il secondo è un debito denominato in moneta straniera e posseduto da banche estere...beh, qualche differenza mi pare che ci sia??? O no??? Comunque, malgrado lo tzunami, i terremoti, il Giappone è sempre lì e nessuno sta imponendo ricette lacrime e sangue ai cittadini...a proposito di terremoti, oggi a Palermo abbiamo tremato un pò, e siamo tutti in attesa del Big One...chissà che radendo al suolo l'isola non faccia poi ripartire l'economia.....

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  8. Quello che mi aveva inquietato era che il Topolino in questione facesse riferimento all'Economist così sfacciatamente, senza il nome dell'autore nè una data, niente. Ha proprio ragione Robert, non meritava di essere letto.E' solo un esempio fra tanti di menzogne così apertamente esposte che sembrano vere.
    Tutti stanno aspettando un diversivo (e qualcuno temo si stia adoprando attivamente ) che rompa questa perversa e interminabile emergenza, ma non vorrei mai che fosse un terremoto a Palermo !!!!

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    1. Speriamo di no...perchè mi sa che data la vicinanza al mare c'è il rischio che con tutto questo nuovo sviluppo diventiamo la nuova Atlantide...e poi a L'Aquila il terremoto non ha portato così tanto sviluppo economico...anzi a parte i prefabbricati di Berlusconi, la città è sprofondata nella desolazione...e pensare che proprio i giapponesi erano riusciti a ricostruire una strada in un solo giorno...chissà come mai?...altra cultura, altra società...altra moneta!!!

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