Oggi sarà un’altra giornata di passione per la
martoriata eurozona, un’altra stazione nella tragica Via Crucis in cui siamo
costretti a vivere, per redimerci dai peccati del mondo e per dimostrare la
nostra fede al dio dei banchieri e dei politici
corrotti. Un dio molto particolare, chiamato euro e simboleggiato da una
moneta, che ci segue sempre, si insinua nei portafogli e nei circuiti
telematici, ci chiede sacrifici in cambio dell’eternità, ci impone un decalogo di comportamenti da tenere: 1.
Non avrai altra moneta all’infuori di me 2. Non nominare la parola “fuori dall’euro” invano 3. Ricordati di
pagare le tasse e accettare riduzioni del salario 4. Onora la BCE e l’Unione
Europea 5. Non uccidere, ma se vuoi suicidati 6. Non portare i capitali in
Svizzera 7. Fatti derubare dai banchieri senza opporre resistenza 8. Non dire
mai come funziona veramente l’economia e la politica monetaria 9. Non
desiderare mai le monete sovrane come il dollaro, la sterlina o la corona
svedese 10. Non desiderare mai di vivere
in Svezia, Islanda o in Argentina, dove le crisi finanziarie si risolvono nel
giro di un anno nazionalizzando le
banche.
In Europa ormai la sofferenza è diventato l’unico viatico per
la beatitudine, perché come nelle migliori tradizioni religiose che si
rispettino, il dio euro usa il bastone e
le punizioni corporali degli umili, dei reietti, dei poveri come dimostrazione
di fedeltà e chiede di essere venerato ogni giorno, ad ogni ora, da uno
stuolo di giornalisti devoti e di fedeli bigotti. A capo della gerarchia
ecclesiale dell’euro come sappiamo ci sono loro, i banchieri, e poco sotto, i cardinali, i cosiddetti tecnocrati che di tecnica economica conoscono soltanto ciò
che vogliono e devono sapere, e i vescovi disseminati sul territorio, i politici senza patria, senza pudore e senza
ideologia. Una struttura monolitica
e compatta che per quanto imponente non può avere alcun cedimento o
ripensamento, rischio il miserevole crollo dell’intero edificio di menzogne. E
soprattutto i prelati dell’euro devono mostrare alla gente il cilicio e il
pugno di ferro per evitare che si sparga il maggiore nemico di ogni forma di
fanatismo religioso: il dubbio. Ogni
volta che qualcuno avanza ipotesi di
eresia e contesta a ragion veduta il motivo per cui a differenza di tutte
le altre unioni monetarie della storia, l’euro deve essere “irreversibile” ed “eterno”, si procede puntualmente ad interminabili ovazioni mediatiche ed esegesi consacratorie con lo
scopo di eliminare dal dibattito qualsiasi proposta di cambiamento o
superamento. Nessuno deve osare intaccare la solidità dell’euro o suggerire
modifiche del sistema istituzionale che lo supporta, perché la moneta unica è
nata con lo scopo di estrarre ricchezza
e valore dal basso, dal lavoro,
per traferirla verso l’alto, la finanza
e così deve rimanere per sempre. In
eterno.