Di ritorno dalla II Assemblea Nazionale dell’ARS, Associazione Riconquistare la Sovranità, tenutasi a Pescara dal 15 al 16
Giugno, sentivo l’esigenza di fare un breve resoconto per descrivere le mie
impressioni e sensazioni. Innanzitutto è stato molto piacevole e stimolante incontrare
personalmente e stringere le mani di persone che prima avevo conosciuto solo
attraverso il blog o i social networks:
malgrado utilizzi internet per fini divulgativi e informativi, non ho mai
creduto e mai crederò ai rapporti virtuali, men che meno alla
possibilità di creare un partito/movimento
politico sfruttando solamente le piattaforme informatiche e le adesioni di account che non si trasformano mai in
facce, mani, gambe, piedi, i quali poi esistono soltanto nella nostra
immaginazione e non incontrano mai le nostre facce, mani, gambe, piedi. E questo
secondo me è il principale elemento distintivo che qualifica l’ARS e la rende
diversa da tutto il resto dei movimenti sovranisti, antieuristi, antieuropeisti
che sono disseminati per la rete internet: all’ARS ci si incontra e si fanno
piani strategici, programmi di promozione, che possono pure partire e nascere dalla
rete ma poi si svolgono e includono la vita
reale.
All’ARS si parla dei vari programmi e piani di intervento
specifici (finanza, scuola, pubblica amministrazione, rapporti internazionali
etc) con una dovizia di particolari e serietà di analisi difficili da trovare
altrove: l’ARS non sarà mai un contenitore vuoto dove si gridano soltanto
alcune parole d’ordine come “moneta sovrana!” e “fuori
dall’euro!”, senza analizzare con la dovuta attenzione e precisione
tutte le conseguenze politiche,
economiche e sociali che ogni scelta comporta. E questo viene testimoniato
dal fatto che per ogni settore vengono chiamate a scrivere programmi e proporre
emendamenti persone che hanno elevate competenze
e parecchia passione e voglia di cambiamento. A Pescara non ho
visto né pressapochismo né sterile pedanteria, ma uomini e donne combattenti e combattive che hanno vissuto in prima
linea tutte le assurde anomalie e ingiustizie che questo sistema economico e
politico europeo ci impone da trenta anni. Si è parlato di ciò che si potrebbe fare concretamente ora e subito e non
di ciò che si vorrebbe scrivere nel nostro ideale libro dei sogni: parlare
senza cognizione di causa di uscita dall’euro e ritorno alla lira è come
perdersi appresso alla leggendaria mitologia degli Stati Uniti d’Europa. Un sovranista che non ha chiaro tutti
i difficili passaggi intermedi che
bisogna percorrere e governare per riconquistare la nostra piena sovranità
non è molto diverso dal piddino che
vaneggia intorno ad irrealizzabili sogni paneuropei. E il ruolo dell’ARS è appunto
quello di essere un interlocutore politico credibile ed affidabile che sia
capace di guidare il periodo di transizione che presto o tardi dovremo
affrontare. Volete per caso che il processo di transizione e di uscita dall’euro
venga gestito dagli stessi che i problemi ce li hanno imposti e creati? Credete davvero che ci sia un modo solo per
uscire dall’euro? Chi vi assicura che uscendo dall’euro gli oneri e i
vantaggi saranno davvero automaticamente, equamente e giustamente ripartiti?
Ecco perché nasce oggi l’esigenza
di strutturarsi e organizzarsi per tempo per impedire che gli stessi che hanno
edificato questo sistema iniquo e
criminale possano riciclarsi e riposizionarsi per costruirne uno ancora
peggiore. Sicuramente, a meno di improbabili espulsioni ed esili forzati, i
vari D’Alema, Amato, Monti, Draghi, Prodi, Letta, Bersani, Berlusconi, Tremonti
saranno ancora lì anche quando l’euro scomparirà o si frantumerà e non saranno
tanto disponibili a lasciare i loro posti di comando e le loro servili funzioni
di procura dei grandi potentati economici e finanziari. Lasciarli fare senza
muovere un dito sarebbe come lasciare in
affidamento un tenero agnellino ad un lupo. Per non parlare poi di tutta la
disinformazione mediatica che
cercherà di fare passare indenne la vecchia classe dirigente attraverso i
marosi della Tempesta Perfetta che presto travolgerà tutti i paesi che
sciaguratamente hanno deciso di aderire all’euro e di castrarsi di tutte le
loro sovranità democratiche. Sarà insomma un periodo di grossa confusione e caos sotto il cielo, dove il bianco
diventerà nero, il nero diventerà bianco e non mancheranno gli atti violenti di
sciacallaggio e predazione dei soliti noti. E l’ARS fin d’ora deve prefiggersi
di diventare un faro sicuro per
tutti coloro che sono in cerca di punti
di riferimento e dopo anni e decenni di inarrestabile distruzione e
devastazione vogliono seriamente collaborare
e partecipare alla ricostruzione dalle fondamenta del nostro paese.
Tuttavia la caratteristica
dell’ARS e dei suoi membri che mi ha più piacevolmente impressionato è il
desiderio e la voglia quasi feroce di non rimanere ferma, statica, passiva di fronte
agli eventi in attesa del peggio, ma di avere la capacità di anticiparli e di sapere rigenerarsi, evolversi, mettere in
discussione ogni cosa raggiunta o ancora da raggiungere in tutte le
occasioni in cui ciò si renderà necessario. Da buon ingegnere, ho colto all’interno
dell’ARS la volontà di imparare dai propri errori e di saperli correggere in
tempo, facendo in breve di questa positiva
tensione verso il miglioramento continuo l’unica prerogativa di successo
dell’intero progetto. Con ogni probabilità l’ARS cambierà pelle più volte e
assumerà forme mutevoli per adeguarsi alle turbolente e rapide trasformazioni
che avvengono nella società, ma mantenendo saldi i suoi principi ispiratori: la
centralità dei contenuti, l’importanza dell’organizzazione e la concretezza dei programmi. Senza queste
premesse, ogni tentativo di cambiamento
sia interno di struttura che esterno di immagine si rivelerà vano ed
infruttuoso. Senza quello spirito di
collaborazione e cooperazione che anima tutte le imprese umane vincenti,
anche il progetto dell’ARS si dissolverà come sabbia finissima nel deserto. E il
suo obiettivo di incidere e avere peso nella vita politica di questo paese
rimarrà lettera morta.
Questo è ciò che mi sentivo
di dire dopo la bella esperienza di Pescara. Ma soprattutto ciò che mi sento
ancora di dire a tutti coloro che scrivono e lasciano commenti chiedendomi cosa
possano fare per difendere il proprio paese, la propria famiglia, i propri
figli, il proprio lavoro, la propria persona, è solo un’ultima parola: ASSOCIATEVI. Intanto venite dentro,
fatevi vivi agli incontri che organizzeremo nella vostra regione, andate nella pagina del sito dell’ARS dedicata alle adesioni e inviate un’e-mail con i vostri dati. Poi vedremo man mano di
conoscerci meglio, di trovare un punto di incontro e di dialogo, capire cosa l’ARS
rappresenta per voi e quali competenze,
esperienze, conoscenze potete mettere voi al servizio dell’ARS. Sia chiaro
fin dall’inizio che il tutto non si concluderà solo con lunghi scambi di mail,
incoraggiamenti, richieste di chiarimento, ma ci sarà da camminare, correre, lavorare per fare in modo che il progetto si
radichi ancora meglio nel territorio, che le persone a voi più care e più
vicine sappiano dell’esistenza dell’ARS. Che tutto ciò che andiamo scrivendo e
denunciando non rimangano parole al vento capaci di confortarci per qualche
attimo e ricordarci poco dopo quanto siamo piccoli ed impotenti.
Noi in potenza possiamo
diventare tutto ciò che vogliamo e desideriamo essere, ma senza quel fondamentale atto di volontà che rende
attuali le nostre scelte, rimarremo sempre ciò che siamo. E una volta
incancreniti e imbalsamati dentro le nostre prigioni puramente mentali, l’unico
anestetico che ci rimane per sfuggire ai morsi dei sensi dei colpa, delle
nostre fragilità, debolezze, frustrazioni, è continuare a lagnarsi, dolersi,
lamentarsi perché la Vita e la Storia
non si incamminano lungo le direzioni che noi vorremo percorrere e auspicare
per i nostri figli. C’è un momento per leggere e uno per scrivere. C’è un
momento per riflettere e uno per agire. C’è un momento per aspettare e uno per
vivere. Non voglio con queste parole mettere fretta o convincere qualcuno a
fare qualcosa che non si sente ancora di fare, ma solo chiarire che ARS c’è. Noi ci siamo. Quel Movimento Democratico Sovranista che
crede nell’imprescindibilità fra Sovranità
nazionale e Costituzione, Governo
pubblico dell’economia e Diritti Umani, Giustizia sociale e Libertà, è nato e sta muovendo i suoi primi
passi. E adesso ha bisogno anche del tuo aiuto (sì proprio del tuo aiuto, di te
che leggi e non hai mai ragionato a fondo sulla tua importanza di Uomo e Cittadino) per crescere e diventare sempre più forte e sicuro. Ora
non abbiamo più scuse o alibi alla nostra incapacità di cambiamento. Perché se il progetto ARS fallisce, la
colpa sarà solo nostra.