“La gente è entusiasta perché qui è rinata Guardiagrele. Quando è
entrato sul mercato il valore indotto del SIMEC è ritornato il sangue
nell'economia”. Prendo spunto da questa frase del professore Giacinto Auriti per fare un chiarimento
su alcuni aspetti che riguardano la moneta e la sua modalità di circolazione,
che spero possa aiutare qualcuno a dissipare gli innumerevoli dubbi e dilemmi
che si addensano intorno a questi concetti. E anche perché sono stanco di
dovere ogni volta rispondere a tutti coloro che mi chiedono cosa ne pensi del
professore Auriti e del suo esperimento monetario condotto a Guardiagrele nel
2000. Soprattutto quando i curiosi iniziano l’interrogatorio con queste parole:
“perché come disse il professore Auriti,
la moneta è come il sangue in un corpo
umano e quando togli il sangue il corpo muore”. Bene. Immagine molto
incisiva e suggestiva, ma che a mio avviso confonde non poco le idee sul ruolo
della moneta nell’economia. E adesso, con un po’ di pazienza, vedremo perché.
mercoledì 30 ottobre 2013
LA MONETA NON E’ IL SANGUE IN UN CORPO UMANO MA LA BENZINA IN UNA MACCHINA ARTIFICIALE
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venerdì 25 ottobre 2013
ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO USA-UE: UN’ALTRA MAZZATA PER LA NOSTRA ECONOMIA
A grande richiesta, oggi
inauguro una nuova linea editoriale di questo blog, basata su articoli più
brevi e notizie più circoscritte. Ciò non significa che non cercheremo di volta
in volta di tirare le conclusioni e fare una sintesi degli argomenti trattati,
ma questo avverrà come quando si costruisce un grande mosaico partendo da
piccole tessere sparpagliate e disperse. Ogni tessera deve essere collocata al
posto e al momento giusto per avere una visione
d’insieme sempre più obiettiva e chiara di ciò che sta accadendo intorno a
noi. E cominciamo subito con la più stretta attualità: l’accordo di libero scambio in corso d’opera fra Stati Uniti e Unione Europea, il quale è stato di recente messo in discussione
sia dai francesi che dai tedeschi a causa della “rumorosa” e più che mai “tempestiva”
diffusione dello scandalo Datagate. Inspiegabilmente, i
servizi di spionaggio francesi e tedeschi si accorgono solo oggi che l’intelligence
americana, attraverso il programma NSA
(National Security Agency),
controllava da anni ogni foglia che si muoveva in Europa. Come mai? E’ una pura
coincidenza che questa indignazione unanime dei paesi europei sia arrivata
proprio a conclusione degli accordi di libero scambio, oppure c’è dell’altro?
martedì 15 ottobre 2013
SCALFARI E CACCIARI: LA DEMOCRAZIA FUNZIONA SOLO QUANDO E’ OLIGARCHICA
Ci siamo. Pressati
dall’attualità e dalle contingenze, molti degli osannati e sempre troppo sovrastimati
“intellettuali” italiani sono
costretti ad uscire allo scoperto e a confessare in modo schietto e diretto
come la pensano su certi temi delicati e oltremodo cruciali della politica
interna e internazionale. Eugenio Scalfari
e Massimo Cacciari sono senza dubbio
i campioni della “real politik” nostrana, quella secondo cui con la caduta del
muro di Berlino e la fine delle ideologie, bisogna guardare con un certo
disincanto la storia e adattarsi con concreto pragmatismo al corso degli
eventi. Il loro assunto più propagandato a furor di popolo è il seguente: “siccome c’è la globalizzazione, e la competizione economica avviene su scala
globale, non si può più competere rimanendo piccoli stati sovrani isolati, ma
bisogna unire le forze creando federazioni e confederazioni di stati, come sta
avvenendo oggi in Europa”. Tradotto in termini più semplici il loro
famigerato sillogismo suona così: “siccome
c’è la Cina, bisogna creare per forza di cose gli Stati Uniti d’Europa, in caso contrario saremo spacciati e verremo
travolti dalla marea gialla!”. Inutile ricordare che qualcuno (per la
precisione Claudio Borghi Aquilini)
ha già smontato questa tesi bizzarra con straordinaria capacità di sintesi e
immaginazione: l’economia non è mai stato
un gioco di tiro alla fune in cui più siamo e meglio è, ma è una complicata questione di organizzazione,
efficienza, sinergia, competenza, conoscenza, ripartizione, distribuzione,
in cui vince chi riesce ad utilizzare meglio le proprie risorse umane e materiali.
Belle parole, ma del tutto inefficaci nel nostro caso, perché Cacciari e
Scalfari hanno sempre ragione.
Infatti, nonostante la tesi
quantitativa sia la più nota del duo delle meraviglie, Cacciari e Scalfari sono
anche i mostri della tuttologia italiota, quelli del “so tutto io”, quelli dell’opposizione
bieca a qualsiasi tipo di contraddittorio che non confermi ed esalti le loro
conclusioni: si va dalla filosofia, alla storia, fino alla letteratura,
all’economia, alla gastronomia, al taglio e cucito. Qualsiasi sia la materia
del contendere, quando arriva la sentenza di uno dei due saggi barbuti, bisogna
ascoltare in religioso silenzio e accettare senza battere ciglio le loro
illuminanti dissertazioni. Puoi anche sforzarti di sottoporre al duo quintali
di studi e documenti vergati di proprio pugno da premi Nobel ed economisti di caratura internazionale, che spiegano
in modo accessibile a tutti come le unioni monetarie, politiche e commerciali
tra stati diversi funzionino solo quando sussistono delle particolari condizioni
al contorno, ma questo impegno si dimostrerà presto del tutto vano e
infruttuoso: di fronte all’infinita saccenteria del duo, anche le vette più
alte del sapere umano si sciolgono come neve al sole. Per intenderci, se in
giornata di grazia, Cacciari e Scalfari sarebbero pure capaci di stravolgere il
relativismo di Einstein o la teoria quantistica di Planck. Figurarsi, quindi,
se in un dibattito serrato non sfiderebbero sfrontatamente gli impegnativi
studi e le ricerche sul campo di umilissimi premi Nobel dell’economia.
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venerdì 11 ottobre 2013
EURO E (O?) DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE: LA CONVIVENZA IMPOSSIBILE TRA COSTITUZIONE E TRATTATI EUROPEI
Sono
felicissimo di potere comunicare la prossima uscita, il 15 ottobre (ma il libro
è già ordinabile su Amazon e in
consegna a partire dal 18 ottobre) del libro di Luciano Barra Caracciolo, alias Quarantotto, dal titolo molto azzeccato: Euro e (o?) democrazia costituzionale: la convivenza impossibile tra Costituzione e Trattati europei.
Si tratta di un libro fondamentale che è indispensabile per il nostro percorso
di consapevolezza ed evidenzia già dal titolo quell’insanabile contrasto tra i
principi etici universali impressi sulla nostra Costituzione democratica e le
fragili e stantie leggi di mercato, di cui l’euro rappresenta l’ultima e
speriamo più che mai provvisoria espressione. O si sceglie di seguire l’indirizzo
costituzionale e si applicano politiche economiche discrezionali mirate o si
accetta supinamente di rinunciare ai diritti costituzionali per abdicare
miseramente di fronte ai modelli economici rigidi che annullano qualsiasi
spazio di manovra politico e di intervento pubblico nella società. Non esistono
vie di mezzo salvifiche e miracolose che salvino capre e cavoli, perché una
cosa esclude l’altra. E prima lo capiamo e meglio sarà per tutti.
Avere
adesso, attraverso questo libro, un’ulteriore conferma giuridica (per quella più strettamente economica ci hanno
già pensato economisti del calibro di Bagnai, Savona, Borghi, Rinaldi, Zezza,
per citare solo alcuni degli italiani) dell’incompatibilità fra Costituzione italiana e Trattati europei,
austerità e crescita economica, mercato
unico e stato sociale, significa
fare un altro passo avanti verso la liberazione del nostro paese dal giogo
europeo. Tutti quelli che oggi invocano vanamente la difesa della
Costituzione, dal redivivo santificato Stefano Rodotà agli stralunati attivisti
del M5S, (vedi manifestazione del 12 ottobre a Roma), partono sempre da premesse sbagliate: i nostri politici
sciamannati, Berlusconi, Renzi, Marchionne, Napolitano, la “casta”, vogliono stravolgere la
Costituzione per aumentare e difendere i loro privilegi. E invece, come i più
attenti di voi hanno già capito, queste miserabili marionette agiscono per
conto di altri, prendono ordini dall’estero, da Bruxelles, da Berlino, da
Francoforte, da Washington, perché la distruzione della nostra nobilissima
Costituzione è solo uno dei necessari
passaggi per cedere ancora sovranità ad enti sovranazionali, per
trasformare definitivamente la nostra nazione in protettorato, colonia. E continuare ad appellarsi ingenuamente alla Costituzione, senza mettere in discussione la natura anticostituzionale e antidemocratica dei Trattati europei, significa come al solito due cose: o si è totalmente ignari di ciò che sta accadendo, oppure si cerca per l'ennesima volta di depistare l'attenzione dell'opinione pubblica, per allontanarla più possibile dalla verità dei fatti.
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venerdì 4 ottobre 2013
PREFERISCO VIVERE PER LA COSTITUZIONE CHE MORIRE PER I DOGMI DEL LIBERO MERCATO
Diceva Mao Tze Tung, uno che di politica e di gestione delle masse se ne
intendeva abbastanza, che quando “grande
è la confusione sotto il cielo, la situazione è favorevole”. Verrebbe da
chiedersi per chi sarebbe favorevole la situazione, ma visto il soggetto in
questione, non c’è dubbio che l’interpretazione più accreditata è quella che
vede despoti, dittatori, potenti in generale avvantaggiarsi enormemente dal caos e dal panico scatenati tra la gente. Gli Stati Uniti hanno chiuso per ferie il loro governo federale e
l’intero apparato pubblico. La Germania
non riesce ancora a formare un governo decente. In Italia il governo praticamente non esiste e non è mai esistito, eppure
la gente si appassiona molto alle vicende di questi cialtroni impenitenti chiamati a torto “politici”, credendo davvero che dall’esito delle loro farsesche diatribe
mediatiche, utili soltanto per aumentare l’audience di qualche sgangherata
trasmissione televisiva, possa dipendere il loro futuro. E ignorando invece ostinatamente
il fatto più semplice: il futuro
purtroppo è stato già scritto a chiare lettere in tutto il mondo e ad un
certo punto bisogna cominciare a prenderne atto.
La democrazia è un sistema di governo troppo costoso,
dispersivo, egualitario e va abolita per decreto con il consenso unanime, a
volte inconsapevole e involontario, di coloro che più beneficiavano degli agi
della stessa democrazia. Un paradosso che trova giustificazione appunto nel
caos culturale con cui siamo stati buggerati e raggirati negli ultimi decenni. Quasi
dappertutto sono state infatti le fasce più deboli e indifese della
popolazione, le classi medie impiegatizie, gli operai sfruttati e sottopagati
ad erigere a loro paladini i despoti, gli oligarchi, i plutocrati, i banchieri
che hanno operato e continuano a lavorare alacremente per distruggere lo stato di diritto, fondamento della
democrazia. L’attività di propaganda e disinformazione è stata così capillare e
pervasiva da indurre i popoli di tutto il pianeta a parteggiare per coloro che più
disprezzano le esigenze dei popoli, la giustizia
sociale e il benessere diffuso.
E’ stato addirittura coniato il termine “populista”,
accompagnato spesso dal più tecnico “demagogo”,
per attaccare quei pochi che ancora si affannano per difendere le istanze del
popolo vessato. E non di rado capita pure di essere accusati di “populismo” dai membri più emarginati,
isolati e umiliati del popolo. Ci sarebbero insomma tutti gli elementi per
deporre le poche armi spuntate rimaste e lasciarsi trascinare dalla deriva.
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