Come
ogni anno, quando si avvicina la fine, comincia puntuale la girandola delle previsioni sulla
crescita prossima ventura. Qualcuno, fulminato sulla via di Bruxelles, comincia
a vedere la luce in fondo al tunnel
e folgorato dall’abbagliante miraggio, inizia a diffondere in giro i numeri che
ha visto durante i momenti dell’estasi. In particolare il governo Letta ha dato
le sue stime del miracolo: 1% di aumento del PIL nel 2014, 2% nel 2015. Ha
usato numeri semplici, facilmente memorizzabili. Una successione aritmetica di
ragione 1. Poteva anche usare la ragione 2 per dare più coraggio e speranza al
popolo vessato: 2% nel 2014, 4% nel 2015, 6% nel 2016. Oppure la successione di
Fibonacci: 1,1, 2, 3, 5, 8, 13 e così via. Pensa che bello, saremmo cresciuti
nella stessa maniera in cui si riproducono i conigli. Ovviamente i fulminati
hanno gioco facile a sparare numeri a caso, contando sul fatto che gli italiani hanno la memoria corta e
sono troppo impelagati con le contingenze del presente per ricordarsi le
dichiarazioni di un anonimo presidente del consiglio di cui molto presto non
sentiremo più parlare. Renzi incombe, lui è il nuovo che avanza. E ha la
benedizione del solito granitico manipolo di gonzi del PD per continuare a
distruggere l’Italia.
lunedì 23 dicembre 2013
USCITA DALL’EURO: QUANTI SOLDI CI DEVE LA BCE?
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mercoledì 4 dicembre 2013
RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE DI BANCA D’ITALIA: LA PIU’ GRANDE TRUFFA DEL SECOLO
Ad un certo punto bisogna
chiamare le cose con il loro nome: sarò pure un “populista” (e confermo di
esserlo con grande orgoglio ed immenso disprezzo per chi cerca di denigrare
coloro che fanno attività politica a favore dei “popoli” e non ad esclusivo beneficio di ristrette “èlite oligarchiche”), “arruffapopoli”, “masaniello dei poveri”, ma quello che sta avvenendo oggi in Italia
non può essere definito diversamente da “crimine contro la nazione”, “alto
tradimento”, “saccheggio”, “vandalismo istituzionale ed
istituzionalizzato”. Ho sempre guardato con sospetto quei movimenti
detti “signoraggisti” che vedono
esclusivamente nella proprietà del denaro l’unico strumento per ridare dignità
ai popoli, perché credo fortemente che non sia tanto la proprietà del denaro la
vera discriminante fra una democrazia
compiuta e una dittatura di fatto,
quanto l’utilizzo che viene fatto del denaro e della politica monetaria in
genere. Una banca centrale può essere pure privata, ma se poi le sue scelte di
politica monetaria vengono subordinate
alle direttive che arrivano dal governo democraticamente eletto e indirizzate al benessere dell’intero paese,
a me può stare pure bene che qualche “grasso
banchiere privato” si ingozzi con le “briciole
del signoraggio”. Ma qui in Italia abbiamo abbondantemente sorpassato ogni
limite di decenza, dando persino adito alle inutili rivendicazioni dei “signoraggisti”.
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