venerdì 31 agosto 2012

LA BCE DI DRAGHI PUO’ FRENARE GLI SPREAD MA NON LA RECESSIONE DELL’EUROZONA


La BCE viene ritenuta spesso il fattore determinante e risolutivo dell’attuale crisi finanziaria dell’eurozona. Sulla banca centrale di Francoforte sono puntati da tempo tutti i riflettori dei maggiori analisti e osservatori internazionali, come se dal consiglio direttivo della banca centrale possa improvvisamente uscire la soluzione ad ogni problema del vecchio continente: la bassa crescita, la disoccupazione, il calo della domanda e la conseguente riduzione della produttività, l’aumento delle esportazioni nei paesi extra-eurozona dovuto all’unica variabile che la BCE ha sempre osteggiato fin dal primo giorno della sua fondazione nel 1999, la svalutazione dell’euro. Insomma, molti si aspettano che la BCE possa tirare fuori da un giorno all’altro il classico coniglio dal cilindro, mettendo la parola fine sull’agonia lenta ma irreversibile che sta dilaniando tutti i popoli europei. Ma è davvero così? La BCE può davvero essere così decisiva nella partita che si sta giocando in questo momento fra la sopravvivenza e il crollo della moneta più sbagliata di tutti i tempi?


La risposta secca è abbastanza scontata: no. Ma ora cerchiamo di argomentarla. La BCE nasce come Banca Centrale Europea nel 1999, in vista appunto dell’introduzione effettiva dell’euro nei mercati commerciali (nei mercati finanziari e interbancari l’euro già si utilizzava) che sarebbe avvenuta tre anni dopo, e il suo scopo principale è come risaputo il mantenimento della stabilità dei prezzi, con un obiettivo dichiarato di tenere l’inflazione nel medio-lungo periodo intorno al 2%. Abbiamo già visto in altri articoli che in verità con le armi che ha oggi una banca centrale, la sua influenza sulle oscillazioni dell’inflazione è davvero irrisoria perché la banca centrale con le sue operazioni di rifinanziamento può solo immettere nuove riserve bancarie nei conti di deposito che le banche private detengono presso la banca centrale. Queste riserve bancarie elettroniche sono in verità una tipologia di moneta molto particolare che non circola nell’economia reale, dato che le riserve non escono mai materialmente dai conti di deposito della banca centrale e servono principalmente alle banche per regolare i loro pagamenti incrociati (attraverso il famigerato sistema di compensazione chiamato TARGET2) e per acquistare azioni e titoli nel mercato azionario e obbligazionario. A parte la limitata quantità di banconote che noi preleviamo al bancomat e custodiamo per le nostre spese giornaliere (circa il 3% della moneta circolante totale, formata soprattutto dai depositi bancari a vista e di risparmio), queste riserve non fanno altro che rimbalzare innumerevoli volte da un conto di riserve all’altro presso la stessa banca centrale o altre banche centrali (nel caso di investimenti finanziari all’estero).



La liquidità che può avere un reale impatto sull’aumento dei prezzi al consumo, dovuto ad un eccesso di moneta circolante rispetto alla quantità di beni e servizi prodotti e disponibili sul mercato, dipende quindi quasi esclusivamente dal saldo dei nostri depositi bancari, che a sua volta è legato all’attività creditizia delle banche. Ogni volta che una banca concede un prestito per finanziare i consumi delle famiglie e gli investimenti delle aziende, crea dal nulla un nuovo deposito che va ad aumentare la massa complessiva di moneta circolante. In un periodo di espansione economica, l’attività creditizia delle banche è molto vivace in virtù del fatto che noi chiederemo più prestiti per finanziare consumi e investimenti e le banche alleggeriranno le condizioni necessarie alla concessione di nuovi prestiti per approfittare della congiuntura favorevole. In una fase di contrazione economica invece, i nostri consumi e gli investimenti si riducono e noi di conseguenza chiederemo meno prestiti alle banche, che a sua volta renderanno più stringenti i parametri di merito creditizio perché a causa della riduzione dei redditi il rimborso dei prestiti diventerà molto più difficoltoso per i mutuatari e molto più rischioso per le banche stesse.


Cosa può fare in questi casi la banca centrale per invertire la tendenza economica in corso? Poco, molto poco. La banca centrale fissa periodicamente tre tassi di interesse, che secondo le sue intenzioni dovrebbero servire a regolare l’intero sistema finanziario e bancario: il tasso principale di riferimento, il tasso di deposito marginale e il tasso di rifinanziamento marginale. Il tasso principale di riferimento (fissato attualmente allo 0,75% dalla BCE e allo 0%-0,25% dalla Federal Reserve) è quel particolare tasso di interesse tramite il quale la banca centrale intende indirizzare tutto il regime dei tassi di interessi, divisi per durata, con cui le banche si prestano la liquidità nei mercati interbancari (dal tasso overnight della durata di un giorno, nell’eurozona chiamato EONIA, al tasso che va da una settimana ad un anno chiamato EURIBOR). Ribadiamo che la banca centrale può solo indirizzare il regime dei tassi di interesse a quel fissato valore programmato di riferimento, ma non sempre ci riesce, perché tutto dipende dalle scelte individuali delle varie banche, dalla loro diffidenza reciproca a prestarsi soldi e dall’esito delle aste di liquidità che avvengono con cadenza bisettimanale. La banca centrale tende ad accettare in asta le offerte che maggiormente si avvicinano al tasso principale di riferimento, ma in casi straordinari come questo, può anche accettare offerte ad un tasso più basso o più alto di quello desiderato. Al termine di ogni asta la banca centrale accredita nuove riserve sui conti di deposito delle banche ricevendo in garanzia solo quei titoli pubblici o privati ammessi in precedenza come collaterali di scambio.


Il tasso di deposito marginale (fissato attualmente allo 0% sia dalla BCE che dalla Federal Reserve) è il tasso di interesse a cui sono remunerati i depositi overnight di riserve (non obbligatorie) delle banche presso la banca centrale e serve a determinare il limite inferiore del corridoio dei tassi entro cui oscillano i tassi di interesse nel mercato interbancario: le banche non presteranno mai liquidità ad un interesse inferiore al tasso di deposito marginale, perché in questo caso preferiranno depositare le riserve presso la banca centrale, senza incorrere in alcun rischio di controparte (deve fallire la banca centrale e quindi un’intera area valutaria, affinchè le banche perdano materialmente le loro riserve depositate).


Il tasso di rifinanziamento marginale (fissato dalla BCE all'1,5%, esattamente il doppio del tasso principale di riferimento) viene applicato dalla banca centrale in caso di deficit generalizzato o concentrato di liquidità per andare in soccorso di quelle banche che non riescono più ad ottenere prestiti di riserve sia nel mercato interbancario che durante le aste periodiche di liquidità. Queste operazioni vengono attuate su iniziativa della controparte, perché in certi casi sarà la banca a rivolgersi alla banca centrale per ottenere dei prestiti straordinari di liquidità o sarà la stessa banca centrale che obbligherà in un certo senso la singola banca ad accettare in prestito nuove riserve, per rendere l’intero mercato interbancario meno disfunzionale e squilibrato. Il tasso di rifinanziamento marginale rappresenta il limite superiore del corridoio dei tassi con cui la banca centrale trasmette le sue indicazioni di politica monetaria, perché nessuna banca accetterà prestiti di liquidità ad un tasso di interesse superiore a quello di rifinanziamento marginale, preferendo in questo caso rivolgersi direttamente alla banca centrale.


Nel grafico sotto viene mostrato a titolo di esempio l’andamento in uno specifico periodo di tempo dell’EURIBOR a tre mesi all’interno del corridoio dei tassi (l’EURIBOR viene rappresentato con il colore azzurro, mentre rispettivamente con il colore verde, rosso e viola vengono indicati il tasso di deposito marginale, il tasso principale di riferimento e il tasso di rifinanziamento marginale).





Non entriamo nel merito dello scandalo LIBOR che ha travolto il sistema finanziario inglese, ma è chiaro che le informazioni sul valore reale dell’EURIBOR utilizzato dalle banche per scambiarsi liquidità nel mercato interbancario spesso non sono veritiere e attendibili, perché sono le banche stesse a comunicare giornalmente alla banca centrale il valore del tasso di interesse a cui hanno fornito o ricevuto prestiti di liquidità. Basta che i funzionari delle banche europee si mettano d’accordo in anticipo sul valore da comunicare alla banca centrale e il gioco è praticamente fatto. E siccome sul valore dell’EURIBOR vengono indicizzati una quantità elevatissima di titoli obbligazionari strutturati, titoli derivati di tipo swap o future, attività e prestiti di vario genere, fra cui gli stessi mutui immobiliari, capite bene che una sua manipolazione comporta un radicale stravolgimento della struttura del mercato finanziario, che contrasta apertamente con quelle famose regole di libero mercato ineludibili con cui veniamo continuamente buggerati dai tecnocrati europeisti e con le convinzioni degli ultimi ingenui o impostori che credono ancora che esista davvero e sia mai esistito sulla terra un libero mercato dove si formano spontaneamente i prezzi, i valori di scambio, i salari, i tassi di interesse. Una truffa ideologica e culturale allo stato puro, purissimo con cui sono stati raggirati intere generazioni di studenti di economia, politicanti da strapazzo, lettori dei giornali di regime.


Ad ogni modo, a parte le decisioni sui tassi di interesse e le aste bisettimanali di liquidità, la banca centrale ha altri due strumenti per trasmettere le sue indicazioni di politica monetaria: le operazioni discrezionali di mercato aperto e il rapporto di riserva obbligatoria. Tramite le operazioni di mercato aperto, la banca centrale può decidere in qualsiasi momento di intervenire sul mercato obbligazionario per comprare o vendere titoli pubblici e privati da diverse tipologie di controparti (non solo banche, ma anche aziende, multinazionali che grazie al loro elevato grado di finanziarizzazione hanno accesso al mercato dei titoli), con l’obiettivo specifico di immettere o drenare nuove riserve bancarie. Quando la banca centrale immette nuove riserve si aspetta che ci sarà un abbassamento dei tassi di interesse sul mercato interbancario grazie a questo nuovo eccesso di liquidità e alla riduzione della domanda, al contrario, quando la banca centrale drena riserve si attende che i tassi di interesse si innalzeranno, sempre per un meccanismo di aumento della domanda e riduzione dell’offerta, approssimandosi al tasso principale di riferimento fissato in precedenza.


Come sappiamo la BCE, a causa del suo statuto (articolo 21.1) e del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (articolo 123), non può acquistare direttamente titoli di stato sia in asta primaria che sul mercato secondario, perché era intenzione dei maldestri progettisti dell’euro limitare la compravendita dei titoli della banca centrale al solo settore privato, impedire alla banca centrale di finanziare i governi nazionali e soprattutto costringere gli stati a procurarsi gli euro necessari al loro corretto funzionamento così come si procuravano in precedenza i marchi tedeschi: attraverso un surplus della bilancia dei pagamenti con l’estero o un maggiore indebitamento con i “mercati” dei capitali privati (banche o società finanziarie internazionali). La Germania non avrebbe mai consentito che il suo prezioso euro-marco fosse utilizzato e sperperato dai governi europei della periferia per migliorare le infrastrutture, i servizi pubblici o le condizioni di vita dei cittadini, assicurandosi fin dall’inizio una rigida gestione dei conti pubblici da parte dei paesi membri, che dal precedente limite del 3% del rapporto deficit/PIL sono stati costretti adesso ad un categorico e oltremodo folle pareggio di bilancio (vedi il Fiscal Compact approvato a marzo scorso). Inutile ricordare che è stata la stessa Germania, insieme alla Francia, a violare per prima nel 2003 il limite del 3% di deficit/PIL previsto dal Patto di Stabilità e Crescita, per finanziare la sua spesa pubblica, pagare i sussidi di disoccupazione, fornire sostegno alle sue imprese. Quando si dice la coerenza.


Tralasciando però gli aspetti discriminatori dell'eurozona, sappiamo tuttavia che in deroga al suo statuto e ai trattati europei, la BCE ha dovuto iniziare a settembre scorso un’operazione straordinaria di acquisto di titoli di stato a cadenza giornaliera (SMP, Securities Markets Programme), per frenare l’ondata di aumento dei rendimenti dei titoli pubblici degli stati periferici e fornire nuova liquidità alle banche che a loro volta si impegnavano in modo “implicito” ad acquistare titoli di stato sia sul mercato primario che secondario, per impedire la rottura anticipata della zona euro. Intendiamoci, non è che prima del programma SMP la banca centrale non potesse avere titoli di stato fra i suoi attivi di bilancio, ma solo come collaterale di scambio delle operazioni di rifinanziamento, che in genere hanno durata limitata e ben definita. L’acquisto da parte della banca centrale comporta invece in molti casi la permanenza a bilancio del titolo di stato fino alla scadenza, che rappresenta una forma di finanziamento diretto dei governi nazionali che contrasta vistosamente con le ferree direttive europee e sposta il rischio di controparte dalle banche private alla BCE, e in ultima istanza sul maggiore azionista dell’istituto di Francoforte che è la banca centrale tedesca Bundesbank. Se uno stato non riuscirà a rimborsare alla scadenza il titolo, la perdita graverà indirettamente sul bilancio finanziario della Germania, che è per tale motivo ostile agli interventi della BCE sul mercato secondario. Per la cronaca, il programma straordinario SMP della BCE si è concluso a febbraio scorso, quando su istigazione della Germania la banca centrale ha deciso di fornire liquidità alle banche per altra via, tramite due operazioni LTRO di rifinanziamento non convenzionale a tre anni, per un totale di circa €1000 miliardi.


Per quanto riguarda la decisione sul rapporto di riserva obbligatoria che le banche sono costrette a detenere presso la BCE c’è poco da dire, perché è un parametro assolutamente insignificante per la corretta trasmissione delle indicazioni di politica monetaria. Attualmente il livello di riserva obbligatoria è stato abbassato all’1% con l’intenzione di favorire un minore accantonamento di riserve infruttuose e liberare una maggiore quantità di riserve da utilizzare per l’acquisto di titoli privati (soprattutto bancari) e pubblici. Se guardiamo al meccanismo di funzionamento della riserva obbligatoria in Europa, ci accorgiamo subito della sua inutilità come forma di garanzia dei depositi bancari. Le banche europee sono obbligate a detenere una quota media di riserve obbligatorie pari all’1% dell’intero valore dei depositi e delle obbligazioni emesse per il periodo di mantenimento considerato, che nell’eurozona è stato fissato in un mese (mentre negli Stati Uniti è uguale a due settimane). Siccome si tratta di una quota media e non di un valore puntuale che si deve rendere disponibile giorno per giorno, le banche non si curano affatto del valore quotidiano di liquidità depositata sul conto di riserva obbligatoria. Al massimo, l’unica preoccupazione delle banche è quella di non andare in rosso perché in questo caso andrebbero incontro al pagamento di una penale sotto forma di interesse passivo. Alla fine del periodo di mantenimento, le banche non fanno altro che spostare la quota strettamente necessaria ad assolvere ai loro obblighi di giacenza media dal conto di deposito marginale al conto di riserva obbligatoria.


Se guardiamo l’andamento della liquidità complessiva depositata dalle banche europee presso la BCE (grafico sotto), ci accorgiamo che ogni metà del mese (termine ultimo di scadenza del periodo di mantenimento) c’è un calo vistoso dei depositi perché le banche spostano materialmente la liquidità sui conti di riserva obbligatoria, giusto il tempo necessario che i funzionari della BCE verifichino l’adeguatezza e il rispetto del vincolo dell’1%. Pochi giorni dopo il livello dei depositi raggiunge di nuovo (e supera nel nostro caso, visto la crescente diffidenza delle banche a prestarsi riserve a vicenda) il picco precedente, perché le banche non fanno altro che movimentare nuovamente la liquidità in senso inverso dal conto di riserva obbligatoria al conto di deposito. Un’operazione inutile, artificiosa, ipocrita che serve solo a mantenere idealmente un legame con il passato, quando il denaro aveva un valore intrinseco direttamente convertibile in oro. Con l’avvento a partire dal 1971 della moneta fiat quasi completamente digitalizzata, la riserva obbligatoria è diventata una pratica ridondante e obsoleta che ha spesso lo scopo di creare maggiore confusione fra gli addetti ai lavori e i semplici osservatori, studiosi, curiosi che intendono capire meglio il reale funzionamento del sistema monetario moderno. Ragion per cui molte banche centrali, fra cui la Reserve Bank of Australia e la Bank of Canada, hanno già eliminato da tempo la pratica fuorviante della riserva obbligatoria senza per questo compromettere la stabilità finanziaria dei loro rispettivi sistemi bancari nazionali.





Tutto qua. Questo può fare la banca centrale BCE e questo fa. Senza la famosa modifica dello statuto della BCE e dei trattati europei, che renda la banca centrale capace di finanziare direttamente e illimitatamente i governi nazionali come avviene in qualsiasi altra parte del mondo, il ruolo della BCE come elemento chiave e dirimente della crisi finanziaria dell’eurozona sarà sempre marginale e ampiamente sopravvalutato dagli organi di informazione di regime. Il continuo tira e molla fra la cancelleria di Berlino, la dirigenza della Bundesbank e il consiglio direttivo della BCE è solo una delle tante  variazioni sul tema dell’interminabile pantomima che si sta recitando in Europa da quattro anni a questa parte. Dato che per diversi motivi sarà impossibile raggiungere un accordo fra i contendenti, tutti sanno già che l’euro è una moneta morta e sepolta e si attende soltanto il momento più opportuno per comunicare agli ultimi sprovveduti la notizia definitiva del decesso: molti ventilano l’ipotesi che la fine dell’euro possa avvenire a novembre prossimo, nei giorni successivi l’elezione del presidente americano, per non aggravare ulteriormente questo delicato passaggio per gli Stati Uniti con un nuova crisi finanziaria globale. 


Qualora infatti la BCE rompesse gli indugi e contravvenendo agli ordini della Germania riprendesse ad acquistare titoli di stato sul mercato secondario, cosa avverrebbe concretamente nel sistema economico e finanziario dell’eurozona? Niente. Per un periodo limitato e in base alla capacità messa disposizione dalla stessa BCE, si ridurrebbero i rendimenti e gli spread dei titoli di stato scambiati sul mercato secondario e più attaccati dalla speculazione, ma non un centesimo di questi soldi andrebbe alle casse di uno o dell’altro stato in difficoltà per finanziare una qualsiasi opera pubblica, un piano di rinserimento al lavoro dei disoccupati, un incentivo alle imprese in crisi. La recessione rimarrebbe tale e quale, inchiodata agli indici di calo della produzione, riduzione dei consumi, aumento della disoccupazione con i quali puntualmente veniamo informati dagli stessi organi di stampa che dovrebbero rassicurarci sulla fine prossima della crisi. Un eventuale abbassamento degli spread non è detto che si trasferisca poi sui reali rendimenti con i quali il ministero del tesoro italiano sarebbe in grado di piazzare i suoi titoli di stato per un semplice motivo: ad acquistare i titoli di stato nelle aste primarie di collocamento sono sempre le stesse banche europee incastrate come criceti in questo circolo vizioso della crisi, mentre tutti gli altri operatori internazionali sono già fuggiti da un pezzo dall’eurozona per paura di fare la fine del topo. Anche queste cose le sanno un pò tutti e sono ormai di pubblico dominio.


La stessa asta dei BTP a 10 anni di ieri ha dimostrato che malgrado le continue oscillazioni dello spread stabilizzatosi oggi intorno ai 440 punti base, il rendimento dei titoli pubblici decennali che veramente pesa sui bilanci dello stato rimane inchiodato poco sotto il 6% (per la precisione il 5,82% dal precedente 5,96% dell’asta di inizio luglio). Ricordando che queste aste servono soprattutto a rinnovare il debito pubblico in scadenza, ribadiamo che non un centesimo va alle casse dello stato. Nel caso in cui si tratta invece di titoli di nuova emissione, l’obbligo del pareggio o addirittura surplus di bilancio impone al governo di trovare un’adeguata copertura fiscale per ogni centesimo speso, quindi l’effetto espansivo della spesa pubblica viene immediatamente sterilizzato da un equivalente quantità di tasse, che come risaputo hanno una ricaduta diretta sulla riduzione dei consumi. Con una mano il governo da e con l’altra toglie, annullando qualsiasi possibilità di avviare un percorso di ripresa economica.


Se analizziamo la situazione dell’eurozona nel suo complesso, notiamo un’altra volta che qualsiasi azione della BCE volta a ridurre gli spread attraverso acquisto di titoli di stato sul mercato secondario non risolverebbe nessuno degli squilibri macroeconomici (scarsa mobilità dei lavoratori, differenziali di inflazione) che sono endemici all’area valutaria non ottimale europea e hanno causato l’accumulo di debito estero nei paesi della periferia. Nessun governo, men che meno la Germania o la Commissione Europea, vuol farsi carico di affrontare seriamente questi problemi con un maggiore coordinamento delle politiche fiscali, l’unificazione del mercato del lavoro e delle norme previdenziali, i trasferimenti di capitali pubblici dai paesi in surplus ai paesi in deficit, programmi credibili di lotta alla disoccupazione, che secondo dati EUROSTAT è salita nell’eurozona ad un preoccupante livello record del 11,3%. Insistere ancora sulla leva monetaria come unica alternativa di sbocco della crisi finanziaria, significa continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto e rimandare di qualche mese il momento della disintegrazione definitiva dell’area euro. Anche se i tassi di interesse applicati al settore pubblico e privato dovessero progressivamente scendere ad una soglia più accettabile, non è detto che le famiglie e le imprese riprenderebbero a chiedere prestiti per consumi o investimenti, come se nulla fosse intanto accaduto in questi ultimi quattro anni. L’errore di far dipendere un’intera economia dall’attività creditizia delle banche può essere commesso impunemente in un periodo di espansione, ma non durante il difficile passaggio attraverso la recessione senza fine in cui si sta infilando l’Europa.


Se osserviamo il grafico sotto che confronta l’andamento dell’indice PMI (Purchasing Managers Index, indice composito dell’attività manifatturiera di un paese) con il prodotto interno lordo PIL dell’eurozona, salta subito all’occhio la contemporanea discesa dei due indicatori (i minori ordini, occupati, vendite nel settore manifatturiero implicano una caduta dei redditi aggregati), che confermano la tendenza definita da molti analisti internazionali come “double dip recession”, o recessione a W e a doppio minimo: una drastica contrazione iniziale seguita da una debole ripresa che si conclude con una contrazione ancora più profonda. Contrastare un fenomeno così complesso con le armi spuntate della BCE e rinunciare a priori a governare adeguatamente il ciclo economico in corso equivale ad abbandonare la nave insieme ai passeggeri nel bel mezzo della Tempesta Perfetta.






Non può essere inteso diversamente il viaggio della cancelliera tedesca Angela Merkel in Cina, che i giornali e le televisioni di regime italiani si sono affrettati goffamente a definire di difesa e promozione dell’eurozona. Secondo i giornalisti prezzolati al soldo degli inqualificabili apparati europeisti che ancora sono molto forti nel nostro paese, la cancelliera Merkel sarebbe volata a Pechino per convincere i cinesi ad investire in titoli di stato europei, mentre è evidente che la Germania stia lavorando per se e abbia intenzione di stringere importanti accordi commerciali con la Cina. Lo scopo non dichiarato ma palese dei tedeschi è quello di intensificare gli scambi e gli investimenti in oriente, con Russia e Cina in particolare, abbandonando a se stesso e lasciando alla deriva l’intero progetto eurozona, che si può ormai considerare virtualmente concluso e fallito (fallito per noi italiani, spagnoli, portoghesi, irlandesi, greci, non certo per i tedeschi, che con la forzatura della moneta unica hanno guadagnato tutto quello che potevano guadagnare). Su un ottimo articolo pubblicato sul sito Eurasia è spiegato benissimo questo cambio di strategia della Germania, ma ovviamente la lettura è consigliata a chi ha già capito quale sarà il finale della drammatica commedia dell’eurozona, piena di nani, ballerine e menestrelli di corte. Per gli altri rimane sempre l’altalena degli spreads o i vaticini dei “mercati” con cui divertirsi ancora per un po’.      



52 commenti:

  1. io avrei qualche domanda..

    per quale motivo lei non parla mai del fatto che abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre possibilità?

    lei pensa che Monti abbia sostanzialmente fallito la sua missione di risanare la situazione economica in Italia? quello che è poco chiaro è come mai voi economisti lo pensate mentre la quasi totalità degli italiani crede che Monti stia facendo un ottimo lavoro.

    leggendo i vari post mi par di capire che il problema del debito pubblico viene sottovalutato anche se lei scrive più volte prima che il problema è il debito privato e poi che il debito pubblico è un aggravante. non si capisce bene se questo debito pubblico sia un problema oppure no? puoi chiarirmi la questione?

    continua a scrivere - in buona compagnia con diversi economisti italiani e non - che la Germania ci ha guadagnato. per caso vorrebbe insinuare che l'unione europea è stata creata per favorire il marco e la germania? negando quindi che l'europa unità è un progetto per unire in concordia e armonia gli stati che ne fanno parte? i libri di storia dicono l'esatto opposto lo sa?

    non voglio tediarla ulteriormente.
    i rimedi ad ogni situazione ci sono. nel 2013 gli italiani sono chiamati a votare e ci sono valide alternative a questo governo.
    dal pdl fino al pd - supportato dall'ottimo economista Fassina. fino al movimento 5 stelle. però le faccio notare che tutti pongono dei paletti al proprio operato: prima si dimezza il debito pubblico e poi si pensa ai servizi, agli italiani, alla crescita.
    su questo punto come la pensa?
    crede che Grillo possa fare qualcosa per cambiare l'attuale status quo?

    Fernando

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    1. Ciao Fernando, innanzitutto grazie per le tue domande che sono tutte ben poste e argomentate...a cui cerco di rispondere così:

      1) Non mi risulta che dal momento dell'ingresso nell'euro fino allo scoppio della crisi nel 2008, noi (ma anche spagnoli, portoghesi, irlandesi e un pò meno i greci) abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, perchè i nostri salari reali (al netto dell'inflazione) sono rimasti stagnanti...il debito pubblico è sceso di un bel 5% grazie ad un'azione coordinata di aumento delle tasse e tagli alla spesa pubblica...quindi di cosa stiamo parlando??? Se qualcosa è cresciuto è il debito privato, ma lei è davvero certo che chi si indebita vive al di sopra delle sue possibilità??? E le rate del mutuo e gli interessi che deve pagare non li considera??? Che poi le banche abbiano avuto una certa convenienza a farci indebitare questo è un indubbio, perchè alla fine spetta sempre a loro l'ultima parola...diciamo quindi più correttamente che le banche hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, stimolando oltremisura la nostra propensione all'indebitamento, concedendo prestiti molto rischiosi, investendo in titoli che dire spazzatura è poco...poi è chiaro che per salvare le banche, anche gli stati hanno dovuto aumentare il loro debito pubblico, ma questo ripeto non c'entra nulla con il benessere dei cittadini, che sono sempre gli unici che perdono in questo giro di soldi: aumento delle tasse, taglio dei servizi pubblici, salari e tutele sindacali minori...cavoli, se questo significa vivere al di sopra delle proprie possibilità, non oso immaginare cosa voglia dire essere parchi e morigerati...

      2)Che Monti abbia fallito il suo programma non lo dico io, ma i numeri: tutti gli indici economici più importanti (PIL, disoccupazione, produzione industriale, inflazione) sono peggiorati...che poi gli italiani pensano che stia facendo un ottimo lavoro questo fa parte di un'atavica abitudine a saltare sul carro del vincitore, fosse anche il più brutale dei criminali che insidia il loro stesso benessere...non dimentichiamoci che la stampa di regime fa un continuo lavoro di lavaggio del cervello di queste menti fragili e facilmente influenzabili: in certi casi deve fare dei veri e propri salti mortali, perchè è davvero difficile sostenere che uno che ha fatto i numeri di cui sopra e lavora al servizio delle banche, stia facendo un buon lavoro negli interessi dei cittadini...ripeto, se lei fosse stato un anno su Marte, e ritornando qualcuno le farebbe vedere i numeri che ha fatto Monti, lei sarebbe ancora convinto che il bocconiano della Goldman Sachs, il quale blaterava che con le sue riforme avremmo avuto un aumento del PIL dell'11%, abbia svolto un buon lavoro???

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    2. 3) Il debito pubblico è un problema soltanto per le nazioni dell'eurozona che sciaguratamente hanno deciso di aderire a questa unione monetaria sgangherata rinunciando alla loro sovranità monetaria e politica...per tutte le altre "normali" nazioni del mondo, il debito pubblico del governo corrisponde esattamente alla ricchezza finanziaria netta del settore privato (al netto del saldo fra esportazioni e importazioni)...anche in questo caso sono i numeri e la logica a parlare (nonchè tutti i maggiori economisti del mondo...), non io: ma se uno stato può utilizzare liberamente la sua moneta, senza chiederla in prestito ai mercati come facciamo noi tristissimi europei, ma secondo lei dove andranno a finire tutti i soldi che lo stato spende in più di quello che incassa con le tasse??? Non andranno magari a finire anche nelle sue tasche, in senso diretto come aumento del reddito e indiretto come miglioramento dei servizi pubblici??? Certo, c'è il discorso degli sprechi, della casta e della corruzione, ma in quel caso esiste sempre la magistratura che deve fare il corso...davanti ai criminali anche i numeri si fermano...ma ripeto, se lei reputa che l'aumento del suo reddito favorito dall'aumento del debito pubblico rappresenta una sciagura nazionale ed esistenziale, non è agli economisti (ed io fra l'altro non lo sono, essendo soltanto un semplice ingegnere che ha la strana deformazione professionale di ragionare sui "dati" e sui "fatti") che deve rivolgersi ma ad un bravo psichiatra o psicanalista...come consiglio personale le suggerisco di leggere attentamente questo articolo sui bilanci settoriali per capire come funziona la relazione fra aumento del debito pubblico e aumento della ricchezza finanziaria netta privata (sempre nei paesi "normali", mentre in quelli stravolti, sfigurati dell'eurozona il discorso ha raggiunto picchi di assurdità mai raggiunti dalla specie umana in migliaia di anni di storia e progresso civile):

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/02/modern-money-theory-mmt-prima-lezione.html

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    3. 4) Guardi in 39 anni di storia personale, ho imparato con il tempo a diffidare di chi scrive libri di storia, economia, geopolitica etc cercando di capire bene la fonte e il possibile finanziatore di quell'opera (la casa editrice insomma)...lei non può sapere quante baggianate sono scritte sui libri di economia, che poi i poveri studenti imparano come fosse oro colato...sul fatto che la Germania sia l'unica ad essersi avvantaggiata dall'introduzione di una moneta unica in un'area valutaria del tutto squilibrata non penso che ci siano molto dubbi, sempre numeri alla mano...che poi la Germania abbia voluto di proposito l'unione monetaria per un proprio personale tornaconto, qui i dubbi sono legittimi...ma considerando che uno dei maggiori promotori di questa gabbia monetaria è stato il tedesco Kohl e che la Germania dopo l'unificazione del 1989 era una nazione praticamente a terra, indebitata con l'estero fino al collo, i dubbi si disciolgono come neve al sole...ricordi pure che il mortadella mercenario Prodi, l'uomo più indegno che l'Italia abbia mai conosciuto, era stato titubante fino all'ultimo ad entrare nel massacro europeista perchè l'Italia sarebbe partita con un handicap notevole (il debito pubblico che prima era la nostra ricchezza e poi è diventato la nostra croce), e se non fosse stato per l'intervento dei suoi "amici" Kohl e Mitterand (insieme a pacchi di soldi depositati in chissà quale paradiso fiscale...) a convincerlo ad entrare in questa "unione di pace ed armonia", l'Italia avrebbe potuto ancora salvarsi, come hanno saggiamente fatto Gran Bretagna e Svezia...in questo caso, per capire meglio di quali numeri sto parlando, legga pure questo articolo:

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/02/la-germania-non-e-mai-stata-la.html

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    4. Non vorrei deluderla, ma al momento vere alternative alla dittatura del pensiero unico europeista non ce ne sono...da SEL fino al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (ad esclusione della Destra di Storace...) è tutto un coro di sostegno al progetto europeista, con tutte le modifiche del caso (che non si capisce mai chi e come saranno apportate, visto che la Germania non ha intenzione di cambiare neppure una parola dei trattati mercantilisti e neoliberisti esistenti...) e un attacco alla casta, alla corruzione, al debito pubblico, considerati i veri mali dell'Italia...nessuno dice che questo male è diventato tale perchè noi abbiamo deciso politicamente che lo diventasse e se un giorno decidessimo invece di tornare indietro nei nostri passi, rinunciando alla forzatura innaturale della moneta unica e riprendendo la nostra naturale sovranità monetaria, quel male scomparirebbe...Beppe Grillo sta giocando un gioco molto pericoloso, perchè quando i suoi ingenui elettori si accorgeranno che i suoi attacchi alla casta sono funzionali al mantenimento dello status quo e della devastazione europeista, potrebbero abbandonarlo in massa...quando la gente si accorgerà che il prezzo da pagare per tenere in piedi questo folle totem dell'euro è la riduzione dei propri salari, delle condizioni lavorative e delle tutele, dei servizi sociali e assistenziali, dei beni pubblici, penso che ne vedremo delle belle e questi partiti corrotti e indegni, che ci ritroviamo fra i piedi e minano gli interessi del nostro paese in favore degli investitori esteri o dei poteri sovranazionali, dal PD al PDL, da SEL al Movimento 5 Stelle, potrebbero fare la fine del Pasok in Grecia, evaporandosi nel nulla (perchè sul nulla e sul raggiro dei propri elettori, è fondata la loro permanenza attuale)...sulla possibilità che presto possa nascere in Italia una vera "alternativa" al devastante disegno europeista non dispero, e sono piacevolmente a conoscenza che si stanno facendo passi importanti in questa direzione...ne riparleremo presto, quando il progetto di un nuovo contenitore politico, finalizzato a raccogliere il dissenso e tutto ciò che rimane dell'enorme tradizione culturale e intellettuale italiana (per intenderci, quei pochi o molti chissà che non hanno bisogno di uno psicanalista per liberarsi dagli istinti masochistici e dalle sindromi di Stoccolma varie, per capire come funziona l'economia)...l'importante nel frattempo è tenere alta la capacità di concentrazione, attenzione, la consapevolezza, la razionalità, per raccogliere a tempo debito quanti più reduci possibile...

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    5. quello che scrive, condito da dati, mi pare eccepibile. Il fatto è che non mi è mai capitato di leggere in un qualche giornale una disamina simile sull'attuale condizione economica e sulle sue cause, tanto meno di leggere delle fonti. Su Il messaggero ho trovato vari articoli, alcuni firmati da Prodi in cui si parla della situazione ma non si tratta di disamine ma di critiche all'attuale situazione. non si critica però Monti, solo ad un certo punto c'è una sorta di velata critica alla Germania che si sarebbe beneficiata dell'euro. Solo che - se non erro, Prodi è stato uno dei sostenitori dell'euro. non sarebbe stato il caso di fare un autocritica? visto che lui è stato al governo proprio nel periodo in cui si fissava il cambio tra euro e lira? anche Prodi è artefice di questo disastro, da come scrive pare che la colpa sia degli extraterrestri!!!
      vede.. fino ad oggi io neanche conoscevo questo blog quindi ciò che sapevo o che credevo di sapere deriva dalla stampa di regime e dalle chiacchiere varie.
      tra l'altro Fassina viene considerato da molti giornalisti un grande economista!
      forse mi sono fidato troppo della stampa italiana!
      ha mai pensato di scrivere in qualche testata giornalistica italiana?
      personalmente penso che susciterebbe l'attenzione di molti, sempre se non la epureranno come di solito si fa nei regimi.
      Grillo non mi convince - tornando al discorso dei partiti. non mi convince per niente! il suo sito è pieno di banner, il suo forum è moderato e censurato. non si conta la pubblicità a libri vari tutti a caro prezzo! mancano solo i gadget e le tazze con l'efige di grillo e siamo a posto!
      non capisco se vuole fare politica o marketing!
      probabilmente sarei dovuto andare dallo psichiatra se avessi continuato a leggere i giornali italiani.
      almeno una cosa buona l'hanno però: la carta è impareggiabile per incartare le uova!

      cordialmente
      Fernando

      nb: forse conta poco ma credo che possa aggiungermi ai lettori del suo blog, per quel che vale.

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    6. Perfetto Fernando, sono contento che siamo riusciti a sintonizzarci sulla stessa lunghezza d'onda e di averti fra i lettori di questo blog...ovviamente se la stampa di regime non fosse schierata e di regime e non fosse invasa da giornalisti incompetenti e cialtroni, non ci sarebbe bisogno di aprire blogs di approfondimento come questo, in cui si cerca di ragionare liberamente sugli eventi e quando possibile portare dati a conferma delle nostre tesi...quindi, grazie del suo consiglio, ma non penso che nelle testate italiane accoglierebbero una voce dissonante come la mia...
      Che Prodi sia uno dei maggiori artefici di questo disastro ci sono pochi dubbi e il fatto di gettare ora tutte le colpe sulla Germania, è solo un normale metodo di autodifesa: il mortadella ha paura, ha paura di venire fustigato in pubblica piazza ed essere costretto a lasciare l'Italia per sempre (come in Argentina fecero De la Rua e Cavallo, che si macchiarono di colpe simili)...perchè che le cose sarebbero andate così nell'eurozona, a vantaggio della Germania e a danno di tutti gli altri paesi della periferia, lo si sapeva fin dall'inizio...
      Come si sapeva che con l'introduzione della moneta unica e la fine dei meccanismi automatici di svalutazione/rivalutazione, l'unica arma che rimaneva ad un paese per recuperare competitività era la svalutazione interna dei salari...cosa che è avvenuta puntualmente senza peraltro ristabilire un equilibrio decente negli scambi commerciali interni all'eurozona...
      Grillo non convince per niente anche me, perchè più tempo perde nelle diatribe inutili con e contro la casta, e più aumenta il sospetto che la sua presenza sia funzionale a tenere in piedi il teatrino della politica e ad allontanare l'attenzione degli italiani dei problemi che contano davvero e da cui dipende il nostro futuro...ma ti sembra possibile che nel vortice di crisi finanziaria e sociale che stiamo vivendo, con tutti i consulenti in gamba che ha, Grillo non abbia avuto il tempo e la capacità di farsi un'idea di tutto ciò che sta avvenendo in Europa??? E il suo unico pensiero sia quello di dare dello zombie ad uno sfigato asservito e irrecuperabile come Bersani???
      Se la carta dei giornali ormai è buona sola per le uova, il blog di Grillo, come dice giustamente lei, serve solo per vendere libri e CD...tutto il resto è fuffa...peccato, perchè con tutto quel bacino di sostenitori che ha Grillo, il suo movimento avrebbe davvero potuto dare una svolta decisa al declino della consapevolezza e della capacità di reazione del popolo italiano...così invece serve solo da valvola di sfogo per impedire la sommossa popolare, che comunque da come si stanno mettendo le cose, Grillo o non Grillo, prima o poi ci sarà...

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  2. Ciao Piero:

    ottimo saggio breve come sempre.

    Cosa consiglieresti per avere un po' di bibliografia sull'argomento?

    Grazie mille!

    Roberto Seven

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    1. Ciao Roberto,
      non sono a conoscenza di un testo integrato sul funzionamento delle banche centrali, a parte le sezioni che sono riportate sui vari testi di macroeconomia (da Blanchard ad Acocella)...per cominciare potrebbe essere utile anche consultare lo statuto della BCE:

      http://www.ecb.int/ecb/legal/pdf/it_statute_2.pdf

      Leggere il libro "Modern Money Theory" di Randall Wray, che a parte ciò che arriva e viene divulgato in Italia di politica monetaria e funzionamento delle banche centrali ne capisce e come...

      http://neweconomicperspectives.org/bookstore

      Molto interessante anche il libro di Warren Mosler sulle "sette innocenti truffe mortali sulla Politica Economica", in cui vengono spiegati abbastanza chiaramente come avvengono questi meccanismi di circolazione delle riserve bancarie..

      http://neweconomicperspectives.org/bookstore

      Oppure consultare i documenti o i libri del maggiore esperto mondiale di banche centrali che è Scott Fullwiler:

      http://www.cfeps.org/ss2008/ss08r/fulwiller/fullwiler%20modern%20cb%20operations.pdf

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  3. Caro Piero,

    approfitto della tua competenza per chiarirmi un paio di dubbi .

    1) La banca centrale può regolare la liquidità del sistema attraverso le operazioni di mercato aperto: acquistando titoli immette liquidità, vendendoli la drena. chi obbliga le controparti ad acquistare i titoli venduti per drenare la liquidità? li acquistano solo per moral suasion o c'è un obbligo giuridico?

    2) che differenza c'è tra questi acquisti di titoli sul mercato aperto che la banca centrale può fare per immettere liquidità e gli acquisti sul mercato primario o secondario che configurano monetizzazione del debito degli stati e sono pertanto vietati?
    Dal senso generale del tuo post capisco che devono essere due cose completamente diverse, ma non riesco a capire bene la differenza.

    grazie per le risposte e complimenti per la tua chiarezza.

    franco

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    1. Ciao Franco,
      rispondo con piacere alle tue domande, che sono molto interessanti e precise:

      1) No, non c'è nessuna norma giuridica che obbliga le banche a comprare o vendere titoli dalla banca centrale in cambio di liquidità...dipende tutto da una questione di costi-benefici a mantenere liquidità in un deposito a basso rendimento presso la BCE (attualmente remunerato allo 0%, quindi infruttifero), rispetto all'acquisto di un titolo che sebbene più rischioso assicura un maggiore rendimento al suo possessore...discorso diverso meritano invece le operazioni che avvengono su iniziativa della controparte, anche chiamate di "fine tuning", in cui è la stessa banca centrale a richiamare all'ordine le banche che hanno difficoltà a mantenere una sufficiente quantità di liquidità per le normali attività operative di compensazione dei pagamenti con le altre banche: in questo caso la banca non può sottrarsi all'opera di aggiustamento della banca centrale, che per statuto ha l'obbligo di mantenere la stabilità finanziaria nel settore bancario e di vigilare sull'operato delle banche (in questo caso però non è la BCE a vigilare, ma le singole banche centrali nazionali aderenti al SEBC, Sistema Europeo delle Banche Centrali, rappresentato per l'Italia da Banca d'Italia). Le operazioni di fine tuning non sono però vere e proprie compravendite ma prestiti a durata prefissata, in genere del tipo pronti contro termine.

      2) la compravendita di titoli sul mercato aperto che la BCE può fare comprendono soltanto derivati e titoli privati, non titoli pubblici...in teoria, in effetti, nello statuto della BCE c'è scritto che la banca centrale europea non può effettuare l'acquisto diretto di titoli di debito pubblici presso i governi degli stati membri, che equivale a comprare direttamente nelle aste primarie di collocamento i titoli di stato...mentre nulla è riportato sulla possibilità di intervenire sul mercato secondario, per comprare o vendere titoli di stato già circolanti, cosa che ha giustificato per esempio l'inizio del programma SMP di acquisto all'ingrosso sul mercato secondario di titoli di stato dei paesi PIIGS...tuttavia se consideri che quando acquisti un titolo di debito da un intermediario è come se stessi finanziando direttamente il debitore, la BCE dovrebbe essere impedita per statuto ad acquistare titoli pubblici sul mercato secondario e da questi cavilli linguistici e tecnici dipendono gran parte degli scontri e delle incomprensioni tra la cancelliera tedesca, la dirigenza della Bundesbank e la stessa BCE...secondo i tedeschi il fatto che la BCE intervenga sul mercato secondario per acquistare oltre a titoli privati anche titoli pubblici è altamente irregolare e dovrebbe essere vietato sia per statuto della BCE che per rispetto dei trattati europei (articolo 123 del TFUE)...
      Considera però che questo pastrocchio giuridico ed istituzionale esiste soltanto nell'eurozona, perchè tutte le altre banche centrali "normali" del mondo quando fanno operazioni di mercato aperto possono comprare indifferentemente sia titoli pubblici che privati per rendere efficaci le loro strategie di politica monetaria...nel cosiddetto mercato secondario (che in Italia si chiama MOT, Mercato Obbligazionario Telematico) circolano sia titoli pubblici che privati che sono già emessi in prima battuta sul mercato primario di collocamento...

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    2. Io una domanda ancora su questo punto ce l'avrei. L'acquisto di titoli sul mercato primario finanzia direttamente lo Stato che li emette, ma invece i titoli acquistati sul mercato secondario non vanno a finanziare direttamente gli Stati ma semplicemente sostituiscono il detentore del titolo già emesso. A parte comportare l'abbassamento dello spread su quei titoli, lo Stato quale altro benefici diretto ne ha dallo scambio dei titoli di Stato sul mercato secondario in termini di rifinanziamento?

      Inoltre, è vero che la Bndensbank chiudeva in anticipo le aste primarie (per tenerne basso lo spread) e rivendeva direttamente sul mercato secondario i titoli invenduti? esistono altri precedenti di questo fenomeno? Rispetta gli accordi sul rifinanziamento degli stati o è una palese violazione?

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    3. Purtroppo nessuno...a parte l'abbassamento dello spread che potrebbe (ribadisco potrebbe, perchè le banche possono sempre accordarsi per manipolare le aste...) fare abbassare i rendimenti dei titoli collocati sul mercato primario, allo stato non arriva niente di ciò che accade sul mercato secondario...per lo stato cambia soltanto il creditore, che può essere una banca privata o la banca centrale, che in Europa con la BCE richiede fino al centesimo il rimborso dei titoli di stato a scadenza (a differenza di ciò che accade negli USA, dove la FED non chiede mai al governo di rimborsare i titoli scaduti, essendo questi ultimi usati per scopi di politica monetaria e non per finanziare il governo, che i soldi se li può creare tranquillamente dal nulla senza attendere nessuno...)
      Per quanto riguarda il discorso della Bundesbank, i trattati europei e lo statuto della BCE sono volutamente vaghi sull'argomento per consentire ai paesi più forti che possono permetterselo di utilizzare questi artifici...pure l'Italia si è fatta furba ultimamente utilizzando per quantità limitate di titoli, il giochetto di ritirarli preventivamente dall'asta per evitare il rialzo del rendimento...ma si vede che in quel momento, il ministero del tesoro non aveva urgenze di cassa, perchè se quei soldi servivano per rinnovare dei titoli di stato in scadenza o fare dei pagamenti improrogabili il ministero sarebbe stato obbligato a prenderli a qualunque rendimento richiesto dalle banche...la Germania ovviamente ha più successo di noi ad utilizzare questi stratagemmi perchè ha abbondante liquidità che può reperire da ogni parte, al tasso che più conviene loro e non è asfissiata come noi nei suoi conti pubblici...per maggiori chiarimenti, avevo già trattato tempo fa l'argomento in questo articolo:

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/01/la-germania-la-banca-ditalia-e-la.html

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    4. Grazie mille per la risposta, ma a questo punto mi scatta un altro ragionamento. Se la BCE garantisce l'acquisto dei titoli a 2 e 3 anni sul mercato secondario (come dichiarato poco fa) significa che per i mercati quei titoli diventano un investimento più sicuro, in quanto sanno che se le cose si mettono male, sul mercato secondario trovano sempre la BCE pronta ad accollarsi il titolo a rischio. Questo si ripercuoterà sulle aste primarie facilitando cmq il rifinanziamento degli Stati. Ciò non toglie che i popoli degli Stati non godranno mai di quei finanziamenti a fronte dei vari trattati e del pareggio di bilancio, ma questa cosa in un certo senso garantisce ancor di più la condizione contabile di stabilità dell'€. Ora anche per l'€ è più facile sopravvivere e anche un titolo Greco a 2 o 3 anni diventa un investimento sicuro (se la BCE rispetta quanto detto), in quanto alla sua scadenza, se lo Stato Greco non dovesse avere soldi per saldare il debito, posso sempre e cmq rivendermelo alla BCE. Corretto?

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    5. La parte iniziale del ragionamento è corretta...perchè per i mercati sapere che c'è un compratore con capacità illimitata è una certezza di poter rivendere il titolo a qualunque rendimento, almeno al di sotto della quota che BCE ha deciso essere di sbarramento(200-300 spread, questo non è stato ancora specificato...), perchè se io compro il titolo a 200 e in quel momento la BCE decide di non intervenire più sul mercato, è chiaro che potrei andare incontro a perdite qualora di lì a poco lo spread ricominciasse a salire...ovviamente c'è per questo motivo, un collegamento diretto fra ciò che avviene nel secondario e ciò che avviene nel primario, perchè io banca posso permettermi di comprare sul primario ad un valore poco più basso (quindi rendimento poco più alto), sapendo che poi posso rivendere sul secondario ad un valore poco più alto...ma non è così automatico come pensiamo, perchè nulla impedisce alle banche di fare offerte molto ribassiste, a valori non poco ma "molto" più basse, guadagnando poi "molto" di più rivedendo sul secondario...le banche rischiano di non aggiudicarsi l'asta, ma la propensione al rischio fa parte del loro mestiere, quindi per questo dico di non fidarsi troppo di ciò che accade sul secondario e valutare bene asta per asta a quale interesse medio il ministero del tesoro è riuscito a piazzare i suoi titoli...
      Che poi questi soldi non andranno mai allo stato per finanziare alcunchè questo lo sappiamo già: se servono a rinnovare il debito in scadenza è evidente che lo stato fa solo da intermediario fra il vecchio e nuovo acquirente del titolo, se questi titoli sono di nuova emissione, sappiamo che a fine anno lo stato deve trovare in qualche modo adeguata copertura...annullando in pratica l'effetto espansivo della nuova spesa effettuata...
      Sull'ultima questione invece mi sono perso un pò: "in quanto alla sua scadenza, se lo Stato Greco non dovesse avere soldi per saldare il debito, posso sempre e cmq rivendermelo alla BCE"...lo stato non può rivendere un titolo di cui non ha possesso, al massimo alla scadenza per pagare il titolare può emettere un nuovo titolo (meccanismo del rinnovo o concambio del titolo)...ma per il caso della Grecia questo è impossibile, perchè il rendimento dei suoi nuovi titoli per il momento è superiore al 20%, quindi alla scadenza dei titoli devono pagare e se non possono pagare, devono chiedere aiuto all'UE, con i vari fondi EFSF e prossimamente MES, per rimborsare i titoli scaduti...quanto prima scriverò un altro post sull'argomento per capire gli effetti dell'acquisto illimitato della BCE...

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    6. “ perchè se io compro il titolo a 200 e in quel momento la BCE decide di non intervenire più sul mercato “ ma se la BCE lo facesse verrebbe meno il senso di questa pratica anti-spread. Io credo che il fine ultimo della BCE sia quello di tutelare l'investimento dei dei finanziatori (che lo hanno messo li per quello) in modo che questi continuino a finanziare anche stati come la Grecia (che si sa, sono insolvibili).

      Sicuramente in merito alle speculazioni possibili hai ragione, ma non credo che alla BCE interessi realmente questa cosa. Secondo me tutto questo casino è nato semplicemente per garantire la solvibilità dei titoli (magari non necessariamente degli interessi; ma sempre meglio che strapparli) alla scadenza e incentivare (se possibile ma non necessariamente) un abbassamento dello spread (tanto per salvare la faccia). In tutti i casi è cmq un passo in più per evitare che il giocattolo si rompa (in senso contabile).

      QUANDO SCRIVI:[Sull'ultima questione invece mi sono perso un pò: "in quanto alla sua scadenza, se lo Stato Greco non dovesse avere soldi per saldare il debito, posso sempre e cmq rivendermelo alla BCE"] Intendevo dire che io (investitore privato) che ho in mano un titolo Greco prossimo alla scadenza, mi rendo conto della prossima insolvibilità del titolo da parte della Grecia. Anziché stracciare i titoli come l'ultima volta, mi presenterò sui mercati secondari chiedendo alla BCE di comprarselo lei (anche a un prezzo più basso di quando l'ho acquistato). Io così recupero l'investimento, la BCE lo farà a condizione però che la Grecia applichi chissà quale riforma e il processo di feudalizzazione può continuare senza il rischio che i finanziatori dei debiti perdano l'investimento. Io l'ho immaginata così.

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  4. grazie,chiarissimo.
    ancora una domanda che mi è venuta in mente: a volte si legge che alcune operazioni della banca centrale vengono sterilizzate.
    Non sono mai riuscito a trovare una buona spiegazione del significato di questo termine (anche se a grandi linee mi pare di capire che vuol dire annullare alcuni effetti dell'operazione) e della tecnica mediante la quale queste sterilizzazioni vengono effettuate.

    Ho letto l'interessante articolo su eurasia,e se mi consenti una considerazione in parziale dissenso con la tua convinzione che l'euro abbia i mesi contati, ritengo che la germania abbia ancora troppo bisogno di controllare il suo giardino di casa (che siamo noi) per rompere il giocattolo che le consente una moneta sottovalutata, un mercato europeo che comunque è ancora importante e la neutralizzazione di potenziali pericolosi concorrenti. Altrimenti avrebbe già lasciato che si rompesse l'anno scorso a novembre senza forzare l'insediamento dei governi Quisling d'Italia e di Grecia. per cui temo che se l'iniziativa non parte da un paese del sud (ma non vedo quale) la situazione attuale è destinata a perdurare. Spero di sbagliarmi.....

    grazie ancora e ciao

    franco

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    1. Per sterilizzazione di una certa operazione finanziaria si intende appunto l'annullamento degli effetti provocati: si usa spesso per descrivere le politiche espansive della banca centrale, che una volta che ha immesso nuova liquidità nel sistema finanziario, deve trovare il modo a tempo debito e quando necessario, di ritirare quella liquidità tramite vendita di titoli pubblici e privati...sterilizzare la liquidità, significa quindi rendere il mercato più illiquido tramite immissioni di titoli...
      Sulle reali intenzioni della Germania, le ipotesi possono essere tante e variegate...certo il fatto che la Germania la stia tirando così a lungo per l'approvazione del fondo di salvataggio MES, significa che tanto fiduciosi a tirare fuori altri soldi per il salvataggio dell'eurozona non sono...vedremo cosa deciderà in proposito la corte costituzionale tedesca di Karlsruhe...la Germania sta solo cercando di temporeggiare, lo fa da quattro anni a questa parte, perchè si vede che non hanno preso ancora una posizione decisa e convinta sul futuro dell'eurozona e non sanno ancora se i margini di mercato che perderebbe in Europa con la fine dell'euro, possano essere recuperati sul versante orientale...nessuno sa quanto possa durare questa situazione di stallo, ma che la Germania abbia messo in conto e stia studiando con attenzione le conseguenze della fine dell'euro, questo è indubbio...

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  5. Ecco cosa pensa in proposito Gianfranco La Grassa : l'importante e' stabilizzare il predominio statunitense in Europa, da ottenersi tramite lo scnquasso del nostro continente,la conflittualita' tra i vari paesi europei, della quale va tenuto presente soprattutto il suo scopo principale : impedire una qualsiasi velleita' tedesca ......piu' che le manovre al suo interno , sono da sviluppare - da parte di chi (gli USA di Obama in testa ) la vuol tenere in condizione di permanente soggezione -
    Operazioni nell'area della sua possibile maggiore influenza,quella europea appunto.L'Italia serve pure a questo fine......e' necessario che sia indebolita politicamente e, soprattutto, che non trovi altri paesi, interessati ad una autonomia nazionale, con cui allearsi in futuro. Quanti piu' ostacoli, e magari nemici, tale paese trova nell UE, tanto meno riuscira' a sviluppare una politica verso est, verso la Russia, evento che gli USA faranno di tutto per impedire.

    sic stantibus rebus...povera Angelona!!

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  6. Ovviamente questa e' un'analisi di stampo veteroantiamericanista ...

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    1. Ma a me convincono più queste analisi "di stampo veteroantiamericanista" http://www.conflittiestrategie.it/e-possibile-rispondere-scritto-da-giellegi-il-22-agosto-12 che tante altre di stampo "antigermanista" a prescindere

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    2. Sapete cosa vi dico, anche a me cominciano a convincere sempre di più le ipotesi veteroantiamericaniste e la previsione di tenere lo stallo in Europa fino alle prossime elezioni presidenziali in USA...certo ciò non significa che la Germania non abbia le sue colpe nel disastro che sta avvenendo nell'eurozona, ma che in un certo sia essa stessa vittima della fobia imperialistica americana, che vuole mantenere la sua presenza nel Mediterraneo...insomma l'Italia si trova proprio in mezzo fra l'incudine e il martello: da una la follia imperialistica americana e dall'altra la pazzia mercantilista e monetarista tedesca...mi sembra di vedere l'Italia non ancora sovrana e unita dei primi dell'Ottocento, quando era stretta dall'opprimente presenza austriaca e dalle ambizioni imperialistiche di Napoleone...a quel tempo ci salvarono la sconfitta di Napoleone a Waterloo, i moti rivoluzionari e i carbonari, sarà ancora così anche questa volta?

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  7. Grazie per aver messo il link...ovviamente ho citato questo articolo perche' lo trovo molto convincente...mi sono data della veteroantiamericanista da sola per non farmelo dare da qualcun altro, sai e' gia' successo....

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    1. Ho visto che il link mancava e ho provveduto. Sì, l'"autoironia" l'avevo colta.

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  8. Quello che farà Monti in questi giorni intaccherà seriamente "il mio equlibrio psichico"....Il "regnante" convoca tutti...e si parla già di "patto per la produttività"....per crescere tutti insieme...(dove dobbiamo andare?)...sarà la comunicazione ufficiale per il via alla svalutazione "finale" del mondo del lavoro e di tutto il resto...Sono sicuro che convincerà tutti (almeno quelli che "il monarca" ritiene importanti). Non se ne può più...sinceramente...

    Comunque...ottimo articolo, come sempre Piero...

    Saluti Santo

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    1. Ogni volta che sento parlare Monti e la sua cricca di "produttività" mi viene la pelle d'oca, perchè so già dove vogliono andare a parare...e dove altrimenti, visto che l'unico elemento per aumentare la produttività in Italia è solo la deflazione dei salari e delle condizioni contrattuali...e considerando che anche così la produttività non migliorerà, perchè le vendite non ripartono, so già che continueranno con altra stretta sui salari, svendita del patrimonio pubblico, aumento delle tasse, facendoci sentire in colpo perchè la produttività non riparte...qualcuno spieghi a quell'uomo, a quel mercenario della Goldman Sachs, che gli italiani stanno cominciando a capire che tutte le grandezze che contano in economia (debito/PIL, deficit/PIL, produttività...) sono spesso il risultato di un rapporto e un rapporto è formato da numeratore e denominatore...se agisci su uno solo dei due fattori non è detto che il rapporto migliori!!! Cavoli, non ci vuole mica una cattedra alla Bocconi per capire questi due elementi base di algebra...speriamo che gli italiani riprendano presto in mano i libri delle elementari e caccino via a pedate questi impostori...

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    2. Ogni volta che sento parlare di produttività, metto mano alla pistola ...

      Roberto Seven

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  9. Ottima argomentazione come sempre, in Italia la scena e' sempre la stessa come nel "gattopardo" tutto cambia, ma alla fine del tran tran non e' cambiato niente. Ma la cosa piu' sconvolgente e', che con il passare del tempo i telegiornali sono tutti uguali e in realta' di informazione, quella vera, non c'e' piu' dadecenni. I giornali, lasciamo perdere, a parte qui e pochi altri siti. In questi ultimi decenni con tutta questa apatia che ci hanno inculcato, la parola cambiamento o rivoluzione, da parte dei cittadini Italiani la trovo impossibile pero' lascio questo link http://www.facebook.com/CATENAUMANA.PARLAMENTO.ITALIANO per il 29 settembre di quest anno , sara' un altro sfacello, o sara' un ennesimo buco nell acqua???? Tanto in italia a forza di sperare siamo in queste condizioni e peggio di cosi'...
    State facendo della vera informazione,non fermatevi!!
    Il_cecche

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    1. Ogni manifestazione di vitalità e reazione civica è sempre benvenuta...certo però se i giornali di regime continuano a martellare sulla minaccia psicologica della svalutazione della nuova è difficile che gli italiani capiscano che questa benedetta svalutazione del 20% è il sacrificio necessario per uscire dal baratro in cui ci siamo infilati e ricominciare un nuovo percorso sociale, economico, politico...ogni volta che mi imbatto in uno di quei sprovveduti lettori di Repubblica che dicono che con la nuova lira e la svalutazione saremmo tutti sotto i ponti, chiedo cosa si aspetta di avere rimanendo nell'euro: "la crescita", risponde..."e come?" ribatto io..."e che ne so io, mica sono un economista" conclude lui, alzando le spalle...e allora ti accorgi che ancora c'è tanto da lavorare...io non smetterò mai di raccontare lucidamente e descrivere obiettivamente ciò che sta accadendo intorno a noi, perchè è nella mia natura, ma voi non smettete mai di chiedere, informarvi, confrontarvi con gli altri, perchè ripeto, c'è ancora tanto da fare e questo lavoro lo dobbiamo fare insieme...

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  10. Caro Piero,
    analizzavo con attenzione il tema delle elezioni americane come colonne d'Ercole o più facilmente come de profundis per l'€. C'è una cosa che non capisco: a quale dei due contendenti converrebbe subito la rottura della moneta unica, dal momento che poi vi sarebbe subito un problema anche per Romney od Obama?
    L'altro tema: secondo te sarà una rottura pilotata oppure no? In caso di rottura caotica cosa cambia dal punto di vista pratico?
    E' possibile che, come ha detto Tremonti a Paolo Savona, effettivamente vi siano piani per l'uscita dell'Italia in autonomo? E in tal caso, convinzione personale, credi che il punto primo delle cose da stdiare debba essere l'indicizzazione dei nuovi salari ed una ipotetica svalutazione?
    Scusa per le tante domande, ma siete in pochi che riuscite a rispondere ai dubbi di chi come me fino a qualche tempo fa era impaurito a morte da una uscita dalla moneta unica mentre oggi no, sebbene capisca che non sia una passeggiata di salute.
    Dopo poi che sabato scorso ho parlato con una persona a me vicina di ritorno dalla Grecia e che mi ha raccontato esattamente come stanno le cose anche nelle isole più ricche come Creta, la volontà di uscita è ancora più forte.
    Grazie
    Davide

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    1. Ciao Davide, ovviamente l'ipotesi dell'attacco finale delle banche americane per far cadere l'euro dopo le elezioni presidenziali è solo un'ipotesi e va trattata come tale...gli Stati Uniti sono stati sempre favorevoli all'introduzione di una moneta unica forte in Europa perchè secondo i loro piani ciò avrebbe avvantaggiato le loro esportazioni, ma dopo la recessione che ha coinvolto la periferia anche i vantaggi americani sono finiti ed è rimasto soltanto lo scenario di una prossima colonizzazione tedesca...a questo punto per gli Stati Uniti sarebbe molto più conveniente interrompere qui il progetto un pò azzardato dell'euro, per riprendere quantomeno il controllo della periferia e sottrarlo ai tedeschi...
      Credo che oggi come oggi tutti i paesi più importanti, comprese le banche e le multinazionali, si siano già attrezzati per fronteggiare l'evento della fine dell'euro, quindi la possibilità che ciò accada in modo caotico e imprevisto è molto limitata...la differenza è che se la rottura dell'euro avviene in modo caotico si interrompe per un certo periodo il flusso dei pagamenti e l'attività produttiva, mentre al contrario in caso di rottura pilotata si renderanno minimi i danni derivati dall'interruzione produttiva durante la transizione alla nuova moneta...l'indicizzazione dei salari potrebbe essere il metodo più efficace per proteggere i salari delle fasce più deboli della popolazione, insieme ovviamente ad un maggiore controllo sui prezzi e sulla movimentazione dei capitali e dei beni dall'estero...tecnicamente con una gestione attenta durante il periodo di transizione, la svalutazione della nuova lira rispetto al marco non dovrebbe superare il 20%, poi tutto dipenderà dalla reattività delle nostre imprese a cogliere il momento favorevole per le esportazioni e dalla libera fluttuazione della lira sui mercati valutari...se noi manteniamo alto o quantomeno stabile il livello delle nostre esportazioni rispetto alle importazioni, rischi di ulteriori svalutazioni non ce ne saranno, perchè gli stranieri dovranno domandare lire per pagare le nostre esportazioni e il valore di cambio rimarrà sostenuto...

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  11. Scusa, Davide, se intervengo (non certo al posto di Piero), ma a mio avviso una eventuale rottura dell'euro darebbe più fastidio ad Obama (il quale è più volte intervenuto anche rimbrottando la linea dura della Merkel & C.)che si troverebbe con una grana in più in piena contesa elettorale, mentre Romney non avrebbe da gestire il patatrac, che sarebbe già avvenuto. Questo per quanto riguarda il duo, mentre a livello complessivo di politica economica Usa credo che l'euro così come è, ossia sopravvalutato rispetto al dollaro, vada bene agli Usa, anche perché a livello monetario di scambi internazionali l'euro non ha mai scalfito la supremazia del dollaro.

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    1. Roberto intervieni pure quando vuoi al posto mio, anche perchè la struttura dei commenti aperti a cascata serve proprio a questo e i tuoi interventi sono sempre precisi e puntuali, almeno se non più dei miei (purtroppo non ho la sfera magica e il confronto aperto con voi serve appunto ad arricchirci, a scambiarci informazioni e a conoscere insieme ciò che magari non conoscevamo o sui cui non avevamo mai riflettuto)...per quanto riguarda gli USA, è chiaro che la rottura dell'euro sarebbe adesso, in piena campagna elettorale, una disgrazia sia per Romney che per Obama...tuttavia sulla possibilità che dopo le elezioni, l'atteggiamento degli USA nei confronti dell'euro potrebbe cambiare repentinamente non sarei così categorico: in fondo il fatto di avere un dollaro svalutato e non potere esportare in Europa perchè in recessione non serve a nulla agli USA, mentre il timore degli americani è che in questa situazione di stallo europeista gli unici a guadagnare sarebbero i tedeschi, sia con un'espansione diretta nella periferia e con la lenta marcia verso oriente...il blocco Germania, Russia, Cina potrebbe diventare troppo pericoloso per gli Stati Uniti, che con la fine dell'euro avrebbero invece di nuovo la possibilità di creare un cordone di sbarramento che dal Mediterraneo arriva fino in Iran (teatro purtroppo, secondo molti, della prossima campagna imperialistica americana, per frapporsi appunto fra la Russia e la Cina, e la stessa Germania, che ultimamente sta intensificando i suoi scambi in quella direzione...)

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  12. Gentile signor Piero Valerio, spesso ripropongo le sue considerazioni ad altri per divulgare la chiarezza delle sue analisi, ma mi viene spesso richiesta l'autorevolezza della fonte. Su internet ho constatato che vi sono poche informazioni su di lei e mi chiedevo se fosse possibile avere maggiori informazioni sul suo profilo professionale e o accademico. Ringraziandola infinitamente per il lavoro svolto fino ad adesso, le porgo cordiali saluti.
    Massimiliano

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    1. Ciao Massimiliano, intanto diamoci del tu così eliminiamo un pò di fastidiose formalità e accorciamo le distanze (sempre se ti va...)...hai perfettamente ragione sul discorso dell'autorevolezza della fonte, perchè io sono rimasto molto vago sulle informazioni personali e sul mio profilo professionale, per creare un pò di mistero sulla mia figura...scherzo, naturalmente!!! La verità è che la ragione che mi ha spinto ad aprire questo blog è stata la mia intenzione di creare uno strumento di divulgazione che si frapponesse fra i blog troppo tecnici (quelli curati dagli economisti di professione, sia italiani che esteri, che sono fatti benissimo ma a volte utilizzano un linguaggio troppo criptico e inaccessibile per soli iniziati...) e i blog troppo discorsivi che non hanno una base solida di teoria e di dati...il fatto dunque della mia competenza o autorevolezza personale mi sembrava irrilevante, perchè io in verità non mi invento nulla e faccio solo da tramite fra ciò che dicono e studiano i tecnici e ciò che per la gente è utile sapere (almeno secondo me)...non volevo insomma che la mia figura diventasse ingombrante e deviasse l'attenzione dai fatti su cui intendevo invitare a ragionare: se un fatto è irrazionale, assurdo, contraddittorio è assolutamente irrilevante se sia stato pinco pallo o caio sempronio, un professore di economia o un semplice passante, a rimarcare quel fatto, ma è il fatto stesso che merita di essere discusso o dibattuto...concordi???
      Detto questo, mi pare corretto fornire una mia breve scheda personale che possa tranquillizzare un pò tutti sull'attendibilità delle cose che scrivo:
      - 2001 laurea in ingegneria gestionale con il massimo dei voti presso l'Università di Palermo, con specializzazione in produzione industriale
      -2004-2005 Master in gestione bancaria presso l'istituto Euros di Milano, in cui ho approfondito tutte quelle questioni legate al funzionamento delle banche commerciali e centrali e dei mercati finanziari (per intenderci, fu in quella occasione che un docente mi disse che la questione monetaria è talmente complessa che è impossibile "prendere il toro per le corna"...stimolando in pratica la mia curiosità a continuare gli studi in questo campo...)
      -dal 2002 in poi ho lavorato presso aziende multinazionali nel campo dell'organizzazione delle risorse e della gestione finanziaria, in banche commerciali e finanziarie specializzate al credito al consumo (ahimè, concedevo prestiti a tasso spesso usuraio...) fino alla svolta nel 2009, in cui ho iniziato a lavorare nel settore delle energie rinnovabili, occupandomi dell'iter burocratico e finanziario di installazione di impianti fotovoltaici di media e grande dimensione, cosa di cui mi occupo anche oggi, svolgendo principalmente attività di libero consulente...
      Tuttavia il mio costante impegno sociale, la mia conoscenza del funzionamento dei principali meccanismi bancari e finanziari, la mia passione per la scrittura, per la lettura e la conoscenza in genere, mi ha portato fin qui...e sinceramente, nonostante ti assicuro che mantenere un blog e aggiornarlo con costanza con contenuti validi sia un lavoro massacrante, non intendo fermarmi...ed è per questo che confido sempre nella vostra collaborazione per migliorare il blog, stimolare il dibattito, e mantenere alta la qualità delle informazioni fornite...spero di avere esaudito la tua richiesta, ma per maggiori informazioni sul mio profilo personale sentiamoci pure in privato (l'e-mail è riportata sotto)...per quanto riguarda invece le persone che ti richiedono l'autorevolezza della fonte, ricorda pure loro che sono i "fatti" ad essere autorevoli e non le persone che li esprimono...invitandoli a discutere, a ragionare sui fatti e a cercare di contraddirli eventualmente con fatti ugualmente autorevoli, razionali, comprensibili!!!

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    3. Grazie mille per la risposta Piero. Continuerò a seguirti.
      Buon Lavoro
      Massimiliano

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  13. Caro Piero ti riporto un commento, che rispecchia l'ideologia tipica del piddismo dilagante che imperversa quasi l'intera classe politica nazionale, è un commento ferocemente contro l'ipotesi di uscire dall'euro, di un certo Julius Franzot:

    "Quello che dite non ha senso. Volete scambiare un´Europa sicuramente non ottimale con la Mafia? Solo un rafforzamento europeo ed una perdita della sovranita´degli Stati Nazionali puo´salvare la parte sana della repubblica italiana dal disastro. Volete la Lira? Allora volete che la Banca d´italia sia libera di svalutare (= produrre inflazione) la stessa, annullando i vostri risparmi? Volete la Lira? Allora volete che, invece di innovare i prodotti, la ditte italiane si basino sul dumping di prodotti obsoleti per esportare in Paesi ancora meno sviluppati. Volete uscire da Schengen? Allora volete essere angariati, come al tempo delle criminali leggi valutarue da doganieri meridionali che non vogliono altro che dissuadere la gente dal passare le frontiere, per paura che siano intaccati dal virus della maggior liberta´ ed efficienza, ottenendo solo 2 risultati: indurre chi ha soldi ed una ditta propria ad esportarli con sovra- e sottofatturazione e condannare chi viaggia per cultura e turismo alla provincializzazione, impedendogli quei contatti con le altre Regioni europee che servono soprattutto ad ampliare l´orizzonte di chi e´ cresciuto solo con spaghetti e mediaset. Sveglia!"

    Commento su : http://www.lindipendenza.com/italia-fuori-dalla-ue-e-dalleuro-per-poi-rinegoziare-a-condizione-diverse/

    Se questo commento rispecchia il 90% dell'opinione pubblica, allora non meravigliamoci che potranno fare anche a noi italiani, peggio dello scempio devastante attuato in Grecia, anche per i prossimi anni. E persino Gold-Monti ci apparirà come il meno sanguinario e criminale dei premier!!!!

    Che desolazione!!!!!!!

    saluti.

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    1. Nicola, purtroppo hai ragione...ci troviamo di fronte a persone che cercano di banalizzare questioni che sono invece molto complesse e delicate, nel tentativo di distrarre l'attenzione e creare consenso intorno alle classiche paure per la svalutazione, l'inflazione, la chiusura con l'estero...ripeto si tratta solo di una moneta, l'euro è solo una moneta, nient'altro che una moneta fra le altre undici che circolano liberamente in Europa...ora credere che tutte le disgrazie e le fortune di un paese possano dipendere dall'utilizzo o meno di una moneta, per giunta straniera, mi sembra un modo piuttosto deprimente di affrontare il dibattito... basterebbe citare il classico esempio della Norvegia o della Svezia, che con le loro belle monete nazionali continuano a vivere e prosperare tranquillamente, per zittire questo menagramo di sventure apocalittiche, tipiche del medioevo...cerchiamo invece di portare il dibattito sull'opportunità o meno di utilizzare una moneta straniera e di affidarsi soltanto ai mercati internazionali dei capitali per condurre la gestione interna dei propri affari, dei propri servizi e investimenti pubblici, delle proprie garanzie costituzionali e giuridiche...se Banca d'Italia in accordo con il Ministero del Tesoro facesse bene il suo mestiere, non avrebbe alcun senso avere paura dell'inflazione, del collasso economico, dell'isolamento, perchè alla fine la moneta è solo uno strumento, mentre come sempre sono gli uomini che fanno la differenza...cominciamo a mettere gli uomini giusti al posto giusto, cominciamo ad utilizzare lo strumento più adatto per gestire uno stato democratico economicamente sviluppato che è la moneta sovrana, e poi vediamo se questi menagrami avrebbero ancora successo a gettare paure e anatemi fra la gente...certo se a Banca d'Italia e al Governo mettiamo degli uomini che sono al servizio dei poteri forti sovranazionali che non hanno alcuna empatia con il loro popolo e rispetto per il proprio paese, è chiaro che non faranno mai i nostri interessi e un ritorno alla lira sarebbe oggi come oggi, ma anche domani, devastante...ma cominciamo a cambiare gli uomini, la mentalità, la visione del nostro futuro e poi vedrai che il ritorno alla lira diventerà solo una naturale conseguenza di questo cambio radicale di prospettive...la gente deve cominciare a capire che il proprio futuro non può essere delegato ad altri, ai mercati, ad una moneta straniera, perchè poi alla fine ci ritroviamo per forza di cose incapaci di gestire il nostro presente...ed è quello che è accaduto qui in Italia da 30 anni a questa parte...con tutti questi menagrami che si divertono ad aizzare le persone gli uni contro gli altri, con discorsi che in un normale paese civile e democratico sarebbe liquidati in pochi secondi...l'inflazione? Il debito pubblico? Mi vuole dire cortesemente tale Julius Franzot quale inflazione hanno in Giappone con un debito pubblico del 220%? Rispondo io: 1% circa. E quanto sono quotati i loro titoli di stato? Rispondo sempre io: 1% circa. Discorso chiuso. Ripeto, il ritorno al medioevo qui in Italia non può e non deve funzionare e il compito di evitare la diffusione della peste spetta a noi...

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  14. Ottimo articolo, seguo la MMT da parecchio tempo ormai, ma temo che come al solito ci si renderà conto della sua importanza quando ormai ci sarà ben poco da fare. La nostra classe politica è nella totale ignoranza di essa, e i pochi che la conoscono la evitano per i ben noti motivi. Il primo paese europeo che ne farà tesoro avrà i maggiori benefici, e temo che sarà proprio la germania a dare il ben servito a tutti ovviamente dopo aver sostituito i suoi euro in cassa con i più solidi dollari.

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    1. Per quel che sappiamo, la Germania utilizza metodi keynesiani di sostegno alla sua economia dal lontano 2007, anno di inizio della crisi, aumentando il suo debito pubblico del 20%, dal 60% di debito pubblico/PIL all'80% odierno...i tedeschi mica sono scemi, adottano politiche espansive anticicliche all'interno dei propri confini e impongono l'austerità all'esterno... per quanto riguarda l'investimento in dollari, penso che non sia molto gradito dai tedeschi che sono amanti delle monete forti: vedi alla voce franco svizzero o corona norvegese... comunque sì, che la MMT, insieme alla finanza funzionale e al classico approccio keynesiano alla spesa pubblica, sia il miglior metodo per affrontare una crisi e creare le premesse per un maggiore sviluppo e la piena occupazione non ci sono dubbi...la cosa più importante è creare maggiore consapevolezza intorno a questi temi e conoscere anche le controindicazioni che comportano, perchè è chiaro che la MMT, come tutte le cose, se usata in modo esageratamente espansivo e senza opportune limitazioni sul controllo dei capitali e delle merci comporterebbe dei seri problemi di stabilità di cambio della moneta...

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  15. Ciao piero di segnalo questa perla :
    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1JR3V2
    (poi la commento...)

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    1. Robert, grazie per la segnalazione, l'articolo è molto interessante per capire in quale guazzabuglio di confusione si stiano muovendo oggi i banchieri e tutti i loro scagnozzi al governo...allora il simpatico dirigente di Banca Intesa dice prima che il divorzio fra Banca d'Italia e Tesoro del 1981 è stato un bene perchè non è giusto che una banca centrale finanzi i disavanzi pubblici di uno stato (giusto per chi??? Per i banchieri forse che si sono arricchiti speculando sui maggiori interessi corrisposti sui titoli di stato, non certo per i cittadini che quegli interessi li dovevano pagare...)...poi però ammette che l'intervento della BCE sul mercato secondario è necessario per tenere bassi gli spread e allontanare gli speculatori che mantengono posizioni corte sull'euro e sui titoli in euro...quindi deciditi sto matrimonio fra la banca centrale e i governi s'ha da fare o non s'ha da fare??? Ni, lui risponde ni, si deve fare ma con delle precise condizionalità di controllo dei bilanci pubblici...ma io mi chiedo, se una cosa è sbagliata in assoluto, cioè secondo le idee strampalate dei banchieri e dei tecnocrati il finanziamento dei disavanzi pubblici da parte delle banche centrali, lo dovrebbe essere sempre e in qualsiasi condizione....ammettere invece che in certe condizioni è necessaria, significa dire che quella cosa così ripugnante (il matrimonio sacrilego fra banca centrale e governi, che a dispetto dei bacchettoni europei si celebra con grande goduria ogni giorno in tutto il mondo) non era sbagliata in assoluto...o mi sbaglio? Fantastica poi la chiusura con la maggiore produttività e la conquista dei mercati esteri, che dovremmo garantire con i tassi di interesse più bassi, perchè è da sballo...nella parte iniziale il banchiere dimezzato (a livello cerebrale, intendo) dice che la domanda aggregata mondiale è in calo per via della crescita ancora sostenuta negli Stati Uniti ma in flessione nei paesi emergenti, e poi però chiude dicendo che dobbiamo essere più produttivi (quindi produrre più beni con un costo unitario del lavoro più basso), ma per venderli a chi???? Se lui stesso ha ammesso che la situazione economica non è esaltante, mi vuole spiegare a chi diamine dovremmo vendere i nostri benedetti prodotti in eccesso che costeranno pure meno, ma saranno pure sempre meno quelli disposti a comprarli??? Ovviamente, il discorso implicito è che visto che il volume produttivo sarà uguale o addirittura minore, questo aumento di produttività si dovrà ottenere sempre nel solito modo: deflazione dei salari...geniale il banchiere, il suo è un concentrato di Monti-pensiero e di Piddino-pensiero...

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  16. Si, guazzabuglio di confusione...soprattutto nella mia testa. Che dire dei misteriosissimi ELA ? Pare che quello che non puo' entrare dalla porta puo' entrare dalla finestra...purche' avvenga nel piu' assoluto segreto, per non spaventare i mercati, e che alla fine tutto si puo' fare basta che nessuno lo venga a sapere. Un sistema basato sull'ipocrisia. Nonostante tutta questa impenetrabilita' sono sicura che tu sei bene informato anche su questo....?

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    1. ELA, SMP, LTRO...sempre la mano del buon Mario Draghi c'è dietro queste sigle, perchè la BCE sta tenendo in piedi la baracca, dando continuamente soldi alle banche...ELA è in un certo senso legato con il sistema TARGET2, perchè le banche che rimangono a secco di riserve possono rivolgersi alla rispettiva banca centrale per avere dei rifinanziamenti straordinari...il problema è che la banca centrale sta sopperendo a due fenomeni contemporaneamente, dato che nessuno investe più nella periferia: la fuga dei capitali e i passivi delle partite correnti...in pratica, stringendo il discorso, è la stessa Germania tramite la BCE a finanziare forzosamente questi stati con nuova liquidità fresca di pacca, perchè dall'estero e spontaneamente non arriva più niente...una situazione malata che conosciamo già e spetta solo ai tedeschi dire che quando bisogna staccare la spina...

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  17. Noi a discutere e ad approfondire queste questioni vitali, e la nostra classe politica a sprecare energie mentali tra legge elettorali e possibili alleanze elettorali...

    Come il solito complimenti Piero.

    DAVID

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    1. Speriamo di gettare le fondamenta perchè si crei una nuova classe dirigente...magari chissà i bambini di oggi si metteranno un giorno a cercare su internet di capirci qualcosa e cercando, cercando, scopriranno che prima di loro, ci sono stati tanti altri che prima di loro avevano cercato di capire e trovare soluzioni...chissà se riusciremo mai a vederla crescere questa mitica nuova classe dirigente!!!
      Su quella attuale niente da dire: ma dirigente di che??? Premere un pulsante a comando in parlamento significa dirigere e indirizzare un paese????

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  18. salve piero, trovo interessante quello che scrivi e come lo scrivi, però credo che le tue critiche al m5s sono eccessive, il loro proselitismo parla la stessa tua lingua, praticamente affrontano il problema dallo stesso punto di vista. Ho frequentato alcune riunioni, e mi sembrano convincenti e molti di loro con nessuna esperienza politica, la tempesta perfetta me l'hanno spigata loro molto bene e ritrovo evidenti amnalogie nel tuo interessante post, non credi che bisogna fare quadrato? unire i movimenti per un unico fine? ti ringrazio anticipatamente se vorrai rispondermi.

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    1. Ciao, ti rispondo molto volentieri perchè la questione M5S mi sta molto a cuore, essendo l'unica speranza politica che ci è rimasta...ho letto tutto il programma economico del movimento e dire che sono rimasto deluso è poco...finanziamo qui, sussidiamo qua, aiuti alle produzioni locali, le rinnovabili...tutte belle intenzioni, ma senza spiegare come intendono trovare questi finanziamenti, rimarranno belle parole al vento e nient'altro, buone soltanto per illudere le speranze dei seguaci...senza un discorso serio sull'uscita dall'euro, ritorno alla sovranità monetaria, intervento pubblico dello stato nell'economia, regolamentazione della finanza per farla rientrare dentro i confini delle legittimità democratica, il M5S sarà solo uno specchietto per le allodole per reprimere la protesta...lo stato non è ladro, come velatamente vuole fare intendere Grillo, questi politici sono ladri, perchè al servizio di un potere finanziario e sovranazionale dilagante...è inutile girarci intorno, senza questa presa di coscienza definitiva sull'importanza delle istituzioni statali, della sovranità monetaria, dell'emissione pubblica della moneta che tu ed io usiamo tutti i giorni, il M5S, così come qualsiasi altro movimento o schieramento politico presente in parlamento, non potrà mai fare una seria politica economica attiva in difesa del nostro paese, del nostro tessuto produttivo, dei nostri lavoratori...con tanti bei saluti alle piste ciclabili, alle produzioni locali, ai pannelli fotovoltaici, che rimanendo nell'euro l'Italia non potrà mai finanziare e promuovere...
      Io sono disposto pure a fare quadrato, perchè la dispersione non aiuta nessuno, ma il M5S deve cominciare a prendere di petto queste questioni se vuole davvero crescere e crearsi intorno una nuova classe dirigente credibile e competente...io spero che i tecnici informatici del M5S al governo sappiano dare questo cambio di passo, ma prima devono avere l'umiltà di leggersi Keynes, Minsky, Goodhart e tutti gli economisti che hanno cambiato e stravolto la visione dell'economia moderna...e pensare che lo stesso Grillo un tempo frequentava Auriti e sembrava avere capito tutto della truffa monetaria...ma cosa è successo??? Ha dimenticato tutto? Ha dimenticato cosa significa affidare il corso forzoso di una moneta fiat fiduciaria ad una banca privata come la BCE? Eppure, ripeto, ai tempi sembrava avere capito tutto l'imbroglio...e ora invece??? Casta ladra? Governo ladro? Dimezziamo i parlamentari??? Cacciamo via gli inquisiti dal parlamento?? Condizioni tutte necessarie ma non sufficienti per risolvere i nostri problemi...Mi sembra un pò pochino per fronteggiare una crisi finanziaria globale, non credi???

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    2. il M5S sarà solo uno specchietto per le allodole per reprimere la protesta.
      *concordo in pieno , diciamo piu' che reprimere , sopire anestetizzare , sterilizzare (come l'acquisto dei bond di draghi...) ne avevamo parlato e ti avevo suggerire il m5s:
      ho perso qualsiasi fiducia , mi spiace il m5s è solo una presa in giro , di piu' a me sembra che siano 'messi a disposizione' (del potere reale , della finanza ,degli usa , fate voi ) grillo è solo il ragazzo immagine , dietro c'è casaleggio c'è sasoon chissa' chi altri...
      ho piu' speranza in tremonti e nel suo nuovo movimento...come avevo gia' pensato la parte
      contraria all'eurozona e agli stati uniti d'europa sara' quella ^berlusconiana^ (e la leganord con estrema ambiguita') -e non sto' dando consigli su come votare,,,-
      ma le elezioni saranno vinte dagli europeisti (pd casini vedola ecc...) questa è il quadro piu' realistico....

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  19. L'Italia merita un spread a 200

    http://www.corriere.it/economia/12_settembre_04/spread-bankitalia-borse_566a08b2-f691-11e1-ac56-9abd64408884.shtml

    Beh, visto che dove siamo non riconoscono i nostri meriti, licenziamoci ed andiamo a lavorare altrove :o)

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    1. Questi mercati sono proprio cattivi e non capiscono quanto noi facciamo ogni giorno per loro e solo per loro, con il nostro sudore quotidiano...ecco, io andrei a lavorare proprio in un posto dove il mio datore di lavoro non sono i "mercati"...e dove non devo aspettare la pagella ogni giorno per sapere se domani potrò entrare a scuola e quanti compitini devo fare...magari ogni trimestre mi sta bene, ma proprio ogni giorno mi sembra un pò troppo!!!

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