giovedì 21 giugno 2012

MODERN MONEY THEORY MMT, SESTA LEZIONE SULLO STRANO CASO DELL’EUROZONA


Mai lezione dell’economista Randall Wray, principale fondatore e sostenitore della Modern Money Theory MMT, poteva essere più attuale, perché in effetti oggi l’eurozona è il caso più strano di istituzione politica-economica del mondo e sicuramente quello più studiato e seguito dagli osservatori internazionali (una specie di Doctor Jekyll e Mister Hyde della politica e della finanza, un tempo modello di prosperità e sviluppo e ora simbolo di declino e recessione). I riflettori sull’eurozona sono stati puntati a partire dallo scoppio della crisi del 2008, ma in effetti parecchi economisti, fra cui lo stesso Randall Wray o Charles Goodhart, avevano fatto notare già dal 1990, due anni prima della firma dei trattati di Maastricht, che l’eurozona era un progetto insostenibile e inadeguato che non avrebbe mai potuto superare le criticità di una qualsiasi forma di crisi finanziaria o economica interna o globale. I fatti stanno dimostrando che le loro analisi erano corrette e l’eurozona avrà bisogno a breve di una trasformazione radicale della sua struttura portante se vuole continuare a stare in piedi ancora per qualche anno.


Dato che nelle prossime lezioni esamineremo nel dettaglio le operazioni fiscali e monetarie che può effettuare una nazione con moneta sovrana (Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone), era opportuno aprire questa parantesi sullo strano caso dell’eurozona, dove appunto non esiste una moneta sovrana e non c’è di conseguenza alcun legame fra le politiche fiscali del governo (spesa pubblica e tassazione) e la scelte di politica monetaria della banca centrale BCE (tassi di interesse, riserva obbligatoria, operazioni di rifinanziamento del settore bancario, mantenimento della stabilità dei prezzi). Non entreremo nei dettagli della stretta attualità, perché gli eventi si muovono troppo velocemente e non possiamo sapere come verranno gestiti di qui a qualche mese, ma anche a giorni (vedi prossimo vertice europeo del 28 e 29 giugno a Bruxelles) dai burocrati dell’Unione Europea e dai capi di governo dei singoli stati (anche se lo possiamo intuire). Ma sappiamo già per certo che un cambiamento di impostazione di tutti i paesi membri sarà necessario per rendere sostenibile l'intero progetto.



Ad una estremità delle eventuali soluzioni definitive esiste la concreta possibilità che l’eurozona si dissolva per lasciare il posto al ritorno delle monete nazionali, mentre all’estremità opposta c’è la creazione di una maggiore integrazione delle politiche fiscali ed economiche all’interno dell’unione monetaria. In questo secondo caso rimarrebbe sempre aperto il problema degli squilibri macroeconomici che insistono in tutta l’area valutaria, perché sappiamo bene che fra i diversi paesi dell’eurozona permangono ex-ante differenziali di inflazione che comportano vantaggi maggiori per i paesi a bassa inflazione e che ex-post persiste una bassa mobilità dei fattori produttivi (capitale e lavoro) incapace di rimediare a questi scompensi iniziali. Quando si creano le premesse di uno shock asimmetrico fra due o più paesi, ovvero un paese cresce e uno decresce, i lavoratori del paese in deficit non si spostano spontaneamente nel paese in surplus (per problemi linguistici, culturali) e i capitali non transitano automaticamente dal paese in surplus a quello in deficit (non ci sono trasferimenti di capitali pubblici, ma solo movimenti di capitali privati che sono altamente pro-ciclici, abbondano nei periodi di espansione e difettano nei periodi di recessioni, quando invece sarebbero più necessari). In queste condizioni, anche un piccolo shock macroeconomico di carattere temporaneo, qualunque sia la sua origine, tende a diventare permanente.


Ma a parte la questione degli squilibri macroeconomici interni, che è uno dei motivi per cui non doveva essere creata un’unione monetaria in Europa, il problema di fondo rimane la scelta di separare nettamente la politica fiscale dalla politica monetaria, dato che quest’ultima è stata centralizzata nelle mani di una banca centrale autonoma e indipendente come la BCE, mentre la politica fiscale è rimasta delocalizzata ai governi di ogni singolo nazione. Questo forse è il maggiore difetto dell’eurozona, perché anche un'eventuale unificazione delle politiche fiscali non potrebbe compensare la mancanza di una piena sovranità monetaria fra i paesi membri: il governo centrale o i singoli governi che si occupano delle politiche di bilancio dovrebbero avere pieno controllo del processo di emissione della moneta per rendere efficaci e sostenibili tali politiche, in caso contrario andremo incontro a disastri come quelli attuali in cui paesi che hanno seguito negli ultimi dieci anni politiche di bilancio virtuose (Spagna e Irlanda in particolare, vedi grafico sotto con i rapporti debito pubblico/PIL nel 2007), si ritrovano sotto attacco dei mercati finanziari internazionali al pari di quelli meno virtuosi (Grecia e Italia, che comunque stavano percorrendo la strada del risanamento di bilancio), vanificando gli effetti di tutte le loro manovre interne di disciplina fiscale. Chi emette la moneta deve anche gestire le politiche di bilancio e viceversa, perché la politica monetaria e la politica fiscale sono ormai, dall’introduzione delle moneta fiat creata dal nulla senza alcuna necessità di convertibilità in oro o in altro bene (1971), due ambiti strettamente collegati e inseparabili della vita economica di un paese.





E’ ormai un fatto acclarato che se la BCE fosse stata al servizio degli stati europei, sostenendo ed acquistando in modo strutturale i titoli pubblici, non ci sarebbe stata alcuna speculazione finanziaria intorno agli stessi titoli di stato. Così come è abbastanza noto negli ambienti accademici che chi controlla i tassi di interesse e gli aggregati monetari nel sistema (banca centrale) deve avere uno stretto legame con chi emette i titoli di stato (governo), tramite i quali i tassi e i flussi di liquidità vengono regolati e mantenuti al livello desiderato Che siano adesso gli americani a dare lezioni di politica finanziaria all’Europa è una circostanza abbastanza imbarazzante, perché sappiamo bene quali disastri siano stati commessi negli Stati Uniti ponendo troppa attenzione sugli interessi di Wall Street e ignorando le esigenze dell’economia reale di Main Street. Ma la cosa ancora più sconcertante è che gli europei non abbiano ancora capito nulla sulla natura dei problemi in gioco e si allontanino tragicamente dalla ricerca delle soluzioni, aggravando ogni giorno che passa lo scenario generale.


Mentre i tecnocrati e i politici europei hanno iniziato a parlare della necessità di unificare la politica fiscale a livello centrale, non hanno ancora preso in considerazione l’importanza di avere una piena sovranità monetaria della loro valuta. Come abbiamo discusso nelle precedenti lezioni, una nazione con moneta sovrana come gli Stati Uniti può permettersi di spendere sempre di più di quello incassa con le tasse, perché spesa pubblica e tassazione sono due processi separati e distinti sia in termini temporali (lo stato prima spende e poi incassa) che di spazio fisico (i ministeri che si occupano della spesa e delle entrate fiscali sono differenti). Unificare e integrare i bilanci dei singoli stati, ignorando queste enormi potenzialità che offre la politica monetaria moderna (lo stato, attraverso la sua banca centrale, può creare tutta la moneta vuole per rendere efficaci i suoi obiettivi di politica economica, senza dovere attendere l’arrivo delle entrate fiscale o indebitarsi con i mercati) significa avere un bolide perfetto meccanicamente e tirato a lucido, ma senza benzina, quindi fermo, immobile, statico, e a rischio soprattutto di essere presto o tardi sorpassato anche dalle carrettelle che vanno a carbone o vengono spinte a mano.


Lo stato sovrano non può avere mai vincoli di spesa e anche esagerando con la spesa non può mai andare incontro a problemi di solvibilità: la dimensione dei suoi disavanzi di bilancio o del debito pubblico aggregato è una scelta intrinsecamente collegata alle scelte di politica monetaria della banca centrale, che attraverso la vendita o l’acquisto sul mercato dei titoli di stato può indirizzare sia la domanda e l’offerta di liquidità che il tasso di sconto del denaro. Il deficit elevato  può creare tendenze inflazionistiche, ma il problema oggi negli Stati Uniti è che i disavanzi sono troppo bassi rispetto al calo della domanda sia interna che estera e il debito pubblico del tesoro che tutti reputano enorme è troppo piccolo rispetto alle richieste nazionali e globali di investire i propri risparmi in titoli denominati in dollari USA. Sostenere dunque che gli Stati Uniti siano oggi in una situazione precaria o pericolosa è semplicemente assurdo, perché così come in molti altri paesi sovrani il problema degli Stati Uniti non è di aumento incontrollato di debito pubblico da parte del governo, ma di incremento vertiginoso di debito privato, gonfiato oltre misura dalle banche di Wall Street secondo quelli che sono i loro interessi di settore e di corporazione.



L'euro: la scelta di una moneta non sovrana  


Le nazioni che hanno aderito all'euro, in una certo senso, è come se avessero adottato non solo una moneta non sovrana, di cui il governo non ha alcun controllo e disponibilità, ma una valuta estera, qualcosa di molto simile alla "dollarizzazione" che hanno utilizzato diversi paesi nel mondo scegliendo di operare direttamente in dollari o con una valuta nazionale rigidamente agganciata al dollaro. Una situazione molto ambigua perché gli stati membri che hanno aderito all’eurozona credevano che fosse in qualche modo assicurata nella stessa struttura dell'Unione Europea la volontà degli stati membri di andare in soccorso agli stati in difficoltà finanziaria (qualcosa che è invece non è mai avvenuto, dal momento che la crisi finanziaria globale è sbarcata in Eurolandia a partire dal 2007). Inoltre, l'esistenza della Banca centrale europea (BCE) che ha la capacità di agire come "prestatore di ultima istanza" per il settore bancario privato fornisce altri elementi di ambiguità e flessibilità per ogni singola nazione, che ha sempre creduto di poter contare su un punto d’appoggio solido in qualsiasi caso di emergenza. Quando questo non è accaduto, perché non previsto dai trattati europei e dallo statuto della banca centrale, i singoli governi nazionali sono rimasti sospesi nel vuoto, disorientati e spiazzati dallo loro stessa incredulità.


Quando un paese — per esempio, l’Argentina — adotta un aggancio valutario rigido con una valuta estera, non ha alcuna assicurazione (e nemmeno alcuna aspettativa per la verità) che l'emittente di tale valuta (ovvero gli USA) sarebbe andato in suo soccorso in caso di necessità. Mentre l’opacità dei criteri di Maastricht ha creato questo equivoco circa la presenza di una forte barriera di sostegno finanziario per gli stati in difficoltà (cosa in verità esclusa dai trattati stessi, come detto prima, e bastava leggerli con attenzione prima di firmali per capirlo), perchè probabilmente fra gli stati membri c’è stata sempre qualche aspettativa intorno a possibili  "salvataggi" in caso di emergenza. Equivoco fra l’altro amplificato dallo spirito di solidarietà e fratellanza che ha accompagnato tutta la campagna mediatica di introduzione della moneta unica, in cui si puntava sempre sul fatto che l’unione monetaria non era un semplice accordo di carattere finanziario ed economico fra stati indipendenti (quale in effetti è ancora adesso), ma una trasformazione politica e culturale di portata epocale. Basta solo ricordare che le prime banche a svendere in massa i titoli di stato dei paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) facendo esplodere gli spread e i rendimenti dopo l’inizio della crisi e più specificatamente a partire dall’estate 2011, sono state quelle tedesche (su consiglio della stessa banca centrale Bundesbank), per capire che questo spirito di sussidiarietà e aiuto reciproco fra i paesi dell’eurozona non c’è mai stato, ma hanno invece prevalso molto di più la chiusura e la difesa dei propri interessi nazionali.


Cerchiamo adesso di capire perché gli stati utilizzatori dell'euro non devono essere considerati come gli emittenti sovrani della loro moneta e sono in una posizione ancora peggiore rispetto agli stati che hanno scelto di agganciare la loro moneta ad una valuta straniera. Mentre i sostenitori della Modern Money Theory avevano a lungo predetto che la struttura di Eurolandia non avrebbe permesso di affrontare una qualsiasi forma di crisi finanziaria, i problemi sono diventati evidenti a livello globale solo quando abbiamo assistito al fragoroso crollo dei conti pubblici della Grecia nel 2009. Dall’autunno del 2011, la crisi ha poi continuato a diffondersi in tutta Eurolandia perché non è stata ancora trovata alcuna soluzione permanente per i problemi sollevati dall'uso di una moneta non sovrana. Oggi nessun economista serio ed obiettivo potrebbe più ignorare il fatto che il sistema finanziario e politico dell’eurozona sia stato concepito male già in partenza e sviluppato ancora peggio durante la sua evoluzione. Vediamo ora più nel dettaglio i principali difetti di origine dell’eurozona.


È importante innanzitutto riconoscere la differenza tra una moneta sovrana (definita come una moneta a tasso di cambio fluttuante e non convertibile in nulla) e una moneta non sovrana. Un governo che opera con una valuta non sovrana, può emettere i propri titoli di debito direttamente in valuta estera o in valuta nazionale con ancoraggio rigido ad una valuta estera (o ai metalli preziosi) e a causa dello scarso controllo o delle difficoltà di programmazione delle proprie riserve di valuta estera (che servono a rimborsare i debiti in entrambi i casi) è esposto al rischio di insolvenza. Tuttavia, l'emittente di una moneta sovrana è un governo che spende usando la propria moneta fluttuante e non convertibile e quindi non può essere per definizione incapace di rimborsare i debiti denominati in valuta nazionale. Questa circostanza è qualcosa che è riconosciuto — almeno parzialmente — dai mercati e anche dagli analisti del debito sovrano delle società di rating.


È per questo che un paese sovrano come il Giappone può avere il debito pubblico rapportato al PIL che è più di due volte maggiore rispetto a quello dei paesi PIIGS più indebitati e godere ancora di tassi di interesse sul debito sovrano estremamente bassi (per il Giappone si parla di un rendimento addirittura inferiore all’1%). Al contrario nazioni come Argentina che operavano con un aggancio ad una valuta estera (dal 1991 al 2001), e i paesi dell'eurozona subiscono spesso declassamenti (downgrades) da parte delle società di rating e pagano tassi di interesse crescenti pur avendo rapporti di disavanzo pubblico molto inferiori rispetto a quelli di Giappone o degli Stati Uniti. Questo accade perché una nazione operante con la propria moneta può spendere sempre accreditando i conti bancari, sia per quanto riguarda la spesa corrente o la spesa per investimenti che la spesa per interessi. Una tale nazione non corre quindi alcun rischio di default, almeno fino a quando funzionano i computer della banca centrale, del ministero del tesoro e la nazione non viene funestata da catastrofici black out della corrente elettrica. Tuttavia, una nazione che utilizza o opera un aggancio rigido ad una valuta estera può essere costretta a dichiarare default perché priva della moneta estera necessaria per ripagare tutti i suoi debiti, allo stesso modo in cui il governo americano fu costretto ad interrompere il regime gold standard e ad invalidare il suo impegno a convertire la valuta nazionale in oro nel 1933.


Il problema principale che rende l'eurozona un caso quasi unico al mondo (a parte qualche altro paese come l’Ecuador che utilizza direttamente il dollaro, senza avere una propria moneta nazionale) è che i 17 stati europei hanno rinunciato volontariamente ad utilizzare la loro moneta sovrana nazionale a favore dell’euro e operano quindi direttamente in una valuta straniera. È vero che i singoli governi nazionali dell’area euro possono spendere ancora accreditando i conti bancari dei venditori, ma a partire dal 1993 (anno di ratifica dei trattati di Maastricht nei singoli paesi) i governi non possono incorrere in scoperti di conto e questo determina la necessità di reperire subito le riserve da accreditare sul conto della banca del venditore detenuto presso la stessa banca centrale nazionale. Il problema è che le banche centrali nazionali, che gestiscono il servizio di tesoreria per conto del governo, possono ottenere tali riserve in euro presso la BCE per scopi di compensazione dei pagamenti, ma alla BCE a sua volta viene vietato per statuto l'acquisto del debito pubblico dei governi. Le banche centrali nazionali possono ottenere quindi riserve per regolare i pagamenti del governo solo fino a quando la BCE presta loro denaro in cambio di titoli di debito pubblico utilizzati come collaterale di scambio (o altro titolo di debito accettato come garanzia).


Ciò significa che anche se le banche centrali nazionali possono facilitare la "monetizzazione" per consentire ai governi di spendere, la compensazione dei pagamenti con le banche dei venditori impone vincoli fiscali ai governi (emissione di ulteriori titoli di debito pubblico e imposizione di nuove tasse per la copertura). Questo è simile alla situazione dei singoli stati negli USA, che hanno davvero bisogno di tassare o prendere in prestito denaro per spendere. Allo stesso modo, in una nazione come la Grecia integrata nell'area dell'euro, se il governo va incontro a disavanzi di bilancio allora la Banca centrale della Grecia è costretta a fare un continuo drenaggio di riserve dal conto del governo presso la BCE. Questo ammanco è ricostituito attraverso la vendita di titoli di stato greco nel resto dell'area dell'euro, invertendo il flusso delle riserve dal mercato in favore della Banca centrale greca, oppure quando le condizioni di mercato diventano troppo penalizzanti, sarà la stessa Banca centrale greca ad emettere euro in cambio di titoli di stato greci utilizzati come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento. Il meccanismo di questo processo è un po' diverso per i singoli stati degli Stati Uniti (che, ovviamente, non operano con le proprie banche centrali), ma le implicazioni sono simili: i paesi dell'euro e degli Stati Uniti hanno davvero bisogno di prendere in prestito denaro o tassare prima di spendere.


Al contrario, una nazione sovrana come gli Stati Uniti, Giappone o Gran Bretagna non prende in prestito la propria moneta (sarebbe un controsenso di termini), ma spende sempre accreditando i conti bancari dei venditori. Quando un paese opera con moneta sovrana, esso non ha bisogno di emettere titoli di stato per "finanziare" la sua spesa. Le emissioni di obbligazioni del governo sono un'operazione volontaria che offre al pubblico l'opportunità di sostituire il loro conto di deposito a basso interesse, le banconote o le riserve presso la Banca centrale, in conti di deposito fruttiferi del governo, chiamati appunto Treasury Bonds o Treasury Bills, che non sono altro che saldi a credito in particolari conti di deposito presso la stessa Banca centrale. Se si capisce che le emissioni obbligazionarie di uno stato sovrano sono un'operazione volontaria del governo, e che le obbligazioni non sono altro che conti di deposito alternativi presso la stessa Banca centrale concessi dal governo, diventa irrilevante per le questioni di solvibilità o dei tassi di interesse sapere se ci sono acquirenti per i titoli di stato o se le obbligazioni sono di proprietà dei cittadini nazionali o stranieri. Il governo, tramite la banca centrale, potrà sempre far fronte a tutte le operazioni di accredito, addebito o prelievo da questi conti, che sono costituiti da una forma di liquidità a scadenza differita (come i depositi di risparmio a un mese, tre mesi, un anno, dieci anni, privi di penale per chiusura anticipata) rispetto alla liquidità presente sui nostri normali conti correnti a vista, che può essere mobilitata in qualsiasi momento su richiesta del cliente.


Naturalmente, come sappiamo già, il governo di uno stato sovrano può autocensurarsi e imporsi discrezionali regole di condotta, come ad esempio le norme di approvazione del bilancio pubblico del Congresso, che prevedono la vendita di titoli del tesoro o la presenza di soldi prelevati direttamente dalle tasse sul suo conto di deposito presso la Banca Centrale, prima di fare particolari scelte di spesa pubblica. Una volta che il governo ha adottato tali norme, tutti i deputati e senatori possono ripetere alla stampa come giradischi rotti che il governo non può spendere o non ha scelta, ma è bene ribadire un’altra volta il concetto: il governo non ha scelte perché il meccanismo di monetizzazione dei deficit pubblici non glielo consente, ma perchè ha deciso autonomamente di non averne. Questa situazione è molto simile al personaggio interpretato da Jack Nicholson nel film "Qualcosa è cambiato" (“As good as it gets”, 1997) che per abitudine si era autoimposto una serie di azioni da eseguire ogni giorno nella stessa successione prima di aprire la porta e uscire fuori di casa. Tali comportamenti patologici sono questioni che possono essere studiati meglio dagli psicologi o psichiatri che dagli economisti.


                                                  
Questioni di solvibilità e Schema Ponzi della moneta non sovrana


C'è un'ulteriore considerazione da fare. Quando un ente privato va in debito, le sue passività sono attività di un altro ente privato o pubblico. Una volta che i due enti compensano i loro pagamenti, non c'è alcuna creazione di nuove attività finanziarie nette. Quando un governo sovrano decide invece di indebitarsi tramite emissione di titoli di stato, crea un bene finanziario per il settore privato senza una contemporanea compensazione di una passività sia per il settore privato che pubblico. Quindi l’emissione di debito del governo comporta creazione di attività finanziarie nette per il settore privato, senza che nessun altro si sia realmente indebitato. Il debito privato è un debito, mentre il debito pubblico è una ricchezza finanziaria netta per il settore privato.


Un accumulo di debito privato potrebbe sollevare preoccupazioni circa la solvibilità perché il settore privato non può incorrere in persistenti ed illimitati disavanzi di bilancio. Ma il governo sovrano, essendo l'emittente in condizione di monopolio della propria valuta, può sempre effettuare illimitatamente pagamenti accreditando i conti bancari — e i pagamenti degli interessi sono reddito netto per il settore privato, mentre il debito del governo è un’attività finanziaria netta dello stesso settore privato. Detto in un altro modo, lo Schema Ponzi della finanza prevede che uno deve prendere in prestito per effettuare i pagamenti futuri: questo è il termine reso famoso dall’economista Hyman Minsky,  che ha indicato Charles Ponzi come un geniale truffatore che ha inventato uno "schema piramidale del debito". Nella terminologia utilizzata da Minsky, Schema Ponzi significa che un debitore si riduce alla fine a prendere in prestito soldi solo per pagare gli interessi dei suoi creditori più vecchi, ovvero che il debito cresce in modo esponenziale, diventando in breve tempo insostenibile. Per il governo che utilizza una moneta sovrana, non c'è nessun obbligo stringente di prendere in prestito denaro per pagare i suoi debiti, ma questo dipende soltanto da una sua scelta volontaria: quindi un governo sovrano non si troverà mai nella posizione scomoda in cui si trovò Ponzi a suo tempo.


I governi sovrani non possono incorrere in vincoli finanziari non sostenibili quando questi sono espressi nella propria valuta nazionale, essendo degli emittenti in condizione di monopolio di quella valuta. I governi fanno tutti i pagamenti che sono dovuti, compresi i pagamenti di interessi sul loro debito e i pagamenti del capitale iniziale, accreditando i conti in banca, quindi come abbiamo ripetuto più volte significa che i governi non sono funzionalmente vincolati in termini di quantità rispetto alle cifre che possono spendere per effettuare questi pagamenti. Siccome le emissioni obbligazionarie del governo sono volontarie, uno stato sovrano non deve lasciare che i mercati determinino il tasso di interesse che viene pagato sulle proprie obbligazioni, ma può tranquillamente indirizzare le aste dei titoli di stato in modo da pagare agli investitori privati soltanto l’interesse voluto.


Dall’altra parte dell’oceano invece, gli stati non sovrani come la Grecia che hanno rinunciato alla loro sovranità monetaria, incorrono in vincoli finanziari stringenti e sono costretti a prendere in prestito dai mercati dei capitali a tassi di mercato per finanziare i loro disavanzi pubblici. Come dimostra la crisi del debito greco, questo strano accordo monetario utilizzato dai paesi dell’eurozona permette ai mercati e alle agenzie di rating (o agli altri paesi dell’unione monetaria, come nel caso della Germania) di dettare l’agenda della politica interna ad un paese in teoria politicamente ancora sovrano ma che ha scelto di vincolarsi a livello economico e finanziario in una singolare unione monetaria. Oltre a questo inspiegabile controsenso, un governo non sovrano può spesso ritrovarsi in una situazione di Schema Ponzi, perché incapace di rimborsare la parte di debito esistente che eccede le entrate fiscali e costretto a rivolgersi ai mercati per prendere in prestito denaro da utilizzare per pagare gli interessi sul debito.


Chiaramente una tale dinamica del debito limita fortemente il governo non sovrano nelle sue scelte di politica economica e fiscale. Non appena il governo prende in prestito di più perchè il suo debito pregresso è aumentato, i mercati richiedono maggiori tassi di interesse per compensare il crescente rischio di insolvenza. Il governo può ritrovarsi facilmente in una spirale viziosa insostenibile perchè deve prendere in prestito sempre più soldi per pagare tassi di interesse sempre più elevati. I mercati saranno probabilmente più propensi a tagliare il loro credito e a non fornire più finanziamenti allo stato, anche molto prima che si raggiunga una vera posizione Ponzi, ovvero che i nuovi prestiti servono solo per ripagare gli interessi di quelli precedenti. Orange County in California, uno dei territori con i prezzi per gli immobili più alti in tutti gli Stati Uniti, si è ritrovato all’improvviso in una situazione in cui mercati si rifiutavano di prestare soldi, perché l’accumulo di debiti pregressi era diventano insostenibile e altamente rischioso. Mentre i paesi dell'eurozona come la Grecia non possono materialmente arrivare a questo punto, perché essendo inseriti in una particolare unione monetaria possono richiedere l'intervento da parte della BCE (così come di altri soggetti, singoli stati o istituzioni europee, che si sono attivati per fornire una serie di quasi bail-out o salvataggi). La Grecia pur essendo un paese tecnicamente fallito, non può fallire a livello istituzionale e internazionale.


Senza entrare troppo nei dettagli, la maggior parte dei paesi dei cosiddetti PIIGS hanno iniziato ad avere guai solo a causa della crisi finanziaria globale, sia perché il gettito fiscale è calato mentre i bilanci richiedevano maggiori entrate sia perché molti di loro hanno cercato disperatamente di salvare le loro istituzioni finanziarie. Tutto ciò ha portato alla rapida crescita dei debiti del governo e all’aumento inarrestabile dei differenziali di tasso di interesse tra i paesi PIIGS in difficoltà e i paesi con forti economie come quella tedesca, olandese e francese. La situazione è esplosa solo a causa delle dinamiche viziose di crescita del tasso di interesse, perché in caso contrario nessuno, tranne gli economisti e gli esperti di politica finanziaria, si sarebbe mai accorto di questa intrinseca debolezza e fragilità del sistema dell’eurozona, continuando a concedere credito a basso interesse ai singoli paesi in quanto convinti che i titoli di stato di Eurolandia fossero un investimento sicuro e privo di rischio.


I governi europei hanno tentato strenuamente di seguire le restrizioni imposte dal SGP (Stability and Growth Pact, Patto di Stabilità e Crescita, 3% di defici/PIL e 60% di debito/PIL), un tentativo che comunque non sarebbe certamente riuscito per sempre a causa della natura endogena dei deficit di bilancio che nei momenti di crisi generalizzata crescono perché diminuiscono le entrate fiscali. Ma in questo modo i singoli governi dell’eurozona non sono stati in grado di supportare le loro economie come hanno fatto tutti gli altri governi sovrani intrappolati nella crisi globale, trasformando rapidamente una crisi finanziaria globale in una depressione continentale. In uno stato “normale” le oscillazioni dei saldi di bilancio del governo devono essere elevate tanto quanto le oscillazioni dei mercati e degli investimenti (o, più in generale, le oscillazioni dei bilanci del settore privato), perchè la politica fiscale del governo deve essere utilizzata per contrastare il ciclo dell’economia (in senso anti-ciclico: quando i saldi positivi del settore privato diminuiscono devono aumentare quelli negativi del settore pubblico e viceversa).


Invece di utilizzare il bilancio del governo come uno strumento per creare un sistema che è relativamente stabile e sostiene un programma di elevato livello occupazionale, gli stati europei hanno seguito ciecamente una politica di basso deficit di bilancio senza alcun riguardo per le conseguenze che questo poteva arrecare per l'economia del paese. Ad ogni modo, anche senza l’accordo del Fiscal Compact, che impone addirittura per via costituzionale il pareggio secco di bilancio agli stati, la spesa pubblica sarebbe stata ormai vincolata alle percezioni di rischio del mercato che è diventato pienamente consapevole delle debolezze interne all’eurozona, proprio perché queste nazioni non hanno un sistema di moneta sovrana come quello di Stati Uniti, Regno Unito o Giappone.


In altre parole, il sistema dell’Unione Monetaria Europea non è all'altezza di resistere di fronte alle violente criticità e turbolenze di una crisi finanziaria globale. Ora, nemmeno gli Stati Uniti hanno saputo affrontare bene la crisi finanziaria globale, ma questo è dovuto quasi completamente alle scelte autonome di una cattiva politica e non alla fragilità interna del sistema finanziario degli Stati Uniti, che per come è fatto ed è stato concepito può resistere a queste e ben altre crisi. In Eurolandia, anche con la migliore politica possibile le nazioni non possono individualmente affrontare i problemi che hanno di fronte. Gli stati dell’eurozona hanno bisogno di qualcosa di equivalente a una tesoreria centrale (un ministero del tesoro nazionale in stile americano) che ha la possibilità di spendere su scala necessaria secondo le esigenze del momento e il peso economico dei singoli stati. 


Invece, le economie degli stati PIIGS sono implose attraverso una successione di scelte sbagliate, basate principalmente su una combinazione di semplici operazioni di rifinanziamento delle banche commerciali da parte della BCE, interventi non strutturali sul mercato secondario a sostegno dei debiti pubblici e regole di austerità autoimposte dai singoli governi nazionali. Ed è per questo che Eurolandia è un sistema molto peggiore nella sua forma rispetto agli Stati Uniti, nonostante i proclami spesso arroganti e spocchiosi dei ministri delle finanze europei, che hanno rifiutato consigli e affermato la loro capacità di poter risolvere da soli i loro problemi interni. Ma purtroppo come avviene spesso in questi casi, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.


46 commenti:

  1. Ottimo articolo "di diffusione di massa".
    Grazie 1000 Piero, come sempre.

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    1. Lo so che stai vedendo la partita.....io no e percio' ti preparo una domanda per dopo. mi porto avanti, come si dice qui a Bergamo.
      Ti ringrazio per la risposta sulla Germania East-West. Solo un punto mi sfugge...perche' aumentando i tassi di interesse il Marco si apprezzava? Costringendo noi futuri pig a rincorrerlo..

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    2. @filiabba
      Bene Filippo, sapevo che su questi temi ci ritroviamo sempre...io la MMT continuerò a seguirla con attenzione perchè secondo me è la teoria più convincente fra quelle circolanti e quella che se non può salvarci, quantomeno può offrirci la speranza di salvezza e la possibilità di vivere in una democrazia compiuta...

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    3. @Contessaelvira
      oltre ad essere una nobildonna sei anche una veggente...perchè è vero, sì, confesso, avevo gente a cena e abbiamo visto insieme la partita, è più forte di me, avendo avuto un passato da calciatore di borgata, quando vedo una palla che rotola entro in trance agonistica... comunque il motivo per cui il marco si apprezza quando affluiscono soldi dall'estero è sempre il solito della domanda e offerta di moneta: quando tu acquisti un titolo pubblico o privato tedesco denominato in marchi, devi se non direttamente ma indirettamente tramite la banca cambiare le tue lire in marchi e poi comprare il titolo, quindi aumenta l'offerta di lire e la domanda di marchi e il tasso di cambio tende ad apprezzare il marco e a deprezzare la lira...stessa cosa se fai un investimento diretto in un'azienda tedesca che opera in marchi, devi cambiare le lire in marchi e poi investire in quella specifica azienda oppure stessa cosa ancora, per esempio, per l'acquisto di un bene immobiliare o di una casa in Germania...l'afflusso di denaro dall'estero, in un regime di cambio flessibile, fa apprezzare la moneta domestica e nello stesso tempo, come sappiamo bene, aumenta l'indebitamento estero della nazione in questione...comunque per la cronaca il Portogallo ha vinto 1-0 con gol di Ronaldo...e fra altro ai quarti di finale ci sono tutti i PIGS tranne l'Irlanda...saremo pure brutti, sporchi e cattivi, ma almeno a calcio ci sappiamo giocare...e fra l'altro domani c'è lo scontro epico Germania-Grecia (se Dio c'è, i crucchi devono perdere 1-0 al 90° minuto...ma siccome Dio non c'è e se c'è dorme, vedrai che domani finirà 3-0 per la Germania e i greci tutti a casa a leccarsi le ferite e a ripassare il memorandum...ma come fa un popolo a non avere mai uno scatto di orgoglio e dignità? Cavoli, li stanno massacrando e ancora lì a dire che comunque vogliono tenersi l'euro...potrebbe diventare l'Argentina d'Europa, un simbolo di lotta e libertà, io per primo andrei in vacanza in Grecia tutti gli anni e invece sono diventati l'emblema del servilismo bieco e ottuso...a me ancora sta faccenda del voto greco non mi è andata giù, non vorrei fare dietrologia, ma secondo me qualche broglio elettorale c'è stato...

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    4. A me va ancora meno giu' il referendum irlandese,nostra penultima speranza. Devono essere tutti terrorizzati dal cratere che si allarga, che ci insegue e percio' siamo sempre sull'orlo (ultima metafore Montiana) Grazie per la riposta a quest'ora tarda, ci ripensero' domani, perche' questa dei capitali e gli investimenti esteri e' sempre stata la mia bestia nera. Ricordi Hans e Franz? ma oggi e' stata una giornata faticosa percio' bisogna andare a dormire. Buona notte a tutti.

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    5. A mente riposata (non ci crederai ma ho sognato i miei cari Hans e Franz) ho capito quale era il dato che mi mancava.Non sapevo che per i titoli succede la stessa cosa che capita con le merci : per acquistarli devi acquistare anche la valuta in cui sono espressi, con tutte le conseguenze sul cambio.Certo che sono stati bravi, pur correndo il rischio enorme di indebitarsi con l'estero (peggio della peste bubbonica) hanno previsto l'uscita di sicurezza, l'euro che avrebbe creato i profitti per pagare quei debiti con cui nel frattempo avevano potuto realizzare il loro treuhandanstalt ( quello che adesso vogliono fare anche con noi ).Stento a credere che un percorso cosi' efficace sia stato tutto previsto e calcolato con tanto anticipo e che abbia funzionato cosi' bene, e soprattutto che i competitori non se ne siano resi conto. Oppure lo sapevano anche loro.....mah, comunque e' cosi' che e' andata. Grande sogno di fratellanza da estendere il piu' possibile per puro filantropismo.

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    6. Questo è il nostro grande dilemma...i nostri vari Prodi, Ciampi, Padoa Schioppa, Monti hanno agito in malafede soltanto per soldi e potere oppure non sapevano esattamente cosa stavano facendo all'Italia con l'aggancio all'euro e la deindustrializzazione selvaggia??? Una risposta può arrivare dalla visione di questo intervento di Nino Galloni, che qualora non lo avessi ancora visto, ti consiglio di vedere perchè è illuminante su molti aspetti (Germania, Kohl e tutto il resto...)...su suggerimento prezioso del nostro inesauribile Robert...:

      http://www.youtube.com/watch?v=t_ssGy0LXo0

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  2. Le analisi sul perché l'eurozona ed il progetto europeo stiano attraversando una pesante turbolenza si rincorrono. Senz'altro ritengo che il progetto di integrazione europeo sia stato affrontato probabilmente dalla testa invece che dai piedi, ovvero si è sottovalutato il peso di un comune sentire politico e si è partiti invece dal tentativo di un'integrazione economica (commerciale forse) e monetaria a sfavore di quella politica e sociale, pensando che il gettare il cuore oltre l'ostacolo avrebbe comunque creato le condizioni per un una Unione europea nell'accezione più vera del termine.
    Ma pur sollevando queste critiche e questi distinguo non scordiamoci del perché alla caduta del muro e dell'Unione Sovietica si è deciso di stringere i tempi. Un equilibrio che durava dalla fine della 2a guerra mondiale si era rotto ed occorreva affrettarsi per dare delle risposte concrete a tutti quei Paesi che si trovavano per cosi dire "scoperti". Ne sono derivati quindi la ricerca di un equilibrio europeo più stringente, l'allargamento, l'euro etc. Nè si dovrebbe dimenticare che tutti i Paesi allora membri hanno dato una buona mano alla Germania ancora divisa affinché il suo processo di riunificazione potesse compiersi il più velocemente possibile proprio anche per favorire questo nuovo equilibrio europeo. Sottovalutare tutto ciò sarebbe superficiale ed anche ingeneroso.
    Tutto ciò premesso sorprende la banalità con cui certi temi vengono affrontati dalle varie governance politiche in parecchi Paesi, non ci è permesso comportarci come Alice in the wonderland. La trama si è usurata, resta poco tempo per prendere delle decisioni essenziali. La Germania della Merkel é affetta da una forte miopia, non comprende che strangolare i Paesi più deboli porterà fatalmente all'implosione e quindi anche alla sua distruzione. Sembra davvero che la Weltanschau di quel Paese ciclicamente lo porti ad essere un elemento distruttivo e non creativo.
    Che dire ancora? Il prossimo Consiglio Europeo e quello che ne deriverà sarà dirimente. Se non darà risposte concrete in termini di revisione dei Trattati e di governance economico-politica potremo dare per morto e sepolto il progetto dei Padri fondatori, e con questa morte il nostro fragile Paese che ha l'aspetto sovente di un colabrodo si trasformerà per decenni, come scriveva oggi Angelo Panebianco sul Corriere della sera, in una tragica zattera a zonzo per il Mediterraneo.
    Manolita

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    1. Manolita, la tua analisi storica e geopolitica è corretta e la condivido in pieno, però devi ammettere che la fretta con cui siamo partiti in quarta dalla testa con la moneta unica è davvero sospetto ha fatto diversi gattini ciechi (oggi chiamati porci, PIIGS)...tutti gli studi scientifici sulle unioni monetarie confermavano che l'eurozona non aveva i requisiti corretti per diventare un'unione monetaria stabile ed equilibrata, mentre le varie commissioni europee che si sono succedute hanno di volta in volta presentato studi pieni di dati falsi e di sciocchezze...domandiamoci quindi chi ha voluto raccontare volutamente menzogne per accelerare i lavori di unificazione e soprattutto per quale motivo è stato concessa una deroga all'Italia che non rientrava nei parametri di Maastricht... insomma la trama è molto contorta, ma qui i maggiordomi non mancano e in Italia fanno ancora la fila per ambire al ruolo di maggiordomo al servizio di poteri forti o lobbies che il benessere della popolazione e la difesa dei diritti democratici c'entrano poco o nulla...ti consiglio comunque di dare un'occhiata a questo articolo in cui già nel 1961 Mundell aveva dimostrato in pratica che un'unione monetaria in Europa sarebbe stata un fallimento su tutti i fronti:

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/03/leurozona-non-e-unarea-valutaria.html

      Poi sulle previsioni catastrofiche e tragiche di zattere a zonzo nel Mediterraneo non mi trovi per nulla d'accordo...ma siete davvero convinti che una nazione, un popolo, 60 milioni di anime, le strade, gli uffici, gli aerei, le navi, le auto si fermino soltanto perchè il ministero dell'economia decide di cambiare l'accordo monetario attuale? Sei davvero convinta che la tua vita, i tuoi sentimenti, le tue aspirazioni, i tuoi desideri, la tua voglia di imparare e partecipare dipenda dal tipo di moneta che utilizza la tua nazione? Con l'euro siamo salvi (????), mentre se utilizziamo un'altra moneta, una nostra moneta (che sarebbe la dodicesima moneta dell'Unione Europea, visto che già 10 nazioni europee, fra cui Svezia e Gran Bretagna, vivono tranquillamente con le loro senza per questo sentirsi come zattere alla deriva...), siamo improvvisamente dannati...pensaci un attimo e poi dimmi se la tua vita cambierebbe così tanto se cambia l'immagine o il colore della banconota che hai in tasca...certo ci sarebbero dei costi da affrontare (20% di svalutazione...), ma quanto costi abbiamo già pagato e quanti ne stiamo pagando in questo preciso momento in termini di giovani ragazzi a cui non stiamo dando un futuro???

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  3. Piero volevo chiederti se esiste un qualche libro o articolo che tratti dell MMT. Te lo chiedo perché leggere molti articoli è un po' dispersivo. Avere sotto mano un testo e poterlo leggere quando si ha qualche dubbio sarebbe ottimo.

    Valerio Ermini

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    1. Valerio, purtroppo questo è anche un mio problema perchè non sono a conoscenza di un testo organico sulla MMT (quantomeno in italiano) e mi sto arrangiando un pò da solo utilizzando il materiale pubblicato da Randall Wray sul sito New Economic Perspectives...comunque per le fonti dirette e per i paper originali scritti dagli economisti MMT americani può controllare questi siti:

      http://democraziammt.info/site/category/didattica/base/

      http://www.levyinstitute.org/scholars/?auth=287

      http://neweconomicperspectives.org/p/modern-monetary-theory-primer.html

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    2. per la mmt aggiungerei anche il sito facebook che mi pare interessante

      http://www.facebook.com/Democrazia.MMT.Italia

      complimenti Piero speriamo che molti aprano gli occhi prima che l'italia sia drasticamente impoverita e svuotata dalle privatizzazioni delle sueultime ricchezze , che noscoste o pubblicizzate sono cmq in atto sul nostro territorio .
      la lotta sara dura, ma temo non ci sia molta speranza...la vedo male con questo governo liberista ottuso e direi dittatoriale...ma sopratutto ancora legittimato dalla stragrande paura e dalla ignoranza di molti

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  4. Ciao Piero, l'articolo MMT me lo "faccio" dopo...Surfando mi sono imbattuto su questo articolo: http://www.linkiesta.it/debito-italia-germania ... Gli ho dato un'occhiata veloce e devo dire che l'ho trovato inquietante. Praticamente parla del debito pubblico implicito ed esplicito dove quello esplicito è quello classico che tutti conosciamo mentre quello implicito, calcolato per il medio-lungo termine, comprende l'aspetto pensionistico, sanitario, istruzione, saldo primario, ecc...ecco, per quello implicito siamo primi in assoluto, davanti ai famosi paesi virtuosi. Questo vuol che i nostri conti futuri saranno contenutissimi, mentre quello degli altri paesi cresceranno a dismisura. Mi chiedo adesso come diavolo hanno fatto a calcolare tutto ciò? E' uno studio condivisibile o è una cretinata (sembra sia di un economista tedesco, Bernd Raffelhüschen). Per avere dei conti così contenuti cosa dobbiamo aspettarci? Gente che fa la fila davanti a postazioni mediche mobili per avere un'aspirina o un cerotto? Bambini e ragazzi che fanno lezione per strada? Pensionati sulle panchine nei parchi con le bottiglie di vino nelle buste di carta marroni?...Mah...che bella prospettiva...
    Comunque forza Grecia...mi butto....1-0 per loro...gol al 90'

    Saluti Santo

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    1. Purtroppo la Grecia è stata asfaltata anche a calcio e ormai possono solo ritirarsi sul monte Olimpo a meditare su tutti i loro errori, prima fra tutti votare ancora Neo Democratia, cioè gli stessi che li hanno rovinati...è come se noi italiani alle prossime elezioni votassimo ancora PD e PDL, ovvero i due maggiori responsabili del disastro italiano...sullo studio dell'economista tedesco non ho elementi per giudicare come sono stati ricavati quei dati e quelle previsioni, ma non esulto per niente sapendo che fra 20 o 30 anni avremmo il peggiore sistema pensionistico, scolastico, sanitario d'Europa...questa gara a chi taglia di più lo stato sociale di un paese è l'ultima trovata dei neoliberisti d'assalto, mettono gli stati in competizione anche sui servizi principali da garantire alla cittadinanza: chi taglia di più è il più bravo??? Non escludo che magari qualche politico o tecnico di ventura italiano se ne vada in giro a vantarsi dei risultati ottenuti addirittura confermati da un economista tedesco e magari la gente starà lì ad applaudirlo e a gonfiarsi il petto d'orgoglio, non capendo che quelle previsioni così entusiasmanti vanno tutte contro i loro interessi di cittadini....paradosso del mondo moderno, dove la gente viene rimbambita dall'effetto propaganda e dalla competizione, senza capire mai su quali criteri vengono fatte queste gare!!! Se fosse per me, io farai la gara al contrario: il paese che spende di più in servizi sociali utili alla collettività, aumentando il debito pubblico (che non significa niente, è soltanto un numero...quantomeno per le nazioni ancora libere e sovrane) è il migliore in assoluto!!!!

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  5. Dateme retta fijetti belli22 giugno 2012 alle ore 22:49

    E Bagnai fa marcia indietro; da Italia Oggi:


    "D. Quindi secondo lei l'uscita sarebbe indolore?

    R. Di questo bisogna discutere, di uscita o gestione della moneta unica"

    ...


    "Ci vorrebbero [notare il condizionale] il ripristino della flessibilità del cambio e l'abbandono della moneta unica. Ma sono percorsi che vanno preparati, perché altrimenti, come insegna la crisi argentina e quella del Sudest asiatico, si va a finire male. Ecco perché bisogna parlarne."

    Uno fa fuoco e fiamme, le spara grosse, poi una volta che si è ritagliato lo spazietto comincia a valutare anche la "gestione", "la preparazione" e il "si va a finire male".
    Cari ragazzi voi non lo sapete perché non vogliono dirvelo, ma in Argentina il prezzo dell' uscita dalla parità (che pure era inevitabile a quel punto; siamo sicuri che sia davvero inevitabile pure da noi? Bagnai non ne è più sicuro) lo hanno pagato in maniera spaventosa i poveri e gli operai, un pochino la classe media e niente di niente i ricchi. Uscire cos' d' emblée è rischioso. Lo dice Bagnai, non io.

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    1. Buongiorno a tutti,
      caro/a "Dateme retta fijetti belli" che lo dica Bagnai non vuol dir nulla. L'Argentina era in una situazione a dir poco disastrosa e ora ne sta uscendo, anche se con una certa fatica. Le motivazioni a mio avviso sono molteplici ma per restare in ambito MMT bisogna dire che il c.d plan Jefes non è stato applicato interamente. Il piano d'impiego (occupazionale) previsto dal pool di economisti, che ha elaborato il "piano" de quo, prevedeva l'impiego di "TUTTI" i cittadini abili al lavoro mentre il governo argentino lo ha applicato solo ai capifamiglia delle famiglie meno abbienti.
      Poi son d'accordo con te che il rischio c'era (come ci potrebbe essere da noi) di una lenta ripresa dell'economia. Un mio amico/collaboratore del gruppo MMT Puglia di cui faccio parte anch'io ha preparato un eccellente dossier sul "caso argentino" spiegando tecnicamente e con rigore scientifico cosa è accaduto e cosa sta accadendo in quella terra. Se vuoi posso fartelo avere.

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    2. Ciao...mi sembra che Bagnai sia per l'uscita dall'euro "solo" se le cose non cambiano..
      Infatti il convegnoo di Pescara è intitolato "The Euro: manage it or leave it!". Sicuramente non cambierà niente perciò appoggerà l'uscita....
      Saluti Santo

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    3. Penso che Bagnai non abbia mai cambiato il suo punto di vista, perchè il suo obiettivo principale era quello di portare all'attenzione della gente la questione dell'euro e valutare quantomeno la convenienza ad una possibile uscita rispetto a rimanere con tutti i costi e gli svantaggi che comporta...Bagnai oltre ad essere una persona preparata e anche molto furbo e sa che se si presenta al pubblico con una proposta drastica di uscita dall'euro potrebbe essere relegato subito nella schiera degli estremisti alla Barnard, cosa che non vuole assolutamente...per Bagnai la sovranità monetaria è una questione tecnica, per Barnand (ma anche per me...) invece è una questione di principio etico e politico, perchè non può esistere una democrazia compiuta senza il controllo dell'emissione e della politica monetaria...siamo su due fronti completamente diversi, ma che possono trovare convergenza su diversi punti...per il resto, sono d'accordo con quello che dice Aldo, perchè non tutto ciò che dice Bagnai è oro colato, soprattutto finchè vorrà mantenere ad oltranza questa linea prudente di mantenere il piede in due scarpe, per assicurarsi altri spazi di visibilità...che magari sono per lui funzionali e necessari per portare avanti la sua battaglia, ma possono farlo imbattere in diverse contraddizioni e ambiguità...e poi sinceramene non so quali siano le reali intenzioni e motivazioni che spingono Bagnai in questo agone, non lo so, non lo conosco...magari il suo obiettivo è solo crearsi il suo spazietto di visibilità e detto con tutta franchezza, meglio dare più spazio a Bagnai, che a tutti gli altri deficienti che imperversano in TV...in fondo, dice cose corrette, condivisibili, illuminanti, per quanto magari differenti in linea di principio da ciò in cui credo e insisto io...ripeto, per me la sovranità monetaria non è solo una questione tecnica (legata più che altro ad un'analisi costi-benefici), ma un principio inalienabile della democrazia...

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    4. concordo con la prima meta' , ho l'impressione che ci sia qualcosa anche di personale ...
      penso voglia usare la leva della verita' tecnica -e delle conseguenze delle verita' tecnica- per piegare o comunque sollevare il dibattito all'interno del ^centro sinistra^

      invece che si esponga e si presti al massmedia lo trovo -nella situazione italiana- totalmente positivo , anche nelle inevitabili contraddizioni a ambiguita' del caso ...

      l'intervista a italiaoggi ha un equilibrio perfetto , evidentemente ci sta' prendendo gusto ^^

      c'è un cosa in cui sbaglia in pieno è quando dice che la tensione all'interno della zona euro e sui crediti/debiti target puo' portate ad uno scontro bellico ...per il semplice fatto che sia germania che italia da brave colonie americane non hanno capacita' bellica
      proiettiva di attacco (in sostanza si muovono solo su imput degli americani ) senza scordare le bombe atomiche e le centinai di basi militari americane sparse sia in italia che in germania ---Se non ci fossero gli americani avrebbere ragione lui e sarei il primo ad avere paura perchè i germanici sono capaci di tutto(e di obbedire a tutto ) , questo è noto , come la loro arroganza...Ma questo è solo un particolare minore...forse non sa che ci sono le atomiche usa in italia...

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    5. Robert, se l'intenzione di Bagnai è davvero quella di scuotere dal torpore e stuzzicare il PD (come anche io credo), la vedo davvero dura, finchè dovrà scontrarsi con la taratura mentale e la deficienza epica dei vecchi ma anche dei giovani del partito (vedi Gozi o Serracchiani o Renzi, Civati, Boccia etc)...insomma è una battaglia persa in partenza!!! Se invece Bagnai avesse la voglia e la capacità di incunearsi nel m5s sarebbe grandioso, ma non credo che rientri purtroppo nei piani sia di Grillo che di Bagnai costruire una nuova classe dirigente italiana...sulla guerra in Europa, sono pienamente d'accordo, gli Stati Uniti preferiscono buttare bombe altrove, dove i danni collaterali sono minimi e non consentirebbero mai un conflitto in Europa...

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    6. Veramente mi pare che Bagnai abbia parlato di "camicie brune" paventando un conflitto interno alla Germania, non di una guerra tra Stati. se ha parlato anche di questo me lo sono perso.

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    7. Dateme retta fijetti bbelli23 giugno 2012 alle ore 17:54

      Sì, ha parlato di una situazione simile alla guerra di secessione americana e ha ripetuto altre volte che il rischio di un conflitto armato almeno teoricamente c' è. E' un bravo economista, uno straordinario divulgatore ma cosa vuole in concreto non si capisce. Sai, le analisi controcorrente sono interessantissime, se poi uno sa il tedesco, l' inglese, il francese, il latino, suona il clavicembalo, il flauto, va in barca a vela e sa fare la riverenza ha tutta la mia ammirazione ma alla fine a me interessano solo le proposte, i progetti politici e per far quello purtroppo bisogna sporcarsi le manine. Vedremo gli sviluppi e speriamo che siano positivi.

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    8. Hai sicuramente ragione tu, io sono un po' scorderella....

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    9. sono d'accordo con te piero ...AB fa quello che è o meglio sente nelle sue corde ...

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  6. Per Piero:
    ho visto (ahimè solo ora!) il tuo intervento su U-tube, in occasione del Convegno a Frosinone... che dire... sarebbe da trasmettere h24 in un maxi schermo nell'aula del Parlamento (...e non scherzo!)

    Grande Piero!


    "Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni." (Paulo Coelho)

    Atro slogan da mettere in Parlamento ;-)

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    1. Grazie Aldo!!! Per me il convegno di Frosinone è stata un'esperienza interessantissima, anche se mi è rimasto un pò il rammarico di non avere potuto dire tutto ciò che avevo in mente e con la necessaria calma e lucidità...insomma ci sono ancora ampi margini di miglioramento per il futuro, perchè la questione monetaria è complessa e bisogna trovare le parole giuste per comunicare con gente che magari non ha mai riflettuto abbastanza su tali questioni...e l'esperienza di Frosinone è stata molto utile in questo senso, per capire dove si deve ancora agire per migliorare l'aspetto comunicativo e divulgativo...ma il coraggio di continuare a sognare sicuramente non mi manca!!!

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  7. Piu' vi leggo e piu' vi apprezzo, vorrei aggiungere questo link per farvi ancor piu' incisivi.
    http://www.youtube.com/watch?v=Am2aptElseI&feature=share
    Grazie a tutti voi!!

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    1. Ciao Anonimo (23 giugno 2012 11:17),
      se sei interessato agli argomenti trattati nel video di P.B. puoi visitare:

      http://www.paolobarnard.info
      http://democraziammt.info/site
      http://nonpiuchicchidimais.wordpress.com/

      o unirti al gruppo:

      http://www.facebook.com/groups/273244712783362/ (La Finestra su Facebook di DemocraziaMMT)

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  8. Dateme retta fijetti bbelli23 giugno 2012 alle ore 11:29

    Caro Aldo, se mi puoi fare avere il dossier te ne sarei molto grato.
    Avrei anche un' altra richiesta se permetti; io sono uno che si tiene informato e che riesce grosso modo a capire cosa succede ma non ho conoscenze tecniche di economia. Ho un lavoro che mi lascia molto tempo libero e ho deciso che devo mettermi a studiare economia perché questa crisi è arrivata proprio perché la media della gente è come me, ossia non è in grado di capire esattamente cosa possono implicare certe decisioni in materia di politica monetaria, di finanza etc etc Se vogliamo continuare a sperare di avere una democrazia dobbiamo renderci conto che questo significa non più stare lì a guardare ma essere consapevoli e partecipare di più.
    Mi sapresti indicare un percorso di studi, almeno i primi quattro libri da leggere? Intanto ho cominciato proprio la settimana scorsa il manuale di Krugman, Obstfeld e Melitz ed. 2010.

    Grz

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    1. Grz voglio farti una premessa.

      Io sono laureato in economia e commercio (scienze dell'economia e della gessione aziendale) ma la vera macro-economia la sto (ri)scoprendo ora!
      Pensa che la stragrande maggioranza (se non tutte!) delle facoltà di economia sono filo neo-liberiste (cioè i docenti lo sono).

      Quindi quando mi approcciai alla Modern Money Theory dovetti riprendere a studiare le basi di macro ex novo secondo un punto di vista differente. In particolare dovetti approfondire Keynes (praticamente snobbato nel mondo accademico) ma anche Marx, Weber per dirne alcuni.

      Oggi condivido fondamentalmente il pensiero keynesiano (ma rivisitato in chiave moderna, dal punto di vista della Fiat Money) e ho conosciuto altri economisti (da Lerner, Minsky et al.) che mi hanno, per così dire, illuminato sul funzionamento dell'economia ma in particolare della moneta.
      Capire la reale natura della moneta è fondamentale! (Piero la spiega benissimo, puoi vedere il suo intervento qui:http://www.youtube.com/watch?v=y1p0mu3Ko94).
      Purtroppo chi non conosce i principi di economia (dalla politica economica a quella monetaria) è un po tagliato fuori, quindi facilmente influenzabile dalle cialtronerie della politica.

      Per rispondere alla tua richiesta, la scelta è soggettiva in quanto ognuno di noi ha un suo percorso ed un suo metodo di studio.

      Potrei dirti che almeno per iniziare dovresti studiare da un buon manuale di macroeconomia (come base va bene anche il Blanchard, apprendi i concetti base e poi ti crei le tue opinioni in seguito);
      A mio avviso, solo dopo che hai acquisito una buona conoscenza, due libri imprescindibili sono:

      - La teoria generale dell'occupazione dell'interesse e della moneta (di J.M. Keynes)
      - Il Capitale (di K. Marx)

      Potresti leggere di J.K. Galbraith "Storia dell'economia" ed in tema di finanza e crisi gli ottimi "Finanzcapitalismo" di L. Gallino e "Shock Economy" di Naomi Klein.

      Se poi vuoi conoscere anche il "nemico" assolutamente consigliato "LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA" (di Miehen. Crozier - Samuel P. Huntington - Joji WataLkl) e qualcosa di Milton Friedman, Friedrich von Hayek e Ludwig von Mises.

      Per il resto tutti i paper di R. Wray & co.

      Non so se Piero converga con la mia scelta ma il materiale è così monumentale che fare una scelta è difficile. Però credo che da queste letture avrai una visione completa di come sia strutturata la società moderna e di come funzioni l'economia.

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    2. Ottima bibliografia, che approvo in toto...
      Io aggiungerei anche:

      -Esortazioni e profezie di Keynes (che è molto più scorrevole della Teoria Generale e riprendere gli stessi concetti)
      -Le conseguenze economiche della pace di Keynes
      -Il grande crollo di Galbraith
      -Economia dell'unione monetaria di De Grauwe
      -Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria di Reinhart e Rogoff

      Per quanto riguarda la teoria generale di macroeconomia e politica economica il testo di Blanchard è ottimo, ma può trovare in rete parecchi ottimi pdf, fra cui alcuni del professore Bagnai, che spiegano ottimamente la bilancia dei pagamenti...per i paper di Randall Wray puoi seguire questo link:

      http://www.levyinstitute.org/scholars/?auth=287

      Per il resto, condivido in pieno quello che dici: se oggi come oggi non si hanno basi di politica economica e monetaria, non si può partecipare attivamente e consapevolmente al dibattito politico, quindi buono studio perchè mi pare che per questa estate materiale ne hai sufficienza...certo studiare Keynes sotto l'ombrellone è un pò pesantuccio, ma per la nostra sciagurata patria e il nostro futuro espropriato, si fa questo ed altro...

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    3. -Economia dell'unione monetaria di De Grauwe , è aggiornato alle ultime derive ?
      perchè l'autore è il commentatore piu' autorevole dei problemi dell'eurozona
      ma la data di pubblicazione non è recentissima....

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  9. SI PUO AZZERARE IL DEBITO DELLO STATO? ( SI)
    Incominciando con l'eliminazione di tutti i politici servi delle lobby

    Sostituendoli con le MASSAIE Laureate a L’università della Vita
    dove gli esami si danno tutti i giorni

    con miseri stipendi che quando va bene ammontano a Euro 1200,00 al mese.

    Abituate come sono a eliminare il superfluo in breve tempo il debito Pubblico tornerebbe in pari.

    Assicurando una vecchiaia dignitosa a tutti i Lavoratori.

    Mettendo in conto i danni ai (Parassiti Bianchi -Rossi e Neri -) che ci hanno dissanguato in 64 anni di Repubblica.

    Gestendo le risorse con oculatezza potremmo vivere senza essere ricattati da chi gestisce i capitali sottratti al Popolo con le ruberie.

    L'Italia detenendo il 60% del patrimonio Artistico Mondiale potrebbe vivere in prevalenza di Turismo

    Se non li mandiamo via questi Parassiti troveranno il sistema di privatizzare tutti i beni dello Stato lasciandoci in mutande. VITTORIO

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    1. Vittorio, con tutto il rispetto per le massaie, il nostro obiettivo non deve essere quello di far quadrare i conti come se lo stato dovesse funzionare come una famiglia o un'azienda, ma far capire alla gente che lo stato non è nè una famiglia nè un'azienda, perchè ha compiti, poteri e obiettivi diversi...quello che vado spiegando da tempo in questo blog è che non bisogna azzerare il debito pubblico (e perchè mai??? Toglierebbe soldi anche a te e alle massaie), ma utilizzare il debito pubblico in maniera efficace e produttiva per il benessere collettivo...poi sull'incapacità della nostra classe politica siamo tutti d'accordo, dovrebbero essere esiliati da questa nazione per tutti i danni che hanno causato e continuano a provocare...

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  10. La banda bassotti ieri s'è riunito..100 miliardi per la crescita (per chi? Come? Un prestito? Con quali tassi? Graveranno anche quelli sui debiti pubblici?)....infine "l'Euro è irreversibile".
    Berlusconi è uno dei politici più furbi (aimè) della storia italiana....scende nuovamente in campo appropriandosi delle idee che vagano per il web....Quello che mi ha lasciato, diciamo, un po' perplesso è la posizione di Bagnai nell'intervista ad Italia Oggi:

    D. Berlusconi ha detto che organizzerà un convegno di economisti antieuro. Lei parteciperà?

    R. Non sapevo neanche che l'ex premier avesse questa idea. Io comunque non ho preclusioni, vado a fornire dati e riflessioni a chiunque me li chieda. Non ho particolare simpatia per Berlusconi, ma credo che l'incapacità-impossibilità della sinistra di aprire un dialogo sull'euro aprirà spazi enormi a Berlusconi e alla destra populista.

    Dunque se deve nascere qualcosa dal basso per contrapporsi a populisti e neoliberisti, deve nascere adesso....senza perdere altro tempo..Vedo la strada sempre più in salita.
    Qualcuno ha letto l'articolo del link che ho postato sopra? ...Mi interessa capire se si tratta di realtà o cavolate....mi preoccupa...

    Saluti Santo

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    1. Su questa storia dei 130 miliardi per la crescita devo ancora indagare, perchè non ho capito ancora nemmeno io da dove li prenderanno: dai fondi salvastati??? Dalla BCE??? Saranno nuovi prestiti??? Finanziamenti a fondo perduto??? Boohhh...mistero...ne sapremo sicuramente di più dopo il vertice del 28 e 29 giugno...sulla questione Bagnai abbiamo già detto, il suo interesse è diffondere dati tecnici per far ragionare la gente sulla reale opportunità di rimanere o uscire dall'euro, non è una questione politica, quindi per lui andare da Berlusconi, Vespa o Lerner o Santoro non ha importanza, l'importante è che se ne parli...ed io sinceramente approvo questa sua iniziativa encomiabile nella sostanza, ma nel merito siamo distanti un abisso...in fondo, gran parte delle provocazioni di Bagnai sono fatte per scuotere dal torpore la sinistra e il PD, a cui si sente sicuramente più vicino dal punto di vista politico, ma non lo vedo come un ispiratore o promotore del nuovo che avanza, anzi...insomma Bagnai e Beppe Grillo non ce li vedo proprio accanto, mentre per me Beppe Grillo rappresenta l'unica alternativa politica che può avere la forza di aggregare i vari movimenti che si schierano per la sovranità monetaria, la democrazia diretta, lo sviluppo sostenibile etc...bisogna insomma scuotere Grillo e i grillini, perchè per il resto, il PD è irrecuperabile!!! E non parliamo del resto....

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    2. No, invece secondo me è opportuno parlare del resto ...

      Se B. facesse una campagna elettorale su di un solo slogan: "Fuori dall'Euro", rischia di vincere.
      A quel punto che si fa?

      Roberto Seven

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    3. Sì è questo che cerco di spiegare beccandomi del fascista, del provocatore e altri insulti (da cui ne deriva che devo restare anonimo).
      L' uscita dall' euro dal punto di vista politico NON SIGNIFICA UNA MAZZA; prima non avevamo l' euro e c' era la DC, non è che c' era il paradiso dei lavoratori, del rispetto dell' ambiente e dei diritti umani. C' era un welfare migliore ma solamente perché si blandiva il popolo che sennò si buttava a sinistra.
      Ossia, l' euro è sicuramente un mezzo "oppressivo" di lotta di classe e siamo d' accordo ma purtroppo l' uscita dall' euro non è minimamente un mezzo "liberatorio" di lotta di classe da parte dei subalterni. Quindi chi va cianciando di uscita primo non vi dice che il prezzo lo pagheranno solo i poveri mentre i ricchi ovviamente diventeranno ancora più ricchi perché si compreranno a prezzi stracciati i beni dei poverini che dovranno svenarsi per ripianare i loro debiti; secondo, è ovvio che se questa uscita la butta là Berlusconi anche un minus habens dovrebbe capire che la liberazione della classe lavoratrice dal giogo non c' entra uno schwanzstuck, no? Nessun economista serio sta dicendo che bisogna lasciare l' euro; stanno dicendo che l' euro così com' è non va e sono due cose diverse. Come insegna la nuova posizione di Berlusconi, un' uscita dall' euro può essere meravigliosamente funzionale per la classe dei porci capitalisti proprio perché in prima battuta distruggerà i risparmi e i patrimoni immobiliari dei poverini e dei medio-poverini. Vogliamo parlare dei volenterosi pirlotti di Sollevazione che fanno lo stesso errore? I Sollevazionisti parlano di uscita dall' euro e criticano ferocemente Grillo, Vendola, Di Pietro, Bersani, Landini, Camusso e la classe media che ancora vorrebbe l' euro. Benissimo, allora con chi vi alleate? Nella prolusione al convegno di Frosinone di Pasquinelli, disponibile sul loro sito, si vede Pasquinelli che si rivolge pieno di foga al Capo Massone e gli dice che esistono punti sui quali si può andare d' accordo e quello annuisce sornione ma senza dire né sì né no. Berlusconi dice ai quattro venti che l' euro è da lasciare e quindi i Sollevazionisti Comunisti possono allearsi solamenyte con i Massoni e con Berlusconi! Non lo faranno con Berlusconi ma con i Massoni sì e vi confesso che già questo è abbastanza sbalorditivo e disgustoso.
      Ma lo capite che chi ciancia di uscita dall' euro o vi sta prendendo per i fondelli o si fa prendere troppo facilmenti per gli stessi? Ragazzi non fidatevi perché la gente è disposta a tutto, anche a dire cose da rivoluzionario (a gratis) pur di salire nella scala sociale e poi una volta arrivati, i fessi vengono scaricati e i furbi si calmano e prendono posto nel salotto buono. Quello che ci sarebbe da fare è un lavoro di lungo periodo, no la speranza di un capovolgimento improvviso dei rapporti di forza, ma di questo nessuno parla e tutti preferiscono sognare. Scripta manent, almeno questo.

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    4. da quello che dici mi sembra di capire che, quando dovremo accorrere alle urne per assolvere i nostri doveri civici e per goderci il nostro momento di celebrita' e perpetuare la normalita' democratica, tu potresti essere un ideale elettore del sor Giulietto. ho indovinato? io sono molto tentata da Alternativa, se proprio dovessi impegnarmi ancora nell'atto elettorale e non cedere alla scheda fantasiosa, una piccola vendetta.

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    5. No, sarei un comunista ma il comunismo non c' è più se non in forme nostalgiche e pasticcione. Giulietto è bravo ma come giornalista è terribilmente approssimativo. Oggi voterei Grillo ma con molti dubbi. Non tanto per le dietrologie su Casaleggio e Sassoon ma perché mi sembrano molto vaghi sul programma economico; sì lo so che c' è sto programma ma sarebbe meglio se si sapesse chi é l' economista di riferimento del movimento. A Parma spero che faranno bene però fin da subito si sono visti tutti i limiti di questo approccio un po' improvvisato.

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    6. Hai ragione, il comunismo non c'e ' piu' .Alternativa non e' un movimento comunista, anche se molti aderenti sono ex comunisti, ma gli ex di tutto sono dappertutto, e' inevitabile. Comunque il sor Giulietto non persegue la presa violenta dei mezzi di produzione, almeno per quanto ne so.
      Vedremo i programmi , c'e ' ancora tempo prima di doverci mobilitare per salvare questo meraviglioso sistema dei diritti elettorali....non sia mai dovessero pensare che non ne siamo piu' degni...

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  11. Piero, la settimana scorsa ho letto su Il messaggero che sarebbero stati stanziati 80 miliardi ma - secondo Alfano - di questi solo uno era reale e gli altri "virtuali".
    Questo punto non l'ho capito bene. Non credo sia molto attinente ai 130 miliardi di cui si parla in questi giorni ma vorrei capire meglio di cosa si parla.

    qui ho trovato questo articolo

    http://www.lettera43.it/politica/alfano-per-crescita-80-mld-1-reale-79-virtuali_4367554759.htm

    insomma: ci sarebbero ora 130 miliardi di euro per la crescita poi ci sarebbero 79 miliardi virtuali individuati in Italia più 1 reale.

    io non ci sto capendo nulla.

    tu cosa ne pensi?

    secondo te cosa si intende per miliardi "virtuali"?

    Valerio Ermini

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    1. Valerio sui 130 miliardi stanziati dall'Unione Europea per la crescita ancora non ho capito bene da dove li tireranno fuori, ma sicuramente ne capiremo qualcosa di più dopo il vertice del 28 giugno, mentre gli 80 miliardi del decreto sviluppo di Passera vengono raccolti tramite l'emissione di particolari titoli di stato, chiamati project bonds, finalizzati a finanziare imprese, opere pubbliche e infrastrutture...in pratica si tratta di nuovo debito e siccome la raccolta non è certa ma dipende dalle decisioni degli investitori, forse per questo Alfano li definisce virtuali perchè in effetti ancora soldi non ce ne sono...

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  12. Sono nato prima della 2° guerra mondiale
    Allora la popolazione era al 70% analfabeta
    o senza licenza elementare
    ( Io appartengo a quella maggioranza)
    da ignorante mi sono chiesto spesso cosa farei io
    1° la banca d’Italia dovrebbe stampare una moneta interna
    (come lo furono a suo tempo i mini assegni)
    che abbia valore solamente in Italia.
    Senza abbandonare L’Euro
    2°Ripristinare la legge ( annullata) che stabiliva la cifra di denaro
    Che l’italiano poteva portare quando andava all’estero

    3° Delegherei alle banche il controllo di tutte le operazioni in entrata e in’ uscita
    dati che le banche dovranno inviare alla banca D’Italia

    Con l’aggiunta di una legge che punisca veramente col carcere chi evade
    Con la confisca di tutte le somme evase. VITTORIO

    PS il Sali e scendi dello spread fa comodo agli evasori fiscali.
    La Borsa ? io la paragono ad una bisca clandestina.

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