Qualcuno
di voi ha per caso un misuratore del panico? Qual è lo strumento
che ci può dare un’indicazione affidabile del livello di paura che assale gli
esseri umani? Esiste un tale strumento? Ebbene sì, o almeno così pare, dato che
gli scellerati tecnocrati e politici
euristi pensano di possedere la capacità di controllare le paure umane e in
base a questa certezza credono di avere sempre la situazione in pugno. Nei loro
atteggiamenti, nella postura, nei sorrisi falsi con cui si rivolgono alle
telecamere, gli euristi sono certi di impressionare la gente facendogli credere
che loro sono i governanti più saggi, competenti, preparati che questo
continente abbia mai avuto. Certo un bravo esperto di fisiognomica guardandoli
bene in faccia, i vari Van Rompuy, Barroso, Draghi, Rehn, potrebbe
avere qualche dubbio. Se poi si da una rapida lettura ai loro curricula
professionali cominciano ad arrivare i primi brividi di paura. Ma senza fare troppe dietrologie, il fatto che
dal 2008 ad oggi questi politicanti e tecnocrati di terzo o quarto livello si
arrabattino per arginare una crisi finanziaria che altri paesi (ci riferiamo
soprattutto a Stati Uniti e Giappone), nel bene e nel male, sono
riusciti a tamponare, non depone di certo a loro favore. Ma il peggio della
loro cialtroneria, a quanto sembra dalle notizie che provengono da Cipro, deve ancora arrivare. Purtroppo
per noi.
Nella notte fra venerdì e
sabato scorso infatti i ministri delle finanze dell’eurozona si sono accordati
per un piano di aiuti di €10 miliardi
da concedere al governo di Cipro per salvare le sue banche ormai sull’orlo del
fallimento. In realtà, il governo di Cipro insediato di recente aveva chiesto
inizialmente un programma di salvataggio da €17 miliardi, cosa che avrebbe
creato qualche malumore soprattutto in Germania tra gli euroscettici che si
sono ormai saldamente organizzati in un partito (Alternative fur Deutschland)
in vista delle prossime elezioni di settembre. E così su pressione del ministro delle finanze tedesco Schauble
si è deciso di limitare il finanziamento del fondo MES a €10 miliardi, con l’appoggio del FMI che ancora deve
stabilire quale quota versare (si parla di €1 miliardo circa). Il resto dei
soldi necessari a ricapitalizzare le banche fallite verranno invece rastrellati
internamente, prelevandoli direttamente
dai depositi dei clienti delle banche. Una decisione molto discutibile e
inopportuna che oltre a scatenare la
rabbia dei cittadini ciprioti, che si sono presentati con i bulldozer davanti l’ingresso delle
banche chiuse per ferie, avrà sicuramente delle gravi ripercussioni a livello internazionale. Per la prima volta in
Europa ad un bail-out esterno nei confronti di un paese in difficoltà è
stato affiancato un bail-in interno fornito dagli stessi abitanti. Ma in Europa
ormai ci siamo abituati ad assistere a tante prime volte e non è escluso che la
prossima volta gli esattori del Nuovo Sacro Europeo Impero non entreranno con i militari direttamente nelle nostre case per portare via mobili e argenteria.
Nel dettaglio il programma
dell’insolito salvataggio di Cipro
(il quinto paese dell’eurozona a ricorrere agli aiuti dopo Irlanda, Portogallo,
Grecia e Spagna) prevede i seguenti passi:
1)
Un prestito
del MES di €10 miliardi da corrispondere al governo cipriota, che in minima
parte verrà utilizzato per coprire il fabbisogno pubblico fino al 2016 (€1,5
miliardi) mentre il resto dovrà essere girato direttamente alle banche
2)
Un prelievo
forzoso del 9,9% sui depositi superiori a 100.000 e del 6,75% per quelli inferiori a 100.000
3)
Ai clienti tassati verrà corrisposto un equale controvalore di azioni delle
banche fallite ad un valore nominale unitario deciso arbitrariamente dalle
banche stesse (queste azioni infatti non hanno alcun valore di mercato e non
vengono nemmeno transate in borsa)
4) Un aumento della tassa sui profitti societari dal 10% al 12,5% e in minima parte
dell’imposta di bollo degli obbligazionisti
junior delle banche (mentre
quelli senior o in possesso di
obbligazioni privilegiate non verranno minimamente toccati)
5)
Un piano da €1,4 milardi di privatizzazioni
6)
La promessa del governo di Cipro di riportare
il debito pubblico al 100% del PIL entro
il 2020
Per evitare la classica corsa agli sportelli dei depositanti,
l’Eurogruppo ha disposto che le banche
restino chiuse per “ferie” fino a
mercoledì (o giovedì o a data ancora da destinarsi), i bancomat vengano disattivati e le piattaforme internet delle banche bloccate, in attesa che il
Parlamento di Nicosia ratifichi il piano di salvataggio domani. Considerando
che senza questi aiuti e il supporto della BCE, le banche cipriote rimarrebbero
a corto di liquidità nel giro di una settimana, Cipro non ha molte scelte e nel
discorso accorato e terroristico alla nazione
fatto dal presidente Anastasiades si capisce che ormai c’è poco da tergiversare
su eventuali alternative. A parte l’uscita
immediata dall’eurozona, ma questo ovviamente né le banche né i politici
ciprioti sono disposti a farlo, visto i vantaggi
esclusivi di protezione che hanno nel detenere una moneta forte come
l’euro-marco, il cui peso viene gravato soltanto sulle spalle dei cittadini “poco informati”. Corre voce infatti che
in vista dell’operazione di prelievo forzoso molti politicanti e faccendieri
ciprioti “bene informati” abbiano
messo in sicurezza i patrimoni e trasferito vagonate di soldi all’estero nei
giorni precedenti la riunione dell’Eurogruppo. Ma questo è difficile da provare
adesso che le banche sono chiuse e quando queste ultime riapriranno, possiamo
scommettere che le transazioni sospette magicamente saranno scomparse dai
terminali. Questa è l’eurozona, bellezza! Il 99% dei fessi paga e l’1% degli
scaltri gode!
Ovviamente nei giorni scorsi
i politici e lo stesso presidente
cipriota si erano affaccendati a turno ad assicurare i correntisti che mai
il governo avrebbe accettato di ratificare un prelievo forzoso sui depositi.
Poi, come si sa, di necessità bisogna fare virtù, viene tirato in ballo l’alibi
del ricatto e quindi rimangiandosi in fretta le parole e giocandosi
senza pudore la faccia e la dignità, i
correntisti se la sono presi in saccoccia. Ora siccome stamattina il
presidente della Consob Giuseppe Vegas
ha detto testuali parole “non
drammatizzerei: Cipro è una realtà molto piccola, non credo proprio che in
Italia possa succedere una cosa del genere”, lascio ai correntisti e ai
risparmiatori italiani l’onere di trarne le conseguenze. Chi ha orecchie per
intendere intenda e chi ancora non ha provveduto a mettere al sicuro i
propri risparmi all’estero, lontano
dall’Europa (anche la Svizzera e Montecarlo appaino ormai luoghi poco
sicuri), forse è meglio che cominci a farci un pensierino. Il rischio contagio ormai è più che
probabile e malgrado la stampa e la propaganda italiana si stia prodigando per
mantenere a margine la notizia, nel mondo “normale”
e nei giornali “normali”
(praticamente tutti i giornali e siti americani, inglesi, australiani,
cambogiani, della Papuasia), la vicenda
di Cipro ha fatto scalpore e scatenato reazioni che vanno dallo sconcerto allo
scandalo, che più o meno, con diverse sfumature di grigio e di nero, suonano
così: “Fuggite dall’Europa a gambe levate
e portate i vostri capitali via da lì perché questi sono pazzi!”
L’operazione cipriota
infatti presenta diverse ombre (se non tenebre) e parecchi dubbi di legittimità. Innanzitutto per l’entità del prelievo che
grava pesantemente su chi ha un reddito basso e un deposito limitato: per
intenderci un normale lavoratore, un impiegato, un barista, un muratore che ha
un conto corrente da €10.000, si vedrà portare via la bellezza di €675, che in
un periodo di recessione e deflazione dei salari come questo corrisponde più o
meno ad una mensilità di stipendio. E
per quale motivo poi? Per la sola colpa di vivere in un paese dove operano banchieri incompetenti, corrotti, incapaci
supportati da politici collusi e
compiacenti, che a suo tempo hanno deciso di aderire ad un’unione monetaria bislacca proprio
per tutelare i loro interessi personali e di casta. Dove lo trovano politici e banchieri un paradiso in terra come
l’eurozona? Un luogo dove in modo autoritario e oligarchico le decisioni vengono
prese dall'alto da una ristretta cricca di tecnocrati
nominati mai democraticamente eletti e hanno davvero pochi margini di
trattativa (come disse giustamente tempo fa il parlamentare europeo inglese Nigel Farage in Europa ad ogni diktat
dei tecnocrati si può solo rispondere “Sì”
e “Sì, grazie!”, mentre il “No” non è assolutamente contemplato), aumentando soltanto a dismisura squilibri, iniquità, disparità fra la povertà
diffusa e i pochi ricchi. E i diritti
democratici della cittadinanza sono sempre ampiamente subordinati rispetto ai
privilegi di banchieri e politici.
A Cipro poi sono stati
pesantemente colpiti anche i depositi
cosiddetti garantiti, quelli inferiori a €100.000. Forse non tutti sanno
che a norma di legge, a prescindere dalle alterne vicende delle banche, gli
stati europei (compresa l’Italia) in collaborazione con le rispettive banche
centrali hanno l’obbligo di garantire i
depositi fino a 100.000, che vengono insomma considerati come soldi sicuri,
alla stregua del contante (banconote e monete) che custodiamo nelle nostre
tasche. Come riportato anche sul sito della Banca Centrale di Cipro, la garanzia sui depositi è stata fino ad
oggi valida sull’isola, quindi il fatto di averla ignorata apre nuovamente il
dibattito sul significato dei soldi
nell’epoca della moneta fiduciaria, elettronica e bancaria. Quando noi
firmiamo un contratto per aprire un conto corrente in una qualsiasi banca,
consegnando i nostri soldi contanti al banchiere (o facendo un bonifico da
un’altra banca) cosa stiamo firmando in realtà? Si tratta di un semplice
accordo di affidamento per un servizio
di custodia o un passaggio di
proprietà? Una volta depositati, quei
soldi sono ancora nostri oppure sono della banca o dello Stato? La risposta
a quanto pare è ancora incerta, ma l’unica cosa sicura è che il banchiere
spedirà direttamente quella mazzetta di vecchie banconote (oppure il sistema
informatico trasferirà automaticamente le riserve sottostanti al bonifico)
presso la banca centrale, dove andranno ad ingrossare il conto di riserve della banca in questione. Successivamente queste
riserve saranno indistinguibili dalle altre e la banca potrà utilizzarle come
meglio crede: compensazione dei pagamenti con le altre banche, prestiti
interbancari, mutui immobiliari, acquisto di titoli derivati a Singapore. A
nostra insaputa, naturalmente.
Quindi il servizio di
custodia che noi paghiamo profumatamente con tanto di commissioni mensili
nasconde in realtà un vero e proprio passaggio di proprietà: un’anomalia che non si riscontra mai in
nessun altro settore o servizio di gestione dei beni capitali o finanziari. Ma
quando voi lasciate la vostra auto in un parcheggio custodito pagando la
relativa tariffa oraria, vi è mai capitato che il parcheggiatore si prenda la
licenza di noleggiare la vostra auto ad uno sconosciuto? Senza magari
informarvi preventivamente per condividere con voi i proventi del noleggio? Non
credo e una volta al corrente dell’abuso non avreste alcuna esitazione a
denunciare il reato presso l’autorità competente. Eppure in merito alla banca questa truffa viene ormai considerata una
prassi convenzionalmente accettata da tutti. I nostri soldi, frutto del
nostro lavoro e del nostro sudore, sono in realtà della banca, che può disporne
come meglio crede. A Cipro abbiamo scoperto fra l’altro (noi italiani lo
sapevamo già dal 1992, ma in misura molto minore) che in combutta con lo Stato,
la banca può essere autorizzata ad utilizzare i nostri soldi per coprire le perdite derivanti da decenni di cattiva
gestione e di malversazione. E’ quindi più
che normale e legittimo che i cittadini ciprioti siano infuriati, perché nel
periodo delle vacche grasse della finanza, fino al 2008 ed oltre, non erano
certo loro che scialacquavano con i generosi
dividendi degli utili o con i bonus
milionari riservati ai dirigenti delle banche. Il motivo fondamentale per
cui ancora oggi alcune nazioni corrotte,
guidate da politici infami, banchieri
rapaci, stampa indecente vogliono entrare a tutti i costi nell’eurozona è
proprio questo: si tratta dell’unico posto al mondo dove viene applicato alla
lettera, con la tipica incorruttibile rigidità teutonica, il principio di mercato fascista della “privatizzazione
dei profitti e socializzazione delle perdite”.
E
gli Stati Uniti allora? Tutti i trilioni di dollari che la Federal Reserve ha regalato alle banche
per salvarle del fallimento? Calma, calma, vacci piano “euroidiota” ben
indottrinato e cotto a puntino dagli sciacalli di Repubblica, del Corriere
della Sera, del Sole 24 Ore e dai Santoro di turno. Negli Stati Uniti, il
governatore della Fed Ben Bernanke,
come candidamente ammesso da lui stesso in una memorabile intervista, ha
pigiato con le sue dita i tasti del computer per creare dal nulla quei trilioni di dollari, senza mai mettere le mani nelle tasche dei cittadini
oppure strozzare l’economia con aumenti
spropositati di tasse e tagli alla spesa pubblica. Gli americani sono pazzi
e fascisti ma in una maniera diciamo pure più democratica, perché alterando il
normale corso del valore dei titoli in borsa e consentendo a banche, imprese e
cittadini di ridurre l’enorme ammasso di debito accumulato in passato, attendono pazientemente che l’economia
riesca a riprendersi da sola come i vecchi tempi. Con il bravo consumatore
a stelle e strisce che diligentemente si rimette a fare debiti con le banche
per comprare la casa, l’auto, il frigorifero e pagare la retta universitaria ai
propri figli, per la gioia di politici e banchieri. Si privatizzano sempre i
profitti (principio questo intoccabile nella luminosa epoca del fascismo di
mercato), ma per quanto riguarda le perdite pagano soltanto coloro che hanno
perso il posto di lavoro a causa della recessione, che in percentuale (8%
circa) non sono neppure paragonabili con i
bagni di sangue di disoccupazione
(e disperazione) di Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda e i suicidi per fallimento avvenuti in
Italia. Quindi l’“euroidiota” può stare tranquillo che i primi a scandalizzarsi
per ciò che sta avvenendo in Europa sono proprio gli americani, che in patria
non avrebbero mai permesso che accadessero simili mostruosità da tardo impero.
In uno stato “normale” e meno
fascista di Europa e Stati Uniti (pensiamo per esempio a Svezia, Norvegia e Islanda),
quando accade una crisi del genere del settore bancario, la Banca Centrale con
il compito di prestatore di ultima
istanza, acquista tutte le attività in sofferenza della banca, nazionalizza
l’istituto e sostituisce a pedate nel sedere i precedenti dirigenti con i
propri commissari fino a quando i conti della banca non sono di nuovo in
ordine. Quindi è bene che l’“euroidiota” sappia che nel mondo
esistono stati democratici “normali” e che quello che sta
accadendo oggi nell’eurozona non era mai successo prima nella storia umana, a
parte nei periodi più oscuri e brutali delle
dittature dell’antichità, dove vigeva ancora un netto divario fra la classe regnante e gli schiavi e il sovrano poteva decidere a suo piacimento di trucidare in modo
sbrigativo i suoi creditori e prelevare con la forza tutti soldi in
circolazione. Cosa umanamente inaccettabile ma tecnicamente quasi obbligata in
un’epoca di circolazione monetaria a
base metallica scarsa e limitata, ma umanamente e tecnicamente incomprensibile oggi in un sistema di moneta fiat senza alcun legame di convertibilità con i metalli
preziosi o altri beni materiali. A Cipro in pratica, nel silenzio più completo
dei nostri media, siamo tornati indietro di millenni, al tempo dei tiranni e delle monarchie assolute (Dionisio
di Siracusa è il primo che mi viene in mente). Ma è bene non fare sapere
agli schiavi come stanno esattamente le cose. Non sia mai che si sveglino e si
mettano in testa di spezzare le catene.
Quello che però dovremmo
chiederci arrivati a questo punto di barbarie
e di degrado civile, all’interno del vicolo cieco dell’eurozona, è se esistevano quantomeno delle misure più morbide e meno fasciste per taglieggiare i
cittadini. E la risposta è certamente sì.
Innanzitutto quando si deve (o meglio si “vuole”)
fare un prelievo forzoso della ricchezza finanziaria di una
nazione bisognerebbe cominciare da chi ha di più e da chi può privarsi di parte
dei risparmi in eccedenza. Quindi i primi a pagare dovevano essere coloro che
possedevano obbligazioni private (i
veri creditori delle banche, mentre i correntisti sono soltanto dei clienti) e
coloro che avevano titoli pubblici dello
stato cipriota (come è successo in Grecia). Se è vero come dicono che le
banche cipriote si finanziavano soprattutto con i depositi mentre la parte
raccolta con le obbligazioni è minima, appena un 1,8% del totale (un’anomalia
di cui parleremo dopo), a conti fatti i titoli del debito pubblico cipriota
circolanti dovrebbero ammontare a circa €20 miliardi, che con un haircut
del 25% avrebbero fruttato alle casse dello stato un risparmio di €5 miliardi.
Considerando che con il prelievo forzoso sui depositi lo stato incasserà €5,8 miliardi, i conti più o meno
tornano. In secondo luogo bisognava concedere una franchigia totale per i depositi inferiori ad un certa soglia (per
esempio €20.000), e applicare un’aliquota di prelievo più progressiva per i
depositi, con una maggiore forbice fra l’aliquota più bassa e quella più alta
applicata per esempio ai depositi superiori a €200.000 (si poteva iniziare con
un’aliquota minima del 2,5% fino ad arrivare ad una massima del 12,5%, solo per
fare delle cifre e rendere l’idea).
Tuttavia a causa della fretta di passare all'incasso e siccome in questo
modo si sarebbero toccati i privilegi di certi intoccabili e gli interessi degli investitori e delle banche
straniere (fra cui le solite banche tedesche e francesi, che proprio speculando
sui titoli di stato della periferia hanno fatto e continuano a fare la loro
fortuna e la loro debolezza), la Germania,
in contrasto a quanto pare con la stessa BCE, ha preferito proseguire sulla strada del taglieggiamento selvaggio e indiscriminato. Per i tedeschi dunque un semplice lavoratore cipriota
che ha fatto una vita di sacrifici per accumulare dei risparmi non è tanto
diverso dall’oligarca russo che esporta e ricicla capitali illegali all’estero. Inoltre
non si capisce ancora perché i fondi del
MES non vengano utilizzati per ricapitalizzare
direttamente le banche fallite, come previsto fra l’altro dallo statuto del nuovo criminogeno organismo
finanziario europeo, ma siano sempre obbligati a transitare prima per le
casse dello stato, facendo gravare le perdite delle banche sul debito pubblico (quindi sull’intera
popolazione e sulle generazioni future), che continua a lievitare verso cifre
da capogiro. La risposta a questo spinoso dilemma esistenziale sembra ovvia e
già in parte sviscerata prima quando si parlava dei “principi fondanti fascisti”
dell’eurozona, ma apre lo spiraglio per analizzare un altro punto dolente
dell’intera questione cipriota: “Ma perché il 1° gennaio 2008 Cipro è stata
ammessa nell’eurozona?”
Secondo i criteri di
ammissione dell’unione monetaria europea, Cipro a quella data era un paese
esemplare. Aveva i conti pubblici in ordine e il suo debito pubblico era ben
inferiore alla fantomatica soglia
critica del 60% decisa a suo tempo dalla Germania per partecipare dei
servigi e delle mirabilie della sua preziosissima moneta unica euro-marco. Tuttavia, siccome nell’eurozona vige il dogma mistico-teologico che la stabilità di una nazione e la solidità
di un’economia dipenda solo dal debito pubblico, a nessuno degli sciagurati
e falliti eurocrati è venuto in mente di dare una sbirciatina al debito privato, nascosto soprattutto
fra i numeri dei bilanci “pubblici”
delle banche. Se lo avessero fatto, si sarebbero accorti che solo i depositi
bancari, ingrossati oltremisura come detto anche dai trasferimenti esteri degli
oligarchi russi, avevano raggiunto la iperbolica sproporzione di essere 8 volte maggiori del PIL del paese, che
ammonta a circa €17 miliardi.
Un’anomalia che
avrebbe dovuto fare sobbalzare sulla sedia chiunque, non solo per la cifra gigantesca
ma anche per l’evidente alterazione di un elementare principio di contabilità bancaria che per non incorrere in crisi di
solvibilità o liquidità sconsiglia vivamente di finanziare le proprie attività a medio-lungo termine (mutui,
prestiti o anche titoli di stato o derivati) con passività liquide (i conti correnti) o a breve-medio termine (i depositi di risparmio). Tuttavia, forse
eccitati dalle grandi speculazioni finanziarie che si potevano fare nell’isola,
gli euristi hanno accolto con entusiasmo Cipro nel club dei truffatori e degli
usurai chiamato eurozona: “Forza
banchieri ciprioti, saltate su nel nostro carrozzone che qui c’è da divertirsi
sulle spalle dei soliti fessi! Questi idioti di cittadini europei pensano
ancora che noi abbiamo costruito l’eurozona per la pace nel mondo e noi glielo
dobbiamo lasciare credere…mi raccomando quindi acqua in bocca e occhio alla
penna!”
E ricordiamo fra l’altro che
i primi scricchiolii di crisi
finanziaria globale erano già cominciati nel 2007, con il fallimento della banca d’investimento americana Bear Stearns assorbita poi da JP Morgan, e quindi un po’ di prudenza
sarebbe stata più che opportuna, prima di portarsi in casa il bubbone cipriota. Quando nel 2008 esplode la crisi finanziaria in
tutta la sua ampiezza, le banche
cipriote sono in ginocchio al pari di quelle americane, irlandesi,
islandesi, tedesche, francesi, soprattutto perché nello specifico avevano in
pancia molti titoli del debito pubblico greco, che in seguito avrebbero poi
prodotto nuove perdite a causa dei successivi haircuts previsti dal programma di default assistito della Grecia. E inizia anche qui come altrove l’intervento pubblico massiccio di
salvataggio per tamponare l’emorragia bancaria, non solo con le solite
garanzie sui depositi e sulle obbligazioni emesse dagli istituti ma anche con i
prestiti diretti esteri, in
particolare quello stipulato dal governo cipriota nel 2011 con la Russia da €2,5 miliardi. Di conseguenza
il debito pubblico comincia la sua
rapida e inesorabile ascesa dalla quota “virtuosa”
iniziale del 48,9% del 2008 fino al 71,6 di gennaio 2012, al 90% attuale che con l’ultimo piano di salvataggio
europeo di sabato scorso sforerà e di molto anche il 100% (guarda grafico sotto).
Ora capite per quale motivo
chiunque ancora si ostini a parlare in pubblico di crisi dell’eurozona come “crisi
del debito sovrano” dovrebbe essere subito salutato con un caloroso
calcio sulle gengive e radiato immediatamente dall’ordine dei giornalisti e
degli analisti finanziari? La crisi
europea è e resterà sempre una crisi bancaria e di squilibrio commerciale con l'estero che solo gli acrobatici camuffamenti
della stampa e della propaganda asservita sono riusciti a stravolgere nella sua
genesi e nella sua cura. Il caso
cipriota, così come quello irlandese precedentemente descritto, non fa eccezione alla regola. E la paura del contagio e della fuga dei
capitali dalle banche europee sarà più che mai reale sia ora sia nei
prossimi giorni, settimane, mesi perché sbagliando volutamente la diagnosi i tecnocrati rimandano sempre
la data di inizio della cura
(l’unione bancaria è solo l’ultima delle scemenze inutili messe in campo,
mentre sappiamo bene che una seria
riforma del sistema bancario e della struttura
stessa dell’eurozona avrebbe bisogno di ben altre premesse).
Perché mai un qualsiasi
investitore americano, coreano, australiano dovrebbe accollarsi il rischio di detenere titoli pubblici o
privati dell’eurozona? In un clima di tale incertezza
e confusione, perché mai un semplice
cittadino non dovrebbe mettere al sicuro i suoi risparmi, lontano dalle banche
europee? Quanti sacrifici umani,
economici, sociali dobbiamo ancora subire per liberarci definitivamente
dall’idolatria dell’euro? Fino a dove può arrivare la fantasia e la spregiudicatezza
dei tecnocrati europei nell’inventare sempre nuovi programmi e strumenti
finanziari per salvare i colleghi banchieri e il loro stesso posto di lavoro?
Avete idea per caso quali effetti dirompenti possano essere generati da un
evento inizialmente reputato insignificante, quando si scatena la paura e il panico nella gente? E se fosse proprio Cipro l’inizio della fine dell’euro? Cosa succederà nell’isola quando
riapriranno le banche? I cittadini ritireranno in massa i loro depositi e le banche
avranno immediatamente bisogno di un altro
piano di salvataggio?
Solo come promemoria, per chi crede ancora alle
menzogne di chi dice che Cipro è un caso
unico, isolato, con basso rischio sistemico, ricordiamo che la fase più
acuta della Grande Depressione del 1929
in Europa iniziò con il collasso e la successiva corsa agli sportelli presso la
piccola banca austriaca Kreditanstalt che in
breve tempo scatenò una serie di
fallimenti bancari a catena in tutto il continente e accelerò il processo
di sganciamento dal regime monetario gold standard. In quel caso
contribuirono all’acutizzarsi della crisi una combinazione complessa di economie fragili, regime monetario rigido,
confusione istituzionale, incapacità di coordinamento, politici ottusi e
incompetenti, mai sopiti egoismi nazionali. Vi ricorda qualcosa una tale miscela esplosiva? Considerando che l’euro è la moneta a tutt’oggi più simile
al regime gold standard, mi pare
che ci siano tutti gli ingredienti per prevedere la sua provvidenziale e inesorabile scomparsa da qui a pochi mesi. Con un’unica complicazione.
La presenza all’interno del
contesto europeo di un nuovo “stato” autoproclamatosi autonomo e
indipendente, che ha intavolato precisi accordi di intensa con la Germania e in particolare con la banca
centrale tedesca Bundesbank: la BCE. La BCE e i suoi rapporti con i
funzionari tedeschi sono infatti l’elemento
discriminante e dirimente per capire le prossime evoluzioni della crisi,
essendo la prima l’unico emettitore “sovrano” di moneta (che gli altri
stati sono costretti a prendere in prestito al pari di una qualsiasi altra moneta straniera) e i secondi i grandi creditori
netti in un continente di paesi indebitati. Quando si comincerà a mettere in
seria discussione il privilegio
creditizio della Germania e ad attaccare frontalmente l’incomprensibile imperio della BCE, saremo tutti a metà dell’opera
e una volta sganciati dall’euro e dalle sue strambe liturgie, potremo augurarci
una normale ripresa economica e politica
all’interno dei singoli paesi, così come avvenne in Europa dopo il 1931 (va
bene, cerchiamo di essere più precisi. La crescita economica era già iniziata dopo
il 1931 con il progressivo sganciamento dal regime gold standard ma fu accelerata qualche anno più tardi dallo scoppio
della guerra e dai grossi investimenti nell’industria bellica, che ad occhio e
croce mi sento di poter escludere con assoluta certezza oggi. Se mi sbaglio, mi
arruolo volontario nel battaglione San Marco per difendere i nostri sacri ed
inviolabili confini nazionali!)
E siccome abbiamo iniziato
parlando dell’inettitudine e della cialtroneria dei tecnocrati europei,
concludiamo con un breve postilla che
ci serva a capire quale risma di
dementi, corrotti e di persone ampiamente in malafede abbiamo di fronte. Vi
ricordate dello stress test delle
banche europee condotto dall’EBA nel luglio del 2011? Ebbene in quella data
l’EBA (European Banking Authority)
condusse un’analisi molto “accurata” sui bilanci bancari di 90
istituti di credito europei di importanza sistemica e certificò che le tre maggiori banche cipriote (Bank of Cyprus, Marfin Laiki e Hellenic Bank)
avevano superato il test a pieni voti, senza accorgersi minimamente
dell’anomalia sui depositi di cui abbiamo parlato prima. Ma questi funzionari
dell’EBA come fanno i loro controlli? Con il pallottoliere e con l’abaco?
Riescono a capire quando una banca è a posto con i requisiti patrimoniali e
contabili? Leggendo i bilanci delle banche, a cosa pensano? Alle farfalline
oppure ai soldi che noi siamo costretti a dargli per nascondere la polvere sotto il tappeto?
Ora capisco per quale motivo molti cittadini
ciprioti rimpiangono oggi di non essere nati nella Repubblica Turca di Cipro del Nord, dove tutto sembra andare a
gonfie vele e nessuno si trova gli sportelli della banca chiusi in faccia.
Certo, qualcuno dei nostri politicanti
più corrotti e imbecilli dirà magari: “Ma
dove credono di andare questi turchi con le loro lirette in tasca! Non vorranno
mica sfidare la Cina con la loro liretta turca! La loro liretta è solo carta
straccia nel Mediterraneo! Ci vogliono carriolate di lirette turche per comprare
la benzina! ”. E invece i turchi hanno tassi
di crescita economica paragonabili a quelli della Cina e stanno scalando
rapidamente tutte le classifiche dei paesi
più sviluppati del mondo. E chissà che un giorno non supereranno anche noi
italiani, che siamo stati costretti proprio da quegli stessi politicanti imbecilli e corrotti a
rinunciare alla nostra liretta e
alla nostra dignità di popolo per
diventare i maiali e gli schiavi
dell’euro. Caro Bersani, non
solo non hai smacchiato il giaguaro, ma ho come l’impressione che fra poco
saranno i cittadini italiani a sbranare te. Come se fossero tanti piccoli ma
ferocissimi giaguari.
Signor Piero Complimenti, tuttavia, La pregherei cortesemente di utilizzare con tale disinvoltura il termine fascista. La situazione e' gia, giustamente, abbastanza tesa non rischiamo di fomentarla ridando fiato agli "opposti estremismi". Non vorrei che alla demonizzazione di noi fascisti tra un po' si aggunga anche la discriminante di "fascista come difensore dello status quo finanizario".
RispondiEliminaRingrazio E Complimenti ancora per l'articolo.
Matteo
Ahah, ha pure ragione Matteo...
EliminaIo sono antifascistissimo ma davvero accusarli di essere a favore della grande finanza internazionale è un po' troppo. ;)
Grazie per le precisazioni, ma ribadisco come già fatto altre volte che il termine "fascista" viene utilizzato in senso metodologico e non storico-politico. Da definizione del dizionario il "metodo fascista" è riferito a colui "che interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza". Nello specifico il termine "fascismo di mercato" è legato soprattutto ai metodi totalitari utilizzati dai tecnocrati europei e dai partiti politici nazionali ad essi affiliati (in Italia soprattutto il PD di Bersani).
EliminaPur non condividendo l'ideologia di fondo del fascismo politico, ho spesso evidenziato come i movimenti di estrema destra o di centrodestra hanno spesso mostrato una maggiore consapevolezza nell'interpretare gli eventi e le dinamiche socio-economiche sottostanti il progetto massimalista europeo. Oggi, in Italia, è molto più facile dialogare con questi movimenti su temi come l'importanza della sovranità monetaria, che aprire un dibattito aperto e costruttivo con le frange più radicate e fanatiche del centro-sinistra e della sinistra estrema. Per chi ancora non lo avesse capito i veri "fascisti di mercato" a cui mi riferisco nell'articolo sono i partiti nazionali (PD, Monti, e buona parte del PDL) che hanno sposato acriticamente tutte le tesi mercantiliste imposte da Bruxelles, senza capire che sono in aperto contrasto con i diritti costituzionali democratici e con i principi di equità e giustizia sociale da essi derivanti. Detto questo, difficilmente in futuro potrò appoggiare in Italia movimenti di estrema destra (come Alba Dorata in Grecia) che vogliono risolvere i problemi applicando il principio della forza e della prevaricazione, senza passare per la normale trasformazione parlamentare prevista dalle nostre istituzioni democratiche. Penso di essere stato abbastanza chiaro, no???
Già. Non foss'altro, perché gli unici due Partiti-Movimenti che parlavano espressamente in campagna elettorale di NO Euro, No UE, Sovranità Monetaria, erano; Uno la fascistissima Forza Nuova (ed in misura minore CasaPound) e l'altro l'ultracattolico e dedito al sociale Io Amo l'Italia, del convertito Magdì Cristiano Allam.
EliminaEntrambi al grido di Dio, Patria e Famiglia.
Ovviamente, stante la cialtroneria dell'elettore medio, prono a seguire le sirene ammaliatrici e quasi mai a ragionare, sono stati sonoramente trombati.
Resta il rammarico ed una punta di cattiveria.
Possibile che gli italiani debbano farsi dare lezione di italianità e di valori da un partito nazionalista e da un immigrato della prima generazione, fattosi cittadino e cattolico, che ama il suo Paese d'adozione come nemmeno gli italiani riescono più?
Evidentemente sì.
Significa che ci meritiamo questa Italia e questa Europa?
Che proprio non possiamo avere di meglio?
Rifletteteci su.
Cordialità.
Ermes Uguccioni.
Chiarissimo Signor Piero, non avevo alcun dubbio al riguardo, comprendo benissimo l'utilizzo in senso metodologico, purtroppo a molti pero' non e' chiaro e potrebbero fraintendere. Vabbhe' anche se va detto che questi ipotetici molti magari non sono qui a "perdere" tempo leggendo analisi piu' approfondite, come quella dell'articolo. Bhe' si, concordo su Alba Dorata, non per fare il megacomplottista ma, la paura che sia un movimento "false flag" che col peggioramento della situazione possa fare da cane da guardia, anche inconsapevolmente, della troika\Nato e' forte, almeno da parte mia.
EliminaMatteo
Complimenti, è tutto sempre così chiaro e comprensibile che ogni volta che leggo un'analisi del genere e poi ho a che fare col piddino di turno non mi capacito di quanta imbecillità circoli.
RispondiEliminaPer fortuna che la Storia e la matematica se ne fottono allegramente di loro.
Fabio
i vari banchieri europei sono dei perfetti ignoranti e parassiti.. W la RIVOLUZIONE.. meritano la morte certi ladri senza se e senza ma.. basta con l'ipocrisia dei vari Draghi, Monti, Bersani e compagnia... sono degli incapaci.. vanno cacciati uno a uno!
RispondiEliminaOttima analisi Pietro, complimenti.
RispondiEliminaIl caso di Cipro è l'esempio più evidente della truffa dell'euro: un paese diviso in due dove dove, da una parte, con la "liretta turca" non vi sono problemi; dall'altra, con la moneta unica, si è vicini alla rivoluzione. Non capisco quali altre prove servano! Solo chi è in malafede può continuare a difendere la moneta unica, visto che una simile evidenza è ovvio che appaia palese anche a chi non mastica di economia.
Carlo.
Piero, articolo magistrale come da tua abitudine.
RispondiEliminaFinalmente è ritornato il nostro Piero il grande!
Ero furibondo come l'incredibile Hulk, per questa ennesima nefandezza della Troika, ai danni del popolo cipriota, un crimine contro l'umanità, altro che premio Nobel, ma quando ho letto questa tua frase, sei riuscito a farmi dimenticare dell'immane tragedia, e a farmi sbellicare dalle risate---------------------> il club dei truffatori e degli usurai chiamato eurozona che dice: "..............Questi idioti di cittadini europei pensano ancora che noi abbiamo costruito l’eurozona per la pace nel mondo e noi glielo dobbiamo lasciare credere…mi raccomando quindi acqua in bocca e occhio alla penna!"
Mitico Piero, riesci a farmi ridere, persino quando RIBOLLO DI INDIGNAZIONE, come un vulcano senza posa!!!!
grazie che sei tornato!!!
Grazie Piero, leggere questo blog per me è come respirare aria fresca. Continua cosi e non fermarti ;)
RispondiEliminaEgregio signor Piero, sarebbe così gentile da spiegarmi come fa il debito privato a diventare debito pubblico?
RispondiEliminaNon capisco perché debba essere un problema per un paese se i privati hanno dei debiti all'estero.
Forse vuol dire che il debito privato finisce per creare una situazione difficile alla quale poi deve far fronte lo Stato?
Ho fatto l'operaio per 45 anni e purtroppo ho dei limiti di informazione, grazie.
Gigi Massimino
@gigi da privato a pubblico
EliminaBuongiorno costosa amici!
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