Finalmente, grazie al lavoro
incessante del coordinatore di Reimpresa Sicilia Salvo Fanara e di Elisa Brancato, siamo riusciti ad
organizzare un incontro con i ragazzi del Movimento 5 Stelle sui temi che più
ci stanno a cuore: politica monetaria
e sue ripercussioni sulla vita sociale ed economica di un paese democratico. Il
convegno si terrà a Messina ed è fissato per le ore 20.30 di mercoledì 29 maggio (la locandina è qui accanto), e sarà un’occasione spero
non unica e nemmeno rara per capire se la base del Movimento 5 Stelle è davvero intenzionata ad indagare più
profondamente e seriamente sulle cause della crisi e sulle sue possibili
soluzioni. Gli argomenti da trattare sono davvero tanti, ma chi ha seguito fin
qui il dibattito politico-economico-finanziario che si sta facendo su questo e
su altri blog, comprenderà facilmente che sono tutti intrecciati fra di loro:
significato della moneta oggi, debito e spesa pubblica, tasse ed evasione
fiscale, pareggio di bilancio e situazione dell’Italia, Fiscal Compact, Mes.
Non si parlerà espressamente dei costi e dei benefici di un’eventuale uscita
dell’Italia dalla zona euro, ma avendo un minimo di consapevolezza in più su
ciò che sta accadendo oggi in Europa ognuno potrà farsi una sua personale
opinione.
Sono molto fiducioso sulla
buona riuscita dell’incontro e in una crescita progressiva di coscienza
collettiva che parta dal basso, dalla base del Movimento 5 Stelle, perché spesso
i segnali che arrivano dal vertice
Grillo-Casaleggio sono davvero sconfortanti: il comico-anfitrione continua
infatti a premere l’acceleratore sul problema del debito pubblico, sulla
necessità di continuare a tagliare i costi dello Stato, sulle trame di palazzo
e la corruzione della casta, ignorando quasi del tutto che i veri problemi
dell’Italia sono di carattere internazionale, legati agli accordi europei
capestro che ci impongono un regime di
austerità per almeno altri venti anni, correlati all’impossibilità di fare
politiche economiche espansive e di agire sui tassi di cambio per recuperare
competitività, sigillati a doppia mandata con le cessioni di sovranità e il
depotenziamento continuo della nostra Carta Costituzionale. Ed è appunto la
nostra ammirata e santificata (almeno a parole) Costituzione Democratica il fulcro su cui si dovrebbero fare ruotare tutte le
nostre attuali e future rivendicazioni: un tempo il patto sociale tra i cittadini era basato sul diritto al lavoro, sui principi di dignità e decoro della persona, sui valori di uguaglianza e solidarietà sociale, e oggi invece è
ridotto a puro e fastidioso ostacolo
burocratico che impedisce ai nostri politici
mercenari e asserviti di procedere spediti nelle famigerate “riforme
strutturali” ultraliberiste dettate dall’Europa. Ultima ciliegina della
torta in questo senso: di ritorno dal Consiglio
Europeo di Bruxelles, il nostro primo ministro pro tempore Enrico Letta
a quanto pare ha portato a casa un “grande successo” sul tema dell’occupazione giovanile. Ma è davvero così?
Il suo successo corrisponde veramente ad una nostra vittoria?
Vi racconto un piccolo
aneddoto, che magari può aiutarvi a capire come la penso su questo tema. A
tempo perso e a titolo di amicizia, da alcune settimane impartisco ripetizioni
di micro e macroeconomia ad una brillante studentessa di giurisprudenza, che
dopo un inizio alquanto stentato (la matematica ed i grafici non sono il suo
forte) comincia a darmi qualche piccola soddisfazione. Durante una pausa, dopo
aver visto un po’ di teorie sull’occupazione nella versione classica e
keynesiana, le chiedo a bruciapelo: “ma
secondo te perché il governo Letta sta insistendo molto sull’occupazione
giovanile, cioè quella va dai 16 ai 24 anni?” e lei senza alcuna esitazione
risponde: “perché i giovani sono quelli
che costano meno”. Esattamente. L’intenzione non tanto nascosta del nostro
governo è quella di sostituire il lavoro degli anziani ad elevata esperienza e
quindi maggiore remunerazione, a cui verrebbero offerti dei contratti di lavoro part-time, con quello dei giovani che
hanno minori competenze,
specializzazioni, qualifiche e si accontentano anche di un basso stipendio
iniziale, con tipologie di contratto tra le più precarie del mercato del
lavoro. Non si tratta quindi di
creazione di nuovi posti di lavoro, ma di semplice turn-over fra quelli già esistenti, sempre nell’ottica di una riduzione dei salari dei lavoratori
(unica strada in Europa per migliorare la competitività di un paese) e di un impoverimento in termini di
specializzazione e valore aggiunto del comparto industriale e produttivo
italiano. Un passo in avanti insomma verso la cinesizzazione della
nostra economia. E se questo lo capisce una studentessa che ha poca dimestichezza con i concetti di trade-off
e skilled workers, non vedo perché
non lo debba capire un’attivista del Movimento 5 Stelle, che si reputa tanto
informato e al passo con i tempi.
Ripeto, se i vertici del
Movimento 5 Stelle sono sordi, la base è
invece molto più ricettiva di ciò che pensiamo e sintomi incoraggianti di
un risveglio e di una presa di coscienza definitiva ne stanno arrivando
parecchi in queste ultime settimane. Se ascoltiamo uno dietro l’altro i tre
interventi riportati di seguito e pronunciati alla camera dai deputati del
Movimento 5 Stelle, Laura Castelli, Daniele Pesco, Carlo Sibilia, ci sembra quasi di non vivere in
Italia, il paese dove esiste il più alto
grado di propaganda e censura su certi argomenti: questi ragazzi con la
disinvoltura e la freschezza tipiche della gioventù parlano di lobbies
finanziarie e bancarie, signoraggio
bancario, Europa delle banche e non
dei popoli, follia tecnica-economica
del pareggio di bilancio, accordi
capestro come il Fiscal Compact e Mes che sotto la veste criptica degli
incomprensibili trattati europei hanno lo scopo di depredare i risparmi dei cittadini
e dei lavoratori, con aumenti di tasse e tagli alla spesa e ai servizi
pubblici, da destinare esclusivamente al salvataggio delle banche. Capisco che
fra il dire e il fare c’è ancora di mezzo il mare, ma negli ultimi trent’anni
in Italia mai nessuno si era spinto così lontano con l’irriverenza e l’insubordinazione
per denunciare pubblicamente in Parlamento
il vero malaffare e inganno in cui è incastrato il nostro paese (e non solo
il nostro paese). Non so quanto ciò sia frutto di una precisa strategia
politica o solo un estemporaneo effetto dell’incoscienza giovanile, ma un’idea
su ciò che sta avvenendo all’interno del Movimento 5 Stelle me la sono fatta
anch’io e cercherò di spiegarla a parole mie.
Beppe
Grillo è furbo, conosce bene il carattere e l’umore degli
italioti e sa che per accattivarsi i loro voti deve puntare su concetti
semplici e facilmente comprensibili da tutti: stato ladro, casta cattiva,
corruzione ed evasione fiscale, debito pubblico causa di tutti i mali del
mondo. Probabilmente Grillo è consapevole che queste distorsioni ancestrali e patologiche del nostro sistema politico ed
istituzionale per quanto becere e dannose non c’entrano nulla con i veri
problemi che deve affrontare oggi l’Italia. Eppure, per non perdere consensi e
per cavalcare l’onda della protesta
qualunquista basata soltanto sul livore e la rabbia nei confronti della
classe politica, Grillo è costretto a continuare la solita manfrina che a tutti
piace sentire, lasciando da parte gli argomenti più complicati e difficili da
ingoiare con immediatezza dall’uomo della strada durante un comizio elettorale.
In questo modo Grillo affida il “lavoro sporco” della vera informazione e
denuncia dei peggiori malanni del paese ai ragazzi in Parlamento, che fino
ad oggi sono stati piuttosto incisivi e convincenti. Potrei sbagliarmi, ma le ultime dichiarazioni fatte a Mirandola,
in cui Grillo spiega che fra un anno vuole fare un referendum sull’euro (di tipo esplorativo suppongo, visto che l’articolo 75 della Costituzione vieta
l’utilizzo del referendum per ratificare o abrogare trattati internazionali)
dopo un periodo di informazione capillare sull’argomento, mi fanno pensare di
non essere andato troppo lontano dalla verità. Il problema però è che la politica non è solo denuncia o
distruzione di ciò che c’è, ma anche proposta
e costruzione di ciò che ancora non c’è e su questo ultimo punto il
Movimento 5 Stelle mi sembra piuttosto carente e lacunoso.
Rinnovando l’invito per
chi può e per chi vuole a partecipare al convegno
di mercoledì prossimo a Messina, confermo ancora una volta la mia totale
disponibilità a supportare e collaborare con i ragazzi del Movimento 5 Stelle
per trovarla insieme quella linea
politica e strategica di lungo periodo che ancora manca. Per raggiungere un
certo obiettivo lontano nel tempo e nello spazio bisogna avere una stella polare e una direzione da seguire. E lungo il
cammino mettere dei paletti invalicabili che impediscano di sbagliare strada
nel caso si dovesse tornare indietro o cambiare direzione. E vuoi vedere che
questa stella polare, come ci ripete da mesi l’amico Luciano del blog Orizzonte48, non sia proprio la nostra
magnifica Costituzione Democratica troppo
frettolosamente accantonata e svilita?
Bravissimo Piero, mi hai tolto le parole di bocca.. giustissimo tra l'altro porsi - senza demagogie - il problema dell'indirizzo economico del M5S, che oggi va un po' troppo verso la distruzione di quello che c'è, rischiando di gettare il bambino con l'acqua sporca (vedi spesa pubblica)..
RispondiEliminaFinalmente una proposta concreta.
RispondiEliminaE' giusto, l'unica strada è costruire un percorso comune con i 5 Stelle. Non è "una" delle strade possibili, è la "sola" a disposizione e meno male che si comincia con i primi passi.
Sulla base del M5S che è meglio del vertice non sono d'accordo. Grillo e Casaleggio possono essere criticati sotto molti punti di vista ma rimane il fatto che hanno raccolto il 25% dei consensi e soprattutto che hanno risvegliato la voglia di partecipare nella gente.
Alcni si sono spinti a ipotizzare che Grillo è al servizio della Germania o come Limes a quello degli USA.
Fregnacce, Grillo sa di avere in parlamento dei ragazzi senza esperienza, sa che la sua base si è svegliata ieri ed è del tutto impreparata; come nel caso della Gabanelli che era una scelta ovviamente ridicola Beppe ha saputo gestire il risultato non brillantissimo delle Quirinarie con grande diplomazia arrivando alla fine a mettere in campo il "suo" candidato Rodotà, il migliore in assoluto.
Se finalmente ci si decide a scendere a fianco dei 5 Stelle per dargli quella forza intellettuale di competenze tecniche che adesso gli mancano davvero potrà succedere di tutto.
Cerchiamo di farlo pure a Roma, magari...
Verrei volentieri ma Google map mi dice che sono 1178 km, belin se non fosse stato per gli ultimi 78 sarei venuto sicuramente. Magari la prossima volta facciamo a metà strada.:-)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaChe palle quelli che sbagliano i congiuntivi.
Eliminahai ragione ma ero dal cell e l'ho scritto in fretta, poi quando ho riletto ho visto l'errore e ho provveduto a cancellarlo
EliminaMa no Attilio, mi spiace. Non dicevo sul serio, era per punzecchiare così per rompere a gratis, non per biasimare. Capita a tutti l'errore di grammatica, anzi scusami.
EliminaOttima operazione Piero Valerio, parlare direttamente con la base invece di chieder udienza al duo CasaGrillo che non ha capito nulla. E come potrebbe mai? "U saziu nun criri u'riunu"
RispondiEliminaBY IL VILE BRIGANTE
Ottimo...Vorrei accendere i fari su questo eccezionale gruppo economia5stelle.it o su facebook (https://www.facebook.com/groups/341357459231627/585745691459468/?notif_t=group_activity)
RispondiEliminaInoltre vorrei sottolineare la seconda proposta più votata del forum nazionale del M5S (http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/10/immediata-uscita-da-eurozona-moneta-sovrana-applicazione-mmt.html) presentata sul forum in Ottobre 2012
Cordiali saluti e grazie per le sue sempre molto chiare analisi
Ciao, Piero.
RispondiEliminaSenza che senta Bagnai, potresti mettere una qualche parola definitiva sul concetto di "signoraggio"?
Grazie.
Fausto
Grazie mille per questi video su Youtube.
RispondiEliminaGrazie Piero Valerio, sono convinta che la strategia giusta è quella che parte dalla base del vertice, insieme potremo cambiare se non il mondo almeno la nostra bella Italia e chi lo sa se non si cominci con la Sicilia...
RispondiEliminaPiero che ne pensi del Manifesto che hanno sottoscritto Bagnai e Borghi insieme ad altri economisti europei?
RispondiEliminaMai negli ultimi trent'anni nessuno s'era spinto così lontano nella denuncia. E' vero, per ascoltare denunce altrettanto circostanziate, bisogna risalire a 34 anni fa:
RispondiEliminahttp://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf#nav (dalla pag. 24992, ma anche l'intervento di Magri è interessante, e precisa il fatto che il suo discorso critico non è dettato da un sentimento "anti-tedesco")
E, paradosso dei paradossi (o beffa del destino), chi è che all'epoca aveva messo in guardia dai pericoli dello SME (antesignano dell'euro)? Ma il "buon" Re Giorgio, quando non era ancora Re
Piero fai bene a provarci fino in fondo.
RispondiEliminaAltri ci hanno provato prima di te e, a quanto pare, si sono ritrovati ad avere a che fare con una struttura atipica, che assume input in modo variegato e un pò ondivago (a vedere ciò che occasionalmente ne scaturisce in termini di "incomplete" enunciazioni economiche), ma poi non ha un centro di "imputazione" organico in questa materia. Chi, come e perchè può stabilizzare una linea politico-economica del m5s, a parte le questioni di facciata che li hanno aggregati e che rimangono ancora al centro della comunicazione?
Rammento le posizioni, ufficializzate (per quanto possibile dirlo), di Massimo Fini su pensionati e pubblico impiego, il decrescismo come tendenza caratterizzante, l'idea che la spesa pubblica vada tagliata perchè è l'alimentatore della corruzione, il salario di cittadinanza and so on...
Il punto è che se non gli entra in testa il concetto che il saldo primario provoca output-gap, che questo mancato sviluppo è esattamente dovuto al taglio dell'intervento statale (spesa) e alle privatizzazioni, che fare ciò è stato per la scelta politica di "tagliare", a carico dei cittadini-lavoratori, un debito che si è innalzato a causa degli interessi, pagati alle banche (tutt'ora), successivi al "divorzio" nonchè del simultaneo vincolo di cambio (SME-perseguimento convergenza di Maastricht-euro con limiti di deficit), che pensare al welfare integrativo su lavoro-disoccupazione è GIA' accettazione di un modello deflattivo anti-salariale (tedesco), poi è difficile sperare in una diffusa consapevolezza di base.
Anche perchè una volta che, in ipotesi, questa consapevolezza fosse condivisa dalla maggioranza della base "militante", non solo perderebbero i voti della massa votante, ma non potrebbero più coerentemente riconoscersi in Grillo-Casaleggio che sul punto non hanno cedimenti.
Un bel problema se devono proseguire come forza con un'identità e una vitalità che vada oltre la lotta alla casta e ai costi della politica (che tra l'altro sono strettamente legati alla modifica post Maastricht dell'ordinamento). Forse un problema irrisolvibile o che porterà a un cortocircuito...
L'uunica parte che conta di questo post è:
Elimina"Piero fai bene a provarci fino in fondo".
Il resto sono p....
Un coacervo di luoghi comuni. Parliamo del "Diritto al lavoro". Nessuno ha l'obbligo di farti lavorare se non ritiene che per lui ciò sia profittevole; altrimenti nessuno accetterebbe i rischi collegati al lavoro autonomo.Sarebbe più comodo aspettare un fesso autolesionista che di tasca propria ti fornisse un lavoro e sanasse di tasca sua gli oneri per le conseguenti perdite economiche.
RispondiEliminaLa nostra Costituzione stabilisce invece che il lavoro è il mezzo per il progresso sociale, per la crescita individuale (collegata alla meritocrazia) e per l'assunzione delle più alte cariche istituzionali (in precedenza derivate da motivi dinastico-aristocratici).
Il lavoro è un valore per distinguere chi è capace e meritevole, non per giustificare chi non ha voglia di darsi da fare, di faticare per crescere, di rischiare per progredire.
Qualche domandina al SIg. Pietro Valerio.
RispondiElimina1) Condivide la mia opinione che il primo requisito che deve avere chi chiede un prestito sia la credibilità sulle sue intenzioni e possibilità concrete di restituirlo?
2) Ritiene il medesimo Sig. Pietro Valerio che chi abbia depositato i propri risparmi in una banca debba rimanere tranquillo di vederseli restituire all'occorrenza?
3) Un Paese che vive nel conflitto d'interessi, in un enorme debito pubblico, con uno spreco ed una corruzione scientemente tutelata da una classe politica di marionette nominate ma non elette, senza l'imposta di successione che ridistribuisca gli enormi patrimoni, con un arretrato scientemente voluto di 9,8 milioni di processi (civili e penali), con una giustizia civile con scadenza oltre gli 11 anni e penale oltre i 7 anni, con intere aree in mano alla criminalità organizzata, con il 24% del patrimonio immobiliare in mano alla Chiesa, con 8 corpi di polizia delle amministrazioni pubbliche, senza un catasto aggiornato, una burocrazia che rimane inamovibile, una scuola ed una sanità immobilizzata dai sindacati dei dipendenti, dagli ordini professionali che coltivano solo la propria gretta tutela, una struttura politico economica accessibile non alle competenze ma alle conoscenze (amici, raccomandazioni, presentazioni), ecc. ecc. tutto ciò premesso, RITIENE CHE I PROBLEMI DELL'ITALIA PROVENGANO DALL'ESTERO?
mamma mia...lasciati dire che la tua visione del problema italia è a dir poco sfuocata. ti suggerirei qualche fonte di informazione più valida per aprire gli occhi ma il grado di autoconvincimento che emerge dalle tue parole mi porta a considerare inutile la cosa.
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Elimina1) sì: poi il dovere sarebbe anche del creditore di verificare prima di scucire (vedi afflusso di capitali esteri fino all'inizio della crisi); in ogni caso, con sovranità monetaria i titoli di debito pubblico sono garantiti, motivo in più per abbandonare l'euro
Elimina2) sì, e allora?
3) sì, perché i problemi che dici ci sono sempre stati e non hanno impedito all'Italia (ops, Italietta) di diventare un'economia prospera prima dell'euro; né d'altra parte l'assenza di mafia e spaghetti hanno impedito ad esempio a Irlanda e Spagna di andare in crisi con un debito pubblico ridicolmente basso. La ragione della crisi va ricercata nell'assenza di cambio flessibile e nell'assurda ossessione del pareggio di bilancio statale, come sempre più spesso si sente dire da economisti di livello internazionale. Mafia corruzione e sprechi ci sono e vanno combattuti, ma non possono essere usati per spiegare qualsiasi disgrazia ci capiti, terremoti e alluvioni compresi.
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RispondiEliminaPer il Sig. Luca Tonelli . Se poi vogliamo aggiungere alle immagini "sfuocate" il ponte sullo stretto, l'assenza della class action, dello spoils system, l'arresto alla sentenza di primo grado dei termini per la prescrizione, l'assenza della repressione delle cause temerarie contro la libertà di stampa, l'assenza della legge contro la corruzione, l'assenza del divieto di subappalto, i concorsi farsa, ecc. penso proprio che per una vista così "sfuocata" della situazione italiana, dovrò inevitabilmente ricorrere al bastone bianco ed al cane guida.
RispondiEliminaPotrò contare, per attraversare la strada, sulla sua generosa collaborazione?
Piero, ho voluto toccare con mano "le basi popolari" del M5S partecipando a qualche loro incontro, posso dire che molti sono proattivi e volenterosi, ma solo pochi ancora hanno voglia di CAPIRE e non da che parte stare, ma come funzionano realmente le cose. Comunque non mi piace andare per categorie, classi, bandiere, contano le persone, punto. Bisogna imparare o ritornare a farsi domande, poi ancora e poi ancora fino a quando la matrice non e' diagonalizzata, cosi' si risolve un sistema di equazioni! con l'aiuto di chi ne sa di piu' e non ha altro interesse che giustizia e verita'.
RispondiEliminaScusami, nel volantino riconosco alcuni argomenti e grafica a me familiari.. In ogni caso mi piacerebbe - se possibile - ricevere un sunto, anche privato, dei temi trattati e dell'esito dell'incontro.
Grazie
Elena
Tanti auguri, ma con gerta gentaglia, infinocchiata dalle superstizioni malthusiane della corona britannica e deal "Capitalismo dal volto umano" (come lo definì Grllo) di Soros, non si può fare molta strada.
RispondiEliminaI militanti del M5S rappresentano senza ombra di dubbio quanto di peggio esista in questa disastrata nazione di vigliacchi e rancorosi: dilettanti allo sbaraglio convinti che possa esistere democrazia senza corruzione, spreco e mafia (ma hanno mai letto Pareto o Mosca, sti tizi?), che il problema sia la Corte del re (anche Seyes lo credeva, ed ha fatto la fine che meritava nella cloaca della Storia) e che alla fin fine l'Euro è solo un pezzo di carta.
Con questa gente, che ha avuto quello che merita alle ultime amministrative, non c'è da dialogare per persone intelligenti come te.
Piero, è stato un vero piacere sentirti parlare questa sera,grazie! (Teo, il tecnico video/audio)
RispondiEliminaGeremia
RispondiEliminaPoiché la chiave di volta di tutta l'economia di uno Stato che possa dirsi indipendente (e quindi LIBERO) è la sovranità monetaria, concetto questo che personalmente ho sempre sostenuto e che comincia a farsi strada nell'opinione delle persone, non posso che plaudire visceralmente all'iniziativa di intavolare uno scambio di opinioni sul tema "moneta, politica ed economia" fra alcuni esperti (il dott. Piero ritengo sia tra i migliori del momento) e il Movimento 5 Stelle che ha dimostrato di aderire con passione ad un'idea non omologata della politica di questo sfortunatissimo nostro Paese.
Purtroppo il tema è "rovente" e i precedenti storici che hanno dimostrato, ahimè", che "chi tocca i fili muore" (Lincoln, lo stesso Hitler, i Kennedy e altri ....) esigono ogni cautela ed anche una buona dose di coraggio direi persino temerario.
Quello che mancherà sarà disgraziatamente il sostegno della maggior parte dei media.
Geremia
RispondiEliminaConcordo con l'asserto di Stefano d'Andrea "Oggi la prospettiva immediata non è la vittoria. La vittoria è la prospettva futura. Oggi la prospettiva immediata è il Risveglio".
A parer mio il "risveglio" è già cominciato per merito anche del M5S.
Non c'è dubbio ma rimane il fatto che si devono evolvere perché così come sono non vanno da nessuna parte.
EliminaMolti fanno gli schizzinosi con Grillo, io invece penso che sia in buona fede ma ha bisogno di selezionare una classe dirigente di alto livello.
Seguiamo l'ARS che parte da presupposti molto interessanti.
Urge un aggiornamento del blog con un nuovo post! :-)
RispondiEliminaPer quanto riguarda il M5S, io francamente non so più cosa pensare. Sta diventando, dal lato di chi ha il merito di aver fatto nascere il movimento e di averlo coordinato (Grillo), un oggetto che sta sfuggendo ad ogni controllo. Fanno molta più pubblicità (pessima) gli insulti Urbi et Orbi di Grillo, che iniziative concrete come questa delle prove di dialogo.
Io non ho ancora capito la posizione ufficiale del M5S. E' per l'Euro? o per la sovranità monetaria? cosa pensa della separazione fra Banche Centrali e Ministeri del Tesoro? Quali sono le sue posizioni sul Fiscal Compact, visto che qua tutti dicono che possiamo sforare 'sto benedetto Deficit ma sembrano essersi scordati dell'obbligo che abbiamo sottoscritto di abbattere in 20 anni centinaia di miliardi di debito pubblico?
Cioè, sforare il rapporto Deficit/PIL è una scorreggia rispetto al mantenimento del vincolo del Fiscal Compact. I portavoce del M5S, che si propone come la nuova e corretta Italia, cosa dicono in merito? A me sembra che si stiano amminchiando, pardon, avvitando solo sul Finanziamento ai Partiti, al reddito di cittadinanza e ai mail server sotto attacco. Punti importanti, ma che non affrontano la calamità di fondo, ovvero i patti economici contratti verso l'Europa.
Poiché NESSUN PARTITO tradizionale parla di questi argomenti, sarebbe un'occasione importante per il M5S prendere posizione con uno "standing up" davanti all'Europa.
Hai ragione.
EliminaDal punto di vista politico si sta aspettando settembre perché dopo le elezioni tedesche anche i germanici avranno quel minimo di spazio politico per poter allentare le scelte rigoriste.
In concreto ci sarà un quantitative easing europeo anche se su scala ridotta.
Diciamo che abbiamo meno di un anno di tempo per costruire un nuovo soggetto politico, che l'unica via è svegliare i 5 Stelle e che Dio ce la mandi buona perché in questa situazione è sufficiente uno scossone esogeno per dar via al finimondo quello vero.
Facciamo presto che almeno ci troveremo preparati e uniti.
Il quantitative easing intra-europeo non so quanto ci possa aiutare, visto che i problemi noi ce li abbiamo con la Germania, non con gli Stati Uniti o con un altro paese extra-europeo. Sono un po' scettico al riguardo.
EliminaSvalutiamo sì rispetto al resto del mondo, ma i problemi di risucchio di risorse rimangono invariati dentro l'Euro.
Lorenzo non ci siamo spiegati.
EliminaNon ho detto che il QE europeo sarà la soluzione ma rispondevo a te che ti chiedevi il perché di alcune strane contraddizioni nel pensiero eurista.
Credo che la strada che hanno deciso di intraprendere sia quella e lo ha detto anche Draghi che si aspetta una nuova politica monetaria da Francoforte.
Noi sappiamo che servirà a poco (a noi) ma a loro servirà perché sarà un palliativo e moltissima gente si accontenterà di quello più altre fregnacce consolatorie tipo sospensione dell'IMU, nozze gay, marijuuana libera e via dicendo.
Stefano D'Andrea ha scritto una cosa importante: non lottiamo per la vittoria ma per il risveglio del popolo. Quueste sono parole profonde (il che porterebbe a pensare che non interesseranno a nessuno...) che rappresentano molto bene l'obiettivo principale di un movimento che voglia davvero cambiare le cose.
L'unica cosa che mi lascia un po' stupito sono le divisioni che si prospettano già prima di aver dato vita a un concreto soggetto politico (non so se seguite le diatribe a base di pesantissimi insulti fra il soprano e i trotzkisti della Valnerina e della Ciociaria; i disimpegni in vista di "future" prese di posizione rigorosamente in qualità di "nuova classe dirigente" di altri signori etc etc).
Diciamo che per adesso i fatti vanno più veloci di noi...
Hai scritto bene: "fregnacce consolatorie". All'elenco che hai stilato aggiungerei la nuova diatriba sull'ennesima replica dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Sul fronte economico, ora la parola d'ordine è diventata "competitività". Dopo le boiate sui benefici dell'austerity atuttiicosti inizieranno a bombardarci con i benefici dell'essere competitivi atuttiicosti. Dopo che anche la competitività avrà perso di significato, si inizieranno a vedere anche in Italia le ultra-destre.
EliminaHai ragione sull'elezione del Presidente. Mi permetto però di osservare che siamo un tantino divisi e poco incisivi in quanto ad azione concreta. Sono più efficaci loro...
EliminaMi perdoni sig. Valerio ma quindi Lei non ritiene che la disoccupazione giovanile sia un problema? E ritiene che chiunque voglia risolverla lo faccia solo per abbattere i salari e aumentarne la competitivitá?
RispondiEliminaPoi mi permetta di fare alcune considerazioni su questo passaggio:
"“ma secondo te perché il governo Letta sta insistendo molto sull’occupazione giovanile, cioè quella va dai 16 ai 24 anni?” e lei senza alcuna esitazione risponde: “perché i giovani sono quelli che costano meno”. Esattamente. L’intenzione non tanto nascosta del nostro governo è quella di sostituire il lavoro degli anziani ad elevata esperienza e quindi maggiore remunerazione, a cui verrebbero offerti dei contratti di lavoro part-time, con quello dei giovani che hanno minori competenze, specializzazioni, qualifiche"
1) Costo del lavoro e produttivitá (dovuto a maggiori competenze, specializzazioni, etc...) sono due cose distinte e lei le mette in relazione in maniera arbitraria senza alcun nesso logico
2) Chi Le ha detto che un giovane ha meno competenze ed é meno produttivo di un aziano?A parte che i giovani hanno un`alfabetizzazione informatica e linguistica assai superiore, diversi studi provano che si tocca il picco di produttivitá intorno ai 35 anni per poi progressivamente calare.
3) Ma d`altra parte é tutto il ragionamento che é illogico se io diminuisco i costi di produzione ma allo stesso tempo diminuisco il valore del mio prodotto, non sto diventando piú competitivo, mi sto solo spostando su un altro segmento di mercato. Sarebbe come dire che la ferrari sostituisse i suoi operai con quelli della fiat e volesse cosí essere piú competitiva rispetto alla lamborghini... Presto o tardi si ritroverebbe a far concorrenza alla volkswagen...
In conclusione, non me ne voglia, ma credo che sarebbe opportuno che la sua studentessa si trvi un altro professore
Provo a dare un minimo di risposte io, anche se sono sicuro che Piero Valerio potrà fare un discorso più articolato e completo, e magari anche criticarmi per qualce imprecisione.
Elimina1] forse più che di “produttività” dovremmo parlare di “competitività”, per misurare la quale esiste un indice specifico, il CLUP, o costo del lavoro per unità di prodotto. La produttività è il denominatore, mentre il costo del lavoro è al numeratore. Se entra un giovane, lo paghi meno, anche se è più rapido al PC, è cintura nera di Excel e marcia meglio di un anziano a fare le fotocopie. In effetti il singolo produce di più, perché è più giovane, e costa pure di meno.
2] vedi punto 1. Infatti il giovane è più produttivo e…costa meno. Io lavoro in ambito industriale e posso tranquillamente affermare che i nuovi ingegneri che reclutiamo, sia essi interni, interinali o consulenti, li paghiamo una miseria rispetto a vecchi tecnici che tipicamente scaldano la sedia ma mantengono le famiglie e i figli agli studi. Grazie a pochi precari la mia azienda produce come se avesse 3 volte tanto vecchi tecnici e ingegneri, poiché si tratta soprattutto di attività non ad altissimo valore aggiunto, per cui la formazione universitaria di base è più che sufficiente e per sopperire alla carenza di esperienza bastano poche persone con una certa anzianità di servizio. Parlo di nuove leve che conoscono sw di simulazione, sanno programmare, ottime basi matematica e di logica. Ma siccome non c’è domanda per questo tipo di profili, sono sottosfruttati nelle loro competenze, e sovrasfruttati nel loro tempo e come intensità di lavoro visto che sono ricattati con il “o fai quel che dico io, o ne chiamo un altro”.
Peró Sig. Marchetti non so se si rende conto che sta avvallando la mia posizione e confutando quella del sig, Valerio.
EliminaAi nostril fini non ci interessa se una persona ha delle qualifiche in pontenza ma che non sta usando, cioé se un ingegnere, preparatissimo, scalda la sedia e non usa al meglio le sue skills é un problema che riguarda l`utilizzo delle risorse da parte dell`azienda, ma é un altro problema.
Quello che a noi interessa é se a paritá di prodotto il giovane é piú produttivo dell`anziano e anche alla luce della sua esperienza Lei mi conferma che é piú produttivo.
quindi possiamo confutare le seguenti affermazioni del Sig. Valerio
I giovani hanno meno comptenze, in realtá se, a paritá di prodotto, produco di piú, vuol dire che ho competenze migliori o sono in grado di usarle meglio. Di conseguenza cade anche la relazione pago meno perché mi rende meno visto che sembra che un giovane sia piú produttivo ma viene pagato meno.
Poi vorrei soffermarmi su questa cosa che I giovani ingegneri vengo sfuttati. Le posso assicurare che un ingegnere o un tecnico specializzato, in questo momento storico in EUROPA, non fa assolutamente la fame, se ha un minimo di testa.
Le posso dire che ho conosciuto a ingegneri informatici spagnoli a Monaco di Baviera che non parlavano un`acca di Tedesco e l`azienda oltri a pagarli molto bene gli pagava il corso di tedesco.
Durante un`attraversata in moto dell`europa, prendendo il traghetto dalla normandia all`irlanda, conobbi un compagno bikers ingegnere gestionale che, dopo l`ennesimo contratto a termpo determinato con audi italia al minimo sindacale decise di mollare l`azienda. Dopo due mesi I colleghi tedeschi con cui era in contatto gli offrirono un posizione a tempo indeterminato direttamente per audi Germania a fare la stessa identica cosa ma pagato abbondantemente di piú. (Vi assicuro che era molto contento)
Sono due anni che vivo all`estero, in giro per l`Europa, e Le posso assicurare che se uno ha le competenze giuste, e sicuramente gli ingegneri che le hanno. e un minimo di testa, ha la possibilitá di crearsi delle carriere di tutto rispetto.
1) Il sig. Valerio non parla di clup ma di costo del lavoro e lo mette in relazione
3] il costo delle materie prime e il costo del lavoro incidono in misura diversa sul costo finale di produzione a seconda del settore e del bene in questione, ma qua si fanno discorsi medi. Quindi, fermo restando i costi delle materie prime che si pagano in euro e noi non possiamo svalutare, è il costo del lavoro su cui dobbiamo soffermarci. E ritorniamo alla competitività: tengo i salari bassi con la disoccupazione [così la BCE è pure contenta visto che non si crea inflazione], creo precariato, e ho un esercito di tecnici e ingegneri disponibili per quattro soldi. La vera progettazione, il vero know-how, i brevetti etc sono appannaggio di una ristrettissima minoranza di persone e un buon controllo di qualità di un processo mi garantisce che “nessuno è indispensabile” perché tutto è documentato e una persona la sostituisco in poco tempo. La piccola società che fa piccola produzione ad alto valore aggiunto, scarsamente sostenuta da un processo di qualità aziendale, riposa completamente nelle proprie risorse umane. Se uno se ne va, specie se bravo, è un problema. Una grande compagnia che fa produzione, no. Quindi, si prendono diplomati o laureati che costano poco, li si mettono a fare lavori con basso valore aggiunto [tanto dove vanno a fare ricerca e sviluppo? Mancano i soldi alle aziende per “innovare” in Italia] e la FIAT continuerà a produrre le Punto, solo con un margine di profitto maggiore perché pagherà di meno gli operai. Oppure, fermo restando il know how che si tiene nel cassetto, mette in piedi uno stabilimento in Romania, godendo degli incentivi fiscali e del basso costo del lavoro nei paesi emergenti. In Germania con le riforme del lavoro “Hartz” che ora ci chiede l’Europa quando ci dice che dobbiamo flessibilizzare, hanno fatto proprio così: creare un esercito di precari che ora sono incazzatissimi con l’Euro perché pensano che è colpa nostra se loro sono pagati poco, giacchè noi del Sud-Europa chiediamo stipendi da fame. Infatti nella “mitica” Germania, nonostante il boom economico, nascono come funghi parititi anti-euro…chissà come mai!
RispondiEliminaVeniamo alla concorrenza alla VW: in effetti l’Italia è antagonista commerciale della Germania su vari settori, fra cui l’automotive. E’ proprio per stroncare la concorrenza che è stato creato l’Euro, immobilizzando la leva monetaria della svalutazione. Prima la Germania ha riformato il mercato interno del lavoro (leggi: flessibilità), poi ha tenuto bassa l’inflazione (ben al di sotto del consentito) così da essere più forte sul costo del prodotto finale, e poi – BAM- ci ha inondato di prodotti, facendoci indebitare. Mica solo noi. Siamo in buona compagnia (Spagna, Portogallo, Grecia) e ora è il turno della Francia, tra i Paese grandi. Anche là Hollande sta per varare un bel piano di austerity, taglio alla spesa sociale e flessibilizzazione dei contratti di lavoro. Stessa ricetta applicata da noi.
Non commento la parte relativa all’allieva… le critiche tecniche sono sacrosante, ma gli insulti personali e su un blog che è una vetrina dove tutti leggono li trovo di pessimo gusto oltreché inutili per un confronto. Specie mosse nei confronti di un blogger serio, preparato che dà il massimo per fare divulgazione e non ci guadagna una lira, pardon, un euro.
Mamma mia, voleva essere solo un esempio, avrei potuto usare sap, ma non mi venivano in mente societá informatiche italiane da poter confrontare...
EliminaComunque Lei pensa che un impiegato nell`ufficio acquisti di fiat abbia le stesse competenze dell`impieato alla Ferrari? O che l`ufficio brevetti (posto che qualcosa fiat e Ferrari brevetteranno pure) sia identico?
Continui a pensare che le persone non siano importanti per il successo di un`azienda, che possano essre sostituite tranquillamente, non crede che probabilemente é proprio questa mentalitá che sta portando al declino l`Italia.
Per concludere Io non volevo offendere nessuno e non mi pare di averlo fatto, dalla lettura dell`aneddoto riguardante la studentessa ho capito che il sig Valerio non ha le competenze per poter insegnare materie economiche essatamente come uno recensisce un film od un ristorante, non vedo cosa ci sia di male
Ho paura di dovermi correggere...;)
RispondiEliminaGrillo continua a pubblicare sul suo sito i post di Sergio di Cori Modigliani...ma avete mai letto qualcosa di questo blogger? Io sì...come quando annunciò che la Cina aveva spostato quattro "gigantesche" (sic!!!) portaerei sulle coste del Senegal per sostenere la rivoluzione in Congo.
Qui
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/11/una-riflessione-analitica-sulla-attuale.html
Ora la Cina ha una sola portaerei (non quattro) che è una specie di caffettiera riadattata del tutto inabile al combattimento vero e proprio, per di più il Senegal sta a più di 3000 km dal Congo quindi non si capisce cosa ci starebbe a fare una portaerei in quelle acque.
Oggi poi, oltre al post sul sito di Grillo, sembra che Modigliani apparirà a Piazza Pulita...no, è troppo.
Fate voi poi caso mai mi accodo ma io non ci credo più.
Figuraccia allucinante di Modigliani a Piazza Pulita. Meno male va'...
RispondiEliminasono d'accordo con te, tranne che sulle critiche a grillo, senza il quale adesso non avremmo nemmeno brave persone che portano questi temi essenziali in parlamento,
RispondiEliminaun pò di rispetto per beppe a cui mi sento di dire solo grazie.
Ciao
RispondiEliminaSono Simon Durochefort, concedo prestiti a qualsiasi persona, azienda e associazioni senza distinzione di razza e continente desiderosi secondo i seguenti criteri:
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