Il Piano di Chicago Rivisitato è a mio avviso, e secondo molti altri più autorevoli
analisti, uno dei documenti economici e finanziari più importanti pubblicati
nell’ultimo periodo. Un vero caso
mondiale, che sta diventando un testo di riferimento per gli studiosi della
materia e un’opera divulgativa di culto per tutti gli appassionati. Non vi
nascondo che anche io ho letto il documento con molto interesse e stupore, non
tanto per i contenuti che nella maggior parte dei casi mi erano già noti (si
veda a tal proposito l’ampia trattazione già pubblicata sul movimento economico
e culturale Positive Money) ma per
il tempismo e le circostanze che ne hanno decretato il successo. Il documento è
stato scritto da due economisti americani che lavorano come consulenti per il Fondo Monetario Internazionale FMI: Jaromir Benes e Michael Kumhof. Il committente di questa opera è stato appunto il
FMI, che a scanso di equivoci, in calce al documento ha riportato (come spesso
accade con i suoi working papers) le
testuali parole: “Questo documento non
deve essere inteso come rappresentativo del punto di vista del FMI. Le opinioni
espresse in questo documento sono quelle degli autori e non rappresentano
necessariamente quelli del FMI o della politica del FMI. I documenti descrivono
in genere le ricerche in corso degli autori e vengono pubblicati per suscitare
commenti e ulteriori dibattiti”.
E il dibattito in effetti si è acceso abbastanza
rapidamente e vivacemente in tutto il mondo. Perché il Piano di Chicago è rivoluzionario da molti punti di vista e se
applicato alla lettera ribalterebbe alla radice gli equilibri e i rapporti di forza esistenti fra lo strapotere incondizionato del sistema
finanziario ormai fuori controllo e le risicate rivendicazioni politiche,
economiche e sociali degli antichi stati
democratici soggiogati, schiacciati, ridimensionati a ruoli e compiti sempre
più marginali. Ora chi conosce anche sommariamente la linea politica di
difesa ad oltranza dei grandi interessi privati e di tutela dei potentati
finanziari seguita da sempre dal FMI, a tutto svantaggio del benessere dei
popoli e delle democrazie, potrebbe nutrire non pochi sospetti sulla fondatezza
e credibilità di questo repentino cambio di marcia. Perché oggi il FMI dovrebbe
farsi garante di cambiamenti epocali di paradigma che fino a ieri ha sempre
apertamente o subdolamente osteggiato? Quali reali interessi ha il FMI a
diffondere nuove teorie sul riassetto dell’attuale sistema finanziario, quando
i suoi maggiori azionisti, Stati Uniti e Gran Bretagna in testa, sono contrari
a qualsiasi minima variazione di programma? Quale fregatura si nasconde dietro questo improvviso atteggiamento
innovativo del FMI? Senza alcuna pretesa di essere esaustivo o conclusivo, vi
offro la mia personale opinione in proposito, aprendomi già al confronto e alle
smentite.
Il FMI,
tramite il suo esercito di
collaboratori, consulenti, economisti, dirigenti, conosce meglio di
qualunque altro al mondo la situazione odierna
di disastro e follia del sistema finanziario globale, dopo anni di deregolamentazione selvaggia e liberalizzazione sfrenata dei movimenti
dei capitali. Sintetizzando al massimo le conclusioni, possiamo dire che il
sistema finanziario mondiale, trainato principalmente dagli Stati Uniti, è già fallito da un pezzo e sta cercando di tenersi in piedi
grazie al supporto e alle iniezioni massicce di liquidità da parte delle Banche
Centrali. Nonostante queste cure terminali che sfiorano l'accanimento terapeutico, il sistema finanziario non è riuscito ancora, né autonomamente né attraverso le
innumerevoli direttive degli organi di vigilanza e degli enti istituzionali
preposti, a trovare una soluzione definitiva al problema della proliferazione del credito non garantito e dei titoli derivati completamente sganciati
dal tessuto economico reale e diventati spesso pura spazzatura finanziaria
senza alcun valore di mercato. Le iniezioni di liquidità servono a rendere
sostenibile il sistema del credito e a concedere ancora un valore fittizio di
scambio ai titoli ormai deprezzati per via naturale: fino a quando può durare però l'effetto placebo di copertura?
Nessuno sa rispondere a questa domanda e lo stesso FMI brancola nel buio. Ad
ogni modo, in attesa di tirare fuori il coniglio dal cilindro, il FMI sta vagliando disperatamente tutte le
possibili alternative. Anche quelle che in apparenza contrastano con i suoi
principi privatistici e con le sue logiche predatorie. Piuttosto che affondare
miseramente insieme alla fragile e caracollante impalcatura del sistema
finanziario globale, il FMI è anche
disposto a cambiare temporaneamente le regole del gioco, concedendo
maggiore equilibrio, sostenibilità e democraticità al sistema, per poi magari
ricambiarle in favore dei soliti noti quando la situazione si sarà rasserenata e
l’economia riprenderà a macinare a pieno ritmo.
Segnali di un frettoloso abbandono dei dogmi del neoliberismo integrale e di una miracolosa conversione ad una gestione più razionale e umana dell'economia da parte del FMI ne arrivano a bizzeffe. Abbiamo già visto come in un altro documento il FMI aveva pubblicamente sconfessato le fallimentari politiche di austerità del
regime tecnocratico finanziario dell’eurozona, ammettendo persino i suoi stessi
errori di previsione basati sul
calcolo sbagliato e sottostimato del moltiplicatore fiscale. In un recente documento il FMI ha addirittura
ammesso che in certi casi un controllo
parziale o totale dei movimenti di capitali può favorire le economie sia
dei paesi emergenti che sviluppati. Con la pubblicazione del Piano di Chicago
Rivisitato l’FMI si spinge indirettamente anche oltre, prefigurando un cambio epocale che rimetterebbe ordine
innanzitutto politico e in secondo luogo economico alle ingarbugliatissime
questioni legate al processo di emissione della moneta e di erogazione del
credito: il denaro utilizzato dai
cittadini può essere emesso soltanto dai governi democratici, mentre il ruolo delle banche viene confinato
all’esclusiva attività dell’intermediazione del credito. Dopo essere state
confuse e mischiate insieme per più di tre secoli, dalla storica delega del
diritto sovrano di signoraggio sull’emissione di moneta alla Bank of Engand del
1694, moneta e credito diventano di
nuovo (e finalmente aggiungerei io) due
entità finanziarie completamente indipendenti, distinte e separate.
Tuttavia il modo e la semplicità con cui il Piano di
Chicago arriva a questa conclusione è obiettivamente incredibile e
sensazionale: le banche per erogare prestiti ai mutuatari non sono costrette ad
indebitarsi con gli agenti privati, che hanno un eccesso di risparmi da
investire, ma possono a loro volta chiedere
prestiti in riserve, in vero denaro, direttamente al governo, che è l’unico
ente garante a decidere, controllare, verificare quanta moneta immettere
nell’economia per il suo corretto ed equilibrato funzionamento. Per quale
motivo chiedere ad un privato cittadino o un’azienda di privarsi delle loro
riserve di denaro, quando le banche possono rivolgersi direttamente all’unico
vero fornitore monopolista di moneta? Fine
di un’epoca, quella del debito privato a catena e inizio di una nuova era, quella della moneta di stato priva di debito e delle banche ridotte al loro
naturale ruolo di costole, concessionarie o corollari del governo: semplici società di diritto privato ma di
interesse pubblico, che hanno il dovere di supportare il governo nella
difficile opera di sostegno e finanziamento di un’intera economia nazionale.
Lasciando al resto dell’articolo il compito di
chiarire i dettagli della faccenda, la mia personale opinione è quindi che il FMI ha paura, è terrorizzato dalla
sfilza interminabile di dati e indici negativi che ogni giorno passano sulle
scrivanie dei suoi consulenti e collaboratori, e nei limiti del possibile delle
sue funzioni e dei suoi specifici interessi, cercherà di correre ai ripari
prima che sia troppo tardi. Alcune evidenze empiriche sono ormai di dominio
pubblico, in tutto il mondo è un fiorire di teorie monetarie e movimenti culturali e di opinione su temi
economici e finanziari (vedi la Modern Money Theory o lo stesso Positive Money), e il FMI non può
correre il rischio di rimanere indietro e di farsi superare in curva da chi in
effetti avrebbe già delle soluzioni pronte da offrire alla collettività. Al
pari di tutte le altre teorie monetarie o alternative, anche il Piano di Chicago merita dunque di essere studiato,
sviscerato a fondo, diffuso in modo capillare, perché le sue premesse sono sacrosante e le sue fonti sono fra le più autorevoli nella storia dell’economia.
Di seguito viene presentata la lunga e di per sé già eloquente Introduzione del documento, che come al
solito non è una traduzione letterale del testo originario (non ne sarei
capace), ma una sintesi più scorrevole e leggibile dei concetti espressi (risparmiandovi tutta la rigorosa trattazione matematica e tecnica che potrete
ritrovare direttamente sul documento ufficiale).
Piano
di Chicago Rivisitato: Introduzione
Il decennio
successivo l'inizio della Grande
Depressione è stato un periodo di grande fermento intellettuale in economia, in quanto i principali pensatori
del tempo hanno cercato di comprendere l'apparente fallimento del sistema economico esistente. Questo scontro
intellettuale si estese a molti settori ed argomenti di studio, ma senza dubbio
la questione più importante è stata l’economia
monetaria, dato che il ruolo del comportamento
delle banche private e della politica
della Banca Centrale è stato una chiave fondamentale di innesco e di
prolungamento della crisi. Durante questo periodo un gran numero di importanti
macroeconomisti americani ha sostenuto un’ambiziosa proposta di riforma monetaria che più tardi divenne nota con il
nome di Piano di Chicago.
Inizialmente il suo più fervente sostenitore fu il professor Henry Simons dell'Università di
Chicago, ma poco dopo il suo lavoro fu brillantemente raccolto e riassunto dal
professore Irving Fisher della Yale
University (1936).
La caratteristica
fondamentale di questo Piano riguardava soprattutto la separazione delle funzioni monetarie e creditizie del sistema
bancario, in primo luogo richiedendo la copertura
del 100% dei depositi con denaro emesso dal governo (riserve) e in secondo
luogo garantendo che il finanziamento del nuovo credito bancario potesse
avvenire solo attraverso i fondi ottenuti in forma di denaro emesso dal
governo, i prestiti di denaro emesso dal governo già esistente forniti dal
settore non bancario (tipicamente depositi di investimento di famiglie e
aziende) e non attraverso la creazione dal
nulla di nuovi depositi da parte delle banche, in seguito alla concessione
di prestiti aggiuntivi. Fisher ha sostenuto i quattro principali vantaggi di questo Piano:
1) Evitare che
le banche potessero creare propri fondi di nuova moneta creditizia durante le
fasi di esplosione del credito, per poi distruggere questi fondi durante le
successive contrazioni, avrebbe consentito un controllo molto migliore dei cicli di credito, che sono spesso
indicati come la fonte principale delle fluttuazioni del ciclo economico.
2) La riserva al 100 % per la copertura dei
depositi in luogo della famigerata riserva
frazionaria avrebbe eliminato completamente il rischio di corse agli sportelli durante le crisi bancarie (bank runs).
3) Permettere
al governo di emettere denaro
direttamente a interesse zero, piuttosto che prendere a prestito quello
stesso denaro dalle banche a interesse, avrebbe portato ad una drastica riduzione della spesa per
interessi che gravava sulle finanze pubbliche e a un forte ridimensionamento del debito netto, dato che il denaro
irredimibile emesso dal governo rappresenta un’attività all’interno della
comunità, piuttosto che un debito.
4) Dato che la creazione di denaro emesso
direttamente dal governo non richiederebbe la creazione simultanea di gran
parte dei debiti privati sui bilanci delle banche, l'economia nazionale avrebbe
potuto assistere ad una provvidenziale
riduzione non solo delle debito pubblico ma anche dei livelli di indebitamento
privato.
Prendendo
per il momento come evidente la verifica di queste quattro affermazioni, il Piano
di Chicago sarebbe stato quindi un criterio
altamente desiderabile di politica monetaria. Tuttavia pensatori profondi come
Fisher e molti dei suoi coetanei più illustri, basarono gran parte delle loro
intuizioni sulla scia dell’esperienza storica e del buon senso comune, e furono
duramente attaccati per non avere modelli
economici completi capaci di dimostrare formalmente i vantaggi per il
benessere collettivo derivanti dal rifiuto dello sviluppo economico trainato
dai cicli di espansione-contrazione del credito bancario, dalla fine delle
corse agli sportelli e dalla riduzione degli elevati livelli di debito
complessivo. In realtà noi crediamo che questo li ha resi dei pensatori migliori,
non peggiori, sulle questioni della massima importanza per il bene comune,
perché se un fatto è evidente di per sé, troppe dimostrazioni risultano a volte
ridondanti e non necessarie. Ma siamo in grado di dire anche qualcosa in più
riguardo a questo.
Le recenti
prove empiriche documentano molto bene gli elevati
costi dei cicli di espansione-contrazione del credito bancario e delle corse agli sportelli nel corso della
storia. Alcuni noti studi empirici supportano la versione di Fisher secondo cui
gli elevati livelli del debito sono un importante fattore sintomatico e
predittivo delle grandi crisi. Quest'ultima constatazione è anche coerente con
altri lavori teorici, che mostrano come livelli molto alti di debito, come
quelli osservati appena prima dell’inizio della Grande Depressione e della Grande
Recessione, possono portare ad una maggiore probabilità di crisi
finanziarie e reali. Dobbiamo però adesso vedere quali vantaggi concreti
apporterebbe l’adozione del Piano di Chicago, in base ai quattro punti
descritti da Fisher.
Il primo
vantaggio del Piano di Chicago piano è che permette un controllo molto migliore e puntuale di quello che Fisher e molti
dei suoi contemporanei avevano individuato come la fonte principale delle fluttuazioni del ciclo economico e degli
affari: le improvvise espansioni e
contrazioni del credito bancario che non sono necessariamente sostenute dai
fondamentali dell'economia reale, ma che finiscono molto spesso per modificare
quegli stessi fondamentali. In un sistema finanziario con poca o nessuna
riserva frazionaria a copertura dei depositi, e quindi con un margine molto
piccolo di denaro contante emesso dal governo rispetto alla totalità dei depositi
bancari, la creazione di ampi aggregati
monetari di una nazione dipende quasi interamente dalla volontà o decisione delle banche di offrire
nuovi depositi. Dato che i depositi
bancari aggiuntivi possono essere creati solo tramite ulteriori concessioni di
nuovi prestiti bancari, i cambiamenti improvvisi nella disponibilità delle
banche di concedere credito non portano soltanto ad espansioni o contrazioni del credito, ma anche ad un istantaneo eccesso o scarsità di soldi,
e in ultima istanza ad una variazione
della domanda aggregata nominale, della produzione e del reddito
di un’intera nazione.
Al
contrario, con il Piano di Chicago la
quantità di denaro e la quantità di credito diventerebbero due grandezze
completamente indipendenti una dall’altra. Ciò consentirebbe alla politica
monetaria di controllare questi due aggregati in modo separato e quindi più
efficiente. La crescita del denaro
può essere controllata direttamente tramite una regola specifica che indirizzi in uno o nell’altro verso la
quantità di moneta circolante. Il controllo della crescita di credito può invece diventare un’attività molto più
semplice perché le banche non avrebbero più la capacità, come avviene oggi, di
creare dal nulla i propri fondi, i depositi, nell'atto stesso in cui concedono
un nuovo prestito: un privilegio incredibile di cui non può usufruire nessun
altro settore economico. In questo modo le banche sarebbero presto diventate
ciò che molti erroneamente credono siano oggi: semplici istituti di intermediazione del credito, la cui attività
dipende dall’arrivo di fondi o finanziamenti esterni prima ancora di essere in
grado di concedere a loro volta finanziamenti ad altri soggetti. Avendo invece
con il Piano di Chicago la necessità di ottenere finanziamenti esterni al posto
della propria discrezionale volontà di creare autonomamente nuovi fondi
all’occorrenza, verrebbe molto ridotta la capacità
delle banche di innescare nuovi cicli economici in base ai cambiamenti
potenzialmente imprevedibili nel loro atteggiamento verso il rischio di
credito.
Il secondo
vantaggio del Piano di Chicago è che avendo riserva totale di copertura al 100% dei depositi verrebbe eliminato
alla radice il problema delle corse agli
sportelli, migliorando così la stabilità finanziaria e consentendo alle
banche di concentrarsi sulla loro funzione principale di ente creditizio senza
preoccuparsi dell’instabilità originaria che deriva dalle quantità di passività
presenti a bilancio. Ad ogni modo l'eliminazione del problema bank runs avviene se vengono rispettate
due condizioni. Primo, le passività
monetarie del sistema bancario (tipicamente i depositi) devono essere
completamente sostenute da un equivalente
ammontare di riserve di denaro emesso dal governo, cosa che viene garantita
applicando alla lettera le disposizioni del Piano di Chicago. In secondo luogo,
le attività creditizie del sistema
bancario devono essere finanziate da passività
non monetarie o bancarie che non sono soggette a rischi di contrazione improvvisa. Questo significa che la politica
monetaria deve garantire che tale passività non abbia le stesse caratteristiche
della moneta, in termine soprattutto di liquidità e velocità di circolazione.
La
letteratura scientifica degli anni trenta e quaranta discusse tre metodologie
istituzionali tramite cui questo obiettivo può essere raggiunto. Il modo più
semplice è richiedere che i fondi delle banche necessari a finanziare tutte le
loro attività creditizie siano composte da una combinazione di partecipazioni azionarie al capitale sociale e prestiti
del governo e quindi siano completamente privi delle normali caratteristiche
di un sistema basato sul debito privato. Questo è l'elemento centrale della
versione del Piano di Chicago considerato nel presente documento, perché ha un
certo numero di vantaggi che vanno oltre e prevengono il pericolo che i fondi
si trasformino troppo facilmente in moneta. In buona sostanza questo
significherebbe che non c'è più alcuna
forma di prestito tra agenti privati, ma il ruolo di intermediazione del
credito delle banche avviene fra il governo monopolista di mezzi monetari e gli
agenti privati che hanno bisogno di questi mezzi monetari per finanziare le
loro spese e attività economiche.
Tuttavia,
questa scelta può essere insufficiente quando gli agenti privati presentano livelli
di debito iniziale altamente eterogeneo e diverso sia in tipologia che durata.
In tal caso la soluzione dei prestiti del governo può essere accompagnata da
uno o entrambi gli altri due strumenti istituzionali. Uno è la raccolta fondi di investimento dal settore
privato (basati quindi sul debito privato) che devono essere utilizzati
come reale forma di intermediazione del
credito fra gli investitori e i prenditori di fondi, in quanto la banca può solo
prestare denaro emesso dal governo ai mutuatari netti dopo che i risparmiatori netti hanno depositato prima questi
fondi di investimento in cambio di titoli di debito emessi in garanzia.
Ovviamente in questo caso c'è il rischio che tali strumenti o titoli di debito possano
diventare con il tempo molto liquidi e in assenza di rigide e efficaci
normative che ne regolino la convertibilità creare le premesse perché si
trasformino in vera e propria moneta. Questo rischio sarebbe eliminato
utilizzando la seconda alternativa: i fondi di investimento vengono finanziati
esclusivamente da partecipazioni
azionarie nette dei risparmiatori al capitale sociale della banca, in modo
che i fondi vengano prestati poi ai mutuatari netti o investiti a sua volta in
altre azioni, se questo è fattibile (non è fattibile per esempio nel caso delle
famiglie debitrici, che non hanno capitale sociale e non possono emettere
azioni per raccogliere fondi). Torneremo brevemente a questa alternativa dei fondi di investimento più
avanti, anche se non sono la parte più
importante della nostra analisi formale perché il nostro modello non presenta livelli
di indebitamento eterogenei all'interno dei quattro gruppi principali di
mutuatari della banca.
Il terzo
vantaggio del Piano di Chicago è una drastica
riduzione del debito netto del governo. Il totale delle passività del
sistema finanziario odierno degli Stati Uniti, tra cui il sistema bancario ombra (shadow
banking system), è di gran lunga superiore rispetto alle passività esistenti
del governo degli Stati Uniti. Dato che in accordo con il Piano di Chicago le banche
devono prendere in prestito le riserve dal governo per coprire completamente
queste enormi passività, il governo acquisisce un’equivalente posizione attiva nei confronti delle banche,
riducendo quindi il suo debito netto. I governi potrebbero mantenere queste
posizioni attive lorde, oppure potrebbero discrezionalmente decidere di acquistare in fasi successive titoli di
debito pubblico dalle banche cancellando una parte del loro credito. Fisher
aveva in mente questa seconda opzione, sulla base della situazione degli anni trenta,
quando le banche detenevano la maggior parte del debito pubblico. Ma visto che
oggi la maggior parte del debito pubblico del governo degli Stati Uniti è detenuto
al di fuori delle banche americane, la prima opzione diventa quella più
plausibile. Ad ogni modo l’effetto finale sul debito netto del governo è
ovviamente lo stesso: comincerebbe a diminuire drasticamente.
In questo
contesto è fondamentale rendersi conto che lo stock di riserve, o moneta emessa dal governo, non è affatto un debito del governo. Il
motivo è che la moneta fiat non è rimborsabile, in quanto i titolari di denaro
non possono richiedere il rimborso in qualcosa di diverso dal denaro stesso.
Inoltre, in un'economia in crescita il governo non avrà mai bisogno di ritirare
volontariamente soldi dal mercato per mantenere la stabilità dei prezzi, dato
che i fabbisogni monetari dell'economia aumentano da un periodo a quello
immediatamente successivo. I soldi cartacei
o elettronici devono quindi essere correttamente trattati come un’attività del governo e non come un debito pubblico, che è
esattamente il modo in cui vengono trattate oggi le monete metalliche del
governo secondo le convenzioni contabili degli Stati Uniti. Avere il monopolio di emissione o il privilegio di
signoraggio sull’intera massa monetaria esistente, metterebbe
definitivamente al riparo il governo da crisi di debito pubblico indotte
soltanto da un’erronea comprensione del modo di funzionamento dell’intero
sistema monetario.
Il quarto vantaggio
del Piano di Chicago è la possibilità di una drastica riduzione dei debiti privati. Come già accennato, il
sistema della riserva totale di copertura al 100% dei depositi di per sé
genererebbe una posizione netta attiva del governo. Invece di mantenere ad
oltranza questa posizione e diventare un grande creditore netto del settore
privato, il governo ha la possibilità di ridurre una parte di questo vantaggio
di posizione o signoraggio, acquistando nuovamente grandi quantità di debito privato dalle banche in cambio della cancellazione
del credito del tesoro. Dato che una simile operazione comporterebbe un saldo
di bilancio sostenibile con basso debito sia nel settore privato che del
governo, è plausibile supporre che una reale e concreta implementazione del
Piano di Chicago debba appunto basarsi su grandi
operazioni di riacquisto (buy-back) del debito privato. Nella
simulazione del Piano di Chicago presentata in questo documento si presuppone
che il buy-back copra tutto il debito
privato bancario ad eccezione dei prestiti che finanziano gli investimenti in
capitale fisico o beni reali da parte delle aziende.
Noi
analizzeremo le quattro affermazioni di Fisher sulla base dell’elaborazione di
un preciso e completo modello calibrato sul sistema finanziario e economico odierno
degli Stati Uniti. Come vedremo il modello offrirà un forte sostegno per tutte
e quattro le affermazioni di Fisher, confermando la possibilità di avere cicli economici meno fluttuanti sia in
durata che profondità, pochi rischi di bank runs, una grande riduzione dei livelli di debito pubblico e privato in tutta
l'economia e la sostituzione di gran parte di quel debito con moneta di stato priva di debito emessa dal
governo.
Inoltre,
nessuno di questi benefici danneggia o sminuisce le funzioni utili e determinanti del sistema finanziario e bancario
privato. In un ipotetico Piano di Chicago, le istituzioni finanziarie
private continuerebbero a giocare un ruolo chiave fondamentale nel garantire un
efficace sistema di pagamenti ai
cittadini della nazione, facilitare un efficiente
allocazione del capitale verso i suoi usi più produttivi, e favorire la relazione intertemporale di risparmi e
investimenti fra famiglie e imprese. Il credito, soprattutto il credito socialmente
utile che supporta le attività di investimento fisico reale, continuerebbe ad
esistere. Tuttavia ciò che cesserebbe di esistere è la proliferazione di credito creato dal nulla, tramite l’iniziativa
quasi esclusiva delle istituzioni bancarie private, per il solo scopo di
garantire un’adeguata fornitura di
denaro che può essere invece assicurata facilmente senza debiti, con
l’intervento dello stato. Le banche comincerebbero insomma a svolgere la loro
caratteristica mansione di intermediazione del credito, lasciando allo stato il
compito di emettere l’intera massa di
moneta circolante, che essendo
appunto svincolata dal credito non
sarebbe più caricata da un debito subito all’emissione, come avviene oggi.
A questo
punto il documento potrebbe non essere di semplice comprensione per il lettore
medio, data la natura complessa dei cambiamenti contabili che avvengono nello stato
patrimoniale del bilancio sia del sistema bancario che del governo, attraverso
la progressiva attuazione del Piano di Chicago. Un’analisi completa richiede
infatti una profonda discussione del modello di contabilità e calibrazione
utilizzato, e questo diventerà chiaro solo andando avanti nel documento. Ma
riteniamo che almeno una presentazione
preliminare dei principali cambiamenti contabili è essenziale per aiutare
la comprensione di quello che segue. Nella figura
1 (vedi sotto) vengono riportate le modifiche
del bilancio del sistema bancario preso nel suo complesso, che si
verificano durante il periodo di transizione
al nostro modello simulato. Come mostrato nello schema di sinistra della figura
1, il bilancio consolidato del sistema finanziario prima della realizzazione
del Piano di Chicago è pari al 200% del
PIL, con un patrimonio netto (equity)
e i depositi pari rispettivamente al 16% e 184% del PIL. La colonna di sinistra
degli attivi delle banche è costituita da titoli del governo pari al 20% del
PIL, prestiti di investimento pari al 80% del PIL e altri prestiti (mutui,
prestiti al consumo, prestiti di capitale circolante) pari al 100% del PIL.
L’attuazione
del Piano di Chicago si presume che si svolga in un singolo periodo di transizione, che può essere suddiviso in due fasi distinte. Nella prima fase, come mostrato nello schema
di bilancio centrale della figura 1, le banche chiedono un prestito al governo per procurarsi le riserve necessarie per coprire completamente i loro depositi. Come
risultato sia la quantità di riserve che il credito del governo nei confronti
delle banche aumenta del 184% del PIL. Nella seconda fase, come mostrato nello schema di destra della figura 1,
la parte attiva del bilancio formata da tutti i prestiti bancari al governo (20% del PIL) e da tutti i prestiti bancari al settore privato ad
eccezione di prestiti di investimento (100% del PIL), viene compensata e annullata insieme al credito
del governo che si trova al passivo. Se per la cancellazione del debito
pubblico si tratta di un’operazione diretta (una vera e propria partita di
giro), per il debito privato invece il governo trasferisce i saldi attivi e
passivi del bilancio in un particolare conto separato che deve essere
utilizzato soltanto ai fini del rimborso dei prestiti bancari esistenti (Una
volta ripagati tutti i debiti privati ancora in essere, il conto può essere
tranquillamente chiuso ed archiviato).
Inoltre, le
banche utilizzano una parte del loro patrimonio netto per mantenere il loro
bilancio in linea con i requisiti di
adeguatezza patrimoniale ufficiali (Accordi di Basilea), con il governo che
si sobbarca il compito di integrare la differenza del 7% del PIL, iniettando credito
supplementare alle banche. Nella versione definitiva dello stato patrimoniale
nello schema di destra della figura 1 si evidenzia con una linea orizzontale nera
più spessa la raggiunta rigorosa separazione
tra la funzione monetaria e creditizia del sistema bancario. Il denaro
circolante presente nei depositi rimane quasi invariato, ma ora è completamente
sostenuto da riserve. Il credito in questa prima fase è costituito solo da prestiti
di investimento, finanziati da un ridotto livello di patrimonio netto pari al
9% del PIL, e da ciò che è rimasto del credito del governo, 71% del PIL, dopo il
riacquisto dei debiti privati da parte del governo e l'iniezione di credito
supplementare da aggiungere al patrimonio netto delle banche, sotto forma di nuova capitalizzazione.
Nella figura 2 (vedi sotto) vengono riportate
invece le modifiche al bilancio del
governo. Gli schemi di bilancio ignorano le modifiche successive, non
appena l'economia si avvicina ad un nuovo stato stazionario, ma si tratta in
genere di piccole variazioni rispetto alle modifiche iniziali. In tutti gli
schemi i valori quantitativi riportati sono arrotondati e rappresentano
percentuali di PIL. La figura 2 illustra il bilancio del governo, che prima del
Piano di Chicago consiste di debito
pubblico per l'80% del PIL, con non specificati altri beni finanziari o
reali utilizzati come attività del saldo contabile. L'emissione di credito dello stato alle banche pari al
184% del PIL rappresenta un grande nuova attività finanziaria del governo,
mentre l'emissione di un'uguale quantità
di riserve, in altre parole denaro, equivale al nuovo patrimonio netto del governo. La cancellazione dei debiti privati
riduce sia il credito che il patrimonio del governo del 100% del PIL. Si presume
che il governo tasserà sia famiglie e imprese per procedere alla
patrimonializzazione del capitale sociale delle banche, prima ancora di
iniettare materialmente questi fondi nei conti delle banche sotto forma di
credito del governo. Questa operazione aumenterà sia il credito che il
patrimonio netto del governo del 7% del PIL. Infine, la cancellazione del debito
pubblico mantenuto dalle banche riduce sia gli attivi che i passivi del governo
del 20% del PIL.
Per
riassumere, la nostra analisi rileva che il governo è lasciato con un onere di debito netto molto più basso,
in realtà addirittura negativo (cioè in attivo nei confronti del settore
privato). Il governo guadagna una grande
rendita di posizione a causa del diritto di emissione di denaro (signoraggio),
nonostante il fatto che spenda una larga parte di questa rendita o diritto di
signoraggio per effettuare le operazioni di riacquisto del debito privato.
Questi riacquisti a loro volta implicano che il settore privato viene lasciato con un onere di debito molto minore,
mentre i depositi rimangono invariati. I bank
runs sono ovviamente impossibili in questo mondo. Tali risultati, le cui
fondamenta analitiche verranno definite nelle parti successive del documento,
supportano tre delle quattro istanze presentate di Fisher (1936) a favore del Piano di Chicago. L'istanza
rimanente, riguardante la possibilità di
avere cicli economici più sostenibili, verrà verificata verso la fine del
documento, dopo avere sviluppato completamente l’intero modello.
Ma possiamo
andare anche oltre, perché la nostra analisi di equilibrio generale mette in
evidenza due ulteriori vantaggi del piano di Chicago. In primo luogo, nella
nostra calibrazione del Piano di Chicago avremo incrementi a lungo termine di crescita economica, produzione e reddito
intorno al 10%. Questo accade per tre ragioni principali. La riforma
monetaria conduce ad una notevole riduzione
dei tassi di interesse reali, dato che i livelli di debito netto inferiori
conducono gli investitori a richiedere minori rendimenti sui prestiti forniti
al settore pubblico e privato. La riforma consente regimi fiscali ed effetti tributari distorsivi molto inferiori, a
causa dei favorevoli benefici forniti al bilancio del governo dal reale (e non
solo ipotetico) utilizzo del diritto di emissione monetaria o signoraggio (nonostante
la bassa inflazione). E infine conduce a minori
costi di monitoraggio del sistema creditizio nazionale, perché le scarse
risorse a disposizione non devono più essere spese per monitorare un flusso di prestiti
complicatissimo, il cui unico scopo era quello di creare un’adeguata fornitura
di denaro agli agenti economici.
Avendo visto
come la totale quantità di moneta circolante venga ora garantita ed emessa facilmente senza debito dallo stato, il credito erogato adesso dalle banche servirà
soltanto per finanziare le attività reali o l’acquisto di beni reali e non
per scopi puramente finanziari o monetari. In secondo luogo, l'inflazione nella fase stazionaria
dell’economia può scendere fino a zero senza problemi per la ritrovata
efficacia degli strumenti di politica monetaria. Il motivo è che la separazione
delle funzioni del denaro e del credito nel sistema bancario consente al
governo di usare molteplici strumenti di
controllo e numerosi criteri di intervento, tra cui una regola di crescita nominale del denaro
che regolamenti l'offerta di moneta, una regola
di adeguatezza patrimoniale in funzione anticiclica che controlla la
quantità di prestiti concessi dalle banche e infine una regola del tasso di interesse che controlla il “prezzo” del credito offerto dal governo alle
banche. Questa netta separazione e gestione centralizzata degli interventi di
vigilanza consentirà sicuramente un migliore funzionamento di tutto il sistema
rispetto all’attuale frammentazione e autoregolamentazione del settore bancario,
che ha portato solamente al caos e all’incapacità di agire con efficaci
strumenti correttivi.
Una cruciale
implicazione di questa nuova riforma monetaria è che il fenomeno della trappola della liquidità non può più
esistere, per due motivi. Primo, la quantità complessiva di denaro circolante
nel settore privato può essere regolata
e aumentata direttamente dalle autorità di politica monetaria, senza
dipendere più dalla disponibilità delle banche a prestare fondi o nuovi soldi
creati dal nulla. E in secondo luogo, perché il tasso di interesse sul credito del tesoro non è più in relazione
con il costo opportunità di possedere denaro liquido sostenuto dagli investitori,
ma piuttosto un normale tasso a debito
accessibile soltanto alle banche che serve a stabilire a quale “prezzo” erogare linee di credito con lo
scopo specifico di finanziare progetti di investimento concreti: al limite
questo tasso può diventare negativo senza creare particolari problemi pratici. In
altre parole, il limite inferiore zero non si applica a questo tasso, rendendolo
quindi praticabile per mantenere uno stato
stazionario dell'inflazione a zero senza più preoccuparsi del fatto che ciò
condurrebbe anche la politica nominale dei tassi ad arrivare a zero o a valori
addirittura negativi.
La capacità
di vivere con una stato stazionario con un’inflazione significativamente minore
risponde anche alle tante obiezioni, un po' confuse per la verità, di alcuni
critici riguardo al monopolio esclusivo del governo della funzione di emissione
del denaro, ovvero all’intero sistema fin qui descritto, e soprattutto alla
considerazione secondo cui l'iniezione
iniziale di nuovo denaro emesso dal governo sarebbe altamente inflazionistica.
Non c'è nulla nella nostra teoria che supporta questa obiezione. E come vedremo
nella seconda parte del documento, non c'è praticamente nulla neppure nella storia monetaria delle società antiche e
delle nazioni occidentali che dia sostegno a queste critiche. La
caratteristica principale del nostro modello teorico è che svela in modo
abbastanza inequivocabile e palese la funzione chiave delle banche nelle economie
moderne, che non è affatto il ruolo per certi versi incidentale e occasionale di
intermediari finanziari tra i correntisti e i mutuatari, ma piuttosto il loro incredibile e assurdo privilegio di essere
gli unici enti creatori e distruttori di denaro (soprattutto quando i
governi inseguono raccapriccianti politiche di pareggio di bilancio, impedendo agli enti pubblici di fornire nuovi
mezzi monetari ai propri cittadini).
L'importanza
relativa di queste due caratteristiche dell’attuale sistema bancario può essere
illustrata con un semplice esperimento
o esercizio di logica. Immaginiamo
di vivere in un'economia formata da due soli operatori: le banche e un unico
gruppo omogeneo di agenti privati non bancari, che domanda una certa quantità
di denaro per finanziare le proprie transazioni. In questa economia,
considerata allo stadio originario di sviluppo, non c'è inizialmente alcuna attività
di intermediazione del credito, eppure il ruolo delle banche rimane cruciale e
fondamentale. La loro funzione è di creare
dal nulla l'offerta di moneta attraverso la concessione di prestiti in
denaro sulla base delle ipoteche dei
beni reali degli agenti privati. Senza questa attività preliminare e
propedeutica nessuno sviluppo economico sarebbe possibile in questa ipotetica
società. Abbiamo quindi verificato che in un'economia siffatta il sistema funziona
in modo molto simile a quello effettivamente descritto in questo documento, che
dispone di diversi gruppi distinti di agenti privati non bancari, delle banche
e di un governo che ha autonomamente e
politicamente deciso di non utilizzare il suo diritto di signoraggio,
tramite le rigorose politiche di austerità, consolidamento dei conti pubblici o
addirittura, nei casi estremi, pareggio o surplus di bilancio.
Un modello realistico dovrebbe riflettere
il fatto che in accordo con l’attuale sistema bancario non è necessario attendere che i depositanti si materializzino e
rendano disponibili dei fondi prima che le banche stesse possano prestare o
intermediare questi fondi. Piuttosto, le banche creano da sole i propri fondi, i
depositi, nell'atto stesso di prestare. Questa evidenza può essere facilmente verificata
nella descrizione del meccanismo di
creazione del denaro riportato su molti documenti ufficiali delle Banche Centrali, da cui solo a titolo di
esempio estrapoliamo due stralci. Berry (2007), che è stato un funzionario
della Divisione Analisi Monetaria della Bank
of England, ha affermato: “Quando le
banche fanno prestiti, creano depositi supplementari per coloro che hanno preso
in prestito i soldi”. Keister e McAndrews (2009), economisti presso la Federal Reserve Bank di New York,
scrivono: “Supponiamo che una banca
fornisce un nuovo prestito di $20 all’azienda X, che aveva già un conto di
deposito presso la Banca A. La Banca A effettua il prestito accreditando il
conto dell’azienda X di $20. La Banca A ha ora una nuova attività (il prestito
fornito all’azienda X) e una passività supplementare (l'aumento del deposito
dell’azienda X presso la banca A). Ma soprattutto, la banca A ha ancora le
riserve (invariate) nel suo conto. In altre parole, il prestito all’azienda X
non diminuisce in alcun modo le riserve possedute dalla banca A”. In
pratica, la banca non presta mai le
riserve (veri soldi o moneta ad alto potenziale) che essa già detiene
presso la Banca Centrale, piuttosto crea nuovi depositi di denaro scritturale o bancario dal nulla (ex nihilo).
In altre
parole, le passività delle banche non sono risparmi a livello aggregato o
macroeconomico, anche se a livello microeconomico possono apparire tali. Il risparmio è una variabile di stato, che
può spesso aggregarsi in un processo lento difficile da intermediare
interamente ed efficacemente, e seguendo alla lettera un tale processo le banche
non sarebbero in grado di erogare i prestiti, causando le rapide espansioni e
contrazioni del credito che sempre più frequentemente vengono osservate nella
pratica. Piuttosto, le passività
bancarie sono una forma particolare di denaro che può essere creato e distrutto
in un attimo, con un semplice clic su un computer di una banca privata.
L'importanza critica di questo fatto non sembra essere stata percepita nella
maggior parte dei testi di macroeconomia moderna che descrivono in particolare
il sistema bancario e monetario, ad eccezione di pochi economisti e studiosi
isolati.
Il nostro
modello considera questa caratteristica propria delle banche in vari modi. In primo
luogo, essa introduce degli agenti non bancari che sono principalmente
vincolati a prendere in prestito denaro per il solo scopo di generare sufficienti depositi per effettuare le loro
transazioni. Questo significa che spesso richiedono prestiti e contemporaneamente
fanno depositi presso le banche, come accade molte volte nel mondo reale con famiglie
e imprese. Secondo, il modello introduce agenti finanziariamente non vincolati
che non sono costretti a prendere in prestito dalle banche. I loro risparmi
sono costituiti da più attività tra cui investimenti relativamente stabili
riferiti a beni immobiliari, titoli di stato e depositi. Questo significa che una
vendita di attività in beni immobiliari da questi agenti verso agenti vincolati
dal credito (o di titoli di stato alle banche) può comportare automaticamente
la nascita di un nuovo credito bancario,
e di conseguenza la creazione di nuovi
depositi che vengono aperti al solo scopo di pagare quei beni. Terzo, anche
per i prestiti convenzionali a copertura degli investimenti, la trasmissione avviene sempre dal prestito
verso i risparmi e non viceversa. Quando le banche decidono di prestare di più
a fini di investimento, a causa del maggiore ottimismo sulle condizioni del
ciclo economico, non fanno altro che creare
ulteriore potere d'acquisto per gli investitori accreditando i loro conti,
ed è questo potere di acquisto che rende l'investimento,
e quindi il risparmio, possibile.
Infine, il
problema può essere ulteriormente chiarito analizzando la questione dal punto
di vista dei depositanti. Assumeremo, sulla base delle evidenze empiriche, che la
domanda di nuovi depositi è molto
sensibile rispetto al tasso di interesse. Pertanto, se i depositanti, per
un dato tasso di interesse, decidono di iniziare a depositare fondi
supplementari presso le banche, in assenza di volontà o possibilità dei
banchieri di fare nuovi prestiti aggiuntivi, il risultato finale sarebbe
praticamente un’invariata quantità di depositi e prestiti. Il motivo è che le
banche possono decidere di pagare un tasso di interesse leggermente più basso
sui depositi, e di conseguenza questo sarebbe sufficiente a ridurre fortemente
la richiesta di deposito senza variare materialmente i costi di raccolta dei
fondi e quindi il volume dei prestiti. La decisione finale sulla quantità di depositi in denaro
nell'economia è quindi quasi esclusivamente una scelta delle banche e si
basa sul loro ottimismo o grado di fiducia riguardo le condizioni dell’economia.
Mentre coloro che hanno necessità di
credito si devono adeguare alle scelte delle banche, cosa che invece non
avviene nel sistema descritto dal Piano di Chicago dove le banche fungono da
semplici intermediari e si rendono disponibili a fornire i prestiti ove
esistono le necessarie condizioni di garanzia sul rimborso, limitandosi a
guadagnare sullo scarto di interesse fra i soldi prestati alle banche dal
governo e quelli prestati dalle banche ai prenditori di fondi.
Il nostro
modello omette infine completamente altre due
grandezze monetarie: i contanti
(cash) fuori dalle banche e le riserve delle banche detenute presso la
Banca Centrale. Questo perché sono i soldi creati privatamente attraverso i
depositi bancari a svolgere il ruolo centrale nell'attuale sistema monetario
degli Stati Uniti, mentre il denaro
emesso dal governo svolge un ruolo trascurabile quantitativamente e
concettualmente. Ad ogni modo dovrebbe essere ormai appurato che il denaro emesso dal nulla dal governo e quello
creato dal nulla dal settore bancario privato sono entrambe forme di moneta fiat, perché l'accettabilità dei depositi bancari per le
transazioni commerciali e ufficiali è stata più volte decretata per legge, al
pari della moneta emessa direttamente dal governo. Come spiegheremo nella seconda
sezione, praticamente tutte le monete
nella storia, compresi i metalli preziosi, hanno ricevuto la maggior parte
o tutto il loro valore tramite una decisione
sovrana del governo riguardo l’obbligo di accettabilità, piuttosto che dal
loro valore intrinseco.
Uno studio
sulla quantità dei contanti in
valuta Dollaro USA detenuti fuori dalle banche rivela che alla fine degli anni
novanta tale forma di circolante ammontava a circa il 5% del PIL per gli Stati
Uniti, ma che il 95% di questi contanti era posseduto da stranieri o transato
nell'economia sommersa. Questo significa che il contante fuori dalle banche
in circolazione nell'economia ufficiale degli Stati Uniti è pari ad uno
striminzito 0,25% circa del PIL,
mentre potremo facilmente verificare e abbiamo già detto che le passività bancarie utilizzate come strumento di pagamento e transazione nell’attuale
sistema finanziario degli Stati Uniti, compreso il sistema delle banche ombra,
arrivano a circa il 200% del PIL. La vera moneta
moderna sono quindi i depositi
bancari elettronici, mentre i contanti sono solo uno strumento marginale di
pagamento che ha davvero poca rilevanza all’interno del circuito economico,
commerciale e finanziario di un paese.
Anche le riserve delle banche detenute presso la
Banca Centrale sono generalmente trascurabili in dimensione, eccetto naturalmente
dopo l'inizio della crisi finanziaria del 2008, quando la Banca Centrale ha
dovuto iniettare immense quantità di riserve nei conti delle banche per salvare
l’intero sistema. Ma questo elemento quantitativo è molto meno importante
rispetto alla circostanza che le riserve
non giocano praticamente alcun ruolo significativo nella determinazione degli
aggregati monetari più ampi. Il motivo è che il "moltiplicatore dei depositi"
descritto nei libri di testo universitari di economia, dove gli aggregati monetari
sono creati e decisi su iniziativa della Banca Centrale attraverso un'iniziale
iniezione di denaro ad alto potenziale nella sistema bancario che viene poi
moltiplicato attraverso i prestiti successivi tra le banche, ribalta completamente l'effettivo
funzionamento del meccanismo di trasmissione monetaria. Questo dovrebbe
essere assolutamente chiaro sotto l’attuale regime di politica monetaria basato
sull’obiettivo primario dell'inflazione (inflation
targeting), in cui la Banca Centrale
decide e controlla un tasso di interesse di riferimento e deve essere
disposta a fornire riserve illimitate
non appena le banche domandano riserve a quel tasso. Ma, come dimostrano
altri studi, la disponibilità delle riserve della Banca Centrale non ha mai vincolato
le banche e la loro attività creditizia neppure durante il periodo degli anni
settanta e ottanta, quando la Banca Centrale aveva scelto ufficialmente come
obiettivo di politica monetaria la dimensione degli aggregati monetari (monetary aggregates targeting).
Questi studi mostrano che gli aggregati monetari
più ampi, che sono guidati da decisioni di prestito delle banche, hanno
influenzato il ciclo economico, mentre gli aggregati monetari più piccoli
(contanti e riserve) hanno avuto scarsa importanza. In altre parole, in ogni
momento, quando le banche chiedono riserve,
la Banca Centrale è obbligata a fornirle. Sulla domanda di riserve pertanto
non viene imposto alcun vincolo e il moltiplicatore dei depositi è
semplicemente, come sintetizzato bene dalle parole di alcuni brillanti
economisti, un mito di fantasia che non
ha mai funzionato e avuto riscontri pratici nella realtà. Ed è appunto per
questo motivo che le banche private hanno mantenuto quasi completamente il
controllo del processo di creazione del denaro. E questo naturalmente è anche
il motivo per cui il quantitative easing, almeno nella
forma utilizzata oggi che fornisce soltanto nuove riserve alle banche private e
non al settore pubblico, può essere assolutamente inefficace se le banche decidono
che concedere prestiti rimane ancora un’attività troppo rischiosa.
ottimo lavoro Piero! filtrato dalla mia consueta causticità, avevo segnalato questa biblica rivoluzione nel mio post del 3 novembre.
RispondiEliminacordialmente GFC
GFC, ormai noi agiamo all'unisono e coordinati...tu instilli la prima puntura e poi arrivo io, sempre con i miei tempi (il tempismo non è stato mai una mia qualità...), con la dose massiccia...effettivamente il Piano di Chicago è una rivoluzione biblica, epocale, che cambierebbe radicalmente l'impostazione finanziaria e monetaria delle democrazie moderne: lo stato che presta alle banche i mezzi monetari, in modo che queste possano intermediarli nel settore privato, è qualcosa che cambierebbe drasticamente le carte in tavola!!!
EliminaAltro che debito pubblico, qui lo stato diventa CREDITORE NETTO!!!
solo per restare in un'atmosfera ironica ( ma molto seria ),ti segnalo-se già non lo conosci- lo splendido post di Giovanni Zibordi (cobraf)del 30.11.2012 dal titolo
EliminaITALIA,ANNO 2016 in merito a......con stima GFC
Questo post è una delle più preziose opere di informazione tra le tante (preziose) che hai già svolto. Personalmente lo vedo collegabile alla teoria del pareggio dei "tre deficit-saldi" che impinge sulla economica reale in modo diretto. E' chiaro infatti che la correzione "In progress" degli sbilanci commerciali in chiave di equilibrio "tendenziale" globale, influisce sui tassi, sui corsi valutari, sulla stessa direzione del risparmio verso la conversione "ideale" al 100% in investimento.
RispondiEliminaE ci obbliga a una governance democratica (sempre che ci siano cambi flessibli e Stati monetariamene sovrani) che "regoli" quantomeno la ricommercializzazione del settore bancario.
Sul Chicago plan, ci rifletteròa fondo, dato che è un bel malloppo :-)
E linkerò e rilancerò il post sul mio blog.
Tra l'altro segnalo che da tale sede sta emergendo, grazie al contributo "aperto" dei commentatori (quant'è in gamba la gente se gli si dice la verità!), uno strumento pratico di liberazione (tentata) dal "vincolo" passando per la rimessione alla CGE e alla stessa nostra Corte costituzionale.
La prospettiva è molto interessante. Mi permetto di linkare: http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/per-chinon-guardasse-solo-google-e.html con L'OCCHIO AI COMMENTI (e un grazie a Gian Luca Menti)...
Ancora un grazie, Piero. Ma noi ci sentiamo presto direttamente.
48, qui va a finire che spendiamo il tempo a farci i complimenti a vicenda, perchè ho letto (come al solito, tutto d'un fiato!!!) il post che hai pubblicato, che è a dir poco sensazionale!!! Per la capacità di sintesi dei problemi relativi alle OCA e del mercantilismo germanico e per le soluzioni istituzionali proposte per avviare i trattati di uscita dall'UEM...trovando gli appigli giuridici per l'uscita all'interno dei trattati stessi, senza andare troppo lontano...
EliminaUn lavoro straordinario per organicità delle rivendicazioni, che vanno da quelle schiettamente economiche a quelle politiche e sociali...un altro testo di culto insomma, che deve essere diffuso in modo capillare...come dici tu, qui arriva l'artiglieria pesante!!! Ormai manca solo il settimo cavalleggeri è i tecnocrati franco-germanici saranno accerchiati...
Il Piano di Chicago, nella sua dimensione ancora utopico (soprattutto per noi italiani...) serve proprio a creare le condizioni per l'accerchiamento, visto che dimostra in modo semplice come possa essere gestita razionalmente ed efficacemente una moneta sovrana senza creare quelle fobie da inflazione sempre care agli ambienti politici e non vicini alle lobbies della finanza...che difficilmente molleranno l'osso tanto faticosamente conquistato nei secoli...
Il progressivo piano di azione potrebbe essere:
1) Uscita euro
2) Moneta sovrana
3) Separazione banche commerciali e d'investimento
4) Separazione fra moneta e credito
5) E vissero tutti felici e contenti....
Ovviamente ci sentiremo presto per mettere a punto i dettagli del Piano48...
Il punto 5) mi fa pensare a i magnifici 7 (o sarà "i 4 a dell'oca selvaggia"?): fine del film, cattivi sconfitti (magara! ma dobbiamo crederci) "Che farai ora che qui è finita?" "Non lo so, penso che andrò all'Ovest. Qua non hanno più bisogno di noi..."
EliminaScherzi a parte. I agree e lo sai. Ci mancano alcuni dettagliucci: tipo blindare il procedimento di revisione della Costituzione e esplicitare meglio gli artt.10 e 11 Cost, nonchè le gerarchie tra le stesse disposizioni costituzionali, per impedire il ripetersi di fatti come l'euro...Poi ci sarebbero da scrivere alcune centinaia di leggi per disattivare le mostruosità scritte dall'oligarchie in nome del "lovuolel'europa".
Insomma, na cosuccia...
A presto e lo dico sul serio!
Ho letto il documento la settimana scorsa, e faccio i miei più sinceri complimento a Piero Valerio per la pazienza di aver reso comprensibile a tutti questo ostico argomento tecnico.
RispondiEliminaGrazie Cyrano, troppo buono...ho ritenuto opportuno divulgare in dettaglio i contenuti del Piano di Chicago, perchè secondo me chiarisce molto bene tanti discorsi, analisi e informazioni scambiati in passato sul concetto di separazione fra moneta e credito (se non ricordo male, eri stato proprio tu a suggerirmi una lettura un pò più attenta e profonda dell'opera di Irving Fisher, da me troppo frettolosamente relegato al ruolo di promotore della formula ormai superata e anacronistica della teoria quantitativa della moneta...)...
EliminaIl Piano di Chicago risponde soprattutto alla critica che sempre più spesso viene avanzata ai sistemi monetari a riserva 100%: togliendo alle banche il privilegio di creare moneta dal nulla tramite la concessione di prestiti, verrebbe penalizzato l'intero settore produttivo privato, che non avrebbe più credito per finanziare i suoi investimenti...
E perchè mai??? Visto che in caso di mancanza di depositi dei risparmiatori da investire nel credito, le banche possono avere prestiti illimitati di riserve direttamente dallo Stato (sovrano)??? In questo modo non ci sarebbero più intralci all'introduzione di un sistema a riserva 100%, che a mio parere rimane sempre la migliore metodologia di gestione di una moneta fiat...stiamo parlando ovviamente in via ipotetica, visto che ancora noi dobbiamo liberarci dall'euro!!!!
Personalmente, sono basito quando vedo economisti stimabilissimi come Bagnai e Borghi nelle interviste a Messora asserire placidamente che la moneta-debito non è un problema.
EliminaProprio per questo trovo ancor più interessante il tuo impegno in tal senso.
Caro Piero, ti segnalai il Piano di Chigago a settembre al seguente articolo:
RispondiEliminahttp://tempesta-perfetta.blogspot.com/2012/09/la-parola-passa-alla-corte.html
commento del 13 settembre 2012 12:10
E' davvero rivoluzionario questo Piano di Chicago! Talmente tanto rivoluzionario, che ancora faccio fatica a credere che lo abbia pubblicato il FMI!!!
Forse come dici tu la paura incomincia a serpeggiare ai livelli alti delle istituzioni mondiali!
come dice questo articolo:
"......Il monopolio dell’emissione genera una “tassa da signoraggio”, il cui valore capitale è di circa il 100 per cento del prodotto interno lordo degli Stati Uniti, secondo le stime del FMI. Il trasferimento di questo enorme beneficio dalle banche ai governi nazionali consentirebbe di rimborsare la maggior parte dei debiti pubblici.
L’idea radicale di privare le banche della loro funzione di creazione della moneta – come l’idea di far cadere il denaro dagli elicotteri - fu proposta per la prima volta nel 1936 dagli economisti conservatori di Chicago, Henry Simons e Irving Fisher. Un illustre pedigree conservatore non renderà la perdita dei diritti di signoraggio accettabile ai lobbisti delle banche più di quanto renda accettabile ai banchieri centrali convenzionali la moneta sparsa dagli elicotteri. Ma se la stagnazione economica globale continua, la pazienza del pubblico verso le risposte convenzionali si esaurirà – e le idee che oggi sembrano rivoluzionarie possono diventare convenzionale saggezza."
Link: http://www.investireoggi.it/economia/reuters-e-in-corso-una-rivoluzione-del-pensiero-economico/
Nicola, ancora grazie per i tuoi innumerevoli suggerimenti, che io tengo sempre in massima considerazione...ma come al solito, io ci metto un pò a carburare, perchè finchè non ho chiari tutti i concetti assimilati, difficilmente comincio a scriverci su...e non ti nascondo che inizialmente il Piano di Chicago mi aveva lasciato un pò perplesso, per l'eccessivo interventismo del governo nelle questioni monetarie e tutti i problemi connessi in termini di ridimensionamento dell'iniziativa privata (i neoliberisti dell'ultima ora ci avrebbero accusati senza dubbio di essere i soliti socialisti-totalitari-statalisti-fascisti!!!)...poi ragionandoci su, ho capito che questo intervento dello stato è necessario per consentire il passaggio da un sistema a riserva frazionaria a riserva 100% e non danneggia affatto l'iniziativa privata, ma anzi la rafforza...almeno quella che fa produzione reale e non vive soltanto di speculazione finanziaria!!!
EliminaOttima invece la segnalazione per il QEP...il Quantitative Easing for the People!!! Questa sì che sarebbe un'altra gran bella rivoluzione!!! Ormai, come i tasselli di un mosaico immenso, i pezzi ad uno ad uno stanno cominciando a tornare al loro posto...
scusate l'OT volevo sapere se qualcuno ha visto superquark di ieri sera in cui parlavano di crisi economica.
RispondiEliminano perché ho le idee un po' confuse. mi pare che abbia detto cose diverse da quelle che solitamente scrivete voi. almeno in parte..
Piero, mi rivolgo a te, se lo hai visto puoi dirmi se hai notato anche te punti meno chiari e altri più chiari?
SUPERQUARK: SIAMO PIIGS, NON TORNEREMO ITALIA
Eliminadi Deanna Pala
Non stiamo parlando di un testo sacro della macroeconomia, è vero, né di una teoria d’avanguardia sulle dinamiche monetarie, ma di una trasmissione televisiva. Una trasmissione televisiva che però va in prima serata, su Rai Uno, che raggiunge milioni di famiglie ed è considerata un esempio di tv in grado di fare buona divulgazione. La puntata Superquark di venerdì scorso 7 dicembre “speciale uscire dal tunnel” intendeva fornire una spiegazione su “dove si è inceppata la macchina Italia e come ripartire per uscire dalla crisi”.
Il titolo non preannunciava niente di buono e immaginavo che non si trattava di una delle tante puntate di Superquark innocue come quelle sui vulcani, sugli egiziani e cosi via, ma di qualcosa di diverso, diverso nelle finalità.
Piero Angela tira fuori subito la cassetta degli attrezzi del bravo divulgatore: macchinari e metafore meccanicistiche (per far capire le cause dell’inceppamento della macchina Italia), il gioco dell’oca (per far memorizzare le cause della crisi), gli effetti scenici (per rendere concreto lo scampato pericolo del default si apre un baratro nel pavimento).
La voragine nel pavimento è ancora aperta quando Angela ci ricorda che siamo stati salvati appena in tempo dal governo tecnico. Inizia la spiegazione sulle cause dell’enorme debito pubblico accumulato negli anni e che grava sul destino del povero bimbo di 11 mesi che gioca ignaro a fianco, vittima delle spese forsennate (falso) delle politiche passate. Nella sua culla oltre all’orsacchiotto ha la sua bella fetta di debito pubblico.
La strategia del terrore prevede che siano passate in rassegna le cause (tutte false) che hanno reso enorme quel debito pubblico che il povero Emanuele di 11 mesi deve temere più dell’orco cattivo:
•spesa previdenziale e spesa sanitaria. Quelle spese che Piero Angela sottolinea come non più sostenibili oggi: prima della riforma, pensate, un pezzo di pensione era pagata addirittura dallo Stato, dice Angela!!!
•Sostegno dello Stato alle industrie degli anni ’70, investimenti, infrastrutture;
•spesa elettorale, corruzione, clientelismo;
•mancate entrate a cause dell’enorme evasione fiscale;
Ma dato che di divulgazione scientifica si tratta, Piero Angela ci tiene a dare una versione completa e corretta. Esistono Paesi, fa notare, che hanno un debito pubblico maggiore nel nostro, come gli USA e il Giappone, ma non hanno lo spread alto come l’Italia. Questi Paesi hanno… una macchina produttiva che funziona! Nessuna accenno alla moneta sovrana.
La macchina Italia ha invece prodotto meno di quello che ha speso rendendo evidente che “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”. Quale sia poi il livello in base al quale si può affermare che si è vissuto sopra o sotto le proprie possibilità, per uno Stato, non è dato sapere. La trasmissione prosegue come da copione, il copione della strategia del terrore e del “Siamo PIIGS, se siamo stati Italia è stato un errore, anzi una colpa”.
Emanuele ora ha 11 mesi. Il Vero Potere plasmerà, con l’aiuto dei canali d’informazione, la sua percezione della realtà, designerà i suoi nonni come colpevoli di aver vissuto in maniera dignitosa e dell’indigenza a cui l’élite costringerà Emanuele.
http://memmt.info/site/superquark-siamo-piigs-non-torneremo-italia/
Mi sono rivisto con calma l'intera puntata in streaming, è stata dura stare ad ascoltare tutta quella ridda confusa e disarticolata di sciocchezze...
EliminaPiero Angela è l'esempio più lampante di come la propaganda può utilizzare la rispettabilità e notorietà di una persona conosciuta, per far passare per buone tutte le sue menzogne...e sia chiaro, Piero Angela potrebbe essere pure inconsapevole del suo ruolo, come tutti gli idioti che non capiscono di essere strumentalizzati e parlano di argomenti complessi con la stessa leggerezza e superficialità con cui si parla dell'accoppiamento fra due antilopi...e il bello è che ha cominciato dicendo di non capire nulla di economia, ecco, bravo, allora non parlarne...
Il buon divulgatore non capisce neppure di non avere parlato di economia, ma solo di una specifica corrente della disciplina economica: la corrente neoliberista di Chicago, guidata da Friedman e incentrata sul concetto che lo sviluppo di basa soltanto sull'aumento della produzione e dell'offerta di beni e servizi...più aumenti la produzione e le esportazioni e più sei virtuoso...nessun accenno al fatto che senza un'adeguata domanda è inutile aumentare la produzione, perchè va ad ingrossare soltanto i magazzini e ridurrà l'occupazione e gli investimenti futuri...ma cosa ci vuoi fare, lui non capisce, non ce la fa, non comprendere che se tutti ragionassimo come lui, prendendo a modello i grandi esportatori come Cina e Germania, dovremmo esportare su Marte o Giove...e non parliamo di tutte quelle altre scemenze sul debito pubblico, la spesa pubblica, la corruzione, come se non sapesse che la crisi si è innescata dal debito privato causato dai banchieri, che probabilmente hanno finanziato la sua trasmissione e la sua stessa carriera...ma lui non ce la fa, non ce la può fare e solo quando la truffa totalitaria e imperialista del sistema finanziario globale sarà svelata per intero, il buon divulgatore capirà di essere stato un incolpevole e inconsapevole strumento della propaganda...
Con tutte le dovute proporzioni, probabilmente nemmeno Goebbels capiva bene fino in fondo di essere il promotore di un regime folle e spietato...
http://www.youtube.com/watch?v=A2tYaHC28K4
No, no, no! Non ci siamo. L'unica soluzione è *chiudere gli economisti* e *le loro teorie* in bel *lager*. Niente forni... per carità... divisa a righe e baracca in cui dormire.
RispondiEliminaLe vostre *teorie* e relative applicazioni, di qualunque tipo, pensiero, forma, orientamento, portano sempre allo stesso risultato. Farmi vivere in un mondo di M....
Saluti.
A mio parere, sai perchè viviamo in un mondo di m...? Per mancanza di volontà di capire...non vogliamo capire perchè non abbiamo tempo e non abbiamo la capacità di discernere che esistono economisti onesti e capaci ed economisti disonesti ed incapaci, persone oneste e persone disoneste fino al midollo...se avessimo questa capacità di distinguere, questa volontà, questo tempo ti assicuro che non ci sarebbe assolutamente la necessità di utilizzare soluzioni sbrigative e indiscriminate come quelle da te proposte...
Eliminacome al solito ho letto il tuo articolo con estremo interesse. una domanda e un ma. la domanda: nel mondo capitalistico occidentale quanti e quali paesi si sono schierati a favore dell'applicazione del piano di chicago? un paese da solo, all'interno del mondo occidentale, riuscirebbe, contro il CAPITALISMO, ad imporre al suo interno un simile piano? penso all'italia e mi viene la tristezza. il ma. la crisi del 1929 è la prima crisi del modo di produrre del capitale, non genera più i profitti pianificati, l'enorme aumento della produttivatà ha causato una valanga di licenziamenti e chi non ha lavoro non mangia e non compra e quindi il capitalismo produce solo e quanto gli assicura il profitto voluto. keynes migliora un po' la situazione, ma solo un po'. solo la guerra rimette in moto la produzione capitalistica: distruzione ovunque, mercati aperti, lavoro per tutti e quindi festa, per il capitale. la seconda crisi, decisiva (e definitiva? ma con ciò non intendo che il capitalismo è finito, al contrario: intendo solo che produrre così come finora non si può più, per il capitale. come reagirà? e sta reagendo, questo è il punto), esplode nei primi anni settanta, la produttività ha causato disoccupazione, si entra in sovraproduzione e sovraccumulazione. quindi il capitale da il via in grande stile all'"attività" finanziaria, i polli dovranno pure in qualche venir spennati. ma è il capitale, non i cattivi capitalisti, mentre al contrario i produttori di merci sono i buoni capitalisti, lavorano insieme, la famiglia agnelli in italia, riduce la produzione e ora fa i soldi con la speculazione finanziaria, la siemens in germania viene definita una banca con una officina elettrica ecc. ecc.. che la germania scateni dagli anni ottanta, sulla scia del montante neoliberismo proveniente da chicago, una guerra al resto d'europa, solo gli inglesi l'avevan capito, infatti non sono entrati nell'euro, non è un caso: il POTERE tedesco è ancora alla ricerca del suo millennio di dominio, per ora la guerra è finanziaria, guerre militari di conquista per ora non ne puo fare, e poi si vedrà, obiettivo rimanere forti e attendere che gli altri si indeboliscano sempre più. quindi: quli soluzioni abbiamo di fronte a noi? uscire dall'euro, chiaro e necessario, poi bastano le soluzioni finanziarie (sempre che l'italia da sola possa attuarle!) o si deve metter in discussione il modo di produrre capitalistico e quindi lavorare in questa direzione? un libro tedesco, che vorrei vedere tradotto in italiano, uscito nel maggio di quest'anno descrive, dal mio punto di vista al meglio a crisi: "Die große Entwertung", di E. Lohoff e N. trenkle, Unrast Verlag (www.unrast-verlag.de), 48043 Münster.
RispondiEliminate l'ho già scritto, considerami del tuo movimento e ti prego di comunicare via internet come la cosa procede.
franco valdes
Purtroppo non conosco il libro tedesco che tu hai citato, ma concordo con la tua descrizione dei problemi insiti nel sistema capitalistico...aggiungiamo solo che la crisi del 1929 non fu tanto dovuta alla sovrapproduzione di beni e servizi, ma di debiti e crediti...la gente si indebitava con le banche per comprare carta straccia alla Borsa di Wall Street, collegata ad aziende che non esistevano neppure...e poi quando scopriva di essere stata truffata ed e di essere indebitata fino al collo, si buttava dalla finestra!!!
EliminaInsomma il New Deal aveva rimediato un pò a questi eccessi della finanza, ma la tentazione di riprendere il gioco d'azzardo finanziario era troppo forte e ora ci troviamo dove siamo adesso...sono consapevole di tutti i limiti della produzione capitalistica e dei limiti fisici di risorse che impediscono di prevedere una crescita economica infinita, ma quello che penso è che con una gestione più razionale e accorta sia delle risorse finanziarie che reali potremmo tutti vivere un pò meglio, riprendendo il cammino perduto dell'evoluzione civile...non ci vuole molto per capire che il sistema attuale deregolamentato, caotico, e ingovernabile è molto più simile ad una giungla che ad una società civile, sviluppata e sostenibile...
Paola Musu, l'avvocato che denunciò Monti, candidata Premier per le Elezioni Politiche del 2013
RispondiEliminaLISTA SI - SIAMO ITALIA questo sarà il nome della Lista Civica Nazionale che si presenterà alle prossime Elezioni Politiche del 2013
link: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=566
Conosco Paola personalmente e conosco bene la lista civica SI SIAMO ITALIA, a cui nel mio piccolo ho fornito anche il mio contributo...spero solo che riusciranno ad organizzarsi in modo da arrivare a presentarsi alle elezioni, perchè sono un pò in ritardo sul ruolino di marcia...in quel caso avranno sicuramente il mio voto, non senza qualche perplessità legata appunto al modo in cui si stanno organizzando in fretta e furia internamente...
EliminaCaro Piero,
RispondiEliminaOrmai ragiono solo in base ad una mera speculazione personale e ad elucubrazioni.
Avendo abbandonato l'ardire di confrontarmi con il muro.
Un muro che non dimostra alcuna sostanziale e concreta voglia di ascoltare ulteriori analisi.
Se non il "fausto" e "convincente" (evidentemente) giogo delle illusioni "democratiche - occidentali - sovra.istituz.naziolali"
Un articolo condivisibile, non c'è che dire, ahimé sprone di qualche ciottolo in un lago di provati abissi: economici ed intellettuali.
La gran messe di pensatori individuali, solidali o meno con il pensiero del mercato unico dell'Euro come del mercato unico globale, non sarà in grado di trarne vantaggio.
Esprimo amaramente tale sintesi.
Forse poiché sono in vena di sentimenti di desistenza ragionata.
Non sono un tecnico e tal fatto l'ho già inevitabilmente espresso.
Ciò non toglie che l'affabulazione è da sempre stata l'arma più efficace per confondere l'umano pensiero.
Ed in quanto ad affabulazione, personalmente, non vi sono sincerità teoriche che tengano se al contempo non tiene la capacità del singolo di distinguere.
E quest'ultima rasenta il limite dell'inezia a mio modestissimo parere.
La discriminante evolutiva vien spesso giocata, a mio avviso, da chi entra in possesso dei dadi su di un tavolo del "craps" nella più ovvia delle cornici di azzardo quale quella di Las Vegas.
Ognuno di noi tenta il lancio dei dati nella speranza di un 7 od al massimo di un 11.
Fermo poi restando che ne il sette o tantomeno l'undici garantirà lui la vittoria, poiché la vittoria è sempre del banco.. per quanto noi fossimo stati in grado di comprenderne il gioco.
Cari saluti,
Elmoamf Massimo Paglia
Oh madonna mia...
EliminaQuesta è la musica per te figliolo
http://www.youtube.com/watch?v=U5A5tFyXQio
Ogni teoria o idea nuova nasconde in se una forma di azzardo...ma visto che tutte le idee passate, in un modo o nell'altro, hanno fallito, non bisogna mai stancarsi di lanciare altri dadi sul tavolo e valutare con calma tutte le nuove alternative...più alternative avremo da scegliere e più crescerà la nostra necessaria capacità di distinguere da quale parte andare...bisogna solo stare attenti a non farsi strumentalizzare, tutto qui, cercando di descrivere obiettivamente e razionalmente tutte le possibili strade, con l'unico scopo di migliorare le forme di convivenza attuali, che sono le peggiori che potevamo attuare...e non ci manca nulla per raggiungere questo scopo: risorse, intelligenza, strumenti...ma ci dobbiamo solo mettere un forte impulso di volontà e determinazione personale!!!
Eliminaprova d'offerta di prestito
RispondiEliminaBuongiorno,
Innanzitutto ve li consiglierei di diffidare delle offerte sul netto e gli avvisi. Poiché più del 90% di quest'avvisi sono fraudolenti. Al giorno d'oggi ci sono sempre più frodi. Volevo prendere in prestito denaro, dopo avere inviato un avviso, ogni giorni io ricevono più di 25 messaggi nulla che truffatori che chiedono denaro siano dicendo spese di cartelle. Ed eliminavo il loro messaggio ma un giorno sono caduto su una persona, credevo che facesse partito anche dei truffatori del netto ma alla mia grande sorpresa quest'ultimo è diverso, egli mi ha fatto un prestito di 90.000 euro e lo ho rimborsato rispettando i termini. Ve lo confermo e se succedesse che ricercate di prestito contattate per mail. Ecco la sua posta elettronica:
creditifinanzecreditosfinanzas@gmail.com
Buona sera signor e la signora
RispondiEliminaSarebbe ingiusto da parte mia non lodare colui che mi ha fatto
portato ad una necessità di denaro pronto ultimo mese che ho
per salvare un pericolo di vita, all'inizio non credevo uno
Nulla, ma la mia curiosità mi ha spinto a provare e alla fine sono stato in grado di
ottenere questo prestito che sono uscito da questa impasse I
vissuto, ho incontrato le condizioni e senza problemi, il mio conto
140.000 € è stato accreditato ho chiesto. Avete bisogno di prestiti
soldi per il privato
far fronte alle difficoltà finanziarie di rompere finalmente la situazione di stallo
che le banche causa, dal rifiuto dei file di applicazione
crediti? Vi consiglio un particolare esperto di finanziamento
prestito, si prega di mettersi in contatto con il signor Mario Lucenti
che lo scosse in grado di fare un prestito a tutte le persone
in grado di pagare e delle condizioni che facilitino la
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* Home Loan * Prestito di investimento * Auto Prestito * Debito
Consolidamento * Linea di credito * Seconda ipoteca * Acquisizione di
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sono bloccati, bancario proibito e non hai il vantaggio di
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cattivo credito o bisogno di soldi per pagare le bollette,
fondi da investire per affari. Quindi, se avete bisogno di
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prova di frode d'offerta di prestito di denaro tra privato
RispondiEliminaBuongiorno
Sono essendo JULIA ARMANDA alla ricerca di prestito da molti mesi. sono stato molte volte fregato su siti di prestito tra privato ha la fine io non ricevono nulla sul mio conto.
Ma fortunatamente sono caduto su signore realmente semplice e piacevole che lo ha aiutare a trovare il mio prestito di 50.000€ che ho ricevuto sul mio conto.
Ed ho molti colleghi che hanno anche ricevuto prestiti al suo livello senza problemi anziché farvi avere da individui male intenzionati, che prendono per lavorano scroccato agli innocenti e mi pubblico messaggio perché il mio fa bene con sé pronto e voi scoraggiati non.
PS: Voi non pagare alcuna somma, non spese di cartella, voi non pagare nulla prima di avere la vostra domanda di prestito sul vostro conto
alexiaventurias@gmail.com
prova di Daniela
RispondiEliminaBuongiorno ho trovato il sorriso è grazie al questo sig. DAVID BUSQUET, che ho ricevuto un prestito di 200.000€ ed uno del mio collega ha anche ricevuto prestiti di questo signore senza alcuna difficoltà. Li consiglio più voi non fuorviate persone né di cammino se volete effettivamente
fare una domanda di prestito di denaro per il vostro progetto e qualsiasi altro. Pubblico questo messaggio perché il sig. DAVID BUSQUET, mi ha fatto bene con questo prestito; li giuro io sono proprietario di un negozio. Allora vi consiglio di contattarlo e li soddisfarà per tutti i servizi che gli chiederete. Ecco il suo indirizzo elettronico: davidbusquet05@gmail.com
prova di Anna
RispondiEliminaSono un commerciale, più la parte di quelli che si dicono prestatori sono tutti un .je sono alla ricerca di prestito quello fa 2 anni io sono stato realizzato scroccato dai generi. Io ho visitato un sito d'avviso di prestito tra privato serio ovunque nel mondo ed ho conosciuto signore arduo, del nome PATRICO VALDEZ che mi ha conceduto un prestito di 200.000€? che devo rimborsare su 20 anni con molto un debole interesse da parte sua cioè 2% su tutta la mia durata di prestito e là il giorno dopo mattina ho ricevuto il denaro senza protocollo. Necessità di credito personale, la vostra banca rifiuta di voi accordate di prestito, siete in CSI ed altro… vi consiglio di indirizzarvi a lui e stringete soddisfa ma attenzione a voi che non amare rimborsare i prestiti. Ecco il suo e-mail: patricovaldez6@gmail.com
prova di Antonella
RispondiEliminaSono felice oggi grazie al sig. patrico valdez io hanno ricevuto un prestito di 65.000 euro e due dei miei colleghi hanno anche ricevuto prestiti in questo signore senza alcuna difficoltà. Li consiglio più voi non fuorviate persone se volete effettivamente fare una domanda di prestito di denaro per il vostro progetto e qualsiasi altro uno solo indirizzo: patricovaldez6@gmail.com
Buongiorno signore/signora,
RispondiEliminasono la Sig.ra sabine kotecha io sono alla ricerca di prestito 60.000€ da molti mesi io sono stato 4 volte vittime di frode con le occorre prestatori che la hanno rovinata, j hanno fatto un tentato suicidio a causa di loro. Poiché avevo debiti e fatture a pagare. Credevo che fosse finito per me io n abbia più il senso di vivere. Ma fortunatamente ho visto prove fatte da molte persone sul sig. David Morata, così lo ho contattato per ottenere il mio prestito di 60.000€ per regolare i miei debiti e realizzare il mio progetto. C è con il sig. David Morata che la vita, il mio sorrida nuovamente è SIG. di cuore semplice e molto comprensivo. Diffidate prestatori che vengono dallo Afrique.Si vi avete bisogno di finanziamento; di prestito di denaro o importa soltanto progetto da realizzare quest'UOMO li aiuterà ha realizzarlo e sostenerli finanziariamente. Contatta:davidmorata3@gmail.com
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RispondiEliminadi intendere parlare di alcuni prestatori che mi sembravano seri su
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parlano e dopo averlo contattato, ne ho fatto uscire la testa alta poiché la ha
accordato senza preoccupazioni i fondi che gli sono chiesto. li consiglio di
fare la buona scelta per non cadere sui falsi dal netto. Grazie a tutti
coloro che dimostrano lui; è un riferimento. potete senza timore
contattarlo sul suo e mail:franciscapedrino@gmail.com
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!!! NON IGNORARE, PRENDERE IL TEMPO DI LEGERE QUESTA TESTIMONIANZA!!!
RispondiEliminaIl mio nome è signora VETA BORDEIANU ho 40 anni sono una madre di una figlia di 3 anni. Un mese fa mia figlia soffriva di cancro al cervello. Ho avuto €20000 per garantire il suo recupero così mi metto alla ricerca di prestito. Ma purtroppo per me io stavo frodare di essere creditore senza scelta che ho perseverato nella mia ricerca per fortuna che il mio coraggio mi ha messo sulla persona giusta Karen GARCIA PINTO di signora che mi ha dato un prestito di € 20000 in 72 ore solo tramite bonifico bancario, che ha permesso la guarigione di mia figlia e l'apertura della mia piccola impresa. Questa prova è per te che sono stanchi di essere rifiutati dalle banche. Avete abbastanza sai dove mettere la testa che segue i vostri problemi finanziari. Avete bisogno urgente, veloce, affidabile e legittimo di un singolo indirizzo di finanziamento per essere soddisfare. Indirizzo email:
pinto.karen01@gmail.com
Buongiorno sig. o Sig.ra
RispondiEliminaPrestito per assegnarlo ai privati nella necessità d'aiuto di credito finanziario variabile (5000€ à 700.000€) di rimborsabile in un periodoc
(1 a 30) di anni con un tasso d'interesse molto accessibile (3%). Per il rimborso vi propongo un termine ragionevole. NB: Astenere se no
serietà poiché l'avviso è soltanto per le persone onesto che rispetteranno il termine del rimborso di questo prestito una volta che il credito
sarà assegnato appena ed onesto ed affidabile. Allora se avete necessità di prestito non esitate a contattarlo per ulteriori informazioni sulle
mie condizioni. Volete contattarlo direttamente per posta elettronica: patrick.dessoubris2013@gmail.com
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RispondiEliminaLA TUA SOLUZIONE FINANZIARIA IN 72 ORE.
Incredibile, ma vero Dio è sempre grande. Sto cercando per il prestito di denaro per diversi mesi, dopo alcune produzioni della mia applicazione dalla banca, j tentato un suicidio perché ho avuto debiti e bollette da pagare. Ho pensato che era finito per me, ma per fortuna ho visto testimonianza fatta da molte persone su Sig. ra SIMONA SANMARTINO, così ho contattato lui e ho ottenuto il mio prestito senza difficoltà. Ho apprezzato questo prestito attraverso questa signora bene onesto. Per saperne di più, semplicemente fare contatto con lei via mail per la: simonasanmartino0@gmail.com
perchè tutte le testimonianze di prestito da privati sono pubblicate con traduttori e non c'è una testimonianza seria di italiani che hanno ricevuto tali prestiti????
RispondiEliminaperchè tutte le testimonianze di prestito da privati sono pubblicate con traduttori e non c'è una testimonianza seria di italiani che hanno ricevuto tali prestiti????
RispondiEliminaLe offerte di prestito tra privati esistono realmente… che che siate o indipendentemente dai vostri problemi, siete un uomo di affari o una donna. Avete bisogno di fondo per iniziare la vostra impresa o altri, avete un progetto per il quale ricercavate finanziamenti; Siete purtroppo visti rifiutato dei crediti presso le banche per cause diverse. Siete particolari, onesto e di buona moralità. Disporte di un reddito che può permettervi di verificarsi alle vostre mensilità; Più preoccupazioni sono un privato religioso che dispone di un capitale, io desidero mettere a vostra disposizione sotto forma di prestito rimborsabile su una durata massima da 40 anni ad un tasso che va di 2% secondo la somma chiesta e la durata di rimborso. Non esitare più un solo momento poiché non sarete delusi. Se siete realmente nella necessità, volete scriverla per mail, per whatsapp, o chiamarla direttamente per fare la vostra domanda.
RispondiEliminaContatta
whatsapp: +33 6 44 68 96 12
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