Ieri è stato il martedì nero della borsa italiana. Non
è il primo e non sarà l’ultimo purtroppo. Il principale indice azionario di
Piazza Affari a Milano è crollato del 5% e i peggiori protagonisti di questa brusca
discesa sono le due più importanti banche italiane, Banca Intesa e Unicredit.
Lo spread
fra i titoli di stato italiani e i bund tedeschi è salito di nuovo a 405 punti
base, portando il rendimento dei BTP decennali ad un preoccupante 5,68%. Ma come mai? Cosa sta succedendo? Le
strategie di rigore e austerità dei nostri geniali tecnici al governo non
stanno funzionando? Eppure eravamo quasi certi che Mario Monti fosse il migliore economista italiano sulla piazza e
sapesse il fatto suo. Non è così?
Per rispondere a
queste scottanti e delicate domande non dobbiamo andare troppo lontano o
rivolgerci ad un oracolo onnisciente, ma basta prendere carta e penna e
ragionare con un bambino che abbia
già imparato alle scuole elementari i principali rudimenti di aritmetica: le somme, le sottrazioni, le frazioni.
Tutto qui. Non servono lauree o particolari titoli accademici per capire che le
scelte di austerità, la rinuncia
alla sovranità monetaria,
l’obiettivo di pareggio del bilancio
pubblico non sono soluzioni ma aggravanti della crisi finanziaria attuale. Rinnovando l’appello fatto ieri per bloccare l’inserimento della norma del pareggio di bilancio in costituzione,
vediamo oggi per quale motivo un bambino messo davanti a questi inestricabili
dilemmi esistenziali ragiona molto meglio dei sapientissimi tecnocrati europei,
che forse avrebbero soltanto bisogno di un bel ripasso delle tabelline.
Di tutte le notizie
lette negli ultimi giorni quella che mi ha incuriosito di più è infatti la
storia del bambino olandese di 11 anni, Jurre Hermans, che
ha vinto un premio da 100 dollari partecipando ad
un concorso europeo per ragazzi,
grazie al suo geniale piano per risolvere
la crisi greca. Il giovane ragazzo olandese per aiutare il vessato popolo
della Grecia ho proposto di consentire ad ogni cittadino greco di recarsi in
banca per cambiare tutti i suoi euro in nuove dracma, la moneta sovrana della Grecia. Le banche consegneranno poi
gli euro raccolti al governo, che provvederà a ripagare tutti i debiti denominati in euro, aggirando così l’ultima
assurda imposizione del programma di salvataggio della trojka (UE, BCE, FMI) che
impediva alla Grecia di potere rimborsare i debiti con la nuova moneta sovrana,
la dracma, qualora lo stato ellenico fosse uscito dall’eurozona. Fine della
storia.
Niente austerità
quindi. Persino un bambino di 11 anni riesce a capire che imporre piani di
austerità ad un popolo indebitato può solo peggiorare la situazione, dimostrandosi
così molto più saggio e competente degli altolocati professori di economia,
docenti, tecnocrati del nulla che da Bruxelles
a Francoforte, passando per la Bocconi
di Milano, la Sorbona di Parigi, e tutti i centri studio e think tank europei stanno devastando
un intero continente. Con il semplice programma suggerito dal bambino olandese la
Grecia potrebbe tornare alla sovranità monetaria e nutrire qualche speranza di ripresa economica, liberandosi nel contempo
dalla ferale morsa dell’Unione Europea, della BCE e del FMI, che per adesso
stanno attaccate al collo per succhiare il sangue di ogni singolo cittadino
greco. Beata innocenza, verrebbe da
dire.
Il bambino olandese
infatti non poteva sapere che la famelica trojka
non è interessata a ricevere indietro gli euro (che poi non sono altro che bit di computer o cumuli di carta straccia), ma a tenere sotto
scacco un intero popolo con la minaccia del “debito”. A questo servono
i soldi oggi, a creare debiti da utilizzare come arma di ricatto, mentre il valore nominale o reale del denaro
circolante conta poco o nulla. Se la Grecia potesse uscire dalla prigionia dei
debiti denominati con la parola “euro”,
la trojka non avrebbe più altri metodi per sottomettere e veicolare le scelte
di un’intera nazione. Ecco il motivo per cui qualunque paese entrato nell’eurozona
non può e non deve più uscire dalla zona euro, a costo di patire immani e insensate sofferenze, perché
solo una tale costrizione consente ad entità sovranazionali e privatistiche di
mantenere una perenne capacità di ingerenza nel paese “conquistato”.
Tuttavia, a causa del
suo candore e della sua ingenuità, il bambino non poteva arrivare a capire che
oggi le guerre di conquista si fanno utilizzando armi astratte di distruzione di massa, come il debito, l’inflazione
o lo spread, senza sparare nemmeno un colpo di mortaio. Guerre intelligenti per popoli stupidi o narcotizzati, che ancora
si ostinano a non capire quale sia la vera natura del denaro moderno: impulsi elettronici, pezzi di metallo scadente, carta colorata, niente di niente insomma.
Il vero valore del denaro è il debito che viene associato all’emissione fra due
controparti, la promessa di pagamento di quel debito a qualsiasi costo (IOU, I Owe You, Io Ti Devo, come dicono i teorici della Modern Money Theory MMT). Senza questa
promessa di pagamento, il denaro, sia esso euro, dollaro, yen, non varrebbe niente.
Aria fritta.
Se la Grecia potesse di nuovo tornare ad
essere un paese libero e sovrano, con la propria moneta dracma che come sappiamo può essere creata dal nulla dalla banca centrale greca senza associare alcun
debito all’emissione, salterebbe in aria il rapporto di dipendenza e sudditanza
nei confronti dei burocrati, degli oligarchi, degli omini insaziabili di
Bruxelles, Roma, Berlino, Parigi non legittimati mai da alcun cittadino o da
uno straccio di voto popolare, che con certosina pazienza e la complicità dei politicanti
locali compiacenti, anno dopo anno, nel giro di tre decadi, hanno messo in
piedi un sistema infallibile di dominio: togliendo la moneta sovrana ad ogni
singolo paese, viene eliminata qualsiasi forma di libertà e autodeterminazione, distrutta la struttura democratica dello stato, annullate articolo per articolo le costituzioni politiche
nazionali, resi schiavi del debito milioni di persone. I nuovi reggenti in
pratica si sono appropriati autonomamente di diritti e poteri che in situazioni
normali nessun cittadino sano di mente avrebbe mai concesso al più spietato dei
dittatori, a meno di non essere costretto con una pistola puntata sulla tempia.
No. L’intelligenza
vispa, pura e incontaminata del bambino non poteva arrivare fino a tanto,
scoprendo fino a che punto può arrivare la follia di dominio e la voglia di
sopraffazione umana. Il bimbo è ancora troppo acerbo e innocente per comprendere
quanta irrazionalità si nasconde dietro i volti asciutti e le camice inamidate
dei nuovi padroni e usurpatori della
democrazia e dei diritti umani. Non a caso il ragionamento del bambino
olandese si ferma bruscamente anche davanti al modo illogico con cui viene gestita oggi la creazione e la circolazione
della moneta: la maggior parte dei soldi circola su circuiti telematici,
depositi di risparmio, conti correnti elettronici (97%), mentre soltanto una
minima parte (3%) sono banconote cartacee e monete metalliche. Quindi quella operazione di cambio da lui immaginata,
tranne che per le poche banconote e monete in euro circolanti in territorio
greco, non può essere effettuata: cosa dico al cassiere della banca, mi cambia
questi bit, questa cifra elettronica che le compare sullo schermo del suo computer
da euro in dracma?
Ovviamente non si può
fare. I bit di un computer sono tutti
uguali. Quelle cifre elettroniche che compaiono sullo schermo della banca
commerciale non significano nulla, sono aria fritta all’ennesima potenza,
perché la vera moneta (?) si trova
fra i circuiti elettronici della banca centrale, dove quella specifica banca
commerciale detiene il suo conto di riserve. Quelli sì che sono bit che hanno
un valore, un nome e soprattutto un padrone (BCE). La vera moneta euro, le riserve elettroniche, non si muove mai
dagli archivi informatici della banca centrale e la nostra filiale di banca
commerciale purtroppo ne possiede soltanto una piccola parte rispetto a quella
che gestisce attraverso i nostri depositi (la riserva obbligatoria oggi ammonta ad un misero 1%, a cui bisogna
aggiungere le riserve libere che sono
a totale discrezione della banca).
Ebbene sì, ragazzo,
sarà dura da comprendere, ma ti hanno preso in giro fin dal giorno della tua
nascita: ti dicono che hai un bel conto corrente in euro, ma in realtà non hai
niente. O meglio, quei soldi che tu credi di avere hanno un valore solo quando li prelevi o li spendi
per trasformarli magicamente in qualcosa di reale, ma finchè stanno lì, dentro
il computer della tua banca, contano più o meno quanto gli impulsi elettronici
del tuo I-phone: luci colorate che si mescolano insieme per creare una cifra.
Stop. Quindi cosa si potrebbe fare per rendere operativo il geniale piano di
liberazione della Grecia messo a punto dal bambino olandese?
I cittadini greci
dovrebbero correre in massa presso la propria banca per prelevare quante più
banconote euro possibili, finchè ogni singola filiale di banca non sarebbe costretta
ad abbassare le saracinesche perché ha finito le sue scorte e non può più
attingere alle sue riserve presso la banca centrale. A quel punto, e solo
allora, i cittadini potrebbero andare alla banca centrale greca per chiedere il
cambio di quelle banconote in euro con nuove banconote in dracma, assicurandosi
poi che il governatore della banca centrale carichi i camion e spedisca effettivamente
quella massa di carta straccia a
Francoforte, dove arrivata a destinazione andrebbe poi al macero.
Come vedi, caro Jurre,
quel debito che tanto affligge e
massacra il popolo greco, costringendo al martirio e all’indigenza
tante povere creature innocenti come te, non è altro che carta straccia che va
al macero. O al massimo impulsi elettronici che una volta trovato il contatto
giusto cambiano una cifra da 1 a 2, da 3 a 5, da 7 a 4. In buona sostanza il
temutissimo debito, l’incubo delle
nazioni, che mette i brividi al solo pensiero, non è niente di più di un sofisticato strumento di tortura mentale
che nemmeno il più sadico dei Torquemada sarebbe mai riuscito ad inventare. Come
dice bene qualcuno, di tutte le maniere con cui poteva essere gestita la circolazione
dei flussi di denaro, quella attuale è la più stupida e insensata in assoluto.
Ma siccome non c’è
mai limite alla stupidità e alla follia umana, ecco un altro brillante esempio
pubblicato dal professore di politica economica Alberto Bagnai sul blog Goofynomics che dimostra come l’austerità,
l’aumento delle tasse, il taglio della spesa pubblica in periodo di recessione
(manovre pro-cicliche), è la scelta più sbagliata che un governo può fare,
perché finisce per peggiorare ed aggravare inevitabilmente le possibilità di ripresa. Nel
racconto molto surreale e divertente del professore Bagnai non vengono
utilizzate strane formule, algoritmi o modelli matematici complicati, ma semplici nozioni di aritmetica,
che anche un bambino di quarta o quinta elementare potrebbe comprendere subito
al volo. Riporto sotto il breve racconto,
che andrebbe letto e riletto più volte e divulgato soprattutto a tutti
coloro che sostengono ancora la competenza tecnica e l’ottimo lavoro del governo
Monti.
L’Aritmetica
del debito pubblico
Di Alberto Bagnai
La Ruritania aveva un problema di debito pubblico. L’anno si era chiuso
male. A fronte di un Pil di 5 miliardi di scellini ruritani, il debito pubblico
era stato pari a 6 miliardi. Il rapporto debito/Pil quindi era stato di
6/5=1.2, cioè il debito era arrivato al 120%
del Pil. Se vi siete già persi siete piddini, non preoccupatevi, ci pensa lui.
I
ruritani, popolo di antica cultura, veneravano l’unità. Che avete capito? Non
l’unità politica: non erano certo così baggiani da volersi unire al loro
ingombrante vicino, la Cracozia. No, solo un continente a guida belga (with
all due respect) può credere che “uniti
si vince”! E i ruritani, nella loro storia secolare, avevano già assistito
all’implosione dell’Unione Europea. Solo che forse non l’avevano capita bene,
perché anche se avevano una visione piuttosto lucida di cosa significhi “unità”
in politica (qualcosa di simile a quello che succede quando un luccio incontra
un persico), loro continuavano a venerare l’unità
matematica, il numero uno: 1.
Forse un antico retaggio pitagorico, la monade, l’origine di tutte le cose...
Comunque, a loro questo fatto che il rapporto debito/Pil fosse 1.2 invece di 1
li disturbava proprio tanto. E quindi decisero virilmente di porvi rimedio.
Immaginatevi
il consiglio dei ministri ruritano. “Dovremmo prendere esempio dalla Cracozia!
Guardate: lo scorso anno il loro rapporto debito/Pil era all’80%, ma riducendo
la spesa sono riusciti a portarlo al 75%, in un solo anno. Austerità ci vuole! In fondo il nostro bilancio è in pareggio: basta un piccolo sforzo. Riduciamo gli
sprechi e portiamolo in surplus! In questo modo il debito diminuirà e il suo
rapporto al Pil arriverà a 5/5, che poi è uno degli infiniti modi nei quali si
può esprimere la venerata monade: 5/5=1. E comunque, siccome l’austerità deve
essere temperata dalla carità cristiana, e prima
caritas incipit ab ego, propongo che si tagli un miliardo di scellini di
spesa, senza aumentare le imposte. Che poi è esattamente quello che hanno fatto
in Cracozia.”
Plauso
degli astanti.
Si va, si taglia. Il popolo borbotta,
ma la risposta è bell’e pronta: lo vuole la monade. E se lo vuole la monade,
devi essere un mona per opporti.
Un
anno dopo.
Arriva
trafelato il governatore della Banca Centrale Ruritana (la BCR), con le ultime
statistiche sul rapporto debito/Pil. Il consiglio dei ministri, fiducioso,
attende di sapere qual è stato l’esito della manovra, ma non è difficile
leggere sul volto del governatore della BCR un certo imbarazzo.
“Allora,
governatore, esponga, sciorini i dati: abbiamo la monade? Siamo al 100%?”
“Be’,
veramente le cose sono andate in un modo un po’ diverso”
“Sì,
immagino, l’errore statistico, i ritardi nell’implementazione delle politiche,
qualche incomprensibile resistenza alla santa austerità, ma insomma, noi si è
tagliato, e il rapporto, se non proprio fino al 100%, sarà sceso almeno al
105%, al 106%? Non saremo da meno della Cracozia, voglio sperare!”
“Be’,
veramente le cose sono andate in modo un po’ opposto (n.d.r.: notate la
delicatezza): gli ultimi dati parlano del 125%”
“Coooooooooooooosa!?
Il rapporto è aumentato di 5 punti, da 120 a 125? Ma noi abbiamo tagliato!”
“Sì,
però, sapete, c’è un piccolo problema
tecnico. Vedete, il fatto è che la spesa
pubblica entra nella definizione del Pil. Noi siamo un’economia di mercato,
e quindi il valore totale della produzione coincide con quello della spesa
effettuata per acquistare i beni prodotti, che poi a sua volta coincide con la
somma dei redditi percepiti da chi li ha prodotti. Sapete, la famosa identità: Y = C + G + I + NX. Il Pil, somma dei
redditi (cioè valore della produzione
effettuata) coincide con la somma delle spese per consumi privati, C,
consumi pubblici, G, formazione di capitale fisso, I, e esportazioni nette. Del
resto, pensateci: non è difficile: se nessuno spendesse, se nessuno
acquistasse nulla, nessuno guadagnerebbe, e non avrebbe nemmeno senso produrre (visto che nessuno comprerebbe
e che quindi non si sarebbe ricompensati per il proprio sforzo). Sì, lo so, è
troppo semplice per essere capito. Ma rassegnatevi: la realtà è semplice!
Dovrete fare uno sforzo. Ed è per questo che il totale del prodotto/reddito
coincide col totale delle spese di famiglie (C), Stato (G), imprese (I) e
estero (NX). Ora, voi avete ridotto G di una unità, tagliando tanti sprechi e
qualche stipendio, e avete fatto senz’altro bene: in questo modo il bilancio
pubblico, che era in pareggio, è andato in surplus di una unità, lo Stato cioè
ha risparmiato, e con i suoi risparmi ha ridotto il debito da 6 a 5. Solo
che purtroppo... per colpa dei tagli anche il Pil è sceso, da 5 a 4. Si chiama
recessione, sapete. E
il risultato è che mentre lo scorso anno il nostro rapporto debito/Pil era di
6/5=120%, oggi è di 5/4=125%”.
“Ma
come? Anche la Cracozia era in pareggio di bilancio, si è portata in surplus
per un miliardo, e il suo rapporto debito/Pil è sceso! Forse che in Cracozia la
spesa pubblica non entra nel Pil? Hanno truccato i conti? Si saranno mica
rivolti alla GS anche loro? (n.d.r.: non quella dei supermercati)”.
“No,
no, la contabilità nazionale è uguale per tutti, e se vogliamo anche l’aritmetica. Sì, so che voi la
chiamate matematica, ma sapete, qui stiamo parlando di aritmetica, di cose che avete
tutti, compresi voi, lettori, studiato alle elementari, di cose che usate nella
vita di tutti i giorni con grande scioltezza, ma che poi, quando si tratta di
ragionare sui numeri dell’economia, accantonate, abolite, come se partiste dal
presupposto di non poter capire. Eppure è semplice. La Cracozia aveva 4
miliardi di debito e 5 miliardi di Pil: 4/5=0.8=80%. Ha fatto anche lei il suo
bel taglio degli sprechi: il debito è sceso a 3, il Pil è sceso a 4, e oggi la
Cracozia à un rapporto debito/Pil a 3/4=0.75=75%. A cosa gli serva non si sa,
ma comunque l’operazione in quel caso ha funzionato, perché aritmetica voleva
che funzionasse. Non so se è chiaro. Comunque, è chiaro che dobbiamo prendere
una decisione. Cosa intendete proporre per la prossima finanziaria”.
“La
situazione non ci lascia altra scelta: dobbiamo
insistere sulla via dell’austerità. La monade lo vuole”.
Appunto.
L’esempio
proposto dal professore Bagnai è di una semplicità disarmante. Basta avere un
minimo di dimestichezza con i rapporti e le frazioni aritmetiche e vengono
facilmente smontate tutte le teorie e le
politiche di austerità osannate dai soliti noti, tecnici poco capaci con i
numeri e le tabelline o professori in
malafede, sostenuti da babbioni,
politici o giornalisti o semplici elettori, che incapaci di mettere in fila un
ragionamento si limitano a ripetere a memoria la lezioncina: “Per adesso abbiamo visto molto rigore e poca
equità, ma serve soprattutto la crescita, crescita, crescita”. Accecati
dalla semplicità dei mantra astratti e
senza senso dei fanatici di regime, debito pubblico, inflazione, crescita,
non riescono più a connettere due neuroni del cervello per capire che il modo
più sbagliato per ottenere una qualsiasi crescita economica è quello di
tagliare le spese pubbliche, che hanno effetto diretto sul reddito nazionale,
il mitico Prodotto Interno Lordo,
Pil.
Togliere
la stessa quantità (1) al numeratore
e al denominatore di una frazione
non cambia il risultato soltanto quando numeratore e denominatore sono uguali. Ma
se il numeratore e il denominatore sono diversi allora la storia cambia
parecchio. Se io tolgo la quantità 1 al numero 6, come nel caso della
Ruritania, riduco il numeratore del 16,6%. Se invece sottraggo la stessa
quantità 1 dal numero 5, riduco il denominatore del 20%. Siccome il
denominatore è diminuito di più in percentuale rispetto al numeratore, l’intera
frazione che rappresenta il rapporto debito/Pil tende ad aumentare dal 120% al
125%.
Discorso
opposto accade nel caso della Cracozia, dove il numeratore 4 è in partenza più
piccolo del denominatore 5 e il rapporto debito/Pil è inizialmente del 80%.
Togliendo sempre la stessa quantità 1, il numeratore si riduce del 25% e il
denominatore del 20%, e siccome il numeratore è diminuito in percentuale di più
del denominatore, l’intero rapporto tenderà a ridursi fino al 75%. Spero di non
essermi incartato con i numeri, ma il ragionamento dovrebbe quadrare a
qualsiasi mente discretamente allenata. Nonché all’intelligenza di un bambino, che in quanto a lucidità
abbiamo capito essere superiore di mille leghe rispetto all’idiozia conclamata
dei tecnocrati neoliberisti europei.
Se
a questo aggiungiamo che ogni volta che viene fatto un taglio alla spesa pubblica, G, operando sulla riduzione delle
pensioni e degli stipendi, si riduce anche la propensione al consumo delle persone che percepiscono questi
redditi e dei produttori e commercianti privati che di conseguenza ottengono
meno ricavi, avremo che alla fine dell’anno anche il termine C, i consumi,
dell’equazione del Pil si sarà ridotto e quindi l’intero reddito nazionale diminuirà di una quantità superiore rispetto a quella
preventivata, annullando di fatto tutti i sacrifici affrontati per ridurre
il debito pubblico. Proprio quello che è accaduto in Grecia applicando le
ricette dell’austerità durante gli ultimi anni (il rapporto debito/Pil invece
di diminuire è salito dal 120% al 150%) e sta accadendo oggi in Italia.
Tuttavia,
preso atto che l’austerità e il taglio della spesa pubblica finisce per
aggravare la spirale recessiva, bisogna affrontare il punto chiave della
discussione intorno alla spesa pubblica: come
deve spendere i suoi soldi lo Stato? Capite bene che gli effetti di una
certa decisione di spesa piuttosto che un’altra avrà ripercussioni diverse sui
consumi e sull’economia nazionale: se lo Stato ha 10.000 da spendere, una cosa
è dare 50 a 200 parlamentari che già guadagnano 5.000, altra cosa aumentare di
100 lo stipendio di 100 dipendenti pubblici che percepiscono 1.000, altra cosa
ancora dare 1.000 a 10 operai disoccupati che prima non guadagnavano nulla e
adesso vengono coinvolti in un progetto di utilità sociale.
Questo
è il vero lavoro che dovrebbe impegnare le intere giornate di un politico o di
chiunque si proponga di diventare un amministratore della cosa pubblica: la scelta del compromesso più giusto e di un’alternativa di spesa adeguata per
arrivare ad un risultato generale migliore. Ovviamente questo discorso vale per
i politici di paesi sovrani che hanno il privilegio di potere affrontare problemi
di compromesso e alternativa di spesa, mentre tutte le nazioni dell’eurozona, a
causa della stupidità e del fanatismo vorace dei tecnocrati, sono in una
condizione di primitivismo politico ed
economico, in un’era praticamente
preistorica di gestione dei flussi finanziari rispetto al resto del mondo,
che continua a guardarci e giudicarci come dei cavernicoli
della finanza e dell’aritmetica.
I
governanti dell’eurozona, compreso il decerebrato
Monti (che un giorno scopriremo non essere meno ottuso del Tremonti dei
tagli lineari o meno pagliaccio delle uscite internazionali di Berlusconi,
visto le figure da beota e bacchettone
che fa in giro per il mondo) o il brigante
spagnolo Rajoy, non solo non stanno valutando alcuna ipotesi di spesa
pubblica ma stanno seguendo ancora ciecamente la linea più rigorosa di
austerità, riducendo la spesa come nel caso della Ruritania e andando quindi
aritmeticamente incontro agli stessi disastri, cosa che i mercati finanziari
internazionali hanno già capito da tempo. La lotta agli sprechi è cosa sacrosanta, ma fra lo spreco e l’azzeramento
totale della spesa pubblica c’è di mezzo un oceano di alternative ancora da
mettere al vaglio.
Era
chiaro che l’improvviso abbassamento
dello spread rappresentava solo un momentaneo
effetto ottico, simile ad un miraggio nel deserto, dovuto esclusivamente all’intervento della BCE che aveva dato
fondi alle banche per sostenere i titoli di debito pubblico dei paesi più in difficoltà.
Adesso che le banche stanno gradualmente raggiungendo il livello massimo di acquisto di titoli di stato, la bolla illusoria
della riduzione degli spread è scoppiata e la
stupidità e l’incompetenza dei tecnocrati è venuta di nuovo a galla. Non
bisognava essere dei veggenti per prevedere l’epilogo di questo triste declino
della civiltà europea e non servono doti paranormali per capire che il bigotto e asservito professore Monti, con tutte le sue nozioni di economia neoliberista
apprese sui libri di testo della Bocconi, verrà gentilmente accompagnato alla
porta di uscita non appena verranno diffusi i primi dati ufficiali sugli
andamenti economici dell’Italia per il 2012: calo del Pil, aumento del deficit
di bilancio e così via.
Ripetiamo
ancora una volta che la strategia del
pensiero unico neoliberista che stanno seguendo alla lettera tutti i
tecnocrati europei è quella di agire sempre e soltanto sul lato dell’offerta e della produzione senza mai esaminare l’altro versante della domanda e dei
consumatori che dovrebbero comprare questi prodotti. Se lo stipendio di un
lavoratore o di un dipendente pubblico si riduce, questo non acquisterà una
nuova lavatrice per sostituire la vecchia ma tenderà a risparmiare e a
contrarre i consumi anche se il prezzo della lavatrice si sarà intanto ridotto
da 500 a 300, grazie alle riforme del mercato del lavoro e al taglio dei salari
degli operai dell’azienda produttrice. In economia le aspettative, le preoccupazioni
per il futuro e le condizioni al
contorno sono importanti come e forse più dei numeri stessi e dei diversi modelli
economici applicabili. Se uno ha paura del futuro non comprerà oggetti ritenuti
superflui nemmeno se il prezzo di questi ultimi dovesse rasentare lo zero. E
un’azienda può aumentare la produzione
quanto vuole, ma se nessuno spende e acquista, deve anche prepararsi ad
allargare i magazzini.
Ma
ovviamente simili ragionamenti o quesiti di complessità universale non sono
alla portata di tutti. Soltanto un bambino
può trovare subito la soluzione, arrivando alla risposta più giusta e corretta
un anno prima di noi comuni mortali e 100
anni prima rispetto ad un modesto tecnocrate bocconiano e neoliberista come
Mario Monti.
Ciao Piero, molto preciso e chiaro nel farci capire le cose...grazie.
RispondiEliminaQuesta schiera di tecnocrati non dovrebbe tenere conto anche del fattore "psicologico"...giustamente come hai detto tu: "la paura del futuro"?.....La gente non spende anche se ne ha....perciò oltre l'austerità iniettano secchiate di pessimismo a 360°....ma allora, dico io, sono pazzi? Credono che il "cambiamento d'umore" si possa attuare per decreto??? Credo il fattore "psiche" sia importante quanto quello del "calcolo"....
Esempio: Monti grida ai quattro venti "Il reintegro solo in casi mega estremi per i licenziamenti economici"...cioè mai....Come credono che il popolo reagisca? Di certo, se nelle aziende dove prestono servizio c'è un minimo di crisi, (cioè tutte), ci pensano 10 volte prima dell'acquisto di un qualsiasi bene "importante" o solo la prenotazione di una vacanza...."meglio risparmiare qualcosa perchè se dovessero lasciarmi a casa tiriamo avanti"....Oppure l'FMI che dice" La longevita' progressiva della popolazione mondiale pone un serio rischio alla sosteniblità dei bilanci pubblici attraverso l'incremento delle spese pensionistiche"....Come diavolo pensano che regisca il popolo...."In pensione non ci vado più, meglio mettere via soldi per la vecchiaia"...per quanto riguarda quest'ultima cosa penso sia l'anticamera delle "pensioni private"...Dio ce ne scampi.
Saluti Santo.
Dimenticavo...oltre all'affare Lega, adesso attaccano Vendola (indagato, dicono). E' un attacco sistematico? Niente da dire sull'abominio della nostra classe politica ma si nota un tempismo incredibile..Adesso tocca all'IDV? (anche se l'IDV è molto ambigua)
RispondiEliminaNessun giornale ha riportato la notizia di Lidia Undiemi (http://www.altrainformazione.it/wp/2012/04/11/lettera-di-dimissione-di-lidia-undiemi-dai-suoi-incarichi-nel-partito-dellidv/), economista siciliana dell'IDV, che ha denunciato il mostruoso progetto dell'ESM (MES), la quale ha lasciato il suo partito perchè in contrapposizione con il loro appoggio, appunto, al MES?
E ancora....la Fornero insieme ai suoi collaboratori oscurano il sito web del dipartimento provinciale del lavoro di Modena...E' l'inizio della censura, oltre l'austerità e la mannaia psicologica?
Saluti Santo.
L'attacco sistematico alla politica è una strategia abbastanza chiara da parte dei tecnocrati...dicono guardate come sono ladri i vostri politici, mentre noi tecnici siamo così puliti, trasparenti, onesti, votate noi alle prossime elezioni oppure non votate affatto perchè siamo in stato di emergenza e dobbiamo saltare le elezioni...la nostra classe politica è indegna, ma non per questo bisogna cancellare la democrazia, ma perseguire soltanto i criminali come è giusto che sia...sul fatto psicologico della "crescita", loro insistono sulla linea di una crescita a senso unico: devono crescere soltanto le elite, mentre tutto il resto deve essere una massa indistinta di manovalanza a basso costo, il cui benessere o livello dei consumi a noi non interessa, l'importante è che paghi le tasse e ci consente di ripagare i creditori, che poi sono loro stessi (banche, società finanziarie etc)...l'FMI invece è completamente fuori di testa, ormai hanno perso proprio la bussola e non capiscono che stanno forzando troppo la mano su questa stupidaggine della stabilità finanziaria e del debito...quando la gente capirà davvero l'inconsistenza di queste paure i loro giochini da shock economy non faranno più presa(il debito? Quale debito? Se uno stato sovrano può risarcire qualunque debito...gli unici vincoli da tenere d'occhio sono l'inflazione e la bilancia dei pagamenti con l'estero...di questo si dovrebbe parlare tutti i giorni in una nazione sovrana e in base a questi dati dovrebbe essere giudicata la classe politica)...la Undiemi mi sembra una ragazza in gamba, ma anche molto confusa, improvvisamente ha capito di vivere in un regime dittatoriale ma non ha compreso ancora fino in fondo la natura monetaria e finanziaria di questa dittatura...non so quali saranno le sue prossime mosse, ma spero che non cerchi di cavalcare soltanto l'onda della protesta per avere consenso politico, senza capire che il MES è solo l'ultimo corollario di un progetto di espropriazione della democrazia che ha radici ben lontane nella storia, a partire almeno dallo SME del 1979...non si può attaccare il regime, cercando di colpire soltanto la punta dell'iceberg, ma bisogna andare a fondo se si vuole comprendere veramente quale sia il campo di scontro...speriamo che non si faccia trascinare dalle sirene del facile consenso, come per esempio sta facendo Grillo che ormai si fa la sua bella guerra politica contro la casta con tanto di libri e dvd a pagamento, senza scalfire mai i veri poteri forti...ormai ci sono molti movimenti politici che partendo dal basso hanno una visione molto più ampia dei problemi da affrontare, se proprio fossi costretto a votare oggi, io darei il mio voto ad Alternativa di Giulietto Chiesa, al Movimento dei Forconi, al Movimento Popolare di Liberazione...ma mai a un partito parlamentare, o a Beppe Grillo...a presto! Piero
EliminaConcordo su Grillo diffidate ! grillo è un avvoltoio una iena , simpatica magari.. ma lui
Eliminasfrutta le contingenze del momento per mettere in scena il suo 'teatro' la sua commedia...
con questo rimane possibile che qualcuno del movimento5stelle possa essere utile in qualche consiglio comunale ma non sopra il livello comunale...il suo movimento ha tra l'altro un regolamento assurdo ...in realta' tutto viene deciso dallo stesso grillo e dall'agenzia casaleggio...grillo -che è furbissimo - ha fiutato il sangue del golem dell'eurozona che con tutta probabilita' andra' a schiantarsi e ha incominciato a parlare contro l'euro...ma senza infomare davvero e senza informarsi seriamente(continua a sparlare del grandissimo debito pubblico come fosse quello la causa dei problemi dell'italia) da un punto di vista pratico mi auguro che il suo cavalcare l'onda anti euro che crescera' con l'aggravvarsi della recessione possa avere una reale utilita' ...ma non ho fiducia nel suo operato politico a livello nazionale...
Caro Piero, eccomi di ritorno. Gli esiti a Roma sono stati sconfortanti! Sembra proprio impossibile scalfire le certezze di quelli che ormai non sono più' cittadini liberamente pensanti ma adepti sfusi di un credo. Hanno una unanimita' di cervello che e' inattaccabile! Davanti al mio tentativo la zia n.1 (91) e' scappata con repubblica sotto il braccio, la n.2 (76) ha esclamato " ao' ma che idee cia' questa, che e' diventata de Berlusconi? " .....ma come hanno fatto a conquistare una simile coriacea fedelta'!? Mah, cambiamo discorso.
RispondiEliminaMolto utili i post sul debito, grazie. ! Vorrei verificare se ho capito bene una cosa. I paesi con sovranita' monetaria possono finanziarsi in due modi? Pigiando i tasti della stampante ancora per loro fortuna in mano alla Banca Centrale e addebitando direttamente i conti correnti dei loro fornitori di beni e servizi o dei loro dipendenti? E anche vendendo titoli di stato direttamente ai cittadini o ai fondi pensione ? per esempio il Giappone riesce a vendere praticamente tutto il debito ai suoi fedeli cittadini senza ricorrere agli strozzini esteri e non avra' mai i nostri problemi. Ho capito bene? siamo noi gli unici fessi, vero?
Cristina bentornata!!! Devo ammettere che ci sei mancata nel blog con le tue acutissime osservazioni... Siamo noi gli unici fessi? Sì, noi europei dell'eurozona siamo il popolo più fesso di tutti i tempi, penso che i cavernicoli della preistoria erano molto più furbi di noi...gli stati sovrani possono finanziarsi a deficit principalmente in due modi: accreditando direttamente i conti correnti dei fornitori e dipendenti pubblici o vendendo titoli di stato alla Banca Centrale e alle banche private...ma ci sono delle differenze sostanziali:
Elimina1) Nel caso in cui lo stato accredita i conti correnti tramite lo scoperto del proprio conto corrente governativo o la vendita di titoli di stato alla banca centrale, si parla di monetizzazione del deficit pubblico perchè in pratica viene creata nuova moneta dal nulla per coprire i disavanzi pubblici
2) Nel caso in cui il governo decide di mettere all'asta i titoli di stato al consorzio di banche private autorizzate per prelevare liquidità dai mercati e non creare nuova moneta, si tratta di una semplice manovra di politica monetaria, che non incide però minimamente sui risparmi dei cittadini...è una scelta del governo e della banca centrale insomma, che vedendo gli andamenti del mercato, dell'inflazione, e dei flussi finanziari interbancari, può decidere di prelevare liquidità già esistente per impedire eventuali bolle speculative...in effetti potrebbe anche decidere di alzare il tasso di interesse principale, il cosiddetto tasso di sconto o costo del denaro, ma si tratta di valutazioni tecniche che servono soprattutto a tenere in piedi tutto il settore finanziario privato, che senza queste azioni delle banca centrale sarebbe già fallito da un pezzo...
Noi invece furbissimi e astutissimi dell'eurozona non possiamo finanziarci a deficit (siccome siamo molto furbi ci imponiamo pure la regola aurea??? del pareggio di bilancio...), e non possiamo nemmeno ricevere nuovi finanziamenti diretti da parte della banca centrale BCE, che non può creare nuova moneta per gli stati o acquistare titoli di stato nelle aste primarie (acquista soltanto nel mercato secondario perchè siamo in stato di emergenza, e lo farà anche in futuro e quando sentirai che si sono abbassati gli spread dopo una risalita, c'è sempre di mezzo lo zampino della BCE...)
Siamo talmente stupidi, che la BCE è costretta a contravvenire alle stesse regole che ci siamo imposti per salvare tutta la baracca...è come dire: "noi europei essendo il popolo più furbo del mondo decretiamo che da domani l'acqua diventa illegale e nessuno potrà bere acqua"...poi però viene consentito al bar BCE di dare da bere agli assetati, come se fosse una concessione momentanea: "solo per oggi, mi raccomando barista BCE...da domani si torna a rispettare la regola"....stessa storia il giorno dopo: "solo per oggi, mi raccomando barista BCE...da domani si torna a rispettare la regola"...e così via, fino al culmine della follia e dell'ipocrisia conclamata...io lo ripeto da un pò, questi non sono normali, ma sono pazzi da legare, però a quanto pare ancora riescono a farla franca, perchè in verità alla neuro non ci sarebbe posto per tutti, visto che anche i cittadini europei viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda...
A proposito, anche io ho avuto le mie difficoltà per fare capire ad amici e parenti piddini la trappola in cui siamo stati incastrati...ma alla fine ho dovuto rinunciare, non ci arrivano, è troppo per loro, quando sentono che uno stato crea soldi pigiando tasti, sobbalzano e protestano:"ma no...cosa dici mai...chissà quali geniali tecnicismi di natura finanziaria-economica-filosofica vengono utilizzati per creare la moneta...se fosse così sarebbe troppo bello..." Appunto...ripeto io, ma non ci arrivano...
Ottimo approfondimento! adesso sono in una fase in cui cerco di mettere insieme tutti i pezzi e frammenti accumulati in questi due mesi, non e' facile e ogni tanto mi scoraggio, anche per le bacchettate di Goofy devo dire! Per colmo di sventura mi si e' bloccata la funzione Note dell'I Pad dove tenevo tutti i miei appunti e non so nemmeno se li potro' recuperare.
RispondiEliminaVorrei che tu leggessi questo post " DOPO LA GRECIA IL GIAPPONE " sul sito FARE FOREX . Mi piacerebbe sapere che ne pensi, se e' pura malafede o che altro. Ciao e a presto
Cara contessa cristina : dopo la grecia il giappone non ha proprio senso non lo apro neppure...
RispondiEliminanon capisco lo scoraggiamento...in fondo lo schema principale è piuttosto semplice comunque capisco che ti possa trovare meglio a casa 'piero valerio' che è cosi' bravo e paziente : l'alberto è un gran tecnico e ci sta' mettendo una dedidizione incredibile nell'approccio di realizzare una divulgazione di alto livello !
Ti consiglio quindi i libri di nino galloni (gli ultimi 4 in ordine cronologico) che mi rendo conto hanno un approccio molto divulgativo al problema moneta-euro-politica economica , sono di un centianaio di pagine (personalmente ne ho 2 'prendi i soldi e scappa la fine della globalizzazione''segreti dell'euro': l'ultimo è schedulato e in arrivo,'moneta copernicana' e il grande mutuo sembrano comunque interessanti ) e se voi risalire al maestro di galloni poi c'è caffe'...
ps:comunque continua a leggerlo l'alberto vedrai che rileggendo con calma lo si assorbe meglio
comunuqe le persone anziane sono poco flessibili e ancorate al loro modo di pensare ragionare
schematico quindi non mi serei atteso nulla di diverso...quanto a leggere repubblica(sigh) a 91anni...in fondo a quell'eta' si ritorna bambini e quindi è scusabile^^
Sara' che io sono cosi' simile all'Alberto con i miei allievi che mi sento finita in una specie di rock pardon contrappasso. Comunque non ho mai pensato di squagliarmela....forse l'unico mio pregio e' l'intuito per la qualita' e quando la trovo la riconosco tra mille....per esempio avevo gia' ordinato due libri di Galloni...guarda che identita' di sentimenti! Grazie di preoccuparti per me
RispondiEliminaCristina, al contrario di Robert malgrado il titolo mi sono incuriosito e ho letto quell'articolo... ma chi lo ha scritto topolino??? Nessuna analisi, spiegazione, logica...c'è scritto solo che siccome il Giappone ha un debito pubblico del 200% sarà la prossima Grecia e per adesso è in crisi di export perchè la sua moneta, lo yen, è troppo apprezzata...ma non c'è nessun confronto fra il debito del Giappone e quello della Grecia, che sono lontani un abisso: il primo è un debito sovrano soprattutto interno (solo il 4% del debito è in mano straniera) e il secondo è un debito denominato in moneta straniera e posseduto da banche estere...beh, qualche differenza mi pare che ci sia??? O no??? Comunque, malgrado lo tzunami, i terremoti, il Giappone è sempre lì e nessuno sta imponendo ricette lacrime e sangue ai cittadini...a proposito di terremoti, oggi a Palermo abbiamo tremato un pò, e siamo tutti in attesa del Big One...chissà che radendo al suolo l'isola non faccia poi ripartire l'economia.....
RispondiEliminaQuello che mi aveva inquietato era che il Topolino in questione facesse riferimento all'Economist così sfacciatamente, senza il nome dell'autore nè una data, niente. Ha proprio ragione Robert, non meritava di essere letto.E' solo un esempio fra tanti di menzogne così apertamente esposte che sembrano vere.
RispondiEliminaTutti stanno aspettando un diversivo (e qualcuno temo si stia adoprando attivamente ) che rompa questa perversa e interminabile emergenza, ma non vorrei mai che fosse un terremoto a Palermo !!!!
Speriamo di no...perchè mi sa che data la vicinanza al mare c'è il rischio che con tutto questo nuovo sviluppo diventiamo la nuova Atlantide...e poi a L'Aquila il terremoto non ha portato così tanto sviluppo economico...anzi a parte i prefabbricati di Berlusconi, la città è sprofondata nella desolazione...e pensare che proprio i giapponesi erano riusciti a ricostruire una strada in un solo giorno...chissà come mai?...altra cultura, altra società...altra moneta!!!
EliminaAltri pesci!
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