In questi ultimi giorni l’attenzione di molti osservatori e
critici del progetto dell’eurozona, compresa la mia, si è molto concentrata
sull’accordo intergovernativo Fiscal Compact, che prevedendo l’inserimento della norma del pareggio di bilancio
all’interno delle costituzioni nazionali dei 25 paesi aderenti creerà non pochi
problemi di cessione di sovranità democratica e perdita di autonomia finanziaria.
Ma in effetti c’è un altro accordo che lega soprattutto i 17 paesi
dell’eurozona ad un’ulteriore consegna di principi e diritti costituzionali
inalienabili ad un ente giuridico terzo sovranazionale e non democraticamente
eletto: il trattato per l’istituzione del fondo permanente, chiamato Meccanismo Europeo di Stabilità MES
(ESM in inglese, European Stability
Mechanism).
A farmi ragionare sul significato della parola “permanente” è stato un video in cui la
studiosa di economia e diritto Lidia
Undiemi lanciava un appello al popolo italiano per impedire la costituzione
di questo ente sovranazionale autonomo,
indipendente e con poteri straordinari chiamato MES all’interno dell’Unione
Europea (non sarebbe il primo, perché già abbiamo la Commissione, il Consiglio
europeo e la banca centrale BCE). E così sono andato a leggermi il dossier in
cui la dottoressa Undiemi con toni piuttosto allarmistici descriveva i pericoli
della fondazione di questo MES e ho spulciato il testo completo del trattato
che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità, trovando in effetti parecchi
motivi di preoccupazione (come sempre accade leggendo i documenti che
provengono da questa istituzione monocratica,
autoritaria e autoreferenziale chiamata Unione Europea, alla fine trovi molte
più ombre che luci).
La parola “permanente”
associata ad un’istituzione finanziaria mi ha fatto subito pensare al più
importante ente giuridico che ha queste caratteristiche: la Banca. E in effetti il MES, a differenza dei precedenti fondi
temporanei EFSM o EFSF che avevano una precisa scadenza, è
una vera e propria banca sovranazionale
(non centrale, perché non ha alcun potere di emissione della moneta, che rimane
compito esclusivo e privilegiato della BCE), i cui soci azionisti sono i 17 paesi membri dell’eurozona, che con
cadenza quinquennale avranno il compito di nominare ciascuno un rappresentante
o governatore della banca (come avviene con il comitato esecutivo della BCE, i
cui membri sono però soltanto 6, compreso il presidente Mario Draghi, e vengono
nominati a turno in base ad accordi fra i vari governi nazionali). Ma andiamo
con ordine, esaminando punto per punto le principali caratteristiche e funzioni di questa nuova banca europea.
1) Descrizione Generale
Il 17 dicembre 2010
il Consiglio europeo ha concordato
sulla necessità per gli Stati membri della zona euro di istituire un meccanismo
permanente di stabilità. Il presente meccanismo europeo di stabilità (MES) a partire dal 1 luglio 2012 sostituirà e assumerà il compito attualmente svolto dal
Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF)
e dal meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM). Tuttavia i 17 paesi membri dell’eurozona potranno accedere
al MES soltanto se prima avranno firmato il 1 marzo 2012 il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla
governance nell’unione economica e monetaria, più tristemente noto come Fiscal Compact (i tecnocrati europei
sono ormai abituati ad utilizzare con i paesi membri questa snervante politica
del “do ut des”: ovvero datemi una
parte della vostra sovranità democratica e nazionale, così noi vi mettiamo a
disposizione uno strumento per togliervene un’altra parte).
Inoltre per consentire l’integrazione del MES all’interno degli
altri trattati europei, il 25 marzo 2011
il Consiglio presieduto da Herman Van Rompuy ha disposto la modifica dell’articolo 136 del “Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea” inserendo questo paragrafo: "Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo
di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità
dell'intera zona euro. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria
nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità."
Vedremo in seguito cosa significa esattamente per ogni paese
membro questa accettazione della condizionalità,
ma la modifica dell’articolo 136 del trattato europeo comporta innanzitutto un obbligo di ratifica da parte dei paesi
membri e ogni stato potrà decidere autonomamente la metodologia di ratifica (referendum o percorso parlamentare) da adottare: avete dubbi sul modo in cui
verrà ratificata questa modifica in Italia? Io no, nessuno. Nel silenzio più
assoluto dei media e dei giornali mainstrem,
questa modifica verrà approvata in parlamento, senza che nessuno si degni di
spiegare al popolo italiano cosa significa in concreto la creazione di una nuova banca europea sovranazionale e
permanente (qualcuno vi dirà che serve a difendere l’euro: ma siamo sicuri
che dopo avere capito, vissuto e assistito alle sciagure che ha causato a
parecchi popoli europei l’adozione di una moneta sbagliata, gli italiani siano
ancora disposti a difendere l’euro?).
Il volume della capacità
minima iniziale di finanziamento erogabile dal MES è fissato a 500 miliardi di euro, incluso l’accorpamento
del fondo di salvataggio EFSF (la cui capacità doveva arrivare a 420 miliardi
di euro, ma che di fatto non è mai stato operativo) e mentre l’adesione al MES
dei 17 Stati membri della zona euro è vincolante
(o con le buone o con le cattive dovranno aderire), la partecipazione degli
altri 10 paesi dell’Unione Europea è su base volontaria (siamo quasi certi che nazioni ancora sovrane come Gran
Bretagna e Svezia non faranno di certo le corse per accedere a questo nuovo
pastrocchio burocratico dei tecnocrati europei, anzi gli inglesi si sono già
chiamati fuori con largo anticipo rifiutando di firmare il Fiscal Compact).
Il MES coopererà strettamente con il Fondo monetario internazionale (FMI) nel fornire un sostegno alla stabilità finanziaria dell’eurozona
e la partecipazione attiva del FMI sarà prevista sia a livello tecnico che finanziario.
Anzi, lo Stato membro della zona euro che richiederà l’assistenza finanziaria
dal MES dovrà rivolgere, ove possibile, richiesta
analoga al FMI (in pratica il MES non vuole fare assolutamente concorrenza
al FMI nella sua lucrosa attività di fornire prestiti ai disperati, proponendosi
invece come sua filiale e ultimo avamposto in Europa).
In linea con la prassi del FMI, in casi eccezionali si prende in
considerazione una forma adeguata e proporzionata di partecipazione del settore privato, soprattutto quando si tratta di
finanziare programmi di aggiustamento macroeconomico
(praticamente sempre perché abbiamo già visto che i problemi in Europa sono
solo di tipo macroeconomico: quindi i privati possono entrare organicamente, e
non solo come investitori esterni, nella fase di supporto creditizio ai vari
stati, come sta accadendo in questi giorni in Grecia con il PSI, Private Sector Involvement).
In modo del tutto analogo ai prestiti del FMI, i capi di Stato o
di governo sono costretti a concedere lo status
di creditore privilegiato (seniority)
ai prestiti del MES, pur accettando che lo status di creditore privilegiato del
FMI prevalga su quello del MES (ubi maior
minor cessat: se la casa madre vuole lucrare un po’ sulle spalle degli
europei, la filiale deve mettersi da parte). Ciò significa che lo stato aderente
al MES decide per tutto il periodo di durata del prestito di rinunciare al finanziamento dei mercati
internazionali tramite l’emissione dei titoli di stato, perché nessun
investitore sano di mente presterebbe i suoi soldi ad uno stato sapendo che il
suo prestito verrebbe rimborsato sempre
dopo quelli del FMI e del MES.
Il MES ha la propria sede e i propri uffici principali a Lussemburgo, ma può istituire un
ufficio di collegamento a Bruxelles
(il triangolo della morte: Bruxelles, Lussemburgo, Francoforte).
2) Governance
Al pari di una qualsiasi altra banca il MES sarà dotato di un consiglio dei governatori (equivalente
al sindacato degli azionisti) e di un consiglio
di amministrazione, nonché di un direttore
generale e dell'altro personale ritenuto necessario.
Come abbiamo già detto i 17
governatori sono nominati direttamente dagli stati e dai governi dei paesi membri
del MES e ogni governatore potrà a sua volta nominare “un amministratore e un amministratore supplente tra persone dotate di
elevata competenza in campo economico e finanziario” (qui dobbiamo proprio
incrociare le dita e fare gli scongiuri, perché avendo sperimentato e visto con
i nostri occhi quanti geni e criminali della finanza girano a piede libero in
Europa e nel mondo non c’è proprio da stare tranquilli).
Il consiglio dei governatori avrà anche il compito di nominare
il direttore generale fra i candidati
aventi la nazionalità di un membro del MES e il suo mandato sarà di cinque anni rinnovabile una sola volta.
Il direttore generale decade comunque dalle sue funzioni qualora lo decida il
consiglio dei governatori.
A differenza del consiglio dei governatori della BCE dove ogni
paese rappresenta un voto (l’unico briciolo di democrazia rimasto nella banca
centrale, a lungo contestato dai tedeschi e dai francesi), nel MES il meccanismo di voto è basato sulle quote di partecipazione al capitale sociale
(questa volta la Germania si è fatta sentire di più), dato che per tutte le
decisioni più importanti dei governatori o degli amministratori è necessaria la
presenza di un quorum di due terzi
dei membri aventi diritto di voto che rappresentino almeno i due terzi dei diritti voti. Il numero
dei diritti di voto di ciascun paese
membro del MES, rappresentato fisicamente dal governatore o dall’amministratore
delegato, è pari al numero di quote versate
e assegnate a tale membro sul totale del capitale (in altre parole chi ha messo
più soldi, conta di più nelle votazioni).
E’ previsto anche un meccanismo di votazione d'urgenza nei casi in cui la Commissione europea o la BCE,
in base ai loro elementi di informazione, concludano che è necessaria la concessione
di un prestito o l'attuazione di assistenza finanziaria per un dato paese.
Malgrado la creazione del MES sia stata resa indispensabile dalla latitanza
della BCE in campo di politica monetaria e sostegno agli stati ex-sovrani, la
banca centrale di Francoforte vuole avere un ruolo attivo nella gestione del
MES e previa richiesta, i governatori della BCE potranno partecipare a tutte le
riunioni o i consigli di amministrazione del MES (tranne quelle private e segrete, di cui parleremo
dopo).
In caso di mancato pagamento,
da parte di un paese membro del MES, di una rata del prestito da rimborsare o
di una quota del capitale ancora da versare i governatori o gli amministratori
di questo paese membro non potranno più
esercitare i propri diritti di voto per l’intera durata di tale
inadempienza (quindi se non paghi esci fuori dal giro che conta e visto il
contesto di nuovi tecnocrati usurai di cui stiamo parlando, mi pare una
direttiva più che legittima).
3) Capitale
Il valore complessivo del capitale
sociale da versare da parte degli stati aderenti al MES, nell’arco di cinque anni, è la bellezza di 700
miliardi di euro, mentre la prima rata annuale da versare subito cash
all’atto della stipula del contratto è complessivamente di 80 miliardi di euro. Per l’Italia
si traduce in un esborso di circa 14,4
miliardi subito, entro il 1 luglio
2012, e 125 miliardi complessivi
nell’arco di 5 anni (Allegato II del trattato, in fondo al documento).
Il modello di assegnazione delle quote e di contribuzione per la
sottoscrizione del capitale autorizzato del MES è basato sul modello di sottoscrizione del capitale
della BCE da parte delle banche centrali nazionali dei membri del MES (vedi
Allegato I del trattato).
Praticamente se l’Italia vorrà essere tutelata e richiedere il supporto finanziario dalla banca MES
tramite prestiti (quindi indebitarsi), dovrà prima indebitarsi per altra via o
svenarsi, perché è indubbio che questi 125 miliardi o li chiede ai mercati
tramite emissione di titoli di stato o li strappa in qualche modo dalle tasche
degli italiani, a cui poi in teoria dovrebbero andare a finire i proventi del
prestito. Detto in altre parole, il meccanismo
del MES prevede soltanto queste due opzioni per ogni stato: prima il paese deve indebitarsi per
avere poi un altro debito oppure toglie
i soldi ai suoi cittadini per ridarglieli però indebitandosi (va bene che
le ampiezze dei debiti e dei prestiti contratti possono essere diverse, ma nel
meccanismo c’è sicuramente qualcosa che non torna dal punto di vista logico,
soprattutto per i popoli che dovrebbero essere i fruitori finali di questi
aiuti).
Ovviamente il primo pensiero che viene in mente è cosa succede
negli altri paesi “normali” e sovrani
che hanno ancora una loro banca centrale
di emissione: quando il governo ha bisogno di soldi se li fa dare nuovi di
“stampa” dalla banca centrale tramite
il suo conto corrente oppure emette titoli di stato per raccattare i soldi dal
mercato ed evitare di mettere ancora nuova moneta in circolazione. In teoria,
quello che avrebbe dovuto fare la BCE fin dal primo giorno della sua fondazione
e che non ha mai fatto, lasciando i paesi dell’eurozona in balia dei mercati e
dei debiti. Ma andiamo avanti, perché le cose belle da scoprire sono ancora
tante.
Nel caso in cui dovesse verificarsi una carenza di fondi nelle disponibilità del MES, il direttore generale può richiedere un rientro più rapido e accelerato del capitale
da parte dei paesi membri rispetto alla scadenza della rata annuale, per “onorare la totalità dei pagamenti dovuti ai
creditori alla scadenza prevista”. E i paesi membri del MES si “impegnano incondizionatamente e
irrevocabilmente a versare il capitale richiesto dal direttore generale ai
sensi del presente paragrafo entro sette giorni dal ricevimento della richiesta”.
A questo punto dobbiamo aprire una piccola parentesi. Abbiamo
detto che la potenzialità minima iniziale
di credito del MES sarà di 500
miliardi, di cui 80 miliardi
saranno richiesti subito agli stati come capitale
di rischio o di riserva e il resto sarà raccolto sul mercato tramite obbligazioni o altri strumenti finanziari.
Ciò significa che inizialmente il MES
funzionerà a leva con un rapporto
minimo (fissato per decreto, articolo 41) fra capitale proprio e debiti
contratti del 15% (ovvero una leva finanziaria di 7,6 volte il
capitale proprio). Tuttavia se la quantità di denaro raccolto tramite
l’indebitamento e quindi la leva
finanziaria dovesse risultare superiore
al valore previsto, il MES può richiedere subito e irrevocabilmente un aumento
di capitale ai propri paesi azionisti.
Una tale eventualità è in effetti molto improbabile perché
significa che le emissioni di obbligazioni e l’indebitamento del MES dovrebbero
superare abbondantemente i 500 miliardi di euro nel giro di un anno, ma considerando
l’enorme debito pubblico complessivo
dei paesi dell’eurozona (guarda grafico sotto) a cui bisogna garantire
copertura, allora non è da escludere che in tempi brevi l’esposizione del MES potrebbe
pericolosamente superare i limiti consentiti dal trattato, richiedendo quindi
il versamento anticipato delle quote.
Se a questo aggiungiamo che il trattato prevede anche la
possibilità di attivare il MES per fornire prestiti
e assistenza finanziaria alle banche private dei paesi membri (“ricorrendo a prestiti con l'obiettivo
specifico di ricapitalizzare le istituzioni finanziarie dello stesso paese
membro”, articolo 15), allora la prospettiva cambia radicalmente, perché le
banche europee (soprattutto francesi
e tedesche, Credit Agricole, Societe Generale, Deutsche Bank, Commerzank), sono
quelle che hanno un maggiore rapporto di indebitamento rispetto ai parametri
patrimoniali previsti dagli accordi di Basilea 3 (guarda sotto grafico delle banche mondiali che utilizzano una maggiore
leva finanziaria, rapporto fra debiti e capitale proprio, per fare prestiti e
investimenti). Quindi il rischio che il MES possa attivarsi per fare operazioni di ricapitalizzazione e
salvataggio straordinario delle banche private,
richiedendo il versamento anticipato delle quote, aumenta
considerevolmente.
Tuttavia questa anomala banca sovranazionale chiamata MES, non avendo una propria banca centrale di
riferimento (non è previsto il supporto finanziario diretto da parte della
BCE), nei casi di emergenza richiede subito l’intervento dei propri paesi
membri “azionisti”, che in pratica
fungono da vera e propria “banca centrale”
di ultima istanza per il MES. Quindi i cittadini, i popoli, gli stati europei
saranno legati in modo indissolubile alle sorti finanziarie del MES e verranno
“incondizionatamente”, chiamati a
versare soldi al MES ogni qualvolta quest’ultimo si troverà con l’acqua alla
gola, in tempi ridottissimi (7 giorni).
Capite bene che un rapporto
di dipendenza così severo con un ente finanziario sovranazionale esterno
può comportare gravi disagi di liquidità per uno stato, soprattutto per uno
stato come l’Italia che ha già le sue belle gatte da pelare con debiti in
scadenza e spesa corrente da finanziare. Qualunque statista sano di mente non
accetterebbe mai condizioni di adesione
così vessatorie (eccetto Mario Monti che accetterà invece a scatola chiusa
perché ormai sappiamo che lui fa parte della casta dei “fulminati”), anche
perché nel caso in cui l’Italia dovesse un giorno chiedere un prestito al MES
potrebbe trovarsi nella sgradevole condizione di dover pagare da una parte la
rata del prestito (con i relativi interessi) e dall’altra la quota anticipata
di capitale ancora da versare. Una doppia fregatura.
4) Prestiti e operatività
Il MES non agisce soltanto fornendo prestiti strutturati agli stati in difficoltà ma può direttamente adottare
disposizioni per l’acquisto dei titoli
di stato emessi sul mercato primario
da un paese membro, qualora la totalità o parte dei titoli collocati nelle aste
dovessero andare invenduti. Quindi il MES rappresenta per gli stati membri un
vero e proprio prestatore di ultima
istanza, sopperendo alla mancanza di un ente finanziario simile
nell’eurozona perché come purtroppo già sappiamo la BCE (nonostante gli appelli
unanimi a cambiare il suo statuto da parte di tutti i maggiori osservatori ed
economisti internazionali ed europei) non svolge questo compito.
Ma, come abbiamo visto sopra, gli stati sono a loro volta i prestatori di ultima istanza del MES,
quindi non è escluso che la scarsa lungimiranza e sperimentata incompetenza dei
tecnocrati europei possa presto far entrare di nuovo tutta l’eurozona in una spirale viziosa e illogica capace di
fare accartocciare ed implodere tutto il meccanismo (ricordiamo che questi
geniali tecnocrati sono gli stessi che non hanno saputo prevedere gli evidenti squilibri macroeconomici dei
flussi commerciali nell’eurozona, descritti in questo articolo).
La volontà della BCE di togliersi di dosso il peso dei debiti
pubblici europei e di abbandonare tutta l’eurozona al suo destino si vede anche
nel successivo articolo in cui viene chiarito che il MES può agire e acquistare sui mercati secondari titoli di
stato già emessi e circolanti di un paese membro, per evitare il contagio e contrastare la speculazione finanziaria. In questo
modo la BCE non sarebbe più costretta ad acquistare titoli di stato per fare
abbassare gli spread, lasciando in pratica che questi titoli vengano riacquistati dagli stessi stati attraverso il MES (altro elemento di grande
ambiguità e irrazionalità).
Nel concedere un sostegno alla stabilità, il MES persegue la completa copertura dei costi operativi e di
finanziamento ed è autorizzato a ricercare un margine adeguato di profitto, tramite la procedura di fissazione dei tassi di interesse che può
essere rivista liberamente dal consiglio dei governatori (anche qui
un’eccessiva concessione di operatività ad un ente che nasce con fondi statali
e ha obiettivi di sussidiarietà e assistenza). In casi eccezionali e ove
possibile, eventuali utili e dividendi sono distribuiti in proporzione agli
apporti di capitale versato (Germania, Francia e Italia sono avvantaggiate, ma
i casi previsti dal trattato sono veramente eccezionali e improbabili).
Come abbiamo già accennato, nella realizzazione del suo
obiettivo il MES è autorizzato ad indebitarsi
sui mercati dei capitali con banche,
istituzioni finanziarie o altri soggetti o istituzioni, tramite il
collocamento di propri titoli obbligazionari o altri strumenti finanziari
(quindi via libera all’acquisto di obbligazioni e titoli MES da parte di banche private, società di investimento,
fondi comuni, hedge funds e si ripartirà come sempre con un altro giro di
speculazioni finanziarie su questi nuovi titoli, con società di rating e tutto
il resto. Come dire, chiudiamo per un po’ la giostra sui titoli di stato e
apriamo quella delle obbligazioni e degli altri strumenti finanziari del MES.
Cambia il nome ma non la sostanza).
5) Immunità e privilegi
Questa è sicuramente la parte più inquietante e oscura
dell’intero trattato, perché al fine di consentire al MES di realizzare i suoi
obiettivi, allo stesso sono conferiti nel territorio di ogni suo paese membro
una serie sproporzionata di privilegi e
di immunità, che devono sicuramente fare riflettere. Infatti sappiamo già
che questi enti sovranazionali hanno l’abitudine di entrare in sordina e
nell’indifferenza più assoluta dell’opinione pubblica nelle strutture
democratiche di uno stato diventando poi gli unici sovrani (vedi FMI, Banca
Mondiale e Unione Europea nel suo complesso, i cui organi direttivi ed esecutivi,
Commissione e Consiglio, non sono legittimati da alcun voto democratico e popolare,
eppure ci comandano a bacchetta). Vediamo brevemente, in un rapido elenco,
quali sono questi privilegi e immunità:
ü I beni,
le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano
detenute, godono dell’immunità da ogni
forma di giurisdizione.
ü I beni,
le disponibilità e le proprietà del MES non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di
sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative
o normative (cosa? L’abitazione in cui vive un normale cittadino può essere
espropriata in qualsiasi momento, mentre le proprietà acquisite dal MES magari
tramite un’attività creditizia quantomeno ambigua, no?).
ü I beni, le disponibilità e le proprietà del MES sono
esenti da restrizioni, regolamentazioni, controlli e moratorie di
ogni genere.
ü Gli archivi del MES e tutti i documenti
appartenenti al MES o da esso detenuti sono inviolabili.
ü I locali del MES sono inviolabili.
ü Gli
Stati aderenti al MES riservano alle comunicazioni ufficiali del MES lo stesso trattamento riservato alle
comunicazioni ufficiali di un paese membro del MES.
ü Il MES
è esente da obblighi di autorizzazione o
di licenza applicabili agli enti creditizi, ai prestatori di servizi di
investimento o ad altre entità soggette ad autorizzazione o licenza o
regolamentate secondo la legislazione applicabile in ciascuno dei suoi membri.
ü I
membri o gli ex membri del consiglio dei governatori e del consiglio di amministrazione
e il personale che lavora, o ha lavorato, per o in rapporto con il MES sono tenuti
a non rivelare le informazioni protette dal segreto professionale (cosa avranno mai da dirsi di così segreto?
In fondo sono informazioni pubbliche riguardanti i nostri stati, no?)
ü Essi
sono tenuti, anche dopo la cessazione delle loro funzioni, a non divulgare informazioni che per loro
natura sono protette dal segreto professionale (come sopra, il segreto
professionale va bene per un operatore finanziario che lavora per i privati, ma
non per chi lavora per un ente pubblico e statale).
ü Nell'interesse
del MES, i governatori, gli amministratori, il direttore generale e gli altri
membri del personale godono dell’immunità
di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale
delle loro funzioni e godono dell’inviolabilità
per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti.
ü Il
direttore generale può revocare l’immunità di qualsiasi membro del personale
del MES, eccetto se stesso.
ü Nell’ambito
delle sue attività istituzionali, il MES, i suoi attivi, le sue entrate, i suoi
beni nonché le operazioni e transazioni autorizzate dal presente trattato sono esenti da qualsiasi imposta diretta.
ü I
membri del MES adottano, se del caso, le opportune disposizioni per condonare o
rimborsare l’importo delle imposte
indirette (a loro totale discrezione decidono se pagare le tasse).
ü I beni
importati dal MES necessari all’assolvimento delle sue funzioni istituzionali
sono esenti da ogni dazio e imposta
all’importazione e da ogni divieto e restrizione all’importazione.
ü Il
personale del MES è soggetto all'applicazione di un’imposta interna sugli
stipendi, salari e sugli emolumenti corrisposti dal MES, che sono quindi esenti dall’imposta nazionale sul reddito.
ü Nessuna
imposta di qualsivoglia natura è applicata a chiunque detenga le obbligazioni o
i titoli emessi dal MES, compresi i relativi interessi o dividendi.
ü Il consiglio dei governatori decide su
qualsiasi controversia tra il MES e
i suoi paesi membri, o tra i membri del MES, in relazione all’interpretazione e
all’applicazione del presente trattato, compresa qualsiasi controversia sulla
compatibilità delle decisioni adottate dal MES con il presente trattato.
ü Se un paese
membro del MES contesta la decisione del consiglio dei governatori, la
controversia è sottoposta alla Corte di
giustizia dell’Unione europea. La sentenza della Corte di giustizia
dell’Unione europea è vincolante per le parti in causa, che adottano le
necessarie misure per conformarvisi entro il periodo stabilito dalla Corte (la
giurisdizione e lo stato di diritto nazionale vengono quindi annullati nei
rapporti con il MES, altra cessione di sovranità impressionante).
Un’ultima considerazione, perché dopo avere visto quale sarà la
vera natura e finalità di questo MES, non credo sia necessario aggiungere
altro. Vista l’abbondanza di istituzioni
sovranazionali e non democraticamente elette in Europa, era proprio così
urgente e opportuno costringere i cittadini europei a pagare di tasca propria
per finanziare un ente giuridico che finirà poi per spadroneggiare ed espropriarli
di un’altra bella fetta di sovranità democratica? Non credono i tecnocrati
europei di stare tirando troppo la corda e che questa corda alla fine si
spezzerà?
Il Moloch Eurocratico e Plutocratico,
RispondiEliminaha partorito un'altro Mostro a sua immagine e somiglianza: il MES, ossia un Fondo Monetario Europeo analogo al FMI.
Caro Piero, le cose che tu descrivi nell'articolo, mi fanno venire un disgusto acidissimo.
Non c'è alcuna speranza di fondare l'Europa dei popoli, per i popoli, con i popoli.
Hanno fondato l'Europa dei mercati, per i mercati, e con i mercati.
Uno scempio degno di un meritato cantico nell'Inferno della Divina Commedia di Dante.
E intanto la Grecia è già precipitata nel caos e nei tormenti strazianti, di un girone infernale dantesco.
Nei prossimi gironi a chi tocca precipitarvi???
saluti, Nicola.
Eh già Nicola,
Eliminapare proprio che questi tecnocrati facciano di tutto per ingabbiarci e mandarci giù agli inferi...il sogno di fondare un'Europa libera, democratica, solidale e priva di egoismi è stato lentamente frantumato sotto una pioggia di direttive, trattati, accordi che lasciano il margine di manovra dei popoli, dei parlamenti e dei governi nazionali davvero a poco cosa...io non sono contro un progetto di Europa unita in quanto tale, anzi è una bella prospettiva, ma mi piacerebbe potere votare il primo ministro (e non si può perchè nella commissione europea sono tutti nominati), eleggere il presidente dell'unione (e non si può perchè nel consiglio sono tutti nominati), affidare al parlamento il potere legislativo (e non si può perchè gli europarlamentari hanno solo potere consultivo), avere una banca centrale capace di attuare politiche monetarie in sostegno dei popoli europei (e non si può perchè la BCE non può fornire finanziamenti diretti agli stati mentre è libera di finanziare tutte le banche europee...)...ma allora che Europa è questa??? E soprattutto chi in Italia deve assumersi la responsabilità politica di spiegare chiaramente agli italiani in che razza di mostro giuridico sono stati incastrati??? Spiegando nei minimi dettagli il motivo per cui l'ha fatto e la ragione per cui continua a sostenere un progetto così scandaloso???? Silenzio più assoluto...da destra e da sinistra sempre gli stessi coretti che dicono che senza l'euro saremmo stati rovinati, quando invece ci sono pagine e pagine di dati, spiegazioni tecniche, macroeconomiche, tabelle, grafici che dimostrano tutto il contrario...non ricordo chi diceva che la verità si può nascondere a tutti per un periodo limitato e a qualcuno per sempre, ma non si può nascondere a tutti per sempre...e infatti, lentamente, a fatica, la verità sta venendo a galla e ora dobbiamo fare in modo che siano sempre di più le persone pienamente consapevoli di questa verità...a presto. Piero
bisogna ribellarci con la forza....nessuno avrà più diritto di parola...e mai avremo la possibilità di poter parlare alle televisioni di questo argomento.....bisogna farli fuori tutti....
RispondiEliminaNon so se una semplice ribellione di forza potrebbe bastare per cacciare via tutte questa massa infernale di iene (banchieri, politici etc...)...bisognerebbe prima conoscere bene come funzionano le cose e avere chiara un'alternativa da proporre per sapere in anticipo in quale direzione si vuole andare, una volta cacciate via le iene (che in effetti si potrebbero cacciare via anche con il voto popolare, se solo la gente fosse adeguatamente informata...)...questo è l'unico modo per arrivare ad una vera democrazia partecipata a piena sovranità monetaria e liberarci da questi schiavisti in giacca e cravatta...a presto!!! Piero
EliminaIl M.E.S. in 10 punti:
RispondiElimina1) La nuova Autorità a cui gli Stati dell’area Euro dovranno trasferire risorse illimitate (si parte con 700 miliardi di euro) è una “S.P.A.”;
2) Una S.P.A. in cui chi conferisce più capitale comanda;
3) Una S.P.A. che potrà dominare gli Stati dell’area euro, di cui avrà il controllo della politica economica nazionale;
4) Una S.P.A. con una delega in bianco per gestire le ricchezze di un Paese;
5) Una S.P.A. che ha il potere di incriminare e che non potrà essere incriminata;
6) Una S.P.A. su cui nessuna legge esistente avrà effetto;
7) Una S.P.A. verso cui nessun Governo attuale e futuro potrà agire;
8) Una S.P.A. i cui organi, funzionari, dipendenti, beni, disponibilità e proprietà godono della totale immunità ed inviolabilità da ogni forma di giurisdizione;
9) Una S.P.A. i cui affari godono della totale esenzione da qualsiasi imposizione fiscale;
10) Una S.P.A. da utilizzare come STRUMENTO DI CONQUISTA E SOTTOMISSIONE.
Con questa sintesi delle caratteristiche del MES sono riuscito ad attirare l'attenzione del Presidente del consiglio comunale della città in cui vivo, il quale, in seguito ad ulteriori dettagli che gli ho fornito, si è attivato per:
contattare ed informare un suo amico, parlamentare europeo;
contattare ed informare il parlamentare italiano di riferimento;
redigere una mozione da presentare e far approvare al Consiglio Comunale.
Spreriamo bene!
Saluti e grazie.
Filippo
Sintesi molto efficace e veritiera, che sicuramente userò nei prossimi articoli per denunciare questa ennesima mostruosità partorita dai tecnocrati europei...purtroppo i nostri politici con la solita sufficienza e noncuranza hanno approvato la direttiva europea che istituisce il MES e quindi da luglio in poi vedrai che cominceremo a sentire parlare di questo MES, come se fosse un'entità astratta precipitata dal cielo all'improvviso... ovviamente non è così e i nostri politici dovranno assumersi ancora tutte le responsabilità del caso, visto che alla fine faranno sborsare agli italiani altri 125 miliardi complessivi...a presto!!! Piero
EliminaHello, Do you need an emergency loan to address your financial needs? We offer loans ranging from 3,000.00 to 100,000,000.00 EUR, we are reliable, powerful, fast and dynamic, without credit control and we offer a 100% guarantee for foreign loans during the transfer period. We have also issued a loan in all currencies with a 2% interest rate for all loans .... If you are interested, contact us through Via (Whats App) number:+919394133968 patialalegitimate515@gmail.com Mr Jeffery
RispondiElimina