Iniziamo oggi un percorso di approfondimento
degli elementi tecnici che caratterizzano la teoria monetaria della Modern Money Theory MMT, prendendo
spunto dalle lezioni di uno dei maggiori esponenti di questa corrente di
pensiero, l’economista americano Randall
Wray, pubblicate direttamente sul sito New Economic Perspectives. Queste
semplici spiegazioni tecniche, che formano i pilastri fondamentali della teoria, non
sono rivolte ad un pubblico ristretto di esperti in macroeconomia, ma hanno l’obiettivo
di essere comprensibili ad una vasta platea di lettori privi di qualsiasi
formazione tecnica specifica. Mi sono permesso di modificare parti del testo
per rendere la lettura ancora più semplice e scorrevole, ma chiunque sia
interessato può verificare la traduzione integrale letterale con il testo in
inglese a fronte sul blog La seconda attenzione, a cura di Niccolò Sgaravatti.
Ricordiamo che Randall Wray è professore di
economia presso l’Università del Missouri-Kansas City ed è un ricercatore
associato senior del Center for Full Employment and Price Stability (Centro per
la Piena Occupazione e la Stabilità dei Prezzi) e del Jerome Levy Institute of
Bard College. Il professore Randall Wray è stato un alunno di un altro grande
economista come Hyman Minsky presso
la Washington University di St Louis e ha ottenuto la sua prima cattedra in
economia nel 1988. Randall Wray è un sostenitore della teoria di Minsky dello
stato come “datore di lavoro di ultima
istanza” (employer of last resort) per coprire tutte le inefficienze del
mercato e ha scritto parecchi libri sul tema della piena occupazione e dei vantaggi delle politiche di spesa pubblica a deficit (deficit spending) dello stato. Il professore Randall Wray sostiene che il ruolo
della politica è quello di mirare alla soluzione della crisi economica puntando
alla piena occupazione invece di far ricadere i costi della recessione sui
lavoratori e i giovani con il risultato di aumentare la folta schiera di
disoccupati e precari. “La piena
occupazione è possibile, l’economia umana deve essere anche razionale” ha
detto Wray in una recente intervista.
Attività e Passività Finanziarie
Il credito finanziario di uno è il debito
finanziario di un altro. Questo è un principio fondamentale della contabilità,
secondo il quale per ogni bene finanziario acquisito da una controparte ci sia
un debito finanziario uguale e controbilanciante. Un deposito in conto corrente
è un bene finanziario per una famiglia, controbilanciato dal debito della banca
(che ricordiamo iscrive i depositi nel passivo del suo stato patrimoniale). Un
titolo del governo o di una società è un attivo per la famiglia, ma rappresenta
un debito per l'ente emittente (il governo o la società). La famiglia ha pure
dei debiti, tra i quali prestiti concessi agli studenti, un mutuo sulla casa, o
il finanziamento dell'auto. Questi sono tenuti come attivi dai creditori, che
possono essere banche o qualsiasi altro tipo di istituto finanziario tra i
quali fondi pensione, hedge funds, o compagnie assicurative. La ricchezza finanziaria netta di una
famiglia è uguale alla somma di tutti i suoi beni finanziari (proventi in moneta o titoli che formano la sua
ricchezza finanziaria) meno la somma di tutte le sue passività finanziarie
(gli esborsi di moneta o i debiti denominati in moneta che ha contratto nel tempo). Se il saldo è
positivo, la famiglia ha una ricchezza finanziaria netta positiva.
Ricchezza interna e ricchezza esterna di un
settore
Spesso è utile distinguere tra tipi di settori nell'economia. La distinzione
più basilare è tra il settore pubblico
(che comprende tutti i livelli amministrativi dello stato) e il settore privato (che comprende famiglie
e aziende). Se noi prendessimo tutti i beni finanziari (soldi, titoli, crediti)
e le perdite finanziarie (soldi, titoli, debiti) accumulati dai privati, la
stessa logica ci suggerisce che la somma dei beni finanziari deve eguagliare la
somma delle perdite finanziarie. In altre parole, se noi considerassimo solo
gli scambi finanziari del settore privato la ricchezza finanziaria netta sarebbe zero. Questa è chiamata a volte
“ricchezza interna” perchè transita esclusivamente “dentro” il settore privato.
Affinché il settore privato possa accumulare ricchezza finanziaria netta,
questa deve provenire da un settore esterno a quello privato, sotto forma di
“ricchezza esterna”, ossia crediti e beni finanziari ricevuti da un altro
settore. Data la nostra divisione basilare tra il settore pubblico e il settore
privato, la ricchezza esterna prende la forma di debiti e passività
governative. Quando il settore privato detiene valuta del governo (compresa le
monete metalliche e le banconote) oppure titoli o bond governativi (buoni del
Tesoro a breve termine, buoni a maturità più lunga) acquisisce attivi
finanziari netti, che vanno poi a formare parte della sua ricchezza positiva
netta.
Ricchezza non finanziaria (beni reali).
Il bene finanziario di uno è necessariamente
compensato dal debito finanziario di un altro. A livello aggregato, la
ricchezza finanziaria netta di un settore deve essere uguale a zero. Ad ogni
modo, i beni reali (case, auto,
immobili reali) costituiscono una ricchezza di qualcuno che non è compensata
dal debito di nessun altro, per cui, a livello aggregato la ricchezza netta aggregata è uguale al
valore dei beni (non finanziari)
reali, che costituiscono parte del patrimonio di una persona, di una
famiglia o di un’impresa. Per essere chiari, tu puoi avere comperato un
automobile andando in debito. La tua passività finanziaria (il tuo
finanziamento dell'auto) è compensata dal bene finanziario tenuto da una banca
o da un altro ente finanziario, che ha erogato il prestito. Dal momento in cui
il netto di questo scambio finanziario è zero, ciò che rimane è il valore del
bene reale (l'auto). In buona parte della discussione che segue ci
preoccuperemo dei beni e dei debiti finanziari, ma terremo da parte il valore
dei beni reali che fornisce una ricchezza netta sia a livello individuale che
aggregato. Una volta che sottraiamo tutte le passività finanziarie dalla
totalità dei beni (reali e finanziari) ci rimangono beni non finanziari reali,
o ricchezza netta aggregata.
Ricchezza finanziaria netta privata e debito
pubblico
Partiamo da una
considerazione teorica che poi dimostreremo nei fatti: la ricchezza
finanziaria netta privata uguaglia il debito pubblico. I flussi (entrate in
proventi o uscite di spese) si accumulano periodicamente in stock di attività o
passività finanziaria (la differenza in pratica che esiste nella contabilità di
bilancio economico fra lo stato patrimoniale e il conto economico).
L’accumulazione di attività finanziarie nette da parte del settore privato,
durante il corso di un anno, è possibile solo perché la sua spesa durante quel
periodo è inferiore alle sue entrate nello stesso periodo. In altre parole, il
settore privato ha continuato a risparmiare, e ciò gli ha permesso di
accumulare una riserva di ricchezza nella forma di beni finanziari. Nel nostro
semplice esempio con solo un settore privato e un settore pubblico, questi beni
finanziari sono per forza di cose debiti governativi (moneta del governo o
titoli di debito pubblico del governo).
Questi debiti del governo possono, a loro
volta, essere accumulati e trasferiti al settore privato solo quando il governo spende di più di quello che riceve
in forma di entrate fiscali. Questo è il cosiddetto deficit di bilancio del
governo, che è il flusso della spesa del governo meno il flusso delle sue
entrate fiscali misurati con transazioni in moneta nazionale in un dato periodo
(di solito, un anno). Questo deficit si accumula anno dopo anno in uno stock di
debito pubblico governativo, che come abbiamo già detto è uguale
all'accumulazione di ricchezza finanziaria netta da parte del settore privato
nello stesso periodo. Una spiegazione completa del processo della spesa del
governo sarà illustrata successivamente.
Ciò che è necessario capire a questo punto è
che, nel nostro esempio semplificato a due settori, le attività finanziarie
nette accumulate dal settore privato sono esattamente uguali ai deficit o debiti finanziari netti
contratti dal governo. Se il governo andasse sempre in pareggio di bilancio, con le sue uscite in spesa pubblica esattamente uguali alle
entrate fiscali, la ricchezza finanziaria netta del settore privato sarebbe
zero. Se il governo accumulasse addirittura continui surplus di bilancio (gettito fiscale in tasse superiore alla spesa
pubblica), la ricchezza finanziaria netta del settore privato sarebbe negativa
(quindi dovremmo parlare di perdita netta). In altre parole, ciò significa che
il settore privato ha trasferito parte della sua ricchezza o si è indebitato
con il settore pubblico.
Possiamo a questo punto formulare un “teorema” risultante: nel nostro modello a due settori è
impossibile che entrambi i settori pubblico e privato abbiano un surplus di
bilancio. E se in un dato periodo il settore pubblico registra un surplus,
per identità il settore privato avrà per forza un deficit. Se il settore
pubblico accumulasse anno dopo anno surplus sufficienti per ritirare tutto il
suo debito pubblico precedente, per identità il settore privato registrerebbe
deficit equivalenti, riducendo progressivamente la sua ricchezza finanziaria
netta accumulata in passato fino a raggiungere lo parità di bilancio (entrate
uguali ad uscite).
Il settore estero
Passando ad
un’analisi più ampia, vedremo subito che il debito del resto del mondo nei
confronti del nostro paese è un bene finanziario nazionale. Suddividere il
contesto economico di una nazione in tre settori è un passo essenziale: un
settore privato nazionale, un settore pubblico nazionale, e un settore “estero” che consiste nei governi, nelle
aziende e nelle famiglie residenti nel resto del mondo. In questo caso per il
settore privato nazionale è possibile accumulare attivi finanziari netti nei
confronti del resto del mondo (settore estero) anche se il settore pubblico
nazionale ha registrato per quello stesso periodo un pareggio di bilancio, con
la sua spesa pubblica esattamente uguale alle sue entrate fiscali. Per
schematizzare, in modo ancora più realistico, possiamo dire che il settore
privato nazionale può accumulare ricchezza finanziaria netta sia nella forma di
debiti del governo sia nella forma di debiti del resto del mondo. Per il
settore privato nazionale è possibile accumulare debito governativo
(incrementando la sua ricchezza finanziaria netta) mentre contrae debiti con il
resto del mondo (riducendo la sua ricchezza finanziaria netta) e viceversa: dal
bilancio esatto di questi flussi dipende il risultato netto di ogni settore.
Nella prossima sezione ci spostiamo ad un’analisi più dettagliata sui bilanci
settoriali.
Note di contabilità settoriale (relazione fra
i concetti di stock e di flusso)
Continuiamo con la nostra divisione
dell'economia in tre settori: un settore privato nazionale (famiglie e
aziende), un settore governativo nazionale (che comprende amministrazioni
locali, provinciali, regionali e statali) e il settore estero. Ognuno di questi
settori può essere trattato come se avesse un flusso di entrate e un flusso di spese nel periodo contabile in
esame, che per semplicità sarà sempre uguale ad un anno. Non c'è motivo per il
quale un settore sia obbligato a bilanciare i suoi flussi di entrate e di spesa
ogni anno, ma tutto dipende dal risultato che una nazione vuole ottenere
(riduzione del debito pubblico, maggiore distribuzione di ricchezza privata,
aumento delle esportazioni). Se un settore spende meno delle sue entrate, si
dice che ha ottenuto un avanzo o un surplus per quell’anno, se spende più delle
sue entrate, si dice invece che ha avuto un disavanzo o un deficit di bilancio
per quell’anno, mentre infine il pareggio di bilancio indica che le entrate
sono state uguali alle uscite di spesa.
Sarà chiaro dalla discussione sopra che l'avanzo di bilancio coincide con un flusso
di risparmio e porta ad un'accumulazione netta di beni finanziari. Allo
stesso modo, un deficit di bilancio riduce la ricchezza finanziaria netta. Il
settore che va in deficit deve o usare i suoi beni finanziari che sono stati
accumulati negli anni precedenti (quando sono stati registrati dei surplus),
spendendo moneta risparmiata o emettendo nuovi titoli di debito per compensare
i suoi deficit. Diciamo, nel linguaggio comune, che il settore in questione “paga per” la sua spesa a deficit
utilizzando i depositi bancari spendibili per acquistare beni reali o
finanziari (si dice “dis-saving”, “de-risparmiare”) oppure esso emette
titoli debito (“chiede un prestito”)
per ottenere depositi bancari spendibili. Una volta che ha esaurito la
ricchezza accumulata, il settore non ha
altra scelta che incrementare il suo indebitamento ogni anno per finanziare il
deficit di bilancio. D'altra parte, un settore che registra un avanzo di
bilancio avrà un accumulo di attivi finanziari netti. Questo surplus prenderà
la forma di attività o crediti finanziari nei confronti di almeno uno degli
altri settori.
Relazione fra beni finanziari e beni reali.
Sorge a questo punto una domanda: cosa
succede se uno usa i risparmi (un surplus di bilancio) per acquistare beni
reali anziché accumulare attivi finanziari netti? In questo caso, i beni finanziari di uno si sono
semplicemente trasferiti a qualcun altro. Per esempio, se tu spendi meno
delle tue entrate, puoi accumulare depositi nel tuo conto corrente (attivi
finanziari netti). Se decidi che tu non vuoi tenere i tuoi risparmi nella forma
di depositi sul contro corrente, puoi firmare un assegno per comperare un
dipinto, un'auto d’epoca, una collezione di francobolli, beni immobili, una
macchina, o persino un'azienda. Puoi convertire insomma un bene o un’attività
finanziaria in un bene reale. Comunque, il tuo acquisto ha consentito al
venditore di effettuare la transazione opposta e ora lui tiene il bene
finanziario che una volta era tuo. Il punto è che se il settore privato preso
nel suo complesso registra un surplus di bilancio, qualcuno di questi privati
starà accumulando attivi finanziari netti (sottraendoli ad un altro settore),
sebbene i flussi o le transazioni all'interno del settore privato possono spostare
questi attivi finanziari netti da una “tasca”
ad un'altra.
Conclusione: il deficit di un settore equivale al surplus di un altro
Tutto questo ci porta all'importante principio contabile che, se noi
sommiamo i deficit registrati da uno o più settori, questi devono eguagliare i
surplus registrati da uno o da altri settori. In seguito al lavoro
pionieristico dell’economista Wynne
Godley, possiamo enunciare il principio nella forma di una semplice
identità:
Bilancio Privato Nazionale + Bilancio Governativo
Nazionale + Bilancio Estero = 0
Per esempio, ipotizziamo che il settore
estero registri un pareggio di bilancio (nella identità soprastante, il
bilancio dell'estero è zero). Ipotizziamo poi che le entrate del settore
privato nazionale siano $100 miliardi mentre la sua spesa sia di $90 miliardi:
ciò significa che il settore privato avrà a fine anno un surplus di bilancio di
$10 miliardi. Quindi, per identità, il deficit di bilancio del settore
governativo nazionale per quell'anno è uguale a $10 miliardi. Dalla discussione
di sopra, noi sappiamo che il settore privato nazionale accumulerà $10 miliardi
di ricchezza finanziaria netta durante l'anno, costituita dai $10 miliardi di
debiti del settore pubblico (guarda grafico sotto con alcuni semplici esempi di simulazione di bilancio a tre settori).
Per fare un altro esempio, ipotizziamo che il settore estero spenda meno delle
sue entrate (importazioni del nostro paese superiori alle esportazioni), con un
surplus di bilancio di $20 miliardi. Allo stesso tempo, il settore pubblico
nazionale spenda anche esso meno delle sue entrate, registrando un surplus di
bilancio di $10 miliardi. Dalla nostra identità contabile, noi sappiamo che
lungo lo stesso periodo il settore privato nazionale deve avere registrato un
deficit di bilancio di $30 miliardi ($20 miliardi più $10 miliardi). Nello
stesso tempo, la sua ricchezza finanziaria netta sarà scesa di $30 miliardi in
quanto ha perduto beni finanziari (soldi, titoli) o ha contratto nuovi debiti.
Nel frattempo, il settore governativo pubblico avrà incrementato la sua
ricchezza finanziaria netta di $10 miliardi (riducendo il suo debito pubblico o
aumentando i suoi crediti nei confronti degli altri settori), e il settore
estero avrà aumentato la sua posizione finanziaria netta di $20 miliardi
(sempre riducendo il debito precedente o aumentando i crediti con gli altri
settori).
Nel grafico sotto possiamo vedere concretamente l'evoluzione storica dei bilanci dei tre settori negli Stati Uniti dal 1952 al 2010: sommando algebricamente i saldi del settore privato (Domestic Private Sector Balance), del settore pubblico (Government Balance) e del settore estero (Capital Account, ovvero il saldo delle attività e passività finanziarie con l'estero), avremo come risultato sempre zero, cioè viene sempre rispettata nei fatti l'equazione di equilibrio economico presentata all'inizio di questo paragrafo.
Nel grafico sotto possiamo vedere concretamente l'evoluzione storica dei bilanci dei tre settori negli Stati Uniti dal 1952 al 2010: sommando algebricamente i saldi del settore privato (Domestic Private Sector Balance), del settore pubblico (Government Balance) e del settore estero (Capital Account, ovvero il saldo delle attività e passività finanziarie con l'estero), avremo come risultato sempre zero, cioè viene sempre rispettata nei fatti l'equazione di equilibrio economico presentata all'inizio di questo paragrafo.
È evidente che se un settore sta per registrare un avanzo di bilancio, almeno un altro settore deve registrare un deficit di bilancio. In termini di variabili di stock, perché un settore possa accumulare ricchezza finanziaria netta, almeno un settore deve aumentare il suo indebitamento per lo stesso importo. É impossibile accumulare contemporaneamente ricchezza finanziaria netta per tutti i settori attraverso un avanzo di bilancio. Possiamo formulare un altro “teorema”: se uno dei tre settori va in surplus, almeno un altro deve andare in deficit.
Non conta quanto duramente ci possiamo impegnare, perché alla fine non possiamo andare tutti in surplus. È un po' come quei bambini del Lago Wobegone che si suppone siano sopra la media. Per ogni bambino sopra la media ce ne deve essere uno sotto la media (la media in questo caso rappresenta il nostro zero del pareggio di bilancio). E così per ogni deficit ci deve essere un surplus.
Note finali personali
Con questo primo
intervento introduttivo l’economista americano Randall Wray ha voluto in
pratica dimostrare il ruolo chiave che riveste lo stato (il settore
pubblico o governativo) per equilibrare i flussi finanziari in entrata e in
uscita dal settore privato. In assenza di questa ampia libertà di manovra dello
stato per utilizzare il fattore della spesa pubblica, il settore privato
di una nazione si trova in pratica in balia del settore estero e può accumulare
ricchezza finanziaria netta soltanto se riesce a raggiungere un surplus di
bilancio del saldo finale fra esportazioni e importazioni dall’estero.
In una prospettiva
di maggiore globalizzazione mondiale degli scambi e concorrenza sempre più sfrenata
e deregolamentata, lo stato può quindi rimarginare eventuali perdite dei propri
cittadini e delle proprie aziende puntando sulla spesa pubblica per investimenti
e la creazione di nuovi posti di lavoro, che possano rilanciare l’economia
interna e creare le premesse per una maggiore competitività esterna.
Ovviamente, tutte queste indicazioni prevedono che lo stato non abbia limiti
ideologici o politici nell’utilizzo della spesa pubblica (obblighi di pareggio
di bilancio) e possa disporre di una piena sovranità monetaria
attraverso l’emissione di nuova moneta (processo di monetizzazione) da parte
della banca centrale sia tramite il conto corrente governativo e il
collocamento di nuovi titoli di debito.
Nel caso specifico dell’eurozona, gli
obblighi politici di pareggio di bilancio imposti dal Fiscal Compact e l’autonomia
e indipendenza della banca centrale BCE rispetto al suo naturale compito di
sostegno agli stati (ricordiamo che per statuto la BCE non può finanziare
direttamente gli stati dell’Eurosistema sia tramite conto corrente governativo che
acquisto di titoli di stato), lasciano le varie nazioni europee in balia dei
mercati sia per quanto riguarda il finanziamento dei deficit governativi sia
nelle politiche di rilancio dell’economia e aumento della competitività estera.
Gli stati europei
che non realizzano massici surplus nella bilancia dei pagamenti (esportazioni
maggiori delle importazioni) sono costretti progressivamente ad indebitarsi e
ad impoverire, senza avere nessuna possibilità di bilanciare gli squilibri
macroeconomici con l’estero attraverso politiche di investimento pubblico o
aggiustamento del tasso di cambio della moneta (ruolo questo che appartiene
soltanto alla BCE e quindi ad un ente completamento estraneo ed indipendente alle esigenze economiche e sociali di una
nazione). Lo squilibrio macroeconomico fra Germania e i paesi della periferia
PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna), esaminato già in un
precedente articolo, dimostra come nella pratica le nazioni che riescono ad
essere più aggressive nelle politiche del lavoro e della produzione costringono
le altre ad un indebitamento inesorabile.
Nazioni invece che mantengono
la loro sovranità monetaria, come Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, hanno
invece adottato attraverso le loro rispettive banche centrali politiche
monetarie espansive (quantitative easing),
che se non hanno prodotto miglioramenti significativi all’economia interna e
alla lotta alla disoccupazione perché rivolte soprattutto al sostegno del
settore bancario, hanno quantomeno consentito di applicare strategie di svalutazione
del tasso di cambio della moneta, per migliorare il settore estero delle
esportazioni e gli squilibri macroeconomici esistenti.
Questo purtroppo risulta
il difetto all’origine dell’Eurosistema, che da qualsiasi punto di vista lo si
voglia osservare, renderà sempre le politiche monetarie e fiscali delle
nazioni europee incomplete e inefficienti, dato che qualsiasi aggiustamento
macroeconomico esterno potrà essere affrontato soltanto con metodologie di
svalutazione competitiva interna del lavoro e dei salari, senza prevedere interventi
correttivi dello stato (politica fiscale, corretto mix fra spesa pubblica e
tassazione, strumenti di intervento anticiclici da utilizzare in periodi di
recessione) e della banca centrale (politica monetaria), che possano da una
parte rilanciare gli investimenti, l’economia, l'occupazione e dall’altra riequilibrare il
tasso di cambio della moneta rispetto alle valute estere.
Bene Piero,
RispondiEliminacontinua così, per contribuire a squarciare le cortine fumogene dell'omologazione di Sistema!!!
"Partiamo da una considerazione teorica che poi dimostreremo nei fatti: la ricchezza finanziaria netta privata uguaglia il debito pubblico".
C'è un grafico che dimostra vera tale considerazione:
Link: http://1.bp.blogspot.com/-1a0JLvj-BOw/TZh9prS8StI/AAAAAAAAAYU/wyr_DMPnmWo/s1600/balances.png
saluti Piero e grazie per la tua opera!!!
Nicola.
Ottimo Nicola,
RispondiEliminae puntuale come sempre...il grafico che mi hai proposto è chiarissimo e lo inserirò quanto prima nel post per dimostrare come nei fatti le cose funzionino esattamente così...mi dispiace non aver potuto presenziare al summit MMT di Rimini, ma cercherò di rifarmi con lo studio e ascoltando i video che sono stati fatti a Rimini...non so se è soltanto una bolla passeggera, ma ho l'impressione che qualcosa di positivo si stia cominciando a muovere in Italia...cerchiamo quindi di fare gruppo e di scambiarci tante più informazioni possibili attraverso i blog...grazie ancora! A presto. Piero
Caro Piero, sono molto contenta di questa serie di lezioni, non la perderò per niente al mondo, anche perchè ruota intorno alla questione della moneta creata dal nulla che mi incuriosisce sempre di più (l'appetito vien mangiando ) Una cosa che mi sembrava di aver capito è che uno Stato con sovranità monetaria non ha nessun problema con i propri debiti potendo stampare tutta la valuta che gli serve in qualsiasi momento.Questi debiti perciò sono virtuali (?) e privi di rischi anche per i creditori : mi hai fatto opportunamente l'esempio degli US e della Cina. Ora però sono di nuovo confusa perchè mi sono ricordata di tutto il panico che si scatenò la scorsa estate quando si temette che gli Stati Uniti fossero sull'orlo del default. Ma come, uno Stato a moneta sovrana puo fallire ! E il suo debito risk-free allora ? L'unica spiegazione che ho trovato cercando qua e là è che ciò è reso possibile dalla legge sul tetto del debito che il governo americano ha approvato in passato Questo limite poi viene regolarmente aumentato ogni volta che c'è pericolo. Mi sembra un caso psichiatrico collettivo ! Perchè la politica si è autoimposta un capestro simile ? Intravvedo forse una risposta là dove fai cenno a possibili limiti (o intenti ? ) ideologici dello stato nel considerare l'utilizzo della spesa pubblica a deficit. Questo mi sembra molto interessante. Puoi approfondire l'argomento ?
RispondiEliminaCiao Cristina,
Eliminaho pubblicato proprio adesso un articolo sulla riserva frazionaria (è un po lungo e articolato, ma aiuta a capire tante cose...) che secondo potrebbe aiutarti a dissipare qualche dubbio (e magari a fartene venire altri, chissà...)...per quanto riguarda gli stati con sovranità monetaria, il caso è proprio come dici tu da manicomio collettivo! Gli Stati Uniti non possono fallire e il panico scatenato era soltanto strumentale per convincere gli americani ad autoflagellarsi con le tasse...uno stato con moneta sovrana e regime di cambio fluttuante non può fallire, a meno che non si indebiti con una moneta straniera (caso non degli Stati Uniti, ma dell'Islanda le cui banche avevano contratto parecchi debiti in valuta estera)...tu considera sempre che una moneta sovrana non ha più un sottostante, quindi l'unica cosa che può dare valore ad una moneta nazionale sono i beni e servizi prodotti in quella nazione, se questi calano la moneta perde valore, si svaluta...se invece aumenta la produzione e le esportazioni allora la moneta si apprezza...quindi uno stato a moneta fiat sovrana deve stare solo attento ad investire bene i soldi creati dal nulla, perchè questi devono essere allineati con i beni e servizi prodotti nella nazione, altrimenti si creano squilibri...ma per fallire si devono creare talmente tanti squilibri con l'estero da indebitarsi fino al collo con una valuta straniera...comunque leggi bene l'articolo sulla riserva frazionaria e poi ne riparliamo!!! Saluti. Piero
ti do una piccola soddisfazione : il " vecchio e cigolante cuore di sinistra" di Michele Serra ha sussultato ! (L'amaca, su Repubblica di oggi,tente volte te l'eri persa.....)
RispondiEliminaMagra, magrissima consolazione...speriamo solo che si converta anche lui al partito della logica e della democrazia e lasci perdere i tecnocrati e tutti i loro complici politici...
EliminaCiao Piero,
RispondiEliminami chiamo Carlo, innanzitutto complimenti per il blog interessante che hai messo in piedi e che ho scoperto da poco.
Volevo chiedere: con questa teoria (MMT), come si riesce a garantire il potere d'acquisto della moneta?
A quanto ho capito, non e' che cambi molto con il sistema attuale e se oggi il legislatore ha permesso al sistema privato (banche) di truffare impunemente il cittadino (schiavo inconsapevole) un domani che un governo ha la possibilita' di stampare tutta la moneta che vuole come sara' possibile evitare distorsioni nel sistema produttivo? Ed i favoritismi per giochi di potere?
Ciao Carlo,
Eliminagrazie per i complimenti e per l'intervento che è molto opportuno e sensato...il limite maggiore della moneta fiat sovrana e della teoria MMT è appunto che viene concessa allo stato ampia libertà di manovra sulle decisioni di spesa e quindi se i governatori sono incompetenti e corrotti ci sono buone probabilità che questa arma non venga utilizzata in maniera efficace e produttiva...partiamo da un concetto: l'unico sostegno che consente ad una moneta fiat di apprezzarsi o svalutarsi (quindi aumentare o diminuire il potere di acquisto) sono i prodotti e i servizi che possono essere comprati con quella moneta, a parte questo non esiste altro criterio di convertibilità di quella specifica moneta...se lo stato utilizza la sua moneta fiat per finanziare investimenti (per esempio nelle energie rinnovabili), attività produttive (agricole, manifatturiere), sviluppo sostenibile (basato sullo sfruttamento razionale delle risorse naturali e ambientali, come può essere per esempio per l'Italia il miglioramento delle infrastrutture turistiche), è chiaro che con il tempo questa moneta tenderà ad apprezzarsi sui mercati non solo perchè aumentano gli afflussi di capitale dall'estero (turismo, esportazioni), ma anche perchè si riduce la dipendenza della nazione dai paesi esteri (minori importazioni, minori costi per approvvigionamento di energia)...se lo stato invece utilizza la sua moneta fiat per sussidi improduttivi, clientelismo, corruzione è chiaro che alla lunga questo stato si impoverirà e sarà costretto a indebitarsi con l'estero...ti faccio una domanda...secondo te per un politico è più semplice introdurre un sussidio di disoccupazione oppure studiare un piano produttivo serio che aumenti progressivamente l'occupazione? Non c'è dubbio che il politico opterà per la prima alternativa perchè più semplice e meno impegnativa e quindi l'arma della moneta fiat potrebbe rivelarsi controproducente...tuttavia rassegnarsi alla mancanza di visione e di competenza dei politici, come ha fatto in pratica l'Europa eliminando la moneta fiat e imponendo il pareggio di bilancio, equivale ad una certezza di impoverimento (minore ricchezza privata e bassi salari) e indebitamento (maggiore ricorso agli investimenti esteri e dipendenza dalle importazioni) come è accaduto in Argentina o sta accadendo in Grecia...quindi fra le due scelte preferisco sicuramente la moneta fiat e le teorie MMT, che almeno offrono una via d'uscita percorribile al baratro, con una maggiore partecipazione del popolo alle scelte dei politici...è questo il punto fondamentale su cui bisogna ragionare: rassegnarsi all'impoverimento e alla corruzione politica oppure sperare con il tempo di rivitalizzare la nazione e la democrazia con una maggiore partecipazione democratica e un utilizzo coerente della sovranità monetaria...tradotto in questi termini l'Europa è il paese della rassegnazione, mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e tutti le nazioni con moneta sovrana del mondo, hanno ancora margini di speranza e non a caso in questi paesi si stanno sviluppando nuove correnti di pensiero come la MMT, Positive Money e altre, mentre in Europa tutto sembra fermo, statico, congelato...spero di esserti stato utile, in caso contrario discutiamone ancora e comunque nei prossimi giorni cercherò di approfondire questi aspetti...a presto! Piero
Buonasera a voi tutti,
Eliminasiamo un gruppo di ragazzi che ha partecipato al Summit MMT di Rimini. Da questa esperienza è nata l'idea di creare un blog (http://nonpiuchicchidimais.wordpress.com/) che rappresentasse la nostra volontà di divulgare quanto abbiamo appreso dai 5 economisti ma non solo. In esso pubblicheremo tutte le nostre iniziative concrete che intraprenderemo in futuro, al fine di informare il maggior numero possibile di persone su quanto ci è realmente accaduto a causa dell'euro. Siamo consapevoli di essere stati vittime di un golpe finanziario, così come dimostrato ampiamente dal giornalista Paolo Barnard, pertanto il nostro arduo compito è e sarà quello di informare il maggior numero possibile di persone su ciò che è accaduto. Siamo altresì consapevoli che la MMT rappresenta di fatto una via d'uscita, dal punto di vista economico. Ma non basta! Essa dovrà essere gestita da una polita economica diversa. Vi chiediamo di unire le forze per il bene comune. Quello che è successo a Rimini ha dell'incredibile! Nessun partito politico italiano o movimento che dir si voglia, ha mai fatto una cosa di questo genere. Ci hanno definiti EROI ma non è questo ciò cerchiamo. Siamo e saremo gli umili, i sopraffatti, i diseredati, gli scomodi rompicoglioni che il sistema di potere tenta tutti i giorni di affossare. Noi tutti insieme abbiamo il dovere morale di far finire questa assurda tirannia. Sentiamo che i tempi sono quelli giusti e le manifestatzioni in Grecia lo dimostrano. Vi chiediamo aiuto, in qualunque modo. La nascita sulla rete di siti e blog come il vostro dimostrano che esiste un'Italia migliore di quella che appare sui mass-media.
Stiamo trascrivendo le lezioni della Kelton e le pubblicheremo appena pronte. Seguiranno altre iniziative.
Promuoveremo blog e siti come il vostro da noi, al fine di dare la massima visibilità.
La nostra mail: nonpiuchicchidimais@gmail.com è a vostra disposizione per qualsiasi iniziativa, collaborazione o altro.
Un abbraccio a tutti voi e complimenti per il lavoro che state facendo!
Ottimo!
EliminaAppoggio pienamente la vostra iniziativa...non ho potuto partecipare al Summit di Rimini, ma sto cercando di rifarmi con lo studio diretto delle fonti...qualunque scambio di informazioni è gradito, quindi se volete prendere articoli, post del blog fate pure, io farò lo stesso con il vostro blog...in bocca al lupo e buon lavoro! Piero
Ciao Pietro, mi fa piacere che tu abbia trovato utile la mia traduzione, buon lavoro!
RispondiEliminaUtile, utilissima direi,
Eliminagrazie per avere messo a disposizione questo materiale ben fatto e tradotto egregiamente...anzi con il tuo permesso, penso che attingerò presto ai tuo post!
A presto
Piero
OTTIMO LAVORO.
RispondiEliminaGRAZIE 1000
Filippo
Grazie a te Filippo...cerchiamo di diffondere le idee giuste perchè questo è l'unico modo per contrastare coloro che vogliono imporci idee sbagliate! A presto! Piero
EliminaCiao Piero,
RispondiEliminaero anch'io al summit di Rimini, ed ho registrato l'intero evento. La mia intenzione è quella di trasformarlo in un file di testo.
Non appena avrò terminato il lavoro, sarà mio piacere condividerlo con te e con tutti i lettori del tuo ottimo blog.
Ho, peraltro, iniziato a tradurre gli articoli della Kelton dal suo sito, in quanto c'è veramente poco di tradotto in italiano sulla MMT.
Anche questo materiale sarà a disposizione di tutti se volete.
Un abbraccio
Silvio
Ottimo Silvio!
EliminaTi ringrazio in anticipo per tutto il materiale che vorrai mettere a disposizione di questo blog e che sarò ben lieto di pubblicare...in effetti ho notato anche io che per adesso c'è poco materiale sulla MMT (a parte il blog Voci dall'Estero, che ti consiglio di consultare perchè è stato uno dei primi a parlare di MMT) e quello che c'è risulta un pò disperso e poco organico...cerchiamo quindi di collaborare tutti insieme per rendere più chiara e comprensibile a tutti la struttura principale della teoria, perchè da questo dipende il successo della teoria stessa...saluti! Piero
Ottimo
RispondiEliminaSkype: fabio.sipolino1
Sono contro il liberismo, ma MMT &C neokeynesiani mi sembrano inutili palliativi e basta.
RispondiEliminaPerchè si basa su economie concorrenti, non autosuffcienti, che non reggono dentro un sistema chiuso; Dentro un sistema di rincorsa continua dove nessuno può dire "è abbastanza"; perchè gli Stati devono espandersi continuamente pena la morte, anche oltre i limiti anche dell'impronta ecologica.
Sono sitemi che non pongono limite alla morte nera che è il meccanismo della nuova rendita planetaria, che sta tosando i cittadini del mondo, che non possono porre un freno a questo spostamento del reddito dalla produzione alla rendita. E questo perchè la rendita rende di più della produzione di merci e servizi e sono equiparabili nella contabilità.
Tutti prevedono un sistema dove gli Stati che non esportano più di quanto importano (e sanno sempre di più quelli che resteranno con il cerino acceso in mano) sono destinati alla morte sociale.
Questi teoremi fanno entrare lo Stato a "oggetto" economico -che in questo teorema descritto- non è il fondamento per tenere insieme una società, ma è il competitor del privato (più lo Stato si indebita e più il privato si arricchisce).
E sarà sempre il mercato l'estremo giudice del benessere sociale, ma quale democrazia economica, tra liberismo ed MMT, si tratta solo di scegliere a quale albero impiccarsi!
Ma ammesso che mi sbaglio, tutti scavalcano il fattore umano come secondario. Ma il deficit della classe dirigente in Italia è storico!!
..E in subordine pongo questo commento su cui concordo e ripropongo.
(su:http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/03/modern-money-theory-mmt-seconda-lezione.html#more)
“Anch’io fino a poco tempo addietro pensavo che la sovranità monetaria fosse un valore inalienabile ed assoluto di un popolo, poi considerando attentamente i pro ed i contro ho dovuto rivedere tale posizione.
Innanzitutto perché il popolo è totalmente incapace di comprendere i soprusi ai quali giornalmente è soggetto, poi per l’incapacità della classe politica di gestire uno strumento complesso e delicato come la moneta.
La loro visione dell’economia è troppo legata al breve periodo e tu sai bene che ogni manovra monetaria necessita di un lasso di tempo molto ampio per dare i suoi effetti, positivi o negativi che siano.
Abbiamo bisogno di un sistema monetario a prova di scimmia, che possiamo gestire direttamente assumendoci le nostre responsabilità. Abbiamo bisogno che i debiti vengano pagati e non procrastinati a babbo morto. Abbiamo bisogno di regole condivise alle quali nessuno possa sottrarsi. Abbiamo bisogno, per usare una mia espressione, di tornare contadini, apprezzare il valore del risparmio senza il quale nulla è possibile.
Dare credito a politici e presunti esperti pagati (non dico che questi professori lo siano) per confondere le idee anche quando queste possano apparire come una ventata d’arie fresca non porta a nulla specialmente se i privilegi accordati in nome di un bene superiore da corrotti e spregevoli personaggi non vengono rimossi.”
La proposta di fare una sovranità monetaria e un sistema economico “a prova di idiota” (tra l’altro è un sistema con cui per esempio è prescrittivo costruire i quadri elettrici, ma è applicato in molti altri sistemi). E non credo che le leve monetarie siano oggetti meno pericolosi di un quadro elettrico.
Questo anche in ottemperanza alla la famosa legge di Murphy: “Se il pezzo di un aereo può essere montato in modo errato, ci sarà qualcuno che lo monterà in quel modo.” ( Corollario alla legge di Murphy: “I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedir loro di nuocere”.)
E la nostra classe dirigente è sempre lì a confermare la legge di Murphy.
Un saluto a tutti
Buonasera Sig.ra e sig.
RispondiEliminaSarebbe ingiusto da parte mia non fare l'elogio di quello che lo ha
patente di ottenere un prestito di denaro il mese scorso di cui avevo bisogno
per salvare una vita in pericolo alla partenza non vi credevo uno solo
momento ma la mia curiosità il mio spinto a provare e finalmente ho potuto
ottenere questo prestito che la mia uscita di questo vicolo cieco nel quale io
vivete, ho soddisfatto le condizioni e senza disturbi, il mio conto ha
accreditato dei 1.400.000€ che ho chiesto. Avevate bisogno di prestiti
di denaro tra privati per
affrontare le difficoltà finanziarie infine per uscire dal vicolo cieco
che causano le banche, con il rifiuto delle vostre cartelle di domanda di
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sono schedati, divieti bancari e non avete il favore di
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Grazie di passato il messaggio infine di aiutare coloro che sono nella necessità
Buona possibilità!
RispondiEliminaBuonasarà a tutti
Sono molto contento stasera perché ho appena ricevuto il moi prestito da 54000 € CINZIA signora Milani Avete che sono nel bisogno, contattare l'indirizzo: milanicinzia62@outlook.com
RispondiEliminaBuonasarà a tutti
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Ciao
RispondiEliminaSono Simon Durochefort, concedo prestiti a qualsiasi persona, azienda e associazioni senza distinzione di razza e continente desiderosi secondo i seguenti criteri:
Scelta dell'importo: da 5.000 a 20.000.000 €.
Scelta del periodo di rimborso: da 1 a 20 anni. Il rimborso è di 3 tipi: mensile, annuale o singolo.
Tasso d'interesse annuale: 3% sull'importo da prendere in prestito.
E-mail: simondurochefort@gmail.com
Whatsapp: +33 7 56 94 93 46
Cordiali saluti ...
Ciao
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