Continuiamo ad esaminare i principi fondamentali della teoria monetaria
della Modern Money Theory MMT
prendendo spunto dalle lezioni tenute dal professore di economia Randall Wray direttamente sul sito New Economic Perspectives. Ricordiamo che non si tratta di una traduzione letterale
del testo, ma di una sintesi e di una rielaborazione dei concetti principali
espressi dal professore Wray riguardo alla nuova teoria monetaria. Per chi
volesse approfondire ulteriormente può comunque rifarsi al testo originale
delle lezioni. Purtroppo non avendo potuto partecipare al Summit MMT di Rimini,
devo per forza rifarmi con lo studio, in attesa di vedere e ascoltare i video della conferenza.
Nella prima lezione il professore Wray aveva stabilito l’equazione di equilibrio fra i tre settori
principali dell’economia nazionale (pubblico, privato ed estero), secondo la
quale nessun settore può avere un surplus di bilancio se contemporaneamente
almeno uno degli altri due settori non ha registrato un deficit di bilancio.
L’equazione di equilibrio dei saldi settoriali può essere così espressa:
Bilancio Privato Nazionale + Bilancio
Governativo Nazionale + Bilancio Estero = 0
Questa equazione verrà ripresa in parte anche nella seconda lezione, che
è incentrata sui principi fondamentali della sovranità monetaria e sulle caratteristiche della moneta moderna fiat, che ricordiamo
viene creata dal nulla senza alcun corrispettivo di scambio in oro o in altro
bene materiale.
Valuta nazionale
Definiamo con il termine valuta
nazionale una moneta metallica, una banconota o una riserva di moneta
elettronica emessa dallo stato, sia dal ministero del tesoro che dalla banca
centrale. Per moneta di conto
nazionale si intende invece la singola valuta adottata nella contabilità
generale dei vari paesi: il dollaro australiano, il dollaro USA, lo yen
giapponese, la sterlina britannica, l'euro sono tutti esempi di valuta
nazionale. Le prime quattro valute sono ciascuna associata con una singola
nazione, al contrario dell'euro che è una valuta adottata da un numero di paesi
diversi che hanno scelto volontariamente di aderire all'Unione Monetaria Europea.
Nel corso della storia, la situazione usuale è stata "una nazione, una valuta", anche se
ci sono stati un certo numero di eccezioni a questa regola, tra cui l'euro attuale.
La maggior parte della discussione che segue si concentrerà sul caso più
comune in cui una nazione adotta la propria valuta, e in cui il governo ha il compito di emettere questa
valuta tramite la banca centrale. Quando affrontiamo i casi eccezionali, come
ad esempio l'Unione Monetaria Europea, in cui i governi non hanno più alcun
potere pubblico di emissione della moneta che è stato completamente demandato
ad un ente indipendente, sovranazionale
e privato (la banca centrale europea BCE),
identificheremo attentamente le differenze che emergono quando una moneta non è
più associata ad una singola nazione.
A seguito della divisione per
settori (pubblico, privato, estero), è possibile pure che singole famiglie
o imprese (e anche governi) possano utilizzare valute estere anche all'interno
della loro economia nazionale. Ad esempio, all'interno del Kazakistan (e in
molte altre nazioni in via di sviluppo) alcune transazioni possono verificarsi
in dollari USA, mentre altre vengono effettuate tramite il tenge (la valuta nazionale).
E gli individui possono accumulare ricchezza
finanziaria netta denominata sia in dollari che in tenge. Tuttavia, i
principi contabili che abbiamo visto sull’equilibrio dei tre settori si
applicano separatamente ad ogni singola valuta e quindi se una famiglia,
un’impresa o una nazione utilizzerà due valute diverse per contabilizzare i
propri scambi dovrà considerare due bilanci separati delle entrate e delle
uscite (nell’esempio del Kazakistan uno per le transazioni in dollari e uno per
le transazioni in tenge).
Una nazione, una valuta
La stragrande maggioranza dei paesi e delle nazioni del mondo segue il
principio di adottare una propria unica moneta o valuta nazionale (il dollaro
US$ negli Stati Uniti; il dollaro australiano A$ in Australia, il tenge in Kazakistan).
Il governo della nazione, tramite la banca
centrale, emette una valuta (che consiste solitamente di monete metalliche, banconote di vario taglio e riserve
di moneta elettronica) denominata in una sua specifica moneta di conto, con cui
viene redatta tutta la contabilità nazionale. La spesa del governo, nonché le
passività fiscali, le tasse e le multe dovute al governo sono denominate nella
stessa moneta di conto. Il sistema giudiziario valuta i risarcimenti delle
cause civili, utilizzando la stessa moneta di conto.
Un governo però può in qualsiasi momento usare una valuta estera per alcuni acquisti e potrebbe accettare valuta
estera in pagamento. Il governo può anche prendere in prestito — tramite l’emissione
di titoli di debito — valuta estera. Ciò avviene di solito, quando il
governo sta facendo acquisti per importazioni
o quando sta cercando di accumulare riserve di valuta estera per aggiustare il tasso di cambio della propria valuta.
Anche se l’utilizzo di valuta estera può essere importante, questo non cambia
la contabilità della moneta nazionale. Cioè, se il governo del Kazakistan
spende più tenge rispetto a quelli raccolti con le tasse avrà un deficit di bilancio
in tenge esattamente uguale al surplus del settore privato misurato sempre in
tenge (assumendo un pareggio di bilancio del settore estero, per la solita equazione
di equilibrio dei tre settori).
Il governo avrà molta più libertà d'azione (chiamato "spazio di politica interna") quando
spende e tassa nella propria valuta rispetto a quanto potrebbe averne spendendo
o tassando in una valuta estera. Per il governo del Kazakistan avere un deficit di bilancio in dollari USA
sarebbe molto più rischioso, perché per finanziare questo deficit il governo
dovrebbe in qualche modo recuperare la quantità di dollari mancanti sul mercato
o indebitarsi per avere un prestito in dollari. Questa operazione è
evidentemente molto più difficile e complicata rispetto alla semplice spesa
mediante l'emissione di una certa quantità di valuta nazionale, che andrà poi a
diventare il risparmio e la ricchezza netta del proprio settore privato
nazionale.
È anche importante notare che in molte nazioni ci sono contratti privati che sono stipulati in
valuta estera. Ad esempio, in alcuni paesi dell'America Latina, nonché alcune
altre nazioni in via di sviluppo nel mondo, è comune stipulare diversi tipi di
contratti in termini di dollaro USA. È anche comune in molte nazioni utilizzare
la valuta statunitense come forma di pagamento nelle transazioni private.
Secondo le stime più attendibili, il valore totale della valuta statunitense
che circola fuori dall’America è superiore rispetto al valore deli dollari
usati all’interno dei confini statunitensi.
A volte questa tendenza ad utilizzare una valuta estera è esplicitamente riconosciuta e consentita dalle
autorità, mentre altre volte è una prassi
dell'economia sommersa che cerca di evitare il rilevamento e il pagamento
delle tasse tramite l’uso di una valuta estera. Ancora fino a poco più di cento
anni fa negli Stati Uniti circolavano insieme al dollaro molte altre valute
estere e il tesoro americano accettava regolarmente il pagamento delle imposte
in valuta estera.
Tuttavia, tali pratiche sono estremamente rare ora nelle nazioni
sviluppate che emettono le proprie valute (con l'eccezione delle nazioni
dell’Eurosistema, dato che ognuno dei paesi che usa l'euro utilizza
effettivamente una valuta "estera"
dal punto di vista delle singole nazioni e delle rispettive contabilità
nazionali). Ancora non è raro vedere nei paesi in via di sviluppo le valute
straniere circolare a fianco della valuta nazionale, e a volte gli stessi
governi di questi paesi accettano volentieri valute estere come mezzo di
pagamento. In alcuni casi, i commercianti preferiscono addirittura essere
pagati in valute estere rispetto alle valute nazionali, perché le valute
straniere assicurano maggiore stabilità e un duraturo potere di acquisto. Questo
ovviamente ha molte implicazioni per la politica nazionale del governo, che come
vedremo in seguito avrà maggiori limitazioni nelle spese con la propria valuta.
Sovranità monetaria
La valuta nazionale è spesso definita come una "moneta sovrana", cioè, valuta emessa direttamente dal governo
sovrano. Il governo sovrano conserva per sé una varietà di poteri che non
vengono forniti a persone fisiche o istituzioni.
Il governo sovrano, da solo, ha il potere di determinare quale moneta di
conto riconoscerà per la contabilità ufficiale (come già discusso, il governo
potrebbe scegliere di accettare la valuta estera per alcuni pagamenti, ma
questa rimane una prerogativa del governo sovrano e dipende da una sua scelta
insindacabile). Inoltre, i moderni governi sovrani, da soli o tramite il
supporto della banca centrale, sono investiti dal potere di emettere moneta
denominata nella sua valuta nazionale.
Se qualsiasi soggetto diverso dal governo cerca di emettere valuta
nazionale (a meno che non sia autorizzato in modo esplicito dal governo) viene perseguito
per legge come un falsario, con pene
severe e conseguente carcerazione.
Inoltre, il governo sovrano impone le tasse (così come multe e altre ammende) nella sua moneta di conto e
decide come tali debiti devono essere pagati, cioè decide che cosa il governo
accetterà in pagamento in modo che i contribuenti possano adempiere ai loro obblighi
fiscali.
Infine, il governo sovrano decide anche come farà il propri pagamenti
per l'acquisto di beni o servizi o
per la somministrazione degli stipendi
pubblici e delle pensioni. I governi sovrani più moderni effettuano
generalmente pagamenti nella propria valuta e richiedono il pagamento delle
imposte in questa stessa valuta.
Qual è il sottostante di una
moneta sovrana?
C'è tuttora e storicamente c’è stata, una certa confusione che circonda
la moneta sovrana. Ad esempio, molti
responsabili politici ed economisti hanno avuto spesso qualche difficoltà a
capire perché il settore privato accetta la valuta emessa dal governo quando questo
spende e paga i propri acquisti.
Alcuni hanno sostenuto che è necessario come "sottostante" di una valuta un metallo prezioso al fine di
garantire l'accettazione in pagamento. Storicamente, i governi hanno talvolta
mantenuto una riserva di oro o argento
(o entrambi) per rafforzare la propria valuta nazionale. Si pensava che in
questo modo la popolazione avrebbe accettato di buon grado la valuta del
governo perché era possibile ottenere la conversione in metallo prezioso, dando
quindi l’impressione che la valuta avesse lo stesso valore dell'oro. A volte la moneta stessa conteneva
metalli preziosi, come nel caso di monete d'oro. Negli Stati Uniti, il tesoro
ha mantenuto riserve auree, per un importo pari al 25% del valore della moneta
emessa, fino agli anni ' 70 (curiosamente però i cittadini americani non
potevano scambiare la valuta con l'oro, ma solo i paesi stranieri titolari
della valuta statunitense potevano farlo).
Tuttavia, gli Stati Uniti e la maggior parte delle nazioni hanno
abbandonato da tempo questa pratica, esattamente dal 1971, anno in cui è stato abolito il regime del gold exchange standard ed è stato
introdotto il regime fiat money (creazione
del denaro dal nulla senza corrispettivo in oro o altro bene, che viene spesso
indicata con il termine corso forzoso).
Tuttavia anche senza il sostegno dell'oro, la domanda della valuta statunitense è ancora in forte aumento in
tutto il mondo, quindi l’dea che la valuta ha bisogno di metallo prezioso come
appoggio o sottostante è essenzialmente sbagliata. Mentre alcuni paesi
sostengono ancora esplicitamente le loro valute con le riserve di valuta estera
(ad esempio, una pensione in valuta nazionale può essere convertita su
richiesta con un tasso di cambio specificato in dollari USA o qualche altra valuta),
la maggior parte dei governi emette una moneta che non è "supportata da" valute estere. In
ogni caso, abbiamo bisogno di spiegare perché una moneta come il dollaro USA
può circolare senza tale "supporto".
La moneta a corso legale
Una spiegazione che è stata offerta per spiegare l'accettabilità della
valuta di governo "fiat"
(che non ha più alcun esplicito vincolo di convertibilità in valuta estera o
oro) è il cosiddetto corso legale.
Storicamente, i governi sovrani hanno varato e forzato la legislazione
nazionale per obbligare i cittadini ad accettare la valuta come forma di
pagamento. In effetti, le banconote
cartacee emesse negli Stati Uniti riportano la seguente dicitura: "questa
banconota è legale per tutti i debiti, pubblici e privati"; le banconote
canadesi proclamano "questa banconota
è legale"; e sulle banconote australiane si può leggere "questa banconota australiana è a corso legale
in tutta l’Australia e i suoi territori". Al contrario, la banconota
cartacea del Regno Unito dice semplicemente "prometto di pagare su richiesta al portatore la somma di cinque
sterline" (nel caso della banconota da cinque sterline). Mentre sulle
banconote euro non viene riportato alcuna promessa e non è indicato alcun riferimento
al corso legale.
Inoltre, nel corso della storia ci sono molti esempi di governi che
hanno approvato leggi per imporre il corso legale, ma non sono riusciti a
creare una sufficiente domanda per la loro valuta, che non è stata accettata
non solo per i pagamenti privati ma a volte è stata addirittura respinta come
forma di pagamento dal governo stesso. In alcuni casi, il regnante era
costretto ad applicare pene molte severe per coloro che si rifiutavano di
accettare la moneta del sovrano o bruciavano per protesta le banconote: ciò indica
che senza tale costrizione straordinaria,
la popolazione si sarebbe rifiutata categoricamente di accettare la moneta del
sovrano.
Quindi, possiamo senz’altro affermare che ci sono delle valute che
circolano regolarmente senza alcuna legge che imponga il corso legale (ad
esempio l'euro), come pure delle valute che sono state evitate anche in
presenza di leggi severe per forzare il corso legale. Inoltre, come già
sappiamo, il dollaro USA circola in un gran numero di paesi stranieri in cui la
valuta statunitense non è legale (e anche in quei paesi dove il suo uso è
scoraggiato e persino considerato fuorilegge da parte delle autorità). Si può
concludere che le leggi che impongono il
corso legale, da sole, non possono spiegare il fenomeno di accettazione di una
valuta.
Se la "moneta fiat"
per la maggior parte non è supportata da valuta estera, e se viene ammessa
anche senza l’obbligo del corso legale, perché
allora la gente la accetta? Questo sembra essere ancora un bel mistero. La
tipica risposta fornita dai libri di testo è che la gente accetta la valuta
nazionale perché sa che gli altri la accetteranno in futuro come forma di
pagamento. Questo tipo di spiegazione si basa sul principio di un "infinito regresso": John accetta la
moneta perché pensa che Mary la accetterà, e lei accetta perché pensa che
Walmart probabilmente la prenderà domani. Una tesi un po’ troppo fragile su cui
appoggiare tutta la teoria monetaria moderna. In questo modo sembra quasi che il sottostante della moneta moderna sia
come una "patata bollente" che
viene passata di mano in mano fino a quando qualcuno non si scotta per davvero.
Oppure la moneta sembra essere sostenuta da nient'altro che "fiducia", ovvero dall'aspettativa
che qualcuno, da qualche parte accetterà i nostri pagamenti in valuta
nazionale.
Gli economisti della Modern Money
Theory MMT propongono un’altra soluzione. Avendo scartato la possibilità di
convertire la moneta in metalli preziosi, il corso legale non è né necessario
né sufficiente a garantire l'accettazione di una moneta e la “promessa" del governo di pagare con
una banconota di 5 sterline in cambio di una banconota di 5 sterline non
significa niente, non rimane che un’unica strada: le tasse.
Le tasse come sottostante
della moneta moderna
Uno dei più importanti poteri di un governo sovrano è l'autorità di prelievo e raccolta delle
tasse (insieme ad altri pagamenti dovuti al governo, come ammende e multe).
Gli obblighi fiscali sono riscossi nella moneta di conto nazionale (dollari in
USA, Canada e Australia, yen in Giappone, pesos in Messico, yuan in Cina). Inoltre,
il governo sovrano determina anche le modalità che devono essere seguite per soddisfare
l'obbligo fiscale. In quasi tutte le nazioni moderne, la valuta del governo viene accettata come pagamento di imposte.
Molto spesso la gente non utilizza le banconote per pagare le tasse, ma
usa assegni o effettua versamenti diretti tramite le banche private, che non
faranno altro che trasferire le riserve
dal proprio conto a quello della banca federale del governo per effettuare
pagamenti fiscali. Una volta che le banche hanno fatto questi pagamenti, il
contribuente ha adempiuto il suo obbligo, così il debito d'imposta è stato eliminato. La moneta sovrana quindi viene
immessa nel mercato dal governo con questa piccola ma non trascurabile cambiale
che dovrà sostenere chiunque decide di accettarla: il cittadino si impegna ad utilizzarla per pagare le tasse e il governo
si impegna ad accettarla come forma di pagamento.
Siamo ora in grado di rispondere alla domanda posta in precedenza: perché nessuno rifiuta la “moneta fiat" del governo?
Perché la moneta del governo è il principale (e di solito l’unico) strumento
finanziario accettato dal governo per il pagamento delle imposte. Per evitare
sanzioni per il mancato pagamento delle tasse (che in alcuni potrebbero
comprendere anche il carcere), il contribuente deve entrare in possesso di
valuta del governo. In questo modo la domanda
di moneta è sempre sostenuta dall’obbligo fiscale, che è uno dei più importanti
(se non il maggiore) doveri costituzionali del cittadino di una moderna
democrazia.
È vero, naturalmente, che la valuta di governo può essere utilizzata per
altri scopi: le monete possono essere utilizzate per fare acquisti dai
distributori automatici; i debiti privati possono essere risolti con l'offerta
di moneta cartacea di governo; e il denaro del governo può essere accumulato in
salvadanai per la spesa futura. Tuttavia, questi altri usi della moneta di
governo sono tutti accessori o
sussidiari, derivanti dalla volontà del governo di accettare la moneta per
il pagamento delle imposte. Il governo non può costringere i cittadini ad usare
la sua valuta per i pagamenti privati o ad accumulare la moneta in salvadanai,
ma il governo può forzare l'uso della moneta per l’adempimento degli obblighi
fiscali che esso stesso impone.
Per questo motivo, né le riserve di metalli preziosi (o valute estere),
né le leggi che instaurano il corso legale sono necessarie per garantire
l'accettazione della moneta del governo. Tutto ciò che è richiesto ad una
moneta per essere accettata è l'imposizione di un debito d'imposta da pagare in
valuta del governo.
Che cosa promette il governo?
Quali sono gli obblighi del governo nei confronti dei cittadini? La "promessa
di pagamento" che è riportata sulle banconote della sterlina
britannica è superflua e davvero molto ingannevole. In realtà sulle banconote si
dovrebbe leggere "promessa di accettare questa banconota nel pagamento delle tasse”. Sappiamo infatti che il ministero del tesoro
UK non pagherà realmente quando viene presentata la banconota cartacea di
cinque sterline, se non con un‘altra banconota di cinque sterline. Tuttavia, il
governo sarà costretto e deve accettare la banconota per il pagamento delle
imposte. Se il governo si rifiuta di accettare la propria moneta in pagamento,
esso è inadempiente nei confronti dell’obbligo racchiuso all’emissione (IOU, “I Owe You”, io ti devo).
Possiamo concludere quindi che le tasse
sono l’unico vero sostegno della moneta moderna. Il governo crea
innanzitutto una moneta di conto (il dollaro, lo yen, il tenge) e poi impone gli
obblighi fiscali in quella moneta di conto nazionale. In tutte le nazioni
moderne, questo principio è sufficiente a garantire che molti o meglio la
maggior parte dei debiti, beni e prezzi, saranno anche essi denominati nella
moneta di conto nazionale. Ovviamente bisogna notare subito la disparità e asimmetria di poteri che esiste fra il
governo sovrano e i suoi cittadini: il governo impone un obbligo, una
responsabilità ai cittadini affinché questi ultimi accettino una moneta che
inizialmente era stata emessa come una “cambiale
del governo” (IOU, io ti devo). È un
bel trucco, perché in questo modo il governo scarica su altri, sui cittadini
ciò che inizialmente era un suo obbligo nei confronti della cittadinanza.
Considerazioni finali
personali
Può essere usata bene o male, ma la sovranità
monetaria come strumento finanziario e principio democratico è un valore inalienabile e assoluto di
qualsiasi paese moderno. Non a caso il professore Wray usa spesso questo
aggettivo “moderno” per indicare
quelle nazioni che hanno mantenuto intatta la propria sovranità monetaria,
relegando invece il caso curioso dell’euro e dell’Eurosistema al novero di
quelle eccezioni storiche e anacronistiche che in un mondo moderno e globale
non avrebbero più alcun senso di esistere. Qual
è il motivo che ha spinto i tecnocrati europei a rinunciare alla sovranità
monetaria? Potrebbero spiegarci tali tecnocrati e i governanti europei in
modo semplice e comprensibile a tutti i vantaggi che comporta alla collettività
la rinuncia alla sovranità monetaria? Perché i governi europei non possono più
disporre della propria moneta e sono costretti a rivolgersi ai mercati ogni
volta che hanno bisogno di finanziare le propria spesa pubblica?
Queste sono le domande che qualunque cittadino europeo dovrebbe porsi in
un momento storico in cui tutto sembra confermare che la rinuncia alla
sovranità monetaria non è stata una buona scelta e non ha alcuna giustificazione pratica, razionale,
economica. La crisi finanziaria europea abbiamo visto in altri articoli è dovuta
ai notevoli squilibri macroeconomici
che insistono fra i paesi dell’area euro, ma se vogliamo andare ancora più a
fondo per capire l’origine di questi squilibri troveremo che la causa è sempre
la mancanza di sovranità monetaria,
l’impossibilità di ogni governo nazionale di autoregolamentarsi con la spesa della propria moneta e l’incapacità
di gestire efficacemente il bilancio
degli scambi con l’estero.
Non ci sono scuse che possono essere tirate in
ballo per accostare la rinuncia alla sovranità monetaria ad una maggiore disciplina di bilancio o a un severo rigore fiscale dei governi, perché già
sappiamo, dati e statistiche alla mano, che la crisi dell’eurozona non dipende
da un eccessivo indebitamento pubblico (a parte la Grecia, quasi tutte le altre
nazioni PIIGS hanno ridotto i saldi fra spesa e entrate pubbliche negli ultimi
dieci anni), ma da un’assenza di limitazioni e vincoli all’indebitamento privato,
dovuto principalmente alla delega totale dei flussi monetari ad un sistema di
banche centrali private (vedere a tale proposito il sistema TARGET2 di regolamento
e compensazione dei pagamenti delle banche europee, gestito appunto dalla BCE e dalle 17 banche centrali del SEBC).
Se a questo aggiungiamo il bilancio
per settori elaborato dagli economisti della MMT, secondo il quale un maggiore deficit del settore pubblico
comporta un surplus al settore privato, vedremo che le domande sull’onestà, la
competenza, la sanità mentale dei tecnocrati europei aumentano a dismisura. Qual è il vero scopo dei tecnocrati
europei? Vogliono forse rendere i cittadini europei più poveri? Vogliono
magari rendere tutti più schiavi? Da dove esattamente è partita l’intuizione
brillante di rinunciare alla sovranità monetaria e di demandare ad un ente
autonomo, indipendente, sovranazionale, privato come la BCE l’emissione della “nostra” moneta?
Chiariamo subito che la sovranità
monetaria non è la soluzione a tutti i problemi del mondo, perché nazioni
come Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone sono ancora nel pieno della crisi
finanziaria al pari dei paesi dell’eurozona, ma a maggior ragione presentarsi
al cospetto di un mondo al collasso con un difetto d’origine come la mancanza
della sovranità monetaria, risulta per l’eurozona una scelta folle e per i
cittadini europei una sorte ingiusta e immeritata. Quantomeno la sovranità
monetaria, la possibilità di emettere
moneta fiat e monetizzare i propri deficit pubblici, ha consentito ai
governi nazionali di tenersi al riparo dagli attacchi della speculazione finanziaria e di evitare
di pagare interessi esorbitanti sul debito pubblico agli squali di Wall Street
e della City di Londra. Questa è un’evidenza empirica, sotto gli occhi di
tutti, e non una supposizione (il Giappone che ha un rapporto debito/PIL quasi
doppio rispetto a quello dell’Italia riesce a piazzare sul mercato i suoi
titoli di stato ad un interesse passivo dell’1%, contro il 4%-5% dei titoli
italiani).
Poi possiamo
ragionare su tutti i limiti della moneta fiat e della teoria MMT, ma prima i
tecnocrati europei (per l’Italia i soliti noti: Prodi, Ciampi, Dini, Draghi, Monti e Padoa Schioppa, se non fosse già morto,
pace all’anima sua) dovrebbero rispondere alle domande fatte sopra, sui
principi economici e i criteri finanziari che hanno seguito per stabilire che
la rinuncia alla sovranità monetaria sarebbe stata un bene per i paesi e i
popoli dell’Europa. E’ indubbio che la sovranità monetaria in un regime di
moneta fiat può essere un’arma a doppio
taglio e come tutte le armi bisogna maneggiarla con molta cura, perizia e
cautela. La possibilità di potere creare
dal nulla tutta la moneta fiat che si vuole concede ai governi ampia libertà di
manovra sulle decisioni di spesa e quindi se i governanti sono incompetenti,
grezzi e corrotti ci sono buone probabilità che questa arma non venga
utilizzata in maniera efficace e produttiva per il benessere del paese e dei
cittadini.
Se vogliamo
entrare di più nello specifico, il professore Wray ha fissato nell’obbligo fiscale di pagare le tasse il
vero sostegno di una moneta fiat sovrana e il supporto originario che rende
stabile la domanda di moneta sui mercati. Non ho ancora letto tutte le sue
lezioni sulla teoria MMT, che mi
riservo di approfondire in successivi articoli, e quindi non posso sapere con
certezza cosa intenda il professore Wray con questo termine “domanda”, ma posso anticipare alcune mie
considerazioni personali: la richiesta di moneta derivante dall’obbligo di pagare
le tasse può sostenere la “domanda interna”
di quella particolare valuta, ma per dare supporto e credibilità alla “domanda esterna”, che proviene da tutti
quelle controparti straniere o anche nazionali che non hanno obblighi fiscali
stringenti o asfissianti, bisogna ammettere altri criteri di accettazione di una valuta.
In questo caso l'unico
sostegno esterno che consente ad una moneta fiat di apprezzarsi o svalutarsi (quindi aumentare o diminuire il suo potere di
acquisto) sono i prodotti e i servizi
che possono essere comprati con quella
moneta e i beni che possono essere acquistati scambiando a tassi accettabili la propria valuta con
una valuta estera. Uno stato infatti potrebbe decidere di tassare quanto vuole
i cittadini per costringerli ad accettare la sua valuta nazionale, ma se con
quella moneta i cittadini non possono comprarsi niente, allora la domanda di valuta
nazionale crollerebbe miseramente e le banconote del governo si svaluterebbero
presto a pura carta straccia (cosa che accade spesso soprattutto nei paesi in
via di sviluppo). A parte questi due sostegni, quello interno delle tasse e quello esterno dell’acquisto dei prodotti,
non esistono altri criteri di convertibilità di una particolare moneta nazionale.
Se lo stato
utilizza la sua moneta fiat per finanziare investimenti
(per esempio nelle energie rinnovabili), attività
produttive (agricole, manifatturiere), sviluppo
sostenibile (basato sullo sfruttamento razionale delle risorse naturali e
ambientali, come potrebbe essere per esempio il miglioramento delle
infrastrutture turistiche), è chiaro che con il tempo questa moneta tenderà ad
apprezzarsi sui mercati interni e internazionali non solo perchè aumentano gli
afflussi di capitale dall'estero (turismo, esportazioni), ma soprattutto perchè
si riduce la dipendenza della nazione dai paesi esteri (minori importazioni,
minori costi per approvvigionamento di energia).
Se lo stato
invece utilizza la sua moneta fiat per sussidi
improduttivi, clientelismo, corruzione, investimenti inutili è chiaro che alla
lunga l’intero paese si impoverirà e sarà costretto ad indebitarsi con l'estero,
perché la sua capacità produttiva non sarà sfruttata a pieno regime e la
nazione non sarà in grado di garantire una maggiore sussistenza ai suoi
cittadini. Non c'è dubbio che nel contesto attuale, un politico di scarsa professionalità
e levatura morale (un politico italiano quindi) sarà indotto a seguire questa
seconda alternativa più semplice e meno impegnativa, perché è molto più facile
redigere un progetto di legge per dare un sussidio di disoccupazione ai cittadini
(che può essere utile come soluzione tampone nel breve periodo ma in un’ottica
di lungo periodo potrebbe rivelarsi dannoso e controproducente, aprendo la
strada ad una spirale inflazionistica) rispetto a lavorare intensamente e seriamente
ad un piano produttivo ed energetico nazionale, che dia sostegno all’intera
economia e migliori con il tempo il tasso di occupazione.
Quindi l'arma
della moneta fiat sovrana dovrebbe essere messa in mano a gente capace e
competente o quantomeno la cittadinanza dovrebbe essere coinvolta in un ruolo più attivo e partecipativo alle scelte di
spesa pubblica (come sta già accadendo in Brasile e Svizzera, dove esistono
precisi meccanismi di democrazia diretta
che consentono ai cittadini di valutare o indirizzare in tempo reale le decisioni del governo).
Tuttavia rassegnarsi già in partenza alla mancanza
di visione strategica e di competenza professionale dei politici, come ha
fatto in pratica l'Europa eliminando la moneta fiat e imponendo il pareggio di
bilancio, sappiamo già per esperienza che equivale ad una certezza di impoverimento (minore ricchezza privata e bassi salari)
e indebitamento (maggiore ricorso
agli investimenti esteri e dipendenza dalle importazioni), perché conosciamo
bene cosa è accaduto in Argentina, Cile, Ecuador o cosa sta accadendo in Grecia,
Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia.
Fra le due scelte allora, il rischio di una deriva inflazionistica o
la certezza di impoverimento,
chiunque con un po’ di sale in zucca finirebbe per preferire sicuramente la
moneta fiat e le teorie MMT, che almeno offrono una via d'uscita percorribile
al baratro e la premessa di una maggiore partecipazione del popolo alle scelte
dei politici. Questo è il punto fondamentale su cui bisogna ragionare: rassegnarsi all'impoverimento e alla
corruzione politica oppure sperare con il tempo di rivitalizzare la nazione e
la democrazia con una maggiore partecipazione popolare alla vita pubblica e con un
utilizzo coerente della sovranità monetaria. Tradotto in questi termini l'Europa
è il paese della rassegnazione e del declino, mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e tutte le
nazioni con moneta sovrana del mondo, hanno ancora margini di speranza e non a
caso in questi paesi si stanno sviluppando nuove correnti di pensiero come la
MMT, Positive Money e altre, mentre in Europa tutto sembra fermo, statico, congelato
alla dittatura del pensiero unico neoliberista.
Sto seguendo diligentemente le lezioni e ,credo, con profitto. Vedremo alla fine. Ti volevo chiedere di chiarirmi un dubbio. In questi giorni si sta sviluppando un acceso dibattito sul ruolo della BCE come prestatore di ultima istanza.La Germania ovviamente nega che la Banca Centrale possa ricoprire questo ruolo,in base ai trattati, molti economisti invece esortano Draghi a Feddizzarsi. mi chiedo, quando il Governatore stacca assegni per centinaia di miliardi a beneficio delle Banche con i ltro in che che cosa differisce da l suo omologo americano ?
RispondiEliminaCarissima bentornata,
Eliminabene, sono contento che gli studi proseguono a ritmo serrato...passiamo alla BCE, la nostra amata, amatissima BCE (?), la differenza con la Fed è che la banca centrale americana monetizza direttamente i deficit pubblici comprando titoli di stato appena emessi (mercato primario) o quelli già circolanti (mercato secondario), mentre la BCE non può farlo per statuto e per il trattato di Maastricht, e in via del tutto eccezionale si limita ogni tanto a comprare titoli di stato europei sul mercato secondario...inoltre la Fed mantiene e gestisce un conto corrente del governo dove immette il denaro creato dal nulla monetizzando i titoli di stato, mentre alla BCE avviene il contrario: ogni stato ha un suo proprio conto corrente presso la rispettiva banca centrale (per l'Italia, la Banca d'Italia), ma non appena lo stato va in rosso, la banca centrale converte subito questo scoperto in titoli di stato che posta nel suo attivo (quindi incrementa subito il debito pubblico nazionale, senza dare alcun margine al governo di spendere la propria moneta)...la Fed quindi è un prestatore di ultima istanza sia per le banche che per lo stato, mentre la BCE è un prestatore di ultima istanza soltanto per le banche, perchè il denaro appena creato può essere immesso soltanto nel circuito interbancario e non altrove...c'è una gran bella differenza!!! E chi ha inventato il meccanismo perverso della BCE dovrebbe essere crocifisso e lapidato in pubblica piazza...ma siccome siamo buoni, ci limiteremo un giorno soltanto ai calci sulle gengive...Prodi, dov'è Prodi? Fatecelo vedere il mortadella, vogliamo sentirlo parlare...
Grazie, era proprio quello che volevo sapere.V0rrei tanto poter contraccambiare la tua disponibilità ma purtroppo sono solo una pianista e tu non sei diventato violinista! Sigh
RispondiEliminaIl violino è sempre laggiù in cantina e chissà che un giorno non ricominci a strimpellare...quindi tieniti pronta perchè potresti magari darmi qualche lezione a distanza (per intenderci i bemolle e i bequadro io non li ho mai capiti e penso che non li capirò mai)...comunque i tuoi interventi sono per me sempre molto interessanti, perchè toccano i punti più dolenti e ingarbugliati dell'attuale crisi finanziaria...quindi intervieni quando vuoi, così ci aiuti a ragionare insieme!!!
EliminaCiao Piero,
RispondiEliminaPiù leggo le argomentazioni di questa (presunta) teoria (MMT) , più penso che sia poca cosa e serva come servono le cose di poco conto, cioè quasi a nulla.
Scusa se i sembrerò polemico ma sentirsi preso continuamente in giro da politici, professoroni, giornalisti, menti definite eccelse ha un limite (ed io sono un limitato per natura).
Leggo: "Se qualsiasi soggetto diverso dal governo cerca di emettere valuta nazionale (a meno che non sia autorizzato in modo esplicito dal governo) viene perseguito per legge come un falsario, con pene severe e conseguente carcerazione".
Specificatamente le Banche cosiddette commerciali non sono autorizzate ad emettere moneta ma di fatto la emettono. Lo hai spiegato bene nell'articolo sulla riserva frazionaria; e questo avviene perché si sono stravolti dei concetti giuridici di base per la convivenza. Questo fatto incontrovertibile lo sanno tutti da tempo immemore, lo dicono i migliori economisti di tutti i tempi, lo ritrovi scritto su qualsiasi testo di macroeconomia eppure ci si guarda bene dal definirli atti di falsificazione. A conti fatti, la più alta percentuale di moneta, nazionale e non, viene emessa in questo modo; l'adoperiamo in continuazione e l'accettiamo per buona e ci dicono che lo sia. Quindi ai fini puramente economici le conseguenze le conosciamo (espansione monetaria, tassi d'interesse tenuti artificialmente bassi, ecc.) per quanto riguarda quelli giuridici... esistono aziende più uguali di altre.
Continuando la lettura, trovo: "Il governo non può costringere i cittadini ad usare la sua valuta per i pagamenti privati o ad accumulare la moneta in salvadanai, ma il governo può forzare l'uso della moneta per l’adempimento degli obblighi fiscali che esso stesso impone".
Questo è falso! È vero sì che io e te possiamo metterci d'accodo privatamente per un pagamento in valuta diversa (nel caso italiano) dall'Euro, ma è altrettanto vero che in nessun caso io possa rifiutare la vendita di un bene che esprima il suo prezzo in valuta nazionale se l'acquirente lo paga in contanti, in quanto la valuta nazionale è l'unica che garantisce il non più nulla a pretendere da parte del creditore nei confronti del debitore. Da questo se ne deduce che il discorso basato sulle tasse come stimolo all'accettazione una data valuta assomigli molto ad un contorsionismo linguistico. Allo Stato basta l'imposizione!
È normale che poi per dare forza a tale atto accetti indietro un suo debito per il pagamento delle imposte. Ma è anche una questione di logica.
Per quanto riguarda le tue considerazioni finali, un piccolo commento.
Anch'io fino a poco tempo addietro pensavo che la sovranità monetaria fosse un valore inalienabile ed assoluto di un popolo, poi considerando attentamente i pro ed i contro ho dovuto rivedere tale posizione.
Innanzitutto perché il popolo è totalmente incapace di comprendere i soprusi ai quali giornalmente è soggetto, poi per l'incapacità della classe politica di gestire uno strumento complesso e delicato come la moneta.
La loro visione dell'economia è troppo legata al breve periodo e tu sai bene che ogni manovra monetaria necessita di un lasso di tempo molto ampio per dare i suoi effetti, positivi o negativi che siano.
Abbiamo bisogno di un sistema monetario a prova di scimmia, che possiamo gestire direttamente assumendoci le nostre responsabilità. Abbiamo bisogno che i debiti vengano pagati e non procrastinati a babbo morto. Abbiamo bisogno di regole condivise alle quali nessuno possa sottrarsi. Abbiamo bisogno, per usare una mia espressione, di tornare contadini, apprezzare il valore del risparmio senza il quale nulla è possibile.
Dare credito a politici e presunti esperti pagati (non dico che questi professori lo siano) per confondere le idee anche quando queste possano apparire come una ventata d'arie fresca non porta a nulla specialmente se i privilegi accordati in nome di un bene superiore da corrotti e spregevoli personaggi non vengono rimossi.
Ciao Carlo,
Eliminacapisco bene i tuoi dubbi perchè in parte sono anche i miei...sto cercando infatti di studiare attentamente i principi della teoria MMT per capire quali sono i punti di forza e quelli di debolezza, i limiti e le reali prospettive...non a caso ho iniziato pure a proporre in parallelo la riforma inglese di Positive Money (http://tempesta-perfetta.blogspot.com/2012/01/modern-money-theory-mmt-e-positive.html) per avere un punto di vista diverso e un termine di paragone...pur essendo molto più utopistica e radicale, la proposta di Positive Money affronta proprio il problema della moneta creditizia creata dal nulla dalle banche e a suo modo lo risolve (ma siamo anche qui nel campo dei sogni, perchè prima dovremmo passare sopra il cadavere di migliaia di banchieri di Wall Street, City, etc che difficilmente molleranno l'osso)...
Queste proposte servono soprattutto a rispondere all'affermazione che si sente dire spesso in giro che non ci sono alternative a questo sistema...le alternative invece esistono ma manca soltanto il coraggio, la volontà e la forza di applicarle...come pure esistono forme locali di moneta complementare come lo Scec o il Sardex (http://tempesta-perfetta.blogspot.com/2012/01/il-sardex-la-moneta-elettronica-che-puo.html) che potrebbero nel corso degli anni riparare al regime di scarsità e mancanza di liquidità imposto dal sistema bancario...se un popolo ha capacità e potenzialità produttive non sfruttate è giusto che si organizzi da solo, senza attendere che siano sempre le banche a fornire gli strumenti finanziari per valorizzare questi beni e queste potenzialità umane inespresse...
Le perplessità sulla sovranità monetaria sono condivisibili e non a caso io ho affiancato a questo concetto una maggiore partecipazione attiva dei cittadini alle scelte dei politici, perchè senza un controllo attivo e costante il sistema tende ad andare alla deriva...però rifletti sempre su un punto: prima del 1981, quando di fatto abbiamo cominciato a perdere la nostra sovranità monetaria, le cose non stavano andando così malaccio per l'Italia, che dalle macerie del dopoguerra era riuscita a rialzare la testa...e il debito non era poi nemmeno così insostenibile in rapporto al PIL (circa la metà di quello attuale)...l'unico problema era la maledetta inflazione, che è stata favorita da scelte scellerate dei politici (vedi scala mobile), senza risolvere a monte il problema (eccessiva dipendenza dal petrolio, che era la vera causa dell'inflazione)...
Mentre dopo avere privatizzato la gestione e la creazione del denaro, siamo scesi progressivamente verso il baratro...tu credi davvero che affidare ai privati la politica monetaria sia meglio che affidarla ai nostri politici corrotti, incompetenti e ladri??? Io credo di no, perchè i politici bene o male li possiamo controllare e giudicare, mentre i banchieri no, sono intoccabili, sovranazionali, e inamovibili...quindi, nel mio piccolo, io sosterrò sempre la sovranità monetaria come principio democratico inalienabile da cui fare partire ogni altra forma di cambiamento...la MMT nell'immediato ci può dare uno strumento per contestare il regime esistente, anche se non è una soluzione definitiva a tutti i problemi...quindi continuerò a studiare, diffondere teorie come MMT e Positive Money perchè senza questi argomenti noi due non avremmo nemmeno avuto questo confronto e tutto sarebbe rimasto fermo a quella frase magica dei banchieri: TINA (there is no alternative, non ci sono alternative)...a presto e grazie per l'intervento che è molto pertinente, soprattutto sull'idea delle tasse come unica forma di accettazione di una moneta (anche io ho molti dubbi in proposito e la tua osservazione ha rafforzato la mia idea che anche l'esistenza di prodotti acquistabili e prezzati in moneta impone l'accettazione di una certa valuta nazionale)...a presto! Piero
Ciao Piero,
RispondiEliminanon sarei così categoricamente contrario al privato. Egli ha dimostrato di saper scegliere e gestire in modo efficiente la moneta che più gli aggrada. Prendiamo l'esempio da te citato delle monete complementari. Se non erro ne esistono oltre 1.000 tipi nel mondo. I sistemi adoperati per il loro funzionamento sono dei più svariati e tutti procedono senza intoppi. Il privato ha semplicemente e liberamente deciso d'aderirvi, di usare tale moneta nei propri scambi, nessuna costrizione, nessun potere politico a cui demandare decisioni. Ma la moneta complementare (paragonabile ad un buono sconto) non è alternativa. Allora possiamo prendere come esempio il SIMEC, o la moneta a tasso negativo di Gesell, scelte ed usate liberamente e bloccate proprio da quel potere politico che si crede sia messo nelle condizioni migliori per decidere per tutti.
Perché sembra giusto che io debba essere obbligato a scambiare il mio lavoro con un debito irredimibile e non con qualsiasi altra moneta o merce che posso ritenere più consona? Sono forse incapace di capire qual'è la cosa migliore per me? E se anche fosse, non è forse giusto che io paghi in prima persona i miei errori di valutazione?
Le banche, Piero, devono fare le banche. Hanno un loro compito da svolgere: raccogliere i risparmi ed offrirli agl'imprenditori che richiedono prestiti, assicurandosi dei progetti ai quali sono destinati. Non c'è nulla di male in questo. Il male sta nel moltiplicare i pani ed i pesci per far credere al popolino d'avere la pancia piena.
La cosa aberrante è che il popolino si sente sazio, fin quando non scopre che sono mesi che non tocca un boccone; allora comincia a lamentarsi perché gli è stato promesso il pasto gratis e non si rende conto che di gratis, da che mondo è mondo, non è mai esistito nulla!
Alla prossima, Carlo
Ciao Carlo,
Eliminase per privati intendiamo gli accordi locali con le monete complementari, io sono d'accordissimo con te, tanto è vero che ho più volte scritto nell'articolo sul sardex (moneta elettronica complementare) che bisogna spingere per lo sviluppo dal basso di questi sistemi monetari complementari...ma se per privato intendiamo la moneta a corso legale (quella con cui siamo obbligati a pagare le tasse per intenderci) che ci viene imposta dalla banca centrale privata BCE o Fed, allora in quel caso preferisco mille vole che la banca centrale sia pubblica e nazionale perchè è assurdo che un privato debba gestire e speculare sulla moneta utilizzata e accettata in buona fede dai cittadini tramite un preciso accordo legale con lo stato di appartenenza...per quanto riguarda il Simec di Auriti e la moneta di Gesell, tutte buone, buonissime e a volte eroiche (vedi il caso di Auriti che si è messo a lottare come un leone contro le iene della banca d'italia) iniziative, ma oggi appaiano un pò superate perchè la gente ha ormai strumenti elettronici molto più efficaci per scambiarsi prodotti contro moneta (il metodo sardex è perfetto in questo caso)...le banche commerciali non hanno mai fatto quel lavoro di intermediarie che dici tu (prendere i risparmi dai cittadini e prestarli agli imprenditori), ma hanno sempre creato denaro dal nulla per aprire nuovi prestiti e depositi, quindi bisognerebbe imporgli un limite come proposto da Positive Money, e ho scritto diversi articoli in proposito...il popolino invece un giorno capirà, sarà costretto a capire o almeno spero che capisca che in tutto questo assurdo sistema monetario attuale quelli che sono costretti a rimetterci di più sono proprio loro...a presto! Piero
io desidererei tanto che qualcuno desse risposta alla seguente domanda: il ricavato dalle aste dei titoli di stato (bot o quant'altro) se lo tiene la Banca d'Italia o lo versa al Tesoro? - Ho chiesto di qua e di là e nessuno mi ha saputo dire nulla. Fa parte dei Misteri del Mondo? Grazie
RispondiEliminaCuriosus
Il ricavato delle aste dei titoli di stato viene depositato sul conto corrente del Tesoro presso la Banca d'Italia...quindi in teoria sono vere entrambe le risposte, perchè i soldi sono del Tesoro ma rimangono dentro Banca d'Italia, che offre soltanto un semplice servizio di tesoreria e gestione dei flussi in entrata e in uscita dal conto corrente statale...ricorda che la Banca d'Italia non può anticipare scoperti allo stato italiano, a causa degli accordi di Maastricht, quindi la gestione di questo conto è molto prudenziale, perchè il Tesoro non può mai andare in rosso...a differenza di tutti gli altri stati sovrani del mondo!!! Una bella fregatura insomma...
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