giovedì 8 marzo 2012

POSITIVE MONEY, LA CRISI FINANZIARIA E I DIFETTI DEL SISTEMA BANCARIO MODERNO






Su gentile segnalazione di un lettore, pubblico oggi un video in cui Ben Dyson, il fondatore del movimento inglese Positive Money, descrive in modo impeccabile e semplice il sistema bancario moderno, evidenziandone i limiti e i maggiori difetti strutturali. Il video è in inglese con i sottotitoli in italiano (nel caso non dovessero attivarsi automaticamente cliccare sul tasto CC) ed è abbastanza lungo, quindi dovete dedicare un po’ del vostro tempo libero per ascoltare la conferenza di Ben Dyson, ma ne vale sicuramente la pena.

In ogni caso, per chi non ha sufficiente tempo libero da dedicare alla visione del video, cercherò di seguito di sintetizzare i più importanti concetti espressi dal fondatore di Positive Money, che poi sono gli stessi già descritti e condivisi in altri articoli. Innanzitutto Dyson mette in evidenza i tre maggiori limiti legislativi e operativi del sistema bancario commerciale, che con il sostegno dello stato e della banca centrale, si riserva il diritto di creare nuova moneta bancaria e di influenzare pesantemente l’andamento economico di una società, sia in periodi di espansione che di contrazione. In particolare:




     1)   I soldi depositati dai clienti diventano di proprietà della banca

     2)   La banca può disporre di questi soldi come meglio crede

     3)   La banca può creare soldi dal nulla attraverso l’apertura di nuovi prestiti



Come avevamo visto nel precedente articolo sul sistema della riserva frazionaria, la banca non utilizza i risparmi e i depositi dei clienti per fare prestiti, perché materialmente non potrebbe farlo visto che non può utilizzare due volte lo stesso potere d’acquisto (come faccio a prestare i soldi di A a B se poi A ne rimane sprovvisto?). Quindi tutta la letteratura scientifica che descrive il sistema economico come un circuito chiuso che parte dai risparmi dei consumatori, da cui si creano gli investimenti attraverso l’attività creditizia di intermediazione delle banche e questi ultimi producono beni di consumo e reddito è fondamentalmente falsa e poco aderente alla realtà.

Quello che succede normalmente è invece che le banche utilizzano i depositi iniziali dei clienti, di cui diventano proprietari al momento della sottoscrizione del contratto, per aumentare il livello delle loro riserve detenute presso la banca centrale. Avendo questa maggiore disponibilità di riserve, le banche possono investire nelle attività più lucrative che sono quelle finanziarie (obbligazioni pubbliche e private, azioni, titoli derivati), non avendo nessun obbligo specifico nei confronti del correntista che ha fatto l’iniziale deposito. Fra l’altro gli investimenti in borsa sono le uniche operazioni che possono essere fatte con le riserve bancarie, che potendo essere movimentate soltanto nel circuito interbancario che collega le varie banche fra di loro e queste ultime alla banca centrale, non circolano fisicamente nei depositi a vista della cosiddetta economia reale.

Nell’economia reale si muove invece soltanto moneta bancaria di secondo livello rispetto alle riserve, creata dal nulla dalle banche nel momento in cui viene concesso un nuovo prestito e di conseguenza aperto un nuovo deposito nei confronti del cliente mutuatario. Le banche non hanno nessun limite nella creazione della moneta bancaria ovvero nella concessione di nuovi prestiti, potendo agire solamente in base a criteri discrezionali di profitto, convenienza, rischio, aspettative di mercato. Il meccanismo della riserva frazionaria infatti, come abbiamo già visto, non ha mai funzionato nel sistema bancario moderno e poteva avere una certa ragionevolezza soltanto quando esisteva una consistente quantità di monete in oro (circa 200 anni fa quindi), ma con il passaggio alle banconote prima e alla moneta elettronica oggi, non ha più alcun senso logico (ma serve soltanto ai banchieri per giustificare e legittimare la loro logica contorta).

Molti già sanno che la riserva frazionaria venne utilizzata per la prima volta dagli antichi orafi o banchieri che custodivano i depositi in oro dei clienti in cambio di certificati di deposito, i quali dopo un’inziale riluttanza da parte dei commercianti cominciarono ad essere scambiati regolarmente nei mercati come fosse moneta reale. Alcuni attenti banchieri si accorsero che statisticamente il numero di clienti che tornava in banca a cambiare i certificati di deposito per ritirare il proprio oro era molto limitato: circa il 10% del totale dei depositi in oro veniva periodicamente prelevato e movimentato, mentre il restante 90% rimaneva fermo nei forzieri. Da qui nasce l’idea dei banchieri di utilizzare questo 90% di oro depositato per fare nuovi prestiti a clienti che avevano necessità di moneta, lucrando sull’interesse. Ovviamente il sistema reggeva finchè i mutuatari rimborsavano i loro debiti e i depositanti non si recavano contemporaneamente in banca per ritirare il loro oro.

Il passaggio ulteriore avvenne quando i certificati di deposito o note di banco cominciarono a diventare una moneta sostitutiva rispetto alle monete d’oro e d’argento: i clienti non solo non chiedevano più indietro le ricchezze in metalli preziosi, ma chiedevano direttamente prestiti sotto forma di nuove banconote, create dal nulla dalla banca sulla scia della fiducia della collettività riguardo alla piena convertibilità fra le banconote circolanti e l’oro custodito nei forzieri. Ed è proprio a questo punto che il meccanismo della riserva frazionaria salta completamente per aria, perché non esisteva più un limite fisico (l’oro che si spostava materialmente dai forzieri della banca alle casse dei clienti mutuatari) alla creazione di nuove banconote e le banche cominciarono a stampare molte più banconote rispetto all’oro custodito, inaugurando il periodo del cosiddetto corso forzoso (ovvero mancanza di convertibilità in oro o altro bene) delle banconote, perché nessuno in definitiva era in grado di controllare e verificare cosa in pratica facevano i banchieri.

L’evoluzione recente dalle banconote e monete metalliche (che ormai rappresentano un’assoluta minoranza dell’intera base monetaria creata dal nulla dalle banche centrali) alla moneta elettronica delle riserve bancarie ha solo amplificato la distorsione del sistema, ma gli effetti sono rimasti gli stessi: le banche non hanno più bisogno di avere depositi in oro per giustificare la loro attività creditizia, ma ricevono continuamente e costantemente riserve di moneta elettronica da parte della banca centrale, e sulla base di queste riserve possono fare tutti i prestiti che vogliono (non prestando riserve, perché materialmente impossibile, ma creando dal nulla nuovi depositi e nuova moneta bancaria). 

Quindi è chiaro come il legame diretto fra le banche commerciali e la banca centrale abbia tagliato completamente fuori la funzione del risparmio raccolto dai clienti come base di partenza per i nuovi prestiti, perché il risparmio come abbiamo già detto verrà convogliato direttamente verso gli investimenti più redditizi in finanza. Considerando che soltanto le grandi società multinazionali emettono obbligazioni o titoli quotati in borsa per raccogliere capitali sui mercati (mentre le piccole e medie aziende quotate o non quotate in borsa si affidano quasi esclusivamente ai prestiti diretti), avremo chiaro quale tipo di sviluppo finanzino principalmente le banche con i soldi depositati dai clienti.

Ma se tutto il denaro che viene utilizzato nell’economia reale nasce inizialmente da un prestito, cosa accade se tutti ripagano contemporaneamente i loro debiti? Semplice, il denaro si esaurisce, l’economia si paralizza; anzi avremo ancora un debito da rimborsare alla banca, perché ancora andrebbero risarciti gli interessi applicati sui prestiti, che a questo punto potrebbero essere pagati soltanto con il sangue, perché non esisterebbe più nei mercati moneta cartacea, metallica o elettronica sufficiente a rimborsare questa eccedenza monetaria rispetto al montante iniziale del prestito. Quando si arriva a questo punto della discussione molti spesso scuotono la testa perchè non credono che le cose funzionino realmente così, tirando in ballo parecchi esempi del tipo:

ü  Sono un lavoratore dipendente privato e non ho mai contratto prestiti, quindi il mio    deposito in banca è pulito e non è gravato da debito: ma da chi riceve lo stipendio mensile il lavoratore? Dall’azienda. L’azienda per pagare gli stipendi e i fornitori deve indebitarsi con una banca, quindi i soldi che arrivano mensilmente sul conto corrente del lavoratore dipendente sono già gravati da debito. Non solo. Anche ammettendo che l’azienda sia in buona salute e non abbia bisogno del sostegno bancario (cosa assai rara per diversi motivi), significa che lo stipendio dei lavoratori arriva direttamente dal fatturato di vendita dei prodotti e in ultima istanza dai clienti dell’azienda, che molto spesso hanno dovuto indebitarsi con una banca per comprare quei prodotti. Ed esempi del genere ne possono essere fatti infiniti.

 ü  Sono un lavoratore dipendente pubblico, non ho prestiti in corso e il mio stipendio mi viene pagato dallo stato e non dalla vendita dei prodotti. Qui dovremmo andare abbastanza spediti perché ormai tutti sanno che lo stato (in particolare lo stato italiano che utilizza l’euro) per pagare gli stipendi e le spese pubbliche deve indebitarsi con una banca. Anche ammettendo l’ipotetico caso di uno stato in pareggio di bilancio che riesce a coprire tutte le sue spese con le entrate fiscali, saremmo ritornati al punto di partenza, perché le tasse vengono prelevate dai depositi dei clienti privati, i cui soldi in moneta bancaria sono sempre gravati da debito.


A questo punto, dopo avere dimostrato l’esistenza di un monopolio esclusivo delle banche commerciali nella creazione di tutta la moneta circolante nei depositi dei clienti tramite la concessione di nuovi prestiti, possiamo capire quale influenza abbiano le banche nella nascita di nuove crisi finanziarie sempre più frequenti e devastanti (si calcola ormai che il tempo medio fra una crisi e l’altra sia all’incirca di 7 anni, ma questa durata potrebbe restringersi ulteriormente perché la massa totale di base monetaria, depositi e altre forme di denaro meno liquide come i titoli derivati, che si muove sui mercati reali e finanziari è sempre in crescente aumento).

Quando le prospettive di crescita di un mercato (per esempio quello immobiliare) sono buone, le banche prestano senza badare troppo ai dettagli e alle garanzie fornite dai clienti mutuatari, perché in definitiva creano soldi dal nulla senza alcuna spesa e i dirigenti bancari ricevono bonus in base alla quantità e al valore dei prestiti erogati. Non appena i primi mutuatari si rivelano insolventi perché incapaci di pagare le rate del mutuo (magari stipulato in regime di tasso variabile e quindi con interesse crescente in base alla maggiore diffidenza del mercato interbancario), il sistema gonfiato artificialmente comincia ad implodere su stesso e sono necessari gli interventi non convenzionali delle banche centrali, i salvataggi pubblici delle banche o addirittura le nazionalizzazioni parziali o totali di alcuni istituti di credito privati per tenere ancora in piedi tutta l’impalcatura.

In questo caso, le banche si chiudono a riccio dentro il loro guscio stringendo al massimo i cordoni del credito e avviene quello che in gergo viene chiamato “credit crunch”. Siccome la maggior parte del denaro circolante viene immesso tramite l’apertura di nuovi prestiti da parte delle banche, se queste ultime non fanno più credito il denaro presente sui mercati tende a rarefarsi e a diventare sempre più scarso, anche perchè chi ha contratto un prestito in precedenza è ancora costretto a ripagarlo riducendo ancora di più la moneta circolante nel circuito dell’economia reale.

Questa scarsità di denaro nel sistema produttivo crea un calo di domanda, un incremento della disoccupazione e l’ingresso rapido nel vortice della recessione, che può poi sfociare in deflazione (abbassamento dei prezzi) o stagflazione (aumento dei prezzi) dipendentemente dalla capacità di reazione del sistema produttivo di adattarsi alle nuove condizioni del mercato (ricordiamo che il denaro diventa scarso nell’economia reale, ma nei circuiti interbancari e finanziari dove circolano riserve e titoli, la massa degli aggregati monetari tende sempre ad aumentare, anche grazie alle iniezioni di nuove riserve da parte delle banche centrali con operazioni di rifinanziamento non convenzionali come il quantitative easing QE o il LTRO).

Interessante notare all’interno del sistema anche il ruolo della banca centrale, che si prefigura come un prestatore di ultima istanza per tutto il settore bancario nel suo complesso ma è indifferente alle sorti pubbliche delle nazioni. La banca centrale alza leggermente il regime dei tassi in periodo di espansione per consentire ai banchieri di speculare sui tassi alti, ma non appena arriva la crisi abbassa di nuovo i tassi fino a zero per invogliare i giovani clienti ad entrare in banca a chiedere un mutuo a tasso variabile, rimanendo poi intrappolati nella spirale degli interessi crescenti qualora le condizioni del mercato dovessero migliorare. Quindi la banca centrale è sempre al servizio degli interessi delle banche e mai degli stati o della popolazione civile.
     
Nel secondo video, che pubblicherò nei prossimi giorni, Ben Dyson illustra le soluzioni trovate dal movimento Positive Money per rispondere e cercare una soluzione valida a questi problemi cronici del settore bancario.


10 commenti:

  1. Indubbiamente il video e' da applausi!
    E' un modo semplice e diretto di spiegare come funziona il sistema monetario a chi non ne sa nulla.
    C'e' chi lo ha scritto 100 anni fa, passo per passo, spiegando in modo piu' complesso a chi poco ne mastica, come funziona realmente il ciclo economico.
    E gia' all'epoca accusava di truffa il sistema bancario.
    Comunque fino ad adesso la spiegazione e' stata forse "generosa" nei confronti dello Stato (tradotto: governanti).
    Quando ho scritto che il legislatore ha ribaltato i concetti giuridici e' perche' se qualcuno si fosse reso conto prima della differenza che esiste fra il deposito da un lato, e il mutuo dall'altro, probabilmente questa situazione difficilmente si sarebbe creata (anche il ragazzo che spiega, su questa questione non si e' soffermato dando per scontato, almeno cosi' mi e' parso, l'equivalenza fra i due contratti).
    Ma poiche' Stato (governanti) e finanza (usurai monopolisti) vanno a braccetto ecco che l'illusione ha preso corpo e vita.


    P.S.Dato che ho trovato la seconda puntata ..... t'anticipo. Tanto la tv non la guardo quasi piu'.
    Carlo

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    1. E fai bene...a non guardare la TV, perchè ripetono sempre le stesse cose senza andare mai a fondo in niente...per il resto, ovvio che le tesi di Positive Money non nascono dal nulla, ma derivano da una lunga traduzione di economisti che avevano già denunciato gli abusi del sistema bancario...Wecksell e Von Mises furono fra i più attivi in questo senso, ma bisogna riconoscere il merito ai ragazzi di Positive Money di avere riadattato le vecchie denunce al nuovo contesto della moneta fiat elettronica...se hai già visto il secondo video avrai appreso che il loro modo di risolvere il problema bancario è perfetto, perchè viene identificata quella differenza fra depositi (transaction account) e mutui (investment account) che è all'origine di tutti i problemi...ma è perfetto solo in teoria mentre in pratica, come dici tu, dobbiamo scontrarci contro il potere politico che difende e tutela l'attuale sistema finanziario...ed è questa la sfida più importante che dovrebbero affrontare i cittadini più attivi e quelli che si ritengono tali: combattere con le idee e non solo con le manifestazioni di piazza sia il potere politico che quello finanziario...ci riusciranno i nostri eroi??? Bohhhhh....Piero

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  2. Nota: Ben Dyson e' il fondatore del Positive Money

    Daniele

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  3. Pregevole articolo Caro Piero!!!!

    Il problema sollevato da Carlo, è molto reale purtroppo, infatti gli "usurai monopolisti", come lui chiama in modo prodigioso e sacrosanto i banchieri, sono difesi e tutealti da tutto l'arco politico istituzionale in Italia come all'estero.
    O troviamo una classe politica scevra da ogni influenza e interesse dei banchieri, oppure la "Casta" politica effettivamente non ci libererà mai dagli "strozzini istituzionali" meglio noti come Finanza Internazionale.
    E dovremo sottostare alla loro tirannìa finanziaria fino a che ridurranno la classe media, più povera di un pensionato sociale di 450 € al mese.
    Questi ci stanno impoverendo, e fino a quando durerà il credit crunch, nonostante tante immissioni pro-banche da parte delle Banche Centrali, sarà un lento e progressivo impoverimento generale!!!

    saluti, Nicola.

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  4. Caro Piero,
    a supporto dei tuoi ottimi articoli, sul fatto che sono le banche a creare denaro, senza avere le riserve in anticipo, ti riporto quanto segnalato dal lettore Daniele sul sito di Carmen Voci dall'Estero:

    "questo documento ufficiale che proviene dal sito di BoE...e' il bollettino ufficiale che descrive il sistema bancario inglese dove si trova la prova ufficiale che le banche creano denaro.

    spero sia di interesse!

    pagina 405 paragrafo "The money-creating sector" dice esplicitamente "“The money-creating sector in the United Kingdom consists of resident banks (including the Bank of England) and building societies....”....

    pag 383 "“…the banking sector plays such an important role in the creation of money. Changes in the terms for deposits will affect the demand for money, while changes in the terms for loans will affect the amount of bank lending and hence money supply....”

    “When banks make loans they create additional [bank] deposits for those that have borrowed the money....” p.377

    http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/qb0703.pdf


    Inoltre segnalo il seguente articolo MMT dal sito di Bill Mitchell:

    "Building bank reserves will not expand credit"

    http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=6617

    in tale articolo viene citato un paper ufficiale del BIS(Banca dei Regolamenti Internazionali)

    cordiali saluti, Nicola

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    1. Grazie Nicola,
      i riferimenti che mi hai fornito sono molto interessanti...il documento della BoE viene anche citato da Dyson nel video e conferma quello che noi sosteniamo da tempo: le banche creano denaro dal nulla senza avere necessità di niente, nè delle riserve bancarie nè dei risparmi dei depositanti...leggerò con attenzione l'articolo di Mitchell che potrebbe fornirci qualche spiegazione in più sul modo in cui operano le banche...grazie e a presto!!! Piero

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    2. Ciao Piero e Nicola,
      il documento segnalato da Nicola e' stato appunto ripreso dal sito di Positive Money dove potete trovare anche una lettera della BoE in risposta a esplicita domanda di Dyson che chiedeva conferma sulla creazione da parte delle banche del denaro. Questo per dimostrare anche la puntigliosità di Dyson nella ricerca. Non accontentandosi dei documenti ufficiali già a disposizione ha voluto una risposta scritta dalla BoE. Ho ritenuto fosse utile inviare sia questo doc che i video a un po di siti tra cui questo e quello sopra citato, per far conoscere positive money in Italia, anche perché i due amici che hanno tradotto i video hanno sacrificato il loro tempo libero, che in Inghilterra, dove arriviamo a lavorare anche 15 ore al giorno, non e' molto.
      Comunque nel sito della BoE troverete molti più documenti aperti al pubblico rispetto alla disponibilità fornita dalle altre BC.

      @Piero: avevo risposto al tuo commento all'altro articolo dove mi avevi lasciato la tua mail ma credo che il sistema abbia combinato qualcosa perche nn e' stata pubblicata.
      Comunque usero' la tua mail se avro' qualcosa di nuovo da UK o Canada etc dove abbiamo i nostri contatti che ci tengono aggiornati su quel che succede nei loro paesi.

      A presto

      Daniele

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    3. Perfetto Daniele!!!
      Proprio stamattina ho pubblicato il secondo video, sulle soluzioni proposte da Positive Money...la teoria è di una semplicità straordinaria e risolverebbe davvero radicalmente tutti i problemi e i difetti del sistema bancario moderno...quando hai nuovo materiale o info, manda pure che io lo pubblico immediatamente...grazie per la collaborazione e buon lavoro!!! Piero

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    4. Leggo subito il tuo articolo allora...il video lo conosco a memoria!

      Daniele

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