Su gentile segnalazione di un lettore, pubblico oggi
un video in cui Ben Dyson, il fondatore del movimento
inglese Positive Money, descrive in modo impeccabile e semplice il sistema
bancario moderno, evidenziandone i limiti e i maggiori difetti strutturali.
Il video è in inglese con i sottotitoli in italiano (nel caso non dovessero attivarsi
automaticamente cliccare sul tasto CC) ed è abbastanza lungo, quindi dovete dedicare
un po’ del vostro tempo libero per ascoltare la conferenza di Ben Dyson, ma ne
vale sicuramente la pena.
In ogni caso, per chi non ha sufficiente tempo
libero da dedicare alla visione del video, cercherò di seguito di sintetizzare
i più importanti concetti espressi dal fondatore di Positive Money, che poi sono
gli stessi già descritti e condivisi in altri articoli. Innanzitutto Dyson
mette in evidenza i tre maggiori limiti legislativi e operativi del sistema
bancario commerciale, che con il sostegno dello stato e della banca centrale, si
riserva il diritto di creare nuova moneta bancaria e di influenzare pesantemente
l’andamento economico di una società, sia in periodi di espansione che di
contrazione. In particolare:
1)
I soldi depositati dai clienti diventano di proprietà
della banca
2)
La banca può disporre di questi soldi come
meglio crede
3)
La banca può creare soldi dal nulla
attraverso l’apertura di nuovi prestiti
Come avevamo visto nel precedente articolo sul sistema della riserva frazionaria, la banca non utilizza i risparmi e i depositi dei clienti per fare prestiti, perché materialmente non potrebbe farlo visto che non può utilizzare due volte lo stesso potere d’acquisto (come faccio a prestare i soldi di A a B se poi A ne rimane sprovvisto?). Quindi tutta la letteratura scientifica che descrive il sistema economico come un circuito chiuso che parte dai risparmi dei consumatori, da cui si creano gli investimenti attraverso l’attività creditizia di intermediazione delle banche e questi ultimi producono beni di consumo e reddito è fondamentalmente falsa e poco aderente alla realtà.
Quello che succede normalmente è invece che le
banche utilizzano i depositi iniziali dei clienti, di cui diventano proprietari
al momento della sottoscrizione del contratto, per aumentare il livello delle
loro riserve detenute presso la banca centrale. Avendo questa maggiore
disponibilità di riserve, le banche possono investire nelle attività più
lucrative che sono quelle finanziarie (obbligazioni pubbliche e private,
azioni, titoli derivati), non avendo nessun obbligo specifico nei confronti del
correntista che ha fatto l’iniziale deposito. Fra l’altro gli investimenti in
borsa sono le uniche operazioni che possono essere fatte con le riserve
bancarie, che potendo essere movimentate soltanto nel circuito interbancario
che collega le varie banche fra di loro e queste ultime alla banca centrale,
non circolano fisicamente nei depositi a vista della cosiddetta economia reale.
Nell’economia
reale si muove invece soltanto moneta bancaria di secondo livello rispetto alle riserve, creata dal nulla dalle banche nel momento in cui
viene concesso un nuovo prestito e di conseguenza aperto un nuovo deposito nei
confronti del cliente mutuatario. Le banche non hanno nessun limite nella
creazione della moneta bancaria ovvero nella concessione di nuovi prestiti,
potendo agire solamente in base a criteri discrezionali di profitto,
convenienza, rischio, aspettative di mercato. Il meccanismo della riserva
frazionaria infatti, come abbiamo già visto, non ha mai funzionato nel sistema
bancario moderno e poteva avere una certa ragionevolezza soltanto quando esisteva
una consistente quantità di monete in oro (circa 200 anni fa quindi), ma con il
passaggio alle banconote prima e alla moneta elettronica oggi, non ha più alcun
senso logico (ma serve soltanto ai banchieri per giustificare e legittimare la
loro logica contorta).
Molti già sanno che la riserva frazionaria venne
utilizzata per la prima volta dagli antichi orafi o banchieri che
custodivano i depositi in oro dei clienti in cambio di certificati di
deposito, i quali dopo un’inziale riluttanza da parte dei commercianti cominciarono
ad essere scambiati regolarmente nei mercati come fosse moneta reale. Alcuni
attenti banchieri si accorsero che statisticamente il numero di clienti che tornava
in banca a cambiare i certificati di deposito per ritirare il proprio oro era
molto limitato: circa il 10% del totale dei depositi in oro veniva
periodicamente prelevato e movimentato, mentre il restante 90% rimaneva fermo
nei forzieri. Da qui nasce l’idea dei banchieri di utilizzare questo 90% di oro
depositato per fare nuovi prestiti a clienti che avevano necessità di moneta,
lucrando sull’interesse. Ovviamente il sistema reggeva finchè i mutuatari
rimborsavano i loro debiti e i depositanti non si recavano contemporaneamente
in banca per ritirare il loro oro.
Il passaggio ulteriore avvenne quando i certificati
di deposito o note di banco cominciarono a diventare una moneta sostitutiva
rispetto alle monete d’oro e d’argento: i clienti non solo non chiedevano più
indietro le ricchezze in metalli preziosi, ma chiedevano direttamente prestiti
sotto forma di nuove banconote, create dal nulla dalla banca sulla scia
della fiducia della collettività riguardo alla piena convertibilità fra le
banconote circolanti e l’oro custodito nei forzieri. Ed è proprio a questo punto
che il meccanismo della riserva frazionaria salta completamente per aria,
perché non esisteva più un limite fisico (l’oro che si spostava materialmente
dai forzieri della banca alle casse dei clienti mutuatari) alla creazione di nuove
banconote e le banche cominciarono a stampare molte più banconote rispetto
all’oro custodito, inaugurando il periodo del cosiddetto corso forzoso
(ovvero mancanza di convertibilità in oro o altro bene) delle banconote, perché
nessuno in definitiva era in grado di controllare e verificare cosa in pratica
facevano i banchieri.
L’evoluzione recente dalle banconote e monete
metalliche (che ormai rappresentano un’assoluta minoranza dell’intera base
monetaria creata dal nulla dalle banche centrali) alla moneta
elettronica delle riserve bancarie ha solo amplificato la distorsione del
sistema, ma gli effetti sono rimasti gli stessi: le banche non hanno più bisogno
di avere depositi in oro per giustificare la loro attività creditizia, ma
ricevono continuamente e costantemente riserve di moneta elettronica da parte
della banca centrale, e sulla base di queste riserve possono fare tutti i
prestiti che vogliono (non prestando riserve, perché materialmente impossibile,
ma creando dal nulla nuovi depositi e nuova moneta bancaria).
Quindi è chiaro
come il legame diretto fra le banche commerciali e la banca centrale abbia
tagliato completamente fuori la funzione del risparmio raccolto dai clienti
come base di partenza per i nuovi prestiti, perché il risparmio come abbiamo
già detto verrà convogliato direttamente verso gli investimenti più redditizi
in finanza. Considerando che soltanto le grandi società multinazionali
emettono obbligazioni o titoli quotati in borsa per raccogliere capitali sui
mercati (mentre le piccole e medie aziende quotate o non quotate in borsa
si affidano quasi esclusivamente ai prestiti diretti), avremo chiaro quale tipo
di sviluppo finanzino principalmente le banche con i soldi depositati dai clienti.
Ma se
tutto il denaro che viene utilizzato nell’economia reale nasce inizialmente da
un prestito, cosa accade se tutti ripagano contemporaneamente i loro debiti? Semplice, il denaro si esaurisce, l’economia si paralizza; anzi avremo
ancora un debito da rimborsare alla banca, perché ancora andrebbero risarciti
gli interessi applicati sui prestiti, che a questo punto potrebbero essere
pagati soltanto con il sangue, perché non esisterebbe più nei mercati moneta
cartacea, metallica o elettronica sufficiente a rimborsare questa eccedenza monetaria
rispetto al montante iniziale del prestito. Quando si arriva a questo punto della
discussione molti spesso scuotono la testa perchè non credono che le cose funzionino
realmente così, tirando in ballo parecchi esempi del tipo:
ü
Sono un lavoratore dipendente privato e non ho mai
contratto prestiti, quindi il mio deposito in banca è pulito e non è gravato da
debito: ma da chi riceve lo stipendio mensile il lavoratore? Dall’azienda.
L’azienda per pagare gli stipendi e i fornitori deve indebitarsi con una banca,
quindi i soldi che arrivano mensilmente sul conto corrente del lavoratore
dipendente sono già gravati da debito. Non solo. Anche ammettendo che l’azienda
sia in buona salute e non abbia bisogno del sostegno bancario (cosa assai rara
per diversi motivi), significa che lo stipendio dei lavoratori arriva
direttamente dal fatturato di vendita dei prodotti e in ultima istanza dai
clienti dell’azienda, che molto spesso hanno dovuto indebitarsi con una banca
per comprare quei prodotti. Ed esempi del genere ne possono essere fatti
infiniti.
ü
Sono un lavoratore dipendente pubblico, non ho
prestiti in corso e il mio stipendio mi viene pagato dallo stato e non dalla
vendita dei prodotti. Qui dovremmo andare abbastanza spediti perché ormai tutti
sanno che lo stato (in particolare lo stato italiano che utilizza l’euro) per
pagare gli stipendi e le spese pubbliche deve indebitarsi con una banca. Anche ammettendo
l’ipotetico caso di uno stato in pareggio di bilancio che riesce a coprire
tutte le sue spese con le entrate fiscali, saremmo ritornati al punto di
partenza, perché le tasse vengono prelevate dai depositi dei clienti privati, i
cui soldi in moneta bancaria sono sempre gravati da debito.
A questo punto, dopo avere dimostrato l’esistenza di
un monopolio esclusivo delle banche commerciali nella creazione di tutta la
moneta circolante nei depositi dei clienti tramite la concessione di nuovi
prestiti, possiamo capire quale influenza abbiano le banche nella nascita di
nuove crisi finanziarie sempre più frequenti e devastanti (si calcola
ormai che il tempo medio fra una crisi e l’altra sia all’incirca di 7 anni,
ma questa durata potrebbe restringersi ulteriormente perché la massa totale di
base monetaria, depositi e altre forme di denaro meno liquide come i titoli derivati,
che si muove sui mercati reali e finanziari è sempre in crescente aumento).
Quando le prospettive di crescita di un
mercato (per esempio quello immobiliare) sono buone, le banche prestano senza
badare troppo ai dettagli e alle garanzie fornite dai clienti mutuatari, perché
in definitiva creano soldi dal nulla senza alcuna spesa e i dirigenti bancari
ricevono bonus in base alla quantità e al valore dei prestiti erogati. Non
appena i primi mutuatari si rivelano insolventi perché incapaci di pagare le
rate del mutuo (magari stipulato in regime di tasso variabile e quindi con
interesse crescente in base alla maggiore diffidenza del mercato
interbancario), il sistema gonfiato artificialmente comincia ad implodere su
stesso e sono necessari gli interventi non convenzionali delle banche centrali,
i salvataggi pubblici delle banche o addirittura le nazionalizzazioni
parziali o totali di alcuni istituti di credito privati per tenere ancora in
piedi tutta l’impalcatura.
In questo caso, le banche si chiudono a riccio
dentro il loro guscio stringendo al massimo i cordoni del credito e avviene
quello che in gergo viene chiamato “credit
crunch”. Siccome la maggior parte del denaro circolante viene immesso
tramite l’apertura di nuovi prestiti da parte delle banche, se queste ultime
non fanno più credito il denaro presente sui mercati tende a rarefarsi e a diventare
sempre più scarso, anche perchè chi ha contratto un prestito in precedenza
è ancora costretto a ripagarlo riducendo ancora di più la moneta circolante nel
circuito dell’economia reale.
Questa scarsità di denaro nel sistema produttivo
crea un calo di domanda, un incremento della disoccupazione e l’ingresso rapido
nel vortice della recessione, che può poi sfociare in deflazione (abbassamento
dei prezzi) o stagflazione (aumento dei prezzi) dipendentemente dalla capacità
di reazione del sistema produttivo di adattarsi alle nuove condizioni del mercato
(ricordiamo che il denaro diventa scarso nell’economia reale, ma nei circuiti interbancari
e finanziari dove circolano riserve e titoli, la massa degli aggregati monetari
tende sempre ad aumentare, anche grazie alle iniezioni di nuove riserve da parte
delle banche centrali con operazioni di rifinanziamento non convenzionali come
il quantitative easing QE o il LTRO).
Interessante notare all’interno del sistema anche il
ruolo della banca centrale, che si prefigura come un prestatore di
ultima istanza per tutto il settore bancario nel suo complesso ma è indifferente
alle sorti pubbliche delle nazioni. La banca centrale alza leggermente il regime
dei tassi in periodo di espansione per consentire ai banchieri di speculare sui
tassi alti, ma non appena arriva la crisi abbassa di nuovo i tassi fino a zero per
invogliare i giovani clienti ad entrare in banca a chiedere un mutuo a tasso
variabile, rimanendo poi intrappolati nella spirale degli interessi crescenti
qualora le condizioni del mercato dovessero migliorare. Quindi la banca centrale
è sempre al servizio degli interessi delle banche e mai degli stati o della popolazione
civile.
Nel secondo video, che pubblicherò nei prossimi giorni, Ben
Dyson illustra le soluzioni trovate dal movimento Positive Money per rispondere e cercare una soluzione valida a questi problemi cronici del settore bancario.
Indubbiamente il video e' da applausi!
RispondiEliminaE' un modo semplice e diretto di spiegare come funziona il sistema monetario a chi non ne sa nulla.
C'e' chi lo ha scritto 100 anni fa, passo per passo, spiegando in modo piu' complesso a chi poco ne mastica, come funziona realmente il ciclo economico.
E gia' all'epoca accusava di truffa il sistema bancario.
Comunque fino ad adesso la spiegazione e' stata forse "generosa" nei confronti dello Stato (tradotto: governanti).
Quando ho scritto che il legislatore ha ribaltato i concetti giuridici e' perche' se qualcuno si fosse reso conto prima della differenza che esiste fra il deposito da un lato, e il mutuo dall'altro, probabilmente questa situazione difficilmente si sarebbe creata (anche il ragazzo che spiega, su questa questione non si e' soffermato dando per scontato, almeno cosi' mi e' parso, l'equivalenza fra i due contratti).
Ma poiche' Stato (governanti) e finanza (usurai monopolisti) vanno a braccetto ecco che l'illusione ha preso corpo e vita.
P.S.Dato che ho trovato la seconda puntata ..... t'anticipo. Tanto la tv non la guardo quasi piu'.
Carlo
E fai bene...a non guardare la TV, perchè ripetono sempre le stesse cose senza andare mai a fondo in niente...per il resto, ovvio che le tesi di Positive Money non nascono dal nulla, ma derivano da una lunga traduzione di economisti che avevano già denunciato gli abusi del sistema bancario...Wecksell e Von Mises furono fra i più attivi in questo senso, ma bisogna riconoscere il merito ai ragazzi di Positive Money di avere riadattato le vecchie denunce al nuovo contesto della moneta fiat elettronica...se hai già visto il secondo video avrai appreso che il loro modo di risolvere il problema bancario è perfetto, perchè viene identificata quella differenza fra depositi (transaction account) e mutui (investment account) che è all'origine di tutti i problemi...ma è perfetto solo in teoria mentre in pratica, come dici tu, dobbiamo scontrarci contro il potere politico che difende e tutela l'attuale sistema finanziario...ed è questa la sfida più importante che dovrebbero affrontare i cittadini più attivi e quelli che si ritengono tali: combattere con le idee e non solo con le manifestazioni di piazza sia il potere politico che quello finanziario...ci riusciranno i nostri eroi??? Bohhhhh....Piero
EliminaNota: Ben Dyson e' il fondatore del Positive Money
RispondiEliminaDaniele
Giusta precisazione, Daniele...correggo subito...
EliminaPregevole articolo Caro Piero!!!!
RispondiEliminaIl problema sollevato da Carlo, è molto reale purtroppo, infatti gli "usurai monopolisti", come lui chiama in modo prodigioso e sacrosanto i banchieri, sono difesi e tutealti da tutto l'arco politico istituzionale in Italia come all'estero.
O troviamo una classe politica scevra da ogni influenza e interesse dei banchieri, oppure la "Casta" politica effettivamente non ci libererà mai dagli "strozzini istituzionali" meglio noti come Finanza Internazionale.
E dovremo sottostare alla loro tirannìa finanziaria fino a che ridurranno la classe media, più povera di un pensionato sociale di 450 € al mese.
Questi ci stanno impoverendo, e fino a quando durerà il credit crunch, nonostante tante immissioni pro-banche da parte delle Banche Centrali, sarà un lento e progressivo impoverimento generale!!!
saluti, Nicola.
Caro Piero,
RispondiEliminaa supporto dei tuoi ottimi articoli, sul fatto che sono le banche a creare denaro, senza avere le riserve in anticipo, ti riporto quanto segnalato dal lettore Daniele sul sito di Carmen Voci dall'Estero:
"questo documento ufficiale che proviene dal sito di BoE...e' il bollettino ufficiale che descrive il sistema bancario inglese dove si trova la prova ufficiale che le banche creano denaro.
spero sia di interesse!
pagina 405 paragrafo "The money-creating sector" dice esplicitamente "“The money-creating sector in the United Kingdom consists of resident banks (including the Bank of England) and building societies....”....
pag 383 "“…the banking sector plays such an important role in the creation of money. Changes in the terms for deposits will affect the demand for money, while changes in the terms for loans will affect the amount of bank lending and hence money supply....”
“When banks make loans they create additional [bank] deposits for those that have borrowed the money....” p.377
http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/qb0703.pdf
Inoltre segnalo il seguente articolo MMT dal sito di Bill Mitchell:
"Building bank reserves will not expand credit"
http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=6617
in tale articolo viene citato un paper ufficiale del BIS(Banca dei Regolamenti Internazionali)
cordiali saluti, Nicola
Grazie Nicola,
Eliminai riferimenti che mi hai fornito sono molto interessanti...il documento della BoE viene anche citato da Dyson nel video e conferma quello che noi sosteniamo da tempo: le banche creano denaro dal nulla senza avere necessità di niente, nè delle riserve bancarie nè dei risparmi dei depositanti...leggerò con attenzione l'articolo di Mitchell che potrebbe fornirci qualche spiegazione in più sul modo in cui operano le banche...grazie e a presto!!! Piero
Ciao Piero e Nicola,
Eliminail documento segnalato da Nicola e' stato appunto ripreso dal sito di Positive Money dove potete trovare anche una lettera della BoE in risposta a esplicita domanda di Dyson che chiedeva conferma sulla creazione da parte delle banche del denaro. Questo per dimostrare anche la puntigliosità di Dyson nella ricerca. Non accontentandosi dei documenti ufficiali già a disposizione ha voluto una risposta scritta dalla BoE. Ho ritenuto fosse utile inviare sia questo doc che i video a un po di siti tra cui questo e quello sopra citato, per far conoscere positive money in Italia, anche perché i due amici che hanno tradotto i video hanno sacrificato il loro tempo libero, che in Inghilterra, dove arriviamo a lavorare anche 15 ore al giorno, non e' molto.
Comunque nel sito della BoE troverete molti più documenti aperti al pubblico rispetto alla disponibilità fornita dalle altre BC.
@Piero: avevo risposto al tuo commento all'altro articolo dove mi avevi lasciato la tua mail ma credo che il sistema abbia combinato qualcosa perche nn e' stata pubblicata.
Comunque usero' la tua mail se avro' qualcosa di nuovo da UK o Canada etc dove abbiamo i nostri contatti che ci tengono aggiornati su quel che succede nei loro paesi.
A presto
Daniele
Perfetto Daniele!!!
EliminaProprio stamattina ho pubblicato il secondo video, sulle soluzioni proposte da Positive Money...la teoria è di una semplicità straordinaria e risolverebbe davvero radicalmente tutti i problemi e i difetti del sistema bancario moderno...quando hai nuovo materiale o info, manda pure che io lo pubblico immediatamente...grazie per la collaborazione e buon lavoro!!! Piero
Leggo subito il tuo articolo allora...il video lo conosco a memoria!
EliminaDaniele